Molto interessante, e credo risponda anche esplicitamente ai dubbi di @Ji ji sul precedente post, cioé che il megadungeon fosse solo uno dei vari esempi. C'è del potenziale per giocare in molti stili diversi, anche se sempre un po' sandbox/procedurale - chiaramente non si può giocare in questo modo una campagna da tavolo chiuso, che richiede necessariamente un impegno di lungo periodo per tutti. Ma non è necessariamente un aspetto D&D-like, anzi: la maggior parte delle campagne di D&D che ho giocato erano molto meno adatte a questo tipo di gioco rispetto a FATE o Dungeon World, dove il gioco è spesso episodico.
Per quanto riguarda la creazione dei personaggi che cita @Shroud, secondo me la cosa migliore è crearli in modo progressivo, anche su un tavolo chiuso e a maggior ragione in un tavolo aperto. Nella prima sessione, di meccanico decidi solo gli aspetti macroscopici (in un D&D, razza e classe), e giochi un PG sostanzialmente pregenerato. Quanto spazio dare per la parte non meccanica della creazione (definire legami e contrasti con elementi della storia ad esempio) dipende dalla campagna (e dal gioco). Tra la prima e la seconda sessione, con calma e con l'aiuto del DM, si definisce meccanicamente il personaggio se si vuole, senza curarsi troppo di eventuali problemi non macroscopici di continuity (hai usato un +2 in una skill nella prima sessione che non hai più dalla seconda, non succede niente). Questo è particolarmente importante con principianti, che investono il tempo a creare il personaggio solo se si divertono a giocare e vogliono continuare.