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Capitolo 2


Marco NdC

Messaggio consigliato

Haisendok -> Locanda “Ventre del Kraken” -> Sala principale
 

Spoiler
Il 5/1/2021 alle 12:09, Crees ha scritto:

John Milligan - Ventre del Kraken, Haisendok.

Lo tengo stretto, molto stretto. Con la lama che gli minaccia la gola ed i miei occhi che si riflettono nei suoi.

<<Hai mandato i tuoi uomini ad uccidermi e quando gli hai visti cadere hai tentato di farlo tu stesso con un cannone a mano. Non hai avuto neanche la decenza di farlo spada alla mano. Cosa credi che stia per succedere ora?>>

Non gli concedo il tempo di rispondermi. La spada gli taglia la gola, mentre guardo la vita lasciare il suo corpo. Era un uomo senza onore, non mancherà a nessuno. Lascio che si accasci sullo sgabello mentre le vesti pregiate gli si tingono di rosso scuro. Mi siedo allo sgabello accanto ed ordino da bere all'oste che intanto si é nascosto alla vista, permettendo così ai presenti di aggiungere l'ennesimo dettaglio "piratesco" alla storia che si é appena compiuta.

 


John
Il bastardo va giù schiumando sangue, muco e rabbia.
La sua arma, ancora stretta in pugno, impatta con un “TUMP” sul pavimento.
È davvero ben fatta. Ha un che di artistico.
E non sembra avere eredi. Se volessi rivendicarla come trofeo, nessuno avrebbe da ridire.
Cannone a mano (vicino, +1d6 danni, ricarica, 200 monete, peso 2)

A parte il “TUMP”, in locanda cala un silenzio assordante. È come se la tua lama avesse tagliato, con la gola del “capitano”, le lingue di tutti presenti.
Dopo un po’ l’oste si sveglia, balbettando qualcosa.
Ma è Lunetta a servirti.
Insomma, le hai salvato la vita mettendo a rischio la tua. Chi lo avrebbe fatto tra quei bifolchi?
È tutta un sorriso mentre ti versa del grog. Quello buono. Quello costoso, delle grandi occasioni.
Scende giù che è un piacere. Dimentichi i graffi che hai preso.
Grog, quello buono

Spoiler

Grog, quello buono 3 utilizzi, lento, 15 monete, peso 1;
Quando lo bevi per dimenticare, guarisci 5 danni e spendi un utilizzo





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Haisendok -> verso la Locanda “Ventre del Kraken” 

Mororga
Il “BOOOOOOM” non lascia spazio ad interpretazioni. La domanda è: chi-sta-sparando-chi? C’è un solo modo per scoprirlo.
Dopo l’ennesimo zig-zag di passerelle, mentre guadagni l’entrata alla locanda, un tipo smilzo ne esce a rotta di collo sbattendoti contro.
Peggio per lui. Schiantarsi contro un carro sarebbe stato più divertente.

Finalmente dentro, ti è tutto chiaro. Quasi.
Sangue e budella sparse. Più che una rissa sembra un regolamento di conti tra bande. Interessante.

Quelli vivi sembrano eccitati e spaventati allo stesso tempo. Eccetto due: una cameriera e un tizio al bancone, che ti dà le spalle.
La prima sorride al secondo mentre gli versa del grog. È palesemente cotta di lui.
Dal suo canto, il tizio trangugia come se tutta quella faccenda non lo riguardasse. Eppure il cadavere con la gola tagliata giace a due passi da lui.

Guardandolo meglio, seppur da dietro… quei capelli lunghi, color cenere, non ti sono affatto nuovi.
Non hai dubbi. Deve essere quella vecchia canaglia di John Milligan!
Il che spiega perché lo smilzo di prima aveva ancora la testa attaccata al collo. Troppo buono lui.
Batuera lo spietato non lo avrebbe permesso.
 



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Haisendok -> Quartieri popolari ->  Bettola di Amanda
 

Spoiler
Il 1/1/2021 alle 18:27, Casa ha scritto:

Teros (druido elfo)

Ascolto le parole di bazza annuisco ma sinceramente della sorte di oman mi interessa poco o niente del resto se avessi voluto ucciderlo avrei potuto farlo.

Mi sto per congedare da bazza quando percepisco come una esplosione: il sesto senso mi richiama alla memoria john sempre in prima linea a trovarsi nei guai: non è come mororga che i guai se li crea, john ci capita dentro e so che finirà in qualcosa di più grande di lui.

Saluto velocemente bazza e mi affretto al ventre del kraken: entro.

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@Marco NdC Sono entrato nella locanda (probabilmente dopo mororga)

Se posso farei un discernere la realtà per vedere chi ha il controllo della situazione, ma non so se la situazione consente di fare cose oltre al semplice sguardo veloce prima di essere travolti dagli eventi.

 

Intanto Buon anno a tutti

 

 

Teros
Quanto si dice su Haisendok riguardo a chi è in cerca di avventura, si sta rivelando vero. Forse anche troppo.
John Milligan è nei pasticci. Ne sei certo. Non c’è tempo per le bagatelle, ma almeno sei al corrente di due novità.
La prima è che Bazza si tira fuori. Almeno per un po’. Niente da dire: è stata una buona compagna di viaggio. Tagliente con la spada quanto con la lingua. Ma al cuor non si comanda. Così dicono certi.
Amanda, la sua nuova passione, se ne sta lì, che attende giustificazioni col broncio da fidanzatina.
La seconda è che la malavita di Haisendok ha un conto in sospeso con voi. Una seccatura, più che un problema vero e proprio. Ma adesso che hai il tuo cristallo possono andarsene tutti in malora.
Domanda:

Spoiler

Come hai ricevuto il tuo cristallo, e perché è così importante per te?



Corri in direzione della locanda. Il vento corre con te, portandoti i bisbigli degli spiriti e mettendoti le ali ai piedi.

All’ombra dell’iconica insegna tentacolare, una dozzina di curiosi sciama come un nugolo di mosche su un grosso escremento. C’è una malsana eccitazione nell’aria, ed altri ancora giungono alla spicciolata.
In particolare, dalla distanza, scorgi altri due gruppetti. Si muovono a passo svelto.
Il primo, dalla destra, è un drappello di guardie.
Il secondo, dalla sinistra, è un trio di avventisti pressoché identici tra loro. Riconoscibili dalle tuniche di iuta logora, dal cappuccio a punta, e dal volto ombroso, in tutti i sensi.
Entrambi saranno stati attirati dallo sparo, o dalle voci che si staranno rincorrendo su quanto è successo.

