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Checco

Circolo degli Antichi
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  1. O magari la ragazzina ha del sangue di gigante che le scorre nelle vene ed è fortissima...tipo Pippi Calzelunghe! Insomma, stiamo parlando di D&D, una soluzione, anche "sensata", la si trova sempre. A mio parere, non ha molto senso cercare di inserire una dose massiccia di realismo nelle meccaniche di gioco quando poi nel combattimento, da sempre parte centrale in D&D, ci si affida a un concetto completamente astratto come i pf, tanto per citarne uno. Le strade sono due: o ti sforzi di rimanere coerente e quindi modifichi pesantemente il regolamento per renderlo più "realistico" (ma, a meno che tu non ti diverta a farlo a prescindere, io te lo sconsiglio, sei pure in 3.5, quindi direi che di regole e grattacapi ne hai a sufficienza...) o magari valuti la possibilità di provare altri giochi di ruolo (e ce ne sono alcuni dove l'aspetto "simulazione" è davvero notevole). EDIT: oppure, ovviamente, giochi col regolamento che hai e ti immagini delle "giustificazioni" ad hoc che esulino delle meccaniche in senso stretto (come la storia del sangue del gigante o qualche altra motivazione tra i suggerimenti che ti sono stati proposti, per esempio), qualcosa, insomma, che faccia capo al background del personaggio.
  2. Grazie per la condivisione: non so se potrebbe effettivamente risultarmi utile, ma, a occhio, mi sembra comunque un tool comodo che fa il suo sporco lavoro!
  3. Ciao @SilentWolf! Sto sempre più convincendomi, per la prossima campagna, di proporre ai miei giocatori Un D&D crudo e letale. A tal scopo, pensavo a una mixture (micidiale!) di varianti, nella fattispecie: Low Magic + Healer's Kit Dependency + Slow Natural Healing + Gritty Realism. Stavo valutando, però, un paio di questioni: Healer's Kit Dependency + Slow Natural Healing, considerando obbligatorio l'uso del kit soltanto per i riposi brevi: in tal caso, durante i riposi lunghi i PG potrebbero spendere HD senza usare "cariche" del kit (diciamo pure, che potremmo considerare che le 8 ore di riposo siano sufficienti a sostituire il kit). Gritty Realism: sono tentato di applicare la variante così come scritta, ma ho davvero "paura" che possa impattare in maniera troppo imprevedibile sul gioco (e non soltanto in situazioni di puro combattimento). Che ne pensi? In particolare: hai avuto modo di provare RAW il Gritty Realism? P.S. - Tra l'altro, mi chiedevo, faresti utilizzare a un PG il kit su se stesso in maniera autonoma e "fai-da-te" o, secondo te, è pur sempre necessaria l'assistenza di qualcuno? [Io propenderei per la prima opzione: già mi vedo un PG separatosi accidentalmente dal gruppo che, lanciando occhiate in giro in maniera paranoica da una finestra rotta, si cuce una brutta ferita su di una coscia mentre stringe tra i denti l'elsa di un pugnale...]
  4. Se non ricordo male, tutto il materiale (ufficiale) su Krynn e compagnia bella è in lingua inglese: rileggendo il post iniziale, ho il sospetto tu possa trovare qualche difficoltà.
  5. Checco

    Token D&D

    Ciao. Potrebbe interssarmi, ma prima di tutto: cosa intendi per primo manuale di D'n'D?
  6. Potresti optare per una via di mezzo, ossia concordare con il giocatore il prologo, ma giocarlo brevemente (magari una mezza sessione o giù di lì) attraverso delle scene prestabilite, quasi come se facesse parte della procedura per la creazione della scheda. Mi spiego meglio: Previo accordo con il giocatore, poniamo per esempio che il PG: sia nativo di Menzo-etc. ami (magari anche corrisposto) una donna di un casato rivale il suo casato attacchi il casato della sua amata e durante lo scontro costei venga brutalmente uccisa sotto i suoi occhi disperato, fugga via maledicendo l'orrore della sua famiglia etc. * sono esempi banalissimi, che sto utilizzando esclusivamente in quanto tali * Insomma, potreste quindi giocare questa sorta di intramezzi nell'ambito della trama del prologo, sia in forma di semplici "Botta & Risposta" sia in maniera più complessa: magari il PG potrebbe stringere rapporti con dei PNG, raccogliere qualche oggetto in più (o perderne qualcuno!), in buona sostanza forse riuscirebbe a portarsi via un po' di ricordi più "vivi", se così si può dire.
