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[Play by forum] Topic di gioco


Marquand

Messaggio consigliato

Amhal, trascinandosi dietro il servitore, raggiunge la stanzetta nel momento in cui Dash e Roselin riescono ad aprire la pesante botola, rivelando una serie di gradini di pietra che scendono verso il buio.

Hemlet: ti accorgi che lo zaino è legato al corpo da una specie di imbracatura, e su tutto gravano gli strati di spessa pelliccia conciata che proteggevano l'uomo rendendolo al contempo simile ad un mostro. Dovresti tagliare i legacci per liberare il marchingegno, mentre vedi pezzi di scisto sempre più grossi precipitare dal soffito a pochi metri da te, con lo strato di fumo che continua a scendere sempre più in basso. Puoi farcela? Gli altri sembrano avere trovato una via di fuga, seguirli subito o provare a reclamare il tuo trofeo? Devi decidere adesso, non puoi perdere neppure un istante...

Spoiler:  

x Hemlet: se voui provare a sfilare lo zaino e fuggire via prima che crolli tutto ti tocca un test agire+mano lesta

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Hemlet

Dannazione!

Dò uno strattone allo zaino per vedere se riesco a sfilarlo velocemente, dopodichè mi precipito verso la botola (qualsiasi risultato io abbia ottenuto).

@Megisto

Spoiler:  
Agire 30. Nessun manolesta. Spendo un pV se necessario, ma l'importante è portare a casa la pellaccia :)
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Estraggo la torcia per far luce...

@Dash e Roselin

Presto, aiutatemi... Roselin te la senti di andare avanti con la mia torci e farci luce? Io e Dash possiamo così trasportare il servitore... Dov'è Hemlet?

Sbirciando velocemente nella stanza lo chiamo:

@Hemlet

Hemlet vieni qui! Non abbiamo più tempo! Dobbiamo andarcene!

Porgo la mia torcia a Roselin se accetta...

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Hemlet accenna un rapido tentativo di liberare lo zaino con lo strano marchingegno, ma poi rinuncia all'opera e si infila nel corridoio, un attimo prima che il soffitto del laboratorio cominci a franare. Il pellegrino raggiunge i suoi compagni che stanno scendendo lungo la botola portando con se' il servitore privo di sensi.

L'erta scalinata, all'incerta luce della torcia portata da Roselin, vi conduce fino ad una cavità sotterranea, in buona parte occupata da una pozza d'acqua. Nel piccolo stagno confluiscono rigagnoli d'acqua che trasuda dalla roccia, mentre un rivolo sottile scorre via attraverso una cavità che sembra essere stata allargata dall'uomo. Sopra le vostre teste si alternano sinistri scricchiolii e tonfi sordi in sequenza, mentre la superficie dell'acqua trema per le vibrazioni. Non siete ancora al sicuro.

L'unica via di uscita sembra essere seguire il corso dell'acqua, così vi incamminate per un percorso scivoloso, ma tuttavia ampio a sufficienza, fatto di gallerie in pendenza e occasionali scalini intagliati alla meglio nella roccia viva. E' difficile tenere traccia del tempo, mentre si alternano grotte naturali e passaggi aperti a colpi di piccone, ma alla fine, dopo aver abbandonato il rigagnolo, che si perde in una fessura del pavimento, vi ritrovate in una sorta di stretto stanzino, delimitato da una robusta porta di legno tenuta chiusa da un asse infilato in anelli metallici infissi alla parete.

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Hemlet

@Tutti

Con calma.. per favore. Lasciatemi riprendere fiato.

Mi appoggio alle ginocchia, tirando lunghi respiri. Controllo il mio zaino, poi esamino la porta e provo senza convinzione a sfilare l'asse da un paio di anelli.

@megisto

Spoiler:  
Cosa si è salvato dal cataclisma? del mio inventario originale, cosa posseggo al momento oltre alla spada?
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Dopo una pausa per riprendere fiato, Hemlet comincia ad armeggiare con l'asse di legno, scoprendo con stupore che scorre negli anelli: evidentemente, per una volta, vi trovate dal lato giusto della porta. Con un pò di lavoro riesci a far uscire l'asse ed a liberare l'uscio, ora basta una leggera pressione per scoprire cosa ci sia oltre...

Spoiler:  

Del vostro equipaggiamento, a parte le armi che non avete già ritrovato, non sembra mancare nulla, probabilmente il Domn voleva studiarvi prima di concedere agli Strigani di spartirsi il bottino

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Con il tacito assenzo degli altri Hemlet apre la porta, ed è immediatamente investito dalla fredda brezza notturna, che filtra attraverso le fronde di un cespuglio che, dall'esterno, cela l'ingresso della porta. Uscite, con cautela all'esterno, e vi ritrovate in una fitta boscaglia, alle vostre spalle una scoscesa parete di roccia.

Siete sicuri di trovarvi nella macchia che avvolge la collina su cui si erge il maniero del Domn, e dopo pochi passi ne avete conferma, quando una piccola radura vi consente di vedere in alto, dove le fiamme avvolgono i resti del castello.

Il profilo della costruzione sembra essere cambiato a causa del crollo di alcuni degli edifici, e le fiamme vi consentono di vedere numerose figure umane sciamare tutt'attorno, probabilmente gli strigani del villaggio che avete incontrato alla base del colle.

Restate per alcuni istanti ad osservare la danza ipnotica delle fiamme, poi vi accorgete che il servitore del Domn ha ripreso coscienza, e osserva la scena con le lacrime agli occhi.

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Tutto è andato perduto, niente è stato guadagnato, ma molto è cambiato. In meglio.

