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Lingue da Manuale


Meister

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Cercando molto tempo fa delle informazioni sulle lingue tolkeniane, mi è capitato pi? volte di finire in pagine internet che fornivano dizionari online della lingua drow, e ancora pi? spesso di trovare file pdf di autori sconosciuti con tanto di grammatica elfica. Il tutto in genere per l'ambientazione dei Reami.

Il dato di fatto che mi è parso di riscontrare, è che queste creazioni sono - in genere - estemporanee, prodotte da n persone con una passione (insana?) per la verosomiglianza; la cosa divertente è che poi, però, dizionari e grammatiche - se abbordabili con poca difficoltà - sono presi per buoni dalla maggioranza della gente che di quella stessa verosomiglianza vuole fare buon uso in gioco.

Al che, ho preso in mano il Manuale del Giocatore. Nella sezione Skills, alla voce Speak Language esiste la famosa tabella che riporta l'elenco delle lingue base e dei relativi alfabeti. Meditandoci un po', è nata spontanea l'idea di associare ciò che è umano (reale, in genere razionale) con quello che è fantastico (irreale, irrazionale), per creare un ibrido capace di adattarsi alle esigenze di gioco.

-- Punto 1 - Gli Alfabeti --

Non so esattamente quanti siano, perchè credo che ogni civiltà abbia sviluppato i suoi, però per ora mi vengono in mente questi, compresi gli ideo-fonogrammi (o come si chiamano):

geroglifico egizio - maya

cuneiforme

cinese

giapponese

fenicio -> ebraico, greco > latino, cirillico

devanagari

arabo

runico

armeno

thai

tibetano

...ecc.

(qui ce ne sono alcuni http://www.softwaredidattico.it/educazioneinterculturale.net/htm/alfabeti.htm)

In D&D gli alfabeti specificati in tabella sono soltanto 5, considerato che in genere dentro il comune confluiscono tutte le infinite lingue umane:

elfico

nanico

infernale

draconico

celestiale

druidico

comune

San Tolkien da Oxford inventò - tra gli altri - l'alfabeto tengwar come alfabeto elfico, mentre per il nanico ricorse alle rune. E' innegabile che - anche se giochiamo a D&D - quando pensiamo alla scrittura di nani ed elfi in molti casi pensiamo a queste calligrafie. E due sono a posto!

Per il comune - la cosa pi? odiosa del sistema linguistico fantasy (imho) - in genere l'immaginazione corre all'alfabeto nostrano, cioè a quello che si usa quotidianamente nella nostra nazione, perchè evidentemente non ha nulla di esotico (ma si può discuterne, visto che a rigore il comune - come in LotR - in realtà è tradotto sistematicamente... ma passatemela).

Quindi restano gli ultimi alfabeti: celestiale, infernale, draconico, druidico.

Voi a cosa li abbinereste, se - da buoni e sadici DM - voleste consegnare ai vostri giocatori un documento scritto in maniera "strana"?

Riflettendoci un po', il sottoscritto ha fatto queste associazioni:

celestiale > alfabeto armeno o devanagari

infernale > cuneiforme

druidico > ideogrammi cinesi

Circa il draconico per non so che miracolo è detto nel Draconomicon:

?[...] Some scholars believe the written form of Draconic might have been influenced by dwarven runes [...]?

quindi, almeno su questo, ci possiamo metter l'animo in pace, cercando un font runico simile ma non uguale a quello che usiamo per i nani :D

-- Punto 2 - Dizionari --

Questa è la parte pi? dolorosa, perchè gira e rigira - in assenza di materiale ufficiale o di deliri da parte di particolari utenti - quando incontro un demone o altra creatura che parla nella sua lingua nativa, da DM sono cotretto il pi? delle volte a interloquire con grugniti e svariati non-sense gutturali, da giocatore a stare in compassionevole silenzio, sperando che il comune il mostro lo sappia, o qualcuno - prima di fargli la pelle - usi un benedetto incantesimo di comprensione dei linguaggi. C'è anche il caso, naturalmente, in cui entrambi si comprendano, ma in questo caso la discussione non può avvenire in maniera normale, perchè automaticamente anche gli altri capirebbero tutto. Che dilemma eh? :D

Dunque domando: considerato che - in linea teorica - alla lingua che ci serve abbiamo dato una forma grafica con un tipo particolare di alfabeto, abbiamo anche la costanza di creare frasari, formulari e grammatiche per quella stessa lingua? Se siamo matti e rispondiamo di si (lo siamo tutti un po' matti, su... ;) ) possiamo dire di essercelo inventati di sana pianta, oppure siamo partiti da spunti offerti dai manuali?

