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[Toplakar Nai] Il tempo e gli uomini


Il Signore dei Sogni

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  • 1 mese dopo...

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Qualche giorno fa, nella Bandiera Osman

“Terra!” Il grido partito dalla coffa ebbe come contrappunto una serie di impercettibili reazioni di felicità da tutti i carnichi a bordo, poiché significava l’inizio della licenza. L’unico che rimase insensibile era anche l’unico uomo presente sulla Shypka. Mentre andava  su e giù per la nave il suo sguardo era rivolto indietro, come se le sue inquietudini lo seguissero: Acrux meditava sull’incontro con Sua Sublimitudine avvenuto due giorni addietro, e in particolare era turbato dalla sensazione di essersi sentito manipolato per tutta la durata l’incontro con il Califfo. E questo va oltre la mia sopportazione!. Percorreva i corridoi che portavano al ponte tremante di rabbia. A ogni posto di guardia che passava, il carnico scattava sull’attenti, ma Acrux non rispondeva. Sapeva di creare turbamento fra loro, nessuno poteva fraintendere l’umore del comandante, signore e liberatore; non per questo rallentò il suo passo. Uscito sul ponte, osservò il porto della sua Kadikoy farsi sempre più vicino. Sapeva che avrebbe trovato suo nipote Nur ed-Din ad aspettarlo, come gli aveva ordinato due giorni prima mandandogli un genio messaggero. Sulla cornice del porto gli alberi si dibattevano e frusciavano come sete strapazzate. Al molo non c’era nessuno ad attenderlo, e fu soddisfatto di aver tenuto segreto il viaggio alla corte e di aver ordinato ai suoi carnichi di sgombrare preventivamente il porto da intrusi, passanti e cortigiani disobbedienti. “Nur avrà sicuramente apprezzato il porto sballottato dalla forza della Natura”,  pensò, dopo aver osservato il legno bagnato e in alcuni punti divelto della balaustra. Quando la nave attraccò, l’esile figura vestita di grigio scese dalla nave e si incamminò nelle vie del porto, senza temere di fare brutti incontri, malgrado l’ora tarda (i carnichi eseguono gli ordini con meravigliosa completezza). Acrux stava per lasciare i pochi casolari del porto quando gli comparve davanti una massa informe e pesante: era Nur avvolto nell’enorme mantella rossa della nobiltà, talmente inzuppata d’acqua da pesare cinquanta chili e da apparire nera. “Stai attento, zione: non mi toccare, sono una spugna!”. Acrux si limitò a ricambiarne lo sguardo e a incamminarsi insieme a lui per la strada che conduce alla sua abitazione estiva, essendogli impedita l’unica effusione che voleva dimostrargli. Per evitare il caldo, insopportabile nell’entroterra dell’Isola Maggiore, Acrux aveva fatto costruire un palazzo in riva al mare, sotto la supervisione di Shaula; come sorpresa questi gli aveva fatto trovare un enorme portone d’ingresso modellato sui suoi lineamenti (il Sultano ne ammetteva il grande effetto, ma lo riteneva anche barocco e di cattivo gusto).

Ritornato a palazzo i due salirono nel più grande dei suoi studi quasi-privati (qui infatti trattava gli affari più segreti, ma sempre ben lontano dalle stanze veramente off-limits). Dal soffitto a volta, sospese a calate magiche, più di una fila di lampade sfavillanti alimentate a nafta e catrame davano luce. Acrux si buttò su una comoda poltrona, mentre Nur si sedette, più raccolto e composto, di fronte a lui. 

“Quando hai ricevuto il genio che ti ho mandato?” “Due giorni fa, beylerbey. Ho già provveduto a cercare la gente adatta. Non è stato facilissimo; molti validi agenti sono impegnati altrove” “Si, lo so: Shaula è impegnato nella sorveglianza di Aludra, e non ha tempo per recarsi qui senza creare problemi lì. Ogunwe è impegnato a combattere i dissidenti Candarlì – a proposito, come è andato in questi giorni?” “Oggi mi ha mandato il suo bollettino: hanno ucciso diciassette ribelli e distrutto due navi, mentre hanno perso cinque uomini e un roc. La fabbrica di Muminin è quasi riconquistata, la Hayal non può che essere soddisfatta del nostro intervento”. Il Sultano annuì; ma la sua natura impaziente lo portò a troncare la conversazione sulle fabbriche della Hayal. Si alzò di scatto e si mosse verso la porta, ancora pensieroso. “Conducimi da loro”.

