Pubblicato Martedì alle 09:563 giorni comment_1915476 [Lilac Hollow, Vermont - Lunedì 17 marzo 2025]Lilac Hollow non è mai del tutto uguale a se stessa.A fine inverno, poi, sembra quasi una creatura che cambia pelle: la neve annerita si ritira lentamente ai bordi delle strade, nei giardini dimenticati e sulle colline più in ombra, mentre piccole macchie d'erba iniziano a bucarsi un varco nei campi incolti.Le casette in legno, dipinte nei colori pastello che sembrano sbiaditi da troppi inverni, si allineano tranquille lungo le strade principali. I camini fumano ancora, ma più per abitudine che per necessità: l'aria sa di legna bruciata e di terra bagnata, di qualcosa che si muove sotto la superficie.Gli alberi sono ancora scheletrici, intrecciati come dita nodose contro un cielo ancora fin troppo velato.Qualche fiocco di neve vaga ancora nell'aria, portato da nuvole basse e stanche.Ma basta il barlume di un piccolo raggio di sole a ricordarti che la primavera è lì, appena dietro l'angolo, pronta a esplodere.É lunedì mattina e, dopo un weekend tranquillo e noioso di pioggia mista a neve, oggi vi tocca alzarvi per tornare a scuola.@SNESferatuAna RiveroLa luce grigia dell’alba filtra dalla finestra, illuminando una camera ancora invasa da libri, schizzi a matita e fogli appallottolati.Sul comodino, lo smartphone è silenzioso. Nessuna notifica. Nessun messaggio. Come al solito.Dalla cucina, la voce di tua madre risuona sopra il crepitio di qualcosa che cuoce… o forse brucia… in padella.Il profumo è quello, familiare, dei pancake sbagliati e del caffè troppo forte.Purtroppo ti rendi conto fin troppo presto che è di nuovo lunedì… un’altra giorno in cui dovrai andare a scuola.. un’altra giorno in cui dovrai avere contatti con le persone!@TheraimbownerdOrion KykeroQuando ti svegli, le pareti di casa tua sono stranamente silenziose, a parte il ronzio distante del rasoio elettrico di tuo padre in bagno.Dal corridoio, qualche risatina attutita filtra improvvisamente dalla stanza delle gemelle: Juno e Diana stanno parlando a bassa voce.“...e poi settima scorsa Ty mi ha sorriso mentre uscivamo dalla palestra! Ti giuro!”“Ti ha sorriso? O ha solo sbadigliato?”Un colpo di cuscino, poi un’altra risata soffocata.L’odore di pane tostato e disinfettante riempie l’aria, tutto troppo ordinato, come sempre.@VoignarDarius WhitesandQuando scendi in sala, il rumore del bollitore in cucina copre a malapena la voce profonda di tuo zio Samuel, che parla da solo o forse al cane, nel suo solito tono filosofico del lunedì mattina.“Se il cielo è ancora così velato, allora oggi succede qualcosa… lo sento..”L’aroma di caffè nero si mescola a quello dell’umidità che filtra dalla solita nebbiolina mattutina che invade il vostro giardino.Sulla credenza, un mazzo di tarocchi lasciato aperto a metà lettura, come se qualcuno avesse voluto sapere qualcosa… e avesse smesso all’improvviso."Oh' finalmente sveglio, pigrone! Iniziavo a pensare che ti fossi dimenticato che oggi hai scuola!"Ti dice tuo zio, appena si accorge della tua presenza.@Ghal MarazNathan “Nat” ClarkQuando esci dalla tua camera la prima cosa che vedi è la Bibbia di tua madre.. ancora lì, al centro del tavolo della cucina, aperta su una pagina sottolineata più volte in rosso.Dalla parete, un crocifisso pende storto sopra una vecchia foto di famiglia, il vetro leggermente scheggiato.Senti tua madre mormorare qualcosa a mezza voce in soggiorno, ogni tanto con lo sguardo rivolto verso la finestra come se cercasse un segno.Osservi distrattamente lo schermo del tuo telefono.. due notifiche WhatsApp non lette:Alice ha mandato un messaggio alle 06:37:“Hey... questa notte ti ho sognato, lo sai? Eri un cavaliere delle stelle, ci vediamo più tardi 😘”Il secondo messaggio arriva da un numero sconosciuto.Nessun nome salvato. Solo la foto profilo: uno scatto sgranato, ma abbastanza chiaro da lasciare pochi dubbi… Cory Edwards, quarterback e testa calda.Il testo, secco:“So che sei stato tu, brutta merda. Me la pagherai.”La notifica vibra ancora sullo schermo, come se la minaccia fosse ancora lì, in sospeso nell’aria.@TheBaddusScarlett BloomlightLa casa è come sempre fin troppo silenziosa. L’odore del caffè è forte, come bruciato.Nella cucina minimalista, tua madre Zarneth è seduta al tavolo: tailleur scuro perfetto, trucco impeccabile, tablet in una mano, tazza nell’altra.Quando ti vede passare, alza appena lo sguardo. “La colazione è sul ripiano. Vedi di non far tardi a scuola.. non voglio seccature in questi giorni, chiaro?”Poi torna a guardare lo schermo, già dimenticandosi della tua esistenza.Osservi anche tu d’istinto lo schermo del tuo telefono.. è un mosaico di notifiche:15 messaggi non letti su WhatsApp.“Grazie mille ancora, sei un angelo!!”“Ehi Scarlett, ti devo un favore, fammi sapere se ti serve qualcosa.”“Funziona alla grande, gliele ho date in classe e non ha detto nulla. Sei un genio.”“Ci si vede dopo scuola? Ho un favore da chiederti.”Una lista di volti e nomi di poco conto. Tutti che devono qualcosa. Nessuno che conta davvero.A TUTTIOff topicAuguro a tutti buon gioco! Vi rilascio qui le regole di posting giusto per rinfrescarle a tutti.Modalità di posting (che vi chiedo gentilmente di rispettare):All'inizio del post scrivere nome e cognome del pg in grassetto o in grassetto sottolineatoScrivere in prima persona presenteSpoiler per azioni separate dagli altri giocatori, dialoghi privati che altri non devono sentire, azioni meccaniche, regole e conversazioni dirette con meStili di formattazione:Normale per la descrizione delle azioni (solito standard insomma)"Grassetto fra virgolette" per il parlatoCorsivo in qualsiasi colore (non grigio) per i pensieriCorsivo in un tono di grigio per gli off topic che non mettete in spoiler (se volete sottolineare qualcosa, sparare un meme o qualsiasi altra cosa)Se ci sono scene con più PNG che parlano li caratterizzerò con "Colori diversi in base a ciascuno" (sempre grassetto fra virgolette però, e ovviamente faccio a modo di specificare il nome prima della frase) Edited Martedì alle 10:193 giorni by Loki86
Martedì alle 11:053 giorni comment_1915493 Scarlett BloomblightA casaQuando mi sveglio mi stiracchio, cercando di recuperare le mie funzioni motorie e mentali. Seguono un paio di minuti in cui rimango seduta sul letto a fissare il mio riflesso nello specchio accanto all'armadio, senza sapere se io stia guardando nel vuoto o stia cercando di esaminarmi e valutarmi attraverso i capelli spettinati che mi cadono lungo il viso.Ieri sera ho decisamente fumato troppo... Dovrei stare attenta con certa roba...Spalanco la finestra e vengo investita dalla fresca aria del mattino, che mi fa correre qualche brivido lungo tutto il corpo.Meglio far cambiare l'aria.Sono queste le situazioni in cui ringrazio di avere il bagno in camera, cosa che sfrutto per andarmi a fare una doccia; scendo in cucina ancora in accappatoio e con un asciugamano legato attorno ai capelli.Quando noto Zarneth seduta al tavolo, intenta a bere il caffè e controllare gli andamenti dei mercati, non riesco a non storcere il naso: vederla mi dà il voltastomaco. Mi limito a mugugnare qualcosa come risposta sperando non voglia iniziare una conversazione, anche se sarebbe insolito; prendo una tazza di caffè e quello che mi ha preparato per colazione e vado a mangiarlo in salotto seduta sul divano.Mentre sorseggio il caffè e ne assaporo il gusto bruciato che mi piace tanto controllo le notifiche: come sempre dopo il weekend arrivano svariati ringraziamenti. Sorrido allo schermo. Visualizzo i messaggi ignorando il mittente, tranne per l'ultimo: chi ha un favore da chiedere accende la mia attenzione; controllo la foto profilo e se ho salvato il numero, poi gli rispondo in modo diretto. "Appena iniziata pausa pranzo alla panchina nell'angolo del giardino." Oggi pomeriggio volevo ripassare per la verifica di matematica che ci sarà giovedì, quindi meglio non prendere grossi impegni.Finito di fare colazione vado in camera ad asciugarmi i capelli, vestirmi e truccarmi. Metto in un sacchetto i mozziconi delle canne di ieri sera, lo infilo nello zaino e scendo; nemmeno saluto Zarneth prima di infilarmi il lungo cappotto nero ed uscire di casa.Butto il sacchetto nel primo cestino che mi capita e mi dirigo a scuola a piedi, giusto in tempo.@Loki86 Zarneth visti gli anni alle spalle ed il suo lavoro è molto ricca, anche se non ostenta per nulla i suoi possedimenti e vive semplicemente in modo da non farsi mancare nulla.Abitiamo in una casa piuttosto grande in un quartiere residenziale di Lilac Hallow, poco fuori dal centro e a una ventina di minuti a piedi dalla scuola, se per te va bene.
