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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte

Risposte in primo piano

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Scarlett Bloomblight

@Voignar al telefono con Darius

Quando Darius mi dice che ha sentito la conversazione che ho avuto con Tanaka mi blocco per un paio di secondi. Questo Lunedì non la smette di essere una fot***a montagna russa emotiva... Deglutisco per assicurarmi di avere il controllo sul mio tono di voce. "E?" Nonostante pronunci una sola lettera il tono è gelido, tagliente; con tutto il sottinteso di sapere cosa lui voglia farci con quella informazione.

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Darius

@TheBaddus al telefono senza idee

E, senza troppi giri di parole, ti offro uno scambio: tu eviterai di fare quanto ti chiedono, io ti darò qualcosa in cambio. Fai tu il prezzo: le risposte al compito di matematica, soldi, qualsiasi altra cosa... lo "scambio equivalente" è andato a farsi benedire, ma non mi è venuto in testa nulla che potessi offrire

Non serve dire che, dovesse succedere qualcosa dietro Violet Crown, saprei che nomi fare

Modificato da Voignar

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Scarlett Bloomblight

@Voignar al telefono con Darius

Figlio di pu***na... Sono io quella che fa queste cose.

Inspiro leggermente, spero non si senta dall'altro capo del telefono. "Se dobbiamo dircele tutte Darius." Faccio una pausa per accendere la canna, facendo scattare l'accendino a vuoto qualche volta prima di accenderla davvero, in modo che si senta; una volta accesa faccio un tiro piuttosto lungo affinché la fiamma prenda bene e soffio fuori il fumo, lentamente ma sempre in modo che si senta. "Tu lo sai che so cosa hai fatto." Il tono è di nuovo gelido e tagliente. "Frugare tra le cose degli altri non è una cosa bella da fare." Ora la voce è puro veleno, ma poi torna normale. "Quello che posso volere da te è che non ficchi mai più il naso nei miei affari, non sono cose che ti riguardano." Faccio un altro tiro, lasciando passare un paio di secondi mentre riorganizzo le idee. "Se me lo prometti io ti prometto che la cosa che mi ha chiesto di fare quel ragazzo non accadrà." Scelgo le parole con la massima cura, in modo che la promessa coinvolga solo quello che mi sono detta con Tanaka, ovvero per oggi pomeriggio. "Cosa dici?" E una volta concluso, faccio un terzo tiro.

@Loki86

Non so se ci sono gli estremi per un Gelare Qualcuno. Nel caso utilizzo Tirare le Fila per spendere un Filo su Darius e ottenere un +1 al tiro. Nel caso se ho successo scelgo "Perdono un Filo su di te".

Penso che si incastri tutto per la minaccia fatta e il Filo speso perché faccio riferimento alla cosa che mi ha dato un Filo su di lui.

Modificato da TheBaddus

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Ana Rivero

Ancora al parchetto

Sì, mi sono beccata di nuovo della strana, ma yes! Ho vinto una interazione sociale oggi! Punti per me. Non so perché il fatto che io sia snob abbia avuto più presa rispetto al fatto che io sia strana, ma va bene. Sono una snob che fa casino, probabilmente le cose vanno a braccetto. Certo è che Max è facile a perdonare. Mi fa rabbrividire come sia uno stereotipo tanto da chiamarmi sorella ma va bene!

"Non credo che la mia reputazione possa peggiorare di più." Mi affretto a chiarire sventolando le mani davanti al volto. "Cioè, non perché sono qui con voi! Cioè, ogni cosa che ho detto oggi credo sia sparita al confronto con la roba in mensa." A cui ho fatto molto poco caso, sinceramente. Ero persa in altri occhi, e non in quelli sanguigni di Nathan.

Cerco di darmi un tono. Sono pur sempre una snob. "Una mezzoretta posso pure perderla." Spero si capisca stia scherzando. Mi giro verso Greg. Povera stellina, lo sovrasto. Non è la sua giornata, se ha un complesso. Oppure, è proprio la sua giornata, se ha quel particolare tipo di complesso. Anche e soprattutto perché in nome della pace con Max avrà l'onore di parlare con me. Mi sento di nuovo up! Di nuovo me! Sono snob, sono strana, e soprattutto nessun professore è in grado di buttarmi giù!

Forse questa cosa mi serviva. Anche se è poco, è qualcosa. "Cosa ha fatto tua cugina, Greg?" Forse dico Greg con un po' di sdegno. È volontario, ma il nome Greg suona proprio (troppo?) bene su una lingua snob.

Credo di starmi fissando troppo su questa faccenda della snobbitudine. Ma in fondo è una identità, no? Qualcosa che mi hanno dato gli altri ma che io decido per me. Non sono una bambola. Sarà violenta, impetuosa, irascibile, strana, snob, ma almeno non sono una bambola.

Però prenderò una canna solo se me la offrono. Non sono sicura degli effetti su di me. Probabilmente nessuno, e dovrò fingere anche questo.

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Darius

@TheBaddus tremando al telefono

Le parole di Scarlet mi fanno rallentare il cuore e sudare freddo, al punto che per un momento non riesco nemmeno bene a respirare

Le mani mi tremano, e so benissimo che dall’altra parte quella st****a si sta godendo il momento. Non ho nessuna intenzione di passare per il tremante fifone, ma un ultimo lampo di coscienza mi impone di tacere su ulteriori minacce o roba simile. Non è proprio il caso di mettersi a giocare a chi ha il segreto più grosso

Mi sta bene la voce mi esce più gracchiante e più flebile del voluto, ma almeno non sembro balbettare

Senti, archiviata la cosa…

Come c***o glielo chiedo senza sembrare un pazzo o uno stalker?