Sgomiti. Ti fai spazio. Entri.
Considera di essere arrivato qualche minuto dopo l’arrivo di Mororga

La scena che si para ai tuoi occhi è un po’ spiazzante.
Qualcuno è riverso a terra, messo male. Malissimo.
Mororga invece è con John, e stanno entrambi bene.  
 



------------------------


@Tutti

Cosa fate?

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Teros (druido elfo)

entro nella locanda e vedo mororga con john milligan: stanno bene e  la situazione sembra essere sotto controllo, ma mi affretto da loro e ancor prima di salutarli:

"ho visto un gruppo di guardie che sta venendo in questa direzione: è tutto a posto?"

il dubbio che mi attanagliava era se fosse il caso nuovamente di sparire!

chiarita questa questione ci sarebbe stato spazio per i saluti!

 

 

Spoiler
Il 6/1/2021 alle 17:34, Marco NdC ha scritto:

Come hai ricevuto il tuo cristallo, e perché è così importante per te?

ogni elfo predestinato a diventare druido quando "assume l'incarico" su un preciso territorio riceve in omaggio un oggetto dal "sommo druido"; tale oggetto è dono diretto della dea madre terra.

Il cristallo bussola è il dono che ha ricevuto teros.

 

 

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John Milligan, e ben conciato, pure. Ah ah. Ci sarà anche la sua bagnarola, da qualche parte.

Mi avvicino al bancone e mi appoggio ad esso di fianco a lui, rivolgendomi all'oste: "ehi tu. Dammi qualcosa di forte, adesso. E porta anche due bicchieri di latte per i ragazzini qui di fianco!" dico indicando John con il pollice.

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John Milligan - Ventre del Kraken, Haisendok.

Mando giú la bevanda, calda e ristoratrice piú di una medicina del clero. Cosí buona che raggiungo la bottiglia e l'avvicino perché Lunetta non possa portarla via. Quasi non mi accorgo dell'arrivo di Mororga e sfoggio una delle mie espressioni piú sorprese.

<< Sapevo che eri tu. Quando ho sentito le storie di questo uomo vestito con una tenda da circo mi sentivo che parlavano di te. >> Gli dó una sonora pacca sull'ampia schiena. Proprio nel momento in cui entra Teros.

<< E dove ci sei tu, non puó che esserci anche lui. Ora voi ditemi se questo non é opera di un complotto dell'universo o chi per lui?>> non aspetto la risposta mandando giú un altra sorsata, mentre l'allarme del Druido, allarma inevitabilmente anche me. Non che non ci sia qualcosa di legittimo nelle vite che ho tolto, ma non ho voglia di dare spiegazioni. Faccio cenno con entrambe le mani, ai miei ritrovati compagni, di darmi un minuto, mentre mi chino sul corpo non ancora freddo del capitano. Raccolgo la sua pregevole arma, e controllo le tasche del suo cappotto, le cucitore e tasto in cerca di qualcosa di nascosto. Passo poi alla camicia ed infine ai calzoni, non sia mai si trovi qualcosa di utile. Ogni capitano che si rispetti nasconde qualche oggetto degno di nota, o un documento importante.

<< Lunetta mia adorata, vi é un uscita secondaria in questo posto? >>

Spoiler

Discernere realtá controllo le tasche del suo cappotto, della camicia e poi dei calzoni,  5+5 successo

  • Cosa qua é utile per me?
  • Cosa non é ció che sembra?
  • Che cos’è accaduto qui di recente?

 

 

 

 

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Haisendok -> Locanda “Ventre del Kraken” -> Sala principale

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Il 9/1/2021 alle 12:43, Ji ji ha scritto:

John Milligan, e ben conciato, pure. Ah ah. Ci sarà anche la sua bagnarola, da qualche parte.

Mi avvicino al bancone e mi appoggio ad esso di fianco a lui, rivolgendomi all'oste: "ehi tu. Dammi qualcosa di forte, adesso. E porta anche due bicchieri di latte per i ragazzini qui di fianco!" dico indicando John con il pollice.

 

Mororga
L’oste tormenta il suo strofinaccio mentre ripassa mentalmente la tua comanda.
È troppo preso dal come e quando ripulire il massacro. O forse dal se eri serio riguardo il servire del volgarissimo latte. Volgarissimo si fa per dire. Ormai, di questi tempi, è merce rara.
Ad ogni modo vi serve qualcosa più che soddisfacente. Meglio non indispettirvi, questo è chiaro.


*****
 

Spoiler
Il 10/1/2021 alle 22:12, Crees ha scritto:

John Milligan - Ventre del Kraken, Haisendok.

Mando giú la bevanda, calda e ristoratrice piú di una medicina del clero. Cosí buona che raggiungo la bottiglia e l'avvicino perché Lunetta non possa portarla via. Quasi non mi accorgo dell'arrivo di Mororga e sfoggio una delle mie espressioni piú sorprese.

<< Sapevo che eri tu. Quando ho sentito le storie di questo uomo vestito con una tenda da circo mi sentivo che parlavano di te. >> Gli dó una sonora pacca sull'ampia schiena. Proprio nel momento in cui entra Teros.

<< E dove ci sei tu, non puó che esserci anche lui. Ora voi ditemi se questo non é opera di un complotto dell'universo o chi per lui?>> non aspetto la risposta mandando giú un altra sorsata, mentre l'allarme del Druido, allarma inevitabilmente anche me. Non che non ci sia qualcosa di legittimo nelle vite che ho tolto, ma non ho voglia di dare spiegazioni. Faccio cenno con entrambe le mani, ai miei ritrovati compagni, di darmi un minuto, mentre mi chino sul corpo non ancora freddo del capitano. Raccolgo la sua pregevole arma, e controllo le tasche del suo cappotto, le cucitore e tasto in cerca di qualcosa di nascosto. Passo poi alla camicia ed infine ai calzoni, non sia mai si trovi qualcosa di utile. Ogni capitano che si rispetti nasconde qualche oggetto degno di nota, o un documento importante.

<< Lunetta mia adorata, vi é un uscita secondaria in questo posto? >>

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Discernere realtá controllo le tasche del suo cappotto, della camicia e poi dei calzoni,  5+5 successo

  • Cosa qua é utile per me?
  • Cosa non é ció che sembra?
  • Che cos’è accaduto qui di recente?

 

 

 

 

 

John
Lunetta ci pensa un attimo. È tutta accigliata.
Un tempo la locanda aveva le sue uscite secondarie. Al pian terreno ovviamente. Adesso è tutto sbarrato e sommerso.