Martedì alle 11:173 giorni comment_1915495 Darius WhitesandA casaLa sveglia suona implacabile, e la volontà di farla tacere in malo modo si scontra con la lontananza dalla scrivania su cui sono cascato addormentato la scorsa notteStacco a fatica la faccia dal mastodontico dizionario di greco, capendo fin troppo bene che è già lunedì. Non ho idea del perché, ma mia madre ha deciso di punto in bianco che l’astrologia antica è essenziale per il sottoscritto, il che vuol dire che ho dovuto passare il weekend su lunghi trattati a riguardo; ho ritagliato appena il tempo per fare i compiti, ma sono due giorni che sono attaccato a libri in greco, latino, copto e persiano antico, al punto che quasi ho dimenticato come diamine si parla una lingua correnteScendo in cucina con le gambe che traballano, per fortuna senza incontrare il cerbero formato donna che ho per genitrice. Alex sarebbe capacissima di interrogarmi a sorpresa su qualche gruppo di stelle, non il meglio per il mio mal di testa Caracollo a prendere del latte, notando zio Samuel solo quando si rivolge a me direttamente Difficile dimenticarlo… tu? Come mai in piedi così presto? Senti… non è che mi daresti uno strappo a scuola? Devo ancora ricordare bene come muovere le gambe, quindi non dover fare in bicicletta il tragitto fino a scuola sarebbe ottimo. Potrebbe andar malissimo, anche perché qualcuno stava leggendo i tarocchi, e di solito quando mamma o zio prendono in mano il mazzo non è mai un buon segno
Martedì alle 12:523 giorni comment_1915503 Orion KykeroA casaApro gli occhi, tentando di snebbiare la mente dopo la nottata di sonno. Troppo poco, come al solito, ma non è una scusa per restare a letto a poltrire. Il cielo è ancora quasi buio fuori, per l' ora e per le condizioni meteorologiche. Essere perfetti richiede qualche sacrificio, e svegliarsi presto è uno di questi. Mi alzo di slancio, afferrando dall' armadio i vestiti che avevo già accuratamente selezionato e abbinato la sera prima, per poi dirigermi nel secondo bagno, quello più vicino alla mia stanza. Mi faccio una doccia veloce, fredda, per schiarirmi la mente dagli ultimi rimesugli di sonno. Poi finalmente inizio il mio vero rituale mattutino. Prima di ogni altra cosa, il binder. Prima una spalla, poi la testa, poi l' altro braccio. Sono diventato bravo ormai, non devo neanche più chiedere aiuto a Juno e Diana. Il binder mi stringe come un abbraccio, e, dopo un rapido aggiustamento, sono pronto a procedere col make up. Inizio con una pulizia del viso e idratazione. Poi primer, fondotinta, concealer per le occhiaie, contouring. A ogni colpo di pennello lo specchio mi rimanda uno sguardo sempre più soddisfatto, mentre scolpisco il mio viso in una forma accettabile. Alla fine un po' di matita sulle sopracciglia e un filo di eyeliner completano ll lavoro. Perfetto. Mi finisco di vestire e scendo al piano di sotto, in sala da pranzo, dove la nostra cameriera Consuela ha già preparato la colazione. Juno e Diana non sono ancora qui. In ritardo, come al solito. Staranno ancora a chiacchierare. Papà probabilmente è già uscito a lavorare. Strano non vedere mamma però. "Buongiorno signorino Orion" Mi dice Consuela servendomi il toast. "Buongiorno Consuela. Sai mia madre se aveva impegni stamattina?" Le chiedo, iniziando a mangiare la mia colazione.
Martedì alle 13:553 giorni comment_1915511 Nathan ClarkIn casaMentre scendo le scale cerco ancora una volta di dare ai miei capelli una forma che sappia di... qualcosa. Lo so che vanno bene così, in realtà.È solo che non ho mai perso l'abitudine.Ho fame, ma, come al solito, in questa casa il cibo sembra un trofeo da conquistarsi. Chissà perché. Né la Bibbia, né il Libro di Mormon predicano una costante flagellazione corporea tramite il rischio di inedia.Il crocifisso storto mi fa sorridere: è una cosa sciatta, tipica dell'abitudine, più che della convinzione. I miei (miei?) genitori sono fuori di testa.Lascio che i cereali si imbevano di latte, mentre capisco se e come rispondere ai messaggi.Anche Alice si colloca di diritto nel club locale degli strambi (di cui io sono presidente onorario a vita, da un paio d'anni a questa parte). Ok, va bene, stiamo al gioco."Ecco perché ti sei svegliata presto. Anch'io mi sarei spaventato, se avessi visto me in sogno! 😂 A dopo", è il contenuto della nuvoletta verde che compare sullo schermo dopo dieci secondi di TIP-TIP-TAP. Ne ho impiegati cinque solo a capire che emoji usare.Poi tocca al cinghiale con l'aria da babbuino. Questa è più semplice: "Ma all'asilo vi fanno già usare il telefono? E la mamma lo sa? E sa anche che dici le parolacce?".Perrrrrrrrrfetto. Dopo questa, se mi becca, sono ufficialmente morto.Blocco lo smartphone e ingollo la colazione in meno di un minuto, prima di trangugiare una tazza di caffè, (vagamente) nero e (non abbastanza) caldo.Sono in ritardo, ovviamente. Dovrò andare in bici, sperando che quel genio di Cory non la individui nel parcheggio: sarà meglio che la infili in mezzo a quelle degli studenti del primo anno! Edited Martedì alle 17:373 giorni by Ghal Maraz
Martedì alle 17:033 giorni comment_1915539 Ana RiveroA casaMi sveglio, come sempre, prima ancora che inizi a suonare la dolce suoneria della sveglia. Suoni della natura, come se il suburb in cui viviamo non sia abbastanza silenzioso. Non ho dormito bene neanche oggi, non so neanche se sono stata programmata per dormire bene. Tanto non è che mi possono venire le occhiaie, no? Non ho neanche bisogno di controllare il telefono per sapere che nessuno mi ha cercata. Mi alzo con uno scatto, e vado dritta in bagno. Almeno in questa casa troppo grande per due persone (+1) abbiamo un bagno ciascuno. Non credo che mia madre sopporterebbe "le mie particolarità".Evito accuratamente il riflesso dello specchio. Non voglio iniziare male anche questa mattina, non voglio perdere tempo a cercare difetti che non ci sono anche oggi. Ci penseremo dopo. Mi sciacquo al buio, come se poi davvero avessi bisogno di lavarmi. Non credo mi siano state date abbastanza ghiandole sudoripare per puzzare senza impegnarmi. E ci ho provato davvero.Mi infilo le prime cose che vedo sulla sedia, il mio secondo armadio. Mia madre ha stirato tutto da brava mogliettina (o almeno "tentativo di"), quindi neanche stavolta ho scuse per uscire di casa in un modo che non rasenti la perfezione. Anche le cose che avevo lasciato spiegazzate apposta. Anche la mia stupida camicia da boscaiolo e i miei stupidi jeans macchiati dall'ultima lezione di arte. Che ora non sono più macchiati. Non ce la faccio più. Scendo in cucina, e mia madre, l'illusione della perfezione suburbana, si sta cimentando ai fornelli. Vestito lungo con pattern floreale (costoso oltre l'inverosimile), capelli biondissimi (tinti), pelle senza imperfezioni (tutto è possibile con un leggero ritocchino). Mio padre non c'è. Sarà corso a lavoro per non vedermi. Mi siedo alla penisola della cucina con un grugnito. Mi avvento sul pancake caldo, e mi brucio la lingua. Non imparerò mai. Bevo il caffè in un sorso, un caffè che i miei colleghi? compagni? americani non possono concepire. E che comunque mi fa schifo. E non mi serve per svegliarmi. Mi serve più per punirmi che per altro.Credo che questa punizione si sia letta sulla mia faccia. Non ho voglia di fingere.