Tu stai bene? Ci hai messo molto a rispondere al telefono, anche se ti stavo proponendo uno scambio provo a dare al mio tono una nota di leggerezza, ma è palese che sono preoccupato per lei

Modificato da Voignar

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Scarlett Bloomblight

@Voignar vittoria al telefono

In quei pochi attimi di silenzio mi accorgo di star sorridendo, compiaciuta dal modo in cui ho gestito la trattativa; mi faccio un po' indietro nella camera, appoggiando la schiena al muro. Anche se siamo al telefono percepisco il filo che mi lega a Darius, e sento di averlo ben stretto nella mano. Due volte nello stesso giorno. La cosa mi fa eccitare, mi sento come è stato con Tanaka; vorrei toccarmi ma mi controllo e scelgo di fare un altro tiro dalla canna.

"Allora abbiamo un accordo." Dico, con una voce un po' strana, in un qualche modo ha qualcosa di sexy.

Poi il tono cambia, tornando quello normale di sempre, segnale del fatto che la considero chiusa lì. "Beh, come ti dicevo prima ora sto un po' meglio; dopo pranzo mi è venuto un gran mal di testa e sono venuta a casa direttamente a farmi una doccia, il cellulare non l'ho cagato fino ad ora. Mi sto rilassando un attimo e quando mi passa del tutto mi metto a studiare per la verifica."

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Darius

@TheBaddus in linea col diavolo

Le parole di Scarlet vorrebbero suonare convincenti, ma il pensare a cosa ho visto mi da la conferma che sta raccontando un mucchio di balle

Ma, in fondo, non sono davvero fatti miei, e non ho modo di parlarle di ciò che ho visto senza destare sospetti

Come vuoi dico, e dal tono si capisce quanto poco io creda a ciò che mi sta dicendo

Ti serve una mano per ripassare? Chiedo, in modo più meccanico che altro, una frase fatta che mi esce in maniera quasi automatica

Modificato da Voignar

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Scarlett Bloomblight

@Voignar al telefono divertita

"Nah, non ti preoccupare. E poi mi vorrà ancora un'oretta o due prima di essere a posto." Gli dico facendo un altro tiro. "Piuttosto va a ripassare cercando di rimorchiare Mei-Lin." Aggiungo divertita; il tono non nasconde nessun minaccia di alcun tipo, anzi ridacchio dopo averlo detto. "Ci vediamo domani a scuola." E con questo chiudo la chiamata.

In camera da sola

Chiusa la chiamata controllo le notifiche per vedere se Emily ha risposto: ancora niente. Appoggio il telefono sul letto e prendo il posacenere dal comodino, per evitare di sporcare in giro.

Fumo con calma, godendomi il sapore dell'erba. Non è delle migliori, ma c'erano poche alternative. Per fortuna mentre fumo la libido scende, anche perché ho troppe cose che devo fare e non posso permettermi di perdere tempo così. Magari stasera, dopo aver visto Emily... Mi mordo il labbro inferiore.

Quando ho finito di fumare rimetto il posacenere sul comodino e passo al bauletto con le cose di papà: per rilassarmi ulteriormente prendo i suoi gioielli e mi metto a pulirli, soffermandomi su ognuno e ammirandolo per quanto sia bello.

@Loki86

Vorrei Guardare nell'Abisso, ho +1.

Ciò che vorrei sapere è come fare per convincere Nathan a seguirmi; non al Violet Crown, vista la promessa con Darius, ma sono sicuro che Cory e i suoi non si daranno per vinti, quindi comunque è qualcosa che Scarlett dovrà fare.

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Darius

@TheBaddus

Ahahahah, grazie; divertiti con le addizioni “intrusive” dico, chiudendo a mia volta la chiamata

Non me lo fa fare nessuno di preoccuparmi per lei, non più di quanto ho già fatto

Da solo

Mandare un messaggio a Mei-Lin è ormai inutile, e preferirei evitare spiegazioni, anche perché non saprei che cosa dirle

Provo a tornare verso la scuola, ora che ho archiviato il problema di Nathan, per il momento, posso tornare a le are alla pietra

  • Autore
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@Theraimbownerd

Orion Kykero

Quando entri nella camera delle tue sorelle, trovi Diana seduta sul suo letto, immersa nella lettura di qualcosa sullo smartphone. Con l’altra mano si sta mordicchiando distrattamente una pellicina, in quel suo modo un po’ distratto e metodico. Juno, invece, si sta cambiando. La vedi solo per un attimo, di profilo, con la schiena nuda illuminata dalla luce tenue che filtra dalla finestra. Il suo corpo si muove con naturalezza, senza imbarazzo, mentre si infila la maglietta.

È difficile non notare quanto si senta a suo agio con se stessa. È una consapevolezza che ti punge, seppur lievemente, dentro il petto. Una piccola fitta d’invidia. Lei può mostrarsi liberamente, mentre tu devi comprimere tutto dentro quel binder soffocante. E anche se hai imparato a conviverci, certe volte il confronto diventa inevitabile.

Juno si gira verso di te, sorridendo, del tutto a suo agio. Nessun imbarazzo nei suoi occhi. In fondo, fino a non molto tempo fa, eri semplicemente una sorella per entrambe.

Alla tua notizia, è proprio lei a reagire per prima: esplode in un gioioso “Urrà!” e ti corre incontro, gettandoti le braccia al collo. “Ottimo! Mando subito un messaggio a Ty per dirgli di tenersi libero, allora!”

Diana, come al solito, è più composta. Ti sorride con tranquillità, e con un cenno della testa ti rassicura: “Certo, non ti preoccupare Orion. Ci penso io.” Poi ti strizza l’occhio in modo complice.

Quando sposti l’attenzione al rituale per scoprire chi ha orchestrato la tua pubblica umiliazione, il loro entusiasmo cambia sfumatura. Entrambe sorridono, questa volta con una punta d’ombra e di determinazione negli occhi.

“Oh sì, stavolta qualche testa dovrà cadere…” commenta Diana, con un tono più freddo e preciso.

Vi muovete insieme verso il seminterrato, dove si trova l’altare della Dea. Il passo è deciso, l’intento condiviso. La luce si fa più bassa man mano che scendete, e la temperatura cambia, come se il luogo stesso vi stesse accogliendo in un silenzio rituale.