In quest'ultimo caso dove avete trovato i riferimenti?

In base a che regole vi siete mossi per differenziare il demoniaco dall'infernale, lo gnomico dal gigante?

Ma soprattutto, come avete fatto a costringere i vostri giocatori a impararle?!

Sentiamo un po' dai...

Meister

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Principali partecipanti

per Jade:

La scelta dei caratteri cinesi per il druidico è dovuta ad una serie di processi mentali poco sani che ti risparmio :P Diciamo che sono partito da un mix tra grammatica cinese, I King (cinese) e Shinto (giapponese) che mi ha fatto considerare dei Simboli come qualcosa di adeguato alla natura e alla Natura dei druidi. Gli "ideogrammi" cinesi sono un concentrato notevole di significati. Al di là dell'uso in sé, dentro un disegno si possono trovare intere interpretazioni, se uno ha un interesse minimo per la "mistica della parola". Quindi pi? che un alfabeto tradizionale - in cui alla lettera corrisponde un suono, e pi? suoni/lettere danno la fonetica della parola - era meglio un disegno che rappresenta sia un'idea, sia il suono dell'intero concetto. Inoltre nel cinese, oltre ad una grammatica "semplificata" (ahahah), esistono i toni, che possono richiamare il canto (quindi il linguaggio animale, se volessimo d&dizzare).

Le scelte che ho fatto sono comunque del tutto arbitrarie, e alla fine ognuno è libero di vederla un po' come crede. Certo però che non mi dispiacerebbe se - qui tra noi, in Officina - si arrivasse ad una sorta di standard, per creare qualcosa di originale e sfruttabile in gioco :roll:

per Morken:

Attualmente in effetti ho in cantiere un lavoro del genere, ma non ho gran tempo per svilupparlo. E comunque non è esattamente quello che volevo ottenere qui, perchè si tratta di una lingua umana regionale usata come sostitutiva del comune in alcune situazioni, e pur sempre centrata sull'ambientazione di Alar, quindi molto parziale. Comunque ti posso dire che idealmente è basata su un sistema a radicali - come il semitico - e suffissi / prefissi che richiamano (per suono) il greco (essendo la civiltà in questione un mix tra egiziani, greci, bizantini...). Quando l'avrò strutturata stai certo che da qualche parte la posto :twisted:

L'obiettivo di questa mia discussione era però sia cercare di capire se è possibile definire dei principi su cui partire, sia riuscire - molto modestamente - a produrre delle basi per un materiale originale che abbia come oggetto quanto meno le Lingue dei Piani, che teoricamente non sono soggette a evoluzione. Celestiale, Abissale ed Infernale su tutte, proprio per ovviare ai gargarismi senza senso della recitazione.

I manuali ufficiali non aiutano molto, anche perchè presentano altri aspetti interessanti ma che esulano un po': da un lato propongono la Dark Speech (Book of Vile Darkness) e le Words of Creation (Book of Exalted Deeds); mentre dall'altro - tra gli incantesimi - ne inseriscono solo due esplicitamente centrati sul potere di una parola speciale (Word of Caos, Words of Recall, entrambi guarda caso clericali).

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Argh!

Ok... no spe... cioè... davvero TUTTE?!

Il manuale di ambientazione dei Reami è "pregno" di lingue e dialetti, ma sono tutti nomi - e solo nomi - di parlate umane, pi? o meno derivate dalle lingue antiche. No grammars, e se anche ci fossero tornerebbero utili in maniera minima (almeno rispetto ai miei propositi iniziali).

Cmq vengono forniti 3 alfabeti (elfico, nanico, comune), ma ovviamente per Infernale, Draconico e Celestiale tutto tace.

Delle altre ambientazioni non conosco. Se può servire a qualcosa controllerò tutti i manuali FR che possiedo, ma non so quanto ci sia delle tre lingue orfane. Forse nei romanzi? Io però non li ho, e quindi chiedo ad altri utenti se/che ne sanno.

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Argh. Questo topic è molto pericoloso per me. Ho provato pi? e pi? volte a creare grammatiche e sintassi, nonchè alfabeti e simboli.

