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Farland- TdG


Ospite

Messaggio consigliato

@Pyros88 @Zellos @Balasarro @alessandropatria

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Benvenuti in Farland, un mondo dominato dal male.

Nel primo post descrivete fisicamente il vostro personaggio per farlo conoscere agli altri giocatori.

All'inizio di ogni post scrivete in grassetto il nome del personaggio.

Narrazione

Dialoghi

Pensieri

Io preferisco per la narrazione e tutto la prima persona, ma siete liberi di usare quella che volete.

Per i tiri pensavo di usare rolz fatemi sapere se va bene.

@alessandropatria @Balasarro

Spoiler

Oltre alla descrizione fisica descrivete la scena in cui liberate gli altri giocatori.

 

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Skarkhu Creed

Creed è un mezzo oluk alto e possente dalla pelle grigio scuro e gli occhi rosso scuro. I suoi capelli neri e stopposi formano dei dread irregolari e in parte sono raccolti dietro la testa. Il mezz'orco non porta armatura ma espone i suoi muscoli nervosi e ampi al nemico, e utilizza come minima protezione delle cinghie di cuoio legate intorno alle braccia e all'addome. Intorno all'addome,assicurate tra le cinghie, porta delle zanne d'orso, animali contro cui si lottò spesso nel suo addestramento nell'armata del lord. A un braccio porta uno scudo di ferro dotato di spuntoni, mentre con la destra maneggia una ascia da guerra, ornata dei suoi simboli personali. Assicurata con cinghie alle sue spalle, invece, si trova un pesante maglio da guerra dalla lunga asta accompagnato da alcuni giavellotti. Una grande cicatrice attraversa completamente un lato del suo viso, dandogli un aspetto ancora più tetro. Sulle braccia, le incisioni tipiche  degli orchi addestrati sono state scarnificate dallo stesso Credd, per dimenticare il suo passato.

Creed stava seguendo quella carovana di schiavi da giorni, dopo aver ricevuto una soffiata da altri ribelli. Diversi goblin stavano portando nei campi di lavoro creature di diverse razze, che probabilmente sarebbero state smistate in base alla loro utilità. I prigionieri avevano ricevuto gia' diverse percosse, ma non erano stati ancora spezzati. Uno gnomo soprattutto era il più irato e ogni singolo giorno aveva tentato la fuga... era vicinissimo alla goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso dell'orco che comandava i goblin. Ma questo era il giorno, il piu' proficuo per attaccare anche se da solo. La carovana avrebbe incrociato uno stretto passo entro pochi minuti, proprio dove Creed ora si era appostato.
Nello stesso momento in cui Skarkhu, come veniva chiamato dai suoi rivali, calò con ferocia sui goblin seminando panico nella loro compagine, una figura attaccò a sua volta la carovana, uccidendo un trio di goblin in poco tempo. Creed se ne accorse e sfruttò il momento per lanciarsi col maglio verso le gabbie e le catene della carovana, quando Urduk'nk sferrò un pesante fendente di mannaia verso il ribelle. Skarkhu! Vile traditore, oggi mangerò le tue interiora! Creed schivò all'ultimo la mannaia del capo orco e rispose con tutto lo slancio preso durante la rapida schivata, devastando il braccio di Urduk'nk con il proprio martello,  il gomito del capo orco che se ne andò a pezzi. Verrai all'inferno con me, aborto! urlò schiumante il capo orco quando, in quel preciso istante, la figura dai tratti di rettile comparve alle sue spalle e lacerò con un possente colpo di spadone la schiena dell'orco che cadde in ginocchio. Creed, quasi simultaneamente calò in un arco verticale discendente il maglio, letteralmente distruggendo il cranio di Urduk'nk. Il silenzio calò sul campo di battaglia, quando il draconide studiò l'aspetto del colosso davanti a lui, e Creed d'altra parte fece lo stesso. Gli occhi dei guerrieri sostennero per alcuni, pesanti secondi il loro sguardo reciproco. Poi, insieme, i due guerrieri scagliarono all'attacco le loro armi in un grande arco.
Le barre della gabbia erano state schiantate dalla spada del draconide e dal maglio del mezzo-oluk, i prigionieri ancora scioccati, tranne alcuni, due in particolare, un mezzo elfo probabilmente addestrato e lo gnomo che tanto aveva rischiato nei giorni precedenti. Mentre i prigionieri venivano liberati, Creed e il draconide si strinsero l'avambraccio in segno di rispetto.

