Mentre Garol, Hadla e Nukkar si preparano per compiere il sacrificio rituale, il clan lentamente si riorganizza.
Da quando siete partiti non avete ancora assistito ad un evento del genere...e gli orchi fremono per la tensione.
La recente battaglia vi ha dimostrato che la fortuna vi arride, ma molti sanno che i veri responsabili della vostra vittoria sono stati alcuni orchi come Wurrzag, Garol, Scania, Arkail e Argor. Grazie a coraggio, astuzia e invero un pizzico di follia siete riusciti a distruggere un intero villaggio umano senza perdere nemmeno un guerriero.
Però non sapete se gli spiriti vi sono favorevoli; qualcuno sembra dubitarlo, visto che per vincere avete usato la magia dei vili umani. Altri sostengono che il semplice atto di ripetere un antico rito in un luogo come questo non potrà che rendere felici i poteri della natura. Chi può dire da quante stagioni questo altare sia asciutto?
Chi saprebbe dire quando è stata l'ultima volta che uno sciamano ha fatto le giuste offerte alla foresta?
Lentamente ciascuno prende la sua posizione.
Davanti i guerrieri, e in prima fila i più forti e coraggiosi, coloro che hanno sulla pelle i segni delle battaglie e sulla armi tante tacche quanti sono i nemici morti. Subito dietro gli anziani, degni di rispetto anche se non combattono più armi alla mano: la loro saggezza ed esperienza tiene il clan in vita fin dalla vostra partenza.
I cuccioli e Nagash in fondo.
Poiché tutti gli orchi sono qui, i prigionieri umani sono stati messi su un lato: non sono degni di assistere al rito dal una posizione favorita, ma almeno sono sotto lo sguardo dei guerrieri e non cercheranno di compiere sciocchezze...e poi è giusto tenerli nella paura, mostrare loro la forza degli orchi. Per ora i cosiddetti "dei", gli spiriti degli umani, non si sono mostrati ad aiutarli. Forse sono davvero inferiori ai vostri antichi antenati.
Infine i tre sciamani emergono da dietro la più grande delle rocce. Nukkar regge un piccolo tamburo e lo percuote lentamente con una mano, un ritmo come il cuore di un dormiente. Hadla, un po' più indietro, avanza reggendo tra le mani un'ascia. L'arma è stata coperta di fango e polvere, rametti e foglie di pino e corteccia fino a renderla un'oggetto dall'aspetto primevo...ma il filo della lama brilla alla luce dei due falò che sono stati accesi.
Poi giunge Garol. Nuda fino alla cintola, coperta di pitture sacre che parlano di potere, vita e morte. Uno spettacolo incredibile che ricorda ai più anziani i tempi in cui gli umani ancora non avevano messo piede sulle vostre terre.
Ad un cenno della sciamana, Arkail e Scania avanzano reggendo tra loro la strega. La giovane donna si ostina a opporre resistenza, ma la gamba ferita le impedisce di farlo con efficacia. Quando però vede l'altare e gli orchi davanti ad esso, comprende quale sia il suo destino. I suoi sforzi aumentano a dismisura, tanto che i due guerrieri faticano a tenerla ferma e per un attimo Kella riesce a liberare una mano...ma è solo un attimo. Con maggior brutalità i suoi aguzzini la sospingono in avanti.
L'umana non solo grida, ma parla in un fiume di parole che solo chi conosce la sua lingua può capire.
Comune
Le uniche parole che tutti capiscono sono i nomi degli orchi a cui chiede pietà "Garol! Hadla! Wurrzag!" a cui seguono altre parole ignote.
Senza troppa grazia viene costretta ad inginocchiarsi davanti all'altare. Il tamburo di Nukkar si fa più rapido e veloce. Hadla passa l'ascia a Garol. Arkail costringe l'umana a piegarsi ancora di più, a posare la testa sulla roccia macchiata di vecchio sangue.
A questo punto le parole della donna si fanno sempre più incoerenti
Comune
Prova a commuovervi con lacrime e singhiozzi, ma la cerimonia prosegue. E a questo punto qualcosa scatta dentro l'umana, e invece di continuare a blaterare nella sua lingua, si rivolge al clan con un orchesco stentato. Poche parole, ma facili da capire "No onore! Wurrzag tradisce Kella, no onore!"
Gli orchi non sembrano impressionati dalla cosa...ma qualcuno mormora un poco. Kella di certo si sbaglia: il suo patto era valido con il vecchio Capoclan. Altri mugugnano, dicendo che la parola data ad un umano non ha valore.
Qualcuno dei prigionieri piange, altri cercano di supplicare per la vita di Kella. Altri ancora sono apatici, come se non fossero presenti.
Il vento comincia a soffiare tra gli alberi, il tamburo suona sempre più rapido...
A tutti