Off game

Vai.. ti lascio libertà sulla descrizione della stanza dedicata al culto della dea e ai modi per effettuare il rituale… poi, nel prossimo post immagino si attiverà la mossa “guardare nell’abisso”.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Tornato a casa, cerchi di concederti un attimo di tregua. Ti togli le scarpe, ti lasci cadere sulla sedia della tua stanza e resti lì, in silenzio, per qualche minuto, osservando la parete davanti a te senza davvero vederla. Hai bisogno di decomprimere. Di scrollarti di dosso il peso delle ultime ore.

Ti sforzi di aprire il libro di matematica, di riprendere il filo del capitolo che avevi lasciato a metà, ma le formule ti scivolano davanti agli occhi come se non avessero più significato. I pensieri si affollano altrove, più forti e più rumorosi di qualsiasi equazione. Non riesci a concentrarti, e presto ti rendi conto che l’ora dell’appuntamento con Alice si sta avvicinando.

Sospiri, ti alzi e ti prepari in modo distratto. Non hai davvero voglia di vedere nessuno, ma il tuo senso del dovere nel mantenere la parola data ti vincola a farlo.

Raggiungi l’inizio del sentiero che porta al Bosco, quello che costeggia il parco dietro le scuole. L’aria è fresca e profuma di terra e foglie bagnate. Alice non è ancora arrivata, così ti siedi su una panchina in disparte, facendo dondolare leggermente la gamba, in preda a un’inquietudine sottile.

Ed è proprio mentre alzi lo sguardo, quasi per caso, che lo vedi.

Darius.

Si sta avvicinando al sentiero con passo cauto, lo sguardo attento. C’è qualcosa nella sua andatura, nel modo in cui guarda attorno, che ti fa drizzare la schiena. Poi lo vedi entrare nel Bosco, come se seguisse una direzione precisa. Come se sapesse esattamente dove andare.

@SNESferatu

Ana Rivero

Max scoppia a ridere, un po’ per il tono che usi, un po’ perché, forse, non si aspettava davvero che restassi. “Così mi piaci, sorella! E guarda che qui nessuno pensa che stare con noi peggiori la tua reputazione. Se mai… le dà un po’ di brio.” Ti fa l’occhiolino, tutto compiaciuto.

Poi prende una boccata dalla canna e la passa al ragazzo afro di cui non conosci ancora il nome, mentre tu annunci, con la tua solita teatrale misura, che concederai loro una mezzoretta. Lo sanno tutti che stai scherzando, ma il modo in cui lo dici ti fa sembrare la regina di una corte di reietti. E la cosa, per un attimo, ti piace. Ti fa sentire... centrata.

Greg, alza lo sguardo quando lo chiami per nome con quel tono un po’ altezzoso. Sembra a metà tra l’offeso e l’ipnotizzato. “Eh? Ah, sì... mia cugina…” fa una smorfia di imbarazzo, ma Max lo incoraggia con una pacca sulla spalla. “Dai, racconta!!”

Greg tossisce, poi riprende, impacciato. “Be’, tipo... è andata a un rave nel vecchio stabilimento vicino alle rovine sul fiume. Quello abbandonato, sai? Solo che poi... pare che abbia beccato una specie di setta che faceva roba strana. Gente che parlava in latino o greco o boh... e tipo, uno con una maschera di capra le ha detto che ‘l’alba sta arrivando’.”

“Forte,” commenta il ragazzo afro con gli occhi già un po’ rossi.

“Uno con la maschera di capra??? Creeeeepy,” dice Max, ammiccando in tua direzione. “Potremmo andarci anche noi il prossimo weekend! Sarebbe figo.”

Lo dice come fosse uno scherzo, ma la scintilla nei suoi occhi ti dice che non lo è del tutto.

Nel frattempo, la canna torna a fare il giro. Nessuno te la porge direttamente, ma basta che allunghi la mano e sarà tua. Il gruppo ti ha accolta. Senza drammi, senza parole grosse. E per un istante ti sembra di respirare meglio.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Chiusa la chiamata con Darius, lasci cadere il telefono da qualche parte sul letto, senza curarti troppo di dove vada a finire. Hai ancora un mezzo sorriso sulle labbra mentre ti allunghi sulla sedia davanti alla scrivania, apri il bauletto nascosto sotto i quaderni e tiri fuori i tuoi piccoli tesori. Cianfrusaglie, direbbero gli altri. Ma tu no. Tu li conosci uno per uno. Ogni graffio, ogni piccolo luccichio finto, ogni curva imperfetta.

Cominci a lucidare gli anellini, le collanine, i bottoni decorativi, uno a uno. Le dita si muovono lentamente, con precisione, mentre l’erba che hai fumato comincia a scavare piano tra le pieghe dei tuoi pensieri. Ti senti leggera, come se il tuo cranio galleggiasse, un po’ più in alto del resto del corpo. Gli oggetti tra le mani sembrano brillare di una luce più viva, più affilata.

Pensi a Nathan. Come portarlo dove vuole Tanaka?
Ti torna in mente il suo sguardo incerto, quel modo di abbassare gli occhi quando parla, come se temesse di sbagliare ogni parola. Un giocattolo complicato, Nathan. Uno di quelli da maneggiare con calma, senza fretta.

Emily. Sovrasta Nathan nei tuoi pensieri. Emily che non risponde al tuo messaggio. Chissà se è ancora con Tyler. Per un attimo te li immagini nudi… avvinghiati uno all’altra… Chissà se pensa a te mentre lo fa. Quella voce nella tua testa… Ti sta parlando anche ora? No… ma é tremendamente vicina… lo senti…

Le tue mani si fermano per un attimo, osservi l’anellino d’oro pallido appoggiato sul palmo. Emily é proprio così... Avverti un pizzico di eccitazione. Come quella che hai sentito prima con Tanaka, quando hai visto il modo in cui ha abbassato lo sguardo alla fine della vostra conversazione. E poi con Darius, quella sua voce rotta alla fine. Che soddisfazione. Hai vinto tu!

Come hai vinto anche con quel bastardo nel vicolo. Lui pensava di avere il potere. Ma ora lo sa. Sa chi comanda.

Torni a pensare a Nathan.

