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Una Storia di Miniere e Draghi — Gioco


Mythrandir

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Neroon Dragonslayer

"100 monete d'argento! È davvero troppo e non credo di avere quel denaro con me. Sei un goblin troppo avido!" Commento quasi divertito. Dieci monete d'oro? Non è certo una fortuna. Ma mi indispettisce il fatto che voglia fregarci "Non puoi accontentarti della metà? Quaranta monete d'argento?"

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Yeemik osserva con diffidenza Dakkar. Merce rubata? Merce rubata va venduta per fare soldi. Chi compra da Yeemik? No, no, voi da me cento monete o Yee… 

La risposta muore in gola al goblin quando la sagoma imponente e minacciosa di Neroon, con la sua voce profonda come il rombo di un tuono, si unisce alla trattativa. Il goblin, preso alla sprovvista, sembra considerare la proposta del barbaro specialmente quando essa viene reiterata con fare più accomodante da Xavir. Lo sguardo del capo goblin dardeggia tra i tre avventurieri coperti di sangue e tumefazioni, la testa di Klarg infilzata sul bastone, e Sildar. Poi, torna a fissarsi su Neroon.

Quaranta monete da a Yeemik, e voi può avere uomo. 

Tutti

Spoiler

Scusate il ritardo extra, è stata una settimana veramente impegnativa. 

 

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Dakkar

Mi volto verso gli altri, parlando sottovoce.
"Per quanto mi piacerebbe staccare la testa anche a questo bastardo, dobbiamo prima di tutto pensare a Sildar... la vendetta dovrà aspettare! Fate in modo che non vedano da dove prendo i soldi."
Tolto lo zaino, ne estraggo il cofanetto, da cui prelevo 40 monete d'argento.
Poi mi rivolgo a Yeemik "Ora vado a prendere Sildar, e lascio lì le monete, và bene? Quando mi allontano tu puoi venire a prendere e contarle, ma nel frattempo i miei compagni controlleranno che non facciate scherzi."

Modificato da MattoMatteo
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Un lampo di cupidigia attraversa gli occhi di Yeemik alla vista delle monete d’argento, che si inumidisce le labbra con la punta della lingua quasi come se ne pregustasse il sapore. Bene, sì. Tu prende uomo e lascia monete, rapido. Con un gesto della mano di Yeemik, il goblin che trattiene Sildar lascia andare l’uomo e si ritrae di qualche passo. Le spalle dell’uomo si accasciano, mentre rimane in ginocchio.

Dakkar si avvicina a Sildar. L’uomo è smunto e sporco, chiari segni di una breve ma difficile prigionia. I suoi abiti sono sgualciti e impolverati, e non c’è traccia dei suoi averi: armi, armatura, zaino… manca tutto. Quando il monaco è abbastanza vicino, Sildar solleva un poco lo sguardo. Vi piace rischiare, eh? Riesce a biascicare, con un sorriso sghembo e tirato.

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Sikdar risponde con un grugnito a Dakkar. Non qui… sussurra, indicando con lo sguardo i goblin. Appoggiandosi sul braccio di Dakkar, ma camminando con la schiena dritta, Sildar si incammina verso l’uscita dalla caverna. Yeemik rimane silenzioso, osservando i due allontanarsi, prima di avvicinarsi circospetto al sacchetto di monete. Un lungo dito scosta i lembi di cuoio, come timoroso che contengano qualcosa di pericoloso. Il luccichio dell’argento illumina gli occhi del goblin, che arraffa rapidamente il sacchetto e, completamente assorto dal piccolo tesoro, comincia a contare e rigirare le monete fra le dita. Gli altri goblin si avvicinano al loro capo, circospetti e curiosi anch’essi. 

Dovremmo allontanarci mentre sono distratti. Sussurra Sildar, una volta raggiunto il resto del gruppo. Potrebbero realizzare velocemente che potrebbero essercene altre, da dove sono venute quelle monete d’argento.

