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Djmitri  Karamazov

La luce del mattino illuminava pigramente le guglie di Middenheim rendendo più dolci le sue geometrie severe. I rumori del mercato si alzavano in una sinfonia disordinata di voci, ferri battuti, e zoccoli nervosi.

Djmitri socchiuse gli occhi verso il sole. Gli tornò in mente un verso letto molti anni prima, nei corridoi polverosi della biblioteca di Altdorf. Il poema si intitolava Hard Sun, opera di un oscuro ma celebrato poeta urbano di nome Edward Weder. Parlava di una luce troppo intensa per essere guardata a lungo, di un fuoco che bruciava ciò che toccava, e di come, alla fine, anche l’ombra dovesse arrendersi. Un’opera che richiamava un disperato amore, amore universale tra uomo e natura. Ne canticchia sottovoce i versi domandandosi se qualcuno della compagnia avesse mai avuto la  possibilità di contemplarne le parole

 "There’s a big, a big hard sun

Beating on the big people

In the big hard world." 

Accanto a lui, camminava in silenzio il cavaliere in armatura nera e argento: Varian. Il silenzio dell’uomo era quello di chi ha visto molto e raccontato poco. Djmitri si voltò verso di lui, rompendo il ritmo della camminata.

"Varian" iniziò con voce misurata, «Sembri un uomo che ha vissuto molto e io non so quasi nulla di te. Cosa ti porta a Middenheim, oltre al dovere? E... cosa credi che dovremmo cercare qui?»

Varian

la scena è strutturata in modo tale che tu abbia tempo di rispondermi. Poi passiamo alla scena successiva con Lady Eberhauer

L'attenzione di Djmitri viene attirata da una figura nella folla che riconosce essere Janna Eberhauer. Sorrise. Forse era un caso che fosse li o forse no. "C'è un solo mondo per scorprirlo" pensa.

Si fa avanti, emergendo dalla folla. Quando è a pochi passi, inclina lievemente il capo e rivolge un cenno di saluto cortese:

"Lady Eberhau. Le porgo i miei omaggi. Non so se è' stato capriccio delle ombre a guidarvi in questa città oppure se siete stata voi ad averle guidate dove desiderate. In ogni caso sono lieto di poter incrociare nuovamente il vostro cammino dopo tanto tempo"



Modificato da Kensei

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Mìa

"Ti avrà notato e si sarà andato a nascondere... avrà avuto paura di ricominciare a prendere troppi schiaffi sul collo", commentò Mìa, rivolta a Gudrod, con un sorriso ironico abbozzato sul viso delicato.

Le amarezze e le preoccupazioni del loro lungo viaggio avevano stemperato fin troppo la tipica dolcezza della sacerdotessa, che ogni tanto si obbligava a ritrovare sé stessa, nonostante tutto.

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Varian

Varian camminava al fianco di Djmitri, lasciando che la luce del mattino gli accarezzasse il viso. Le strade di Middenheim erano già vive, colme di voci, odori speziati e colori che stridevano con il grigiore austero tipico della città. Il mago intonava sottovoce versi di una poesia che Varian non conosceva, ma che risvegliava in lui un'insolita nostalgia, un senso di malinconia che sapeva di giornate lontane e ormai dimenticate.

Poi, la domanda di Djmitri giunse improvvisa, scuotendolo dai suoi pensieri:

«Varian, sembri un uomo che ha vissuto molto e io non so quasi nulla di te. Cosa ti porta a Middenheim, oltre al dovere? E... cosa credi che dovremmo cercare qui?»

Varian rallentò leggermente il passo, fissando per un istante il mago. C'era qualcosa in quell'uomo che lo metteva a suo agio, un'aura fatta di arguzia e sincera curiosità, ben diversa dalla gravità che accompagnava solitamente il cavaliere nelle sue giornate.

«Il dovere, Djmitri, è ciò che dà forma ai miei giorni e direzione ai miei passi,» rispose con tono pacato, scandendo lentamente ogni parola. «Ma Middenheim è più che una semplice meta obbligata. È il luogo in cui la mia vita è cambiata per sempre, e dove forse posso trovare risposte a domande che non ho ancora formulato. Quanto a ciò che dobbiamo cercare qui...» fece una pausa, guardandosi intorno con attenzione, «il Caos si nasconde ovunque, specialmente durante giornate come questa.»

Mentre pronunciava quelle parole, Varian sentì una presa leggera e insistente sul suo cuore. Odore ti tempesta, fragore di sangue, ululati nel buio. Cavalli al galoppo. Ricordi e pensieri distorti, scacciati da una ragazzina dagli occhi grandi e scuri che lo osservava con intensità. Dietro di lei, la tenda di Esmeralda la visionaria si apriva come un sipario teatrale, l’ingresso decorato con frange dorate e pendagli che tintinnavano al vento.

Stava quasi per seguirla, attratto dall'atmosfera gitana che sembrava promettere segreti e destini nascosti, quando una voce profonda e decisa si levò dalla folla, catturando immediatamente la sua attenzione. Un uomo imponente, un guerriero del nord dall'aspetto fiero e selvaggio, si era appena avvicinato salutando calorosamente la sacerdotessa e il pirata. Gudrod, così lo avevano chiamato, portava sulle spalle un'ascia massiccia e un sorriso sicuro che parlava più di mille parole.

