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I leoni di Albione


Darth Ronin

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Giorgio Forgianti

come il giorno precedente, decidiamo di lasciare Arno a sorvegliare il rifugio, mentre io seguo gli altri nel loro eroismo, specialmente per evitare che sorgano problemi e senza un reale interesse per i bandati che attaccano i villaggetti francesi

appena arrivati a Manosque, "questi francesi usano nomi strani? la loro lingua è priva di gusto?" penso considerando anche il villaggio di Oliver e il fiume che abbiamo costeggiato, ci troviamo di fronte al problema delle guardie "probabilmente più difficile che scacciare i banditi di Oliver!" e sussurro ai compagni, poco prima che venissimo fermati dalle guardie per i documenti non mi sembrano molto svegli, vediamo se riusciamo a fregarli 

dopo di che mi metto in disparte per permettere agli altri di risolvere il problema del passaggio e, mentre aspetto, il mio pensiero si interroga se la lettera spedita riesca ad arrivare ad Arezzo, e soprattutto, se la risposta arrivi in tempo perché io possa leggerla

@tutti

questo potrebbe essere il mio ultimo post prima di partire, se domani non ne faccio un altro, da dopo Giorgio sarà completamente nelle mani del master per un po'

quindi non mi resta che augurarvi buona fortuna per la missione a Tallard e buon divertimento

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Dopo una giornata di viaggio arriviamo finalmente a Manosque. Il viaggio è stato tranquillo e rilassante e, per tutta la giornata, ho osservato ammirato i bellissimi paesaggi provenzali.

Giunti alla dogana Oliver si dirige a pagare il dazio, lasciando a noi il compito di parlamentare con le guardie. Il giorno prima mi ero riproposto di rimanere in disparte, lasciando parlare gli altri miei compagni. Ora, però, noto che sia Giorgio che Giovanni stanno sulle loro e non intendono fare la prima mossa. "Maledizione... Chissà perché Arno non è voluto venire? E' lui il più bravo in queste cose..." penso, voltandomi a guardare il grosso omaccione barbuto che si dirige verso di noi.

Mi volto verso Lorenzo che, tra i presenti, è sicuramente il più pacato e diplomatico.

Forza amico mio.. Andiamo a parlargli.. Gli dico, appoggiandogli una mano sulla spalla.

Quando la guardia ci ha raggiunti alzo la mano in segno di saluto

Salve, buon uomo! Quali nuove dal regno di Francia? domando, prima di afferrare una borraccia e bere un sorso d'acqua.

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Lorenzo Castaldi

Dopo un viaggio piacevole attraverso le colline provenzali giungiamo in prossimità della dogana, vedo Fedrigo che preoccupato mi fa cenno per accompagnarlo dal soldato che si fa avanti.. Penso che se farà troppe storie vedremo di cedergli qualche moneta d'oro.. Non ho alcuna intenzione di lasciargli alcun documento.. 

Salve messere, per servirla.. 

ragazzi se fa storie voi siete d'accordo per scangiargli qualche moneta? Io preferirei non avere problemi e tracce del nostro passaggio qui.. 

 

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- Nessune nuove, tutto tranquillo su questo versante delle Alpi. Almeno fintanto che non arriva qualche routiers di Arcadia a creare problemi - esclama l'omaccione, evidentemente il comandante del corpo di guardia, con un tono fin troppo canzonatorio. Gli uomini alle sue spalle fanno a mala pena lo sforzo di trattenere le risate. - Ma si vede che lor signori sono persone per bene. Ricchi viaggiatori, che possono permettersi di pagare la tassa per varcare i confini dello Splendente Regno di Francia. - L'enfasi che l'uomo pone sulle parole ricchi e tassa, unito allo sguardo da faina avida, lascia pochi dubbi su dove il discorso voglia andare a parare.

