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Dragons´ Lair

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comment_1920707

Gudrod

No Varian

Il norscano si lasciò andare affidando il proprio forte braccio alla ragazza e allo stesso tempo sostenne l'incedere di Petra drizzando la schiena accompagnandola con fierezza.
"Titolo a corte. Ora non ho proprio tempo anche se sarebbe divertente vedere un uomo di Norsca ricoprire un ruolo a corte a Middheneim." si incuriosì "Vediamo come si muove questo Dieter poi ci penserò." e attese la risposta alla domanda di Mia.

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comment_1920807

Ludwig

no Varian

L idea di vedere il gigante norscano mettere in fila e sculacciare quei damerini corazzati che probabilmente non avevano mai visto un nemico vero fece sorridere il giovane mozzo.

"Un ruolo istituzionale a corte..e di che genere? Ma un guerriero non dovrebbe andare in giro a proteggere le sue terre e la sua gente? Con corazza e spadone il te' a corte si beve male"

sorrise permettendosi una piccola battuta

comment_1920817

Mìa

No Varian

Mìa si portò una mano alla fronte, poi spiegò: "Il campione rappresenta il Graf nelle contese e nei duelli armati, in genere di natura giudiziale. È normale, sia nelle corti, che nei consigli cittadini, avere un individuo deputato a ciò.

Ma anche le persone comuni, in determinati casi, possono chiedere di risolvere una questione legale con uno scontro armato, dove possono lottare in prima persona o farsi rappresentare da un campione.

Esistono campioni professionisti, estremamente ben pagati, che vivono di questo. Quindi, no: un campione è tutto, tranne che un damerino imbellettato, perché non durerebbe cinque secondi in un duello giudiziario vero, che potrebbe anche essere all'ultimo sangue".

Poi, alleggerendo il tono, aggiunse, con un sorriso: "Anche tu, Ludwig, potresti un giorno essere accusato di qualcosa o avere un conto da saldare: in quel caso, potresti combattere da solo o nominare un tuo campione... che potrebbe benissimo essere anche il nostro Gudrod, sempre che non sia troppo ubriaco o troppo impegnato a inseguire sottane!".

  • Autore
comment_1920836

#03

Konigstaga 27 Sommerzeit 2512 i.c. - mattino [sole - inizio estate]

@Jacob

Il ragazzo sorrise intascando i tre scellini "Certo capo, tu quando hai bisogno chiama" disse

@No Varian

"Gli sfidanti non sono persone famose, chiunque può sfidare il campione. Spesso nei giorni passati sono stati infatti incontri preliminari nei quartieri per selezionare che sfiderà Dieter." risponde Petra

Poi alle parole di Mia aggiunge "Esatto. E' un onore. Certo se vinci poi non puoi decidere di andartene. Devi rimanere qui e rappresentare il Graf in eventuali occasioni: Sei il campione del Graf. Devi sempre essere pronto alla lotta quando serve."

"Vedete quelli che parlano con lui. Quelli più anziani sono due dei tre Midden Marchal, il comandante della guardia Schutzmann e Schwermutt il generale delle truppe della città. Mentre quello più giovane in armatura di piastre è il Siegfried Prunkvoll, il Cavaliere Eterno di Middenheim. Li conoscete?"

  • Autore
comment_1921166

#03

Konigstaga 27 Sommerzeit 2512 i.c. - mattino [sole - inizio estate]

@No Varian

Intanto nella zona dello scontro, delimitata da funi, iniziò ad avvicinarsi il primo opponente: dopo aver posto una X su un documento nelle mai delle guardie cittadine, l'uomo venne esaminato da quello che era sicuramente un mago che passò una bacchetta nera con una banda argentea impressa tutto intorno ad essa

Poi all'uomo venne fatto indossare una cotta di maglia e dato un piccolo scudo: quindi l'uomo si avvicinò alla rastrelliera delle armi per sceglierne una, mentre un nutrito gruppo di persone, probabilmente compaesani o della stessa corporazione, inneggiava a suo favore

Intanto Dieter, salutati gli altri, si sottopose allo stesso trattamento

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Mìa

No Varian

"Bene, allora sistemiamoci e vediamo come va: mi aspetto davvero una notevole maestria, dagli aspiranti campioni di una città come Middenheim", commentò Mìa, che in quel momento sentiva comunque accesa la sua scintilla marziale, frutto della devozione a Myrmidia.