....non mi farò riprendere dal vortice, non mi farò riprendere dal vortice.... ed invece mi ha preso :)

Di sicuro sarebbe una bella idea avere un posto dove pescare delle lingue (o anche solo delle parti di linguaggi) per rendere pi? verosimile la diversità linguistica dei mondi di dnd. Poi a me il concetto di "linguaggio comune" non è mai piaciuto molto, sembra pi? che altro un modo di semplificare il gioco, a scapito della verosimiglianza.

Dai Meister, non fare il timido. Se ci posti qualcosa, magari qualcosa in cui non hai ancora definito tutto tuttissimo, possiamo contribuire tutti a creare un linguaggio, da usare nelle avventure. Tra l'altro un problema che ho sempre notato dei linguaggi inventati è che se li crea la stessa persona sono per forza troppo falsamente omogenei. E questo è vero anche per Tolkien, per quanto in lui la cosa sia mitigata. Magari se ci impegnamo in pi? di uno i risultati posson oessere carini.

Inoltre sarebbe forse bello legare una ambientazione al linguaggio creato, perchè una lingua si evolve seguendo le peripezie del popolo che la parla e non è una cosa astratta e a sè stante. Ma forse sto complicando un po' troppo il tutto...

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Non è timidezza :oops: E' che la cosa non c'entra molto imho: la lingua del Moldend è solo la lingua del Moldend. Inoltre l'ho promessa a Kilian, e quindi devo prima torturare lui :grin:

Il discorso ora però si sdoppia: vogliame mettere dei Principi Generali che facciano da guida a chi voglia scrivere la sua lingua, oppure ci diamo dentro come assatanati e creiamo una di quelle che tutti usano ma nessuno conosce?

Nel primo caso temo si rischi di finire nella Grammati[sti?]ca Comparata, ma se anche la cosa è dura sicuramente porterebbe i suoi frutti (risolvendo domande esistenziali quali: il condizionale e il periodo ipotetico esistono sempre? quant tipi di modi verbali esistono?!).

Nel secondo, la scelta è ampia ma se fosse per me partirei dal Celestiale o dall'Infernale (anche perché vedo l'Abissale come un surrogato, tant'è che usa lo stesso alfabeto). Ma c'è pure il silvano, per chi gradisce, solo che quello non è fatto da grugniti ma da parole tipo "ah leolas ta lasala vala" con influssi elfici, tutte cose che implicano uno sforzo non indifferente nel controllo della respirazione :P

Tiriamo un dado per quest'ultima?

1,2: celestiale

3,4: infernale

5;6: random

/me tira 1d6

Ehi! COS'E' QUELLO? AH! UN TARRASQUE!

/me sposta impercettibilmente il dadino sul 4

No, mi sono sbagliato... fiu... ah, è uscito 4 cmq... :twisted:

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In realtà, esisite un manuale per un'ambientazione di D&D nota come "Kingdoms of Kalamar", il "Kingdoms of Kalamar Campaign Setting" (per il momento solo in inglese, credo) che - essendo SOLO ambientazione - ha anche un capitolo interamente dedicato ad alfabeti e linguaggi.

Sfogliandolo, ricordo di aver visto note su sei parlate umane (Brandobian, Dejy, Fhokki, Kalamaran - con alfabeto antico e moderno - , Reanareese e Svimozish), Nanico e Hobgoblin. C'erano anche alcune regole grammaticali per Gnomi e Halfling, però questi usavano gli alfabeti umani, generalmente.

Il capitolo non è molto lungo (circa 12 pagine), però lo ritengo molto interessante per spunti sulle nuove lingue; se riuscite, procuratevi una copia di "Kingdoms of Kalamar" e dateci un'occhiata ^_^

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Io invece prenderei le lingue pi? comuni che si parlano o che si sentono nominare in d&d e ne butterei gi? i principi generali, la pronuncia, le aprticolarità ed eventuali dialetti solo per avere un posto dove pescare lingue e magari in campagne in cui la lingua ha una certa rilenvanza avere anche degli spunti per rendere pi? interesante il gioco.

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Dovessi farlo io nella mia campagna un lavoro simile non mi basterebbe una vita...

Solo per le lingue umane ho una trentina di alfabeti e un centinaio di idiomi, e solo perchè non mi sono voluto allargare, e di lingue comuni ce n'è pi? di una (nessuna delle quali si chiama semplicemente "comune")...

Poi ci sono tutte le lingue semiumane e mostruose, ciascuna col suo modo di essere scritta e i vari dialetti delle sottorazze...

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Diciamo che mi sono ingegnato per avere il manuale citato da SolKanar ed in effetti la cosa è molto interessante, sicuramente ci sono spunti validissimi per confezionare una lingua nuova e originale.

