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La vostra fede in D&D


Aura Mjukaed

Messaggio consigliato

seguendo il filo di un precedente topic di Pilaf, prendo spunto (sperando che non vi sia già una discussione uguale) per chiedere come vivete da giocatori la fede dei vostri personaggi se ve n'è una.

Io, come tutti ormai sapranno, :rolleyes: interpreto una chierica e le classi che preferisco sono quelle legate ad un culto.

Questo perchè essendoci tante divinità, uno può sbizzarrirsi prendendo un pg e caratterizzarlo con i punti di forza e i limiti legati al culto e in più, dato che ognuno trae una propria visione della fede si può altamente personalizzare il pg senza stereotiparlo.

Inoltre, giocando Aura che tutto sommato può essere definita abbastanza fanatica, se prendo i dogmi della sua divinità e li diluisco ne ricavo valori forti che possono valere anche per la mia persona, ma probabilmente potrei fare la stessa cosa con una qualsiasi altra divinità di ferun(naturalmente escludendo cyric, ma solo perchè sono una brava personcina)

voi che dite? secondo voi la fede per un pg è un impiccio? e i dogmi delle divinità non possono essere dei valori effettivi stereotipati ed estremizzati?

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Principali partecipanti

Inanzitutto complimenti per il topic! :-D

A mio avviso l'essere particolarmente devoto ad una divinità (non solo come chierico) aiuta il personaggio a prendere consistenza. Certo, un giocatore potrebbe pensare che, se il personaggio non deve seguire un codice di condotta, sarà più libero di fare ciò che vuole. Ma il bello di essere devoto nel D&D è proprio che tu, da personaggio libero, decidi di vincolarti ad un codice morale che ritieni corretto, e ne fai il tuo pilastro, la tua vera forza.

Storco il naso tutte le volte che leggo commenti che dicono "il chierico alla fine è limitato perchè deve seguire un codice morale, il che è uno svantaggio"

Non è vero, perchè i personalissimi poteri di ogni chierico (incantesimi di dominio, poteri concessi, curare\scacciare o infliggere\intimorire) riflettono esattamente il codice di comportamento che dovrebbero mantenere.

Un chierico di Nerull, se non ne seguisse i dettami, non riuscirebbe a sfruttare così bene i poteri che il suo dio gli concede. Stessa cosa per tutte le altre divinità.

Oltreutto, da personaggio... se ti capita di perdere il tuo potere hai sempre la fede. Hai sempre il dogma, qualcosa a cui fare capo, insomma.

Ci sono due cose da aggiungere:

1) non è sempre vero che "il personaggio fedele è un personaggio migliore", motivi di bg potrebbero portare un personaggio a non avere una fede in particolare.

2)Personalmente ritengo che le divinità e l'importanza che hanno debbano essere interpretate conseguentemente all'ambientazione in cui si gioca. Mentre in Grayhawk le divinità sono entità impalpabili, lontane, e vengono trattate di norma come tali, in Faerun non è così.

L'ambientazione di Faerun è un mondo dove si abbandona il semplicistico concetto del "ci credo". Ogni marinaio di faerun fa un piccolo sacrifico ad Umberlee prima di un viaggio in nave, anche se è risaputo che umberlee è una divinità malvagia. Proprio per la sua natura capricciosa e molesta i marinai cercano di ingraziarsela come possono.

Hiade è devoto a Mystra, ma prima di un lungo viaggio sussurra una preghiera a Shaundakul. Insomma, in faerun la fede si vive in maniera molto più diretta intensa. Non è solo una questione di crederci, la fede in faerun è una questione di vita quotidiana.

Io sono (e sarò per sempre) un fan di faerun, quindi la mia opinione in questo frangente è chiara :cool:

Per quanto riguarda invece la parte del dogma della divinità da vedere come principio estremizzato... beh, è indubbio che giocare a D&D ti aiuta a crescere. Il modo migliore che hai di crescere giocando un chierico è proprio quello di farti davvero domande sulla tua fede, di non prenderla come un pretesto per giocare, ma del modo che il tuo personaggio ha di atteggiarsi nei confronti della vita.

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Il freppi una volta interpretò un guerriero/sacerdote di Tiamat ... i suoi dommi erano talmente in linea con lo spasso che non fu difficile seguirli ... o punire gli infedeli (come un episodio in cui un altro pg provò a sbeffeeggiare l'armatura dalla testa a forma di drago, paragonandola ad un rettile qualsiasi ... il suo dentista ebbe di che vivere per molto tempo, dato che il freppi era l'unico ad elargir rigenerazioni).

