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[Narrativo Saky] - Soccorso alle locande


Selvaggio Saky

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Scostando una sedia libera brus prese posizione al tavolo e dopo alcune parole di ringraziamento al suo patrono osservò per un breve istante ognuno dei componenti della tavolata, nessuno sembrava voler attaccare bottone, forse pensierosi per le notizie appena apprese...

<Sembra che passeremo del tempo assieme... Io sono brus Aedar umile servitore di Labolus....>

Detto questo brus prende a mangiare dal suo piatto mentre sorseggia la birra appena spillata.

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Dyk iniziò a strimpellare dolcemente di tanto in tanto le corde del suo liuto, pizzicandole in modo lieve in modo da non disturbare la musica suonata da colui che di professione la esercitava nella locanda.

"Dolce musa dammi l'ispirazione" pensò mentre cercava di inventare qualche nuova nota su cui magari in futuro scrivere un nuovo testo o una nuova leggenda, poi continuò a inventare alzando molte volte a testa per vedere se aveva attirato l'attenzione di qualcuno.

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Visto il silenzio dei suoi commensali Brus reclino leggermente la testa e tese l'orecchio come se stesse ascoltando qualcosa, e poichè il vento nella locanda entrava solo quando la porta si apriva mormorò quasi in un sussurro

<Sarà una convivenza interessante se neanche i nomi si possono udire>

e senza altre cerimonie continuò il suo desinare in attesa che qualcuno si degnasse di proferire parola o si destasse dai suoi pensieri reconditi.

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Rockalor non si avvicinò troppo al gruppo di persone che desinavano al tavolo offerto dall'oste. Rigirava però la moneta passatagli dallo stesso tra le mani... indeciso se rimanere in quel posto ed attendere quello che sarebbe seguito con quella strana accozzaglia di viaggiatori. Sempre tenendosi in disparte fece l'unica cosa che fosse realmente sensata in quell'istante.

Da sotto il cappuccio e senza farsi troppo notare squadrò gli altri avventori ad uno ad uno, alla ricerca di un colpo d'occhio...

O qualcosa che potesse prendere in prestito.:rolleyes:

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Xankas fini di mangiare e resto in silenzio, il silenzio imbarazzante che si era creato non lo disturbava, anzi: si sarebbe sentito a disagio se fosse iniziata una di quella discussioni di circostanza, con sorrisi finti e fare cordiale. Rimase immobile, aspettando di poter parlare di nuovo con il vecchio.

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Finito di desinare ed il prolungato silenzio dei suoi commensali finisce per stufarsi

e con un sospiro

<bene signori , o dovrei dire compagni di ventura l'unico silenzio, che tra l'altro non reputo tale, che sopporto è la voce di Labolus il mio Signore, arrivo dal nord e la mia unica vocazione è aiutare la mia gente ed andare dove labolus comanda, fra di voi vedo genti da tutti i luoghi del nostro impero, vi prego consegnatemi i vostri nomi che li possa custodire e perpretrare le vostre cause al mio Sommo signore...>

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Inghiottendo uno degli ultimi bocconi, Newak alzò lo sguardo e osservò, senza fissare nessuno, i suoi commensali.

«Io... io mi chiamo Newak, vengo da Mol Dippe, nel nord-est,» rispose quindi a Brus.

«Sono qui perchè...mi... hanno mandato i soldati del Martello Vincente, li ho incontrati sulla strada maestra del nord... Io... non so a chi rivolgermi, chi ci ha radunato qui?» il suo sguardò lampeggiò attorno, sperando che l'oste passasse per potergli chiedere qualche informazione.

