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Editori e GDR ....in italia


Ospite Dannat0

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Ospite Dannat0

Premessa: C'è crisi e questo è indubbio..

Premessa 2: questo non è un attacco ne a un editore ne a...insomma nessuno ; ma un analisi di come si proceda a proporre e vendere GDR ,specie qui

Proprio poco tempo fà venni a conoscenza del Kickstarter ,per chi non lo sapesse (e ormai sono pochi) il sito in questione offre una piattaforma di stampo social dove progetti di variegato tipo vengono proposti e finanziati da i futuri clienti stessi ...raggiunta una X quota di offerte (da come si comprende il famoso 0level dove per 0 si intende il fattore rischio dell'azienda a rimetterci..insomma il minimo per la produzione con 0 spesa) il prodotto passa alla produzione e l'autore vede così entrare nel mercato il suo prodotto con il vantaggio di:

A-avere già un portafogli clienti visto che sono i stessi che hanno tramite offerta (=caparra) prodotto il gioco

B-avere già coperto il fattore rischio e il pagamento stesso di buona parte della messa in produzione

Cosa ci guadagnano i clienti?

A-prima cosa il prodotto che non avrebbe visto la luce

B- a X soglia offerta il produttore si impegna a offrire a i suddetti filantropi ester eggs,deluxe edition ecc ecc del suddetto prodotto (facendo un esempio stupido è come se D&D offrisse a chi ha dato più di 10dollari un avventura gratuita o un manuale firmato e foil-ato sulla copertina magari anche con il proprio nome tra i credits)

Insomma è nato un nuovo modo di produrre cose che non si produrrebbero ,specie di questi tempi

Secondo filone delle nuove "leve produttive" è l'ormai (io lo considero già vecchio) modus digitale ,specie nel nostro campo cartaceo, di proporre prodotti ANCHE nella versione elettronica ,fruibili con molta più velocità e comodità (Complice i Tablet e robe simili) con meno peso dello zaino,meno spazio in casa,compravendita del prodotto agevolata da store clickandshop in tempo reale (tutti sappiamo che D&D tolta la E.G. è un gioco che appare ormai in pochissimi punti vendita di frequentazione di massa,sfruttare dunque la rete come fà per esempio Amzazon con i suoi ebook sarebbe un vantaggio logistico)

un ottimo esempio di sfruttamento del digitale lo abbiamo con Paizo e sopratutto su quello che storicamente D&D/WOTC consideravano un rischio e di diffcile piazzamento nel mercato...le avventure (Adventure PAth che in casa Paizo son quelle che reggono la baracca e un successo indiscusso)

Ora veniamo al succo..è da un pò che gli editori ,per lo più italiani stanno ridimensionando l'offerta GDR.. MM25 chiude D&D e tutte le altre linee , Asterion vive di Sine Requie , ecc ecc ecc

Portando le discussioni a i suddetti la risposta comunemente usata (e accettata un pò passivamente è):

"il periodo è quello che è,il GDR vende poco ora e dunque è un rischio ,l'italia non ha un bacino utenza ecc ecc... la cosa migliore è attendere tempi migliori"

Ho grassettato questo ultimo punto per mettere in luce una sorta di paradosso-commerciale ...tutti sappiamo che se l'offerta non stimola il settore la domanda tende a sparire e i clienti a casa mia "non sbucano dal nulla chiedendoti dipunto in bianco GDR"... un mercato dunque se non ha prodotti perde interesse da parte dei clienti stessi e gioco forza si arriva prima all'anonimato poi al dimenticatoio nel giro di poco tempo,dunque il ritiro ottemperato già da anni in italia del settore non stimola la domanda ma semmai la contrae e fa implodere lo stesso

Ora mi chiedo...all'alba di nuovi modi di fruire il GDR (o il cartaceo in generale) e con strumenti come Kickstarter ,Indigogo per gli europei (che è la stessa cosa mi dicono) possibile che si continui a preferire la "non produzione" per sicurezza alla sperimentazione e alla creazione di domanda???

