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[TdG] Dies Sanguinis [GURPSlite]


Mezzanotte

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Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

Il mendicante quasi orina per strada, tanta è la paura che gli incute il torreggiante barbaro. Fugge come un cane bastonato tornando a rintanarsi all'ombra dei templi da dove vi osserva in silenzio.

Erpice è felice che siate giunti con sollecitudine, del resto la casa-ospedale di Camilio non è molto distante. Informa velocemente Alarico che il gigantesco gladiatore e l'uomo legato, un ladro, faranno parte del suo gruppo d'ora in poi.

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Marcus Tertius- Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

Osservo tutti i presenti dall'alto in basso, leggermente divertito dalla situazione, anche se cerco di non darlo a vedere. Tutti i presenti sembrano abbastanza insignificanti... eccetto per quel soldato. 
Potrebbe essere un ottimo gladiatore. Se bisogna uccidere qualcuno è sempre meglio avere qualcuno che ti copra le spalle.

Il ladro mi fa un po pena, anche io sarei potuto finire come lui, legato e costretto ad andare dove non volevo. Per fortuna io SO a chi devo la mia devozione
Le mie idee si fanno decisamente più confuse quando noto il vecchio. 
Posso capire il soldato e il ladro.... ma il vecchio cosa ce lo stiamo portando dietro a fare? Questa storia mi puzza sempre di più.

Quindi... se ho capito bene il soldato sarà a capo di questo nostro gruppetto. Ave, io sono Marcus Tertius, forse avete sentito parlare di me come Carnifex nell'arena.

Osservo tutti i presenti con un largo sorriso

Non vedo l'ora di poterci divertire tutti assieme.

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Alarico al tempio di Cibele sul Palatino

Giunti nel tempio incontriamo Erpice, che, dopo averlo salutato, mi affida subito altre due persone per formare la squadra: un ladro legato e sorvegliato ed un gladiatore, a cui mi rivolgo.

"Ave, Marce Terti. 

Sì, hai capito bene e mi chiamo Alarico, nome certo non noto come il tuo, perchè uno speculator deve combattere anche silente nell'ombra."

Poi mi volto in direzione dell'altro.

"Riguardo quel ladro, pare ben poco collaborativo e non ha avuto nemmeno la buona educazione di presentarsi."

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Gneo Felix Domitianus - Tempio di Cibele al Palatino

 

All'arrivo nei pressi del tempio risulta subito chiaro che Erpice non ci ha invitato per assistere ad una funzione.

Cerco di tenere a mente il volto del mendicante, magari staziona sempre da queste parti e ci può tornare utile più tardi se dovessimo cercare informazioni.

Arrivati a colloquio con il Priceps, lo saluto, presentandomi poi agli altri meglio averlo dalla nostra quel folle sanguinario  "Ave a voi, il mio nome è Gneo Felix Domitianus... ma potete chiamarmi anche solamente Gneo o Felix. Godo sicuramente di fama minore rispetto a Carnifex, ma sono certo che sia solo questione di tempo. L'unico problema con il nostro possente gallo sono le sue quotazioni, sempre troppo basse... ma che ci volete fare è il prezzo da pagare per essere il favorito!"

Attendo quindi che Erpice o gli altri prendano la parola, osservando intorno per cogliere qualche dettaglio della situazione.

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Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

"Il nome del nostro taciturno amico" vi informa il princeps indicando  l'abbattuto ladro stretto fra i soldati, "è Vibio"

"Stai attento a lui, Alarico, è un ragazzo svelto di coltello e, mi dicono, un assassino della peggior specie. Ma l'ho tratto da una brutta situazione e siccome vorrà continuare a vivere credo farà quello che gli chiederai"

"Il più delle volte" aggiunge dopo un attimo di pausa.

"Comunque sia ritengo le sue capacità ti possano essere d'aiuto, e questo è il solo motivo per cui gli concedo di respirare"

Il militare vicino ad Erpice sembra disgustato dalla banda di canaglie che il suo comandante ha radunato su un suolo tanto sacro e questo non sfugge all'acuto spirito di osservazione del vostro ospite.

"Mio buon Nevio" lo blandisce il princeps, "situazioni eccezionali richiedono mezzi eccezionali"

e detto questo salite la gradinata passando fra le imponenti statue dei leoni e varcate le porte di bronzo del tempio.

L'interno è un'unica grande aula dove si è consumato un ben tragico banchetto.