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Varian

Esmeralda

Quelle parole, pronunciate con una voce estranea, tagliente, gli scivolarono sotto pelle come schegge di ghiaccio. Varian sentì i muscoli irrigidirsi involontariamente, ogni fibra del suo corpo reagiva a quel sussurro inquietante, oscuro come la notte senza luna.

Morrslieb. La luna maledetta del Caos.

Varian conosceva bene le storie che si narravano intorno ai fuochi degli accampamenti del Nord: la luna che impazziva, divorando la luce del sole, trascinando il mondo nell'ombra e nella follia. Quelle parole non erano semplici superstizioni, erano promesse sinistre, profezie nascoste che riportavano alla sua mente le grida degli uomini-bestia, l'odore acre della morte e la disperazione che accompagnava sempre l'arrivo delle forze del Caos.

Quando Esmeralda riprese la sua voce, suadente e rassicurante come prima, Varian la fissò in silenzio, cercando nei suoi occhi qualcosa che potesse spiegare quella improvvisa frattura tra lucidità e delirio.

«La gloria...» ripeté lentamente, quasi a voler afferrare quelle parole per ancorarsi a qualcosa di reale. «Eppure il prezzo da pagare è sempre alto.»

Si alzò lentamente, mantenendo lo sguardo fisso sulla donna, come se volesse imprimere nella memoria ogni dettaglio di quel viso segnato dalle ombre. Non era certo che il futuro potesse davvero essere letto, ma quelle parole, quelle oscure profezie sussurrate, risvegliavano in lui la certezza che qualcosa si stesse muovendo nelle profondità di Middenheim.

Con un cenno grave del capo, Varian uscì dalla tenda, tornando al sole accecante della piazza. Il peso del destino, di nuovo, gli gravava sulle spalle. Ma ora almeno aveva una direzione, un luogo preciso verso cui puntare la sua determinazione, anche se la strada fosse ancora nascosta nell'ombra.

Si mosse per raggiungere il gruppo.

comment_1921462

Gudrod

No Varian

"Ci sono guerrieri notevoli in questa regione dell'impero... certo non come i miei fratelli norscani ma sono certo ci divertiremo."
Anche lui si mise comodo, non scostandosi affatto dalla dolce e prolissa moretta.

comment_1921465

Jacob

No Varian (no party)

Occhi verdi osservava la situazione, avrebbe voluto scommettere, ma bisognava risparmiare denari. Bisogna mettere su impresa, rischiare grosso e se bisogna perdere soldi, meglio farlo al tavolo giusto.

Godiamoci il momento, ma oggi pomeriggio ci sono parecchi impegni...

  • Autore
comment_1921513

#03

Konigstaga 27 Sommerzeit 2512 i.c. - mattino [sole - inizio estate]

Varian, con il viso un po' turbato raggiunse il gruppo intento a guardare la lotta fra il campione ed uno sfidante

Lo scontro durò parecchi minuti. Dieter, il campione, armato di spada era evidentemente superiore all'avversario, ma fu chiaro a chi aveva esperienza di combattimento che non si stesse impegnando: anzi pareva stesse volontariamente tirando alla lunga lo scontro, come il gatto che gioca con il topo

Ad un certo punto però lo sfidante riuscì ad allungare un fendente con l'ascia ferendolo al braccio. E fu allora che Dieter smise di indugiare e, con un paio di colpi, lo abbatte

La folla che aveva seguito lo scontro tifando esultò: i due vennero fatti uscire dal ring e il campione ricevette i complimenti della sua cerchia di conoscenti

"Dieter è troppo bravo." disse Petra "speriamo che il matrimonio non lo rammollisca. Venite andiamo a congratularci" e si mosse per raggiungerlo

