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[CoC] Le Tre Bocche di Cerbero - Atto Primo


Servus Fati

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L'odore acre di cordite ammorba l'aria, mischiato a quello della paura. Con una bestemmia, Corban riesce infine a ingranare. Con rapidi colpi di acceleratore inizia a far salire di giri il motore.

Dalla canna della pistola di Aaron fiammeggia un nuovo colpo, ancora a segno.

 @smite4life

Spoiler

Uso pistola 54 (75%) danni 9 (1d10+2). Corretto spuntare l'abilità, in futuro avrai l'occasione di aumentarla.

Il proiettile falcia un grosso meticcio che viene proiettato due metri indietro dall'impatto, con una terribile ferita al fianco. Si muove ancora, attraversato da spasmi; la vita l'ha già abbandonato ma ne scuote le membra per l’ultima volta. Le restanti bestie esitano, i più grossi snudano i denti e sbavano, ma il tuono sordo delle pistole e le carogne di due compagni a terra li trattengono.

Tutti gli agenti saltano sul retro del furgone. Baczkowski mette un piede a bordo e appoggia un braccio sul tettuccio, picchiando col calcio della Colt sulla carrozzeria per richiamare l'attenzione di Aaron. «Per l'amor di Dio salga, dobbiamo allontanarci prima che attacchino di nuovo»

@Alessio @Hicks

Spoiler

Non vi siete mai trovati in una situazione simile, con morti, feriti, bestie e sangue dappertutto, ma riuscite a mantenere un minimo di lucidità. Tiro Sanità Alessio 19 (55%) Hicks 56 (65%)

 

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Aaron Davis

Non è umano il muggito che emetto, sparando un ultimo colpo in direzione dei cani e balzando sul furgone, la pistola ancora fumante stretta in pugno, gli occhi fuori dalle orbite. Fortunatamente, la scuola di vita che è stata la guerra mi permette di rimanere comunque lucido internamente, a dispetto della situazione, perciò mi guardo rapidamente intorno mentre salgo a bordo, verificando che non ci siano altri civili in pericolo.

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Ralph Connigor

Appena Aaron salta sul furgone mi affretto a chiudere il portellone, dopodiché torno sul finestrino a studiare la situazione.
Dobbiamo chiamare qualcuno! dico agitato al detective ci saranno ancora una dozzina di cani là fuori, potrebbero attaccare altre persone!

Spoiler

Vedo ancora il cane dagli occhi gialli?

 

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Appena sente chiudersi il portellone, Corban fa partire il furgone. Il motore, ancora freddo, tossisce combustibile dal tubo di scappamento prima di far scattare il mezzo in direzione della centrale.

«Padre Nostro, che sei nei cieli...» Uno dei poliziotti, seduto dietro, inizia a pregare piagnucolando. Intrecciato nelle mani giunte, sgrana un rosario che sembra di perle. Baczkowski si porta alla bocca una sigaretta, aspirando con forza la nicotina per calmarsi. Fissa gli occhi su Aaron e Ralph. «Dio Onnipotente, cosa diavolo succede là fuori?». Parla senza aspettarsi risposta.

@smite4life

Spoiler

Sparando nel mucchio non sai se l'ultimo colpo sia andato a segno o meno. Non ti sembra ci siano civili in strada, speri siano tutti rintanati nel cinema o comunque al sicuro.

@Hicks

Spoiler

Vedi chiaramente il randagio (individuare 07 su 50%, spunta l'abilità sulla scheda). E' fermo nello stesso punto di prima, e con un brivido hai l'impressione che stia guardando verso di voi con una scintilla di malevola intelligenza negli occhi. Sia quel che sia, non sono cani rabbiosi, nei tuoi viaggi hai visto molti animali malati e nessuno aveva un comportamento simile. I rabbiosi non agiscono mai in branco. 

Una scarpa col tacco nera abbandonata sull'asfalto tra i randagi che si dileguano coperti di neve sporca e sangue è l'ultima immagine che vi si fissa negli occhi prima che l'automezzo svolti in una via laterale.

