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Gilda aperta  ·  4 membri

Segmentum Pacificus

Non vi è nulla da temere se non il fallimento - TdG


Pippomaster92

Messaggio consigliato

Dana Vervun

La risposta al nostro dubbio arriva, sorprendentemente, dal mio protettore: l'ipotesi che avevamo formulato è corretta. Un invasione di orki... E quel Sidon ce ne ha affibiato uno. Non abbiamo altri dubbi, a questo punto. Presumo che le stazioni che non hanno risposto siano già cadute, probabilmente quella che abbiamo contatto poco fa sta combattendo in questo esatto momento contro gli xeno. Dico dopo aver sentito le parole dell'orko, squadrandolo poi con ostilità vedendo la sua apparente eccitazione. Dovró tenerlo d'occhio. Potrebbe tradirci da un momento all'altro. 

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"Mio lord, possiamo provare a raggiungere il la stazione ancora attiva. Apparentemente lo space hulk è inattivo e non dovremmo aspettarci problemi in orbita" spiega il comandante della Tristitia indicando sull'olomappa l'insediamento umano "Da questa distanza non possiamo raccogliere altri dati, però"

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Ach’eron De Plano

<<Suonate l’allarme. Prepariamoci ad un eventuale attacco ed alzate al massimo gli scudi. Non sappiamo se dalla stazione possano rilevare le eventuali emissioni per l’attivazione delle armi, quindi per adesso non iniziamo le sacre procedure di armamento. Andiamo alla stazione attiva, velocemente.>> dico con tono serio e marziale che stona abbastanza col mio fisico e la postura. In compenso sono già pronto a farmi aiutare nella vestizione dell’armatura della mia Gilda. 
Faccio un cenno ad alcuni servi, prima di prepararmi all’Armorium. Avremo bisogno di ogni preghiera dei tecnopreti e della sorella, temo.

<<L’imperatore protegge.>>  

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Salite a bordo del velivolo da trasporto e vi sganciate dalla Tristitia, scendendo nell'atmosfera densa di nebbie e fumi del pianeta.

Non è un bel posto, probabilmente è a poche spanne di fango dall'essere la definizione di Pianeta Assassino. E ora lo è a pieno titolo, considerati i nuovi occupanti. 

Prima di raggiungere la stazione di comunicazione sopravvissuta sorvolate quello che doveva essere un villaggio. Circondato da mura di lamiera e legno, è stato razziato e incendiato. Qualche cadavere umano mezzo carbonizzato è ciò che resta dei difensori... e gli inconfondibili cadaveri di orki identificano gli assalitori. 

La stazione di trasmissione è un complesso di edifici abbastanza bene tenuto per gli standard del pianeta. È un prefabbricato imperiale circondato da un bastione di terra e un muraglione di pietra, con tre postazioni di artiglieria messe ai vertici di un triangolo. Alcuni uomini armati fanno da sentinella. Contro il lato esterno del bastione vedete i rottami carbonizzati di un veicolo ormai irriconoscibile e i cadaveri di tre orki. 

Il vostro arrivo viene salutato da una delle torrette che vi aggancia, e da una chiamata sul vostro sistema di comunicazione "Non abbiamo posto per dei rifugiati, dannazione a voi! Vi abbatteremo a colpi di cannone se non ve ne andate immediatamente!" vi apostrofa la voce di un uomo.

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Il Vagabondo

"Ti prego, De Plano, fammi contento e dí loro che li faremo saltare per aria, se non la smettono di dire fesserie...", commento, annoiato. 

Questo letamaio di pianeta e questa noiosa faccenda stanno già ritirando fuori tutta la mia mancanza di sopportazione. 

Non è un bene. 

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Ach'eron de Plano

Mi metto una mano alla fronte.
A lungo.
«Come stiamo cercando di comunicare da credo almeno una decina di minuti, non siamo rifugiati. Vista la situazione, possiamo portarvi extra-mondo.» dico sospirando. «Sennò potete rimanere qui e sperare che gli orki non tornino.»

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Dana Vervun

La visione del villaggio distrutto mi stringe il cuore: la battaglia è stata violenta e la presenza dei cadaveri degli xeno conferma le parole dell'orko. Che l'Imperatore ci protegga! 

Arriviamo quindi all'avamposto, una cittadella asserragliata dietro alle sue difese, e il nostro ingresso viene rifiutato da quella che penso essere una delle guardie. Che ignobili codardi! Stringo il pugno, scrutando con fare minaccioso le torrette. 

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Dall'altra parte cala il silenzio, interrotto dopo qualche minuto "E che diamine ci fanno degli stranieri, qui? Identificatevi... e in fretta. Se continuerete a sorvolare la nostra base ancora a lungo senza dirci chi siete, verrete abbattuti. Da noi o dagli orki. Credo che la differenza vi importi poco, giusto?"

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Ach’eron de Plano

<<Casato de Plano, Ach’eron de Plano. Abbiamo visto intorno al pianeta l’asteroide ed abbiamo cercato di contattarvi ma avete rifiutato le chiamate.>> dico con calma, o quantomeno fingendone molta. In verità sono un poco scocciato dalle complicazioni e dall’orko a bordo. 

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Dana Vervun

"Gli uomini benedetti dall'Imperatore devono vivere nella sua memoria"... Non deve essere un messaggio che passa di frequente tra questi uomini. Evito di presentarmi: il mio nome non farebbe altro che mettere in guardia l'uomo con cui stiamo parlando. Non abbiamo modo di evacuarli, signore, non senza dei rinforzi. E non intendo scatenare una battaglia per conquistarsi un posto sulla Tristitia. Dico a de Plano, aggiungendo Suggerirei di provare a chiedergli le informazioni che cerchiamo prima di offrirgli la ricompensa. 

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"Trentasette, con tre feriti che probabilmente non dureranno che un paio di ore" risponde l'uomo, poi resta in silenzio qualche minuto "No, non c'è nessun Klaine qui. Ma forse se cercate qualcuno qui, su questo pianeta dimenticato dall'Imperatore, non lo troverete con il suo vero nome... qui la gente veniva per stare lontana dai guai. Comunque qui nessuno conosce quel nome. Perciò il vostro uomo o non vuole farsi trovare o non è qui"

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Ach’eron de Plano

<<Alto e ben piantato, capelli scuri ed incarnato scuro, sulla sessantina. Spesso portava delle pitture sul volto, un aquila imperiale.>> dico alla radio, mentre faccio cenno di contattare la nave per chiamare i soccorritori. <<Atterriamo, così potrete spiegarci cosa sta succedendo. Arriverà un altro shuttle a prendervi, per effettuare una evacuazione come si deve.>> 

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