Vi sono tavoli colmi di cibo, coppe e stoviglie rotte rovesciate in terra in laghi di sangue rappreso misto a vino, non meno di una dozzina di uomini morti dagli stravaganti abiti colorati, mezzo macellati, le mani ancora strette attorno ai coltelli con cui si sono sventrati. Alcuni sembra si siano spaccati la testa contro la pietra dei muri altri, meno fortunati, si sono letterlamente strappati la faccia artigliandosela con le dita, fino a giungere alle ossa del cranio. Almeno uno si è estratto gli intestini e li ha usati, sembra, per adornare una delle tavole imbandite prima di scivolare nell'Ade.

In fondo alla sala la grande statua di Cibele assissa in trono con a fianco, più piccolo, il figlioletto amante, Attis.

Qualcuno ha asportato la testa della dea ed ha scritto qualcosa in greco sul suo piedistallo, con il sangue.

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Vibio

Stretto fra la morsa dei soldati e costretto dei legacci sono ben poco incline a parlare al nuovo gruppo di persone che il grassone chiamato Erpice presenta come miei nuovi compagni; fulmino con lo sguardo il grassone senza farmi accorgere della mia occhiata omicida Starò al tuo gioco palla di lardo ma ti caverò gli occhi con le mie mani prima che questa storia sia conclusa..

Va bene, va bene basta convenevoli dico ai soldati alzandomi in piedi e porgendo loro le mani per farmi rimuovere i legacci; una volta libero mi massaggio i polsi e, con noncuranza, mi avvicino alla tavola imbandita, osservando le varie portate ma guardandomi bene dal toccare qualsiasi cosa

Cosa vorresti che facessimo? dico al grassone per farlo arrivare al punto

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Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

Erpice fa un cenno ai soldati, e questi tagliano le corde che tenevano prigioniero Vibio mollandogli poi una spinta per allontanarlo che quasi lo getta a terra.

Le tavole contengono cibi molto semplici: pane ed olive principalmente, poi c'erano dei crateri colmi di vino: nello scompiglio che deve essersi verificato sono andati quasi tutti rotti.

"Questi sono" inizia il princeps accennando ai cadaveri in terra "erano" si corregge dopo un attimo, "i sacerdoti di Cibele".

"Come certo sapete questo mese si celebra la Magna Mater e stanotte erano qui riuniti per fare delle offerte al simulacro della dea"

Si massaggia le tempie, come se avesse passato una notte insonne ed ora avesse difficoltà a concentrarsi

"Con questa tragedia il clero di Cibele è stato praticamente sterminato e domani deve essere celebrato il Sanguem!"

"Se il popolo venisse a conoscenza di... di questo sfacelo, non oso immaginare cosa potrebbe accadere"

"I miei stessi uomini sussurrano fra loro che si tratti stregoneria"

dicendo questo scocca un'occhiataccia a Nevio, il suo sottoposto.

"Ma la cosa peggiore di tutte è quella" continua indicando la statua decapitata

"è più di un sacrilegio"

"Il Lapis Niger era incastonato nella testa della dea"

"La Pietra Nera, l'Ago di Cibele è uno dei pignora imperii, i sacri tesori che garantiscono la protezione divina di Roma".

"Questo furto è un affronto inconcepibile allo Stato, minaccia la sua sicurezza".

Erpice vi passa in rassegna, uno per uno, guardandovi negli occhi

"Non importa come farete. Minacciate, ingannate, uccidete, torturate! Ma recuperate il Lapis Niger entro quattro giorni"

"Perché allora la statua dovrà essere portata in processione e dovrà essere nuovamente integra".

 

 

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Marcus Tertius- Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

Osservo il macabro spettacolo che ci si pone davanti con indifferenza. Ho visto molto di peggio consumarsi nell'arena per essere veramente toccato dalla scena. 
Ora abbiamo un compito e uno scopo, quello che ci manca è una direzione.

Come comanda, nobile Erpice. Sarò i vostri occhi e le vostre braccia. Che i nemici di Roma tremino al solo pensiero che gli stiamo alle costole.

Detto questo cerco di capire da dove potremmo cominciare a cercare.

La scena non mi suggerisce niente.  Non sono mai stato portato per lavori intellettuali come cercare traccie o robe del genere, quindi lascio quel lavoro a qualcun altro. L'unica cosa che attrae la mia attenzione è la scritta col sangue sulla statua.

Mi avvicino facendo attenzione a non toccare nulla e la indico col dito.