«Beh, non sarebbe proprio un’uscita» trasale «ma dalle cucine c’è un montacarichi che dà sull’esterno... Oppure anche dalle stanze di sopra, ora che ci penso. Non so… forse è troppo pericoloso…» aggiunge premurosa per te. Ce l’hai in pugno la ragazza.
Ad ogni modo, per ogni evenienza, ti mostra la chiave che porta al collo. È il passe-partout che usa per dare una spazzata e rifare i letti di sopra (puoi prenderlo se vuoi, o farti accompagnare da lei).

Hai ben presente il finestrone sul lato ovest della locanda. Dalla sommità sporge un sostegno di legno, con annessa carrucola e corda.
Viene usato dai magazzinieri quando passa la chiatta degli approvvigionamenti, per tirare su casse e barili.
Quando non passa una qualche imbarcazione però, di sotto c’è il canale. O meglio, il corso d’acqua dove un tempo c’era la strada.
Chissà, forse oscillando con la corda, si potrebbe atterrare su qualcosa di solido.

Di sopra invece, dalle stanze dei clienti, si potrebbe uscire dalle finestre, accedere ai cornicioni, aiutarsi con qualche appiglio e raggiungere il tetto.
L’idea sarebbe di svignarsela alla maniera dei gatti, cioè saltando da edificio ad edificio.
Lunetta pensa che sia pericoloso. Ma nella peggiore delle ipotesi si rischierebbe un buco in acqua.

Mentre valuti il da farsi, nelle tasche del “capitano” trovi un sacchetto sonante di monete (6d4 monete = 19), un astuccio di latta con dell’erba pipa, un pugnale di buona fattura, una fiaschetta di alcol cesellata, puzzolente e quasi vacante.
Seminascoste nella fodera del doppiopetto trovi delle immagini di donnine e una missiva umidiccia e stropicciata (che più o meno risponde a tutte e tre le domande del prec. Discernere).
 

Quest’ultima recita in bella grafia:
Illustrissimo Capitano Yorsenghen,
nutriamo grandi aspettative nelle sue competenze, nonché per la Santa Missione che è chiamato a compiere.
Tuttavia, in base ad indiscrezioni giunteci da fonti attendibili, siamo rammaricati di apprendere riguardo alcuni episodi incresciosi, verificatisi recentemente, nella comunità ospitante lei ed il suo equipaggio.

Soprassedendo sui dettagli, di cui sicuramente sarà a conoscenza, le chiediamo di impartire maggior disciplina ai suoi sottoposti. La invitiamo altresì a non macchiare la reputazione vostra e del collegio che vi ha eletti, nonché ad attirare con il buon esempio la benevolenza degli dei, indispensabile per il buon esito della sua, nostra, Missione.
Nel rinnovarle la stima, sicuri che prenderà a cuore le nostre richieste, le impetriamo la solenne benedizione.

Circolo Superiore degli Avventisti


La missiva spiegherebbe il senso di impunità di questi fenomeni.
Il “capitano” e i suoi non erano affatto nuovi a qualche marachella.
Gli avventisti mal digerivano la cosa. Tuttavia hanno ingoiato il rospo, costretti ad affidarsi agli unici disposti ad andare sull’Isola Proibita.
I fenomeni lo sapevano bene e ci hanno marciato… Almeno finché non hanno incrociato sulla loro strada uno come te.
 

*****

@TUTTI
Intanto arriva un bel vociferare da là fuori. Le guardie, gli avventisti, o forse entrambi, stanno per arrivare in pompa magna.
Se volete evitare il loro incontro dovrete agire alla svelta.

Cosa fate?

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John Milligan - Ventre del Kraken, Haisendok.

Raccolgo tutto con finto disinteresse, per poi approcciarmi vicino a quel mucchietto d'ossa della cameriera prendendo in prestito la chiave. 

<< Fa proprio al caso mio, torneró a rendertela.>> 

Mento, mentre strizzo l'occhio a Mororga e mi volto a parlare con Teros. 

<< Immagino che tu non abbia problemi di sorta ad uscire da qui, io ed il bestione passiamo per i tetti.>>

Senza aspettar risposta mi lancio quindi per le scale, diretto al piano superiore.

 

Spoiler

Marco non so se sia possibile, ed onestamente non mi ricordo se te l'ho giá chiesto, ma sarebbe possibile rendere il post con la scheda editabile da tutti? cosí posso aggiungere tutto direttamente li. Altrimenti potrei fare un nuovo post in cosa con tutti gli aggiornamenti del caso.

 

Modificato da Crees
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Bene, è ora di agire. Seguendo la lista delle priorità. Uno, seguire gli amici. Due, afferrare un paio di bottiglie di bumba per il viaggio, quelle più a portata di mano. Tre, pagare le bottiglie. Per l'ultima non c'è tempo, mi sa. Seguo John e Teros su per le scale, guardando quali bottiglie ho preso.

 

Modificato da Ji ji
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Haisendok -> Locanda “Ventre del Kraken” -> Sala principale


TUTTI
Gambe in spalla. Dopo una svolta e mezza, le scale vi conducono al pianerottolo del terzo piano.
La corsa termina subito in un’intersezione a T. Dove andare?
Il corridoio, da sinistra a destra, è intervallato da una serie di porte chiuse. Sono sostanzialmente uguali, eccetto il numero di stanza ben in vista sulla targhetta.
Lunetta avrebbe saputo quali sono quelle libere. Ma tornare indietro significherebbe una cosa che non volete: ritrovarvi le guardie e/o gli avventisti tra i piedi.

Con il passe-partout vi infilate in una stanza.
«Quante volte devo dirti di non…» abbaia un grassone sorpreso in una posa poco decorosa. La bagascia sotto di lui è altrettanto contrariata.
Lo sconcerto aumenta nell’apprendere che non siete nemmeno il servizio in camera.

Oltre le tendine c’è la scappatoia più vicina. La finestra affaccia sul cornicione nord. Non proprio una vista panoramica, seppur si intravede uno spicchio di mare. È a nord-ovest, come una lastra di ardesia grezza, oltre il velo di caligine e il vedo-non-vedo per il continuo sforbiciare dei tentacoli dell’insegna.
Per raggiungere il tetto basta aggrapparsi ad uno di questi. Un gioco da ragazzi.