PS: per ora questa è una breve e piccola lista dei maggiori editori che usano attualmente Kickstarter per avviare nuovi GDR...White Wolf, Steve Jackson Games e Chaosium...se qualcuno si chiede che progetti "grossi" siano riusciti a uscire da questa piattaforma (tolte le decine di Indi e progetti minori) vi dico subito un paio di GDR:Vampire Companion Deluxe o Book of the Empress

[fonte http://www.justplaywith.com/ di cui ringrazio e mi complimento con il suo autore Danilo Moretti ,di Inspired Device ,per altro ennesimo editore a buttarsi sul digitale]

NE parliamo, vi và :D ??

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Principali partecipanti

bel topic!

Personalmente credo che da un lato in italia (opinione basata su impressioni) gli editori si accontentino di seguire le mode dell'estero e non prova neanche ad imporre un prodotto che sia un competitor. Personalmente penso che esistano giochi di ruolo migliori di quelli in commercio dalla grande distribuzione ma non vedono la luce proprio per la distribuzione che è uno dei fattori che costano troppo.

Il digitale un pò mi ha rincuorato ma la qualità del prodotto (anche il lato grafico) è molto bassa....

Insomma personalmente gli italiani dovrebbero avere un pò di coraggio nei progetti amatoriali che girano (ovviamente dovrebbero scegliere con cura!).

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Ospite Dannat0

@ Aleph ....

bhè il topic è semplice, discutere dell situazione di "stallo" (perchè questo è..) dell' editoria GDRistica italiana.... critiche,idee,consigli (perchè gente come Massimo Bianchini ,Curte & Leo ecc ecc i forum li leggono e seguono); di come se ne potrebbe uscire ,prodotti innovativi e nuove strade che il GDR potrebbe aprirsi

nuove tecnologie o nuovi canali/modi di vendita (magari con qualche utente "studioso" del settore)

insomma una roba molto più utile del "fighter miss" :D

Tastare con mano cosa ne pensa la comunità

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A onor del vero, qualcosa di simile è stato fatto proprio dalla Asterion e proprio per RuneQuest (e qui passo per esser doppiamente di parte, ma è la verità): il bestiario doveva esser tradotto, ma le basse vendite del base hanno fatto cambiare idea quando il progetto era già avviato. Ebbene, dopo che una serie di acquirenti hanno dato la conferma formale della loro disponibilità a comprare il manuale l'editore l'ha stampato.

Ora, il processo è diverso perché il denaro è stato dato dopo e non prima, come invece avviene nei kickstarters. Ma si è trattato comunque di un manuale uscito su istanza dell'utenza per accordo esplicito fra editore e futuri acquirenti.

Sul successo della "formula kickstarter" vera e propria ("mi paghi e se tutto va a buon fine avrai il prodotto") in Italia sono molto dubbioso, invece. Siamo il paese dei pagamenti promessi e mai ricevuti, delle imprese che falliscono dopo aver intascato gli anticipi, la landa degli inaffidabili e dei truffaldini per antonomasia: ben pochi si fiderebbero ad acquistare "fumo". Un conto è anticipare per qualcosa che già c'è, un conto diverso metter soldi per qualcosa che forse ci sarà se una terza parte manterrà gli impegni presi.

Negli USA la cosa funziona perché è la mentalità a esser diversa, e genera più fiducia. Ma in Italia la situazione è troppo diversa.

Riguardo agli Ebook, in Italia penso ci sia il terrore che aiutino la pirateria. Ora, è vero che avere il PDF da mettere in rete anziché dover scannerizzare pagina per pagina il manuale è un grosso aiuto al p2p, ed è anche vero che il discorso sulla scarsa onestà degli Italiani si applica a tutti i livelli, però è anche vero che chi scarica un manuale non lo vuole comprare. Se io ho solo 10 euro da spendere, e il manuale ne costa 30, non è che non potendolo scaricare da internet me lo compro moltiplicando gli euro a mo' di pani e pesci. Ne faccio a meno. Insomma, in buona misura la pirateria riguarda quelli che già non sarebbero clienti. Un discorso simile, anni fa, era stato fatto proprio da Massimo Bianchini su un altro forum di GdR.

E qui ci ricolleghiamo al discorso dei PDF: se per 10 euro, o ancor meglio per 7, io potessi avere quel manuale in PDF, probabilmente me lo comprerei. Ci sono e ci saranno sempre quelli che non se lo comperebbero mai (perché hanno altre priorità di spesa o perché son senza soldi o semplicemente perché sono quelli che "alzano la media" riguardo alla disonestà italiana media), ma molte persone sarebbero ben contente di pagare il PDF.

