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Dragons´ Lair

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Circolo degli Antichi
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  1. Giorni fa parlavo con il gestore del negozio di giochi di ruolo sotto casa mia appunto del fatto che la quantità di materiale tradotto in italiano è decisamente misera rispetto a quello pubblicato anche dalla sola WotC e le traduzioni arrivano oltretutto a volte alcuni anni dopo le versioni originali. I prodotti tradotti sono giustamente solo quelli che si stima avranno un buon mercato come i manuali principali e quelli delle ambientazioni più pubblicizzate. Per tutto il resto ciccia, o impariamo l'inglese come hanno fatto già quasi tutti in europa e ci compriamo quelle originali o (ed è tutt'altro che impossibile) ne facciamo a meno e lavoriamo di fantasia. L'ambientazione orientale (anche se penso che sarebbe più opportuno usare il termine giapponese visto che la parte del dragone la fanno loro), non credo richieda maggiore impegno per essere portata avanti di una nelle terre cosiddette arabe, o tra gli indiani d'america. Certo svincolare un PG dalla sua ambientazione e sbatterlo in un altra è tutt'altro che una passeggiata, specie dal punto di vista dell'interpretazione.
  2. Libri ve ne sono parecchi, essendo l'argomento piuttosto popolare grazie a film e fumetti. Una semplice ricerca su bol usando la parola bushido evidenzia già numerosi volumi, come "Bushido. L'anima del giappone" e "L'etica del Bushidô. Introduzione alla tradizione guerriera giapponese" In alternativa puoi vedere sulla wikipedia le voci bushido e samurai. Non sono meravigliato che ti piaccia il samurai, in quanto è per molti versi affine al paladino, o almeno al modo in cui il paladino viene inteso in D&D.
  3. Se fossi un mio giocatore e mi presentassi di persona questa bozza probabilmente finiresti col riceverne un'altra in testa provocata dal taglio dell'enciclopedia delle regole e accompagnata dalla richiesta di scrivere un BG. Violenze del master a parte, quanto hai scritto è infarcito di avvenimenti che vanno dal fumettesco tipo dragonball di serie B all'assurdo, sfidando qualunque logica culturale della cultura orientale ed anche di quella europea. Prima di tutto non si evince nulla che dica chi è il tuo PG, se si esclude la davvero modesta anticipazione che vuole farsi un nome (un'altro, uno non gli bastava?), che vuole vivere come un mercenario e che ha sete di battaglia. Secondo la figura di questo sfigato di Yoshiro Hiramoto è piegata a favore del tuo PG in modo vergognoso. Se avessi scritto che trovavi una arancia magica, la spremevi e ne bevevi il succo, diventando poi quello che sei, sarebbe stato quasi lo stesso. So di essere stato molto duro, ma visto che lo avevi chiesto, ti ho scritto quello che avrei detto ad un mio giocatore (bozza in testa a parte). Se vuoi qualche chiarimento riguardo a come sono arrivato alle conclusioni di cui sopra, ti aiuterò volentieri.
  4. A rischio di sembrare obsoleto (dopo vari anni che fai il master può capitare credo) o eccessivamente pinolo (riferito a quegli oggetti fastidiosi che escono dalle pigne e si infilano sempre nella zigrinatura delle suole delle scarpe) direi che sarebbe stato più opportuno dire meglio master o giocatore? oppure meglio PNG o PG?. Questo perché come universalmente noto PG e giocatore sono due cose differenti. Riguardo a cosa è meglio di cosa io sono dell'idea che l'importante è divertirsi e di sicuro c'è chi adora fare il PG e vederli crescere sia interpretativamente che statisticamente quanto chi ama tentare di eliminarli, in modo più o meno sottile tramite inganni, complotti, trappole o semplicemente mostri brutti e nella maggior parte dei casi cattivi (o belli e buoni nel caso quelli brutti e cattivi siano i PG ). Detto questo certo, il master ha delle responsbilità di tipo paragonabile a chi organizza i palinsesti delle reti televisive. Quello che è in programma deve essere avvincente, interessante e appetitoso per la fetta più grande possibile di audience. Questo non è per nulla facile, e oltretutto non ci sono nemmeno gli sponsor a retribuirci fior di quattrini per interruzioni pubblicitarie di 30 secondi durante le sessioni di gioco. Qualche volta la si imbrocca e qualche altra volta si sbaglia, ma una cosa che è sempre bene fare ogni tanto è osare, nella convinzione che i giocatori non essendo pecore riusciranno a fronteggiare la nostra alzata di ingegno. Ma ogni volta che preparate qualcosa, mettetevi nei panni dei giocatori e riflettete come loro vedranno quello che gli mettete contro alla luce delle loro attuali risorse. Una sfida impossibile si può porre una volta o due, ma non dovrebbe essere l'ordinaria amministrazione.