 

I due scesero nella sala delle udienze segrete. “Zione, posso farti una domanda?” “In via del tutto eccezionale, sì” “Perché non hai voluto che contattassi per questa missione Junùn? E’ sicuramente migliore di Malky”.“Nur, ascoltami bene: tutti gli assassini che amano il piacere della caccia tendono a fare cose stupide, come combattere sportivamente per dare una possibilità alla preda. La predisposizione naturale errata oltrepassa il fatto che sia un ordine. Coloro che agiscono solo per gloria e denaro sono più efficienti e sicuri, e costituiscono una compagnia migliore”. La sala era sotterranea e il pavimento era trasparente, giacché si potevano vedere sguazzare pesci esotici. Antichi tappeti degli Hajjah di colore rosso-scuro decoravano le pareti. Tutto l’ambiente emanava una luce generalmente soffusa che illuminava quattro figure, vagamente annoiate. I quattro davano sfoggio di un abbigliamento eterogeneo, a dispetto dell’ultima moda; tipico degli avventurieri, avere come obiettivo la comodità e non l’eleganza. Acrux citò mentalmente una massima di Nailah: “Mai discutere di moda con chi maneggia una spada”.

Il primo lo conosceva bene: Malky in passato, quando era ancora un maghetto imberbe, era stato considerato l’erede di Shaula; tuttavia si perse per strada sicché ora a corte è considerato solo un mago minore. Comunque era il miglior elementalista disponibile e sicuramente uno dei migliori abiuratori in assoluto; questo bastava. Non conosceva quello accanto a Malky, ma era facile dedurne l’origine: la pelle verde, gli abiti minimi che ne esaltavano il fisico muscoloso (portava un gonnellino giallo con due righe arancioni ai fianchi, tenuto su da una fusciacca arancione; sopra portava un mezzo gilet che girava sulla spalla sinistra, sempre giallo con una riga arancione. Oltre a questo portava una lunga collana di pietre oblunghe e due bracciali similari), il volto ghignante, il cranio allungato, i capelli corvini molto più lunghi del consueto, era chiaro che si trattava di un genio. Il terzo si guardava spaurito intorno in fondo alla stanza: evidentemente non si aspettava dalla sua vita un’udienza quasi privata da un Sultano. Com’era gracile, e come sembrava indifeso! “Ma certi uomini magri e indifesi sono molto più pericolosi degli energumeni spavaldi”. Di lui sapeva solo che era un alchimista pizzicato a compiere attività che costituivano un’eresia di secondo grado. “Avrà la sua occasione per farsi perdonare! Come sono generoso” pensò sogghignando. Il quarto era un carnico abbronzato: la sua pelle era nera anziché biancastra. Gli abiti gli conferivano una patina di civiltà, tuttavia sapeva che proveniva dalle riarse tribù dei Laji. “Leone augusto, Nai ti ha elevato e Nai veglia su di te!” esordì Malky, seguito in coro dagli altri umani (il genio osservò divertito la scena senza proferir parola; il mago di rimando lo osservò omicida). “Nai sia con voi” rispose il Sultano; “Ai vostri ordini per numerosi e felici anni!” conclusero i quattro.