A parte codesto episodio ... non ci fu altra vera occasione di interpretare un fedele (il freppi è ateo nella vita .. figuriamoci in D&D :mrgreen:)

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Con il personaggio che interpreto ormai da quasi tre anni ho naturalmente un fede incrollabile (anche se non scontata) essendo un Paladino devoto.

La divinità in questione è "personale" della campagna preparata dal nostro master ma il culto l'input del culto l'ho fornito io stesso mentre poi è stato lui a svilupparlo.

In generale ho sempre gradito alternare personaggi devoti (a varie divinità) a PG atei o in aperto contrasto con gli dei: a mio avviso, come in tutte le cose, è divertente spertimentare ma devo francamente dire che, dopo un po' di gioco "anarchico" tendo sempre a tornare verso una specie di linea morale divina...

Ad esempio, tempo fa giocai per un po' un elfo alto che a partire dai suoi 25 anni crebbe in una comunità drow dell'underdark: tornato al mondo aveva sviluppato un allineamento CN dovuto al mescolarsi dei precetti materni (CB) dei primi anni (donna a cui lui era legatissimo) in contrapposizione a quanto visto negli anni successivi. Inoltre, non riconoscendosi nella divinità drow (e non avendone diverse) era decisamente ostile a chiunque avesse una dimostrazione di devozione.

Tuttavia, a seguito di contatti continuati con un gruppo di paladini, dopo i primi screzi (dichiarare guerra quando con una azione di sorpresa la vittoria sarebbe stata certa, etc ;-) ) iniziò ad apprezzarne la volontà e forza d'animo e, pur restando caotico, stava spostandosi verso una bontà di fondo.

Abbiamo interrotto prima dell'effettiva "conversione" :-(

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Anche noi abbiamo interrotto una campagna interessante. Il mio PG è (era) una sacerdotessa di Loth (tra l'altro l'ultima sessione giocata è terminata con la mia pg a terra, avvelenata da una trappola, con for a zero e in balia degli altri). Era interessante giocarla perché, trasferita in superficie per una specifica missione, doveva conciliare il culto con il fine ben più alto ed importante della sua missione, non facendo oltretutto trapelare troppo ai sui "compagni" di viaggio, che non conoscendo la razza dei drow (ambientazione inventata dal master), non conoscono tutte le implicazioni che l'essere drow comporta, l'esser femmina drow comporat, l'essere seguace di Loth comporta....peccato che, per ora spero, sia stata interrotta.

Per rispondere a Dark megres riguardo al fatto che un pg chierico con divinità da seguire sia o meno più "limitato" era solo un discorso venuto fuori riguardo all'ennesima dicussione su chi è più potente tra mago e chierico e quel discorso era venuto fuori solo per giustificare che un mago, non avendo dei dogmi divini da seguire poteva essere più "libero di agire" rispetto appunto ad un chierico. Lo "svantaggio" risiedeva in quello, non che non fosse bello da interpretare o potente...almeno io l'avevo intesa così.

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Inoltre, giocando Aura che tutto sommato può essere definita abbastanza fanatica, se prendo i dogmi della sua divinità e li diluisco ne ricavo valori forti che possono valere anche per la mia persona, ma probabilmente potrei fare la stessa cosa con una qualsiasi altra divinità di ferun(naturalmente escludendo cyric, ma solo perchè sono una brava personcina)

Questa è un'ammissione di essere vicina alla consapevolezza di quanto sostenuto da molti in svariati altri thread, ossia che in fondo, creando un personaggio, molti non possano/vogliano staccarsi del tutto dalla propria personalità: per te l'aderenza a una Fede (che a giudicare dall'avatar mi pare di conoscere...) è il modo per esternare attraverso i dogmi del Dio dei lati del tuo carattere.

Che dire? Spero di conoscerti quando deciderai di interpretare una Paladina di Sune! :mrgreen:

Ma veniamo al punto...

voi che dite? secondo voi la fede per un pg è un impiccio?

Una volta, un mio prof mi insegnò che in molti casi la risposta migliore da dare è "Dipende", e questo è uno di quei casi. Ultimamente, sto interpretando un mercenario, uno che crede nel Soldo e nel Contratto. Tralasciando le varie vicende che ne hanno alterato la persona (e l'allineamento), questo personaggio è privo di Fede, ma non perchè sarebbe un impiccio, bensì perchè ho preferito caratterizzarlo come un materialista, uno che non "perde tempo" ad adorare una Divinità. Ma non interpreto certo soli personaggi atei: in passato, per dirne uno, ho interpretato un Chierico proprio dell'amico Kossuth, e lì non c'era missione che tenesse, il Chierico era un fiero rappresentante del suo Dio, anche a scapito della coesione all'interno del gruppo. In quel caso, la Fede era alla base del personaggio (così come il piacere di usare una catena chiodata :cool: ).