La vista domina su tutta Haisendok. Le sommità degli altri edifici appaiono come una scacchiera sulla quale conviene ragionare un po’, prima di capire come conviene muoversi.
Non avete tutto il tempo di questo mondo ma, grosso modo, stabilite che si può raggiungere:

- Un qualche nascondiglio “sicuro”;
È la soluzione più pratica. Basterà calarsi in una delle tante botole, finestre o abbaini.
Al che avrete modo di raccogliere le idee, al riparo di sguardi indiscreti. Eccetto quello di un eventuale occupante, si intende.

- Un qualche ponteggio o passerella;
Che seppur all’aperto è ragionevolmente distante per seminare eventuali inseguitori.
Salì lì, scendi là: ci sono opzioni tutte intorno. Certo, qualche discesa richiederebbe un po’ di agilità, e tetti e grondaie sono perlopiù fradici. Il pericolo di una sederata in acqua non è da escludersi (Sfidare), soprattutto considerando che avete il pepe al culo.  
Una volta giù potrete filarvela più o meno dove vi pare.

- La camera personale della baronessa;
Il palazzo baronale si staglia seguendo il profilo della scogliera. La corona di gabbiani ne riprende il tono avorio-sporco-fuliggine, e l’araldo della casata svetta logoro e stinto come lo scettro di un monarca caduto in disgrazia.
La finestrella che dà sulla camera della moglie del barone, che John conosce bene, se ne sta lì in cima. Occhieggia di un invitante color glicine. Saranno candele profumate.
Non è vicinissima. Bisognerebbe saltare di tetto in tetto per un bel po’, eludere la sorveglianza, e infine arrampicarsi per molte lunghezze. Rischioso ma divertente. A meno che, nel tentativo, non ci si sfracelli abbracciando qualche scoglio (Sfidare).

- L’alcova di Kilia l’indovina;
Qui si va sull’esotico. Mororga conosce approfonditamente questa signora. In tutti sensi. Le ha anche lasciato dei calzoni in ricordo.
Di lei ci si potrebbe fidare anche per un’ospitata. Le montagnelle di cuscini damascati basterebbero per tutti.
Però arrivandoci dall’alto, dunque di palma in palma (Sfidare), dunque scavalcando la recinzione e la solita fila di clienti, bisognerebbe avere l’accortezza di non cascare nel giardino.
Non tanto per non rovinare le piante rare: dicono che siano alchemiche. Ma per non finire tra le grinfie di Nerina e Nerona, le sue pantere da compagnia.

- Il grosso e il peggio di Haisendok;
Ossia l’enorme accozzaglia di case popolari.
Sono retrostanti alla locanda, addossate come se volessero mangiarsela;
Anche qui, saltando di “palo in frasca” si rischierebbe al massimo un buco in acqua (Sfidare). Ad ogni modo va considerato che dopo i fatti di Oman “quattro denti”, ci saranno mille e mille occhi in cerca di facce come quelle di Teros e di Mororga.
Vaglielo a spiegare che Oman era quello cattivo.

- Ognuno può inventare un’altra destinazione di sua fantasia, e un pericolo da sfidare per poterla raggiungere.

Queste sono le opzioni. A sensazione dovreste decidere alla svelta.
Non sapete se qualcuno è sulle vostre tracce. In tal caso, il grassone e la bagascia che avete poc’anzi importunato, sarebbero ben collaborativi nello spifferare dove vi siete cacciati.

Cosa fate?
 

Mororga hai preso con te il grog che stava servendo John, ed un’altra bottiglia di tuo gradimento.
La prima è:

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Grog, quello buono 3 utilizzi, lento, 15 monete, peso 1;
Quando lo bevi per dimenticare, guarisci 5 danni e spendi un utilizzo

 

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"So io dove possiamo stare tranquilli per un paio di giorni. E quando dico tranquilli, intendo spassarcela. Seguitemi!" dico ai miei due compagni. Mi avvio verso la finestra, poi ci ripenso un attimo e mi volto. Guardo il ciccione e la bagascia. Mi passo un dito davanti alla gola, poi lo metto davanti al naso. "Shhhh."

Esco sul cornicione e mi avvio verso l'alcova di Kilia.

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Parlamentare con i due. Leva: trucidarli oppure no. 5 + 3 + 1 (CAR) = 9

 

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TEROS (DRUIDO ELFO)

un posto valeva l'altro bastava togliersi da li in modo discreto, purtroppo imbuchiamo una stanza occupata: mororga reagisce a suo modo dal mio conto invece l'approccio è diverso: un veloce "scusate il disturbo" prima di varcare la finestra.

 

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@Marco NdC

sfidare il pericolo tiro senza modificatori:

2d6 = 6

 

 

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John Milligan - Ventre del Kraken, Haisendok.

Ci lanciamo dove ci guida l'istinto, interrompendo l'onesto lavoro di una professionista e lasciando che l'aria fetida della cittá ci accolga nuovamente. Ricontrollo per sicurezza gli oggetti trafugati, come assicurandomi di aver tutto, mentre esco sul cornicione per nulla preoccupato. Non é la prima volta che scappo per i tetti di Haisendok, mi é infatti facile realizzare che non sono poi molto lontano da una delle donne piú belle su cui abbia posato lo sguardo, le mani e tutto il resto. Faccio per aprir bocca in tal senso, quando il mio amico poco civilizzato si propone di farci pista. Sospiro vagamente deluso per poi seguire il suo incidere grezzo fra le passerelle. Dovrebbe essere semplice e decisamente meno rischioso, sopratutto per lui, scendere verso la strada, piuttosto che  darci al salto fra gli alberi come scimmie, oltre al fatto che forse attirerebbe maggiormente l'attenzione.

<< Passiamo di qua? >> 

Propongo, indicando le impalcatura che dalla strada si arrampicano su per l'edificio. Certo, si potrebbe dover saltare di tanto in tanto ed evitare di scivolare, ma meglio che rischiare l'osso del collo.

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Il 18/1/2021 alle 23:52, Ji ji ha scritto:

"So io dove possiamo stare tranquilli per un paio di giorni. E quando dico tranquilli, intendo spassarcela. Seguitemi!" dico ai miei due compagni. Mi avvio verso la finestra, poi ci ripenso un attimo e mi volto. Guardo il ciccione e la bagascia. Mi passo un dito davanti alla gola, poi lo metto davanti al naso. "Shhhh."

Esco sul cornicione e mi avvio verso l'alcova di Kilia.

