Stiamo discutendo di stili di gioco, e cioè qualcosa di soggettivo: non facciamo l'errore di prenderli come qualcosa di universale.
Ad esempio il fatto che sia normale che ci siano cose che una classe non può proprio fare, a prescindere.
Credo che quest'affermazione possa andar bene o meno a seconda dell'ordine di grandezza su cui la applichiamo.
Faccio l'esempio del ladro in combattimento contro mostri immuni al furtivo, lasciando da parte la discussione sul fatto che il furtivo sia la principale signature del ladro in combattimento, o viceversa un di più per incoraggiare certe giocate.
Sono d'accordo sul fatto che possano esistere creature immuni agli attacchi di precisione, ma c'è modo e modo; porto gli esempi di Pathfinder e della 3.5 per spiegarmi:
- in Pathfinder l'immunità al furtivo è gestita bene: le creature immuni sono melme, sciami, incorporei e (parzialmente) mutaforma e combattenti con una armatura della fortificazione; durante i combattimenti contro questi nemici (che sono rari) il ladro può comunque usare capacità innate della propria classe - i rogue talent - per rendersi utile e fare qualcosa di più che non un semplice "+2 al tiro per colpire del guerriero";
- in D&D 3.5 il furtivo è gestito malissimo: ne sono immuni i costrutti, in non-morti, gli sciami, gli incorporei, gli elementali, i vegetali e ne è immune completamente chiunque indossi una armatura della fortificazione (il che significa chiunque, dato che l'immunità 100% ai furtivi è validissima, molto più che il 75%); durante contro questi avversari, di base il ladro dispone solo delle skill, che in un gioco fortemente numerico (molto più che OD&D) hanno limitazioni più restrittive che la semplice fantasia del giocatore. Questo è stato notato dalla stessa WotC, che ha pensato bene di "eliminare" a posteriori alcune immunità (truedeath crystal e demolition crystal, più varie ACF) e fornire alle abilità qualche uso in più (skilltrick)
In entrambe le edizioni il ladro può trovarsi in una situazione in cui l'attacco furtivo è inutile, e in entrambe le edizioni deve utilizzare capacità alternative per fare la sua parte.
Qual è allora la differenza?
Innanzitutto la frequenza: in PF il ladro si troverà a dover rinunciare al furtivo una volta ogni tanto, rendendo la sfida inusuale e stimolante, mentre in 3.5 dovrà farlo sistematicamente, creando una situazione continua e frustrante.
Poi, la quantità e qualità delle opzioni alternative: in PF, quando non può usare il furtivo, il ladro può ricorrere ai rogue talent per lanciare bombe fumogene, attirare i nemici o altro, mentre in 3.5 le uniche soluzioni sono le abilità (notoriamente poco utili in 3.5, almeno per il combattimento), gli oggetti, cioè qualcosa che il master deve concedere o il giocatore ricercare, e l'ambiente, ovvero qualcosa che il master deve preparare in anticipo ogni volta. Da notare che i talent non impediscono di utilizzare abilità, oggetti o ambiente, semplicemente non li rendono qualcosa di sistematicamente obbligatorio per permettere al ladro di fare qualcosa di significativo e al suo giocatore di divertirsi.
Allargando la visuale, nessuna delle due edizioni permette al ladro di essere sempre e automaticamente performante in combattimento al 100% delle sue forze, ma PF gli permette di giocare comunque, mentre in 3.5 sono necessari vari stratagemmi, spesso difficili da attuare con un regolamento più stretto di uno "a discrezione del master".
La differenza non è fra "saper combattere come il guerriero" e "non saperlo fare", ma fra "fare qualcosa in combattimento" e "non fare niente".
Con tutto questo, quello che voglio dire è che non mi piacerebbe un gioco dove tutte le classi fanno gli stessi danni con uno stesso attacco dal nome diverso, ma nemmeno uno dove, solo perché si è scelto il guerriero, bisogna fare i salti mortali (tipo diventare MAD) solo per poter giocare durante un incontro sociale senza mandare tutto gambe all'aria.
1) Assassino può indicare sia un omicida che un sicario, cercare il pelo nell'uovo lessicale non serve a nulla;
2) Il ladro come farabutto di strada è uno degli stereotipi alla base del ladro, per quanto mi riguarda a pari dignità e influenza con quello del sicario professionista
Premettendo che a me la 4e fa schifo e che mi piace Pathfinder, per favore evitiamo le edition war.
Siamo d'accordo sulla seconda metà, ma non sulla prima: a me va bene che tutti possano fare tutto e con differenti gradi di abilità a seconda della classe, ma non mi va bene ottenerlo tramite complicate contorsioni come alzare due caratteristiche non primarie e spendere metà dei propri gradi solo per poter parlare durante i dialoghi senza fare i disastri.
tl;dr
Ogni classe deve poter fare tutto senza bisogno di acrobazie da parte di master e giocatori, ma ognuna a modo suo e con diversa efficienza, e comunque in un modo in cui la buona giocata sia utile.
EDIT:
Giusto per completezza (e con malcelato campanilismo), ICv2 pubblica periodicamente una classifica di vendita dei GdR più diffusi (anche se naturalmente non i bilanci interni delle ditte, che sono riservati):
- Estate 2012
- Autunno 2012
- Primavera 2013
- Estate 2013