Qui c'è, appunto, un sostanziale timore degli editori "grossi". E concordo: la Paizo ha fatto grandi cose coi PDF a "prezzo politico".

Però non dimentichiamoci della situazione economica: in Italia stiamo strisciando le chiappe sul pavimento, ed è un pavimento pieno di cocci di vetro. Siamo un paese col posteriore a terra, le imprese falliscono, i dipendenti vengono licenziati, le famiglie non hanno soldi per arrivare a fine mese... pretendiamo che gli editori di GdR si distacchino così tanto dall'andazzo nazionale attuale? La situazione è davvero brutta, si respira la crisi. Io la respiro quando vado in centro a Cagliari e vedo i negozi storici chiusi e le vie principali dello shopping piene di cartelli "affittasi", quando vado al mercatino dell'usato per comprare fumetti e vedo chi ci si fa il guardaroba, quando entro in qualsiasi negozio e vedo che aumenta tutto tranne gli acquirenti, l'ho respirata anche quando l'anno scorso sono andato a Lucca Games e ho visto uno stand enorme per la Mondadori (Che? O__o Giochi? Ah, ho capito: si stavano prendendo *gioco* di noi) mentre tutti i piccoli stand di negozietti che avevo visto nel 2006 erano spariti assieme a un mare di offerte e occasioni che all'epoca si trovavano abbastanza frequentemente.

La situazione è davvero grigia.

Però, nel contempo, i "tempi migliori" per il GdR non verranno mai se non li si fa venire: e qui devono essere gli editori, se vogliono sopravvivere, a darsi da fare. Ci sono tanti "treni" da prendere, e da perdere (mi ricordo la Rose & Poison che, avendo Mythos fra le mani quando era uscito da poco 300, lo fece uscire un anno dopo per "strategia di mercato" -___-'). Fra poco usciranno i film de Lo Hobbit; fra poco il massimo editore di fumetti italiani farà iniziare una serie regolare fantasy; fra pochissimo uscirà la nuova edizione di WH40K. Sono tutti treni che gli editori non dovrebbero perdere (e oserei dire che la WotC non vuole perdere il treno Hobbit), ma che temo si lasceranno scappare. Poi non mi si dica che il GdR non vende ai ragazzi (fagli vedere in fumetteria e in libreria un GdR introduttivo e sempliche che richiami il film che hanno visto al cinema), che non è noto al di fuori della cerchia ristretta degli appassionati (stringi un accordo con la Sergio Bonelli Editore per creare un GdR legato al mondo di Dragonero e vai di pubblicità incrociate, per Dylan Dog era stato fatto) e soprattutto che di certi titoli puoi tradurre solo il base e ciccia (fai vedere a chi va nel negozio di modellismo tutto il set di Rogue Trader, fagli trovare il manuale di Black Crusade di fianco alle scatole base dei demoni e del Caos, fa' in modo che colleghi le due cose).

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[cross post con Feanpi e con Dannat0]

Anche io, ritengo, come Aleph che forse sarebbe utile chiarire meglio cosa vuoi dire.

Gli editori italiani hanno ben a conoscenza il fenomeno kikstarter come testimonia l'intervento di Massimo Bianchini (Asterion Press) in questo topic sulla tana del goblin; il problema non è nemmeno che non investono, visto la marea di boardgame che ogni anno vengono tradotti, adattati, creati in Italia, forse sono anche troppi, semplicemente investono su un mercato decisamente più vitale, remunerativo, di qualità: quello dei boardgame.

Purtroppo sul perché o il percome gli editori italiani non siano passati da quella via per produrre gdr è cosa da chiedere direttamente a loro, non perché non se ne possa discutere, ma semplicemente perché, da fuori, è impossibile saperlo.

In Italia è da tempo che si sono provate vie alternative per produrre, distribuire e portare avanti giochi di ruolo, aggiungo che, probabilmente, non si è mai avuto un catalogo, per ampiezza e profondità, di giochi tradotti/pubblicati come in questo periodo, almeno non negli ultimi 10 anni.

Andiamo nel concreto per quanto riguarda le vie alternative all'approccio canonico con l'editoria.

Alephtar Games ha pubblicato Aegis (gioco di ruolo che fra l'altro ha vinto la contest di GDRItalia) è un prodotto nato e distribuito praticamente (ne è stata stampata una tiratura piccola per Play, se non mi sbaglio) solo in digitale, sia in italiano che in inglese.