  7. No, no, no. Non intendevo aggiungere la qualità della vita come parametro. Sostengo soltanto che decontestualizzare la faccenda dall'ambientazione non credo possa dare risposte soddisfacenti. Potrebbe esistere una diversità delle pene in base a una diversa longevità, ma reputo che in larga misura dipenda (anche) dall'ambientazione.
  8. Il tema è interessante, ma, personalmente, non credo si possa rispondere scollegandosi completamente dall'ambientazione e e che invece dipenda in larga misura dalla complessità che si vuole attribuire alla stessa e dalle sue caratteristiche peculiari; la longevità è già, di per sé, un parametro di valutazione e potrebbe differire da ambientazione ad ambientazione - cioè: gli elfi del pianeta X vivono 1000 anni | anche gli elfi del pianeta Y vivono mille anni | bene, okay, ma culturalmente, socialmente, perfino da un punto di vista climatico, i mille anni degli elfi su X sono uguali ai mille anni degli elfi su Y?
  9. Personalmente, trovo che qualsiasi esperienza possa svilupparsi intorno al tavolo sarà inevitabilmente (e per fortuna!) diversa da gruppo a gruppo di giocatori, quindi credo sia quantomeno difficile poter identificare degli strumenti utili che siano "universali", per così dire. Ciò detto, reputo (spero!) di aver compreso il tuo punto di vista: grazie per le delucidazioni.
  10. Tu intendi che sarebbe più opportuno limitare il discorso alle sole tecniche relative al dialogo, che è lo "strumento" utilizzato dal giocatore di ruolo; ho capito bene?
  11. Forse rischiamo l'OT (se è così, chiedo scusa), ma non riesco a capire cosa ci sia di sbagliato nell'uso di questi termini; cioè, se "viaggiando sulle ali della fantasia" (), io e un mio amico indossiamo per un paio d'ore i panni di Don Chisciotte e Sancho Panza e combattiamo contro i mulini a vento, "cosa" stiamo facendo (restando ovviamente nei limiti del discorso "role-playing")? Chiariamo sin da subito che non ho la minima intenzione di essere polemico, è proprio perché mi piacerebbe comprendereil tuo punto di vista; a tratti, mi sembra quasi che tu ne faccia una più che altro questione di semantica.
  12. Argomento interessante e anche molto vasto. Direi prima di tutto di scinderlo in due "rami": GM & PG. Come GM tendo a caratterizzare molto i personaggi che inserisco in gioco, più che altro perché al tavolo gestiamo l'interazione tra PG e PNG quasi esclusivamente con il gioco di ruolo allo stato puro, per esempio relegando il ricorso ai dadi al minimo (anzi, direi quasi che non ne facciamo uso). Risultano quindi essenziali sia una descrizione dell'aspetto esteriore del PNG (rapida, ma efficace) che una sua caratterizzazione "emotiva" e comportamentale, magari enfatizzando un tic o anche solo un'inflessione della voce (ricordo, per esempio, che una volta i PG scoprirono un impostore grazie alla sua "erre moscia"!). L'importante è non esagerare e non cadere mai nella machietta. Poi, trovo che sia anche essenziale saper leggere l'atmosfera al tavolo in una data sessione e sapersi regolare di conseguenza, valutando il grado di attenzione generale dei giocatori quella data serata, ecc. ecc. Da giocatore, quando uso un PG mi sforzo di creare con esso un'immedesimazione completa, più che altro perché lo trovo davvero divertente, ma qui entriamo nell'area "proibita" dei gusti personali, quindi il discorso lascia un po' il tempo che trova. Mi fermo qui ché scrivere dal cellulare mi sta facendo letteralmente friggere il cervello!