  5. L'idea di Xyron mi trova in linea di massima d'accordo, ma avrei da aggiungere che non c'è una risposta univoca a questa domanda. Come ha giustamente già puntualizzato MIR c'è da stabilire se il feto possiede già un anima o meno. Lungi da me il voler portare in discussione in un simile ambito questioni della vita reale, ma la risposta dipende, visto che si tratta di una magia prettamente clericale e quindi dipendente dal volere di un dio, dalle credenze religiose dell'ambientazione in cui ci si trova.
  6. indubbiamente è il metodo più semplice ma di gran lunga il meno gratificante. Non so quanti di voi tra quelli che hanno postato finora abbiano giocato alla prima edizione di D&D, ma ci tengo a sottolineare che in questa il diventare dei (immortali per la precisione) era l'obiettivo finale dei PG una volta raggiunto il 36° livello. Quindi credo che tra coloro che hanno giocato quell'edizione ed avevano accesso ai manuali appropriati (Immortal Set o Wrath of the Immortals, se ricordo bene i titoli) giocare una divinità ed addirittura opporsi e combatterne un'altra ad ari pari era più che possibile, ben prima che tarri e celestini venissero messi in mezzo.
  7. Io lo ho visto una sola volta e sinceramente mi è bastato. Il due (too fast & too furious se non ricordo male) non è comunque all'altezza del primo. Vin Diesel lo ho visto più volentieri in XXX (peccato che ci sia anche Asia Argento, che devo dire non ho trovato all'altezza come controparte femminile) che ho tralatro rivisto varie volte volentieri e addirittura in "1km da Wall Street" che però non rivedrei.
  8. Il post precedente era chiaramente di ispirazione faceta, e non mi aspettavo in alcun modo che i miei suggerimenti fossero messi in pratica. Personalmente ritengo che in questi casi limite, o si bilanciano i numeri rendendoli più realistici, si lascia perdere la matematica e si dà al PG una specie di codice di comportamento dettato dal suo avere una mente davvero semplice. Va sempre ricordato che sebbene sia possibile usando i canonici d6 tirare sia 3 che 18 questo non vuol dire che tutte le loro possibili associazioni siano credibili, perlomeno se si limita il discorso ad individui di età simili di una stessa razza.
  9. Suggerirei di fargli passare la maggior parte del tempo in cui non è impegnato ad uccidere qualcuno/qualcosa a brucare in compagnia degli altri cavalli del gruppo in modo che possa farsi degli amici ma tenendo presente che avendo alta saggezza è probabile che trovi per primo le erbette più appetitose e questo potrebbe ingenerare antipatie nei suoi confronti da parte dei suo compag... ehm dagli altri cavalli.
  10. Potremmo anche, ad hoc, assumere che (a meno che tu non sia di una qualche razza fatta di pietra, metallo od altro o che il muro che un modesto tramezzo) il colpo ti spiaccica il cranio e risulta quindi evidentemente mortale, a meno che il tuo cervello non sia localizzato altrove.
  11. Io trovo che il discorso sia un po' più complesso, se non lo si vede esclusivamente da un punto di vista di meccanica di gioco. Basti pensare ad un esempio molto famoso come quello di Robin Hood che come vuole la leggenda era un ladro che rubava e anche tanto e che il termine con cui era noto più spesso di fuorilegge faceva capire anche chiaramente che le sue erano nominalmente delle attività contrarie alla legge. Ciò nonostante quando Re Riccardo torna riconosce la sua attività in modo positivo e non lo punisce affatto. Non per voler classizzare personaggi storici (preferisco di gran lunga assegnare loro solo abilità), ma certo uno che ha condotto una crociata per la chiesa ed è seguito da crociati e templari sarebbe probabilmente rappresentabile con buona approssimazione come un paladino. Con questo voglio dire che è impossibile dare un giudizio assoluto indipendentemente dal contesto dell'ambientazione.