Insomma, secondo me non si può fare un discorso tanto generico su una questione tanto interpretativa (perchè quelli che scelgono la Divinità per i domini concessi, secondo me non hanno granchè a che vedere con questa discussione).

e i dogmi delle divinità non possono essere dei valori effettivi stereotipati ed estremizzati?

Naturalmente lo sono.

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I miei personaggi non sono mai stati dei grandi devoti. Non ho mai fatto nemmeno dei chierici o paladini, quindi nessuna classe con diretti legami con le divinità.

La spiegazione è semplice, non è per la questione di essere "legati" ad un certo comportamento, quanto invece il fatto di dover essere "dipendenti" da qualcuno di superiore. Non mi piace come sono gestite le divinità nei Forgotten Realms ad esempio, dove in pratica se vai in taverna trovi un semidio che si prende il caffè... :-p

Preferisco invece che le divinità siano più distaccate dal mondo terreno, che non influenzino pesantemente il destino delle persone e quindi di conseguenza i miei PG raramente contano sul loro aiuto, al limite qualche preghiera in situazioni di pericolo, più per scaricare la tensione che altro insomma... :cool:

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Non mi piace come sono gestite le divinità nei Forgotten Realms ad esempio, dove in pratica se vai in taverna trovi un semidio che si prende il caffè... :-p

...eh? :question:

Mi indicheresti la locanda il questione per favore? Ci farei volentieri una visitina.

Le divinità di Faerun sono gestite in maniera simile alla visione che si aveva di esse nell''antica greca. Come concetto non è poi così astruso.

Prendiamo il tuo mercenario, dedito al soldo e alla moneta. Prima di un combattimento gli viene da pensare "Tymora, aiutami tu.". questo non fa di lui un fedele.

Il fatto che si pensi che le divinità di faerun siano "accessibili" è sbagliato. Lo sono per alcune campagne, oltretutto di alto livello. Ma per la gente comune (il 95% di faerun) le divinità sono entità inarrivabili, distaccate.

La differenza è che in grayhawk si ha di essi una figura più legata all'idea, al principio, in faerun invece sono... persone. Ripeto, pensa alla grecia classica e ti accorgerai che le divinità venivano trattate nello stesso modo.

Anche i popoli del nord si comportavano così. Thor era un dio, ma aveva figura umana, ed è sceso più volte su midgar.

Penso che astrarre gli dei al contrario tolga molto allo spirito epico che caratterizza il fantasy. La mitologia che ha ispirato D&D si rifà ad una tradizione che tratta gli dei proprio come vengono visti su faerun.

Preferisco invece che le divinità siano più distaccate dal mondo terreno, che non influenzino pesantemente il destino delle persone e quindi di conseguenza i miei PG raramente contano sul loro aiuto, al limite qualche preghiera in situazioni di pericolo, più per scaricare la tensione che altro insomma... :cool:

Beh, qui sono d'accordissimo, è una tendenza personale e non se ne discute ;-)

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voi che dite? secondo voi la fede per un pg è un impiccio?

Dipende: può essere un ottimo aiuto per esplorare la personalità del PG, specie (ovviamente ^__^) se è un Chierico. Personalmente ho giocato molti Chierici, e mi sono divertito ad esplorare le differenze nei loro dogmi (quando erano fedeli di Pelor piuttosto che di Olidammara). Ora come ora, sto invece giocando un elfo "urbanizzato" (nel mondo di Eberron) che ha invece con la fede un rapporto più distaccato, tipico degli abitanti di Sharn.

e i dogmi delle divinità non possono essere dei valori effettivi stereotipati ed estremizzati?

Probabilmente sì; le divinità, ovviamente, descrivono i loro valori come assoluti: applicati alla vita di DnD, molto spesso saranno sentiti dai non-Chierici come più blandi, o un po' più all' "acqua di rose" ^_^ Anche alcuni Chierici potranno essere più o meno intransigenti su alcuni aspetti del loro credo, a seconda degli aspetti della divinità a cui sono più legati (che possono essere, ad esempio, i loro Domini).

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Le divinità devono avere anche loro un ruolo nel mondo di D&D, personalmente come DM cerco di puntare l'attenzione con limiti e vincoli per le divinità scelte. Questo per "forzare" un po' l'interpretazione, evitare che D&D si trasformi in un videogioco o che i pg diventino PP più del normale.