- Ho già pagato io il dazio per loro - alle vostre spalle sentite fare ritorno Olivier, dallo sguardo decisamente inviperito, ma la sua espressione torva non sembra far desistere l'ufficiale di guardia. - Oh, ma voi avete pagato la tassa sulle merci - risponde l'uomo, indicando i due muli carichi che Olivier si tira dietro - Qui stiamo parlando della tassa sulla sicurezza delle persone.

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Fedrigo Paccinelli

Il modo di fare del comandante di dogana francese mi irrita a tal punto da darmi quasi il voltastomaco. Fatico non poco per non estrarre il mio stocco e infilarglielo in gola prima che l'omaccione possa nemmeno rendersene conto. Ma se riesco a frenare la mano, non vale lo stesso per la lingua.

Guardo Lorenzo, lasciandogli intendere che, per quanto mi riguarda, lo stupido comandante di frontiera ha già oltrepassato il limite della mia sopportazione. Quindi mi schiarisco la voce.

Che io sappia alla frontiera tra Arcadia e lo "Splendente" Regno di Francia - alla parola splendente è il mio di tono ad apparire quasi canzonatorio - è necessario pagare unicamente un dazio per il passaggio... Mai sentito parlare di una tassa sulla sicurezza! E... faccio una pausa, .. Ci tengo a rassicurarla buon uomo.. Sappiamo benissimo provvedere noi stessi alla nostra sicurezza.. Anzi.. Ad onor del vero.. Noi miseri viaggiatori di Arcadia ci stiamo recando nello Splendente Regno di Francia proprio per apportare sicurezza alla sua cittadinanza.. Siamo ai servigi della gente di Tallard.. Quindi.. Ora che ci penso.. Parte di queste tasse per la sicurezza spetterebbero anche a noi..

Il mio tono è deciso, provocatorio. Il mio sguardo duro, intimidatorio.

DM

Prova a intimidire +6 per fargli capire che non ci stiamo alle sue di intimidazioni.

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Giovanni della Rovere

Faccio qualche passo per raggiungere con una mano la spalla di Fedrigo Ehi Fedrigo calma, sono sicuro che il nostro amico abbia ben capito la nostra stoffa, e che non siamo sicuramente nati ieri! Poi facendo ben notare la mia stazza mi rivolgo al comandante Sono lieto che si sia preoccupato, le avrei offerto da bere ma ora siamo di fretta, spero che questa sera brinderete per noi dopo aver preso 10mo le metto nella mano e l'allungo per stringere quella del comandante.

Intimidire:+7 for:+3 per stringere la mano del comandante e convincerlo ad accettare le monete in stile gangster.

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  • 2 settimane dopo...

Sfortunatamente, il tentativo di Giovanni di intimorire il comandante gli si ritorce contro: l'omaccione non solo non sembra affatto impensierito della stretta del guerriero, ma a sua volta inizia a serrare la mano in una morsa di ferro. Vedete tutti chiaramente il volto di Giovanni contrarsi per le fitte di dolore, anche se stoicamente non accenna a ritrarre la mano o lamentarsi.

- Forse non mi sono spiegato bene - l'uomo sogghigna compiaciuto, mentre vedete che i suoi uomini iniziano a portare le mani alle else delle armi; altre due guardie escono dall'edificio e si fermano sulla soglia della porta, appoggiati allo stipite, entrambi armati di due grossi spadoni dall'aspetto rozzo ma efficace - Qui non stiamo parlando di dazi doganali, ma di un contributo per la vostra incolumità. Vedete, qui nessuno vi conosce, nessuno sa chi siete o dove andate. Ci sono molti mascalzoni in giro, e chissà cosa potrebbe capitarvi. Da queste parti nessuno vede e nessuno sente niente, potreste finire giù per un dirupo con la gola tagliata e nessuno lo verrebbe mai a sapere. Ma se voi saldate questo conto, potete stare tranquilli che non vi capiterà nulla. Semplice, no?