Il carnevale pareva annullare le distanze fra le personalità e la gente comune, e salvo la normale ritrosia per parlare con una persona importante, chiunque aveva l'opportunità di incontrare le cerchie più alte della città

Quando Petra si avvicinò abbracciando Dieter e indicando i compagni questi alzò la mano per salutarli. Vicino a lui vi erano i due Midden Marschal mentre il Cavaliere Eterno si era allontanato

comment_1921544

Varian

Varian si fermò poco distante dagli altri, lo sguardo ancora attraversato dalle parole oscure e inquietanti che Esmeralda aveva pronunciato nella tenda. La visione dello scontro tra Dieter e il suo sfidante arrivava a lui ovattata, come da una distanza irraggiungibile. Notò la padronanza del campione, quel modo quasi disinteressato di combattere, una sicurezza quasi arrogante che gli ricordava alcuni cavalieri veterani che aveva incontrato sul campo di battaglia, guerrieri consapevoli della propria superiorità e annoiati dall’attesa di una vera sfida.

Quando Dieter si lasciò colpire e poi reagì con una brutalità decisa, Varian ebbe un fremito istintivo, una consapevolezza quasi amara. Quante volte aveva visto quella scena? Quante volte aveva riconosciuto quel preciso momento in cui l’orgoglio cedeva il posto alla rabbia, alla furia fredda e definitiva di chi sa che la vittoria è solo questione di tempo?

Le parole di Petra lo riportarono alla realtà, e quasi senza accorgersene si avvicinò insieme al gruppo. Salutò con un breve cenno del capo il campione, osservando per un attimo quei volti che rappresentavano il potere e l'influenza di Middenheim. La città, in quei giorni di carnevale, appariva stranamente aperta, quasi vulnerabile nella sua disponibilità ad accogliere indistintamente nobili e popolani.

Varian rimase silenzioso, ascoltando appena le conversazioni intorno a lui, lo sguardo vagante, cercando tra la folla qualcosa di indefinibile, forse un segno, un altro filo della trama che sembrava legare tutte le loro vite in quella città. Sentiva ancora chiaramente, come un’eco insistente e cupa, la profezia che Esmeralda aveva pronunciato, e non poteva fare a meno di chiedersi se quella luce promessa fosse davvero lì, a Middenheim, o se invece dietro di essa si nascondesse un’oscurità ancora più profonda, pronta a inghiottire tutto ciò per cui aveva combattuto.

  • Autore
comment_1921550

#03

Konigstaga 27 Sommerzeit 2512 i.c. - mattino [sole - inizio estate]

@Varian

Il cavaliere ricordava bene cosa fosse "Il Cavaliere Eterno"

La carica di Cavaliere Eterno affondava le sue origini nelle origini della città. La leggenda narrava che, quando Middenheim fu edificata, un anziano indovino predisse che, se la città non fosse stata sempre protetta da un Cavaliere di grande virtù e altruismo, scelto dagli uomini più imperscrutabili e brillanti della città, sarebbe caduta nell'immediato futuro. Immediatamente, un volontario si fece avanti per compiere l'opera di bene per Middenheim. Il popolo esultò e gli assegnò un lauto compenso dalle casse cittadine. Da allora in poi, il Cavaliere sarebbe stato conosciuto come Cavaliere Eterno, poiché un tale protettore sarebbe stato necessario per sempre, e un mago dell'epoca preparò una magnifica cotta di maglia bianca magica che sarebbe stata indossata da un Cavaliere dopo l'altro, in modo che, mentre gli individui che ricoprivano la carica potevano morire, questo distintivo totemico di carica sarebbe durato per sempre.

Al momento non erano previste funzioni o doveri di corte, e tecnicamente il Cavaiere Eterno non avrebbe mai dovuto mai lasciare la città murata, altrimenti la leggenda diceva che sarebbe accaduto qualcosa di terribile.