Se vuoi che venga con te, basterà fargli dire qualcosa, una cosa giusta. Bastano le parole giuste, dette nel momento giusto, e poi… beh. Sarà vincolato...

Ancora Emily, poi Nathan di nuovo.
C’è una risposta, lo sai. Ma è lì, avvolta in un turbine, nascosta sotto strati di voglie, impulsi e fumo. C'è una chiave, da qualche parte. Ma continua a sfuggirti di mano. Forse non serve trovarla adesso. Forse ti basta sapere che hai le mani abbastanza abili da forzarla, quella serratura. Quando sarà il momento.

Guardare nell’abisso

7+1=8 ricevi visioni confuse.

@Voignar

Darius Whitesand

Chiusa la chiamata con Scarlett, resti un attimo immobile a fissare lo schermo nero del telefono. Hai ancora nelle orecchie il tono di sufficienza con cui ti ha liquidato. Ha avuto la meglio, di nuovo. Ti brucia, anche se non vuoi ammetterlo. Sai che ha capito di avere il coltello dalla parte del manico e non sei affatto certo che manterrà la parola data.

Ma che altro potevi fare? Sei andato pure oltre, molto oltre, per qualcosa che, a conti fatti, non ti riguardava neanche.

Così decidi di liberarti da quella scia di fastidio e pensieri tossici e ti avvii verso il bosco. L’immagine di quelle strane pietre viste durante la campestre non ti ha mai lasciato veramente. Ti è rimasta addosso, come una sensazione spiacevole sotto pelle.

Mentre cammini, il cellulare vibra. È Mei-lin. Il suo messaggio è breve, secco, tagliente.

“Fa' pure come ti pare. Immaginavo già che non ti saresti presentato.”

Seguito da un secondo messaggio, dopo una trentina di secondi:

“Tanto, come sempre, hai cose più importanti che studiare.”

Il parco della scuola è chiuso a quest’ora, quindi segui il sentiero secondario, quello più nascosto, che passa tra le sterpaglie e dietro le vecchie recinzioni. Ti guardi attorno un attimo, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato, poi ti infili tra i rami.

Il bosco è silenzioso, rotto solo dal suono dei tuoi passi che smuovono foglie secche e rami spezzati. Ci metti un po’, ma alla fine riesci a ritrovare il punto esatto: uno spiazzo tra gli alberi dove il muschio si fa più spesso e il terreno sembra… diverso.

Le rocce sono ancora lì. Più grosse di quanto ricordavi, disposte in modo innaturale, come un piccolo cerchio rituale. E sulle superfici, con la luce fioca che filtra tra gli alberi, noti di nuovo quei simboli.

Rune. Incise direttamente nella pietra, non dipinte. Alcune sembrano lettere dimenticate, altre non somigliano a nulla che tu conosca. Le linee sono marcate, ma sottili. Precise. E tra le fessure, in certi punti, noti delle venature rosso scuro.

Ti chini, le osservi meglio. C’è qualcosa di inquietante in quelle incisioni. Una bellezza oscura, disturbante. E quelle venature… Possibile che sia sangue raggrumato??

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Darius

Infrattato tra le fratte

Immaginavo che questo lunedì dovesse peggiorare, visto che, ovviamente, Mei-Lin ha ben deciso di rispondermi solo quando ho chiuso la chiamata con Scarlet; che si sarebbe offesa lo avevo messo in conto, in realtà non mi aspettavo nulla di diverso, non che faccia meno male, ma almeno è un dolore che sapevo sarebbe arrivato

Potrei finire prima con il mio impegno improvviso, se riesco ti avviso così almeno finiamo di ripetere insieme. Ti porto qualcosa per farmi perdonare, richieste? Scrivo a Mei-Lin, nella speranza che i sassi siano solo sassi e che mi riesca di fare tutti i rilievi in fretta

Domani dovrò di sicuro trovare un modo per riappacificarmi con lei, un metodo migliore che uno spuntino all'ultimo momento, e questo pensiero mi tiene un poco compagnia mentre mi dirigo al parco della scuola

Per mia fortuna non mi è difficile localizzare quelle maledette pietre, anche se la tentazione di prenderle una per una e lanciarle via è tanta. Sarebbe dovuta essere una cosa da nulla, e invece ho rimediato un doppio litigio

Quando noto il rosso, forse sangue, non posso fare a meno di dedicare la mia intera attenzione agli strani sassi. Per sicurezza, prendo il cellulare e faccio un paio di foto veloci, così da poter controllare con più calma, e molto più materiale, i simboli a casa

Mi chino a ispezionare le pietre, una per una, provando a capire se siano davvero semplici rocce o se c'è dell'altro, e se riesco a riscontrare un ordine o un senso ai simboli che vedo

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Scarlett Bloomblight

Buffering pianificazione

Quando penso ad Emily, se possa essere ancora con Tyler, e me li immagino nudi per un attimo, sento una parte di me che vorrebbe arrabbiarsi; mi sembra di sentire una voce lontana, una voce arrabbiata che vuole ribellarsi, che vuole scatenare la sua ira. Ma l'erba ha fatto il suo bell'effetto ormai, e dopo pochi secondi mi sembra già una cosa lontana.

Quando invece vedo quel piccolo anellino d'oro scintillare nel mio palmo, così grazioso e semplice, naturale, come Emily. Emily... dio quanto vorrei... La piccola parte di me che è rimasta lucida prende il controllo, allontanandomi da quei pensieri. Forza Scarlett, hai poco tempo. Mi accorgo che ho finito di pulire tutto quanto con quell'anellino, quindi ripongo tutto con cura nel bauletto e lo infilo nuovamente sotto il letto.

Apro la finestra per far uscire la puzza di erba e fumo, poi guardo il posacenere e getto nel water il suo contenuto, tirando l'acqua. Soliti benefici di avere il bagno in camera. Sorrido mentalmente, felice per una cazzatina; forse è ancora l'erba. Mi faccio una doccia calda bollente, spostando il getto sul freddo per gli ultimi secondi, giusto per aiutarmi a riprendermi.

