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TdG - La maledizione di Sar Ubhar


Pippomaster92

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L'uomo scuote la testa "Il fuoco ha cominciato ad uscire dal terreno in alte colonne, ormai... un anno fa, e più. Laggiù non c'è molta vegetazione, ma il vento ha cominciato ad appiccare incendi tutto attorno dove invece c'erano alberi. Il fumo è arrivato qui più volte, fortunatamente debole" fa una pausa e guarda la botola "ma poi qualcuno è andato a controllare. Non hanno fatto ritorno, e altri sono andati a cercarli. Mio figlio si è spinto più lontano di tutti, e si è così ammalato. Non mi faccio illusioni in realtà; so che è qualcosa di grave. Ma forse passerà se avrò abbastanza fede"

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Shihab e-Ravaan

Le tempistiche del racconto sono sensate. Ma il fatto che tutta questa gente sia scomparsa è decisamente inquietante. Suo figlio è mai riuscito a raccontarle qualcosa? O è sempre stato in simili condizioni? Chiedo al sacerdote: il ragazzo potrebbe avere delle informazioni preziose sul nostro nemico. 

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Ivellios, elfo ranger

"Noi li abbiamo... toccati..."

Con una spada di solito... Calco l'intonazione sul "toccati"

"Non ne siamo stati contagiati, se è quello che intendi, ma scottano. Tanto..."

Faccio un segno verso il prete. Sicuramente quelle scottature se le è fatte interagendo col figlio.

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Il vecchio sacerdote annuisce "C'è una specie di vallata, una spaccatura sul fianco di una collina... è ampia, e profonda. So che ai tempi di mio nonno un signore della guerra venne da est e costruì un fortino per affrontare gli wasi in guerra, ma venne fatto crollare. Ora non c'è nulla, e pure pare che sia da lì che viene il fumo. Forse da spaccature nel terreno..." rabbrividisce nonostante il caldo "È a circa un giorno di distanza"

 

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Shihab e-Ravaan

Un fortino distrutto da un signore della guerra? No, sembra troppo recente per essere la ziggurat di cui parlava l'Onorato Padre. La ringrazio ancora per tutte le risposte che ci sta dando. Comprendiamo quanto la questione possa essere complessa per lei. Dico al sacerdote, mostrando una sincera compassione mentre guardo il ragazzo "malato". Le chiedo però di fare un altro piccolo atto di coraggio. Siamo venuti qui per chiederle il permesso di celebrare un rito funebre per il capovillaggio: le chiedo di permetterci almeno di usare questo luogo sacro, anche mentre continua a badare a suo figlio. Non può permettere che questa disgrazia faccia del male ad un'altra famiglia senza alcuna colpa. 

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Alle parole di Shihab l'uomo si riscuote un poco e annuisce "Ma certo, certamente... io ho chiuso perché temevo per mio figlio ma ammetto... si, di essere stato egoista" si risolleva e si sistema l'abito stropicciato, poi aggrotta le sopracciglia "ma chi è morto?" 

Quando glielo spiegate si adombra e scuote il capo. La morte del nobile vicino gli era totalmente sfuggita, sebbene da come risponde sembra che abbia idea (seppur vaga) dello stato della di lui figlia. A questo punto portare qui la salma non è complicato, e nessun evento parrebbe disturbare il piccolissimo corteo funebre in partenza per il tempio. 
La figlia, che a questo punto si presenta come Aziyatt e-Waun, insiste però per accompagnarvi. 
"So che è pericoloso" dice in un soffio "ma non posso lasciarlo andare da solo. Sono la sua unica parente in vita". 