Gli abitanti di queste terre potranno vivere felici senza l'Upiro, ma non dovranno sapere nulla del Domn.

Rivolgendomi al servitore:

Non piangere su ciò che ormai è già andato perso, non ti faremo del male.

Piuttosto raccontaci la lunga storia del Domn e dell'Upiro. Ed illuminaci inoltre sul perchè voi servitori l'abbiate seguito nonostante le atrocità da lui commesse.

Quando ci avrai detto queste cose sarai finalmente libero.

Senza lasciare la spada, mi siedo e lo guardo in attesa della sua risposta, facendo giocare Squiddle con il mio indice.

castlefire8.jpg

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Il servitore si mette a sedere sul tronco marcescente di un albero caduto, e comincia il suo racconto...

...da piccolo suo nonno, che come lui e suo padre era stato maggiordomo del Domn, gli raccontava di essere egli un stesso un bambino, quando regnava sul castello un altro signore, di origini Sidete e antica nobiltà militare, che governava con la sua famiglia ed un manipolo di pochi soldati fedeli. Poi, in un giorno di tempesta, giunse al maniero uno straniero di incredibile vecchiezza, seguito da un servo storpio. Quella notte stessa le porte del castello furono aperte dall'interno e consentirono l'ingresso di un'orda di Strigani, che forti del numero sopraffecero le guardie e massacrarono la famiglia del Domn, inclusi gli infanti, insediando il nuovo signore. La servitù fu risparmiata, perchè il Domn stesso considerava gli strigani poco più che selvaggi, e preferiva la compagnia dei discendenti di coloro che avevano portato la la fede della Presenza in quei luoghi pagani.

Per la popolazione del luogo non era cambiato molto, ad un signore straniero, che imponeva tasse per abbellire la propria dimora, ne era succeduto un'altro, che almeno non reclamava per sè le giovani donne. E' vero, in seguito l'Upiro cominciò a mietere vittime, ma il Domn prestava attenzione a non eccedere con alcun villaggio, e in fondo, per i poveri contadini del luogo, la morte è un evento tutt'altro che eccezionale.

A questo punto i ricordi diretti del servitore ed i racconti di suo nonno si confondono, mentre vi narra della cancellazione delle insegne del vecchio domn, della vendita di tutti i beni di valore per acquistare i rari materiali necessari ad attrezzare il laboratorio, della distruzione degli specchi, che ricordavano al Domn l'orrore del suo aspetto e la decadenza portata dagli anni.

E poi, in un crescendo di orrore, la sparizione dei viandanti in transito al palazzo, il rapimento dei popolani, gli esperimenti sulle donne della servitù, costrette a partorire orrori che poi infestavano le stanze buie e gli anfratti nelle pareti del maniero. Tutto per consentire a quel corpo privo di anima di continuare a vivere.

Perchè non ci siamo ribellati a questi orrori? Potrei dirti che avevamo paura, le punizioni inferte dal Domn potevano essere terribili... Ma la realtà è un'altra, sono nato al suo servizio, e l'ho servito per oltre quarant'anni, questo era il mio dovere, un servo non deve giudicare il suo signore, deve solo obbedire.

L'uomo, che adesso sembra ancora più anziano, china il capo e rimane immobile a fissarsi le mani, senza riuscire a scorgere alcun futuro possibile per se stesso.

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Chi vive nelle tenebre non cercherà mai la luce... Non puoi cercare ciò che non sai che esiste...

Però devo sapere ancora una cosa, o non potrò dormire tranquilla stanotte...

Mi avvicino al servo, e appoggio una mano sulla sua spalla

@Servo:

Comprendo i tuoi sentimenti.

Da quello che ci hai raccontato capisco l'incubo che avete vissuto tutti finora... e capisco anche il tuo smarrimento, perché benché la situazione fosse mostruosa, offriva certezze che ora non sei più sicuro di possedere.

Ma posso dirti che il futuro non è così nero come lo vedi ora, semplicemente oggi si conclude un capitolo, ma nulla vieta che vi possa essere un futuro per tutti voi.

Guardatevi: eravate qui prima del Domn, avete servito sotto di lui, e ora? Chi vi vieterà di popolare ancora queste terre? Non potrete finalmente stabilire la vostra città in questa fortezza ed in queste foreste? Chi vieterà che a sedere sul trono lasciato incustodito sieda uno di voi?

Come diceva Dash, da questo momento sei libero, o meglio siete liberi. Questo significa che non dovrete più obbedire, ma potrete decidere. Non sarete più servi, ma padroni del vostro stesso destino.

Siete stati schiavi per troppo tempo. Ma la vera giustizia fa cadere il tiranno ed incorona il servo.

@Megisto:

Spoiler:  
Voglio provare a risollevare il morale del servo, che prova devo fare?

Vorrei ridargli quel tanto di voglia di vivere che mi basta per un altro paio di domande

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Grande è la conoscenza che è andata perduta stanotte... Tanto grande quanto pericolosa però!

Mi fermo a guardare il castello ascoltando il racconto del servitore perso nei miei pensieri...

Voglio tornare al mio paese con qualcosa di eccezionale, non con qualcosa di orribile... E' per questo che voglio essere ricordato! Un giorno forse riuscirò ad acquisire la conoscenza che sto cercando e potrò fare ritorno a casa mia! Stanotte si chiude un capitolo della mia vita, un vicolo cieco. Domani imboccherò una nuova strada che ancora non so dove mi porterà, la cosa più importante è non perdere mai la speranza! Un giorno troverò la mia strada... un giorno...

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