  12. Corretto. Ma, tralasciando il discorso sul fatto che anche io personalmente trovo difficile che si possano fare danni non letali con un arco senza utilizzare frecce particolari, il senso comune, almeno il mio e da quello che mi pare di aver capito anche quello di Aureliano, dice che se io ti tiro una freccia su un piede è molto improbabile che il colpo possa risultare mortale, se escludiamo una possibile setticemia conseguente ad una ferita mal curata. Nel momento in cui quindi le regole dicono diversamente o come molti hanno puntualizzato non prevedono i colpi mirati due sono le cose: 1. Quando il giocatore che manovra l'elfo dice che mira al piede gli si dice "No, non puoi mirare al piede perché le regole (sono scarse e) non lo prevedono, anche se lo hai talmente vicino da sentire il cattivo odore" 2. Si ignorano le regole applicando il proprio senso comune e si va a braccio. Certo, questo non garantisce che da un punto di vista di meccanica questa situazione e una simile in futuro saranno trattate assegnando difficoltà precisamente identiche in quanto il GM è un essere umano e non ha una competenza sovrumana in tutto ciò che attiene in combattimenti e magia, ma spesso solo le sue particolari opinioni. La vita è fatta di scelte e capisco chi si vuole attenere in modo scrupoloso alle regole perché magari il non farlo potrebbe portare a critiche di giocatori che conoscono bene le regole e vogliono che il GM ci si attenga, perché altrimenti si sentono come discriminati. Personalmente ho molto apprezzato il comportamento di Aureliano e lo ribadisco. Certo è un gioco ma un gioco di ruolo, non un gioco di dadi o di calcoli e, fortunatamente come moltissimi altri qui, io lo vedo proprio così.
  13. Magari l'elfo aveva una di quelle temibili arrows of subduing, dotate di punta di maggiori dimensioni che in arrivata in prossimità del bersaglio si apre facendo uscire un braccio estensibile terminante con una piccola clava che percuote duramente il bersaglio non appena questo è a tiro. Riguardo l'impossibilità di fare colpi mirati e l'inadeguatezza dei colpi critici che potrebbero inabilitare senza uccidere sappiamo tutti qual'è la qualità di D&D. Noi abbiamo cercato di fare di meglio (non che fosse difficile) e ne sono risultate 5 pagine di tabelle critiche che spero di pubblicare presto sul sito di Ventura.
  14. Provato su e-bay?
  15. Beh quando si decide con chi mettersi e si è tra gli ultimi a farlo penso che sia normale avere poca voce in capitolo su quanto già fatto, ma mi meraviglia che essendo tua l'idea base (e quindi ritengo anche buona parte di quello che è stato fatto) tu sia stato così poco considerato. Le buone idee sono sempre accette.
  16. Pienamente d'accordo. Infatti la dicitura inglese è cure light wounds in cui probabilmente light sarebbe meglio tradotto con lievi, se non è stato già fatto così. Trovo che sia giustissimo. No non può esserlo, essendo la loro capacità di sopravvivere all'urto dipendente dal loro stesso fisico, così come non lo sarebbe nel caso di una pugnalata in quanto probabilmente nel barbaro ci sarebbero fasce muscolari più spesse e difficili da lacerare a proteggere le parti vitali. Allora prima di tutto esiste una nemmeno tanto sottile differenza tra uguale e paragonabile. Basterebbe anche solo immaginarsi il mago e il barbaro in questione affancati per capire che essi sono quanto di meno uguale (=diverso) possa esistere restando nell'ambito della specie umana. In quanto tali (cioè umani) però essi sono evidentemente paragonabili ed è su questo si basa l'esperimento che avevo proposto. Inoltre nel momento in cui sia il Barbaro che il Mago solo al 50% dei loro PF essi essendo in uno stato di salute paragonabile sono evidentemente alla stessa distanza dallo stato di salute relativo al loro 0.0000% di PF, che è evidentemente pari a 0 PF per entrambi. Nel caso specifico il barbaro ha a disposizione molti gradi di salute, o etichette per citare Sin rispetto al mago, che ne ha appena 5. Precisamente ne ha uno per ogni PF più uno, e essendo davvero puntuali questi saranno gli stessi del mago solo nei casi in cui le relative percentuali saranno precisamente uguali. Questo dipende solo dall'astrazione in D&D del danno del pugnale, ma da un punto di vista interpretativo non ha nessun fondamento plausibile: una lama affilata passata con forza sulla gola di un uomo lo uccide indipendentemente da se studia magia o se usa l'ascia per pulirsi l'interno del naso. Sarebbe agaurabile che fosse così, non vorrei essere PG di un gruppo con un guaritore ignorante a riguardo.