Mercoledì alle 12:352 giorni Autore comment_1915635 @TheBaddus Scarlett BloomblightQuando borbotti una risposta appena accennata, tua madre non replica. Mentre afferri la tazza del caffè, la scruti di sottecchi: le vedi solo increspare appena il naso, in un gesto quasi impercettibile, seguito da un leggero, altrettanto discreto scuotere del capo. Non ne hai la certezza, ma a volte ti pare che possieda un olfatto fuori dal comune... un’intuizione affinata al punto da sembrare quasi soprannaturale. Scacci quel pensiero con una scrollata mentale, preferendo rifugiarti tra le notifiche del telefono. Le scorri con svogliata distrazione, tutte simili tra loro, finché una in particolare cattura la tua attenzione: non è un ringraziamento, ma una richiesta. Forse sei ancora un po’ stordita dal sonno, perché ci metti un momento a riconoscere il nome del mittente. Ma quando leggi chiaramente sul display: Tanaka Yamaguchi, il tuo cervello si desta all’istante.Una volta fuori casa, l’aria fresca e frizzante ti punge sulla pelle ancora pallida. È una mattina insolitamente rigida, e l’umidità lasciata dalle recenti piogge gelate si fa sentire. Una sottile nebbiolina spettrale si solleva lentamente dal suolo, accompagnando il risveglio di Lilac Hollow. Tra le volute lattiginose si intravede qua e là qualche spiraglio di cielo, timidamente azzurro. Il tuo telefono vibra di nuovo. E' ancora Tanaka. "Perfetto! Ci si vede in pausa pranzo allora! Sei una tipa a posto!" Dopo una camminata di circa un quarto d’ora, finalmente intravedi il profilo familiare della Saint Liliane High School.@Voignar Darius WhitesandQuando tuo zio Samuel ti osserva meglio, gli occhi gli si accendono di un'intuizione repentina. "Ah... Le lezioni di astrologia antica di tua madre hanno lasciato il segno, vedo!" esclama con un sorrisetto ironico, accompagnato da una breve risata che tradisce una memoria condivisa. È facile immaginarselo, anni addietro, seduto anche lui su quel divano a subire lo stesso bombardamento di trattati e mappe celesti. "Lo so, lo so... i testi di Claudio Tolomeo possono sembrare un supplizio ora, ma un giorno potresti sorprenderti di quanto tornino utili. Fidati, sarai contento di averli letti." Il suo tono è bonario, quasi paterno, intriso di quella familiarità fatta di affetto e pazienza.Alla tua richiesta, dà un'occhiata rapida all’orologio da polso, con un’espressione distratta. "Oh… in realtà mi sono alzato prima del solito. Devo andare a ritirare della merce per il bar, a Burlington. Se non ci metti troppo, certo che ti do uno strappo!"Quando sei finalmente pronto, sali in macchina. Durante il tragitto verso scuola chiacchierate del più e del meno, come spesso accade con lui: argomenti leggeri, battute, qualche aneddoto da bar. Samuel è lo stesso di sempre, solare e affabile. Eppure, in mezzo alla conversazione, lo sorprendi più volte a lanciare occhiate rapide verso l’esterno, come se qualcosa attirasse la sua attenzione. Guarda la nebbiolina che si solleva lenta dai campi e quei rari squarci d’azzurro che trapelano da un cielo ancora velato, con un’espressione difficile da decifrare. Ti sorprendi a pensare che possa esserci una connessione con le teorie celesti che tua madre tanto venera… ma scacci il pensiero. Fantasie, probabilmente.Poco dopo, tra i veli opachi dell’umidità mattutina, si staglia finalmente il profilo familiare della Saint Liliane High School.@Theraimbownerd Orion KykeroIl tuo rituale mattutino si compie con la meticolosità di un gesto sacro, raffinato dall’abitudine e divenuto ormai quasi meccanico, ma mai privo di significato. Alzarsi così presto non smette di pesarti, certo, ma ogni volta che il tuo riflesso nello specchio ti restituisce l’immagine che senti davvero tua, una piccola fitta di orgoglio ti attraversa il petto. Non è solo questione di apparenza: è un atto di affermazione, di verità. Di coraggio, forse. O, più semplicemente, di essere.Così il rituale di bellezza prosegue, passo dopo passo, con una grazia ritmata che sembra quasi seguire un motivetto interiore, una melodia allegra, come una marcia personale che accompagna ogni gesto con una nota di soddisfazione silenziosa.Quando scendi in soggiorno, Consuelo ti accoglie con un sorriso che ha qualcosa di materno, affettuoso e attento. Per un istante, ti torna in mente il timore, forse mai del tutto scomparso, che, nel momento del tuo cambiamento, lei avrebbe potuto guardarti con occhi diversi, forse perfino con giudizio. Dopotutto, il suo legame con la religione cristiana è forte, quasi viscerale. Eppure, quel sorriso, caldo e integro, sembra dire che gli anni trascorsi ad accudirti hanno scavato un affetto più forte dei dogmi. O, almeno, è ciò che scegli di credere. "Sua madre? Oh sì, si è alzata circa mezz’ora fa", dice, mentre sistema con cura alcune stoviglie. "Ha fatto colazione in fretta... poi si è ritirata nella cappella. Ha detto che aveva delle cose da fare. Cose da... chiedere alla Dea." La voce, però, si incrina lievemente su quelle ultime parole, come se il suono stesso la mettesse a disagio. Con un gesto istintivo e nervoso si fa il segno della croce, mentre si allontana verso la cucina. La gonna che fruscia, il passo leggero, e poi il tintinnio appena accennato delle stoviglie. Nel frattempo, il suono rapido di passi sulle scale annuncia l’arrivo di Diana e Juno, entrambe raggiate e già perfettamente “preparate” per la giornata. I loro sorrisi sono larghi, vivaci, e rispecchiano un entusiasmo tutto loro. Juno, in particolare, si ferma un istante davanti allo specchio dell’ingresso per scattarsi un selfie con una posa ben studiata, il telefono sollevato come fosse uno scettro.Più tardi, in macchina con le tue sorelle, osservi distrattamente il mondo scorrere oltre il finestrino. La mattina è fredda, insolitamente pungente, e il suolo ancora umido per le piogge recenti emana una nebbiolina sottile, lattiginosa, che aleggia pigra come un velo tra sogno e realtà. Qua e là, tra gli alberi e i tetti ancora assopiti, si aprono squarci timidi di azzurro.Quando l’autista annuncia l’arrivo, il profilo familiare della Saint Liliane High School si staglia con la solita imponenza.