La devozione non è un limite ma un pregio, si ha anche un metro di giudizio obiettivo per valutare le azioni del giocatore, se sta giocando bene o male. Ovviamente la divinità deve ripagare indirettamente il personaggio, a discrezione del DM (io lo faccio aiutando ogni tanto nei tiri, come detto in altro topic), altrimenti il giocatore la ritiene un accessorio superfluo.

:bye:

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...eh? :question:

Mi indicheresti la locanda il questione per favore? Ci farei volentieri una visitina.

Le divinità di Faerun sono gestite in maniera simile alla visione che si aveva di esse nell''antica greca. Come concetto non è poi così astruso.

Prendiamo il tuo mercenario, dedito al soldo e alla moneta. Prima di un combattimento gli viene da pensare "Tymora, aiutami tu.". questo non fa di lui un fedele.

Il fatto che si pensi che le divinità di faerun siano "accessibili" è sbagliato. Lo sono per alcune campagne, oltretutto di alto livello. Ma per la gente comune (il 95% di faerun) le divinità sono entità inarrivabili, distaccate.

La differenza è che in grayhawk si ha di essi una figura più legata all'idea, al principio, in faerun invece sono... persone. Ripeto, pensa alla grecia classica e ti accorgerai che le divinità venivano trattate nello stesso modo.

Anche i popoli del nord si comportavano così. Thor era un dio, ma aveva figura umana, ed è sceso più volte su midgar.

Penso che astrarre gli dei al contrario tolga molto allo spirito epico che caratterizza il fantasy. La mitologia che ha ispirato D&D si rifà ad una tradizione che tratta gli dei proprio come vengono visti su faerun.

Era una estremizzazione ;-)

Comunque quello che dici lo trovo giusto, infatti non apprezzerei nemmeno la visione della Grecia Classica anche se molto suggestiva, lo ammetto.

E' una questione di gusti chiaramente :-D

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Bhè, io credo che come per il carattere dei PG anche la scelta di una divinità debba essere la conciliazione con il carattere del giocatore.

Mi spiego, vedo molto difficile che un giocatore molto combattivo (non necessariamente un PP) prenda come fede devota Ilmater. Certo può accadere che uno voglia provare il gusto del contrasto per mettersi alla prova, ma queste sono comunque eccezioni (che a volte possono snaturare il giocatore).

Personalmente l'unica divinità con cui ho avuto seriamente a che fare è con il mio Chierico/Paladino di Lathander, nel quale credo di potermi rispecchiare molto facilmente (e questo rende l'interpretazione molto più semplice e naturale). Inoltre, il carattere di Lathander non deve per forza esser lo stesso del PG quindi è bello mettere alcune variazioni che possono stimolare il gioco.

-Codan-

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Io solitamente gioco personaggi atei, perchè non mi va di affidare le sorti di un PG ad un Dio,

a parte il paladino fanatico di Heironeus che mi era capitato di interpretare.

Moriva in quasi tutte le sessioni per difendere l'onore del suo Dio, sacrificandosi molte volte stupidamente per stupido orgoglio.:cool:

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Scusa... come moriva in quasi tutte le sessioni? :-D :-D :-D

Giocavamo in una campagna di alto livello, dal 16° in su, quindi il chierico poteva resuscitarmi(avevamo lo stesso Dio, e lo faceva come favore verso di lui).:rolleyes:

Diciamo che da BG era cresciuto con l'idea di eliminare tutto il male dal mondo, dall'infimo coboldo al possente diavolo della fossa, e il più delle volte sottovalutava gli scontri per troppa sicurezza per i poteri(inesistenti, tra l'altro) che gli infondeva Heironeus :lol:

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io ho sempre interpretato personaggi con un fede incrollabile o in dei(chierici e paladini)o personaggi che hanno un rigido codice d'onore(kensai e samurai).

Comunque per come gioco io e per la mia filosofia in D&D,non c'è niente di più bello che combattere perchè CREDI in qualcosa e difendere ciò in cui credi.

Ho sempre fatto così in D&D (e un poco anche nella vita)e devo dire che sono state più soddisfazioni che dolori

ora ho cambiato e interpreto un barbaro per concedermi quelle libertà che prima non avevo,e per combattere per l'adrenalina della mischia e fin'ora non mi lamento...:cool::-D:bye:

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Bè, io gioco solo ladri,bardi, Ladri/chierici (una volta sola in realtà). La mia fede, quando non era "me, me stesso ed io" (tanto per avere un pantheon completo), era Sharess:cool:

La fede, se si interpreta un pg serio, è inmportante per lo spessore del personaggio. Si sa già in cosa crede che sia giusto e quale sia il suo stile di vita. E' un aspetto utile, ma non fondamentale

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