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Il futuro che non c'è - TdG


frankieb96

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Alyssia

20 crediti uomo? Non sapevo che esistesse ancora la schiavitu' in questo buco di culo dell'universo! Non sono uno studentello appena uscito da qualche scuola tecnica! QUeste mani... e le alzo davanti a lui muovendole veloci ...sono capaci di qualsiasi cosa a livello di elettronica! Credo di meritare qualcosa di piu'!

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Ho una qualche idea di quanto sia uno stipendio medio?

 

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"Oh beh, signorina, questo è quello che offre il mercato. Ma ha ragione, non so cosa siano in grado di fare quelle mani" sbotta irritato "quindi, se vuole, domani lavorerà a titolo gratuito, e poi ci penseremo. Le sta bene così, signorina?! Altrimenti c'è sempre il bordello!"

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20 crediti sono uno stipendio da fame di un'operaio sottospecializzato e sottopagato. Uno stipendio minimo è solitamente almeno 50 crediti.

 

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Alyssa

Guardo l'uomo come se fosse uno scarafaggio particolarmente ripugnante. Ma non sono nelle condizioni di farlo incaxxara, cosi' che sorrido leggermente e rispondo: Va bene. Un giorno di prova senza paga. Poi parleremo del mio stipendio di 50 crediti. A che ora mi presento?

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Nuovamente, il sorriso dell'uomo si estende. Ti sta pagando una miseria e non ha neppure la dignità per fare finta di nulla, e sa pure che lo sai. Che brutta gente che gira.
"Domattina alle 8, signorina. E si porti qualche drink energetico, perché il mercato lavora fino a ben oltre la mezzanotte. Buona giornata!" esclama, in modo untuoso e irriverente.

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Non appena si gira lo guardo in modo tanto freddo che se una occhiata potrebbe uccidere, lui sarebbe gia' stato incenerito! Poi vado all'appuntamento con il mio amico, sperando che a lui sia andata meglio. Comunque era un inizio...una volta stabiliti , avrebbe potuto cercare qualcosa di meglio.

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Ti sposti di qualche metro e resti in attesa. Duncan sta ancora contrattando, e la massa di gente che periodicamente si interpone te lo fa perdere di vista. Dopo una decina di minuti, comunque, si allontana con faccia sconsolata per venire da te.
"40 crediti... manco fossi un pezzente... a te com'è andata?"

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Direi che per oggi possiamo cercare una sistemazione provvisoria qui. E provare a contattarla di nuovo. Poi domani, dopo il lavoro possiamo cercare qualcosa di piu' stabile. Cercheremo di metterci in contatto con lei tutti i giorni. Sperava che prima o poi Alice rispondesse...se no non sapva proprio cosa avrebbe fatto.

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Gironzolate per un'oretta buona nella zona del mercato, fino a trovare un motel decoroso, anche se dall'aspetto sembrerebbe il classico luogo d'incontro tra clienti e prostitute. Se non altro non faranno domande. L'esterno è vagamente fatiscente, con l'insegna penzolante tra un bar e una discoteca le cui luci al neon sono sufficenti per illuminare tutta la strada davanti. Entrando, invece, vi si presenta un ambiente un po' retrò, dove al pavimento in metallo dove nave si affiancano dei moblili malmessi in legno chiaro in stile art nuoveau. L'ambiente profuma pungentemente di lavanda, che nonostante la forza copre a stento l'odore di polvere e aria stantia. Nonostante tutto, il rumore della discoteca è ben attenuato. Nella hall, poco più di un salotto con un paio di vecchie poltrone, una vecchia signora dai capelli bianchi con un lungo abito blu sta spolverando un breve bancone dove sono posati un tablet e un campanello. Girandosi vi vede e, manifestando un sorriso caldo e accogliente, vi dice: "Benvenuti, signori! Avete bisogno di un alloggio per la notte?"