@Ghal Maraz Nathan ClarkStai per varcare l’ingresso di casa, a malapena qualche minuto dopo essere sceso in soggiorno, quando senti dei passi familiari dietro di te. Tua madre. La sua voce ti raggiunge in un mezzo richiamo: "Stai attento, tesoro! Mi raccomando, fai il bravo! Dio ti bened..."Ma non le lasci il tempo di finire. Le rispondi con un cenno rapido della mano, un gesto affettuoso ma sbrigativo, e la porta si richiude con un tonfo morbido alle tue spalle, lasciando le sue parole sospese nell’aria.Una volta fuori casa, l’aria fresca e frizzante ti punge sulla pelle. È una mattina insolitamente rigida, e l’umidità lasciata dalle recenti piogge gelate si fa sentire. Una sottile nebbiolina spettrale si solleva lentamente dal suolo, accompagnando il risveglio di Lilac Hollow. Tra le volute lattiginose si intravede qua e là qualche spiraglio di cielo, timidamente azzurro. Sali sulla tua bici con un gesto fluido e ormai familiare, il telaio che scricchiola leggermente sotto di te. È in quel momento che lo smartphone vibra in tasca. Lo tiri fuori senza pensare, un riflesso condizionato. Sul display, una notifica. Breve. Tagliente. Velenosa:"Sei morto frocetto ecologista del cavolo!!"Ti ritrovi a pensare se, forse, rispondere a Cory in quel modo non sia stata una mossa azzardata. Un errore. Ma è un pensiero che lasci fluttuare a mezza altezza, senza afferrarlo del tutto.Nel frattempo, le gambe pedalano quasi da sole, come guidate dall’inerzia del quotidiano. In un attimo, senza nemmeno rendertene conto, ti ritrovi davanti al profilo ormai familiare della Saint Liliane High School@SNESferatu Ana RiveroQuando il calore del pancake ti colpisce la lingua troppo in fretta, tua madre si volta di scatto, come se avesse percepito un pericolo. Il suo volto, per un attimo, ti appare più simile a una maschera ben rifinita che a un’espressione autentica. “Ti sei scottata, tesoro? Devi fare attenzione, piccola mia…” dice con voce zuccherina, piegando il capo di lato e sorridendo con quella tenerezza quasi teatrale che sembra riservare a una bambina troppo cresciuta. Una cosa.. poi.. non troppo lontana dalla realtà visto che sei in "vita" da soli due anni. Le sue dita ti sfiorano la guancia in una carezza. “Sei bellissima, tesoro.”Lo dice ogni mattina, con la stessa identica inflessione. Ti sforzi.. Ma non riesci proprio a capire se davvero non ci arrivi a capire come ti senti o se, semplicemente, le è troppo difficile da accettare e si limita a fingere che sia tutto normale.È un sentimento complesso, umano. Troppo umano, forse, per poterlo ancora afferrare del tutto.Fuori, Lilac Hollow si stiracchia lentamente nel gelo dell’alba. Una nebbia sottile risale dai tombini, scivola tra i vialetti curati e si dissolve piano sulle facciate delle villette. Il cielo sopra la tua testa è ancora di un grigio spento, ma qua e là si aprono squarci di un azzurro tenue, timido, come se il giorno stesso esitasse a cominciare.Cammini, le mani affondate nelle tasche del giubbotto. Il tuo respiro si condensa in piccoli sbuffi sospesi nell’aria, che osservi per un istante come se potessero suggerirti qualcosa sul tuo stesso stato. Forse fa freddo. Ma è difficile dirlo davvero: il tuo sistema di termoregolazione non funziona come quello degli altri. Un’altra differenza da aggiungere all’elenco che non smette mai di allungarsi.Sei assorta nei tuoi pensieri quando il profilo della Saint Liliane High School si staglia d’improvviso davanti a te.PER TUTTILa Saint Liliane High School si erge con la solennità di un tempo che non ha mai davvero lasciato le sue mura. L’edificio principale, un tempo convento benedettino, conserva ancora l’eleganza austera delle sue origini religiose: alte finestre ad arco, muri di pietra levigata dal tempo e un grande rosone in vetro colorato che domina la facciata come un occhio antico e silenzioso. Dall’alto, le guglie sembrano sfiorare le nubi basse di quella mattina lattiginosa.I cancelli in ferro battuto sono spalancati e una lenta, ma costante processione di studenti attraversa il cortile centrale, diviso tra coloro che si attardano nei gruppetti e chi invece, più zelante, si dirige già verso le aule.Gruppi di ragazzi chiacchierano animatamente sotto il vecchio porticato, le voci che si fondono in un brusio confidenziale, pieno di piccoli segreti, pettegolezzi dell’ultima ora e battute starnazzate. Qualche risata improvvisa si leva nell’aria fredda, mentre altri, più silenziosi, si appoggiano ai muretti di pietra, occhi puntati su nulla in particolare.Poco più in là, sul lato sinistro del cortile, il professor Julian Crane è già circondato da un piccolo seguito di studenti incantati. Sta mostrando, con la sua solita teatralità, come eseguire un semplice accordo sulla sua inseparabile chitarra acustica, le dita che si muovono con una naturalezza affascinante mentre le corde vibrano di un accordo maggiore che si perde nell’aria del mattino.A lato dell’ingresso principale, appoggiato con una spalla al muro e lo sguardo vigile, c’è Tom McCarthy. Il bidello. O, come lo chiamano alcuni con un misto di timore e affetto, “Il guardiano del cancello”. La sua corporatura massiccia e l’espressione severa lo rendono facilmente riconoscibile, ma chi lo conosce sa che dietro a quello sguardo burbero si nasconde un’autentica preoccupazione per ogni ragazzo di quella scuola. Scruta con attenzione tutto il cortile, occhi che si muovono instancabili da un gruppo all’altro, quasi aspettandosi un’improvvisa tempesta. Ma per ora, tutto è quieto. O almeno, in superficie.Off GameConsiderate che arrivate più o meno tutti nello stesso momento.. o comunque a distanza di pochi minuti.. non ho specificato tutti i vari png che potrebbero già esserci.. sentitevi liberi di considerare che, se volete interagire con qualcuno, potreste facilmente trovarlo.. Quindi agite pure interagendo o direttamente tra di voi o specificando chi andreste cercando..Se qualcuno volesse continuare la sua scena personale prima dell'arrivo a scuola proseguiamole pure sotto spoiler.