Qualcuno ha idea di cosa ci sia scritto qui? Forse è importante.

 

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Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

"Speravo che l'esperienza del nobile Camilio potesse far luce almeno su questo aspetto" dice Erpice poggiando una mano sulla spalla del vecchio patrizio.

"Naturalmente anche io ho pensato subito al veleno, sebbene il fatto che i sacerdoti si siano apparentemente suicidati mi lascia alquanto perplesso in tal senso"

"Se il bizzarro e autodistruttivo comportamento di questi uomini è stato causato non dalla magia ma da una misteriosa sostanza venefica, essa deve aver agito in fetta e con incredibile potenza. Nessuna delle vittime ha raggiunto le porte del tempio, e nessuna è sopravvissuta".

Il princeps percorre a grandi passi l'aula evitando con cura le pozze di sangue rappreso e i cadaveri.

Davanti al piedistallo della statua si ferma, le braccia intrecciate dietro alla schiena.

"Il mio greco è sicuramente più arruginito del tuo, Caio Giulio Camilio, ma posso tradurre anche io questo empio messaggio"

Rinato in eterno

"Avete idea di cosa possa significare?"

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Gneo Felix Domitianus - Tempio Di Cibele

 

 

Non fosse per l'abitudine a frequentare l'arena per gli spettacoli gladiatori e le corse, la scena che ci si presenta davanti mi avrebbe fatto rivedere la colazione.

"Vale ben più di una biga... ma sospetto che nel nostro non accordo fosse compresa anche la mia vita!"

Rivolto ad Erpice, poi continuo a guardarmi intorno, cercando di non farmi sfuggire dettagli o particolari che potrebbero aiutarci.

La scritta mi fa venire in mente altri culti e altre religioni, anche se questo non è proprio il mio campo. "Potrebbero essere nemici della religione stessa, oltre che del impero. Visto anche che tutte le vittime sono sacerdoti del culto e quella strana frase sembra riportare a questa cosa che chiamano cristianesimo... ma potrei anche sbagliarmi, per quel poco che sappiamo fino ad ora"

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Marcus Tertius- Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

Al sentire la frase di Gneo mi accorgo per la prima volta della sua presenza. Lo squadro da capo a piedi, cercando di capire quale sia il suo ruolo in tutta questa faccenda. 
Ascolto la sua idea in silenzio, cercando di soppesare le sue parole.
Cristiani. Li ho avuti qualche volta come "ospiti" della mia arena. Alcuni dei soggetti più fuori di testa che io abbia mai incontrato: gente che invece di difendersi comincia a cantare. Non degni neanche dell'appellativo di avversari, più che altro carne da macello. 
Rinato in eterno. Quei poveracci  effettivamente cercano di consolarsi  sperando in un altra vita dopo questa. Poveri illusi.
Risolta la mia curiosità sulla scritta mi allontano dalla statua e mi avvicino invece ai cadaveri.
Quanto cibo sprecato per questi molli sacerdoti. E' quasi un bene che qualcuno si sia occupato di loro. 
Non ho mai sopportato la religione . Ho invocato Marte molte volte nell'arena, ma solo perché faceva infervorare il pubblico.  Le mie preghiere non sono mai state ascoltate, ne dagli antichi dei della mia gente , ne dagli dei dei romani. Una volta provai anche a pregare il dio dei cristiani, quando uno dei miei compagni disse di essersi convertito e di non voler più combattere. Quando ho visto la fine che ha fatto ho capito che se anche esistesse, sarebbe un dio debole, come tutti gli altri. 
Ma di certo non posso mettermi a dire queste cose davanti al mio nuovo padrone e a tutti questi testimoni. Ci tengo ancora alla mia vita.

Una volta vicino ai corpi cerco di guardare senza toccare le ferite, cercando di capire se ci sia qualche danno ai corpi che non possano essersi inflitti tra di loro e che richieda un intervento esterno. Magari un taglio netto di lama, oppure una ferita alle spalle di qualcuno che non ha nessuno dietro.

 

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Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

Il princeps guarda Gneo freddamente: certamente la vita dell'auriga vale ben poco per lui che valuta tutti in termini di utilità ai suoi fini.

E siete pronti a scommettere che non esiterebbe un attimo a sacrificare ognuno di voi pur di ritrovare il lapis niger in tempo per la lavatio della dea.

"Cristiani!" Erpice scatta come se fosse un pupazzo caricato a molla sentendo tirarli in causa da Domitianus.