  17. Dopo aver letto il messaggio di apertura di MIR ha letto i numerosi seguenti e, devo ammetterlo, prima di rispondere ho dovuto andare a rileggere il primo messaggio di nuovo tanto che si era andati lontano. La domanda, riproponendola come io la ho capita era: "Come vi comportate quando due personaggi, feriti in modo paragonabile, vengono curati in uno stesso modo ma risultati assolutamente non paragonabili?" La domanda, come chiaramente espresso nel post prende come misura dello status di salute del PG una sua caratteristica detta Punti Ferita(che d'ora in poi chiameremo PF, per brevità), proporzione del livello e modificata dal punteggio di un altra caratteristica chiamata Costituzione (e proababilmente da altri parametri ma tanto marginalmente od occasionalmente che possiamo per semplicità trascurarli credo). Questi PF appaiono certamente avere qualcosa a che fare con lo status di salute del PG, in quanto quando a questo vengono inflitte delle ferite, ustioni colpi critici, questi decrescono e quando il PG viene curato questi aumentano. Inoltre sembra che la loro discesa al di sotto dello 0 sia in qualche modo collegata con la morte del PG, o quanto meno con la caduta dello stesso in uno stato di agonia. Assodato che vi è un evidente legame tra PF e la salute del PG possiamo supporre che questi possano essere una unità di misura probabilmente accettabile dello stato di salute del PG. Entri ora la coppia di cui si è dissertato (il Barbarozzo e il Maghetto) e si portino entrambi al 50% dei loro PF prendendo a ditate con il solo indice il secondo e facendo passare più volte una motofalciatrice industriale di mithril sul primo, o in mancanza di tempo gli si metta in mano un bazooka e gli si ordini di tirare a sè il grilletto dopo averlo puntato su un muro a 15 centimetri dalla bocca del bazooka stesso (nel caso questo fosse insufficiente ripetere più volte, come nel caso della motofalciatrice). Una volta che entrambi saranno al 50% dei loro PF saranno, in quanto i PF sembrano essere, come abbiamo appurato, una unità di misura accettabile della salute, in uno stato di salute paragonabile. Questo vuol dire che in base ad una qualsiasi logica riportarli in piena forma, e cioè al 100% dei loro PF, dovrebbe richiedere uno sforzo paragonabile da parte di chi li cura. Sfortunatamente a parità di sforzo da parte del curatore, colui che beneficia di una guarigione meno significativa non è quello apparentemente più debole e gracile (il mago) ma quello che a vedersi appare più forte e robusto (il barbaro). Questa considerevole discrepanza avrebbe dovuto spingere i chierici, i paladini e i guaritori tutti ad unirsi in un sindacato per perorare in modo più forte e deciso nei confronti delle divinità un equo trattamento per tutti coloro che beneficiano dei loro santi poteri, ma ahimé anche in questo ha prevalso la logica commerciale: essendo necessarie più applicazioni divine ne conveniva un compenso maggiore e da qui... il paradosso. Mi scuso se la trattazione dell'argomento è risultata essere troppo tediosa, ma converrete con me che l'approccio scientifico ha i suoi tempi. Quasi dimenticavo. La risposta alla domanda da cui tutto si è dipanato: Come si risolve il paradosso? Semplice: preferisci a D&D un altro GdR in cui l'avanzare di livello non aumenti in modo assurdo il la quantità di danni che il PG può sopportare, il nostro Ventura è uno dei tanti esempi. Si rende noto che durante la trattazione di questo argomento non è stato fatto del male a nessun PG, e che tutti coloro che hanno partecipato al test lo hanno fatto volontariamente e sono poi stati completamente curati. Un rappresentante del MPCF (Multiversal Player Characters Found) era inoltre presente a loro garanzia.