A questo punto Olivier sembra perdere le staffe, e anche se in un primo momento sembra insicuro e titubante, rapidamente prende il controllo di sè stesso e della situazione: - Oh, adesso basta. Potete taglieggiare viaggiatori sprovveduti, ma non me. Sono il capo dei guardiacaccia di sua eccellenza LaPadite, Arcivescovo di Grenoble, e questi uomini sono con me, e pertanto anche loro al servizio dell'Arcivescovo. Quindi dite chiaramente quanto volete, e facciamola finita. Ma sappiate che non finirà qui, il vostro comportamento avrà conseguenze.

Il comandante sembra perplesso, perde il suo ghigno e sembra pensare a lungo (cosa che a quanto pare gli riesce difficile, a giudicare dall'espressione confusa), ma alla fine lascia la presa alla mano di Giovanni e controlla le monete. Dopo aver gettato un'occhiata alle sue spalle e controllato quanti siano gli uomini a sua disposizione a terra e sopra gli spalti, torna a rivolgersi a voi: - Questi bastano per uno di voi. Mettetene qui dieci a testa, e vi facciamo passare.

@Tutti 

Nel caso vogliate usare la forza, vi rendete conto che siete in netto svantaggio: oltre al comandante ci sono 8 guardie di fronte a voi, due alla vostra sinistra, ma soprattutto quattro arcieri sulle mura, a portata di tiro.

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Giorgio Forgianti

mi avvicino e consegno le monete, mantenendo un'espressione seria e tranquilla

normalmente non mi sarei lasciato insultare in quel modo e avrei reagito bruscamente, tuttavia ho ancora una missione da compiere per il mio signore, e non posso permettermi di avere problemi con questi francesi

nel consegnare le monete, fisso il volto del prepotente, cercando di imprimerlo nella memoria in caso di un successivo incontro se ti ritrovo non la passerai liscia come oggi! stanne certo!

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Indietreggio di un paio di passi e guardo stupefatto Giorgio e Giovanni cedere alle intimidazioni del grosso comandante di frontiera. Scuoto la testa, allargando le braccia. So che uno scontro frontale potrebbe risultarci fatale, ma non intendo cedere alle intimidazioni ricevute. E' una questione di principio! Soppeso bene le parole prima di dirle.

No, amici, sul serio! Non intendo cedere alle minacce di questo bestione..  dico indicando con una mano il soldato. Se lo Splendente Regno di Francia ci accoglie in questo modo sapete che vi dico? Che si fotta! Io me ne torno a Marsiglia e ci penseranno i qui presenti "paladini dell'incolumità" a proteggere i cittadini di Tallard..

Poi mi volto verso Oliver Mi dispiace, ma a queste condizioni non hai più i miei servigi!

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Giorgio Forgianti

resto interdetto alle parole di Fedrigo, mi sento stupido ad aver pagato il comandante pensando che tutti avrebbero fatto lo stesso
mi volto a guardare gli altri e aspetto le loro reazioni per capire se è il caso di abbandonare questo viaggio e tornare a Marsiglia
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Giovanni della Rovere

Stupito della forza della guardia rimango silenzioso, ritraggo la mano e mi allontano dalla guardia Quanto vorrei staccarti quella testa! Poi mi rivolgo a Fedrigo a bassa voce Calma alla fine vogliono solo 10m.o! Non voglio sprecare l'occasione per vedere se le storie sono vere!

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Fisso per qualche secondo il volto di Giovanni, rimanendo in silenzio. Poi, senza dire nulla, estraggo dalla tasca 10 monete e mi dirigo deciso verso il comandante delle guardie doganali.

Lo faccio per te, amico mio! Perchè ti rispetto.. dico, rivolgendomi a Giovanni. Mi volto verso l'armigero e gli metto con disprezzo le monete nella mano ... Ma sappi che non finisci qua..

Poi, voltandomi verso Oliver e gli altri Presto, andiamocene da qua, prima che cambi idea!