  13. Ottima inserzione, @SilentWolf; in particolare, ho trovato comoda la parte relativa ai diversi incastri tra le varianti disponibili, anche solo per visualizzare nero su bianco le varie possibilità e le diverse implicazioni. Un'unica osservazione: tempo fai ragionai un po' sul discorso "gritty realism" perché a occhio trovavo davvero estremo passare a 7 giorni i tempi di recupero di incantesimi & C. e spulciando la rete trovai una discussione in cui si affermava (qui) che alla WotC avevano twittato a proposito del "gritty realism" affermando che, secondo le intenzioni dei designers, quella variante andrebbe applicata soltanto alle tempistiche di guarigione e basta. Ricordo anche che cercai a tempo perso il tweet "ufficiale", ma senza successo; that's all.
  14. Il fatto che io trovi che "barare" sia un termine fuorviante in una discussione come questa è proprio dovuto a come io e gli altri giocatori del mio gruppo di gioco ci siamo formati come giocatori di ruolo: giochiamo insieme da decenni, ma tra di noi non c'è mai stato alcun "contratto", semplicemente si è sempre giocato così perché all'epoca (v. DMG di AD&D 1st Edition, pag. 110), si giocava così (o almeno questa è stata la mia esperienza personale), nel senso che il master aveva (e ha, a mio avviso), il ruolo ben preciso di condurre il gioco con la consapevolezza dell'importanza delle proprie azioni e della propria posizione e sforzandosi (entro i suoi limiti, ovviamente) di fare del suo meglio per favorire la migliore esperienza di gioco per tutti. Come fa un master a stabilire quale sia la migliore esperienza di gioco per ciascun giocatore? Giocando, sbagliando, imparando dai propri errori ed entrando sempre più in sintonia con il proprio gruppo di gioco, impegnandosi a padroneggiare sempre meglio le regole e le "trappole" dietro di esse, e soprattutto sapendo ascoltare i propri giocatori, sempre. Trovo che, nel senso buono del termine, questa "ossessione" per le regole sia frutto della 3a edizione e capisco che chi sia formato con quel regolamento possa trovare "oscene" le mie parole (non mi sto riferendo a nessuno in particolare in questo caso, ma sto facendo solo una riflessione). A mio avviso, questa discussione ha reso evidente ancora una volta come sia mutevole e diversa la sensibilità di ciascuno su questo argomento e come essa cambi da gruppo a gruppo, da giocatore a giocatore e resto dell'opinione che sia davvero difficile (per non dire errato) prendere una posizione netta e "insindacabile": ecco, non esiste un D&D in assoluto a cui giocano tutti, ma esistono il "mio" D&D. il "tuo" D&D e il "loro" D&D e questa è secondo me una delle tante bellezze dei giochi di ruolo.
  15. Ma dire che giochiamo così è sbagliato, dai! Nell'ultima campagna che ho arbitrato, durata circa un anno, non ho mai "barato", non è una cosa che si fa a prescindere o per il gusto di farlo! Semplicemente è una possibilità che non escludo, tutto qui.
  16. Rispetto il tuo pensiero, pienamente leggittimo ovviamente, ma dal momento che io sono un GM che ammette che potrebbe anche "barare" all'occorenza (nonostante spero siano chiare le modalità con cui possa capitare che lo faccia e il contesto in cui eventualmente lo faccia) mi sento chiamato in causa: dimmi quello che vuoi, ma neofita no: arbitro D&D da 30 anni. Potrò non essere un buon GM per i tuoi gusti, ma sinceramente non credo di essere un neofita. Comunque, forse non sono riuscito a chiarire il mio pensiero sull'argomento fino in fondo: è ovvio che se arbitrassi uno di voi per la prima volta non mi sognerei mai di "barare" (in nessun senso), ma con i miei amici della scuola (e oggi abbiamo tutti 40 anni e più di media), la storia è molto diversa e, pensate un po', in 30 anni di master con loro è capitato anche che non tirassi nemmeno, o faccessi finta di tirare e scegliessi arbitrariamente il risultato, e continuo tuttora ad arbitrarli serenamente. Mettiamola così: si "bara"? Di base no, ma se i giocatori sono d'accordo, il master è leggittimato a farlo. Questo dovrebbe essere tutto, spero... Altrimenti, mi arrendo!
  17. Questo è il punto: lo è se decontestualizziamo del tutto l'accaduto, ma nel contesto che ho descritto io e limitandolo esclusivamente a esso io non lo considero "barare" perché di certo non ho modificato quel dato tiro per imbrogliare o truffare i giocatori magari per il mio mero tornaconto personale. Poi spero che non ci si voglia attaccare alla semantica, sul significato letterale di barare insomma, perché lo troverei un discorso sterile a questo punto. Spero che ora il mio punto di vista sia più chiaro.