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Parlamentare con i due. Leva: trucidarli oppure no. 5 + 3 + 1 (CAR) = 9

 

 

Mororga
Al tuo “Shhhh” i due piccioncini si stringono l’un l’altro, raddrizzando le schiene per il brivido.
Stupidi conigli… Sai bene però che senza una dimostrazione pratica, come un dito spezzato, un occhio pesto, o una spalla slogata, rialzeranno la cresta appena arriverà la cavalleria.
Sempre che abbiate qualcuno alle calcagna.
Alla fine guardie e avventisti si pestano i calli a vicenda. Magari stanno ancora giù a menarsela.
E anche se venissero a cercarvi, basterà che i due conigli balbettino quel tanto da concedervi un po’ di vantaggio (successo parziale in Parlamentare).
Vi basta per vedere bene dove mettete i piedi, mentre zompettate tra i tetti e le grondaie fradice di Haisendok. Non è stagione per fare dei buchi in acqua.

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Haisendok -> Alcova di Kilia

TUTTI
Raggiungendola dal basso, come le persone normali, la tenuta della chiromante si nasconde aldilà di mura di argilla piena. Sono alte, spesse, smussate, e adornate da maioliche rosa-beige.
Il complesso è una graziosa fortezza. Ricorda una conchiglia che ha preservato la sua perla – il giardino botanico – dall’innalzamento del mare. Come se chi la progettò a sua tempo ne avesse previsto l’eventualità...

Oltrepassate le mura salendo su delle rampe a zig-zag. Sono rampe mobili, che vengono piazzate nelle ore diurne, permettendo il via-vai dei clienti.

L’interno della tenuta si dischiude ai vostri occhi come il contenuto di un monile. Totalmente fuori luogo nel grigiore di Haisendok.
Il selciato che conduce alla dimora è ben curato. Soprattutto, è isolato per tutta la sua lunghezza da una galleria in rete metallica, che fa sia da gabbia, sia da supporto per i rampicanti.
Il perché è presto detto: aldilà delle sbarre potete scorgere non solo la varietà delle piante, ma anche le due pantere di Kilia. I felini seguono il vostro passaggio apaticamente, ma meglio non farsi illusioni e camminare al centro del sentiero.
Le palme che avevate visto dal tetto della locanda, adesso svettano sulle vostre teste (sempre dall’interno del giardino). Si susseguono in una fila che, facendo il giro, vi avrebbe portato direttamente sul terrazzo della camera da letto di Kilia.
È vero, sarebbe stato rischioso saltare dall’una all’altra. Forse anche ridicolo, ma la cosa avrebbe avuto i suoi vantaggi.

L’interno della casa ha un che di esotico più raffinato. Luci soffuse, tende damascate in ogni dove, e una leggera nebbiolina di incenso. Quel genere di cose lì.
In fondo, la porta a due battenti dello studio di Kilia, si staglia ben chiusa e massiccia.
Nell’attesa del loro turno si sono appollaiati una dozzina di clienti. Più uomini che donne. Ma sono i primi a fissare maggiormente lo sguardo su di voi. Chissà perché.
La cosa buffa è che la chiromante preferisce i grossi cuscini, rispetto le volgari sedie. Ognuno cerca di sprofondare il più compostamente possibile, ma i meno agili sono chiaramente in difficoltà.

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Teros
È una sensazione a pelle, ma c’è qualcosa di profondamente innaturale in questo posto.
Non è solo una messa in scena per suggestionare i creduloni. Qui si pratica la magia. Quella vera... quella nera.
La tua attenzione viene catturata da uno dei dipinti.
Ritrae quel mago che ebbe a che fare con Agor, il druido delle pianure sussurranti. Stando alla leggenda, i due si affrontarono a causa di un fiume misteriosamente prosciugato (puoi descriverla più nel dettaglio se vuoi).
Sarà una tua impressione, ma quel ritratto sembra fissarti. Come se ce l’avesse a morte con te.

Davvero inquietante, ma guardandoti attorno senti che ci sono anche altre cose che ti mettono a disagio. Seppure, ad una prima occhiata, non sapresti dire esattamente cosa…

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Mororga
Puoi facilmente immaginare perché alcuni ti guardino di sottecchi, e con malcelata invidia. Mezze calzette! Sarà trapelata qualche indiscrezione sui tuoi insaziabili appetiti e le particolari voglie della signora Kilia. C’è chi può e chi non può. E questo è quanto.
Ad ogni modo c’è un cliente che è troppo concentrato sui suoi problemi per prestarti attenzione. Come osa?
È un uomo sui quaranta, ben vestito. Probabilmente un mercante, ma con la ciccia troppo molle e il colorito troppo delicato per essere di quelli che vanno in giro per lavoro.
In mano tiene un foglio che evita di guardare troppo spesso, e su cui è ritratto qualcosa di familiare. Almeno per te.
Osservandolo meglio, ti accorgi che tratteggia una donna con capelli e occhi bianchi, senza pupille. Anche il tatuaggio, per quanto sia approssimato, per te è inconfondibile. Non c’è dubbio: è una strega divinatrice, una serva dei demoni. Una Taran Gipoa. Di nuovo lei…

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John
Nei tuoi riguardi è più il gentil sesso a scoccare qualche occhiata. Ma non è sempre così?
In questo caso però, che sia una cosa buona, è tutta da vedere.
Donne e chiromanti sono un connubio abbastanza scontato. Le prime, o si fanno leggere la mano (per questioni perlopiù di corna), o devono rimediare qualche filtro d’amore.
Ad ogni modo la più carina (puoi descriverla se vuoi) ti scocca qualche occhiata in più. Anzi, abbozza addirittura un sorriso.

C’è un’altra cosa che attira la tua attenzione.
Sull’architrave della porta che dà nello studio di Kilia, pende uno scacciaspiriti fatto di conchiglie, qualche piuma e una cima sfilacciata. Non che questo genere di oggetti sia particolarmente raro, soprattutto in certi luoghi, ma è la prima che ne vedi uno praticamente uguale a quello che porti con te.

 

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TUTTI
Cosa fate?

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John Milligan - Alcova di Kilia.

Lascio che il nostro buon Mororga  ci faccia strada mentre chiedo ad entrambi come sono arrivati lí e che cosa hanno combinato prima del nostro incontro, mentre intanto gli racconto un altra delle mie mirabolanti avventure.

<<Sultano del Dernir non è spaventoso come si possa pensare. Mi è quasi dispiaciuto dovergli prendere il cavallo, ma non potevo farne a meno. Dovreste vederlo è perfetto. Alto, forte, con questo manto bianco o grigio a seconda dell'umore del mare.  Comunque, come vi stavo dicendo, sono stato mandato ad indagare sui maremoti e gli uragani. Sono troppo giovane perché il mondo finisca. Cosi tante imprese da compiere, donne da amare, tesori da conquistare.>>

Concludo dando una pacca al Druido.