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Il giorno dopo, lungo la strada per Tallard.

È ormai il tramonto quando finalmente siete in vista della vostra meta.

Il giorno prima, superato lo spiacevole ostacolo del "pedaggio", Olivier vi ha fatto sistemare in una locanda gestita da gente di sua conoscenza. La breve permanenza a Manosque vi basta per comprendere quanto la cittadina sia un covo di malviventi e farabutti; il guardacaccia vi spiega che quella è l'unica locanda sicura, e solo perchè a gestirla sono dei suoi vecchi amici. In realtà Olivier resta taciturno per tutta la serata, non sapreste dire se più infastidito per i taglieggiatori alle porte della città o dal comportamento di Fedrigo, ma da quel poco che dice durante la serata capite che si aspettava che foste preparati ad una cosa del genere: - Quando vi ho detto di procurarvi dei documenti o di prepararvi a pagare, mi riferivo a questo. Pensavo lo sapeste che il Regno di Francia si basa sulla corruzione, e quelli che dovrebbero far rispettare le leggi sono quelli più corrotti, soprattutto in città di frontiera come Manosque.

Alla fin fine però la serata passa senza incidenti, e al mattino siete sufficientemente riposati per rimettervi in marcia. L'umore di Oliver resta cupo finchè non vi lasciate la malaugurata cittadina alle spalle, e migliora man mano che vi inoltrate tra i monti dove ha passato la sua intera vita. Quando finalmente la fitta boscaglia che fiancheggia la strada si dirada e compare alla vista Tallard, Olivier si ferma ad ammirare con un po' di nostalgia il panorama.

Effettivamente lo spettacolo è incantevole: la cittadina sorge al centro di una vallata verde incastonata tra le montagne, punteggiata qua e là di campi e fattorie. Anche da quella distanza, riconoscete reperti dell'età del Grande Impero, precedente ai Secoli Bui e all'arrivo degli Orchi: la città è praticamente tagliata in due da un maestoso acquedotto in pietra e mattoni, ma potete vedere anche i resti di un'arena poco fuori dalle mura, e un arco di trionfo nei pressi del centro cittadino.

In realtà, una volta in città vi rendete conto che ben poco è rimasto dell'antico splendore di Tallard: molte case sono disabitate e anzi alcune sono poco più di ruderi dal tetto sfondato. Le persone per strada sono poche e si affrettano a rientrare dopo una giornata di lavoro degnandovi di poche occhiate sospettose. Più di una volta notate volti scrutare da dietro le imposte delle finestre, per sparire appena voltate lo sguardo nella loro direzione. Passate una stazione di posta e un'osteria, ma entrambe sono mestamente vuote ad eccezione forse di un paio di persone.

Giungete infine nella piazza principale: qui si trova il Palazzo del Municipio, un'edificio dall'aria antica ma nobile, ma questo è offuscato dalla presenza imponente della chiesa cittadina, una costruzione che svetta verso il cielo con linee slanciate. Notate però la totale assenza di decori, se non pochi elementi geometrici funzionali alla struttura stessa: una seconda occhiata però rivela che in realtà le decorazioni sono state eliminate in un secondo tempo, e si intravedono i pochi frammenti superstiti. Unica eccezione è il portone in bronzo, dove risalte una alquanto impressionante raffigurazione di angeli alati che piombano brandendo lance di fuoco su demoni e altre creature deformi.

E tuttavia, nè la chiesa nè il Municipio riescono a calamitare la vostra attenzione per più di qualche istante, concentrata invece su quello che si trova al centro della piazza. Innalzata sopra quello che forse era un antico altare pagano in pietra bianca, anche questo privato barbaramente di ogni incisione e raffigurazione, è stata eretto un grosso palco in legno, su cui campeggia una minacciosa ghigliottina. Al suo fianco, vedete quattro gogne in pesante legno massiccio, tre delle quali occupate da due uomini e una donna dai vestiti laceri e i volti sudici.