"Canaglie sediziose! Fosse per me riprenderebbero ad affollare l'arena! Anche se ho sentito dire che facevano venire le coliche ai leoni, tanto erano indigesti"

"Se ci fossero loro dietro tutto questo..."

"Il loro credo gli vieta di uccidere, se non erro. E ordina di amare e perdonare i propri nemici."

l'anziano Camilio alza pacatamente una mano per raffreddare gli animi: è chino sul cadavere di un sacerdote e sta annusando un coccio su cui sono ancora presenti alcune gocce di vino.

"La vita eterna è un premio comune a molti culti misterici: potrei citare i misteri eleusini, quelli di Iside e di Mitra. Senza contare i seguaci di Cibele stessa che si dice abbia reso immortale il corpo del suo giovane amante, Attis"

"Direi anzi che è la promessa di una vita oltre la morte a rendere certi movimenti così allettanti; fanno leva sulle paure dell'animo umano. E sulle sue speranze."

Il patrizio getta via il coccio e si netta accuratamente le dita con cui lo ha toccato con la toga

"Elleboro nero" è il suo responso "lo hanno mischiato al vino"

"A piccole dosi è utile contro il mal di capo e regola il cuore. Ad alte concentrazioni è letale"

"Inoltre alcuni sostengono causi pazzia nelle sue vittime, ma credevo fosse una leggenda"

"I sacerdoti di Cibele sono famosi per le automutilazioni, ma io non ho mai visto niente di simile"

Marcus Tertius

Spoiler

Ti intendi abbastanza di ferite da capire subito che queste sono tutte auto inflitte.

 

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Gneo Felix Domitianus - Mattina - Tempio Della Magna Mater Cibele

 

Le parole dell'anziano medico riguardo il veleno mi rinfrancano un po', per quanto non sia solito credere a strani eventi e magie di streghe, questa situazione si mostrava alquanto complessa e mettere subito a tacere certe dicerie al riguardo, ed insieme trovare tasselli per la soluzione della storia, era sicuramente positivo.

Certamente diverse le parole del princeps e le emozioni che queste suscitarono

"Sta bene, come accennato prima, ammetto la mia ignoranza in merito alla religione, questo particolare tipo di veleno ci dice qualcosa in più? Qualcuno ha minacciato il tempio o i sacerdoti?

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Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

Erpice guarda il suo secondo e quello scatta sull'attenti

"Non siamo a conoscenza di minacce contro il tempio o i sacerdoti di Cibele" dice Nevio rigido, come se gli avessero infilato una scopa su per il sedere.

Camilio si raddrizza a fatica aiutato con premura da Ezio, il suo giovane apprendista e schiavo greco.

"Come ho detto conosco l'elleboro nero, ma questa qualità mi è sconosciuta. Forse è una variante orientale o è stata potenziata in qualche modo"

"C'è una biblioteca pubblica, qui vicino, quella detta Palatina o del tempio di Apollo, potrei fare delle ricerche lì"

L'anziano patrizio appare nervoso, si appoggia ad un muro per rifiatare.

"Voglio essere sincero: questo nuovo veleno mi preoccupa più della sparizione del lapis niger. Potrebbe diffondere facilmente il terrore della stregoneria in città."

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Gneo Felix Domitianus - Mattina - Palatino - Tempio Della Magna Mater Cibele

 

"Se cominciassero a comparire copi in queste condizioni in giro per l'urbe, come dice il buon Camilio, la situazione degenererebbe molto rapidamente, quasi quanto per la scoperta della sparizione del Lapis Niger "

Mi avvicino quindi alla statua, cercando di cogliere qualche particolare che prima mi poteva essere sfuggito, osservo il collo della statua cercando di capire qualcosa in più su come possa essere stata staccata, o se nella fretta il responsabile della cosa possa aver fatto degli errori o lasciato delle tracce.

"Avete per caso trovato delle impronte, nel sangue o nel vino rappreso, che possano non essere riconducibili ai sacerdoti?"

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Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

"Le impronte sono ovunque" dice Nevio con una smorfia "nessuno di loro è morto... tranquillamente. Ma ve ne sono alcune che vanno in direzione del portone. Pensiamo appartengano ai ladri"

"Ladri?" il princeps inarca un sopracciglio

"Senza dubbio erano in più di uno, signore. La testa pesa troppo per venire asportata da un solo uomo" spiega il centurione.

Erpice si muove nervosamente avanti ed indietro con le mani giunte dietro alla schiena: sembra un leone in gabbia.