Mercoledì alle 14:072 giorni comment_1915641 Scarlett BloomblightA casaAgli ipotetici sensi sovrannaturali di Zarneth in realtà mi scappa un piccolo sorriso, più come un'affermazione di vittoria che altro: se ha sentito e ha scelto di non intromettersi tanto meglio. Non che io mi faccia problemi a fumare in camera dopotutto.Alla vista dell'immagine di Tanaka mi va di traverso il caffè e per poco non mi cadono tazza e colazione per terra: per un istante ho visto la figura di mio padre.Sarò ancora un po' stordita... ho seriamente fumato troppo ieri sera.Quando mi accorgo che una solitaria lacrima si è fatta strada dal mio occhio fino al mento mi affretto a strofinare la faccia con la manica dell'accappatoio; ci manca solo che quella là mi veda piangere.Quando vedo la risposta di Tanaka non posso fare a meno di chiedermi di cosa possa avere bisogno stavolta. Finora gli ho procurato le risposte ad un paio di compiti in classe e detto dove trovare un ragazzo che voleva pestare, ma non è mai stato così... espansivo; se può essere il termine corretto. Le altre volte è comparso dal nulla, ha chiesto, ottenuto, pagato e poi è sparito. In ogni caso visualizzo il messaggio senza rispondere, non c'è altro da dire e si scoprirà tutto oggi pomeriggio.(Per il resto proseguo le mie cose come già descritto)Quando arrivo fuori da scuola, con discreto anticipo ma senza essere la prima, mi appoggio come mio solito in un punto del cancello abbastanza vicino all'ingresso, così da essere più facile da notare. Mi rollo una sigaretta e inizio a fumare, scrutando gli studenti che stanno pian piano formando dei gruppetti; mi metto sempre qui prima di entrare, in modo da notare se c'è qualche novità interessante, e in modo che se qualcuno dovesse avere bisogno di me, io sia facile da trovare.Rimango lì tranquilla anche dopo che il signor McCarthy ha aperto il cancello, continuando a fumare la mia sigaretta con calma finché non manca un minuto esatto all'inizio delle lezioni. A quel punto getto il mozzicone e mi incammino a passo spedito verso la classe, entrando due minuti in ritardo alla lezione di letteratura.
Mercoledì alle 15:192 giorni comment_1915650 Nathan ClarkScarico il fido rudere a due ruote nella massa di biciclette delle matricole, mimetizzandolo senza tante cerimonie.Guardo tutt'attorno prima di muovermi, cercando di capire se il futuro-serial-killer-camuffato-da-quaterback sia nei paraggi: non ho paura che cerchi di uccidermi qui, ma devo ancora stabilire come complicargli ulteriormente l'esistenza.Mi infilo tra due gruppetti di studenti e scivolo oltre i cancelli, oltrepassati i quali mi sfilo dalla massa e cerco qualche volto più amichevole, tipo Ben o Sasha.Oggi non posso proprio entrare in ritardo, quindi tocca sbrigarmi, ma non si entra a scuola da soli, nemmeno quando sei un (ex-)caso umano, come il sottoscritto! Edited Mercoledì alle 15:192 giorni by Ghal Maraz
Mercoledì alle 19:342 giorni comment_1915674 Darius A casaAscolto e rispondo a mezza voce a zio Samuel, cercando di non concentrarmi troppo sul mazzo dei tarocchi. So benissimo che ci girerebbe intorno, soprattutto se lui o mamma hanno lasciato la lettura a metà Se proprio mi venisse il dubbio di cosa volevano scoprire, potrei sempre tentare una lettura io quando torno a casa. Ho un mezzo ricordo di come si fa, ma sono certo di avere un manuale da qualche parte nelle mie mensoleIn auto parlo del più e del meno, cercando di far sbottonare lo zio sui suoi ricordi riguardo lo studio delle stelle e simili. Di solito ha la lingua più lunga di mamma, quindi magari potrei aver fortuna e lui potrebbe farsi sfuggire qualche dettaglio utile Al cancello della scuola, noto subito Scarlet, intenta a fumare Non sono sicurissimo che quel giorno mi abbia visto, quindi preferisco evitare di darle anche il minimo motivo di avvicinarsi a me. La supero rivolgendole un rapido cenno di saluto, prima di dirigermi da Ben ed iniziare a chiacchierare sul weekend appena terminato Una volta in classe, mi dirigo al mio banco, prendendomi un momento per avvicinarmi a Mei-Lin, sorridendole e dicendo Buongiorno! Allora, pronta per la prossima verifica? Punti sempre al massimo dei voti?
Giovedì alle 09:371 giorno comment_1915701 Ana RiveroFaccio tutto il percorso da casa a scuola pensando a mia madre. "Se anche lei fosse come me?" Le sue inflessioni, movenze, non so. Ci ragiono ogni tanto, ma non credo che mio padre possa essere in grado di arrivare a tanto. Ok costruirsi una famiglia, ma non letteralmente. Come era quel film? The Stepford Wife? Wives? Credo di averne visto una volta la descrizione online. Non ricordo così tanto dalle mie origini, magari c'era qualcun altro con me quando sono stata creata? Però in città (sì, città) si saprebbe. Sì, mia madre è normale. Per quanto possa definirsi tale una persona finta così.Credo di essermi vestita troppo leggera per la giornata di oggi. Vedo le persone intorno a me con un giubotto, almeno, sciarpe persino, mentre io sto con la fidata camicia da boscaiolo, come se servisse a coprirmi e nascondermi in qualche modo. Potrei aver fatto un errore di valuitazione. Come fanno gli altri a capire se fa freddo? Guardo lo schermo del cellulare, e i numeri del meteo. Non vogliono dire niente per me.Arrivata nei pressi della scuola, mi faccio leggermente da parte. È presto, ma i gruppetti si stanno delineando. I jock. Quell artistici. I brr drama kids... gente che non ha bisogno di fingere e quindi deve inventarsi una ragione per farlo. Non voglio entrare prima degli altri a scuola, ma non ho nessuno che potrebbe fermarmi. Vorrei? Non lo so. Ho un po' paura di quel ragazzo che ho visto una volta a un party di gala in cui mi hanno trascinato i miei. Mi scrutava troppo. Non lo vedo ancora, al momento. Forse l'ho scampata.Come se io fossi migliore, eh. Sto squadrando tutti quanti ma cercando una sola persona. Eliza. Non voglio, non posso parlarci ancora. Voglio vedere cosa farà oggi, come si è vestita. Un giorno capirò come comportarmi come lei, se la studio abbastanza. Appena entrerà in classe, io sarò subito dietro.
Giovedì alle 10:491 giorno comment_1915709 Orion KykeroA casaAscolto le parole di Consuela con aria pensierosa. Non ricordo di rituali fissi in questo giorno specifico...deve essere un' udienza privata. Ringrazio Consuela per la colazione prima di andare. So quanto tutta la faccenda della Dea la metta a disagio, e tutta l' aria di segretezza che mia mamma crea attorno al culto non aiuta certo le cose. Questa sarà decisamente una delle cose che dovranno cambiare quando sarò io a guidare il culto. Nella macchina mi metto a chiacchierare con le mie sorelle riguardo all' ultimo scandalo su Tiktok di un content creator cancellato prima che la voce del nostro autista ci riporti alla realtà. Quando scendiamo dalla macchina Juno è la prima a lamentarsi. Uff, oggi la prima ora ho matematica...che noia, avrei dovuto fingermi malata. Almeno sarei entrata in ritardo. Certo, come se Consuela te lo avrebbe concesso. Risponde Diana, scuotendo la testa. Dopo tanti anni insieme non c'era speranza di ingannare la vecchia cameriera. E poi come speri di vedere il tuo caro Tyyyyler senza venire a scuola? Aggiunge Diana, allungando il nome in una parodia di una voce sognante, guadagnandosi un' occhiataccia da parte della sorella. Mah, secondo me puoi avere di meglio Juno. Ci sto in classe e ti assicuro che non è tutto questo granché. Dico a Juno, con studiata noncuranza, mentre i miei occhi cercano Alice nella folla. Quando la vedo saluto le mie sorelle, ancora impegnate a parlare e mi dirigo verso di lei. Parlare di Tyler mi ha lasciato un po' l' amaro in bocca. Ehi Alice, come va? Le dico con un sorriso caldo, lieto di vedere la mia migliore amica.