<<Non fare quella faccia. Guarda che anche tu hai ancora molto da fare su questa striscia di terra e acqua. Tu dai ascolto a me e vedrai che il tuo nome sarà ricordato anche fra quelli della tua risma. Ce ne sono altri vero?>>

Divagai per poi sorprendermi del distacco di quel luogo mistico con il resto della cittadina. La giovane donna dai capelli corvini e mossi avrebbe catturato ben più di un mio sorriso, se solo lo scaccia spiriti non si fosse messo di mezzo. Tocca istintivamente il mio come a controllare che fosse sempre li... Improvvisamente io e quella fattucchiera avevamo qualcosa di cui parlare. Tornai con gli occhi sulla giovane donna. Se come sembrava, tutta quella gente era in attesa, forse la nostra amica poteva aiutarci a saltare qualche posizione. Mi sedetti quindi accanto a lei, lasciando il barbaro a fare il barbaro, e Teros a rimirare l'arredamento. 

<<Sono piuttosto sicuro che non hai motivo di trovarti qui. Sei troppo bella per aver bisogni di un filtro d'amore e nessun uomo sano di mente potrebbe tradirti. Perciò, cosa ci fai qui?>>

Diretto e sprezzante, é cosí che é John Milligan.

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Rido forte ai racconti di John mentre andiamo dall'indovina. Ne ha combinate di divertenti. E poi sono allegro perché recupererò presto i miei pantaloni.

Arrivato all'edificio mi spaparanzo sui cuscini. Sarebbe stato meglio arrivare di soppiatto per riposarci un paio di giorni senza ficcanaso. Ma per una notte andrà bene così. Quanto a Kilia, ora ha da fare con i suoi clienti suppongo.

Bevo un sorso dalla bottiglia di acquavite che ho arraffato, poi un altro sorso. Poi mi distendo e mi stiracchio, pronto per un bel pisolino, quando vedo il mercante e il foglio che ha in mano. Ah-ah!

Mi avvicino in modo casuale e lo osservo. E' bolso e nervoso. Le Taran Gipoa possono e vogliono tormentare lo spirito degli uomini per renderli loro marionette. Così poi li spingono a procurare loro la materia prima per i loro osceni sacrifici. Ma anche le Taran Gipoa possono essere tormentate, nel corpo se non nello spirito. Se questa strega è a portata di mano, Mororga la vuole, per il suo piacere oppure per trucidarla. O magari entrambe le cose; lo deciderò quando l'avrò tra le mani.

Grugnisco e attiro l'attenzione del mercante. "Bel disegno" gli dico, "ho visto tatuaggi simili nello specchio." Sorrido sbilenco, che veda bene i tatuaggi sul mio volto e sul mio corpo. "Sei qua per liberartene, vero? E gli dei sono stati generosi e ti hanno fatto incontrare Mororga". Inarco le sopracciglia e mi batto il petto con le dita: "solo Mororga può liberarti della strega, per un modico prezzo. Raccontami di lei. Sono gli dei a portarmi qua."

Spoiler

Parlamentare: 7 + 4 + 1 (Car) = 12

Leva: aiutarlo a liberarsi dall'influenza nefasta della strega.

 

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Teros (druido elfo)

scendere in strada in fin dei conti non è stato racconto a John delle 2 piccole disavventure avute.

Raggiunto l'ingresso della fortezza percorriamo lungo il tunnel siamo costantemente affiancati da due splendide pantere mi metto in ascolto (linguaggio degli spiriti) e deduco il loro desidero di azzannare quello grosso con tanta carna da magiare!

Sembrano ben tenute e proseguo oltre.

Arrivati alla sala d'attesa tuttavia una strana sensazione mi pervade: magia nera, tutto ciò che è negazione della forza della natura!

Ancor prima di entrare trattengo per un braccio Mororga: "sei sicuro che questo sia un posto sicuro?" ma il barbaro non sembra avere dubbi.

Con sospetto entro anche io e non mi siedo: resto in allarme in piedi lungo un muro della stanza facendomi distrarre solo da quel quadro che costantemente richiama il mio sguardo!

Spoiler

@Marco NdC

Linguaggio degli spiriti: le pantere stanno dicendo qualcosa di particolare?

 

 

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Haisendok -> Alcova di Kilia

Spoiler
Il 24/1/2021 alle 15:58, Crees ha scritto:

John Milligan - Alcova di Kilia.

Lascio che il nostro buon Mororga  ci faccia strada mentre chiedo ad entrambi come sono arrivati lí e che cosa hanno combinato prima del nostro incontro, mentre intanto gli racconto un altra delle mie mirabolanti avventure.

<<Sultano del Dernir non è spaventoso come si possa pensare. Mi è quasi dispiaciuto dovergli prendere il cavallo, ma non potevo farne a meno. Dovreste vederlo è perfetto. Alto, forte, con questo manto bianco o grigio a seconda dell'umore del mare.  Comunque, come vi stavo dicendo, sono stato mandato ad indagare sui maremoti e gli uragani. Sono troppo giovane perché il mondo finisca. Cosi tante imprese da compiere, donne da amare, tesori da conquistare.>>

Concludo dando una pacca al Druido.

<<Non fare quella faccia. Guarda che anche tu hai ancora molto da fare su questa striscia di terra e acqua. Tu dai ascolto a me e vedrai che il tuo nome sarà ricordato anche fra quelli della tua risma. Ce ne sono altri vero?>>

Divagai per poi sorprendermi del distacco di quel luogo mistico con il resto della cittadina. La giovane donna dai capelli corvini e mossi avrebbe catturato ben più di un mio sorriso, se solo lo scaccia spiriti non si fosse messo di mezzo. Tocca istintivamente il mio come a controllare che fosse sempre li... Improvvisamente io e quella fattucchiera avevamo qualcosa di cui parlare. Tornai con gli occhi sulla giovane donna. Se come sembrava, tutta quella gente era in attesa, forse la nostra amica poteva aiutarci a saltare qualche posizione. Mi sedetti quindi accanto a lei, lasciando il barbaro a fare il barbaro, e Teros a rimirare l'arredamento. 

<<Sono piuttosto sicuro che non hai motivo di trovarti qui. Sei troppo bella per aver bisogni di un filtro d'amore e nessun uomo sano di mente potrebbe tradirti. Perciò, cosa ci fai qui?>>

Diretto e sprezzante, é cosí che é John Milligan.

