Però Hyde non è una persona, non è nemmeno una "personalità" del dr. Jeckyll, come la intenderemmo usando un linguaggio psichiatrico (anche lì, più o meno romanzato dai media). Hyde è letteralmente tutto il Male presente nell'animo del dottore, condensato, come effetto del tentativo del dottore di esorcizzare quel lato oscuro che albergava già nel suo animo. Non è dissimile dal Visconte Dimezzato: le due parti sono assolute, effettivamente e volontariamente manichee. Non c'è spazio per le sottigliezze, Hyde non ha motivo di fare male se non perché così esaudisce il proprio stesso scopo. Hyde non è altro che uno strumento-macchina che agisce come scarico del Male intrinseco nel cuore di Jeckyll. Non è che Jeckyll odia una persona e Hyde l'ammazza. Jeckyll ha accumulato una vita di normali reazioni benigne e maligne al prossimo e alla vita, e ha sempre represso queste ultime. Hyde le libera. Ora non posso citare il passaggio, perché l'ultima volta l'ho letto molti anni fa, ma ricordo che nella confessione scritta lasciata da Jeckyll lui spiega che voleva proprio sdoppiarsi e incanalare in una metà tutto il bene e nell'altra tutto il male. Stevenson sta ragionando sulla dualità umana, sul fatto che tutti hanno bene e male al proprio interno ma, di solito, le due nature coesistono. Secondo me il problema di Jeckyll&Hyde è che la storia è stata re-interpretata tra film e altri media in modo troppo elaborato. Sembra sempre che il dottore abbia creato Hyde per poter commettere del male impunemente, per avere un alter ego che faccia nefandezze lasciando la sua identità originaria intatta. Ma non è così sottile la cosa, Hyde è semplicemente tutto il Male di Jeckyll senza un grammo di Bene. Jeckyll è un personaggio che sfida la Natura e lo stato delle cose, perché vuole risolvere quello che percepisce come un problema, ma finisce vittima della sua stessa arroganza. La pozione è troppo potente, Hyde è molto più forte di Jeckyll in quanto a volontà e desideri, dato che fino a quel momento non aveva avuto modo di sfogarsi e agire liberamente. La visione di Stevenson non riguarda tanto la natura quotidiana del male, ma la sua natura recondita e fattuale. Cioè, si chiede se esista davvero qualcosa che possiamo chiamare Male nell'animo umano. La sua risposta alla fine è positiva, esiste questo Male ed è una componente fondamentale dell'essere umano. Ma certo, la sua visione è lontana dalla nostra di parecchio... direi che due guerre mondiali, una guerra fredda e tutto il resto fanno parecchio per alterare la visione di Bene e Male XD Un altro problema è quello che io chiamo "L'effetto Hitchcock". Ovvero, il fatto che storie che hanno fortemente impressionato il pubblico sono state ripetute e imitate per generazioni, giungendo a noi infine come banali e stereotipate. Molti film di Hitchcock sono ancora capolavori per quanto riguarda l'aspetto cinematografico e possono impressionare ancora il pubblico, ma non sono più uno shock culturale. Perché ci siamo saturati talmente tanto di parodie/remake/citazioni di Psycho da non avere più modo di stupircene. Io l'ho visto che ero ancora un bambino e sono rimasto impressionato, ma se lo dovessi vedere oggi a trent'anni e passa per la prima volta ne ammirerei il lato tecnico, la recitazione, ma non certo la "trama innovativa" che oggigiorno non lo è più. In questo caso Hyde e Jackyll sono diventati parte integrante della nostra cultura. A partire da Il Ritratto di Dorian Gray che è di qualche anno successivo, ma anche più recentemente Hulk e tutti gli scienziati pulp che si trasformano in doppi mostruosi, o i licantropi moderni che giocano molto sul dualismo bestia/umano.