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Con circospezione, vi allontanate dalla caverna mentre Yeemik ed i suoi scagnozzi sono impegnati a contare e rigirarsi fra le dita le monete d’argento. Seguendo il corso del fiume sotterraneo, tornate alla luce del sole che sta ormai avviandosi verso il tramonto. Una volta fuori, mentre vi mettete in cammino per tornare a dove avete lasciato il carro, Sildar vi racconta la disavventura che ha portato alla cattura sua e Gundren. 

Eravamo quasi arrivati. Gundren aveva una maledetta fretta di arrivare, leggeva e rileggeva una lettera spedita da suo fratello Tharden e la mappa che vi era allegata. Abbiamo deciso di non fermarci a riposare al calare della sera ma di continuare invece verso Phandalin dopo una sola breve sosta per rifocillarci. Quando ci hanno attaccati, siamo stati colti completamente di sorpresa. Sono spuntati in dodici, tra goblin, lupi, e quel grosso bugbear. Le loro frecce hanno ucciso i cavalli per primi, facendoci cadere in terra. Gundren ha tentando di alzarsi e combattere ma il bugbear l’ha tramortito con un colpo della sua clava, poi l’ha preso per la collottola e mi ha intimato di arrendermi o guardare Gundren morire. 

Non avevo scelta e non ricordo molto altro. Qualcuno mi ha tramortito, e mi sono svegliato nella caverna. Gundren era con me all’inizio ma poi, dopo alcune ore, Klarg lo ha portato via con alcuni goblin e non l’ho più visto. Qualcosa circa un Ragno Nero che voleva parlare con Gundren, o qualcosa di simile… io sono rimasto legato come un salame assieme ai goblin. Per qualche tempo ho creduto mi avrebbe spedito all’altro mondo, ma poi mi son reso conto che non sapevano bene cosa fare di me. Non che gli abbia impedito di sgraffignare tutto quel che avevo. Quei mostriciattoli si sono presi tutto il mio equipaggiamento, che gli marciscano i denti! 

infine, la strada riappare fra gli alberi e, con essa, il vostro carro. Tutto il carico sembra essere ancora al suo posto, ed i cavalli da tiro sollevano pigramente la testa quando spuntate fra le fronde che costeggiano la strada, osservandovi con sguardo spento. 

Beh, ad ogni modo, grazie per essere venuti a cercarmi. Ero proprio a corto di idee per come cavarmela, stavolta. Apprezzerei poter viaggiare con voi fino a Phandalin, e sarò chiaramente lieto di rimborsarvi per il disturbo.

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Xavir

Che brutta storia dico abbassando lo sguardo quindi non sembrava una cosa fatta solo per razziare. Il ragno nero. Magari i goblin si stanno organizzando e voleavno degli ostaggi...ANche se mi sembra una cosa troppo furba per loro

 

Spoiler

Non abbiamo ancora i poteri guadagnati dal passaggio di livello, giusto?

 

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Avete fatto quel che potevate, e non pensate che Gundren sia perduto. Se conosco bene quel nano, gli starà facendo passare più di un brutto quarto d’ora. 

Con il vostro aiuto, Sildar siete nel retro del carro e rimugina pensoso per qualche istante. Una volta a Phandalin, posso contattare alcuni amici nell’Alleanza dei Lord. Potrebbero essere in grado di aiutarci ma temo che, di riffa o di raffa, spetterà a noi cercare Gundren e provare a riportarlo a casa sano e salvo. A quella dannata Miniera… sono sicuro che c’entra, in tutta questa storia. 

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Il carro riprende a muoversi mentre i raggi del sole calante penetrano le fronde degli alberi che costeggiano la strada per Phandalin. Sildar, mentre viaggiate, vi racconta lo scopo del viaggio suo e di Gundren verso la cittadina di frontiera. 