 

 

John
Anche se è stata lei a lanciarti un qualche segnale, quando attacchi bottone la ragazza sprofonda un po’. Non solo in senso lato, ma letteralmente, nella sua dose di cuscini.
Sarà per la tua audacia, o perché chi si rivolge ad una chiromante - e lei fa parte della categoria - potrebbe avere un qualche imbarazzo nel raccontare perché.

Si schiarisce la voce mentre riprende una postura più tonica.
«Sono… lusingata. Lei è galante» risponde sinceramente «…e di una schiettezza, oserei dire, inaspettata» aggiunge un po’ più timidamente.
«È vero, non sono qui per… come dire… avere una consulenza. Nossignore. Ma prima le buone maniere: se posso presentarmi, mi chiamo Yesabel… Lei è il signor?...»
Da come parla si evince che Yesabel non è la tipica paesanotta del luogo.

Ti guarda con occhi grandi, tradendo una voglia di confidarsi finora inespressa.
«Ho affrontato un lungo viaggio e adesso eccomi qui, su questi bei cuscini di piuma d’oca. La cosa migliore di Haisendok… fino ad ora.
Aspetto un colloquio con madame Kilia. A ripensarci, non ci posso credere... tutto quello che ho dovuto passare… Insomma… da quando è successo quel che è successo (si riferisce alla Grande Eruzione), qualcosa è cambiato anche dentro di me…
Ma non voglio annoiarla con i sentimentalismi. Diciamo che ho scoperto di avere dei “doni”. Lei è un uomo arguto. Sono sicura che avrà contestualizzato ciò che intendo.
I miei tutt’ora non lo accettano. Non li biasimo. Il vulcano e poi questo… non è stato facile per loro. Sono vecchia maniera, gente pratica, e c’è sempre bisogno di una mano in bottega. O meglio, c’era. Adesso che le nostre proprietà sono perlopiù allagate, ho deciso di andare per la mia strada, di fare ordine dentro di me.
Chiederò a madame Kilia l’onore di essere una sua assistente. Lavorerò gratis se necessario. Ma devo imparare a controllare questi… sì, doni! Devo capire se mi sono stati dati per un motivo… per una missione.
Ma basta parlare di me. Non ho potuto fare a meno di sentire mentre parlava con i suoi amici. Certo che ne ha di storie da raccontare!»

La sua allegrezza adesso dissimula un certo disagio. Forse si è resa conto troppo tardi di aver svelato troppo su di sé. Ma quel che è detto è detto. L’abbassamento dei freni inibitori è uno degli effetti che hai sulle donne. Normale amministrazione.

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Il 26/1/2021 alle 22:02, Ji ji ha scritto:

Rido forte ai racconti di John mentre andiamo dall'indovina. Ne ha combinate di divertenti. E poi sono allegro perché recupererò presto i miei pantaloni.

Arrivato all'edificio mi spaparanzo sui cuscini. Sarebbe stato meglio arrivare di soppiatto per riposarci un paio di giorni senza ficcanaso. Ma per una notte andrà bene così. Quanto a Kilia, ora ha da fare con i suoi clienti suppongo.

Bevo un sorso dalla bottiglia di acquavite che ho arraffato, poi un altro sorso. Poi mi distendo e mi stiracchio, pronto per un bel pisolino, quando vedo il mercante e il foglio che ha in mano. Ah-ah!

Mi avvicino in modo casuale e lo osservo. E' bolso e nervoso. Le Taran Gipoa possono e vogliono tormentare lo spirito degli uomini per renderli loro marionette. Così poi li spingono a procurare loro la materia prima per i loro osceni sacrifici. Ma anche le Taran Gipoa possono essere tormentate, nel corpo se non nello spirito. Se questa strega è a portata di mano, Mororga la vuole, per il suo piacere oppure per trucidarla. O magari entrambe le cose; lo deciderò quando l'avrò tra le mani.

Grugnisco e attiro l'attenzione del mercante. "Bel disegno" gli dico, "ho visto tatuaggi simili nello specchio." Sorrido sbilenco, che veda bene i tatuaggi sul mio volto e sul mio corpo. "Sei qua per liberartene, vero? E gli dei sono stati generosi e ti hanno fatto incontrare Mororga". Inarco le sopracciglia e mi batto il petto con le dita: "solo Mororga può liberarti della strega, per un modico prezzo. Raccontami di lei. Sono gli dei a portarmi qua."

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Mororga
Il mercante (o damerino acchittato come tale) sbanda come quei marmocchi quando gli fai “BUUU!” all’improvviso.
«Scusa prego?» balbetta. «Conosci questa pe-pe… pe-pe… pe-pe-pe-persona?»

Il tizio ingoia a stento l’umiliazione di avere appena parlato come una trombetta.
Il tuo grugnito, la tua imponenza… e il tuo alito di acquavite non hanno aiutato in effetti.
Nemmeno i tuoi tatuaggi sono dei più rassicuranti.
Tuttavia, guardandoli meglio, il tizio ne coglie la similitudine con quelli del suo ritratto. Così, tra un tic nervoso e l’altro, si accende una scintilla nei suoi occhi.
«Str.. strega hai detto? Stai dicendo che… esiste da-davvero? Non me la sono solo so-oooo-ognata?»

Meno goffamente che può abbandona la sua pila di cuscini. L’avvallamento lasciato dal suo sedere è considerevole.
«Possiamo pa-parlare più in là?»
Ti fa strada raggiungendo un angolo più defilato.

I suoi occhi scorrono ancora sui tuoi tatuaggi. Poi si chiudono come se non riuscissero a reggerli per molto.
«Pensavo di essere diventato ma-matto! Non che ora mi senta sanissimo a di-dirla tutta.
Le mie attività, il mio ma-matrimonio, le mie co-co-conoscenze… tutto… tutto è andato a rotoli da quando sogno questa donn… strega! Mi ca-capitano sfortune su sfortune… e fa-fatti sempre più strani…
Non sapevo più co-cosa fare. Pe-per la disperazione ho fatto me-eee-ttere dei ma-manifesti con la sua faccia in giro. Dap-pp-pertutto! Ma i corvi andavano a beccarli... Non è assurdo? Tu mi ch-chhhh-redi vero?»

Adesso che ci ripensi, quando ieri vi siete soffermati alla staccionata con i manifesti dei ricercati, quello della Taran Gipoa era riconoscibile solo per un pezzettino di tatuaggio rimasto integro. La faccenda adesso ha più senso.