@tutti

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ho scritto al passato e in terza persona giusto per la narrazione della scena intro, però ritenetevi liberi di usare il presente e la prima persona (o quello che preferite/preferisce il master) per entrare direttamente nell'azione nel momento dopo "la stretta di mano" dei due guerrieri :) Buon roleplay a tutti!

 

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Balasar Sanguefurente

Balasar è un colosso alto poco più di 2 metri, grande persino per un dragonide. Fiero e muscoloso, la pelle rossa scura, è una figura imponente e terrificante, ma gli occhi, di un rosso più chiaro, lasciano traspirare una gentilezza che il resto della figura non tradisce. Il suo equipaggiamento è rozzo ma funzionale, in quanto al drago che ha creato la sua razza interessa avere soldati efficaci, non belli. La sua cotta di maglia è di acciaio robusto, ma è graffiata in più punti e annerita dalla cenere del Wawmar, così come le sue asce da lancio. L'arco che porta a tracolla, comprato nello Zeland con i soldi ottenuti come mercenario, è di fattura non eccelsa ma comunque meno spiacevole alla vista, mentre lo spadone è una vera opera d'arte: trattasi infatti di un'arma nanica, recuperata dalle rovine della fortezza conquistata dal Signrore dell'Avarizia e ricoperta di rune finemente iscritte, di cui il dragonide però non conosce il significato.

 

Balasar al momento stava conversando con il suo vecchio datore di lavoro, sperando di unirsi alla carovana per liberare poi gli schiavi quando si fosse presentata un'opportunità.

<<Ma non ti sei licenziato appena una settimana fa?>>

<<Eh lo so, Signor Devlan, ma l'opportunità che pensavo di avere in città si è rivelata un fallimento, quindi eccomi qui. Accetterò una paga minore di quella passata, se mi riprenderà nella sua scorta.>> disse il dragonide, guardando l'umano abbigliato con vesti eleganti.

<<D'accordo, sei assunto, ma la paga sarà i 3 quarti della precedente, non di più... Cos'è questo baccano? E perché ci siamo fermati?>> chiese lo schiavista, riferendosi alle grida di allarme che si levavano dall'esterno del carro coperto che fungeva da suo ufficio e casa durante i viaggi.

Usciti, Devlan e Balasar si trovarono davanti a uno spettacolo insolito: un guerriero mezzo oluk che combatteva contro le guardie della carovana, vicino alla gabbia che conteneva gli schiavi.

<<Cosa aspetti? Un invito? Uccidilo!>> urlò Devlan, ma Balasar sapeva che non avrebbe avuto un'occasione buona come questa.

<<Soltanto una precisione, riguardo al mio contratto>> disse il dragonide, estraendo lo spadone.

<<Vuoi più soldi? Va bene! Ma ora uccidi quella bestia!>>

<<Non è questo, è che voglio dirle che non mi piacciono gli schiavisti.>> prima che la frase fosse finita il massiccio guerriero stava già roteando su sé stesso, e meno di un secondo dopo la testa di Devlan cadde a terra con un tonfo.

Tra lui e il mezzo oluk le guardie della piccola carovana non avevano speranze, specie dopo la morte del loro capo, un brutale orco di nome Urduk'nk.

