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La vostra fede in D&D


Aura Mjukaed

Messaggio consigliato

Generalmente inei GdR nterpreto PG credenti perchè:

1- è praticamente impossibile essere atei, c'è la prova tangibile del soprannaturale

Questo è vero per la maggior parte delle ambientazioni, ma non per tutte: in Eberron, ad esempio, nessuno ha mai visto uno degli Dei, e ci sono forti dubbi che la magia divina provenga da una fonte "superiore"; molti pensano che si tratti di qualcosa che può essere imparato e tramandato come la magia arcana. Lì, specie nelle zone che per tradizione sono meno legate all'adorazione degli Dei, essere un PG ateo potrebbe avere senso.

Ovviamente nel Faerun magari ne avrebbe meno, visto che un bel giorno potresti anche incontrare una divinità mentre cammina per strada ^__^;;

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Principali partecipanti

in passato, per dirne uno, ho interpretato un Chierico proprio dell'amico Kossuth, e lì non c'era missione che tenesse, il Chierico era un fiero rappresentante del suo Dio, anche a scapito della coesione all'interno del gruppo. In quel caso, la Fede era alla base del personaggio (così come il piacere di usare una catena chiodata :cool: ).

...esatto, concordo pienamente

:-D

vedo che il topic ha riscosso un dicreto successo :-)

comunque:

- io non ho detto che un pg credente e con un fede è migliore di uno non credente, perchè ho visto pg atei altrettanto personalizzati, il senso è che se un pg deve seguire una linea di condotta è anche più divertente da giocare, se poi la linea di condotta è: devo sacrificare un bambino al giorno a lolth... vorrei vedere l'nterazione col party giocante :hang2:

- invece se dovessi fare un pg che non è un chierico o comunque senza fede, lo farei assolutamente ateo... però in questo momento non riuscirei ad interpretare un personaggio del genere a meno di non supplire la fede con un qualcos'altro che il pg vuole seguire a tutti i costi. es un voto

...inutile sono troppo legale :paladin:

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  • 9 mesi dopo...

se poi la linea di condotta è: devo sacrificare un bambino al giorno a lolth... vorrei vedere l'nterazione col party giocante

il mio chierico/distruttore di Erythnul lo faceva!!:twisted:

in ogni villaggio o città, andava all'asilo, massacrava, castava un po' di riposo inviolato e di ridurre, metteva tutto nella borsa conservante e poi, ogni mezzanotte mentre pregava, bruciava! :twisted:

unico PG malvagio giocato nella vita, mi divertii due sessioni e poi lo lasciai morire per andare a giocare un halfling ranger/monaco LB che venera Yondalla (è si è comprato la sua inutile ma affascinante Cornucopia! :-p:to_become_senile:)

:bye:

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Sto giocando 2 personaggi: Dammik ( Nano Guerriero LB) devoto a Moradin e Zodiark ( Umano Lama Iettatrice/Discepolo Dei Draghi NM) devoto a Timat.

Il Nano é un orfano cresciuto in una comunità prevalentemente composa da umani ha conosciuto pochi altri nani (solo un paio), e vede la fede in Moradin come una sorta di "collegamento" fra lui e gli altri nani. Quindi non é proprio devotissimo, ma non dimentica mai la preghiera a Moradin nei momenti di difficoltà!

Al Contrario Zodiark é devotissimo a Tiamat. Anche lui é orfano, dato che i suoi genitori sono sati uccisi da dei Drow quando lui era ancora in tenera età. é stato allevato da un drago Rosso e dei chierici di Tiamat in una grotta. Ora il mio pg viaggia in tutto il mondo facendo da guardia del corpo ad un Chierico di Tiamat (interpretato dal mio master). Tuttavia il suo desideri é uno solo: uccidere il maggior numero di Drow possibile per vendicare la morte dei genitori. Comunque il pg essendo molto devoto al suo dio non transinge alcuna mancanza di rispetto nei confronti del Drago Cromatico e prega molto (circa 3 volte al giorno e prima di andare in battaglia, se possibile).

Secondo mè la religiosità di un pg apre moltissimi spunti di interpretazione (che ci possono essere benissimo anche in pg atei però!).

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Personalmente in questi ultimi anni ho giocato su faerun, e come qualcuno ha detto in precedenza lì la concezione della divinità è + vicina a quella che avevano i greci, in realtà è ancora + viva la presenza degli dei perchè nel calendario faeruniano c'è l'anno in cui gli dei scendono su toril e si combattono tra di loro.

Vedendo poi i poteri dei chierici è ovvio che una divinità non possa essere qualcosa di così astratto o indefinito...ma qualcosa di concreto di reale.

Per cui i miei pg sono sempre stati devoti a una divinità che si avvicinava al loro modo di vedere il mondo o alla loro sfera di "lavoro", per cui da renger optavo per mielikki o silvanus, da ladro per mask o tymora, ecc.

Il fatto di avere una divinità non è vincolante, perchè nel faerun ci sono talmente tante divinità con talmente tanti ambiti che un PG non sceglie una divinità tanto per...ma la deve sentire vicina al suo modo di essere. Da giocatore, dare una divinità patrona al proprio PG può essere un aiuto per definire meglio la psicologia del proprio personaggio, oltre a creare interessanti spunti di gioco

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Sono convinto che definire bene il credo religioso (o il non credo:lol:) di un pg sia importante: dà molta più profondità al personaggio.

Quando gioco non da master, solitamente faccio l'incantatore arcano, e giocando nel faerun, la sua devozione va principalmente a Mystra (anche se, come giustamente ricordava Dark Megres, nel faerun non si può fare a meno di ricordare, in alcuni casi, altre divinità). Una volta ho fatto anche un bardo devoto a Sune (un esperimento divertente:lol:).

Anche se, per prova, ho fatto una volta il mago ateo, convinto che la magia sia tutto ciò che serve.

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La Fede è stata cruciale per un solo dei miei pg, mago/chierico/teurgo di Boccob.

Seppur spesso nella scheda specificavo una divinità, il culto non ha mai intaccato profondamente l'interpretazione dei miei personaggi.

Compenso spesso questa mancanza con un marcato attaccamento ai principi morali propri del PG, che ne delineano il codice di condotta in qualsiasi situazione.

Ad esempio al momento interpreto un Kalashtar Psion LN cui è stata offerta protezione dal mandante del gruppo in cambio della sua collaborazione.

Seppur caratterizzato da un forte senso dell'onore, il mio personaggio è un fuggiasco con un imperativo primario : la sopravvivenza; essa infatti è già di per sè sufficiente ad ostacolare il piano degli Ispirati/Quori.

Se sente parlare di sogni/incubi pone molte domande e ascolta incantato ogni parola, avendo perduto dalla nascita la facoltà di sognare, così come un cieco ascolterebbe il racconto di un vedente che descrive il mondo circostante

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