  18. @greymatter, non devi scusarti nessun problema, peraltro è anche probabile che sia stato io poco chiaro. Chiedo venia se potrò sembrare ripetitivo, ma il "problema" è che è proprio il termine "barare" che non mi va a genio in un contesto simile. Facciamo un esempio: un PG decide di imbarcarsi in una prova contrapposta con un nemico il cui esito però non inficerebbe minimamente lo svolgimento dell'azione, perlomeno rispetto ai suoi protagonisti, ma il mio tiro dietro schermo è più basso del suo, ergo il PG ha superato la prova; ora, dal momento che io conosco e frequento abitualmente il giocatore che sta utilizzando quel personaggio da oltre venti anni e lo arbitro da circa venti anni, credo di sapere cosa significhi quel sorrisetto che ha stampato in volto e so anche, conoscendo gli altri al tavolo, che se fallisse la prova tutti si farebbero una grassa, grassissima risata, lui per primo, e poi il gioco riprenderebbe il suo corso naturalmente senza conseguenze se non quelle di qualche minuto di risate in più. Ora, se io dichiarassi che il nemico del PG ha vinto la prova, avrei barato? Secondo me, no. Ripeto: io non dico che farei per forza così, dico solo che non escluderei completamente una simile opzione nel mio ventaglio di possibilità. Non è una domanda provocatoria, è solo un altro spunto di confronto, spero sia chiaro. Avevo saltato questo passaggio: Andavo a memoria e mi pareva ci fosse scritto qualcosa di simile nell'introduzione (foreword o come era scritto, non ricordo ora); comunque sì, mi riferivo a questo passaggio e...mi piace tuttora.
  19. Non capisco questo atteggiamento, diciamo, sulla difensiva, io esprimevo soltanto il mio punto di vista sull'argomento in generale senza riferimenti diretti a qualcosa scritto da qualcuno. I "miei" giocatori mi conoscono e io conosco loro, sono amici prima di altro, ma se vogliamo essere ancora più espliciti, sanno che alcuni strappi alle regole (cosa che è capitato spesso io abbia evitato per intere campagne) potrebbero anche essere inclusi nel mio ventaglio di possibilità operative. Infatti, è proprio la parola "barare" che temo crei equivoci. è un fatto di mentalità e di vocazione all'improvvisazione, di saper gestire anche situazioni non contemplate dalle linee guida di un manuale, il sapersi adattare a talune circostanze improvvise, il saper far fronte a situazioni di stallo o "imbarazzanti" senza rompere il flusso di gioco, l'atmosfera, l'azione. Per me non c'entra nulla con l'"imbrogliare" in senso stretto, è questo il punto.
  20. Sono essenzialmente d'accordo con @SilentWolf e, come peraltro ho già sostenuto altrove su D'L, trovo inoltre che in un contesto del genere la parola "barare" sia molto fuorviante, così come anche l'associazione che talvolta ingenuamente si fa tra "master che tira dietro lo schermo = master che bara", ma restano mie opinioni personali e nulla di più. Per me, lo schermo non serve a dare un'aria d'importanza al GM di turno (anche se fa figo, lo ammetto!), ma secondo me serve per alimentare la tensione, il mistero, la curiosità. Personalmente, tiro spesso e volentieri dei dadi "per finta" e i "miei" giocatori stanno sempre lì a chiedersi cosa io stia "tramand" o e quando succederà qualcosa perché, è sicuro, prima o poi qualcosa succederà! Spesso, per dirne una, chiedo che facciano dei tiri di percezione "inutili" (- odi soltanto il rumore del vento che scuote le foglie brune della quercia -) e altri "trucchetti" del genere in modo da non dare mai la certezza del momento e cercare di non spezzare l'atmosfera (o, almeno, è ciò che mi sforzo di fare...). Se posso soffermarmi brevemente sulla questione del "barare" che è stata tirata in ballo anche in questa discussione, sono convinto che il dovere principale di un GM sia quello di sapersi rapportare ai propri giocatori e valutare, di tali rapporti, sia gli aspetti sociali (i giocatori sono persone che conosco da tempo? Ho confidenza con loro? Loro la hanno con me? Ecc. ecc.) sia ludici in senso stretto (che tipologia di giocatori sono? Preferiscono il dungeon crawl o amano maggiormente gli intrighi politici? Preferiscono giocare con le miniature o apprezzano maggiormente il cosiddetto "teatro della mente"? Ecc. ecc.). Ciò detto, se mi accingessi ad arbitrare un gruppo di perfetti sconosciuti, magari a un evento pubblico, mi atterrei ciecamente al regolamento e avrei un approccio “freddo e distaccato”, se così si può dire. Se invece dovessi arbitrare persone che conosco e frequento abitualmente da oltre venti anni e con cui gioco da venti anni, la faccenda sarebbe ben diversa, ma non nel senso che non seguirei il regolamento dando avvio alla “sagra del baro dietro lo schermo”, ma nel senso che, qualora io da master lo ritenessi opportuno, mi permetterei certamente qualche strappo, perché tra me e i giocatori che arbitro abitualmente ci sarebbe (e infatti è così!) una tale fiducia e una tale amicizia reciproche (per non parlare dell’esperienza fatta assieme al tavolo) che essi comprenderebbero il perché delle mie scelte “contro le regole”; certo, magari alcuni di loro potrebbero non condividerle pienamente, ma non sarebbe mai in ballo tra noi il tema "barare", sono so se mi spiego. Sarà che sono un referee di vecchia scuola e che sono cresciuto facendo mia l’introduzione di Mr. Gygax alla 1st Edition (a proposito, qualcuno ha mica letto la mia firma…?!?!?), in un epoca in cui di fatto non esistevano “rules”, ma “guidelines”, ma io la penso così.
  21. @SilentWolf, rileggendo il tuo ultimo post ho riflettuto e devo ammettere che in effetti non credo sia corretto limitare l'iconicità di Dungeons & Dragons a meri aspetti "meccanici", sebbene credo sia innegabile che alcuni di essi siano proprio dei capisaldi del gioco ed eliminandoli del tutto o stravolgendoli completamente il gioco stesso perderebbe un parecchio del suo stile, se così si può dire. Pur avendo fatto per la mia campagna delle scelte per così dire "drastiche", anche con l'eliminazione di alcune classi per l'appunto "iconiche" (come quella del cleric e quel del wizard), direi tutto sommato che il flavour del gioco "originale" si sente (e ciò ovviamente può essere un bene o un male, a seconda dei punti di vista); diciamo che se mi chiedessero che regolamento sto utilizzando per la mia campagna ambientata nella Terra-di-Mezzo, potrei tranquillamente rispondere <<la quinta edizione di Dungeons & Dragons>> e non <<beh, siamo partiti dalla quinta edizione di Dungeons & Dragons, ma di fatto l'abbiamo infarcita di talmente tante "regole della casa" che oramai sembra quasi di giocare a dell'altro>> ed è quello che io e il mio gruppo desideravamo. Alla fine, ovviamente parlando entro i limiti imposti dalla mia sola esperienza personale, mi sento quindi di dire che la quinta edizione si sta prestando egregiamente a "reggere la baracca" nella Terra-di-Mezzo, quindi aspetto con viva curiosità cosa tireranno fuori alla C7 anche, perché no, per trarre spunto, integrare o magari modificare le house rules che stiamo utilizzando attualmente durante le nostre sessioni. A 'sto punto, speriamo che rispettino i tempi e facciano uscire qualcosa di appetitoso entro questa estate!
  22. Variando un po' la discussione, prima riflettevo su di un fattore che secondo me non è da sottovalutare: se fosse uscita una Middle-earth a marchio D'n'D, essa sarebbe diventata a tutti gli effetti un'ambientazione ufficiale (o no?) e quindi, se ho inteso bene come stanno le cose, a quel punto i vari fans avrebbero potuto rilasciare materiale "DnD-Tolkieniano" sulla DMsGuild. Alla luce della selva dei diritti legali di utilizzo, secondo me questo aspetto potrebbe anche aver avuto il suo peso sull'effettiva mancanza di una licenza ufficiale; che dite?
  23. Indeed. Se si parla di variazioni sul tema, nessun problema, ma se si parla, per esempio, di eliminare i livelli (per quanto abbia in passato apprezzato e apprezzi tuttora alcuni sistemi di gioco senza livelli), allora per me si elimina uno degli aspetti iconici di D'n'D.