Terminato il combattimento e salutato rispettosamente l'inatteso alleato, Balasar si rivolse agli schiavi:

<<Io sono Balasar. Ora siete liberi, ma la notizia della vostra fuga si spargerà rapidamente. Prendete i vostri averi più preziosi dal terzo carro, poi andiamocene in fretta.>>

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Thalos

 

Thalos è un giovane mezz'elfo: d'aspetto in quell'eta indefinibile fra tarda adolescenza e l'inizio dell'essere uomo, ha lunghi capelli corvini ed occhi neri del medesimo colore. D'incarnato diafano, o persino più chiaro, ha l'atteggiamento della persona abituata più alla penombra che al sole. Veste una umilissima tunica con cappuccio completamente nera, sdrucita in fondo per il molto camminare.  

A causa della tunica, è difficile notarne il fisico, che è comunque estremamente magro e "tirato". 

Al collo porta sempre una collana con una strana incisione in ferro, il simbolo sacro della sua divinità. 

 

Era ormai mai rinchiuso nella gabbia da molti giorni, catturato non per le sue pratiche o per la sua fede, bensì semplicemente per la propria etnia. Era rimasto quindi quasi "quiescente", in attesa di una occasione per provare a fuggire o per far fuggire gli altri membri della carovana, quando vide nuovamente il dragonide, la strana creatura che li aveva accompagnati per buona parte del viaggio affiancarsi di nuovo allo schiavista.

Poco dopo scoppiò il caos e lui e gli altri furono liberati da un mezzo Oluk. 

***

Mi avvicino lentamente verso il terzo carro, in cerca dei miei pochi averi. Ogni tanto mi volgo a riguardare il mezzo oluk, ma sopratutto il dragonide. 

Non pronuncio parola per il momento, osservando se qualcuno degli altri schiavi è ferito, per potergli dare in caso una mano. 

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Gistorsog Nevilsag

Gistorsog ha 56 anni, un'età in cui uno gnomo è nel pieno della sua maturità e vigore, avendo superato del tutto la pubertà, ed è alto 1 metro e 40, valore ragguardevole per uno della sua razza seppur nella norma. Egli porta una barba folta, non troppo lunga e che cura molto, vanteria comune anche ai nani, di colore castano come i capelli e gli occhi.

Il fisico è un poco tozzo come tutti gli gnomi, ma non bisogna lasciarsi ingannare perchè è tonico e scattante.

Girstorsog è, o meglio era, uno dei cosiddetti Guardiavia, sentinelle di una delle poche comunità di Gnomi del Sole che si sono salvate dalla guerra nascondendosi nel profondo delle foreste più ampie e selvagge nei pressi della montagna Sheltinnobortanu, il cuore della loro patria.

Il compito dei Guardiavia oltre a quello di pattugliare le propaggini più esterne della foresta in cerca di nemici in avvicinamento è anche quello di confondere i nemici e deviare la loro avanzata affinché, grazie alle loro capacità illusorie, non raggiungano ne sospettino mai dell'esistenza dell'enclave gnomica.

Un giorno Gistorsog avvistò un grande drappello di orchi e goblin inoltrarsi nella foresta, puntando dritto verso la sua comunità, quasi sapessero chiaramente della sua esistenza. Lo gnomo quindi lanciò alcune potenti illusioni per confondere il drappello e di corsa si diresse dai suoi concittadini per dare l'allarme; percorse miglia e miglia senza mai fermarsi pur di dare l'allarme in tempo. Una volta avvertiti ripartì con altre Guardiavia, illusionisti e mesmeristi diretto verso l'armata in avvicinamento per deviarli via dalla strada per la comunità od alla disperata iniziare una intesa guerriglia pur tormentarli, rallentarli e sfoltire le loro fila il più possibile.

Ed è quello che accadde poiché gli orchi erano accompagnati da diversi loro stregoni che riuscivano a riconoscevano la presenza magica delle loro illusioni, disperdendole o impedendo ai soldati di venirne influenzati.