Dopo essermi asciugata mi cambio i vestiti con qualcosa di più comodo ma non troppo "da casa", recupero il cellulare mettendolo nella borsa ed esco, sempre sperando che Zarneth non sia ancora rientrata; non vorrei avere un confronto con lei, nemmeno visivo, in questo momento.

Una volta fuori casa mi dirigo verso il Violet Crown, prendo il cellulare e chiamo Tanaka. "Sto venendo lì, ma sappi che sono sola: dobbiamo rivedere l'accordo." Non mi faccio troppi problemi per quello che mi può rispondere, aspetto che finisca e chiudo la chiamata.

Una volta arrivata al Violet Crown faccio un respiro profondo, metto su la versione migliore della mia maschera, e mi incammino sul retro del locale.

@Loki86

Ti lascio descrivere il mio arrivo sul retro e anche quello che trovo, dai pure la "prima mossa" al gruppo di Tanaka.

Per quanto riguarda la bustina di coca del tizio, è ancora nei pantaloni "sporchi" di Scarlett, quindi nel suo cesto di roba da lavare: se ne è dimenticata. Grazie al cielo, di solito, si fa anche il bucato da sola e Zarneth non ficca il naso nella sua stanza.

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Ana Rivero

420 blaze it in the park

E quindi è così che si sente Orion? Adorato da un gruppo di inferiori? Solo che i miei non sono inferiori. Ok, non saranno mr popular come Tyler, ma non sono inferiori. Saranno sicuramente differenti, ecco. Sono la regina della corte di differenti. Potrei farci l'abitudine.

Cerco di mostrare il massimo dell'interesse che il mio volto riesce a esprimere quando quel Greg parla. Non so quanto quello che dica sia frutto di immaginazione, quanto derivi dalla cannetta, ma è stranamente simile a quando ha detto la suora a lezione. "Setta in latino o greco? Sembra una cosa uscita dalla bocca di suor Margaret, Max!" Un po' do per scontato che Max fosse attento a lezione. Non ci giureirei. "Cioè, bello. Vorrei vederlo anche io, devo dire. Almeno qualcosa di diverso in questo posto." La stoccata finale da superiore non può mancare.

Trattengo quanto posso l'entusiasmo. Probabilmente per questi fattoni già in avanzata fase di decadimento cerebrale sembra che io vada a tremila... però è un'occasione per capire l'apparizione a religione oggi. Magari le cose sono collegate. Di tutti i giorni, proprio durante la lezione su quel tipo di culto doveva capitare? Certo, Greg non ha detto che fosse un culto per divinità femminili, ma vabbè. Forse lo è. Almeno è qualcosa.

Devo dire che ho fatto un errore a non accettare subito l'uscita di Max. Non lo so, ci vedevo qualcosa di male, ma ha lavato via parte del viscido che mi sento ancora addosso. E poi sono fattoni gentili, no pressure per prendere la droga. Anche perché immagino costi. Comunque faccio cenno di passarmela, senza proferire parola.

Non l'ho mai provata, e oggi è il momento di sperimentare cosa possa fare su di me.

Modificato da SNESferatu

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Nathan Clark

In Attesa

Quando vedo Darius, per un attimo mi attraversa il cervello l'idea di andare a parlargli, di cercare di capire dove sta andando così deciso (il Bosco è mio, non suo), di... ringraziarlo, per prima.

Ma, alla fine, la mia riconoscenza ľho già espressa e quel che sta andando a fare non mi riguarda: di certo, non può stare andando ad aprire una porta sul Crepuscolo.

Appoggio la schiena e aspetto. Magari Alice ha cambiato idea e non verrà. Magari prima ľho spaventata e messa in agitazione.

Non capisco perché la cosa mi innervosisca così, ma forse è solo la giornata, a essere sbagliata. Sbagliata anche per una cosa del genere.

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Orion Kykero

Occhio malocchio prezzemolo e finocchio

Cammino verso il seminterrato insieme alle mie sorelle, in silenzio. Non c'è bisogno di parlare, sappiamo cosa dobbiamo fare adesso. Nel momento in cui inizia il rituale non c'è più spazio per errori o distrazioni. La concentrazione richiesta è assoluta.

Quando arriviamo al seminterrato ci accoglie il familiare odore di erbe aromatiche e fiori essiccati. A occhi chiusi una persona che entra potrebbe confonderlo per il negozio di uno speziale. Ma l' ara in marmo al centro della stanza rivela la natura di questo posto. Profonde scalanature sull' altare, ancora sporche di una patina rossastra sono l' unico segno dei sacrifici che sono stati fatti in questo luogo. Oggi il rituale dovrebbe essere meno brutale però. A meno che qualcosa non vada profondamente storto.

Apro il cassetto di un piccolo mobile, prendendo in mano la coppa dorata in cui fare il Kykeon. Juno raccoglie delle foglie di menta con la mano destra, mentre Diana apre un sacco di cereali e prende una manciata di farina d' orzo con la mano sinistra. Appoggio la coppa sull' altare con un profondo inchino, e prendo una caraffa in vetro piena d' acqua. Poi la inizio a versare lentamente nella coppa, fin quasi all' orlo.

"Magna Mater, Invocamus Te!" Parlo con voce alta e ferma, ripetendo le formule che mia madre mi ha insegnato ormai da anni. Juno versa la menta sminuzzata nella coppa, e io inizio a mescolarla con un bastoncino in legno di quercia. Le mie sorelle ripetono in coro con me le formule sacre, ma a voce più bassa. Come un' eco.

"Mater Deōrum et hominum, tuam sapientiam implorāmus" Ora tocca a Diana versare la farina d' orzo. Osservo il liquido farsi bianco, con piccole macchie scure dove le foglie di menta sminuzzate galleggiano. Il bastoncino si muove velocemente, è importante che la sospensione non si depositi mai. Le mie sorelle sono in ginocchio ai due lati dell' altare, immobili come statue.

"Omniscienta Māter Terra, da nōbīs tuam vīsiōnem. Veritātem dē mundō nōbīs revēlā. Sitī scientiae nostrae pācem concēde." L' appello è accorato, quasi disperato. Ho bisogno di questo sapere.