Acrux iniziò a parlare: “Vi offro la possibilità di guadagnarvi il posto nella storia. Sappiate che per raggiungere la grandezza sono necessarie due cose: la grandezza di coloro che portano a compimento un grande evento e l’intelligenza di chi ne trae esperienza. Non c'è evento che abbia grandezza di per sé: su molte cose del genere il respiro della storia trascorre soffiando, quasi si trattasse di fiocchi di neve. La storia non sa raccontare quasi nulla di questi eventi, per così dire troncati. Si ricorda solo dei grandi eventi: anche la singola azione di un uomo grande non ha grandezza, se essa non è condotta con lungimiranza, cioè con la consapevolezza che essa fosse necessaria proprio in quel momento. L’esser grandi e l’avere il senso della necessità sono cose strettamente collegate, non v’è eccellenza nelle azioni dettate dal caso: una breve, acuta eco ed è tutto finito. Notando la platea stramazzata dalla noia e dalla tortuosità, compreso suo nipote (“Come ogni rosa, così ogni artista ha il suo insetto: io ho Nur! Ne ha di cose da imparare, se vuole diventare il mio successore!”) inspirò un poco, e riprese: “Un giorno di ormai due anni fa, Al-Akhba, il grande al-Akhba (Malky ebbe una contrazione sul volto, e Nur invece ebbe una smorfia di rabbia e disgusto), nella biblioteca di Iskandria ebbe la sicura consapevolezza di star compiendo una grande azione. Cos’è quella smorfia, Nur? Anche i nemici possono costituire dei modelli da imitare! Si sa che di fronte a una decisione importante per la loro vita, gli uomini condensano in una visione interiore infinitamente accelerata tutto quel che hanno vissuto sino allora e tutto quello che potrà accadere, e riconoscono con rarissima acutezza le cose più vicine come quelle più lontane, del passato come del futuro che immaginano. Ciò che Al-Akhba vide nel proprio intimo quel giorno –come era divenuto, quel che era, quel che sarebbe stato– è riuscito a celarlo per tanti mesi; ma non è stato sufficiente per tenere ME lontano. Al-Akhba, insieme ad Iblis, subito ha inserito la scoperta in un contesto da cui poteva ricavarne vantaggio. Il mago scoprì un modo per arrivare a un Betelita: mitici gioielli in cui Nailah e gli Imam posero delle conoscenza da tramandare ai posteri. Questo, in particolare, aveva in sé gli insegnamenti per creare i mitici Askerler Olum, i super-guerrieri che servirono Nailah e gli Imami per la conquista di Dunya. Un sussulto provenne dai cinque ascoltatori. La grandezza risulta anche nel fluire insieme agli avvenimenti storici, guidandoli e diventandone parte; questa alla fine è la lezione più importante di Nailah. Ciò che temete non è ciò che dovete temere. Sapete di cosa si vantano gli Astrologhi? Che i loro schemi prediranno le azioni mie, vostre dell’uomo. Qualche volta ci vanno vicini, ma spesso il Fato lascia libertà di scelta: se Nai avesse voluto far tornare alla ribalta la Bandiera Nailah, non ci avrebbe permesso di scoprire la macchinazione; è il motivo per cui per certi versi siamo destinati a compiere una grande azione, per cui presto il nome “Osman” campeggerà sulle insegne califfali. Sento che tutto il mio passato – il NOSTRO passato – è stato solo la preparazione della grandezza che verrà.” Indugiò qualche secondo sull’uditorio: "Malky ha nell’occhio il sogno della gloria; il discorso ha fatto presa sul suo animo. Al genio importa poco della missione specifica, ma il discorso in generale sulla gloria ha attecchito. L’alchimista ha interpretato tutto in chiave “cosa me ne viene in tasca”, rischioso in generale ma in questa situazione va bene. La mentalità tribale del carnico invece lo porta come Malky a sognare l’imperio sul proprio gruppo tribale. Bene così." “Passiamo ai dettagli della missione. Il Betelita ha l’aspetto di una collanina con un pendaglio a forma di doppia piramide intersecata. Dentro dovrebbe esserci una copia di una parte della mente di Nailah, quindi vi inviterei a non indossarlo. Se qualcuno di voi iniziasse a sentire voci una volta recuperato deve assolutamente avvisare gli altri, che invece saranno obbligati a prestargli supporto morale, e non deve minimamente credere a tutto quello che la voce gli dirà né ragionarci sopra in alcun modo. L’eventuale malcapitato è autorizzato a cantare canzonacce sconce su di me se ciò riuscisse a fornire un’adeguata distrazione. Al-Akhba non è riuscito a finire le indagini; ha pertanto mandato avanti i suoi due allievi: uno è un Akiri, l’altro è un umano. Vi darò le schede identificative tra poco. Ciascuno porta un demone con sé, e sappiate che i demoni non tradiscono i maghi solo perché c’è un contratto ferreo a limitarne le azioni; ricordatevi di ciò. Ho già messo in guardia il Califfo dei movimenti dei Nailah; tuttavia vuole le prove, che siano il Betelita, la certezza della sua esistenza, o uno dei due maghi. Prima di continuare, ci sono domande?” Il Carnico prese la parola: Dobbiamo prendere i maghi vivi?” “Tentate di prenderli vivi se sono ragionevolmente pratici. Se vedete che non collaborano non fatevi scrupoli a inumidire la sabbia col loro sangue: posso sbrigare facilmente le complicazioni per l’uccisione di un membro di un’altra famiglia reale, la legislazione sulle Harb Nobiliari (NdDM: le guerriglie condotte da una famiglia di Bandiera contro un'altra, regolamentate da un codice) chiude sempre un occhio per le grandi occasioni”.