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"Ma certo, ma certo! Prego, scrivete un nome qualsiasi sul tablet e vi porto in stanza. Sono 10 crediti a notte"
Duncan traccia qualcosa a metà tra una X e un pesce, poi la vecchietta, gongolante, vi accompagna su per le strette scale. Lungo un corridoio si trovano gli alloggi, cinque a destra e quattro a sinistra; in fondo, una finta olofinestra sembra dare direttamente sulla strada, ma dalla conformazione dell'edificio capite come ciò sia impossibile. Vi porta sull'ultima stanza a destra e, passando un dito sulla maniglia, questa si apre.
La stanza è arredata nello stesso stile della hall, ma il sistema di ventilazione sulla parete, malcelato e un po' rumoroso, assicura un'aria secca, calda e pulita. C'è solo un letto matrimoniale con una larga e pesante coperta giallo canarino a fiori.
"A voi, signora e signore. Buonanotte e buon riposo! A domani!"

Quando la porta si chiude, Duncan fa: "Simpatica vecchietta, eh? Anche se secondo me ci ha inquadrato male...". Il "secondo me" ti fa riaffiorare il ricordo di Shenk, neanche una giornata fa. In tono imbarazzante, continua: "C'è solo questo letto... io dormirò a terra...". Si siede sul pavimento e inizia a togliersi gli stivali.

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finita la scena se vuoi fai pure roleplay, sennò passiamo a domattina.

 

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Stai scherzando? Sono sicura che rispetterai la mia verginita'! Dico, facendogli l'occhiolino. Il letto e' abbastanza grande per tutti e due. Cerca solo di non invadere il mio spazio! Domani, come prima cosa prima di andare al lavoro cerchiamo un terminale e proviamo a metterci in contatto con Alice. Buonanotte e non russare troppo!

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"Oh be, se sei così gentile, volentieri allora!" ti risponde con un bel sorriso. La giornata è stata lunga e piena di eventi, e a nessuno dei due dispiace l'idea di dormire in un comodo letto; senza indugi, si mette sotto le coperte, restando vicino al bordo per disturbarti il meno possibile. Vi addormentate entrambi in pochi minuti.

Si fa lentamente mattino, e suona la sveglia. Nei pochi, brevi istanti di torpore che ancora si ostinano a non lasciare i tuoi occhi sonnolenti, rivedi le scene del giorno prima. Ormai non è più quel gioco divertente e quasi innocuo del contrabbando, non siamo più negli anni dell'università. Hai infine visto la morte in faccia, e vissuto il trapasso di un amico; la vita ti ha colpito come un calcio nei denti, e capisci di essere cresciuta, e di dovere ancora crescere.

Alternandovi al bagno, vi preparate a partire. Salutate la vecchietta al piano terra, che vi risponde con lo stesso caloroso sorriso che vi aveva regalato la sera prima, e uscite. Avete circa mezz'ora di strada a piedi; per contattare Alice, potete usare un qualunque terminale lungo la strada, ce ne sono ovunque.

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Sorry se ci ho messo tanto a rispondere, ma adesso ritorno al normale ritmo di un messaggio al giorno. Per farmi perdonare, oggi LEVEL UP!

 

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Un po' triste e ancora intontita per la strada che ha imboccato la mia vita, mi appresto ad affrontare il mio primo giorno in quello strano mondo. Proviamo a metterci in contatto con Alice prima di andare al lavoro, ok? Vieni, li' c'e' un terminale. SPeriamo risponda!

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Non ti preoccupare. Come si passa di livello?

 

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Accendi il terminale touch, che si illumina di blu, e inserisci l'ID della nave, aggiungendo in coda il numero privato di Alice che ormai conosci a memoria, e lo schermo si illumina ora di bianco con un pulsante rosso per chiudere la chiamata. La faccia di Alice, che stava battendo a computer, appare sullo schermo. Alza lo sguardo e, dopo un paio di secondi di puro smarrimento, con la bocca aperta e gli occhi grigi stravolti, ti urla praticamente in faccia: "Folle! Usare il numero privato su un terminale pubblico! Ti contatterò io!" e con una brusca manata chiude il contatto.