Giovedì alle 17:181 giorno Autore comment_1915724 Scarlett BoomblightRimani appoggiata al cancello della scuola, osservando con sguardo distratto l’andirivieni degli studenti che si dirigono verso le aule o si attardano nei soliti gruppetti, decisi a rubare ancora qualche minuto di chiacchiere prima del suono della campanella. Di tanto in tanto, McCarthy ti lancia una delle sue classiche occhiate torve e non riesci a capire se lo faccia perché ti considera una mina vagante o semplicemente per assicurarsi che tu non ti metta nei guai.Con uno sguardo che forse tradisce più curiosità di quanto vorresti, cerchi tra la folla Tanaka. Ma nulla. Probabilmente è già entrato prima del tuo arrivo.Riconosci invece diversi compagni di classe. Benjamin è già all’interno del cortile; lo vedi chinarsi per raccogliere qualcosa da terra proprio mentre un gruppetto gli passa accanto ridacchiando, come al solito per motivi che restano poco chiari ma mai del tutto innocenti. Darius incrocia il tuo sguardo per un istante, poi lo distoglie subito e tira dritto, senza dire una parola. Nathan, poco distante, sembra guardarsi attorno con l’aria guardinga di chi non vuole essere colto di sorpresa, mentre attraversa il cancello accanto a Sasha.Poi arriva Emily. La riconosci prima ancora di vederla, dal profumo dolce e inconfondibile che la precede sempre. Sta chiacchierando con alcune delle sue compagne di squadra, ma quando ti passa accanto ti rivolge un breve, quasi distratto cenno di saluto, prima di proseguire per la sua strada. E mentre i tuoi occhi si posano un attimo troppo a lungo sulla sua figura che si allontana, ti accorgi dello sguardo di Harper, che ti sta osservando.I suoi occhi si muovono rapidamente da te a Emily, come se stesse collegando pensieri non detti. Forse ha intuito qualcosa. Ma se lo ha fatto, non lascia trapelare né giudizio né sorpresa. Si limita a sollevare una mano in segno di saluto, con un mezzo sorriso enigmatico, e anche lei oltrepassa il cancello.Infine, vedi Orion e Alice entrare insieme seguite dal resto della sua cerchia di api regine, intente a chiacchierare tra loro. Ti passano accanto senza nemmeno accorgersi della tua presenza.Quando ormai manca pochissimo al suono della campanella, getti la sigaretta e ti dirigi verso l'aula della professoressa Lane.Nathan ClarkParcheggi la bicicletta tra quelle delle matricole, cercando di confonderti tra i tanti arrivi del mattino. Ti guardi intorno con fare guardingo, gli occhi in cerca della figura alta e imponente di Cory Edwards. Per un istante il cuore ti si blocca: tra la folla intravedi un ragazzo con la felpa dei Lilac Ravens a pochi metri da te. Ma quando si gira e ne riconosci il volto, il sollievo ti attraversa come un respiro trattenuto troppo a lungo. Non è lui. Almeno per ora, puoi considerarti al sicuro.Lo sguardo continua a muoversi tra i gruppetti sparsi nel cortile finché non individui Sasha, intenta a chiacchierare con Max. La vedi ridere e dargli una pacca sulla spalla prima che i due si separino: Max oltrepassa i cancelli aperti, diretto verso l’edificio. Lo osservi sparire tra la folla proprio mentre Scarlett fa il suo ingresso in scena, appoggiandosi con nonchalance non lontano da McCarthy e rollandosi con calma una sigaretta sotto il suo sguardo disapprovante.Senza pensarci due volte, ti affretti a raggiungere Sasha, non prima però di esserti assicurato un’ultima volta che il minaccioso quarterback non sia nei paraggi. Quando arrivi, lei ti accoglie con uno dei suoi soliti sorrisi maliziosi. Ti colpisce con un pugnetto amichevole sulla spalla e ti cinge il collo con un braccio in un gesto di complicità spontanea."Ehilà, Nat… tutto bene? Mi sembri… beh, piuttosto teso!" esclama, ridacchiando. "Che fine hai fatto questo weekend? Non ti ho visto in giro!"Proseguite fianco a fianco oltre il cancello, chiacchierando con disinvoltura. Superate Scarlett e vi dirigete con passo deciso verso l’aula della professoressa Lane. Se c’è una certezza nella tua giornata scolastica, è che non intendi perderti nemmeno un secondo delle sue lezioni.Darius WhitesandIn macchina con Zio SamuelDurante il tragitto in auto, provi con discrezione a far parlare tuo zio dei suoi ricordi legati allo studio dell’astronomia. Non serve poi molto: è come aprire una diga. Le sue parole cominciano a scorrere rapide, vivaci, infarcite di entusiasmo genuino. Ti racconta di come, in realtà, molti degli antichi astronomi fossero in verità stregoni come voi, e che lo studio delle mappe celesti, quelle davvero magiche, servisse meno a lanciare incantesimi e più a leggere i segni, a cogliere i presagi nascosti negli allineamenti astrali."Certo, saper scagliare una buona fattura è importante," dice ridacchiando mentre affronta una curva, "ma se sai già in anticipo quando e su chi sarà meglio prepararsi… beh, è tutto un altro vantaggio. Meglio prevenire che improvvisare!"Nonostante il tono leggero, non riesci a strappargli nulla sulla strana inquietudine che gli hai intravisto poco prima, né su chi – e perché – abbia iniziato a consultare i tarocchi in casa. Inizi quasi a convincerti che potresti esserti immaginato tutto. Forse sono solo suggestioni, il frutto di un'eccessiva immersione nei trattati di Tolomeo… o magari è semplicemente un’altra giornata qualsiasi a Lilac Hollow.Appena varcata la soglia della Saint Liliane, il tuo sguardo incrocia per un attimo quello di Scarlett, appoggiata con noncuranza al cancello d’ingresso, una sigaretta tra le dita e lo sguardo perso in chissà quali pensieri. Quando ti accorgi che anche lei ti sta osservando, abbassi lo sguardo istintivamente e tiri dritto, fingendo di nulla.Nel cortile, individui Benjamin: è chino a terra, intento a raccogliere alcuni dadi da gioco sparsi sul selciato. Sta borbottando qualcosa fra sé e sé, visibilmente frustrato. Poco più in là, un gruppetto di studenti della vostra età – ma di un’altra classe – si sta allontanando ridacchiando sotto voce. Ogni tanto qualcuno si gira indietro a lanciargli un’occhiata divertita.Quando Ben ti nota, raccoglie in fretta gli ultimi dadi, sollevandosi con un movimento maldestro che per poco non li fa cadere di nuovo. Ti rivolge però un sorriso genuino, di quelli che gli illuminano tutto il viso."Ci-ciao Darius! Tutto bene? Peccato non essere riuscito a vederti alla sessione questo weekend! Ho inventato un incantesimo di quinto livello che spacca! L’ho chiamato Fiamme di Cerbero!" esclama con entusiasmo, quasi dimentico del piccolo incidente di poco fa.Vi incamminate insieme