"Ciceōnem hunc in sacrificium accipe, et fīliābus tuīs iūstitiam tribue!" Bevo il ciceone tutto d' un fiato, il disgustoso intruglio quasi mi fa vomitare. Ma se la dea mi aiuta mi darà anche la facoltà di vedere chi mi ha fatto il torto subito.

  • Autore
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@Voignar

Darius Whitesand

Dopo aver scattato alcune foto ai simboli con la fotocamera del cellulare, lo rimetti in tasca e ti chini per osservarli più da vicino. I solchi nella pietra sono netti, tracciati con una precisione quasi maniacale. Chiunque li abbia incisi, lo ha fatto con calma, cura e uno scopo ben preciso.

Sfiori con le dita uno dei grumi rosso scuro annidati tra le scanalature. La consistenza è appiccicosa, secca. In famiglia hai visto abbastanza rituali per riconoscere certi dettagli: odore ferroso, densità... È sangue. Rappreso, sì, ma ancora troppo fresco per essere stato lì a lungo.

Rabbrividisci. Forse per via della brezza improvvisa che scivola tra gli alberi… o forse per l’idea che qualcuno… o qualcosa… abbia davvero usato queste pietre per un rituale di cui non conosci nulla.

Poi un rumore secco. Uno schiocco netto. Un ramo spezzato, poco più avanti, nel folto del bosco.

Ti raddrizzi d’istinto, lo sguardo che scatta in avanti. Una sottile scia d’aria porta con sé un odore acre che ti solletica le narici. Il cuore accelera.

E allora la vedi. A una ventina di metri, oltre un albero dalle radici contorte, qualcosa emerge da dietro un grosso tronco.

Una figura alta, quasi due metri, macilenta, il corpo avvolto in un mantello logoro che striscia a terra.
Al collo, un grosso monile fatto di ossa, che tintinna piano al minimo movimento.

Ma è la testa che ti paralizza.

Un teschio di cervo.
Massiccio, sbiancato dal tempo, ornato di piccole corde da cui pendono ciondoli strani, piume sporche e oggetti indefinibili. Dalle corna ramificate si dipartono fili e lacci, e da dietro il cranio spuntano ciocche di capelli o forse peli, ruvidi e sporchi.

La creatura è immobile. Ti osserva. O almeno è questo che senti: il peso di uno sguardo antico, che trapassa la carne e cerca altro, più in profondità.

Poi, lentamente, alza un braccio. Le dita lunghissime, quasi ossute, si tendono… e ti indicano. Senza dire una parola. Senza fare un solo passo.

Solo quel gesto... Come un verdetto.

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@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Quando chiami Tanaka e gli dici che stai andando da sola, la sua reazione è immediata: disappunto, irritazione palpabile.

«Che cavolo vuol dire che sei sola?» sbotta. Non ti dà nemmeno il tempo di rispondere. «Vabbè... ne parliamo di persona.»
La linea cade subito dopo, lasciandoti con il tono acido della sua voce ancora nelle orecchie.

Raggiungi il Violet Crown e ti fermi all’angolo della strada. Il locale è aperto, ma attraverso la vetrata appannata si intravedono solo pochi clienti sparsi, come sempre a quell’ora. La strada è quasi deserta: qualche auto di passaggio, luci fredde, silenzi sospesi.

Poi la riconosci: una figura familiare sbuca da una laterale e cammina con passo sicuro verso l’ingresso. È Eliza. Si sistema meglio lo zainetto logoro sulla spalla destra, apre la porta e sparisce all’interno del pub.

Non c’è altro movimento. Così, finalmente, ti infili nel vicolo sul retro. Deserto. Ti guardi attorno con attenzione, il corpo teso come una corda. Dopo tutto, questo lunedì ti ha già riservato eventi che basterebbero a traumatizzare ben più della metà dei tuoi coetanei.

Stai per prendere di nuovo il telefono per rintracciare Tanaka, quando lo vedi sbucare alle tue spalle, dalla stessa direzione da cui sei arrivata tu. È solo. Il passo lento, l’aria seccata.

Ti raggiunge senza dire una parola, senza salutare. Si ferma davanti a te e ti scruta come se avesse già deciso che qualunque cosa tu abbia da dire non sarà sufficiente.

«Quindi?» fa, con quella sua solita supponenza addosso, aspettando una spiegazione.

Sei consapevole che, in questa contrattazione, parti da una situazione di difetto… e la cosa non ti piace per niente.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

La tua attesa non dura a lungo. Poco dopo, scorgi Alice avvicinarsi con passo leggermente incerto. Indossa una gonnellina graziosa, collant pesanti di un giallo acceso e una giacchetta decisamente più sobria… un contrasto curioso, ma che su di lei funziona.

Ti saluta con un cenno timido della mano, mentre una leggera ventata del suo profumo ti raggiunge, piacevole e ben calibrato, qualcosa che ti ricorda il fascino della Selva Fatata. È chiaro che si è preparata con cura per questa uscita.

"Ti senti meglio?" ti chiede subito, la voce morbida, e non riesce a trattenere un sorriso sincero. È evidente che è felice che tu non abbia annullato l'appuntamento.

Poi abbassa lo sguardo per un attimo sulla panchina accanto a te.
"Preferisci restare qui o fare quattro passi?" chiede, lasciandoti la scelta.

@SNESferatu

Ana Rivero

Max ti ascolta divertito mentre la canna torna nella sua mano. “No, ma dai! Troppo figa sta roba!” esclama, facendosi un’altra lunga boccata. “Ve lo immaginate se sotto la maschera da capra c’era davvero suor Margareth?”

La battuta scatena una risata fragorosa nel ragazzo afro, che si piega quasi in due dal ridere.

Quando accenni con lo sguardo alla canna, Max ti osserva senza alcuna sorpresa. Con la massima naturalezza, come se lo facesse ogni giorno, te la porge.