MA.

Come sempre si parla di lingue umanoidi, cioè di razze che - mai capito perchè... - sono uguali su tutti i pianeti, ma giustamente parlano lingue diverse. Nessuno che abbia dato uno straccio di base per le lingue dei piani - e se proprio vogliamo strafare per il Silvano, che essendo lingua della Natura, si presume essere uguale ovunque (finchè le leggi di natura sono uguali... un delirio complicato :D).

Quando avrò tempo per cimentarmi davvero, mi divertirò a elaborare uno scheletro di lingua "planare", così almeno vediamo cosa ne pensate. Se nel frattempo qualcuno è così pazzo da cimentarsi... AVANTI! :P

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Come sempre si parla di lingue umanoidi, cioè di razze che - mai capito perchè... - sono uguali su tutti i pianeti, ma giustamente parlano lingue diverse. Nessuno che abbia dato uno straccio di base per le lingue dei piani - e se proprio vogliamo strafare per il Silvano, che essendo lingua della Natura, si presume essere uguale ovunque (finchè le leggi di natura sono uguali... un delirio complicato Very Happy).

Eh, probabilmente perché i linguaggi delle razze umanoidi sono pi? semplici da concepire ^__^

Immagino che Auran, Ignan, Terran e Aquan siano praticamente *impossibili* da trascrivere (o anche solo da parlare...come riprodurre con la voce lo spaccarsi della terra d'estate, o il crepitio delle fiamme che bruciano una foresta?).

Restano comunque Abissale, Infernale, Celestiale e compagnia...però si può capire come mai non si siano molto concentrati su questi linguaggi: è molto pi? facile incontrarsi e parlare con un Elfo, che con un Diavolo o un Avoral ^_^

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Una cosa pi? semplice da cui partire potrebbe essere cercare di differenziare il Comune in vari dialetti.

Io lo sto facendo per la campagna di Eberron che ho iniziato da poco.

C'è una regione, l'Aundair, che richiama fortemente la Francia. E allora gli abitanti di questa regione parlano tutti un italiano con accento francese.

Questo espediente può aiutare per dare un minimo di spessore ad ogni png incontrato per strada, per caratterizzare la regione anche a livello "sonoro" e per dare spunti nell'avventura (per esempio i pg incontrano un png che si spaccia per uno del posto ma che non lo è, e non parla con l'accento... questo è un indizio...).

Se poi si vuole andare sul pi? complicato si possono usare anche dialetti della penisola italiana, numerosi e quanto mai vari (partendo dal presupposto che tutti noi usiamo l'italiano come comune ^_^).

L'unica pecca, lo ammetto, può essere l'effetto buffo del parlare con accenti o in dialetto. Ma alla lunga penso si superi...

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Questo thread è molto interessantissimo!!!! E di fatti sono partito in quarta sisalvichipuò!

Secondo me il problema delle lingue ludiche è da valutare attentamente perchè include notevoli contraddizioni e, se affrontato di petto, porta rapidamente al suicidio :)

Mi spiego: a rigor di logica la lingua parlata da un png deve essere compresa dal pg e non dal giocatore. Ne consegue che un master che si mette a parlare in ostrogoto-planare stretto e si aspetta che i giocatori imparino a capirlo, in verità, sta facendo metagame. Ovvero sta facendo un gioco nel gioco in cui vengono tirate in ballo le capacità mnemoniche dei giocatori anzichè quelle del pg.

Questa cosa può essere il nostro caso o no, e così abbiamo due realtà: metagame sì, metagame no.

METAGAME SI':

Ora, non so voi, ma nella mia esperienza un gruppo di giocatori può essere divertito all'idea di cimentarsi con una lingua inventata, con tanto di fonetica sintassi e grammatica, e se è davvero tenace potrebbe anche divertirsi a cimentarsi con due... ma: 1 - di certo non avrà intenzione di imparare i 2000 vocaboli base della comunicazione, equivalenti alla 1a elementare celestiale; 2 - alla comparsa della 3a lingua inventata vedo i pg tentare i tiri per colpire tirando i dadi SUL master :)

Ergo 1: se anche il master decide di introdurre i pg a un conclave di 15 creature provenienti da piani diversi non avrà la necessità di preparare 15 lingue complete e diverse, tutt'al pi? potrà esordire con qualche frase fatta, foneticamente distinta di lingua in lingua e non necessariamente di senso compiuto, e poi andare di traduzione simultanea di sè stesso (vedi SPUNTO 1).