Man mano che procedete le vie si fanno più strette; stradine s'incrociano dinanzi a giardini recintati e tozzi edifici in pietra grigia. I tetti sono ammantati di bianco, e sottili fili di fumo escono dai comignoli. In un silenzio carico di tensione superate pedoni che attraversano svelti e una bicicletta che procede a zigzag tra le model T di passaggio. Alla fine Corban imbocca Washington st. e rallenta fino a procedere a passo d'uomo quando gli pneumatici scricchiolano sui ciottoli ghiacciati. Siete dinanzi un grosso edificio grigio e austero. Su una targa d'ottone affissa al muro, grande come un vassoio, la scritta Boston Police District B-2 Roxbury annuncia che siete arrivati a destinazione.

@Tutti

Spoiler

Ora siete nel quartiere XI della mappa, al 2400 di Washington street.

 

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Aaron Davis

Una volta al sicuro all'interno del furgone, come sempre dopo una battaglia, ricarico con precisione metodica la mia arma, in silenzio.

Il sapore acre della paura continua a rimanere sulla lingua, e i rivoli di sudore freddo sulla schiena quasi bruciano, al contrasto con il distendersi lento dei muscoli dorsali, contratti fino ad ora. Mi godo le sensazioni, mi lecco le labbra con la lingua per percepire a fondo il gusto del sudore. Quello causato dal terrore e non dalla fatica, ha un gusto diverso.

Ecco, ritengo che l'uomo viva per questo: per quel momento di quiete dopo il terrore, per la sensazione impagabile che tutto sia finito. Questa era, giorno dopo giorno, la speranza che mi ha mantenuto vivo per 4 lunghi anni di guerra e trincee: la speranza di poter vivere un altro dopo, un'altro momento come questo, con i sensi ancora accesi per la tensione, i muscoli che lentamente si rilassano.

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TOM DAVIES

Rimango in silenzio durante il viaggio. Cerco di calmarmi e darmi una sistemata. Il sudore, complice il freddo esterno, si asciuga. Ritorno in me, scosso ma non fuori di testa come qualche minuto fa. Mi scuoto, scendendo dall'auto, osservando l'austero palazzo sede del dipartimento di polizia. Mi guardo intorno, scrutando gli angoli della strada, dopodiché entro dentro, felice di non vedere quadrupedi

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Il breve viaggio prosegue senza che nessuno apra bocca, o quasi. Anche io resto sovrappensiero: nella mia testa si alternano le immagini dei due cadaveri, del branco di cani feroci e del segugio-capo. Quando il furgone si ferma e vedo la centrale, non posso fare a meno di chieredmi come siamo arrivati qui. E pensare che volevo starmene a casa stasera...

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Senza parlare superate l'atrio del palazzo, coperto da una pensilina di mattoni che contribuisce ad avvolgere nell'ombra l'ingresso, già cupo di suo. Entrate, passando dalla temperatura gelida della strada a un caldo umido. C'è odore di candeggina.

Attraversate un atrio e, passando per una serie di porte, raggiungete la sala operativa principale. Qualcuno accenna un saluto senza ottenere risposta. Il detective fa strada a voi e Corban in un intrico di corridoi, dove aleggia un odore misto di chiuso e umido, fino a un ufficio. Una vecchia porta di legno e vetro smerigliato, con la scritta A. B. Baczkowski a grandi lettere. Dentro, una scrivania ricoperta di fogli macchiati di caffè, una Underwood n.5, tre sedie spaiate e due schedari. La foto di una bella ragazza mora col caschetto alla Louise Brooks è l'unica nota di colore. Sui muri, ritagli di giornale e appunti, attaccati con delle puntine, raccontano la miseria umana: omicidi, rapine, contrabbando di alcol e di donne avviate alla prostituzione, lavoro minorile.

In silenzio Corban prende una fiaschetta e dei bicchieri da uno degli schedari e versa del whisky a Baczkowski. Questi beve d'un fiato e porge di nuovo il bicchiere perché sia riempito. «Non fate complimenti, il Volstead Act non vale qui dentro.»