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Finito di desinare ed il prolungato silenzio dei suoi commensali finisce per stufarsi

e con un sospiro

<bene signori , o dovrei dire compagni di ventura l'unico silenzio, che tra l'altro non reputo tale, che sopporto è la voce di Labolus il mio Signore, arrivo dal nord e la mia unica vocazione è aiutare la mia gente ed andare dove labolus comanda, fra di voi vedo genti da tutti i luoghi del nostro impero, vi prego consegnatemi i vostri nomi che li possa custodire e perpretrare le vostre cause al mio Sommo signore...>

"Il mio nome è Xankas Dryson -disse l'uomo del deserto un po' infastidito dal dover ripetere il suo nome per la terza volta- non ho signori e in generale lavoro da solo. Parlate di compagni di ventura quasi come se fosse scontato che lavoreremo insieme, farò una cosa del genere solo se sarà strettamente necessario per portare a termine questo lavoro, lavoro che non ho ancora deciso se accettare." disse con voce dura.

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<mio caro Xankas di solito chi evita la compagnia degli altri di solito è quello che ne ha più bisogno.... ma lasciamo perdere queste frivolezze, ho tutta l'intenzione di aiutare questa gente e se voi gradirete univirvi a me in questa nobile cerca ne sarei lieto...>

lascio che le parole arrivassero all'uomo del deserto come una richiesta e non come una forzatura, il gruppo che si stava formando attorno al tavolo ed alla missione gli piaceva sempre di più e sperò di trovare il modo di equilibrare e miscelare il tutto nella giusta risoluzione per favorire gli eventi... mentre pensava queste cosa brus reclinò leggermente la testa sempre tendendo l'orecchio ad un'interlocutore invisibile.

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Dyk smise di pizzicare le corde del suo liuto e alzò di nuovo la testa: davanti a lui vedeva molte persone diverse, e se fosse dovuto partire con loro avrebbe potuto imparare moltissime cose e, forse, insegnarne altrettante.

"Che fretta, voi del sud" affermò con il suo solito sorriso "se l'oste ha detto di aspettare e di non parlare della missione ascoltiamolo... sono ancora giovane e non mi va di lasciare così presto questa valle di lacrime... Per chi non mi avesse sentito prima mi ripresento, io sono Dyk, molto piacere, e faccio il musico nella corte di un uomo molto buono, in terre che di buono non hanno sicuramente il clima... e voi di cosa vi occupate?"

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Dyk smise di pizzicare le corde del suo liuto e alzò di nuovo la testa: davanti a lui vedeva molte persone diverse, e se fosse dovuto partire con loro avrebbe potuto imparare moltissime cose e, forse, insegnarne altrettante.

"Che fretta, voi del sud" affermò con il suo solito sorriso "se l'oste ha detto di aspettare e di non parlare della missione ascoltiamolo... sono ancora giovane e non mi va di lasciare così presto questa valle di lacrime... Per chi non mi avesse sentito prima mi ripresento, io sono Dyk, molto piacere, e faccio il musico nella corte di un uomo molto buono, in terre che di buono non hanno sicuramente il clima... e voi di cosa vi occupate?"

Rockalor mise da parte la sua usuale riservatezza e guardò il bardo da sotto il cappuccio.

"Piacere Dyk. Io sono Rockalor, brevemente il mio mestiere consiste nel trovare l'occasione giusta per trasferire proprietà. Io, come dire sono considerato un buon intermediario in questi affari..."

E sogghignò da sotto il cappuccio.

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<mio caro Xankas di solito chi evita la compagnia degli altri di solito è quello che ne ha più bisogno.... ma lasciamo perdere queste frivolezze, ho tutta l'intenzione di aiutare questa gente e se voi gradirete univirvi a me in questa nobile cerca ne sarei lieto...>

lascio che le parole arrivassero all'uomo del deserto come una richiesta e non come una forzatura, il gruppo che si stava formando attorno al tavolo ed alla missione gli piaceva sempre di più e sperò di trovare il modo di equilibrare e miscelare il tutto nella giusta risoluzione per favorire gli eventi... mentre pensava queste cosa brus reclinò leggermente la testa sempre tendendo l'orecchio ad un'interlocutore invisibile.