verso l’ingresso dell’edificio, mentre lui ti racconta per filo e per segno ogni dettaglio dell’avventura vissuta il giorno prima, i suoi occhi che brillano a ogni nuovo mostro evocato o tiro fortunato.Una volta arrivati in aula, ti stacchi dal tuo compagno e ti avvicini con discrezione al banco di Mei-Lin. Come sempre, è già seduta composta, perfettamente eretta e con lo sguardo dritto alla cattedra, anche se mancano ancora diversi minuti all’inizio della lezione.Alle tue parole, si volta con espressione controllata. "Ovviamente sì, come sempre" risponde, il tono tagliente e vagamente altezzoso. "Non posso certo permettermi di rovinarmi la media. O sbaglio?" Ti osserva per un istante ancora, poi si volta, sistemandosi gli occhiali sul piccolo nasino con un gesto preciso e controllato, come a chiudere la conversazione prima ancora che possa iniziare davvero.Ana RiveroAncora immersa nei pensieri su tua madre, percorri le strade verso la scuola a passo svelto, senza neppure rendertene conto. Arrivi prima del previsto, quando il piazzale davanti ai cancelli è ancora solo parzialmente animato. Dei tuoi compagni di classe, ne riconosci pochi. Max sta chiacchierando con Sasha poco distante dall’ingresso, le voci basse e complici. Rimani qualche istante in disparte, esitante. Non sai se restare fuori cercando un gruppo a cui accodarti, o se entrare direttamente senza pensarci troppo.Ti guardi intorno, irrequieta. Hai la fastidiosa sensazione di essere osservata. Il ragazzo strano che avevi notato al gala con i tuoi genitori non si vede, ma un gruppetto di matricole sembra averti puntata. Forse ti fissavano davvero? Uno di loro bisbiglia qualcosa agli altri e le loro risate scoppiano all’unisono. Stavano parlando di te? Il dubbio ti punge, ma svanisce in un attimo non appena i tuoi occhi incrociano la figura di Eliza.Cammina con passo deciso, indossa stivaletti alti sopra pantaloni scuri, un corpetto aderente e una felpa nera col cappuccio alzato. Nonostante questo, la riconosci subito dalle ciocche bionde che sfuggono ai lati del viso. Ha lo zaino appeso mollemente a una spalla, l’aria disinvolta. Anche lei, come te, sembra vestita in modo più leggero rispetto alla media dei vostri coetanei.Quando attraversa un gruppetto di studenti del quarto anno, si becca una serie di commenti volgari che rimbalzano tra le loro risate. Eliza non batte ciglio: sorride con finta dolcezza e alza un dito medio senza neanche rallentare il passo. Poi oltrepassa i cancelli e scompare nel cortile.Ti muovi per seguirla, mantenendo una distanza che non tradisca le tue intenzioni. Ma proprio mentre varchi l’ingresso dell’edificio, una mano si posa sulla tua spalla, costringendoti a fermarti. Ti volti di scatto e ti ritrovi davanti Max, il solito berretto calcato in testa, decorato dall’immancabile foglia di marijuana, e un sorriso rilassato stampato in faccia."Ehi, splendore! Sempre tutta sola soletta?" ti dice con tono amichevole. Istintivamente, volgi lo sguardo nella direzione dove hai visto sparire Eliza, ma ormai è troppo tardi: è già svoltata in un altro corridoio.Max intanto continua, abbassando un po’ la voce: "Oggi io e gli altri pensavamo di andare giù al parchetto. Un po’ di cruising con lo skate, due tiri, niente di pesante. Mi chiedevo se ti andava di unirti a noi…" Il suo tono è disteso, gentile, anche se, forse solo per un istante, ti sembra di cogliere una lieve tensione nel suo sguardo.Proseguite insieme lungo il corridoio, in direzione dell’aula della professoressa Lane. Esattamente dove hai visto sparire Eliza poco prima.Orion Kykero"Io ci starei volentieri in classe con lui!" commenta Juno con un sorrisetto malizioso. "È davvero un figo!" Poi, mentre il tuo sguardo inizia già a scrutare la folla alla ricerca di Alice, aggiunge con tono ancora più complice: "Anzi... perché non organizziamo un’altra bella festa il prossimo weekend? Magari se viene anche Ty posso... lavorarmelo un po’." Ridacchia divertita e Diana la segue nella risata, salvo poi alzare gli occhi al cielo con aria rassegnata.Ma tu, ormai, non stai più ascoltando. Hai finalmente individuato Alice tra i gruppetti sparsi nel cortile. Come al solito, ha quell’aria assorta tutta sua... o forse no. Stavolta ti sembra che stia fissando qualcosa con intenzione. Il suo sguardo, di solito un po’ perso, è attraversato da una sfumatura diversa. Una nota amara, appena accennata, quasi malinconica.Segui la traiettoria dei suoi occhi e capisci: sta osservando Darius e Sasha, intenti a parlare fitto tra loro prima di varcare il cancello della Saint Liliane. Senza perdere altro tempo con le tue sorelle, ti muovi a passo deciso verso di lei, seguito dal resto del gruppo."Oh... Orion!" esclama Alice quando si volta e ti vede. Il suo volto torna subito quello familiare, e ti regala un sorriso sincero e genuino. "Tutto bene, dai... eheh. A parte il fatto che è lunedì, ovviamente." Soffia via una ciocca ribelle dei suoi capelli colorati e ti guarda con occhi limpidi. "Voi tutto ok? Ciao ragazze!" aggiunge, accennando un saluto anche a Juno e Diana.Vi mettete a chiacchierare, le voci leggere che si mescolano al mormorio del cortile, mentre insieme oltrepassate il cancello della scuola e vi incamminate verso l’aula della professoressa Lane.X TUTTIUno dopo l'altro entrate tutti in classe, per ultima Scarlett che arriva quando la campanella ha ormai finito di suonare. Pochi minuti dopo arriva anche la professoressa Lane, con il solito leggero ritardo che nessuno le imputa davvero. Trentadue anni, un fascino semplice e naturale, abiti casual (jeans chiari, sneakers, una camicia morbida a righe sotto un cardigan color sabbia) e l’aria di chi crede sinceramente in ciò che insegna. Appare sulla soglia col sorriso di sempre, lo sguardo che abbraccia l’aula intera."Buongiorno ragazzi! Spero che abbiate dormito bene… o almeno che abbiate portato abbastanza caffè per sopravvivere alla prima ora!" scherza, posando la borsa sulla cattedra. "Oggi cominciamo con qualcosa di bello: parleremo di identità e memoria nel romanzo contemporaneo… vediamo se qualcuno ha già dato un’occhiata a Beloved della Morrison, o se devo fare finta di niente."Le voci si spengono, i quaderni si aprono. La lezione può finalmente cominciare.OFF GAMESe volete prolungare qualche dialogo iniziato nel cortile e nei corridoi fate pure.. Poi magari ditemi più o meno in che punto della classe vi posizionate come banco e con che mood affrontate la lezione. Se fate qualcosa di particolare o se la superate passivamente..