Dopo il terzo bicchiere scolato in silenzio, getta soprabito e cappello su un piccolo attaccapanni. I capelli, destinati a sparire dalla testa nel giro di pochi anni, sono grigi come i baffi. L'ufficio è al primo piano. Corban va alla finestra; un tappeto di neve si è posato sulla strada, sui tetti e sulle macchine. Intravedete gli agenti che erano con voi: due sono accanto al furgone, dove seduto sul sedile posteriore continua a pregare il poliziotto del rosario. Guarda fuori, si massaggia il setto nasale con aria stanca. Ha gli occhi umidi di lacrime.

Davanti a voi, Baczkowski sposta delle carte dal ripiano e appoggia sulla scrivania la pellicola e il piccolo libro, che si rivela essere un quaderno. Con delicatezza apre il volume, rivelando una serie di appunti scritti da una mano sicura e ordinata sotto un grosso titolo: Karl Landsteiner, blutgruppen. Sopra il titolo, una frase in rosso - calligrafia svolazzante, forse femminile. Though this be madness, yet there is method in 't  (c'è del metodo in questa follia).

Si volta verso Corban. «Trova qualcuno che sappia il tedesco, e anche un proiettore per questa dannata pellicola. Subito.»

«Sarà una lunga notte, signori. Visto che ci siete dentro, mettiamo subito le cose in chiaro: cosa diavolo sta succedendo? E niente stupidaggini, là fuori è morto uno dei miei.»

@smite4life

Spoiler

Il tuo tedesco non sarà granché, ma è sufficiente per capire il titolo: blutgruppen significa gruppi sanguigni.

@Alessio

Spoiler

Riconosci al primo sguardo la frase in rosso. Come ogni inglese ben educato al mondo sei cresciuto a pane e Shakespeare. E' tratta dall'Amleto, atto II scena II.

 

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TOM DAVIES

"Into my grave"

Recito, distaccato, sognante, con gli occhi persi nel nulla, verso la parete alle spalle del detective. 

E' una frase dell'Amleto di Shakespeare quella in rosso, e Amleto risponde così, into my grave! Atto II, scena II credo, si direi di si!

Ritorno in  me, sento di riprendere tutte le mie forze spazzate via dallo stress e dalla paura, mi pare strana ed eccitante la situazione di essere stato il primo a capirci qualcosa a quanto pare e non lo nascondo, un po' come se fossi lo spocchioso primo della classe.

@custode

Spoiler

D'impulso sono andato a sbirciare da dove proveniva la citazione, ho letto solo la frase che ho trascritto poi, credo ci stia che il mio personaggio la ricordi; spero di non  aver fatto del tristissimo metagame!

 

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Ralph Connigor

Rimaniamo in silenzio per tutto il tempo necessario al drink del detective, che declino con un gesto della mano. Posso fumare? chiedo tirando fuori del tabacco e avvicinandomi alla finestra. Alla richiesta di Baczkowski rispondo non so perché lo chieda a noi; scoprirlo è il suo mestiere detective. Le abbiamo già detto com'è andato l'omicidio...e il resto della storia la conosce concludo in tono macabro. Vorrei tanto saperle dire di più... mi interrompo di scatto quando mi torna in mente il segugio con gli occhi gialli. "niente stupidaggini..." penso, decidendo di soprassedere.

Adesso che ci penso, la vittima la "prima" vittima... è stata avvicinata da un'automobile, come già le abbiamo accennato. Il giovane che guidava l'auto ha salutato la vittima, poi ha svoltato. Subito dopo l'uomo è stato aggredito da un gruppo di malviventi, e ucciso... L'uomo nel retro dell'automobile sembrava benestante; se serve possiamo rilasciare una descrizione dei due.

Ci concentriamo sul libretto ritrovato. Una frase sembra essere una citazione di Shakespeare, stando a quanto ci rivela Tom. L'Amleto, chissà se può essere un indizio? penso eccitato. Io e il signor Davis mastichiamo qualche parola di tedesco, magari possiamo renderci utili.