"Il punto non è se lavoreremo da soli o no, il punto è che non piace che si decida per me, non date mai nulla per scontato e vedrete che andremo d'accordo, se ce ne sarà la necessità..." rispose Xankas con voce pacata.

Dyk smise di pizzicare le corde del suo liuto e alzò di nuovo la testa: davanti a lui vedeva molte persone diverse, e se fosse dovuto partire con loro avrebbe potuto imparare moltissime cose e, forse, insegnarne altrettante.

"Che fretta, voi del sud" affermò con il suo solito sorriso "se l'oste ha detto di aspettare e di non parlare della missione ascoltiamolo... sono ancora giovane e non mi va di lasciare così presto questa valle di lacrime... Per chi non mi avesse sentito prima mi ripresento, io sono Dyk, molto piacere, e faccio il musico nella corte di un uomo molto buono, in terre che di buono non hanno sicuramente il clima... e voi di cosa vi occupate?"

Xankas ignorò Dyk, non valeva la pena di rispondere a quel giovane frivolo, se non capiva il valore del tempo peggio per lui.

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Due guardie dell' Entiana si avvicinarono al tavolo dei forestieri.

Il più anziano dei due e più alto in grado, contando le catene d'oro che attraversanano le tunica linda, era decisamente un entianese, capelli radi brizzolati e verdi, occhi piccoli e profondi come smeraldi con ragnatele d'espressione ai lati. Tarchiato e solido la sua mano destra era ferma sull'elsa della spada d'ordinanza, come per scoraggiare ogni colpo di testa da parte degli avventurieri, ma facendola sembrare una posizione normale.

L'altro, più giovane aveva i tratti delle colline del sud dell'impero, scuro di carnagione e dai capelli lunghi legati in treccioline, una folta e lunga barba gli dava un senso bonario, ma gli occhi neri erano tutto l'opposto.

Avvicinatosi a Newak, l'uomo del sud, esclamò tra sè e sè -Non capisco come nel nord combattino ancora con questi affari, l'ultima volta che ho preso in mano una lancia era durante l'addestramento nella capitale. Posso?- e senza aspettare il consenzo impugnò la lancia del grosso uomo e la soppesò tra le mani, rimettendola a posto poco dopo.

Il più anziano invece prese una sedia e si sedette con lo strano gruppo.

Masticando un pezzo di pane preso dal piatto centrale degli avventori disse

- Grant è un buon uomo, stranieri, fate in modo di trattarlo come merita-

Uno sguardo indagatore esaminò gli altri attorno al tavolo, si alzò ed uscì dalla locanda seguito dal suo compagno.

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Rockalor aspettò che le guardie chiudessero la porta dietro di loro...

"Qualcuno di voi li ha infastiditi quelli?" chiese, rivolto a quelli che ora stavano al tavolo. La faccenda cominciava ad incuriosirlo, ma quei quattro smidollati che erano in quel momento nella locanda non sembravano esporsi troppo. Erano tutti diffidenti...

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Rockalor aspettò che le guardie chiudessero la porta dietro di loro...

"Qualcuno di voi li ha infastiditi quelli?" chiese, rivolto a quelli che ora stavano al tavolo. La faccenda cominciava ad incuriosirlo, ma quei quattro smidollati che erano in quel momento nella locanda non sembravano esporsi troppo. Erano tutti diffidenti...

Xankas rispose scuotendo la testa, non li aveva mai visti e la cosa non lo interessava: a volte la gente è stupida senza bisogno di ragione... quei due semplicemente cercavano qualcosa da fare.

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Lasciò che i suoi nuovi compagni facessero le presentazioni ed accettò di buon grado le parole dell'uomo del Sud, anche lui era abituato a spostarsi di sovente ma al contrario suo egli si muoveva solo nella direzione del vento

<Visto che abbiamo rotto il ghiaccio penso che ognuno di noi col tempo si farà conoscere dagli altri...>

Sorrise alll'uomo del sud e sollevando il boccale in segno di brindisi lo tenne solo una frazione di secondo per poi finirlo in un unico sorso...

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