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Shihab e-Ravaan

L'uomo sembrava non essere al corrente di quanto accaduto al capovillaggio e accetta di aiutarci a celebrare il rito di buon grado. Questo villaggio sta già soffrendo molto, ma la sua gente non sembra essersi arresa al suo destino. 
Torno quindi dalla figlia, che si presenta e ci chiede di seguirci. Non mi sento di rifiutare la sua richiesta, sebbene sappia quanto questo possa metterla in pericolo. Non si preoccupi: ci penseremo noi ad assicurarci che tutto vada per il meglio. Concludo, guardando i miei compagni in cerca di un cenno d'assenso. Forse è meglio che lei stia al centro del corteo. Noi terremo gli occhi aperti e la proteggeremo. 

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Jalrai e-Ziin

Annuisco a Shihab. L'idea di averla con noi non mi esalta, ma capisco le sue motivazioni. Sì, in mezzo a noi è meglio. Farei anche il tutto con passo spedito sinceramente. Aggiungo. D'accordo il corteo, ma non scordiamoci degli sciacalli...e chissà cos'altro.

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  • Supermoderatore

Darhum

Mentre gli altri si occupano di andare a recuperare la spoglia del defunto e la figlia io aiuto l'uomo a preparare il tempietto all'arrivo del corteo e alla celebrazione della cerimonia funebre. Nel mentre tendo un orecchio per vedere se capita qualcosa sotto e cerco di distrarre l'uomo parlando delle varie liturgie.

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Ivellios, elfo ranger

Seguo tutti fuori dal tempio.

Una volta lontano dal sacerdote, parlo a Jalrai, ma a voce alta, così che tutti mi possano ascoltare.

"Quel mutato va ucciso. Inutile girarci intorno. Tutte le nostre informazioni ci dicono che non c'è modo che torni normale. Quando abbiamo ucciso la creatura del fuoco a Stilla, i mutati sono spariti in una nuvola di fumo e fuoco. "

Poi dico a tutti i presenti.

"Se volete lasciarlo in vita per non scontentare il padre, lo capisco. Non concordo, ma lo capisco.

Ma non pensate nemmeno per un secondo che ci sia la minima possibilità che possa tornare normale."

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Riuscite a portare sia la salma che la figlia fino al tempio di Vilos, dove nel frattempo Darhum è riuscito a dare una piccola sistemata. Dopo di che viene officiato il rito funebre. A metà del procedimento da sotto il pavimento si alza un terribile grido, al quale fa seguito una certa confusione e trapestio. Ma il sacerdote continua, assistito da Darhum, e il funerale si conclude mentre il baccano si quieta rapidamente. 

Aziyatt vi ringrazia con le lacrime agli occhi "Avete tutta la mia gratitudine! Potete restare in casa mia tutto il tempo che volete, se vi serve. E se aveste bisogno di altro aiuto, di sapere cosa vendere o comprare qui, non dovete che chiedere" promette senza sospettare che non siete mercanti. 

Il corpo del padre viene accuratamente preparato e portato in un loculo dove dovrà restare per tre esamane prima di essere esumato e sepolto nella tomba di famiglia. Il sacerdote termina il rito e poi pur lasciando il tempio a disposizione e aperto si ritira a dormire dopo chissà quanto tempo. 

Uscite dall'edificio proprio mentre un gruppo di wasi passa per la piazza. Sono uomini e donne, una mezza dozzina, con piume bianche e grigie infilate su mantelli, copricapi larghi per il sole e bastoni da viaggio. Hanno tutti gli occhi truccati e il capo rasato a zero, e vi guardano con una certa malevolenza. 
Uno, muscoloso e giovane, vi rivolge la parola con arroganza "Stranieri! Non mettetevi comodi, questo non è luogo per gente come voi. E non infastidite la brava gente" sogghigna fissando lo sguardo su Aziyatt. 

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  • Supermoderatore

Darhum

Il rituale funerario viene completato secondo tutti i crismi, nonostante le grida provenienti dal piano sottostante. Una volta terminato il rito mi apparto con gli altri Ora dobbiamo pensare all'ospite del piano di sotto. Forse mentre il chierico dorme sarebbe il momento migliore.

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