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Aaron Davis

Il percorso fino all'ufficio del detective viene fatto in silenzio, un silenzio quasi surreale. Ora che la tensione è passata quasi del tutto, subentra la razionalizzazione, il pensiero della morte dell'agente si umanizza: non è più l'uomo contro la bestia, l'amico contro il nemico. Quell'agente era un individuo, con la sua vita, forse una famiglia. Il senso di colpa è subito soffocato dalla consapevolezza che il suo è stato un sacrificio con uno scopo. Non superi la guerra, se il senso di colpa ti attanaglia.

La pistola è al suo posto sotto la giacca, e quando arriviamo all'ufficio, rimango impassibile a guardare il detective scolarsi il whisky. Solo i deboli bevono dopo la battaglia. Alla sua domanda, guardo per un secondo solo i miei compagni, aspettando le loro risposte, prima di sporgermi in avanti piantando i pugni sulla scrivania e, guardando dritto negli occhi il detective, dire, iniziando con tono piatto, che si fa sempre più infuriato: "Signor detective, sarò franco. Anche se loro mi rimprovererebbero i termini, so che ne condividono il senso. Non sappiamo che c@zzo stia succedendo. C'era un tizio che camminava per i fatti suoi ed è stato fatto fuori, probabilmente un'esecuzione di qualche tipo. Noi siamo andati a vedere se si riusciva a fare qualcosa. Poi siete arrivati voi. E poi quei cani dell'inferno. Cristo! Al posto del vostro agente, pace all'anima sua, poteva esserci uno qualunque di noi. Non ringrazieremo mai abbastanza il suo sacrificio. Ma dannazione, le giuro, non abbiamo la più fottut@ idea di che diavoli fossero quelli e da che inferno siano spuntati!" Nonostante le parole dure, al ricordare il poliziotto morto, mi si inumidiscono gli occhi. Mi rialzo, raddrizzando la schiena e portando fuori il mento, prima di aggiungere: "In realtà, conosco proprio due parole di tedesco, fortunatamente una di queste è sangue, mentre l'altra gruppo. Ed è quello che c'è scritto li: Blutgruppen, vede? Indica i gruppi sanguigni, servono per le trasfusioni di sangue a scopo medico, so che si usavamo in guerra."

@Servus Fati custode

Spoiler

Ho medicina 40 (come hobby, me ne sono interessato avendo un amico medico), e ho letto che sono stati scoperti nel 1901 e usati abbastanza su larga scala nella prima guerra mondiale

 

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«E' mia precisa responsabilità l'indagine, mister Connigor. Ha pienamente ragione.» Il tono di Baczkowski è duro, gli occhi cerchiati di nero. «Stia pur tranquillo che farò tutto il necessario e anche oltre per prendere il responsabile. Gli omicidi per quanto mi riguarda sono due, i rognosi che hanno sbranato l'agente Shaw sono connessi con l'aggressione e il responsabile non la passerà liscia. Però gli unici indizi che ho sono il quaderno e la pellicola - e voi, che siete testimoni e sembra capiate qualcosa di quello che c'è scritto lì.» Si passa una mano sugli occhi con aria stanca. Accende l'ennesima sigaretta. «Possiamo fare le cose per bene, tra persone civili, o posso fermarvi per sospetta complicità. Scegliete voi.» 

Prima che possa aggiungere altro, Corban spalanca la porta con un calcio, in mano un proiettore da 16 mm. «E' il meglio che ho trovato. Ho anche chiesto di mandarci un traduttore dal tedesco, arriverà appena possibile.» In risposta a un cenno di Baczkowski monta la pellicola, e inizia a proiettare su un pezzo di parete.

Il filmato è di bassa qualità e senza audio. Come intuito da Ralph, è una ripresa a camera fissa.