Gistorsog e gli altri fecero il possibile, dando fondo a tutte le loro energie, trappole ed astuzie pur di arrestare l'avanzata del nemico, sperando se di salvare la comunità almeno di permettere loro di evacuare e nascondersi altrove prima del loro arrivo. Fu durante questi attacchi mordi e fuggi, dove già diversi dei loro erano stati decimati, che si vide costretto a dare fondo a tutto il suo potenziale magico per salvare i suoi, ma lo sforzo fu troppo per lui dopo quanto aveva già fatto quel giorno e Girostog svenne.

Si risvegliò vivo ma catturato dagli orchi, accampati fuori dalla foresta, degli altri Guardiavia e gnomi nessuna traccia, altri prigionieri, nessuno gnomo fra loro, gli dissero che lo avevano gettato in gabbia già da qualche giorno e che altri gnomi non ne avevano visti. Da quel giorno i dubbi se la comunità fosse riuscita ad evacuare o se l'avessero trucidata lo tormentarono continuamente non lasciandolo dormire e togliendogli l'appetito oltre che la voglia di vivere. L'unica cosa che lo spingeva ad andare avanti era scoprire la verità e tentò la fuga diverse volte, ma i suoi tentativi furono vani dal momento che scoprì di non poter contare sui suoi poteri magici. Lo sforzo era stato eccessivo ed il suo fisico e sorgente magica ne erano rimasti profondamente debilitati; ci sarebbe voluto del tempo prima di tornare ai livelli di prima, per ora poteva contare solo su qualche banale trucchetto illusorio, roba da scolaretti.

Per fortuna il destino aveva ancora in serbo qualche sorpresa per lui e la sua unica quanto insperata occasione di fuggire gli venne da uno strano duo che attaccò la carovana di schiavisti a cui era stato affidato, una specie di lucertola gigante ed un orco dalla sembianze meno bestiali degli altri. Sceso dal carro si diresse come altri prigionieri verso quello dove era stipato il bottino di guerra fra cui anche i loro averi. Fra di essi cercò la sua roba, ma ancor di più oggetti della sua comunità per capire se l'avessero raggiunta o meno.

 

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Skarkhu e Balasar si accorgono che soltanto tre dei prigionieri liberati sono in grado di seguirli: Thalos, Gistorsog e Sigmund Ack-Arel (Ack= figlio di), contadino originario del vecchio villaggio di Kenby che si offre di condurli là per nasconderli. 

@tutti

Spoiler

Vi ricordo che:

Narrazione nel carattere normale

Dialoghi in grassetto 

Pensieri in corsivo

 

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Skarkhu Creed 

Faccio un mezzo cenno di assenso a Sigmund mentre indica la strada per il villaggio, poi mi volgo verso il mezz'elfo, lo gnomo e il dragonide. Lo sguardo pare truce, ma dalla mia voce roca si capiscono intenzioni pacifiche: Sono Creed. Faccio parte dei ribelli. chiudo, prendendo a camminare dietro al contadino.

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Thalos

 

Controllo se grazie ai miei poteri posso aiutare qualcuno degli altri prigionieri a camminare. Se non è possibile rimango silenzioso pregando per qualche secondo e poi mi accodo a Sigmund che pare conoscere la strada per il villaggio. 

<<Mi chiamo Thalos. Grazie dell'aiuto. >> dico guardando Creed è soltanto dopo il dragonide. 

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<<Un momento solo, Sigismund. Fammi vedere se posso aiutare qualcuno. Piaciere di conoscerti, Creed. Posso chiederti perché uno della tua razza aiuta degli schiavi?>> disse, mentre si guardava intorno cercando qualcuno di aiutare. Se avesse trovato qualcuno non in grado di camminare, ma abbastanza leggero per poterlo trasportare, l'avrebbe aiutato.

Nella scelta di chi aiutare do la precedenza ai bambini.

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Mentre Skarkhu, Balasar, Thalos e Sigmund cercano di aiutare i prigionieri indeboliti dalla lunga inattività e di convincerli a seguirli, Gistorsog controlla il carro contenente il bottino di guerra ritrovando solamente il suo vecchio bracciale intarsiato simbolo dei Guardavia. Girando intorno al carro scopre però che uno degli orchi della scorta è ancora vivo sebbene abbia perso molto sangue. 