  24. @SilentWolf, sono in parte d'accordo con te e tieni comunque presente che allo stato attuale io sto giocando unicamente alla quinta edizione, una sera a settimana e sto utilizzando come ambientazione proprio la Terra-di-Mezzo, quindi sono ben conscio delle potenzialità del regolamento di quinta edizione e della sua adattabilità. Ma il mio gioco di ruolo preferito è Dungeons & Dragons non una sua variante fatta a pezzi come il Lego e poi rimontata per sembrare dell'altro: la mia idea era ed è quella di giocare il mio gioco di ruolo preferito insieme al mio "mondo" fantasy preferito; certo, il regolamento è stato oggetto di svariati ritocchi, perché ho ritenuto fossero utili a favorire l'immersione nel personaggio e nell'"ambiente", ma resta pur sempre Dungeons & Dragons, per lo meno nei suoi aspetti più iconici. Mi si dirà: ma allora non "è Tolkien"! E infatti non lo è, è la Terra-di-Mezzo mia e dei miei compagni d'avventura e in tutta franchezza non credo che, indipendentemente da qualsiasi regolamento di giochi si utilizzi, potrebbe essere diverso da così.
  25. Non so, sarà che con ogni probabilità io avrò una visione limitata dell'intera faccenda, ma reputo che qualsiasi edizione di Dungeons & Dragons che voglia rimanere fedele a se stessa non si troverà mai e poi mai a proprio agio nel solco segnato dal "canone tolkieniano"! E poi: quale sarebbe il "canone tolkieniano" rapportato a un gioco di ruolo cartaceo? Sono convinto che ogni singolo lettore di Tolkien avrà, leggendo le sue opere, un "suo" proprio "canone", frutto della propria lettura ed è giusto che sia così: non dimentichiamoci che stiamo parlando di libri e poi che comuqnue, lì fuori, ci sono giochi che si sforzano esplicitamente di essere validi in tal senso. Faccio un esempio, prendendo in prestito una delle (poche) vere scene di combattimento in mischia che siano descritte nel Signore degli Anelli: Merry che azzoppa il boss dei Nazgûl (ricordiamoci: il BOSS...) con un singolo colpo ed Éowyn che di fatto lo abbatte.... Dunque: Merry....che classe e livello ci mettiamo a Merry? E il suo spadino? Certo, faceva parte del tesoro dello Spettro dei Tumuli, ma, diamine, per fare ciò che fa allora doveva essere un'arma davvero eccezionale! Ed Éowyn? Ne vogliamo parlare? Classe? Livello? E poi, l'arma? A memoria non mi risulta fosse incantata (ma chiedo venia, qualora mi sbagli). Cioè, come la "giustifichiamo" la risoluzione del suddetto combattimento se utilizziamo le regole di D'n'D? Con qualche colpo critico? Ovviamente, posso sempre rivoltare il regolamento come un calzino con tutte le house rules che voglio, ma poi, sto giocando ancora a D'n'D? Questo per dire che credo sia impossibile conciliare le due cose, cioè il "canone tolkieniano" (ammesso che si sia riusciti a definirlo univocamente) e le meccaniche di gioco di Dungeons & Dragons (della quinta edizione, come di quelle più vecchie). Per dirne una: a parte la mole di lavoro che ciò richiederebbe (ammesso che si voglia provare a far le cose davvero per bene), togliere i livelli vorrebbe dire mutilare il regolamento di D'n'D di una delle sue principali peculiarità. Francamente, per come la vedo io, se uso D'n'D i personaggi dei giocatori saranno in un modo o nell'altro sempre una spanna sopra la gente cosiddetta "comune" quindi, o sono di 1° livello o di 15°, non mi farei troppi problemi in tal senso: il problema, semmai, potrebbe sorgere rispetto a mostri & C. da mettere contro i PG perché, inevitabilmente, le minacce a lungo andare crescerebbero in potenza in maniera esponenziale e ciò potrebbe creare degli squilibri, ma penso che con la giusta dose di fantasia da parte di tutti e una trama/narrazione avvincente ci si possa mettere una pezza. Ovviamente, tutto ciò IMHO.
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