L'inquadratura è centrata su un uomo curvo, di spalle. E' seduto davanti a uno scrittoio con tanti piccoli cassetti, in un salone dove le pareti sono nascoste da armadi piedi di libri. In fondo al salone, una porta aperta mostra un altro salone e un altro ancora, in una prospettiva apparentemente infinita. Attraverso la finestra posta a sinistra di chi entra si vedono lo scorcio di un edificio in mattoni rossastri, alcuni alberi secolari e un cielo in cui galleggiano piccole nuvole, incendiate dai colori del tramonto. C'è poca luce, nel salone, e l'uomo si alza tenendo in mano un libro e si avvicina alla finestra per continuare a leggere. L'inquadratura rimane fissa, ma il filmato scatta. E' passato del tempo e il montaggio artigianale non riesce a nasconderlo. Ora si vede l'uomo da vicino e di profilo. Il colore della pelle è piuttosto scuro e la guancia è attraversata da un solco che arriva fino al mento. Guardandolo con attenzione, si coglie che ha un'età compresa tra i trenta e i quarant'anni e che è vestito con un abito di sartoria di ottima fattura. Da come sospira, e da come si passa la mano sul collo, sembra che abbia caldo.
L'uomo cerca di leggere, ma i caratteri del libro che ha in mano devono essere molto piccoli, perché è costretto a cambiare posizione un paio di volte. Alla fine rinuncia (il salone, ora, è immerso in una penombra che è quasi buio) e torna a posare il libro sullo scrittoio. Ha un viso strano, che incuriosisce e intimidisce. Si avvicina alla finestra, la apre, e poi improvvisamente si volta verso la porta. Sembra gridare qualcosa, ma senza audio leggere il labiale è arduo.

Nuovo stacco temporale.

Adesso, nella stanza, gli uomini sono due. Il nuovo venuto indossa degli abiti da lavoro e tiene in mano un'antiquata lampada a petrolio. Parla. Si rivolge al primo personaggio, che è in piedi davanti a lui. L'altro all'inizio lo guarda senza rispondergli; poi, dopo una ventina di secondi, accenna un assenso col capo.
L'uomo elegante torna a essere solo nell'inquadratura. Ora appare di fronte, la luce della lampada a petrolio scava ombre profonde sul suo viso e gli dà un aspetto sinistro, quasi demoniaco. La sua mano sinistra è alzata in un gesto di minaccia; le labbra si muovono, l'espressione di chi ordina.

La pellicola finisce con un'ombra grigia.

«Amleto, gruppi sanguigni, e ora questo. Idee su cosa diavolo significhi?»

@Alessio

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Conosci Shakespeare a menadito, hai fatto benissimo a cercare la citazione. Anzi, se vuoi puoi anche spingerti oltre, Amleto l'avrai letto e riletto.

@Hicks

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Perdona un povero custode con poca memoria. Ero convinto tu sapessi il francese e Smite il tedesco. Spunta l'abilità sulla scheda, il minimo che posso fare è darti un siccesso automatico

@smite4life

Spoiler

Medicina 78 (40%). Sai cosa sono i gruppi sanguigni e hai un'infarinatura teorica, ma se gli appunti si riveleranno tecnici difficilmente ti ci potrai raccapezzare.

 

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Ralph Connigor

Sembra che l'uomo del filmato sia rimasto senza luce, e che quindi si sia fatto portare una lampada a petrolio dico perplesso. L'uomo nella ripresa sembra essere una persona importante, a giudicare dall'abbigliamento e dal fatto che impartisce degli ordini, a quanto pare.
Accendo una sigaretta e aspiro una boccata, guardando pensieroso dalla finestra. Abbiamo troppi punti oscuri per capirci qualcosa. La prima cosa da fare sarebbe identificare la vittima: avete controllato se avesse dei documenti addosso? Bisognerebbe mandare qualcuno a recuperare i corpi...anche solo per dargli una degna sepoltura. Mi fermo per tirare ancora dalla sigaretta, osservando i rivoli di fumo che escono lentamente dalla mia bocca. Ora che la paura è passata, un'altro tipo di eccitazione si sta affacciando alla coscienza: il fascino del mistero e dell'indagine. Il detective non ha certo bisogno di minacciarmi per convincermi a collaborare, ma cerco il più possibile di rimanere composto e di non far trasparire la mia curiosità. Con il tono più calmo possibile, chiedo: dal libretto si riesce a leggere qualcosa, o è completamente incomprensibile?