Olivier fa finta di non notare il vostro sguardo, ma si dirige a passo svelto verso le tre persone che stanno venendo verso di voi. In testa al gruppo si trova un uomo che, baffoni a parti, sembra il sosia perfetto di Olivier. I due si abbracciano e si salutano calorosamente, quindi il guardacaccia si volta ed esclama: - Signori, permettetemi di presentarvi il borgomastro di Tallard, mio fratello Marcel! - il borgomastro si fa avanti, stringendovi la mano ad uno ad uno con fare caloroso che contrasta pienamente con l'aspetto tetro di quella piazza, quindi si rivolge di nuovo al suo gemello Olivier: - Sono felice che tu sia riuscito a trovare dei volontari così in fretta. Anche questi due signori sono giunti poco fa per aiutarci in questa caccia al mostro. - dice indicando le due persone giunte al suo seguito. -  A proposito, nella fretta non credo di aver memorizzato i vostri nomi: visto che dovrete lavorare insieme, che ne direste di presentarvi di nuovo?

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Robert De Craon

L'uomo che si fa avanti ha passato da poco la trentina, ha un fisico nella norma, capelli castani e occhi castani: tutto di lui è semplice e lineare, se lo incontraste per strada non lo guardereste due volte. Indossa pantaloni neri lungi ma non aderenti ed una camicia verde, ha con se una balestra ed un pugnale oltre che un piccolo zaino sulle spalle. Al collo fa bella mostra di se una collana che termina con un sacchettino che contiene qualcosa di non troppo piccolo

Robert de Craon, avventuriero errante esordisco con sorriso rivolto a tutti i presenti mentre eseguo un leggero inchino

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Giorgio Forgianti

dopo il pedaggio ci fermiamo ad una locanda e Oliver esprime disappunto sulle nostre reazioni "sì, l'aveva detto! ma ogni volta che vedo prepotenti come quello che cercano di fregarmi non posso non arrabbiarmi" 

in realtà il ricordo di quell'evento non mi suscita già più fastidio, comincio a pensare che forse è meglio evitare di vendicarci per così poco

arrivati a Tallard osservo con ammirazione gli edifici del grande impero "c'è molto da imparare dai nostri antenati!" e come ulteriore prova del mio pensiero, vedo l'abbandono e la decadenza del villaggio attuale

la vista della ghigliottina non mi scandalizza come forse Oliver pensa; capisco bene che può aiutare a mantenere l'ordine , se usata bene

tre persone si avvicinano e rimango sorpreso nel vedere un altro Oliver, prima di capire che erano fratelli

poi mi volto verso l'uomo che si è presentato avventuriero errante? esclamo con sufficienza io sono Giorgio Forgianti ... di Arcadia mi trattengo all'ultimo prima di rivelare la mia città di origine, ricordando la necessità di segretezza

siamo qui per aiutare con il problema dei "mostri", l'avventuriero errante ed il suo amico hanno già scoperto qualcosa? seppur non mi importava nulla della missione, il rischio di avere rivali accende il mio spirito aggressivo

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Abram Kazlauskas

Saluto con un breve ma cordiale inchino  Il mio nome è Abram Kazlauskas, piacere di conoscervi porgo successivamente la mano ai nuovi arrivati, senza nascondere l'anello con la croce smaltata di bianco che indosso sulla mano destra. Il tono utilizzato è sicuro e deciso ma che lascia intendere la poca propensione alle chiacchiere.

Abram è un ragazzo alto dal fisico asciutto e lungilineo. Lunghi capelli neri che scendono liberi poco oltre il collo e una folta barba nera fanno un netto contrasto con attenti occhi verde smeraldo. Indossa dei comodi pantaloni neri e un farsetto marrone, sotto una lunga cappa verde scuro.

Con chi ho il piacere di parlare?

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