Fanno regolarmente uso di P.O.D. Roberto Grassi con il suo Levity, ma anche i ragazzi di Faith Empire giusto per fare due esempi di autoproduzione.

Sono nate inoltre associazioni, Janus Design e Coyote Press che, oltre a diffondere il gioco attraverso demo, prove, la presenza alle manifestazioni, pubblicano e traducono manuali, il che permette di avere giochi che probabilmente non sarebbero mai stati tradotti/pubblicati.

Quindi, forme alternative di produzione sono state percorse e alcune stanno pure funzionando bene.

Una considerazione che è anche una domanda di tipo culturale di fruizione del GDR.

Pensate a come vengono fruiti i Board Game, mercato molto più sano, ma anche li con delle grane. Più giochi, con più persone, in posti e momenti differenti. Se penso ai videogiochi, mercato molto molto molto più ricco dei boardgame, non immagino nessuno che non abbia più di un gioco in casa, magari gli appassionati hanno anche più piattaforme per avere più possibilità di scelta. Ora pensate a come normalmente il GDR viene fruito. Un gioco (due?) un gruppo.

Lascio a voi le considerazioni del caso.

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BTW per quanto riguarda il formato digitale, c'è un editore italiano che dall'anno scorso ha iniziato a vendere i manuali cartacei con annesso pdf o unicamente il pdf al prezzo di 8-10 €, è la Janus Design.

Senza dimenticarci che, per quanto sia stato accompagnata da un alone di facepalm, anche la Wyrd Edizioni vende(va?) su DrivethruRPG i pdf dei manuali di pathfinder in italiano.

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  • 4 settimane dopo...

Buttiamoci tutti su i gdr autoprodotti italiani!

Bravissimo. :)

Anche perchè sono giochi di ottima fattura che non hanno nulla da invidiare a quelli oltreconfine.

Fanno regolarmente uso di P.O.D. Roberto Grassi con il suo Levity

E' falso.

I prodotti di Levity sono "in vendita" (ed in questo caso sono SOLO con stampa cartacea fatta in tipografia) o "liberamente scaricabili" (ed in questo caso sono SOLO disponibili in PDF).

Sto valutando il Print on Demand come modello di vendita.

Rob

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Ottimo,

anche perché secondo me è una via che ti permette di organizzare demo, manifestazioni come quella di Brescia a Settembre e di lasciare a Lulu o chi per lui il compito di fare la parte noiosa.

Aggiungo una nota interessante in questo topic l'ha fatta Iacopo Frigerio, autore di Ravendeath (gioco veramente bello), la riporto per intero:

Dal lato autore (parlo solo relativamente a questo aspetto), questi discorsi sono comunque molto più teorici che pratici.

Oggi, ad occhio, solo Francesco (in campo internazionale) e Curte e Leo (in campo nazionale) possono permettersi il lusso di 'mettersi a pensare se gli conviene fare i freelance o gli autori indie'.

Chiunque altro semplicemente può scegliere se 'tenersi il gioco in cantina' o provare a pubblicare le proprie idee in maniera autoprodotta.

Non c'è mai stato nessuno che veramente ha avuto interesse in Elar (primo progetto a cui ho collaborato, come autore) prima che fosse pubblicato e dopo la pubblicazione ci sono stati giusto un paio di contatti da parte di un editore che si sono però subito spenti a causa della crisi delle vendite generali.

E ancora peggio per RavenDeath per cui nessuno, nemmeno oggi (al netto di una nomination al BoS) sarebbe lontanamente disposto a un contatto.

E varrebbe il discorso anche al contrario, ad oggi nessuna casa sarebbe interessata o disponibile a contattarmi per offrirmi un contratto da freelance, anche solo per un loro progetto, per una loro cosa. E così come, quando mi sono offerto alle case, la risposta è sempre stata comunque un 'non siamo interessati' secco.

E pure, mi pare di aver dimostrato (sul campo) di avere una competenza importante e di saper 'creare' cose non banali (oltre che saperle analizzare).

Se sei un italiano, oggi, e vuoi scrivere giochi di ruolo, non hai davvero altra via se non quella della auto-pubblicazione, conti non se ne fanno.