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TOM DAVIES

Guardo la pellicola con gli occhi dapprima sgranati, poi socchiusi, dubbioso: tutto surreale..

Mi passo i palmi delle mani sulle cosce, come a voler ristabilire un contato con la realtà e metto il cervello in moto, riuscendo a rielaborare le immagini che fino a qualche istante fa erano ancora confuse

Detective! dico di colpo, guardando prima verso un angolo della stanza, poi nei occhi del poliziotto Un particolare mi è tornato alla mente solo ora, me ne scuserà. L'uomo ucciso, poco prima era stato chiamato carogna da un tizio a bordo di una Packard, un uomo appariscente dalla testa grossa e un garofano all'occhiello, seduto sul retro, la macchina la guidava un ragazzino... almeno così mi pare di ricordare... Quando poi siete arrivati voi, lui era in un angolo ad osservare la scena in compagnia di due donne; mi è sembrato calmo, impassibile, non curioso, ecco!

Concludo riacquistando la mia sicurezza, qui nel commissariato, lontano dalla strada

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Aaron Davis

Rimango a fissare la pellicola, scuotendo leggermente la testa, dubbioso. Alla domanda del detective, alzo le spalle perplesso, rimanendo ad ascoltare l'opinione dei miei compagni. L'unico momento in cui mi attivo è quando Tom racconta di aver visto il riccone a guardare la scena, momento in cui stringo i pugni e dico, a denti stretti: "Detective, posso farle un identikit, tutti noi possiamo" Poi, dopo un attimo di riflessione, aggiungo: "E penso possa aiutare anche la descrizione dell'auto, di certo non è un mezzo che passa inosservato!"

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Chino sul quadrerno, Baczkowski rabbrividisce. «Mia moglie, molto più saggia di me, mi ha sempre detto che facendo questo lavoro prima o poi avrei pestato una grossa merd@.» Con delicatezza cerca di dividere le pagine, incollate dalla poltiglia di neve. «Una squadra si occuperà di scoprire l'identità della vittima e di capirne di più sull'uomo della Packard, e il coroner potrebbe darci qualche ragguaglio ulteriore. Nel frattempo cerchiamo di fare qualcosa, prima che l'odore arrivi all'ufficio del sindaco. Già da domani temo che con tutto quello che è successo i giornali saranno impietosi. Mister Connigor, diamo un'occhiata al quaderno.»

L'umidità ha rovinato buona parte degli appunti, lasciando poco più che righe sbavate d'inchiostro. Tra la conoscenza del tedesco di Ralph e le nozioni di medicina di Aaron riuscite a capire qualcosa, anche se non sembra esservi troppa logica negli scritti.

Le prime dieci pagine contengono annotazioni sull'incidenza di alcune malattie in soggetti con uno specifico gruppo sanguigno, A negativo, e richiami agli studi di Landsteiner . Oltre, deliri su cavie umane devastate, polmoni bruciati, spine dorsali piegate fino a spezzarsi. Accenni a qualcuno che ha passato anni in ossessivi studi ed esperimenti di laboratorio (forse l'autore stesso dello scritto), senza mai vedere la luce del giorno, in luoghi sparsi ai quattro angoli del globo. infine, accenni agli effetti dell'esposizione a qualcosa: spasmi e annullamento della volontà, spasmi e morte, catatonia. Il quaderno si chiude con una frase criptica: muore chi respira, serve chi non muore, diffonde chi non serve. 

C'è anche un disegno.

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Per ricavarne qualcosa di concreto serve qualcuno con un'ottima conoscenza del tedesco, meglio se del tedesco tecnico usato in medicina e in chimica.

