Capitolo Ventisei – Una finestra che si affaccia ad Oriente
La necessità di riunire i tredici Eroi dell'Occidente, nome che veniva più spesso utilizzato dagli abitanti di Arth per indicare il gruppo di avventurieri che fungeva da portabandiera per la guerra che stava avvenendo, richiedette tre ulteriori giorni e la collaborazione di Eipherys Silverstar.
Non ci fu quindi da stupirsi se i primi a giungere in carrozza al punto di incontro a Saikai, furono coloro che vennero accompagnati sulla costa dal druido Gargamellor e dalla sua compagna animale, il capodoglio Celestina. Il mentore di Winn'Ier diede la sua parola di riportare sani e salvi i prigionieri salvati, poco prima che il gruppo venisse raggiunto da un gruppo di samurai, i guerrieri scelti al servizio dello shogun Nichiya Kosuke, affinchè li scortassero sani e salvi a quella che fungeva da capitale pro-tempore.
Kirigashima era infatti la seconda città più popolosa di Saikai, l'ampia regione costiera del Continente Orientale, riconquistata a fatica dalle truppe dello shogun solo dopo che esse avevano ottenuto il supporto di un nutrito gruppo formato da ottocento uomini dei Fiordi, cinquecento dei Dragoni di Acquastrino, seicento fanti da Scogliera Argento, mille uomini dell'esercito di Arcoria e altrettanti da Garnia, oltre a duecento panettieri da Brughioro. Per quanto le battaglie avessero portato anche la necessità di molte riparazioni, quando il primo gruppo di avventurieri giunse, la nuova capitale sembrava aver già risolto il grosso dei problemi. Riconoscibile artisticamente per i particolari tetti in tegole e le abitazioni che si sviluppavano molto più in verticale rispetto ad Occidente, Kirigashima offriva uno spettacolo esotico per chiunque non fosse mai giunto in quel lontano paese.
Kirigashima (vista serale)
Gli impegni dello shogun per consolidare gli instabili confini del suo stesso paese, in piena guerra contro le interminabili ondate nemiche, costrinse il gruppo di eroi ad aspettare più del dovuto. L'attesa non fu comunque dettata dalla noia, poiché offrì l'occasione a Clint, Oceiros, Seline, Celeste, Zhuge e Thorlum di visitare la grande città, in cui gli abitanti dagli occhi a mandorla sembravano api industriose. Ma pure il loro attaccamento alla tradizione, ai kimono e al loro dialetto che a volte rendeva difficile capirli, era solo una falsa impressione di quello che era un carattere molto educato e al contempo riservato. Gli stranieri non avrebbero saputo dire se ciò rappresentasse una effettiva apertura verso l'Occidente, ma a discapito di quale fosse il loro pensiero, la guerra sembrava non creare distinzioni di razza e i mercanti si dimostrarono tutti ben disponibili a fare affari con i nuovi venuti. Le bancarelle variavano da semplici souvenir a abiti di foggia locale, da specialità locali (che ebbero modo di conoscere bene) ad oggetti volti alla guerra come armi e armature elaborate secondo la tradizione di quel continente, costruite e trattate in ogni singolo dettaglio, come se il loro artigiano cercasse la perfezione in ogni gesto e in ogni singolo componente.
Il terzo giorno, accolti da una calca di bambini e curiosi, giunsero anche Chandra, Bjorn, Trull, Winn'Ier, Sharifa, Golban e Tom Po, i quali ebbero presto l'occasione di reincontrarsi per strada con i propri compagni. Essi poterono godere delle stesse novità che si erano presentati agli occhi dei compagni, che poterono guidarli tra i venditori di dango e tè verde, okonomiyaki, onigiri, ramen, soba, udon, sashimi e banane glassate ricoperte di zucchero servite su un bastoncino. Era una cucina molto diversa da quella a cui erano abituati, che giustificava le immense risaie che erano visibili dai punti più alti della città, sconfinate come i campi in cui crescevano il resto dei frutti che nutrivano quel grande e rigoglioso paese.