Varian rimase per un momento immobile, colpito dalla presenza del guerriero norscano, la sua mente attraversata da immagini fugaci di campagne al nord e battaglie combattute fianco a fianco con uomini simili, fieri e indomabili. Aveva imparato a rispettare quella gente dura, coraggiosa, che guardava sempre avanti, incurante dei dubbi e dei timori che invece tormentavano lui costantemente.

Non fece in tempo a elaborare completamente quei pensieri che Djmitri si fermò bruscamente, fissando con evidente sorpresa una donna che avanzava nella folla. Varian la riconobbe immediatamente: era Janna Eberhauer, la seconda maga più importante della città, una figura di potere, misteriosa e quasi irraggiungibile.

«Lady Eberhauer…» sussurrò Djmitri, quasi divertito da quell’incontro imprevisto. Varian notò immediatamente la curiosità che brillava negli occhi del mago, comprendendo quanto importante potesse essere per lui quell'incontro inatteso.

Così, lasciandosi sfuggire un sorriso impercettibile, il cavaliere dimenticò per un istante la tenda della veggente e accompagnò Djmitri verso la maga, mantenendosi però leggermente indietro, come per offrire al suo compagno lo spazio necessario per quell’incontro.

Solo un ultimo sguardo verso la tenda gitana rimase sospeso nell'aria, come una promessa silenziosa. Sarebbe tornato presto lì, dove forse il destino lo aspettava, pronto a rivelarsi in mezzo a incenso e candele tremolanti. Ma per il momento, la realtà imponeva altro.

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Konigstaga 27 Sommerzeit 2512 i.c. - mattino [sole - inizio estate]

Mia stava rispondendo a Gudrod quando i due nuovi compagni si scostarono leggermente dal gruppetto per raggiungere una donna di meno di 30 anni alta quasi un metro e ottanta con capelli castani e lentiggini sul viso: indossava una veste comune ma elegante di colore rossastro

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Dopo un attimo di titubanza la ragazza si voltò verso di loro "Dijmitri Karamazov e Varian Darevic! Una sorpresa incontrarvi qui a Middenheim. Immagino cosa possa portare Darevic qui ma non voi Karamazov, e soprattutto insieme. Non penso sia il carnevale..." disse decisa

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Gudrod

Il norscano sembrava davvero compiaciuto di aver incontrato i suoi vecchi compari di avventura e amici in quella che poteva definire senza dubbio la città imperiale più vicina alle sue origini e patria del suo 'mentore'.
"Allora... cosa vi porta qui?" chiese rivolto ai due "Io cercavo proprio voi. La vita da contadino mi ha stancato dopo pochissimo, tolta di mezzo quella strega c'era poco da fare al villaggio. E con voi i guai e quindi il divertimento è sempre dietro l'angolo. Ho aiutato con le riparazioni e soprattutto ultime pulizie del castello, se capite cosa intendo, ma tutto il resto non fa davvero pe me." si guardò di nuovo attorno cercando il ragazzo e non badò ai nuovi compagni considerando che non li conosceva e che la confusione non era certo poca "Spero ora sia lui in grado di dare schiaffi a me."

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Djmitri  Karamazov

"Lady Eberhau," — dice inclinando leggermente il capo in segno di rispetto, la voce bassa ed educata, "la mia presenza a Middenheim durante il Carnevale è circostanziale... ma non priva di scopo. In mezzo al frastuono, le ombre si muovono più liberamente, e ciò che si cela dietro le maschere è spesso più rivelatore di un volto scoperto."

Fa una breve pausa, lo sguardo verso Varian per un istante, poi torna su di lei.

"Per quanto riguarda la mia... compagnia," aggiunge  "fu il fato a guidare i nostri passi. Poco fuori dalle mura, fummo assaliti da un’orda di uomini bestia. Non avremmo superato quell’attacco senza l’intervento reciproco. Ciò che iniziò come sopravvivenza è ora una provvisoria alleanza."

Abbassa appena lo sguardo, in segno di umiltà. 


Modificato da Kensei

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Ludwig

All apparire del gigante norscano, il giovane mozzo sfoggio' un sorriso a 48 denti, la vecchia compagnia era di nuovo riunita e questo non poteva che essere di buon auspicio.

"Mastro Gudrod! Che bello rivedervi, sono convinto che quel villaggio tra qualche anno sara' popolato da una miriade di piccoli giganti norreni dopo il vostro passaggio"

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Mìa

"Beh, stiamo cercando di chiudere ancora qualche vecchio affare in sospeso, sai, no?", spiegò Mìa a Gudrod, riallacciandosi all'interrogativo buttato lì dal Nordico.

"E, ovviamente, Jacob ne ha trovati degli altri, come al solito di natura... vaga. Ma oggi siamo qui, soprattutto, per goderci il Carnevale. Sperando che sia più tranquillo della Schaffenfest".

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Konigstaga 27 Sommerzeit 2512 i.c. - mattino [sole - inizio estate]

Mentre i compagni parlavano tra di loro, Djmitri e Varian continuavano a dialogare con la nuova venuta

"Parlate per enigmi, caro Dimitri. In questo nostro Impero, l'ombra del Chaos è molto diffusa e il nemico è anche fra di noi: tutto sa vederlo. E non penso che si sia fermato per il nostro Carnevale." fece una pausa "In bocca al lupo per la vostra cerca allora: se volete venite pure a trovarmi al collegio di magia qui in città" aggiunse