Baczkowski è una maschera di pietra, l'aria di un condannato a morte. «Signori, forse è il caso che andiate a casa a riposare. Lasciate la deposizione e gli identikit a Corban, se necessario vi richiamerò. Vi venisse in mente qualunque altro dettaglio utile all'indagine, sapete dove trovarmi» Il detective vi indica la porta. «Ah, come si dice i questi casi: siete pregati di non lasciare la città senza avvertirmi. Come favore personale vi chiedo di non rivelare a nessuno i dettagli del caso, ci penseranno già i giornalisti a ricamarci.»

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TOM DAVIES

Omicidio...cani rabbiosi..pellicole assurde...scritti misteriosi...che diavolo succede?

Mi congedo dal detective, lasciando poi tutti i miei dati, indirizzo di casa e dei vari uffici per essere rintracciato il più velocemente possibile dalla polizia. Attendo i miei amici fuori dalla struttura, guardandoli in faccia con aria dubbiosa:

Non è la serata che ci aspettavamo eh? Ditemi che ci avete capito qualcosa in tutta questa storia, io sono davvero allibito. A dire il vero ho anche un leggero timore, anzi due... non vorrei che incontrassimo altri cani per strada, ma è il secondo quello che più mi agita... faccio una pausa, per scrutare le facce dei miei compagni

Non vorrei che il tizio della Packard si voglia assicurare che le persone interrogate dalla polizia tengano la bocca chiusa... non so se mi spiego

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Aaron Davis

Quando il detective ci congeda, mi allontano in silenzio, la testa incassata sulle spalle, lo sguardo basso. Sono infuriato e totalmente confuso, purtroppo non ho la minima idea di che diavolo sia questa situazione in cui ci siamo cacciati, e questo mi spaventa di più che non trovarmi davanti a 4 mangiakrauti armati di fucile.

Dopo aver dato le generalità e aver seguito i miei sfortunati compagni di avventura all'esterno, ascolto attentamente le parole di Tom, condividendo i suoi timori. Perciò suggerisco: "Cosa ne dite se almeno per questa notte dormiamo tutti assieme? Soprattutto tu, che vivi lontano - aggiungo rivolto a Ralph - se volete posso ospitarvi. Sicuramente non la mia non è una casa confortevole come le vostre, ma è abbastanza vicina e dovremmo starci tutti. Posso anche chiedere a Miss Jefferson di prepararci una sostanziosa cena: direi che ne abbiamo decisamente bisogno!"

@custode e tutti

Spoiler

In realtà non ho la minima idea di dove potrei avere la casa, dato che non conosco per niente Boston (men che meno la Boston del 1920). Suppongo in un quartiere residenziale, se fossimo a NY direi uno dei primi sobborghi del Queens: abbastanza vicina a Manhattan ma non tanto da essere considerata in centro. D'altra parte, da quanto ho capito Ralph ha una casetta a Cambridge, che di sicuro è fuori, mentre Tom avrà una casa in zona residenziale, casa grande, giardino, non me la vedo essere in zona centrale... Correggetemi se ho detto una boiata! :)

 

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Ralph Connigor

I nuovi elementi non fanno che aggiungere altre domande, e con esse altra frustrazione per non essere in grado di dissipare il mistero. Ci congediamo dal detective, con l'intenzione di seguire il suo consiglio e andare a riposare.
Dopo aver lasciato dati e deposizione, ci ritroviamo tutti al di fuori del commissariato, dove Tom ci esprime le sue preoccupazioni. Bè, ormai abbiamo detto tutto quello che sapevamo alla polizia...presumendo che sia lui il mandante, non avrebbe ormai motivo di tapparci la bocca...o almeno spero dico rabbrividendo. I cani invece preoccupano anche me, ce n'è ancora un bel branco là fuori. Sentendo la proposta di Aaron gli sorrido di rimando ti ringrazio per l'invito, amico. Sono d'accordo, mi sembra una mossa prudente...e in questo momento non chiedo altro che un bel pasto caldo!

@custode-tutti

Spoiler

Per quanto riguarda i disegni una prova di Archeologia mi potrebbe aiutare? In generale devo richiederti le prove o le fai automaticamente tu?
Io proporrei di muoverci in taxi, per maggiore sicurezza (credo di potermi permettere di pagare la corsa).

 

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