@Gistorsog

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Quest'orco parla solo nella lingua oscura

@tutti

Spoiler

La scena della partenza verso Kenby è posticipata a quando avrete finito di aiutare i prigionieri

 

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Gistorsog Nevilsag

Mi era chiaro che non avrei ottenuto nulla dall'orco, parlava solo la sua orrenda lingua, anche quando premevo sulle sue ferite senza riguardo.

Poi vidi lo strano oluk che li aveva liberati. Nonostante il disgusto e l'odio che provavo per gli orchi, sapevo che lui sarebbe stata la mia unica occasione se avesse avuto abbastanza cervello da saper parlare la mia lingua.

Mi avvicinai a lui cercando di mostrarmi il meno ostile possibile, anche se non ero affatto sicuro di che espressione avesse preso la mia faccia:

"Capisci la mia lingua?" dissi in Comune

 

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Skarkhu Creed.

Faccio una smorfia alla domanda di Balasar e indico la mia grande cicatrice al dragonide. Non sono gradito agli altri orchi. E non la penso come loro. Non aggiungo altro, ancora non sono incline a raccontare la mia storia a questo guerriero. Nel frattempo ritorna verso il gruppo lo gnomo e lo guardo con uno sguardo interrogativo alla sua domanda. Sei rimasto ferito nello scontro? Prima mi sono anche presentato davanti a tutti, gnomo. chiedo, non capendo il perchè della sua domanda. "Forse lo gnomo non ci sente?" mi chiedo domandandomi se fosse causa delle percosse subite in prigionia.

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31 minutes ago, alessandropatria said:

Skarkhu Creed.

Faccio una smorfia alla domanda di Balasar e indico la mia grande cicatrice al dragonide. Non sono gradito agli altri orchi. E non la penso come loro. Non aggiungo altro, ancora non sono incline a raccontare la mia storia a questo guerriero. Nel frattempo ritorna verso il gruppo lo gnomo e lo guardo con uno sguardo interrogativo alla sua domanda. Sei rimasto ferito nello scontro? Prima mi sono anche presentato davanti a tutti, gnomo. chiedo, non capendo il perchè della sua domanda. "Forse lo gnomo non ci sente?" mi chiedo domandandomi se fosse causa delle percosse subite in prigionia.

Balasar fissò il suo interlocutore, quindi gli angoli della sua bocca si sollevarono in una smorfia sinistra, mostrando tutti i denti affilati. Per i dragonidi quello era un sorriso.

<<Felice di averti dalla nostra>> disse, prima di tornare ad aiutare i superstiti.

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"Ho bisogno di sapere cosa è successo alla mia comunità, se l'hanno raggiunta o meno, se hanno catturato altri gnomi e dove li hanno portati." dissi in tono apprensivo muovendomi veloce verso l'orco.

"Digli che se ci dirà cosa è successo, non lo uccideremo." aggiunsi quando giungemmo di fronte a lui.

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Skarkhu Creed

Seguo lo gnomo Non credo che gliene importerà molto di aver salva la vita, gnomo, poi afferro l'orco ferito per la gola e gli chiedo minaccioso in un basso ruggito, con i gorgoglii tipici della lingua oscura: Gli gnomi. Avete raggiunto la loro posizione o ne avete catturati altri? Dove li avete portati? Rispondi se vuoi vivere.

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Dopo aver ascoltato la minaccia di Skarkhu, Skaag (si chiama così l'orco) gli sputa in faccia sangue misto a saliva.

Sporco traditore di' pure al tappo che li abbiamo massacrati, dovevi sentire come urlavano, come dei maiali al macello! Ci siamo dovuti buttare nel fiume più vicino per scrostare tutto il sangue  appiccicato ai nostri vestiti. Lui è l'ultimo rimasto della sua feccia. Il capo voleva tenerlo come animale da compagnia.

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