Per questo, dal mio punto di vista, sul lato autoriale non ci sono molti discorsi da fare. Discorsi del carretto a parte, oggi fai come me, come quelli di Minibullets, come quelli di Project Hope o Faithless Empire o quelli di Eden. Altrimenti il tuo gioco (o il tuo talento) rimane in cantina.

Come è giusto che sia, in questo discorso c'è una mosca bianca, l'eccezione alla regola. Vale a dire Rosen stesso, che in autori italiani ha investito (e alla cui iniziativa dobbiamo Nameless Street e Aegis).

Non è comunque sufficiente però Rosen per giustificare un cambiamento di rotta...

Io poi, personalmente, sono felicissimo del mio RavenDeath e dei risultati conseguiti in termini di vendite e di riconoscimenti (giusto questa domenica l'ho fatto giocare a tre ragazzi, di cui uno era da un anno che voleva provarlo, quando si sono alzati, in due me l'hanno comprato, il terzo si è comprato il pdf in inglese su Lulu)!

Però, ci tengo a precisare che se oggi una qualsiasi casa editrice vuole avvalersi del mio lavoro come autore, che siano su progetti suoi o progetti miei, accetterei volentieri (anche solo per lo sfizio di provare a sperimentare direttamente come è lavorare ed essere pagati da freelance).

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Avevo letto quel bel post di Iacopo e ovviamente concordo sui contenuti.

Dal mio punto di vista, non ho alcun obiettivo di 'vivere' con i gdr (nelle attuali condizioni sarei un pazzo), nè potrei pensare di fare vendite decenti, dato che Levity è un prodotto di nicchia (la 3.0 ha venduto tutte le copie [500], così come Gesta Dannatamente Rozze le ha vendute praticamente tutte [180], Allarme Ufo ne ha vendute una 50ina) .

Per questo motivo, cioè di andare a pari, la stampa e la vendita sono ancora una opzione 'sostenibile', ma c'è indubbiamente più sbattimento. Questo è il motivo per cui sto valutando altre strade.

Rob

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Personalmente, ammetto di avere iniziato a collaborare con Ali Ribelli, l'editore che usa Lulu per vendere la sua ambientazione per il True20 La Notte Eterna, da lì la mia risposta un pò fazioasa del "puntiamo sull'autoprodotto italiano".

Speriamo bene.

Resta il fatto che da sempre in Italia ci sia una ricerca senza senso del prodotto estero (di tutto, non solo giochi) invece che una sana ricerca di prodotti nostrani, che oltretutto potrebbero costare anche meno (vedi traduzioni, illustrazioni e quant'altro) ed offrire qualità equiparata.

Bisogna cambiare la mentalità, altrimenti non si va da nessuna parte.

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Scusate un pò il tono polemico.

Il problema in Italia, e non solo nel settore gdr poi, è che si vuole fare un lavoro (che sia gdr o meno non fa differenza) senza tenere conto della manodopera in senso generale.

In un gdr è ovviamente importante avere un regolamento/setting/flavour di un certo spessore ma non si può pensare che serva solo questo.

Pathfinder ad esempio: il regolamento è comunque visto e rivisto ma la grafica e la pubblicità hanno un ruolo preponderante. Idem per giochi come Mouse Guard, Warhammer o Cadwallon (che tra l'altro è anche fallito).

In italia si spera che se si ha un prodotto messo in una scatola bianca senza scritto nulla sfonderà quando invece, purtroppo, la qualità del prodotto è solo l'ultima caratteristica... Questo atteggiamento ricade ovviamente nella fase di produzione. Si paga lo stampatore, ovvio, si paga l'autore, necessario, si paga il playtesting e quello che porta la pizza eppure non si pagano grafici, illustratori, web designer ecc..

La notte eterna lo trovo un bel prodotto, personalmente non si adatta al mio gusto di gdr ma lo trovo superiore eppure non investe in pubblicità e campagne di promozione limitandosi a Lulu e qualche fumetteria. Se si addentrasse seriamente nel settore credo che aumenterebbe le vendite.

Sine requie invece ha attuato una campagna più vincente chiamando e pagando illustratori con talento, promuovendosi (dicasi anche spendendo) soldi per presentarsi alle fiere riuscendo così a diventare un nome che passa di bocca in bocca tra i ragazzi.