Tutti

Spoiler

Son tornato: come prima, meglio più logorroico di prima; tuttavia fino a metà Settembre dovrei essere rallentato da due esami

 

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  • 1 mese dopo...

Il discorso di SHiabi è quello più convincente, sicché vi mettete in attesa di un Kheri ben disposto. L'attesa è più lunga dell'aspettativa: hanno rinunciato a cercarvi dopo poco (probabilmente pensano che vi siate teletrasportati).  Dopo qualche ora sentite l'ambiente intorno a voi fremere di lontani preparativi; e finalmente si palesa qualcuno: uno Sciacallo infatti entra nella stanza con l'intenzione di salire le scale, borbottando tra sé e sé.  Mentre vi passa davanti Amayara scatta fulmineo: lo ghermisce con un braccio e con l'altro gli chiude brutalmente la bocca: fa in tempo solo a emettere un breve latrato stoppato sul nascere prima di venir scaraventato dentro la camera dimensionale. Gettato per terra, alza lo sguardo, per certi versi sorprendente: non ha lo sguardo di una bestia spaurita, è un'occhiata di un odio puro, profondo e di lunga data. Sguardo che diventa sofferente quando Amayara gli si butta sopra, immobizzandolo: lo sciacallo ora è alla mercè dei suoi carnefici. 

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Airees

Osservo lo Sciacallo catturato ma non ha niente di particolare che lo distingua dagli altri

Bene amico esordisco Qui dentro non ti sente ne ti vede nessuno quindi le opzioni a tua disposizione sono due e molto semplici: ci dici quello che vogliamo sapere con le "buone" o preferisci che prima ti tagliamo via qualche parte del tuo corpo, tipo l'ucce**o o le mani?

La mia non è certo una minaccia ma una semplice costatazione di un dato di fatto

 

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Parlate allo Sciacallo, ma quello sembra non capire, di rimando lancia un'ondata di disprezzo. Risponde nella sua lingua, una via di mezzo tra voce e latrato: Bakim Kizi! Cirkli ogullar yad Yaladabaoth! Sophia Boyuk! pausa trionfale, poi riprende: Man daniamaq etmayin, senin... Soyuz... Dìil!... Ptùi! conclude sputando ai vostri piedi. Stritolato ancora da Amayara, nella sofferenza pronuncia altre parole:  " Voi barguate verso l’alto, quando cerhcate elevasyone. E io buargo in basso, perché sono elevakho!" . La pronuncia è incerta e zoppicante, sembra più citare a memoria un qualche testo.
 

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Amayara

Sono scioccato dalla risposta dello sciacallo. Ti verrebbe da dire che uno che si trova le braccia graziosamente legate a fiocco e una gamba attorno al collo non abbia voglia di fare lo smargiasso, ma è bello come questo mondo ti dia la possibilità di sbagliare. Pigramente mi sollevo, liberando l'altra gamba dello sciacallo, lo appallottolo ancora un po', non badando troppo ai suoni che fa, e lo butto giù intero. "Bene, adesso dovrebbe essere un filino più collaborativo, dopo un viaggio nello stomaco si convincono in fretta"

DM (tutti)

Spoiler

Al solito, si va di telepatia. Se non sbaglio, per utilizzare la telepatia non è necessario che la creatura condivida lo stesso linguaggio, solo che ne parli uno

 

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GHAAAKH! *GLOP*.

Il Kheri adesso è molto più collaborativo. Il problema della lingua è risolto con la telepatia, che mette in contatto direttamente i concetti. 

Subito Airees e Jhyarazad suggeriscono le domande da fare: come funziona la difesa lì nell'accampamento, dove erano custoditi gli oggetti e come fare per arrivarci.