Coloro che erano giunti da più tempo avevano avuto modo di dormire presso le ampie stanze degli ospiti predisposte dallo shogun Nichiya, il quale finalmente ebbe il tempo di palesarsi a loro quando furono chiamati a cena. La presenza di così tanti eroi aveva spinto i cuochi di corte a offrire una offerta completa delle pietanze che avevano preparato, un menù di più di cento portate diverse che offrivano un vero e proprio ventaglio alimentare del Katai e che comprendeva anche molti piatti fritti andare a braccetto con il pesce crudo che era una componente importante. Bizzarra tradizione locale, al posto delle usuali posate vi erano solo una coppia di bacchette. I bagagli vennero portati alle stanze singole in cui ognuno poteva dormire, le cui pareti erano in cartapesta e le porte fatte in un leggero legno e binari su cui esse scorrevano all'apertura. Come letti vi erano dei giacigli noti come futon.
Al momento della cena con i suoi illustri ospiti, lo shogun Nichiya Kosuke fece il suo ingresso. A discapito dei regnanti giovanili cui erano stati abituati (con la sola eccezione di Augustus Mac-Tir), lo shogun pareva assai avanti con l'età, un vegliardo pelato e con una lunga barba e baffi grigi, la schiena curva sotto il peso dell'età.
Nichiya Kosuke
Dopo un inchino da in piedi, egli si rivolse ai suoi ospiti Possiamo sederci disse dando così il via alla cena A quanto ho potuto capire, molto vi devo per l'aiuto che ho ricevuto. Sono addolorato che dobbiate visitare il mio paese in questi tempi. Prima della guerra Saikai era una rara gemma di bellezza, un paese in cui anche il più povero poteva portare cibo in tavola. Adesso non sempre è così e io stesso cerco di rinunziare a quello che posso, se può servire ad altri. Non fraintendetemi disse lo shogun sollevando lo sguardo e osservandoli con occhi a mandorla svegli e attentissimi Quello che non vi sentirete di mangiare non verrà buttato, ma verrà donato ai più poveri e alla mia fedele servitù.
Lo shogun Nichiya Kosuke parlò quindi in tono pratico agli avventurieri So che vi siete reincontrati solo oggi, quindi cercherò di riassumere le notizie che siamo riusciti ad ottenere. A nord-est di qui, nelle pendici sud di Ezo, sorge il Picco del Dolore. Non è una località interessante, anzi è spoglia e arida, solcata solo da venti freddi. All'interno di quella montagna, a quanto ci è stato detto dal generale Yodogawa Hisashi, sorge il complesso in cui vengono creati i ferrotitani, mostruosità partorite dall'unione di ferro, tecnologia del vapore e magia. Mostruosità capaci di abbattere interi eserciti e la cui potenza nello scacchiere della guerra è assai grande lo shogun bevve una tazza di zuppa per poi proseguire Io e i miei strateghi stiamo elaborando varie possibilità sulla base delle poche informazioni a nostra disposizione. So che i vostri sovrani erano soliti inviare piccoli gruppi, ma data l'importanza di questa missione abbiamo convenuto che non saranno sufficienti solo alcuni di voi. Ci servirete tutti per questa importante missione di infiltrazione e spionaggio che precederà il vostro ingresso in guerra.
Lo shogun rimase in silenzio, per dare l'occasione agli avventurieri di porgli le domande e conversare tra di loro. Per suggellare il suo momento di ascoltò, battè le mani per chiamare una delle sue ancelle, una graziosa e giovane coppiera mezzelfa che quando ebbe modo di vedere gli eroi finì per far cadere a terra la propria brocca, lo sguardo trasecolato fisso su Bjorn Havardsson.
Nonostante il kimono che indossava e l'assenza delle percosse che aveva visto al loro primo incontro, egli riconobbe subito Vaiara, la mezzelfa che aveva salvato quattro anni prima.
x tutti