Se si chiede loro: "Dimmi 5 gdr che vorresti giocare" molto probabilmente citerebbero Sine requie perchè comunque si è imposto sul mercato ed è quindi un nome che salta in testa.

Molti prodotti "homemade", anche validi, non si lanciano, non investono e quindi non possiamo lamentarci se poi si preferisce giocare made in Usa.

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@leprecauno

Sine è un caso un po' a parte.

Manuali dal punto di vista editoriale fantastici.

Asterion, nella figura di Massimo Bianchini, Curte e Leo, si sono guadagnati in anni di sbattimento nel settore, facendo fiere (ce li trovi sempre ******), investendo anche nello stand delle stesse (lo stand Asterion è sempre facilmente riconoscibile), dimostrando con anni di competenza messa sul campo di meritarsi quelle stellette che permettono loro di essere conosciuti come marchio (Asterion) e come autori (Curte e Leo) ancora ai tempi della Rose & Poison.

Questo, a mio avviso, conta e conta parecchio.

Comunque mi hai dato l'idea per aprire un nuovo topic in questa sezione.

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@fenna:

non volevo certo mettere in dubbio le loro Skill (ci sta proprio bene in sti topic 'sta parola ;)). L'esempio serve a far notare come un ottimo progetto ottenga un valore aggiunto, uno scalino in più, nel settore.

Curte e Leo e Massimo sono ormai nel Pantheon degli autori ed è indubbio!

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@leprecauno

Onestamente, a questo punto, non so che dirti, nel senso che non ho la competenza e probabilmente le capacità per poter discutere su cosa farebbe vendere di più o di meno un manuale.

Mi sono accorto discutendo con vari del settore editoriale che le variabili sono mille e sopratutto è difficile giudicare da fuori. Al massimo si possono fare chiacchiere da bar.

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La notte eterna lo trovo un bel prodotto, personalmente non si adatta al mio gusto di gdr ma lo trovo superiore eppure non investe in pubblicità e campagne di promozione limitandosi a Lulu e qualche fumetteria. Se si addentrasse seriamente nel settore credo che aumenterebbe le vendite.

... sia ben chiaro che in qualità di autore e solo sostenitore finanziario di La Notte Eterna sarei ben felice di investire nel prodotto sia in termini di pubblicità che di stampa e distribuzione. Purtroppo, entrambe le cose presentano un costo molto elevato che va ben al di là delle risorse finanziarie del sottoscritto (ahimé).

Al momento pubblichiamo esclusivamente con Lulu.com e devo dire che, tolta la possibilità offerta da una stampa tradizionale e da una distribuzione poderosa di vendere in un circuito di fumetterie che copra l'intero territorio nazionale nonché fiere ed eventi legati al panorama gidierristico nostrano, abbiamo avuto alcune piccole, piccolissime soddisfazioni, ritagliandoci la nostra fetta di torta fra i GDR indie.

Chiaramente, siamo alla ricerca costante di persone disposte ad investire in un progetto che, forte dell'entusiasmo di appassionati di GDR e illustratori emergenti, sta cercando di tirare fuori dal dimenticatoio il sistema True20 e lo sta facendo con un'ambientazione inedita, curata in ogni dettaglio e che ben si presta ad altri regolamenti.

La nostra passione ha prodotto addirittura un booktrailer (potete vederlo cliccando

) con appena 50,00 eur: ci è bastato coinvolgere vari giocatori di LNE da tutta Italia che si sono prestati volentieri alla telecamera. Va da sé che non può essere lontanamente paragonato ai video di GDR e videogiochi americani (vedere Skyrim) ma volete mettere?

In fondo, si tratta dell'eterna diatriba fra giochi/idee/film/prodotti realizzati in Italia e corrispettivi americani o giapponesi. Purtroppo, la realtà dei fatti è che chi in Italia ha la possibilità economica per investire in un progetto inedito nostrano preferisce invece puntare a lavori che promettono vendita e guadagni sicuri (vedi Pathfinder) e d'altro canto chi può fargliene una colpa?

Noi continuiamo a cercare potenziali investitori coraggiosi disposti a far crescere il nostro progetto che oggi, a fase alterne, compie il suo quinto anniversario (scriveteci).

A tutti i giocatori di LNE e agli amanti di GDR, indie e non, vanno i miei migliori auguri per una grandiosa ruolata.

Jason/Renis

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