"A quanto pare" inizia Amayara "questi qui passano tutto il giorno a difendere gli edifici. Ogni Sciacallo sorveglia una zona comprendente un edificio, e uno per le due torri di avvistamento. Notte e giorno cinque Sciacalli quindi sorvegliano l'accampamento, e il cambio avviene in orari sfalsati di un'ora per evitare problemi. Metà degli Sciacalli sono quindi occupati a sorvegliare, l'altra metà o riposa o svolgono faccende, che siano consegne di ordine quotidiano, come la pulizia, oppure aiutano i superiori in operazioni commerciali o rituali. Due Falchi sono sulle torri di osservazione: a quanto pare necessitano di pochissimo riposo, sicché il cambio avviene ad un tempo irregolare, suonando un flauto. Un Gatto, talvolta accompagnato da un altro suo simile o da un Falco sorvegliano l'operato degli Sciacalli guardiani. ...sa che ci sono degli incantamenti su ogni edificio, in particolare dell'edificio con la cupola dorata, ma non sa bene in cosa consistono. Di sicuro le costruzioni sono intessute con incantamenti che le eternano, quindi mi sembra difficile buttarli giù." Amayara si passa una mano sulla faccia, poi sputa qualcosa e continua. "Lui non ha partecipato attivamente alla spoliazione dei cadaveri, si è invece occupato di trattarli - una roba incredibilmente interessante, ma dubito che voi apprezzereste. Comunque generalmente vengono portati nell'edificio centrale, e poi lì vengono utilizzati o trasformati in qualche modo. Magari gli chiedo come è fatto dentro, che dite? Mmm, allora, dentro è fatto così: c'è una grossa stanza circolare, schiacciato sul fondo, con un disco solare dipinto in alto sulla parete schiacciata, e collegato con dei gradini al pavimento. A quanto pare da lì si accede ai locali dell'Ibis. Quella sala è una sorta di sala comune: vi sono degli strumenti musicali, dei tavoli, degli altari. Solo Gatti e Falchi hanno accesso ai locali dell'Ibis." 

Adesso interviene Jhyarazad: "Un attimo, che ne diresti di chiedergli cosa stava facendo?"

"Agli ordini capo. ...è interessante, a quanto pare stanno preparando una cerimonia religiosa discretamente importante per l'accampamento, visto che quasi tutto, Ibis compreso vi prenderà parte. Lui l'avevano mandato a chiedere al Falco ce l'avrebbe fatta a sorvegliare tutta la zona per la durata di tutto il rituale o se richiedeva un cambio della guardia".

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Amayara

"Se lo sputo sarà inguardabile, come minimo" a sostegno di quanto sto dicendo infilo un braccio in gola e tiro fuori una parte dello sciacallo, ricoperto da una sostanza limacciosa "E se si pulisce il controllo mentale cessa, quindi no, non si può fare, a meno che i boss non abbiano qualcosa per controllarlo" rispondo a Shiabi, poi, distrattamente, annuisco in direzione del capo "Agli ordini capo, vedo di interrogarlo sull'argomento" e inizio a sussurrare domande alla mente dello sciacallo riguardanti il betilita.

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Il demone si concentra, poi sentenzia: "Non sa niente. Si ricorda vagamente di una catenina, che è stata portata insieme agli altri oggetti" Interviene Jhyarazad: "Chiedgli a questo punto come vengono trattati gli oggetti magici qui!"  "Agli ordini... allora, le creature vengono spogliate dei beni. C'è una prima distinzione: le possessioni che possono sembrare utili all'accampamento, come le armi, e robaccia che può fare la fine che vuole, come gli abiti e le cianfrusaglie: talvolta qualcuno prende qualcosa come trofeo o segno distintivo, ma chi si distingue dagli altri a quanto pare è malvisto, quindi accade di rado. Nella prima categoria rientrano gli oggetti ritenuti magici. Questi ultimi sono di competenza dell'Ibis, che li esamina di persona nei suoi locali: a quanto pare quelli ritenuti poco interessanti sono accantonati, se proprio non valgono niente li distrugge, altrimenti vengono semplicemente messi da parte. Non è più preciso, non è mai entrato nei locali dell'Ibis. Ohoh, interessante, i Falchi e i Gatti invece hanno un accesso, anche se limitato. Quelli invece interessanti vengono presi dall'Ibis, che li modifica in modo da risultare utili per l'accampamento o per i suoi studi. E..." vedendo la faccia curiosa dell'umano: "...No, non sa di cosa si occupa. O meglio, sa che studia le stelle, ma a quanto pare è un uso comune qui, oltre a questo a quanto pare custodisce qualcosa che non è bene che i sottoposti ne vengano a conoscenza. E loro, ligi al dovere, non chiedono né indagano." 