Modificato da AndreaP

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Mìa

"Forza, facciamoci avanti e congratuliamoci con lui. Cerchiamo di essere un minimo civili", Mìa incoraggiò i compagni, approfittando della intermediazione di Petra e muovendosi per prima verso Dieter.

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Djmitri  Karamazov

Djimitri avanzava con passo sicuro, il mantello scuro che si muoveva come fumo denso alle sue spalle, sfiorando il selciato della città vecchia. Era il nuovo arrivato, ma non lo si sarebbe mai detto da come si comportava. Il suo sguardo curioso saltava da un volto all’altro dei compagni, studiando le loro dinamiche con un mezzo sorriso sulle labbra, come se stesse già scrivendo la prossima battuta da recitare nel grande teatro del mondo.

«Vecchi amici… vecchie abitudini,» mormorò tra sé, l’occhio brillante sotto il cappuccio ombroso. Non era il tipo da restare nell’ombra, nonostante ne fosse maestro.

Mentre il gruppo si avvicinava alla piazza dove si sarebbe tenuto lo scontro, il vociare della folla cresceva come un’onda prima della risacca. Ed è lì che lo notò.

L’alibratore.
Il bastardo era lì, come una malattia costante del sottobosco urbano, con il sorriso da faina. 

Djimitri rallentò. Le dita si mossero istintivamente verso la borsa legata alla cintura. Una sola scommessa… Solo una. Tanto per sentire quel fuoco che sale dallo stomaco, quel battito in più che il destino ti regala quando rischi qualcosa di tuo.

Ma no.

No.

Chiuse il pugno. Chiuse anche il sorriso.

Non perché non volesse.
Ma perché non poteva lasciarsi vedere. Il vizio era suo. Una piccola crepa nell’immagine che si era costruito. Il gruppo non doveva sapere. Non ancora. Fece un respiro, profondo e lento. Si voltò di spalle al banchetto, senza una parola, e continuò a camminare.

Quando lo scontro ebbe inizio, Dieter entrò nell’arena tra le urla della folla. Spade che tintinnavano, promesse di sangue, applausi. Ma Djimitri guardava solo a metà. Gli occhi erano puntati, sì, ma la mente vagava.

Pensava a cosa avrebbe potuto ottenere da tutto questo.

Djimitri colse la voce di Mia tra il rumore ancora pulsante della folla. Fece un cenno di assenso  qualche passo avanti, il mantello scivolava leggero alle sue spalle, e il suo sguardo andò a cercare Gudrod tra gli altri.
Djimitri disse con tono pacato, educato. “Mago dell’Ombra.”

Attese un breve momento, poi aggiunse, con la calma misurata di chi pesa ogni parola:

Non ho ancora avuto occasione di presentarmi. Ho preferito lasciarvi spazio... sembrava che non vi vedeste da molto tempo.

Lo  scrutò con calma e poi allungò la mano, aperta e ferma, in segno di saluto. Rimase in attesa, lo sguardo fisso e paziente.


Modificato da Kensei

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Gudrod

Osservò il combattimento con attenzione, cercando di apprendere quanto più possibile sul genere di duello. Aveva visto solo Mia e pochi altri combattere in quel modo ma era probabile che il campione fosse ancor più abile. Di certo quello non era lo stile che più si addiceva al norscano, che spesso si lasciava andare a una furia ben più brutale e molto meno razionale. Furia razionale... un ossimoro.

Quei pensieri furono interrotti dalla voce di Petra, voleva congratularsi con quell'uomo per aver compiuto l'ovvio. Alzò le spalle guardando Mia e non comprendendone davvero l'utilità. Fece un passo ma la voce di uno dei due uomini che aveva visto in precedenza in compagna dei suoi amici lo salvò da futili parole e salamelecchi. Lo sguardo di Djimitri in precedenza sembrava perso nel vuoto ma allo stesso tempo la sua mente era ben focalizzata su qualche dettaglio che a Gudrod chiaramente sfuggiva e sempre sarebbe sfuggito.