La prendi tra le dita, la studi un momento. Ti chiedi che effetto potrebbe farti. Poi, con un gesto deciso, la porti alle labbra e aspiri lentamente. Ti aspetti qualcosa di forte, qualcosa che ti scuota... ma niente. Solo un retrogusto aromatico, piacevole, ma del tutto innocuo.

Greg, però, rompe il tono scanzonato con voce più seria. “Io comunque non ci scherzerei troppo,” dice. “Mia cugina giura che lei e i suoi amici si sono cagati sotto e sono scappati via di corsa.”

C’è qualcosa nel suo sguardo che ti fa capire che non sta raccontando solo per far colpo. Ci crede davvero.

Max sbuffa e si lascia scappare un’altra risata. “Ma dai... chissà che si erano fumati loro!”

“Anche tu una volta hai detto di aver visto dei draghi!” lo incalza il ragazzo afro.

“Esatto Sean!” ride Max — e finalmente scopri come si chiama il ragazzo afro.“Uno era pure travestito da unicorno rosa, te lo ricordi?”

Sean scoppia di nuovo a ridere e Max lo segue a ruota.

“Ugh, finitela di prendermi per il culo!” sbotta Greg, cercando di restare serio mentre lancia un’occhiata rapida verso di te, chiaramente in imbarazzo.

@Theraimbownerd

Orion Kykero

Il sapore amaro del kykeon ti riempie la bocca e ti brucia la gola mentre scende. Per un attimo, tutto resta immobile. Le candele tremolano appena, le tue sorelle sono ferme, con gli occhi chiusi e le mani giunte. Nessun suono. Nessun movimento. Poi…

Un fremito. Prima lieve, come un battito nel cuore della terra sotto di te. Poi più forte. Il marmo dell’altare sembra pulsare sotto le tue mani. L’aria si fa densa, carica di un profumo inebriante che non viene da nessuna delle erbe presenti nella stanza. I tuoi occhi si chiudono da soli, o forse è la vista che ti abbandona.

E nel buio… una voce.

Bassa, rotonda, profondissima. Non è una voce che si ascolta: è una voce che ti attraversa. Vibra dentro di te, nei denti, nelle ossa, nei pensieri.

“Vidisti, filiā mea. Nunc etiam scīs.”

E con quelle parole, sei strappato via dal tuo corpo. Il seminterrato svanisce come fumo nel vento. Sprofondi in una corrente calda e buia, come fluttuare nel ventre stesso della Dea.

Poi, visioni.

Un corridoio della scuola, visto dall’alto, deserto. Una figura si muove con cautela dietro un distributore automatico: è un ragazzo… alto, atletico, pelle scura, con un berretto calcato sulla testa e uno sguardo vigile. Lo riconosci. È Terry Onwuachi, un terzo anno, uno dei fedelissimi di Jeremy Smith.

Tiene in mano un telefono, lo solleva, zoomma su qualcosa fuori dalla finestra. Clic. Lo scatto arriva silenzioso, ma tagliente come un coltello. Poi via, veloce. Si dilegua.

La visione cambia.

Ora sei in un’aula. Jeremy Smith, seduto su un banco con la solita aria da predatore sornione, sta guardando il telefono che gli porge Terry.

“Ben fatto!” dice Jeremy, inclinando appena il capo. Poi sorride. “Così si fa. Ora vediamo quanto resiste la reginetta della scuola.” Ride appena. Intorno a lui altri volti noti: secondi e terzi anni, ragazzi di buona famiglia, tutti in cerca di scalare il piccolo pantheon sociale che la scuola ha costruito negli anni. E Jeremy... Jeremy ha puntato al vertice.. ante, Orion.

Poi buio.

Il sapore del Kykeon ancora ti brucia in gola quando torni in te. Le candele tremolano. Il tuo cuore batte forte.

Ora sai chi.
E sai che presto dovrai decidere come rispondere.

Tiro di dado

Guardare nell’abisso: 9+1+1=11

Successo -> visioni chiare e hai un +1 a un tiro per azioni legate alla visione.

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Nathan Clark

Al limitar del Bosco

'Che strano. Non avrei mai pensato che Alice si mettesse a prepararsi per un appuntamento... ma è un appuntamento? Per lei sì, è chiaro', penso, con l'inquietudine che comincia a scivolare via.

È la prima volta che la vedo così, da quando la conosco: certo, è sempre lei, nel suo stile particolare, ma ha sicuramente accentuato la sua femminilità. Non posso negare che mi faccia piacere, anche se non lo avrei pensato necessario... eppure, ancora non so bene come comportarmi.

La panchina è un luogo... sicuro. Però, il Bosco mi ha chiamato, prima; sarà più sicuro andarci da solo o con qualcuno?

"Ciao, Alice. Sì, sì, sto meglio... non so ancora bene cosa... mi sia preso", modulo le parole, ancora incerto. Poi mi alzo.

"Facciamo due passi... mi sembra una giornata piacevole per una passeggiata sul bordo del Bosco, mentre parliamo".

Oggi non ho risposte, tanto.

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Orion Kykero

Vendetta vera, non finirò in galera

Per un attimo ho il timore che il rituale abbia fallito. Che non sono più nelle grazie della dea. Ma poi la sua voce riverbera nelle mie ossa. Quel "Filia" mi riempie di sollievo e disgusto allo stesso tempo.

Forse una parte di me voleva che il rituale fallisse.

Mi concentro sulla visione, tentando di scacciare via questi pensieri. Nessuna esitazione. Non adesso. Seguo gli occhi della dea su Terry, l' esecutore materiale della foto, finché non arriva al suo capo.

Jeremy. Quel bastardo infame. Sapevo che lui e il suo patetico gruppetto di lacchè stavano cercando di scimmiottare me e le mie sorelle. Come se ne fossero capaci. Ma non pensavo sarebbe sceso così in basso.

Rimetto a posto con gesti misurati la coppa, lavandola accuratamente prima di riporla dove l'ho trovata, mentre Juno e Diana ripuliscono in silenzio l' altare. Le mani mi tremano dalla rabbia ma so di dover stare in silenzio. Non si impreca nel tempio della Dea.