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Amayara

"E' il momento migliore per trovare la catenina e concludere la missione, direi. Poca sorveglianza e una buona traccia da seguire, magari evitando di disturbare la cerimonia, i religiosi tendono ad infastidirsi alquanto se li interrompi nel mezzo delle loro cose. Abbiamo a dispozione qualche incantamento di invisibilità? Dobbiamo arrivare alla stanza principale dell'edificio centrale, sperando che non sia occupata, entrare nei locali dell'ibis, prendere la catenina più qualcosina per il disturbo e lasciare l'accampamento. Se non ci sono altre proposte, voto per il classico piano 'esco e polverizzo le sentinelle che mi vedono prima che gridino l'allarme'"

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Jhyarazad

Ahimè, io non ho nessuna illusione, per Iblis!. C'è anche il problema dell'entrare: io posso portarvi nell'Alam al-mithal [NdDM: L'Alam al-mithal, o mondo degli spiriti, è il termine che si utilizza per indicare i piani soprasensibili (vi ricordate della cosmologia?). In particolare, gli incantesimi di teletrasporto consistono nel passaggio Mondo dell'azione/Mondo degli spiriti Mondo degli spiriti/Mondo dell'azione: nell'alam al mithal le distanze sono strane e quindi con pochissimo movimento si può arrivare in posti anche parecchio lontani, a seconda delle capacità dell'incantatore] per spostarci dove non potremmo, ma prima devo vedere dove , quindi dovremmo prima sfondare il portone e poi entrarci dentro. Obiettivamente, non il massimo della furtività. Piuttosto mi sembra che l'ultimo piano dell'edificio dell'Ibis sia per metà cupola e per metà balcone, quindi volendo potremmo andare là e poi ritagliarci un'entrata.

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Shiabi

Interessante... 
Rispondo in risposta alle capacità del mago. 
Poi mi rivolgo di nuovo ad Amayara
Chiedi un po' se sa dirci di più sulle capacità dei suoi compagni, prima ci hanno scoperto l'invisibilità, ma è una cosa che sanno fare comunemente, o si sono avvalsi di qualche incantesimo a loro volta?

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Contrariato per il declassamento a traduttore simultaneo, Amayara comunque racconta le impressioni del Kheri che ha in grembo: Gli Sciacalli sembrano quelli meno dotati di capacità, però annusano molto: evidentemente il loro olfatto raccoglie più impressioni di quello degli altri, quindi presumo che per questo ci abbiano scoperto. Cosa simile per i Gatti, anche se minore. I Falchi inoltre hanno una vista acutissima: non sottovaluterei le orme che abbiamo lasciato nella polvere. Poi vabbè, l'Ibis, che... un Gatto contrariato arriva sulla soglia: SIZ HEY! Bildiyiniz siz Harada?! urla una domanda, e attende una risposta che non arriva. Cavab! Men geldim! Iste gehennem diyiniz?! La risposta che cala dall'alto della torre non era quella che si aspettava. Prima sul volto del Gatto si dipinge la rabbia, poi la durezza: Bah! Sizin bines... commenta tra sé e sé scomparendo dal campo visivo.

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  • 2 settimane dopo...

La mia attenzione si sposta improvvisamente da Amayara al gatto, con l'arma già in pugno per un'eventuale, anche se improbabile, scontro. 
Mi rilasso solo quando se ne va, per poi voltarmi di nuovo verso Amayara. 
"Puoi anche farci tradurre quello che ha detto?" 
Chiedo con un sorrisetto, pensando alla sua condizione.

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Il demone fa un'espressione vaga, concentrata: "Per Iblis, poco! Oltretutto è difficile portare avanti una cosa del genere, con questo parlo con immagini più che con suoni. Vah, questo mi dice che le prime parole che ha detto il gatto, Siz Hey, significano approssimativamente: "Ehi, tu!". Del restp della frase non mi ricordo un granché, ma ad un certo punto ha esclamato Cavab, che mi dice che è l'ordine di rispondere. Infine le ultime parole mormorate... siz bines, sizin bines, equivalgono a un "Affari tuoi", "Arrangiati". Quindi abbiamo un Ehi tu!, una domanda, "Rispondi!", una risposta scocciata del Falco, ed un "Bah, affari tuoi". Si stanno accorgendo che manca qualcuno, che dite?