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Puoi:

  • acquisire un Vantaggio, oppure
  • aumentare due abilità, con dado inferiore a quello dell'attributo collegato, di un dado, oppure
  • comprare una nuova abilità a d4, oppure
  • aumentare di un dado un'abilità, con dado pari o superiore a quello dell'attributo collegato

 

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Un sorriso mi si dipinge sul volto non appena sento la voce di Alice. Sorriso che mi si cancella ascoltando le sue parole dure. Beh, per lo meno adesso sappiamo che e' ancora viva! Pero' non so proprio come potrebbe mettersi in contatto con noi. Speriamo abbia piu' risorse di quanto io sospetti.

Allontanandomi dal terminale mi avvio con il mio amico verso la zona del mercato. Non ci resta che iniziare a lavorare e aspettare l'evolversi degli eventi.

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Andate entrambi a lavorare. La giornata è lunga, i pezzi da saldare, riparare, controllare sono tanti: dalle motherboard, a cui raddrizzare i condensatori, fino ai sensori di movimento a cui ricalibrare il clock dell'oscillatore. Non credi di aver mai visto un tale guazzabuglio di led, interruttori, diodi e starter, neanche ai tempi dei laboratori all'università. E poi, nel tardo pomeriggio, inizi a sfruttare l'olocomputer da polso, per riprogammare vecchie ROM di computer antebellici e centraline rimappate più o meno bene per astronavi fuori produzione da decenni. In un momento di calma, buttando un occhio oltre la strada vedi che a Duncan non sta andando molto meglio: mentre un orientale lo importuna, lo vedi sotto una turbina scassata, sporco d'olio, con in mano una chiave a termopressione storta con la quale sta tentando di rifissare la ventola. Indubbiamente non vi pagano abbastanza per tutto questo, ma se non altro il tizio mellifluo sembra essere compiaciuto del tuo operato e, verso sera, ti annuncia che per la tua abilità ti pagherà, in via del tutto straordinaria, anche oggi, ed è disposto ad arrivare a 60 crediti, purchè lavori per almeno un mese.

Verso sera cominci a sentirti molto stanca. La postazione di lavoro, un semplice e ampio banchetto attrezzato e uno sgabello dal legno sbeccato ti hanno fatto venire mal di schiena, a cui va sommata l'emicrania e la stanchezza alle braccia per lo sforzo di saldare e i fumi dello stagno. Ma il mercato non si ferma solo per te, soprattutto sulla Golden Dawn.

All'una di notte stai pulendo il bancone, perché da lì a mezz'ora, ti disse lo sdentato, "sbaracchiamo baracca, prendiamo baldracca e andiamo a nacca". Non ti è proprio chiaro il senso, a parte la rima, ma amen, di sicuro state per chiudere. Anche Duncan ha finito, e vi vedete lì fuori a metà dai due negozi. E' stanco quanto te, se non di più. State per tornare alla pensione quando una coppia di uomini ben vestiti con abiti neri e un doppiopetto lungo al ginocchio vi si avvicinano. "Il signor Romer e la signorina Stevenson, presumo?" chiede il più alto.

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Sono stanchissima quando finalmente esco dal negozio. Per lo meno que figlio di una gran troyax gli ha aumentato lo stipendio a qualcosa di piu' umano. Quando mi incontro con Duncan ho solo voglia di farmi una doccia e infilarmi sotto le coperte. Invece ci avvicinano due tizi. A quell'ora della notte sento odore di guai. Rispondo: Chi lo vuole sapere?

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"Il signor Hui Shen Fen, il padrone delle spire del drago nero." Le parole sembrano essere pronunciate con la maiuscola, dalla veemenza con cui sono pronunciate. Soprattutto il "padrone". "Io sono Xilai Mu, e sono stato incaricato di condurvi da lui. Vorrei pregare le vostre persone di seguirmi, vi assicuro che non vi sarà fatto alcun male. Se le vostre persone non vorranno venire con me, spero capiscano che sarò costretto a usare metodi di coercizione che, con tutta l'anima, non vorrei mai essere costretto ad apprestarmi a usare, specie contro le vostre persone."
Nonostante la statura alta e forte, la voce è pacata e tranquilla. Xilai sta attendendo la vostra risposta.

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