  18. Pazienza. Vi auguro di riuscire a completare qualcosa di buono e comunque terrò d'occhio le vostre attività.
  19. Associandomi anche quanto scritto da Shar, non posso che dire un "Bravo Aureliano" per come hai saputo gestire quanto è successo improvvisando con naturalezza in situazioni in cui non era tassativamente richiesta una precisione regolistica assoluta. E' proprio così che si fa il DM e se era la tua prima volta puoi essere sicuro che dovresti farlo ancora . Su un altro versante vedo che sei anche fortunato perché nel gruppo paiono mancare giocatori eccessivamente pignoli o gli avvocati delle regole che tanto sono nocivi al divertimento e al buon gioco quando si è alle prime armi. Riguardo al prosieguo dell'avventura devo ammettere che in una scorsa campagna che però ancora ricordo con divertimento, con dei PG appena creati si iniziò a giocare in una taverna, per far consolidare il gruppo e dare uno spunto di avventura, ma scoppiò invece una rissa che culminò quando una bestia mostruosa simile ad un mastino attraversò a grandi balzi la sala comune della taverna guadagnando l'uscita avendo già ucciso il taverniere indisturbata nel retro. Per la rissa i PG finirono tutti dentro anche loro, ma il borgomastro diede loro un'opportunità di riscatto offrendogli di andare a reclutare un famoso cacciatore di mostri di una città vicina a nome del borgomastro. Arrivati alla città i PG vengono accolti dalla giovanissima e discinta seconda moglie del cacciatore, che attendeva speranzosa il ritorno del marito. Da questa i PG vengono spediti verso una zona sperduta e di dubbia reputazione conosciuta per dare rifugio a orchetti e briganti e nota col nome di Fosso della Lancia. Qui dopo un certo sforzo di ricerca e vari incontri il gruppo trova parte dei resti del povero cacciatore e la sua spada, la cui vita è ha avuto fine quando incautamente è caduto in una buca nascosta nel pavimento cadendo prima su un piano inclinato di lance e poi quanto restava (meno la spada ed il braccio che la impugnava) in un abisso adiacente molto profondo. Scoperto questo beh se ti interessa e devo proseguire ancora fammelo sapere...
  20. Qualcuno gioca questa ambientazione oggetto di molti volumi della Sword & Sorcery? Se si cosa ne pensate e quali terre avete preferito per sviluppare la storia? Se no, è perché non la conoscete o non vi piace?
  21. Io l'ho trovato in libreria solo da pochi giorni. Al momento lo sto leggendo, e da quanto vedo dal primo centinaio di pagine mi pare che vada per concludere...
  22. Devo dire che dopo aver letto ISdA è facile trovare analogie in molti libri della cosiddetta fantasy epica. Esistono però autori che pur restando apprezzabili è indubbiamente epici riescono a creare materiale più originale, ma non per questo meno godibile, come (a mio parere) David Gemmell o Harry Turtledove, solo per citare quelli che ritengo più famosi. Con questo non voglio dire che i loro libri siano scevri da altri difetti, ma almeno non passibili di eccessiva ispirazione dal classico.
  23. Beh nel mio post era implicita l'offerta, insieme all'ambientazione di un sistema di regole in fase di stesura che offre molte opzioni ai combattenti fin dall'inizio, ma naturalmente sta a chi partecipa fare quorum esperimendo le idee...
  24. Chiedo scusa, non avevo letto attentamente il post iniziale e non essendo nel forum D&D pensavo che anche il sistema fosse ancora in discussione... ma vedo che non è così.
  25. Avendo iniziato molti anni fa a giocare di ruolo leggendo dei libri-gioco, avendo giocato tramite e-mail e forum (come DM) e avendo partecipato molto più di recente a giochi di ruolo online (UO in shard fullgdr) posso, basandomi sulla mia esperienza personale e su quanto ho constatato accadere che qualunque attività non diretta o perlomeno supervisionata da un DM-persona, porta ad una corsa alla massimizzazione delle statistiche del PG (siano queste attributi, abilità o livelli) e una volta raggiunte queste ad una massimizzazione dell'equipaggiamento in quanto il binomio (personaggio più forte, equipaggiamento + tosto) dovrebbe grantire la superiorità su chiunque non sia a quel livello e il 50% di possibilità di vittoria contro quelli che condividono il massimo possibile. Oltre questo come giustamente sottolineato da alcuni D&D risulta poco 'adatto' a questo tipo di utilizzi in quanto se i PG di basso livello sono più o meno tutti uguali e dotati di modeste risorse quelli di alto livello sono a forte rischio di sconfinamento nel se preparati senza alcuna moderazione esterna (leggi DM). Nella mia ambientazione esiste una città con un grande anfiteatro dove spesso avvengono combattimenti gladiatorii, i più importanti nell'arena principale e gli altri in una delle 6 minori che lo circondano. Inoltre adiacente all'anfiteatro vi è un grande complesso che ospita buona parte di gladiatori liberi e schiavi, oltre che bestie feroci e mostri. Il nostro sistema di gioco poi permette anche a PG di livello iniziale di avere stili e tecniche di combattimento diversi anche usando armi simili, e questo unito ad ambienti di scontro variabili e anche scontri contro PNG umanoidi e mostruosi, oltre che sessioni interpretative in città, potrebbe rendere la cosa molto più interessante... Ovviamente a patto di trovare collaborazione e pazienza da parte di tutti coloro che potrebbero essere interessati alla cosa.

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