 

Amayara

Spoiler

Prova di Intelligenza: 5 di dado + 0 di modificatore = 5; ha ricordi utili del 25% di ciò che si son detti

 

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Di concento decidete di uscire e di vedere come si mette la situazione per provare a sfondare il portone o altro. Scrutate la stanza: nessun Kheri è in arrivo, quindi potete uscire dalla corda in sicurezza. Da dentro la stanza date uno sguardo al cielo: per metà cielo è occupato da una striscia violacea, per l'altra metà dalla banda rossiccia del sole calante. Ma qualcosa vi colpisce più del cielo e dell'assenza di Kheri: da dietro (quindi dal centro dell'accampamento) arrivano un raccapricciante zufolio di fiati e un disgustoso suono di crotali. In quel pipilare, tintinnare e rullare avvertite il rimbombo millenario e infernale dei Kheri e delle loro divinità. A essi si mescolavano i rumori di una marcia danzata e di canti ubriachi, lancinanti, emessi da ugole non umane.

Amayara, Shiabi

Spoiler

Com'è bello sentire la musica di casa, sebbene eseguita impacciata ed eseguita con un gusto un po' manieristico .

I Kheri sono raccolti intorno a due deboli fuochi, alimentati da rametti neri di rovo che producono un odore pungente quando bruciano. Gli Sciacalli intonano il coro e danzano follemente al lamento alto e stridulo degli strumenti: i Falchi suonano speciali pifferi, flauti e trombe sagomati per i loro becchi, mentre i Gatti producono finissimi tintinnii da sistri d’argento. Lunghi secoli di scellerate marce guidano quest’avanzata di mostruosità umane, che saltellavano, raspavano, zufolavano, scalpitavano… seguendo il ritmo assurdo di quegli strumenti nefasti. E’ la musica per le porte invisibili che Nailah ha chiuso molti secoli fa (o almeno così si spera).

E infine emerge lo strano Ibis, silenzioso, magro e segretamente orgoglioso, avvolto in stoffe rosse. Tutti i Kheri stoppano la cacofonia, avidi delle sue parole. Gorme Kosmil du Bir It "Gobelet Halleluwah", "Missiyasi Kheri" Tira fuori una pergamena dalla sua veste e inizia a leggerla. E' sorprendente: non nella sua lingua, ma nella vostra, nel Midani! La pronuncia è orribile, gli organi di fonazione non umani non possono essere costretti in parole nailiane, pertanto assomiglia più a un incrocio tra un vagito e gli orribili versi dei Kheri che alle vostre voci. A differenza dello Sciacallo di poco prima non commette grossolani errori di pronuncia:

“Vedete, io sono un uomo, ma un annunciatore del fulmine: ma sono come voi una di quelle gocce che cadono dalla nube: quel fulmine si chiama Sapienza.

Io vi amo, popolo di grandi spregiatori, perché siete i grandi adoratori, frecce di nostalgia verso l'altra riva.

Io amo colui che vive per conoscere, e che vuole conoscere affinché un giorno la Sapienza possa vivere. E così vuole la propria distruzione, e quella del mondo, e quella degli Arconti, e quella di Yaldabaoth.

Io amo colui che della Sapienza la propria inclinazione e il suo stesso destino: così, per amore di Sophia, vorrà ancora vivere, e al tempo stesso non più vivere.

Io amo colui che castiga gli uomini perché ama la Luce, giacché essi periranno per la collera degli Eoni.”

Nessuno dei Kheri vi nota, sia perché vi siete esposti poco, sia perché sono presi da altri impegni. Jhyarazad nota una cosa: Se quel fumo è così pungente, gli Sciacalli penso che abbiano più difficoltà di prima a trovarci con l'olfatto. 

tutti

Spoiler

http://www.dragonslair.it/blogs/entry/805-i-kheri/

Qui potete trovare alcune informazioni che permettono di capire i riferimenti. OVviamente i personaggi non conoscono la maggior parte di questi riferimenti

 

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Airees

Il che è una cosa positiva dico dopo le parole dell'altro mago Dobbiamo però sempre capire come trovare quello che stiamo cercando..

Poi, mormorando parole arcane, creo un disco di pura energia per poi saltarci sopra Adesso va meglio

DM

Spoiler

casto Floating Disk, greater (durata: 14 ore) e ci salgo sopra

 

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