"Chiaramente ci troviamo di fronte ad un crimine ben studiato, forse con lo scopo ultimo di gettare la città nel caos"

"Dobbiamo evitare in ogni modo che la gente creda di essere preda di incontrollabili forze soprannaturali. Un popolo spaventato è un popolo pericoloso, incline alla rivolta e a gesti inconsulti. Sarebbe il panico".

Gneo si avvicina alla statua decapitata per studiarla meglio.

Gneo Felix Domitianus

Spoiler

Il taglio è netto. Sembra che abbiano avuto cura di segare il capo più che spezzarlo con il rischio di danneggiare l'Ago.

A giudicare dall'imponente stazza della statua anche solo la testa deve pesare parecchio e certamente non è facile da nascondere.

 

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Marcus Tertius- Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

Sbuffo spazientito. Stiamo solo perdendo tempo, rimanere li non ci sta aiutando per niente.

Immagino abbiate seguito le impronte. Dove terminavano? Ci danno una pista su dove potrebbero essersi diretti?

Tutta questa inattività, unita al periodo di fermo che ho dovuto subire mi sta mandando ai pazzi

Ho bisogno di sfogarmi su qualcosa... o qualcuno.

Altrimenti vorrebbe dire che la guarda si è lasciata sfuggire un gruppo di uomini che trasportano l'enorme testa di una statua. Bella vigilanza.

Lo dico con tono volutamente provocatorio osservando divertito Nevio.

Ora capisco perché il buon Erpice ha dovuto cercare dell'aiuto esterno....

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Palatino - mattina - tempio della Magna Mater Cibele

Nevio fulmina il gigantesco gladiatore con uno sguardo assassino

"Le impronte non conducono lontano, terminano anche prima della porta" spiega il centurione "il sangue asciuga in fretta"

"E comunque la sicurezza notturna del colle è affidata al corpo dei vigiles, non a noi frumentari"

Erpice si avvicina a Domitianus. Anche lui ora studia con interesse la statua mutilata.

"La testa è ingombrante, pesa molte mine. Probabilmente l'hanno caricata su di un veicolo"

"Ho già fatto setacciare il Palatino e chiesto al prefetto dell'urbe di stabilire controlli scrupolosi sul traffico carrabile e fluviale di tutta la regione."

"Se sarà necessario passeremo al pettine i porti, ogni via consolare e diverticolo dell'Impero, fino ai confini del mondo!"

Il centurione si schiarisce la voce

"E se strappassero il lapis niger dalla testa per poterlo, hum... trafugare meglio?"

Erpice fa un gesto stizzito con la mano, come se non volesse neanche prendere in considerazione un'eventualità simile

"No! Lo escludo. Non avrebbero perso tempo a tagliare la statua con il rischio di venire scoperti in flagrante se questo fosse stato il piano"

"Per loro l'Ago è prezioso. Non correranno il rischio di danneggiarlo asportandolo dalla sua antica sede"

"Questo ci da una possibilità. Terranno la testa nascosta da qualche parte aspettando che le acque si calmino"

"O che scoppi una rivolta" aggiunge sagace Camilio.

"Magari vogliono solo chiedere un riscatto..."

"Non è così!" sbotta Erpice

"Hanno massacrato tutti i sacerdoti usando un veleno terribile e sconosciuto. Hanno scritto quella frase sul piedistallo con il loro sangue!"

"Giove mi fulmini. Questo non è un semplice furto"

Si passa le dita sul cranio sudato e in un impeto di rabbia prende a calci il cadavere sventrato dell'archigallo.

"Questa è una dannata vendetta!"

 

 

 

 

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Alarico al tempio di Cibele

Guardo la scena della strage con distaccata freddezza e ascolto in silenzio, quante informazioni gli altri ricavino dagli indizi presenti, di cui il più importante mi sembra il riconoscimento del veleno usato.

"Elleboro nero: Giulio Camilio, questa sembra una buona pista, su cui iniziare a lavorare, e credo che dovremmo saperne di più sia con uno studio accademico alla biblioteca, sia con un'indagine tra i bassifondi per scoprire come se lo siano procurato.

Vibio, scommetto che tu conosci bene la feccia, che contrabbanda veleni  a Roma e che potrebbe farci risalire ai colpevoli. Se non vuoi restare in custodia forzata, puoi iniziare a collaborare così o hai qualcosa di meglio da suggerire?"

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