"Io sono Gudrod, Gudrod Skiria, figlio di Harald." rispose abbastanza secco ma i modi gentili e pacati lo avevano portato inaspettatamente a presentarsi col nome completo "Lo spazio mi servirebbe di più per capire cosa sta accadendo. Puoi aiutarmi tu?"

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#03

Konigstaga 27 Sommerzeit 2512 i.c. - mattino [sole - inizio estate]

"Grazie Petra" disse Dieter poi indicando i compagni aggiunse rivolgendosi ai Midden Marshall "Signori, questi sono miei amici, che vengono da sud."

"Da dove venite?" chiese Schwermutt "voi siete chiaramente del Nord, Norlad forse? Mentre i vostri tratti sono del sud." disse rivolto a Gudrod e Ludwig e Mia

"Ma voi non siete Varin? Il knight Panther?" chiese invece Shutzmann a Varian

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DALL-E-2025-03-20-13-17-58-Un-ritratto-stilizzato-di-un-cavaliere-errante-robusto-con-un-armatura-se

Varian Darevic - Cavaliere Pantera 

Varian sollevò lentamente lo sguardo verso il capitano, lasciando scivolare via i pensieri oscuri che lo stavano tormentando fin dall'uscita dalla tenda della veggente. Sapeva che in quei momenti, davanti agli uomini di Middenheim, era necessario mostrarsi saldo, composto, fedele a ciò che ci si aspettava da un Cavaliere Pantera.

«Sì, Capitano Shutzmann,» rispose con voce misurata e profonda, accennando un cenno di saluto. «Sono Varian Darevic, dell'Ordine della Pantera.»

La sua risposta, semplice e diretta, era accompagnata da una lieve tensione nello sguardo, quasi un'ombra appena percettibile che poteva suggerire i pensieri profondi e le domande che continuavano ad accompagnarlo.

«È sempre un piacere tornare a Middenheim,» aggiunse dopo una breve pausa, «soprattuto durante queste celebrazioni. Anche se, come ben sappiamo, persino sotto la luce più brillante possono celarsi ombre che attendono soltanto il momento opportuno per manifestarsi.»

Mentre parlava, Varian lasciò che il suo sguardo vagasse appena, attraversando lentamente i volti dei presenti, come cercando in loro conferma delle sue stesse parole. Il sorriso che comparve sul suo volto era cortese, misurato, ma nascondeva un peso che pochi avrebbero potuto davvero comprendere.

  • Autore
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#03

Konigstaga 27 Sommerzeit 2512 i.c. - mattino [sole - inizio estate]

"Mi ricordo di te: eri lo scudiero del compianto Kraus. Mi fa piacere rivederti" disse il capitano "Perchè parli di ombre in una giornata di festa? A cosa ti riferisci?" chiese

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Gudrod

Il norsmanno si limitò ad annuire a seguito "dell'intuizione" del Generale delle truppe "Mi chiamo Gudrod." e solo dopo si congratulò quasi distrattamente col campione. Poi iniziò a seguire la conversazione con Varian, non lo conosceva, probabilmente avrebbe viaggiato con lui e non gli dispiaceva affatto capire bene con chi avevano a che fare.

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Jacob

Il contrabbandiere osservò il combattimento con distacco immerso in mille pensieri.

" ... bisogna spedire una lettera a Belladonna ... serve un altro carico ... bisogna cercare un magazzino ed un negozio ... vendita vini ... la prima vendita è andata bene, devo girare la lettera a Gottard Goebbels ... Quel piccoletto di Karl e i suoi mocciosi possono essere utili ... devo sapere chi si muove qui in città ... e soprattutto farmi una clientela ... "

Osservò la ragazza che parlava a corte e improvvisamente gli venne un'idea, il suo sguardo si fece per un attimo intenso

" ... nobiltà ... clientela esclusiva ... ecco come fare soldi ... bisogna creare una nuova moda ... "

Appena si parlò di presentazioni il farabutto colse la palla al balzo

Mi chiamo Jacob e vengo da Marienburg e sono qui per affari e credo di essere arrivato nel miglior posto dove cominciare

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