Solo quando usciamo tutte e tre mi lascio andare in un liberatorio È stato quello odioso di Jeremy! Dico a voce alta, sfogando finalmente la mia rabbia. Lui e i suoi tirapiedi del caz.zo. Guardo Juno e Diana, ancora tremante per la rabbia, cercando il loro supporto. Jeremy non è l' unica causa certo. È stata una giornata pesante sotto molti punti di vista. Ma questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Giuro che stavolta lo distruggo. Dico con una voce fredda e affilata come un coltello. I meccanismi del mio cervello che già si attivano per trovare la vendetta perfetta...e mi sta venendo un' idea.

Modificato da Theraimbownerd

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Scarlett Bloomblight

Violet Crown

Quando vedo Eliza entrare nel locale con quell'aria così sicura alzo un sopracciglio, annotando la cosa mentalmente.

Poi mi avvio verso il retro, e appena noto che è deserto sento l'adrenalina partire a mille: ho già avuto abbastanza sorprese oggi. Sto per chiamare Tanaka ma vedo una figura con la coda dell'occhio, e d'istinto mi volto di scatto facendo una sorta di saltello indietro per creare più spazio con chi è arrivato.

Ah, è lui...

Scrollo le spalle facendo finta di niente e aspetto che si avvicini. "Quindi abbiamo due problemi: il primo è che il tuo amichetto Cory ha fatto la cavolata oggi in mensa; non lo credi anche tu che Nathan sarebbe stato più in guardia dopo quello che è successo?" Lo scruto con sguardo accusatorio, probabilmente non avendo l'effetto che desidero ma quantomeno per mostrare come mi sento riguardo la situazione. "Oggi sarebbe stato difficile ma forse lo avrei potuto convincere, qui però entra in gioco il secondo problema: qualcuno ci ha sentito mentre prendevamo gli accordi." Finisco volutamente la frase in questo punto e faccio una pausa di circa tre secondi, in modo che possa immaginarsi tutti i risvolti negativi possibili; poi continuo con tono pacato e tranquillo. "Non ti preoccupare, ho già sistemato la cosa e nessuno ci darà fastidio, ma come ho detto dobbiamo rivedere gli accordi: non posso portare Nathan qui, né è sicuro portarlo in qualche zona della città." Faccio un'altra pausa, lasciando che la sua testa lavori per poi dargli la soluzione senza che lui debba impegnarsi ulteriormente. "La cosa migliore sarebbe portarlo nel bosco, siccome sarebbe anche più facile convincerlo a farsi un giro lì." A questo punto osservo la sua reazione, cosa il suo corpo mi dice che ne pensa di quello che ho detto finora.

Tiro fuori il portafoglio dalla borsa ed estraggo i cento dollari che mi ha dato in pausa pranzo più altri dieci e glieli porgo. "Questi sono tuoi; che nessuno possa dire che frego i miei clienti." Gli sorrido. "E per scusarmi dell'inconveniente, anche se non è dipeso da me, a lavoro compiuto sono cinquanta dollari." Gli dico con una voce forse più dolce di quello che vorrei, ma in questo momento di tensione scesa non riesco a non sovrapporre l'immagine di mio padre alla sua.

"Riorganizzati con i tuoi e fammi sapere quando e dove lo devo portare, con un messaggio discreto." Faccio un passo verso di lui, quasi inconsciamente. "E per le prossime volte, se devi parlare di argomenti delicati, avvisami prima in modo da cercare luoghi più discreti dove discuterne, lontano da sguardi invadenti e orecchie troppo lunghe." Istintivamente alzo una mano e gliela vorrei appoggiare sul petto, ma a metà me ne accorgo e la ritraggo, cercando di ritrovare una posa sicura.

Che... che è successo? Papà... No, deve essere ancora l'erba.

Benché cerchi di rimanere professionale e "tutta d'un pezzo" per l'intera conversazione, dalla seconda parte del discorso la mia solita autorità si è un po' affievolita da quando ho intravisto in lui la figura di mio padre.

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Darius

Col simpatico... Coso!

Non posso dire che non me lo aspettassi del tutto, anche e soprattutto perché, per quel poco che mamma e zio mi hanno spiegato dei rituali di questo tipo, il sangue c'entra sempre; ho sperato non fosse così, che fosse solo vernice o magari una qualche tintura, ma una parte di me sapeva bene che si trattava di sangue

Voglio sperare che sia roba animale, magari qualcuno ha semplicemente preso un cane, un gatto o roba simile e ha tracciato i simboli; in realtà, visto l'andazzo, una parte del mio cervello si sta convincendo che sia sangue umano, ma la mia razionalità si sta opponendo, in fondo non ho modo di risalire alla fonte

Per adesso, limitiamoci a registrare che ci sono delle pietre, con dei simboli tracciati col sangue

Sto provando ad analizzare con più attenzione la scena, magari se riuscissi a calmarmi un minimo potrei magari intuire a grandi linee che razza di rituale è. Anche solo capire se si tratta di un'evocazione, un contenimento, una fattura o simili aiuterebbe

Poi, dal nulla, appare la strana creatura. Faccio un immenso sforzo di volontà per non mettermi a urlare, anche perché sono a metà tra il terrore e l'eccitazione

Da un lato, non posso certo dire che vedere lo strano umanoide, teschio di cervo in primis, mi faccia piacere, e di certo il fatto che mi stia indicando non è esattamente un buon segno

Ma, dall'altro, per la prima volta in vita mia mi trovo in presenza di uno spirito, qualunque tipo sia, e posso dire con sicurezza che non si tratta di un pixie o di un folletto di basso rango

Indeciso su cosa fare, provo ad allargare le braccia, come a mostrare che non ho armi, amuleti o simili

Ehm... salute a... te, Spirito... con che nome, titolo o attributo posso rivolgermi a te?

Prima regola quando si incontra uno spirito potente: sii educato, non scappare; tanto ti raggiunge uguale l'ultima è un'aggiunta di zio Samuel, e non ci tengo a scoprire se è vera o meno

Modificato da Voignar

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