Ergo 2: inventare di sana pianta una lingua completa di tutto, è sì un lavoro titanico, ma può bastare per una campagna intera di ognuno di noi e cmq non richiede l'individuazione di tutti i dettagli pi? dettagliosi, tipo "tempi irregolari" "anomalie fonetiche" "contrazioni grammaticali" "alpha-morfosi pluri-palatale" eccetera (vedi SPUNTO 2).

METAGAME NO:

In questo caso i pg non devono imparare una lingua e interpretarla. Cosa che implica che il master a sua volta non è costretto a sapere quello che sta dicendo mentre dà voce alla Lieve Pioggia D'Autunno nel piano elementare dell'acqua. In questo caso pi? che inventare una lingua si tratta di trovare un modo divertente di dare la SENSAZIONE di stare parlanda una lingua (non so se qualcuno di voi ha mai sentito parlare del grammelot) (Vedi SPUNTO 1).

Morale della favola:

SPUNTO 1

Sarebbe carino andare a individuare quali possono essere le caratteristiche d'effetto delle varie lingue e scrivere un prontuario di particolarità fonetiche e/o grafiche cui attingere per simulare (anche al volo) la parlata o la scrittura di esseri provenienti da ogni piano possibile. Sempre da un punto di vista puramente scenico, s'intende.

SPUNTO 2

Si potrebbe provare a inventare una lingua di fantasia fatta e completa, mischiando un po' tutte quelle note, che sia originale e che ognuno di noi può poi collegare alle sue avventure e così finire per divertirsi a parlare coi suoi pg in turbo-cuneiforme asintotico (e non è un problema se anche i pg leggono questo forum perchè il gioco è possibile solo e unicamente se anche loro conoscano la lingua ^__^)

Spero di non essere partito per la tangente andando fuori tema ragazzi -__-

Neuronin.

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Io mi sono trovato a dover gestire dialoghi tra un PG e la sua spada intelligente che parlava solo attraverso SENSAZIONI trasmesse per via empatica...

Ne sono uscite alcune delle pi? divertenti sessioni della mia carriera, dato che il PG/giocatore doveva interpretare cosa diceva la spada semplicemente analizzando una serie di sensazioni descritte e il pi? delle volte non aveva idea di cosa la spada stesse cianciando... :twisted:

Comunque non era semplice nemmeno per me: provateci voi a tradurre in sensazioni un discorso sulle tattiche migliori per affrontare un drago o a raccontare una storia in quel modo...

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Immagino che Auran, Ignan, Terran e Aquan siano praticamente *impossibili* da trascrivere (o anche solo da parlare...come riprodurre con la voce lo spaccarsi della terra d'estate, o il crepitio delle fiamme che bruciano una foresta?).

in effetti messo così, con questo approccio poetico, la cosa è difficile. Però alla Wizard si sono inventati le basi del Draconico. Ok che uno mi può dire: "sono grosse lucertole, sibilano e xibilano, non è difficile" però... insomma l'hanno fatto, immedesimandosi - credo - nel "come dovrebbe suonare se" e poi via, hanno ottenuto uno scheletro decisamente interessante.

Una cosa pi? semplice da cui partire potrebbe essere cercare di differenziare il Comune in vari dialetti.

l'idea del venerabile Thrain è molto interessante, ma benchè sia utile può portare ad un piccolo (e in molti casi del tutto marginale) rischio, e cioè che l'ambientazione si connoti in funzione dello stereotipo legato a quel dialetto o quell'accento, invece che risultare del tutto originale. Un mercante che parla con andamento mediorientale (o napoletano :grin:), per dire, può essere estremamente pratico però (magari) si finisce per farlo con il turbante e la tunica, che viene da zone con il deserto e il califfo, e - peggio - se può ti si [censura] i soldi dopo estenuanti trattazioni :P

In sostanza, da un punto di vista teorico concordo con neuronin quando dice che:

potrà esordire con qualche frase fatta, foneticamente distinta di lingua in lingua e non necessariamente di senso compiuto, e poi andare di traduzione simultanea di sè stesso

perchè non ci si può mettere a parlare in lingua in una intera seduta di gioco, altrimenti è un delirio, su questo non ci piove. Però tutto al solito vale per le situazioni limite: se uno viaggia in Sigil, se uno si trova in un mondo con millemila lingue umane e non umane. Se invece uno deve parlare con enti precisi (diavoli e demoni, ninfe, angeli, draghi, elementali) la cosa è diversa e allora si:

Sarebbe carino andare a individuare quali possono essere le caratteristiche d'effetto delle varie lingue e scrivere un prontuario di particolarità fonetiche e/o grafiche cui attingere

ma non per simulare, quando per dare "certezza" che è così e non si scappa, perchè quella è lingua incriminata, e se uno l'ha in elenco (e tiene all'interpretazione) qualche frasina, qualche comando dovrà pure saperla formulare. Nessuno chiede la Divina Commedia in Abissale, ma saper dire "Ora tu mi obbedirai" sarebbe bello. Senza gorgheggi al limite della raucedine...