Ah Gundren… per essere un nano, ha sempre avuto troppa fretta, in certi frangenti. Non che non ci fosse motivo d’essere eccitati ma… ad ogni modo. Gundren aveva fretta di giungere a Phandalin, per ricongiungersi con i suoi fratelli, Tharden e Nundro. Qualche mese fa, loro tre erano riusciti ad individuare l’entrata della Miniera dell’Onda Tonante, perduta da secoli. - Sildar prende un sorso da una borraccia prima di continuare, indicando alle provviste ed equipaggiamento trasportato dal carro - È per esplorare la Miniera che aveva bisogno di tutta questa roba, ed è per questo motivo che ha ingaggiato voialtri. Gundren viaggiava con una mappa del luogo in cui trovare l’ingresso della Miniera, mentre i suoi due fratelli lo avevano preceduto: separando le tre persone che hanno nozione di dove si trovi l’ingresso, credevano di riuscire ad evitare cattive attenzioni… ahimè, non è andata così.

Klarg ed i suoi goblin ci stavano aspettando, ed avevano ordini ben precisi. Bloccare Gundren, rapirlo, e consegnarlo al Ragno Nero… chiunque egli sia. Ci hanno derubato di tutto e non dubito che la mappa, così come il mio amico nano, siano ora tra le grinfie di questo Ragno Nero o di uno dei suoi scagnozzi. Ho sentito Klarg menzionare più volte un luogo noto come Castello Cragmaw ma non so dove si trovi. Spero solo che Gundren stia bene. Nessun tesoro vale la propria vita...

L’uomo si fa silenzioso di colpo, mentre un’espressione seria e preoccupata gli si dipinge sul volto. Dopo un altro sorso d’acqua, riprende a parlare. 

Comunque, una volta a Phandalin avremo modo di pensare a come agire e pianificare le nostre azioni. Un mio amico, Iarno Albrek, dovrebbe trovarsi a Phandalin: sono sicuro che sarà in grado di aiutarci.

***

Dopo circa un’ora di viaggio, cin il crepuscolo che ormai cede il passo alla sera, arrivate a Phandalin. La strada in terra battuta che avete seguito finora emerge dal boscoso fianco di una dolce collina, svelandovi la vista di una cittadina di circa quaranta, cinquanta semplici edifici fatti di solide travi di legno lievemente sgrossato, alcune delle quali si ergono su fondamenta di pietra dall’aspetto antico. Altre vecchie rovine — muri in pietra cadenti e sgretolati, ricoperti di erica e rovi — circondano le case dall’aspetto più recente e alcuni negozi, lasciando intendere la traccia di una ben più grossa città che doveva ergersi in questo stesso luogo, secoli fa. La maggior parte delle nuove costruzioni si erge a lato della strada su cui vi trovate, che si allarga in una fangosa strada principale mentre si arrampica verso una decrepita casa padronale costruita sul fianco di una collina sul lato orientale della cittadina. 

Man mano che vi avvicinate, notate alcuni bambini intenti a giocare sul prato della città, e sentite le loro madri chiamarli per andare a dormire. Lungo le stradine di terra battuta della città, alcune persone ancora si muovono intente a badare ai propri affari, o camminando rapidamente verso l’edificio che sembra una taverna. Alcuni vi osservano mentre entrate in paese ma sono sguardi che durante un istante, prima di tornare alla propria occupazione. 

Amici - dice Sildar, mentre il carro lentamente si arresta - troviamo un’alloggio. Mi hanno detto che la locanda è molto pittoresca. Domani, dopo una meritata notte di riposo ed a stomaco pieno, discuteremo del da farsi.

Con un gesto del capo, l’uomo indica un largo edificio dall’aspetto recente che si erge al centro della cittadina, i cui muri sono fatti di legno e pietre. Sopra la porta, pende un’insegna in legno su cui è dipinta una cava di pietra scavata sul lato di una collina verdeggiante. Una luce calda e invitate filtra dalle finestre e da sotto la porta, ed un bel fumo vaporoso e di color grigio chiaro si innalza dal comignolo.

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Il volto di Sildar torna a farsi serio. Potremmo provare a sentire se l’oste sa dove trovare Iarno. - concede l’uomo, prima di continuare - Sono diverse settimane che non ho sue notizie e, assieme ad altri amici e compagni, siamo preoccupati per il suo fato. È per questo, oltre che per amicizia, che stavo accompagnando Grunden qui: per cercare notizie su Iarno e, se necessario, aiutarlo. 

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