«Il mio no-nome è Dorlanimus Kavarindan XIII. Sono l’u-uu-ultimo della mia casata e a capo della g-g-g-ggilda dei Tre Boccali. Probabilmente ne avrai sentito p-parlare. Abbiam… cioè, avevamo un bel giro.
Mororga hai detto che ti chi-chi-chiami, g-giusto? Ah! Certo… puoi chiamarmi Dorlan. Puoi davvero sbarazzarti di questa st-strega? Davvero? E come? Fino ad un attimo pensavo esistesse solo nella mia te-testa. E po-poi arrivi tu! Mo-morga salvami se puoi! Chiedimi qualunque cosa! Qualunque cosa!»

È evidente che Dorlan stava affidando le sue chiappe alla chiromante, ma in questo posto ci è arrivato solo dopo averle provate tutte.
Non è tipo da credere in queste “superstizioni”.
Poi arrivi tu. Coincidenze? Magari ti hanno davvero portato gli dei. Chissà. Ad ogni modo per Dorlan sembra così. E questo è buono.
È buono perché Dorlan c’ha la grana, e tu potresti avere la tua fetta in questa storia. Anzi, perché no, anche tutta la torta se vuoi (Parlamentare). Forse Kilia non la prenderebbe bene, ma non è detto che debba saperlo…

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Il 27/1/2021 alle 13:38, Casa ha scritto:

Teros (druido elfo)

scendere in strada in fin dei conti non è stato racconto a John delle 2 piccole disavventure avute.

Raggiunto l'ingresso della fortezza percorriamo lungo il tunnel siamo costantemente affiancati da due splendide pantere mi metto in ascolto (linguaggio degli spiriti) e deduco il loro desidero di azzannare quello grosso con tanta carna da magiare!

Sembrano ben tenute e proseguo oltre.

Arrivati alla sala d'attesa tuttavia una strana sensazione mi pervade: magia nera, tutto ciò che è negazione della forza della natura!

Ancor prima di entrare trattengo per un braccio Mororga: "sei sicuro che questo sia un posto sicuro?" ma il barbaro non sembra avere dubbi.

Con sospetto entro anche io e non mi siedo: resto in allarme in piedi lungo un muro della stanza facendomi distrarre solo da quel quadro che costantemente richiama il mio sguardo!

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@Marco NdC

Linguaggio degli spiriti: le pantere stanno dicendo qualcosa di particolare?

 

 

 


Teros
Fuori dalla magione
Le pantere ricambiano il tuo sguardo con curiosità, come se riconoscessero in te qualcosa di vagamente familiare (Nato dalla Terra). Se ne stanno distese, vigili e annoiate allo stesso tempo, alla maniera dei felini. Ai bei tempi si sarebbero beate tra la frescura e gli sprazzi di sole che arrivavano dalle palme. Ma adesso che il cielo getta la sua ombra, sempre e ovunque, hanno perso parte della loro vitalità.
Ad ogni modo non sono affamate. La loro padrona (termine opinabile) le cura e rifocilla alla bisogna. Magari le vizia pure, a giudicare dal loro aspetto. Se le pantere attaccano, lo fanno solo per disciplina.

Linguaggio degli spiriti:
Le due non sono in vena di “chiacchiere”, ma gli sguardi, i piccoli movimenti della coda, delle orecchie e delle vibrisse fanno trapelare comunque qualcosa di interessante.
Quello che inizialmente poteva sembrare appetito nei confronti del grosso-e-succulento Mororga, in realtà è un tipo di eccitazione diversa. Non è la prima volta che vedono il barbaro. Potrebbe portare con sé ancora un po’ dell’odore della padrona.
Ma è più probabile che sia Kilia a portare ancora l’odore del barbaro. Almeno considerando che dal loro ultimo incontro, Mororga si è ripassato nel guano prima, e nella tinozza della bettola poi, a botte di sfregamenti.
All’occorrenza le pantere avrebbero un “grado di ostilità” per voi, del tipo: Mororga -> Tu -> John. In ordine crescente.

Dentro la magione
Il quadro del mago cattura la tua attenzione, rubandola al altri elementi disturbanti, che pure senti essere presenti nella scena. Forse è un bene non indagare. La magia è roba innaturale. Meglio preservare la propria integrità.
Resta il fatto che la chiromante sia, nella migliore delle ipotesi, un’estimatrice di questo mago. Nella peggiore, una sua adepta…

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TUTTI
Dopo una certa attesa (raccontate come avete proseguito le rispettive conversazioni nel mentre) finalmente si dischiude lo studio di Kilia.
Ne esce un cliente. Si alza il prossimo. Ma prima che entri al posto del primo, viene anticipato dalla padrona di casa.
Kilia si affaccia sull’uscio, come se da dentro avesse fiutato qualcosa che valesse la pena controllare.

La chiromante è di una bellezza statuaria. Altera, sinuosa, pelle d’ebano accarezzata da lunghi capelli neri. Sembra un’altra pantera, ma fatta donna. I guizzi delle candele proiettano sensuali chiaroscuri sulle gambe ben tornite, in particolare sul riflesso lucido della sinistra, che vertiginosamente fuoriesce dallo spacco dell’abito.
Gli occhi verdi-screziati-oro incrociano istintivamente quelli del barbaro.
«Mororga!» esulta. «Allora hai fatto come ho ti ho detto…» (in riferimento alla richiesta di non partire. Vedi Capitolo 1)

Cosa fate?

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teros (druido elfo)

l'attesa è in realtà una lotta di resistenza psicologica; non riesco a penetrare i segreti di quel quadro.

A interrompere i miei pensieri si presenta Kilia che chiama Mororga.

Difficile restare indifferente a tal soda bellezza ma non per Teros: mi muovo per affiancarmi al barbaro attendendo una sua reazione!

 

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John Milligan - Alcova di Kilia.

Passo il tempo raccontando qualcun'altra delle mie mirabolanti avventure alla giovane "apprendista", alcune riguardo proprio incontri con streghe, fattucchiere e sirene ed ogni altro tipo di creatura magica che ho incontrato. Insomma le faccio capire che so esattamente di cosa sta parlando. Mi stringo a lei quasi dimenticandomi dei miei compagni finché non si apre a porta. Inutile dire che la visione mi rapisce e non poco. Ora capisco il nostro amico dai bislacchi costumi perché aveva cosí fretta di tornare qui. Prendo la  giovane Yesabel per mano e la trascino insieme a me difronte a Kilia

<<Capitano John Milligan. Un amico di Mororga. Io e lei dobbiamo parlare. >>

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