Giovedì alle 20:591 giorno comment_1915742 Scarlett BloomblightDal cancelloNella mia impassibilità, cercando Tanaka tra la folla o comunque di cogliere qualche nuovo appiglio con cui agganciare nuove persone, quando il dolce profumo che porta sempre Emily coglie le mie narici, segnalandomi il suo arrivo prima ancora di riuscire a vederla. Per un attimo, il mio cervello collega quell'avvenimento con il gesto minimale fatto da Zarneth stamattina e il suo "olfatto leggendario".Dai Scarlett, non dire cavolate... Faccio a me stessa, lasciandomi scappare un sorriso.Quando poi mi passa vicino e mi saluta io ricambio senza scompormi, anche se sento qualcosa nel mio stomaco fare una sorta di capriola. Sono così persa che rimango a fissare Emily per svariati secondi, solo per accorgermi che Harper ha notato la cosa; posso solo sperare non abbia notato così tanto. Rispondo anche al suo cenno di saluto e, una volta finita la sigaretta, la getto per poi entrare nella scuola.In classeUna volta entrata in classe e aver constatato di essere l'ultima, mi dirigo al mio banco in seconda fila contro il muro e ci appoggio la schiena, restando a cazzeggiare con il cellulare finché non entra la professoressa Lane.Ah... Mi spengo dopo le sue prime parole. Questo weekend ho avuto un po' troppo da fare e mi sono scordata di leggere un po' il libro come ci aveva chiesto. La prof non è una vipera, ma mi infastidisce abbastanza non riuscire a fare quello che dovrei fare. "Mi scusi prof, identità e memoria in che senso di preciso? Potrebbe spiegarsi meglio?" La mia non è una domanda per far semplicemente perdere tempo perché sono due temi che mi interessano particolarmente, il secondo in particolare.Per il resto ascolto la lezione con attenzione prendendo appunti e sottolineando/evidenziando ciò che scrivo e potrebbe tornarmi utile.
Ieri alle 06:591 giorno comment_1915761 Nathan ClarkPrima di entrare in classe"Eh, sai... ho dovuto tenere un profilo un po' più basso del mio solito, perché ho fatto una cosa... Hai presente che Cory Edwards è stato tenuto fuori dalla partita all'ultimo?", spiego tutto a Sasha, non potendo fare a meno di sghignazzare quando penso al guaio in cui ľho ficcato. "Ed è per questo che ora ti assumo come mia guardia del corpo ufficiale!", concludo, mentre entriamo in classe.Mi siedo al secondo banco di una delle file centrali: le vecchie abitudini non muoiono mai, ma questa lezione richiede una certa attenzione. Quando la Lane chiede del libro, ripenso alle ultime righe lette giusto ieri sera: una bella storia, non me l'aspettavo. Mi sarei aspettato una pagliacciata, nel leggere la trama in internet, ma invece il risultato finale è interessante. La Lane si conferma una certezza. "In questo caso, credo che si possa intendere il rischio di perdere la nostra identità, se cancelliamo la nostra memoria, personale o collettiva, anche a seguito di qualche trauma...", azzardo, quando la prof gira la domanda di Scarlett alla classe, chiedendoci un punto di vista legato al romanzo. A dirlo ad alta voce, mi rendo conto come tutto ciò si leghi a me... e capisco che ci sono parecchi che mi stanno guardando incuriositi, in questo momento. Anche se per il motivo sbagliato, sebbene loro non lo sappiano!"Potrebbe anche essere una specie di contraltare a Roots, no? Soprattutto perché è sempre rivolto alla comunità afro-americana, ma con una visione più spirituale, che storica", aggiungo, incerto, non riuscendo a scrollarmi di dosso una certa sensazione di... curioso egocentrismo rispetto a quel che dico. Però, almeno ho spostato la palla in un campo diverso. E così, magari, la piantano di fissarmi, c@$$o!
20 ore fa20 ore comment_1915804 Ana RiberoNel cortileNon faccio in tempo neanche ad avvicinarmi a Eliza (a che pro, poi? Non è come se potessi semplicemente parlarle) che invece mi si avvicina LUI. Quell'incredibile rompicoglioni di Max. Non ho modo diverso in cui chiamarlo. Rompe i stolti. È sempre in mezzo alle palle. Continua a invitarmi a uscire, e non capisco perché. Deve essere voluto bene da tutti? Perché? Credo che la mia insofferenza si legga sulla mia faccia, ma non capisco mai effettivamente se io abbia una poker face o meno. O se sono davvero sempre come una statua.Sospiro. "Max. Max. Max, Max, Max. Facciamo così... fammici pensare."Ci spostiamo verso l'aula, e prima di raggiungere il mio banco (penultimo in fondo verso la finestra, abbastanza per essere una bad girl, non abbastanza per essere vistosamente una bad girl) mi volto di nuovo verso Max. Con la mano a cucchiaio gli mimo un grande, secchissimo: "No". Magari ci andrò uguale. Ma non perché me l'ha chiesto lui.In classeMi sono praticamente sciolta sul banco. I capelli davanti gli occhi, le braccia che quasi abbracciano il legno, a dimostrare che vorrei essere ovunque tranne che lì. E poi la lezione di letteratura... a me la letteratura piace, posso dirlo. Posso capire le persone se c'è scritto quello che pensano. È la gioia della professoressa che reggo molto poco. Praticamente grugnisco alla sua battutina banale. La cosa divertente è che il libro l'ho letto. Per ovvi motivi, qualsiasi cosa che parli di identità, personale o percepita, è oro per me. Il pensiero di un intero popolo a cui viene strappata la storia? Be', per me ha senso.Non ha senso per me parlarne con lei, o con questi individui con cui mi ritrovo a condividere la classe. Che può sapere uno come Nathaniel di cosa voglia dire essere diversi dagli altri? Palese è uno che regurgita le informazioni che legge in giro senza pensarci davvero.Off gameNo, non credo che Ana abbia una poker face, al contrario. Solo che lei non lo sa. Edited 20 ore fa20 ore by SNESferatu
20 ore fa20 ore comment_1915807 DariusCon BenSolito gruppo di simpaticoni, Ben? Domando, guardando il gruppetto che si allontana, ma parlando a voce abbastanza bassa per non attuare l’attenzioneLo ascolto con calma mentre mi racconta della sessione, emozionandomi insieme a lui Dannazione! Sono rimasto incastrato a studiare, certe cose proprio non mi entravano in testa questi giorni…Intendo circa una dozzina di costellazioni di Arato di Soli, ma nulla che Ben debba sapere nel dettaglio magari in settimana recuperiamo, ho trovato questo nuovo gioco che vorrei consigliare pure al professore, si chiama Cuori di Mostro!In classeSorrido a Mei-Lin, anche se mi assicuro di scimmiottarne al meglio il tono quando le rispondo Mah, potresti anche lasciarmi il primo posto, per una volta. Non lo sai che la clemenza è la prima qualità di un regnante? Comunque, non è che posso infastidirti mentre ripassi per la verifica? Magari copio due espressioni che riuscivo a risolvere È il mio modo di chiederle di poter studiare insieme; anche se non punto all’eccellenza accademica mi darebbe fastidio avere pessimi voti, e farmi aiutare da lei è il modo migliore per recuperare le ore perse in altroQuando la professoressa arriva, sono al mio banco a sbadigliare. Segui vagamente la lezione, capisco che sta per aprirsi un gran bel dialogo, quindi cerco di rizzare le orecchie al meglio per poter captare qualche commento interessante
17 ore fa17 ore comment_1915816 Fuori scuolaIo e Alice ci mettiamo un po' a chiacchierare dele nostre giornate mentre ci avviamo lentamente verso le aule, ma prima di entrare le faccio un sorrisetto malizioso e dico Quindi...Darius o Sasha? Dico, fermandomi prima di entrare in classe, distanziandomi dal flusso degli studenti che entrano in classe. E' raro vedere Alice malinconica, e se uno dei due avesse fatto qualcosa per toglierle il sorriso...beh, se ne sarebbero pentiti. Una volta in classe mi metto come sempre in seconda fila, abbastanza vicino alla cattedra da ascoltare, ma non così esposto da non poter scambiare qualche chiacchiera quando ne ho voglia. Ringrazio il cielo per la mia piccola statura, che mi aiuta a rimanere nascosto quando la prof guarda la classe in cerca di una vittima sacrificale. Per fortuna stavolta sembra che Nathaniel e Scarlett si siano offerti di loro spontanea volontà. Peggio per loro.