Su sensazioni, empatia e telepatia il discorso esula un pochino. Di sicuro uno di questi giorni apro un argomento in proposito in un'altra sezione che non sia l'Officina...

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  • 2 mesi dopo...

Quello delle lingue nei mondi fantasy e' un problema abbastanza difficile... ma a volte puo' essere un falso problema. Mi spiego meglio...

In genere succede che in un gruppo abbastanza assortito di giocatori molte delle lingue degli esseri senzienti sono conosciute dai pg. Per esempio: in un gruppo con un guerriero nano, un mago elfo, un chierico umano e un ladro halfling (stereotipo classico di squadra), si hanno a disposizione tre lingue razziali, piu' il comune, piu' il draconico (che il mago di solito si studia), piu' eventuali linguaggi aggiuntivi provenienti dai punti bonus di intelligenza (e il mago ne avra' almeno 2, suppongo).

Molte delle creature che normalmente parlano lingue razziali diverse (Orchi, Giganti, ...) di solito parlano anche il comune. Inoltre, ogni mostro con almeno 3 di intelligenza sa qualche parola di comune, a meno che sia specificato altrimenti (regola dal MdM).

Alla fine non c'e' poi molto bisogno di creare delle lingue da parlare quando i pg non dovrebbero capire... perche' in genere capiscono!

Se invece la motivazione e' ruolistica, allora mi associo a chi propone di usare "frasi ad effetto" per iniziare la conversazione, e poi tornare all'italiano per il grosso del discorso. A questo punto, pero', invece di creare la struttura sintattica e semantica di una lingua secondo me basta lasciare un po' di liberta' ai giocatori e semplicemente segnarsi le frasi inventate per costruire qualcosa di simile la volta dopo.

Del tipo: se a me piace lanciare incantesimi pronunciando formule magiche in dialetto elfico inventato, potrei un giorno decidere che Dardo Incantato si dica "El'tera vi'rindale!"... e se un altro giorno voglio usare Frecce Infuocate potrei dire "I'ginta El'tera!" perche' mi sono segnato che El'tera probabilmente e' la parola affine a dardi e frecce.

Un possibile compromesso, volendo usare lingue vere e proprie, potrebbe essere usare linguaggi esistenti, e considerare le caratteristiche di "distanza" con la madrelingua dei giocatori; a quel punto, farei un sondaggio sulle conoscenze dei giocatori stessi e cercherei di "abbinare" le lingue da loro conosciute con le lingue conosciute dai personaggi.

Secondo me e' molto piu' semplice imparare qualche parola di una lingua esistente e usare i dizionari online piuttosto che creare tutto da zero (e io sono un appassionato di linguistica, vi assicuro che creare una lingua e' un lavoraccio... non per niente persino il sommo Tolkien ha inventato solo un paio di migliaia di termini elfici in tutta la sua vita).

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  • 3 mesi dopo...

La riflessione di neuronin ? molto interessnte, come pure le conclusione a cui si ? arrivati in tutto il thread...

Un paio d'anni fa ho cominciato per scherzo un lavoro con qualche amico: per soddisfare l'esigenza di "far parlare" i pg, ma soprattutto cercando di trovare nuove prese in giro sugli elfi (il mio party ? un po' razzista :wink: ), abbiamo cominciato storpiando un po' i dialetti... Prendendoci gusto, e chiedendoci perch? gli elfi avessero una lingua e gli gnomi no (tolkien maledetto! :P ), si ? sviluppato un dizionario base.

Grazie a Khandra questo lavoro adesso ? pubblicato in dndworld:

http://www.dndworld.it/_dndworld/index.php?option=com_content&task=view&id=180&Itemid=26

Non so quanto lo gnomesco possa essere utile a livello di gioco, ma nel mio party sono uscite certe scene da crepar dal ridere...

può essere utile alla causa di Meister?

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