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[Ventura]Sette Debiti di Sabbia - Prologo


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Entrare in un tempio della Dea ed insudiciarlo con del liquame non era un buon auspicio per trovarne il favore nella propria ricerca.

Dastan decise allora di ricorrere alla strada più rispettabile quanto più difficile. Iniziò così la scalata della parete rocciosa per giungere al tempio. Malgrado le difficoltà di muoversi su quella parete e il fortissimo tanfo il principe non incontrò difficolta nella scalta, tutte le arrampicate su pereti e tetti degli edifici, il muoversi nella città sfuggendo ad assassini e guardie aveva dato i suoi frutti e Dastan era giunto alla sua destinazione senza danni e senza invischiarsi.

Ora veniva la parte più difficile, trovare la cosiddetta radice benedetta nascosta dai peli della terra.

L'indovinello non era complesso i peli erano fili di erba o radici che crescevano sulla parete superiore dell'antro oppure era muschio.

Il vero problema era prenderla e capire come usarla...contro la creatura!

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Appeso alla parete a 3 piedi dal livello del liquame Dastan si bilanciò facendo perno ora su una mano ora sull'altra per guardarsi intorno.

La caverna dove da cui era stato ricavato il santuario era piuttosto stretta: sei o sette passi di larghezza, e circa il doppio profonda.

L'ambiente era dominato dalla statua della Dea, ricavata probabilmente da un unico blocco di pietra ed alta tra i 10 e 15 piedi. Si trattava di una rappresentazione classica: una donna a torso nudo dalle curve generose, la cui vita e le gambe erano cinte fino a sotto il ginocchio in una gonna che recava minuscoli disegni tanto di guerra che di vita quotidiana. L'indumento era scolpito in modo asimmetrico e volutamente incompiuto in quanto esso rappresentava il Panno dei Tempi, su cui la Dea tesseva la storia del mondo. Ella infatti reggeva un rocchetto nella mano sinistra e una spada dalla lama curva puntata al suolo nella destra. Essendo una rappresentazione classica il volto della Dea era privo di lineamenti con la sola eccezione degli occhi.

Tutto intorno le pareti, piene di anfratti e sporgenze che avevano reso semplice la sua scalata, erano punteggiate di candele votive, alcune ancora accese, altre ormai consunte e ridotte a pozze di cera.

Il suo sguardo coprì via via tutto l'antro: il soffito, irregolare, era molto alto, almeno una cinquantina di passi. Passo a cercare piante, muschi e radici che potessero riferirsi alla predizione della vecchia: Nella parte sinistra della caverna, a circa 20 passi d'altezza iniziava a crescere del muschio e delle muffe che riempivano buona parte della parete. Poi notò qualcosa di interessante: una quindicina di passi più in alto, appena visibile grazie alla luce delle numerose candele ed i riflessi vedeva una sorta di pianta che spuntava dalla parete che sovrastava l'ingresso. Era lunga tre o quattro piedi, con tre ramificazioni nella parte finale, proprio come ci si poteva aspettare da una radice, il tutto coperto da muschio.

Tenendola presente continuò a guardarsi intorno attentamente, ma dopo poco concluse che l'unica cosa che potesse somigliare ad una radice, in quel santuario puzzolente, era proprio quella che cresceva ad una trentina di passi più in alto di dove lui si trovava in quel momento.

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Eccola....la soluzione ai suoi problemi era pericolos quello che faceva ma doveva farlo, aveva trovato ciò che cercava e si doveva volgere a prenderla.

Somma Dea il tuo umile servo ti ringrazia di vegliare su di lui e di indicargli la via durante queste notti di oscurità. Chiedo il tuo permesso di prendere la radice dal tuo Santuario affinchè il tuo suddito possa contrastare le forze malvagie a te avverse!

Dopo aver pronunciato questa preghiera Dastan si mosse con cautela vicinio alla radice per staccarla dal soffito ed avere così l'arma ideale contro Amir!

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Dopo la preghiera era giunto il momento di agire...scalare cerso l'alto era difficile ma fattibile per un ladro allenato come Dastan. La parte più pericolosa erano i muschi..non si poteva avere la certezza di un buon appiglio da li...i muschi potevano trarre in inganno e nascondere appigli friabili...ma la buona sorte non abbandonò il principe che con un ultimo sforzo riuscì a raggiungere l'obbiettivo. Ora bisognava solo coglierlo e poi uscire di li...un impresa più difficle, ma per nulla impossibile. La sorte sarebbe stata ancora con lui? lo avrebbe scoperto a breve!

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Ora che era vicino poteva vederne bene le dimensioni: era lungo poco più di 4 piedi ma era una radice piuttosto spessa. Cercò una posizione stabile in cui poteva fare a meno di una mano per reggersi e allungò il braccio per afferrare la radice nel punto in cui spuntava dal muro. L'afferrò, strinse, provò a tirare. Sentì dapprima il muschio spappolarsi sotto la sua presa e poi, non senza stupore, dolore. Ritirò subito la mano e la guardò meravigliandosi: un taglio dritto e perfetto solcava la parte centrale del palmo e le falangi di tre diverse dita. Non era profondo, perché si era fermato in tempo, ma doloroso. Osservò meglio la radice nel punto in cui l'aveva afferrata: tolto lo strato di muschio ora era diventata molto sottile e quel palmo di radice libera dal muschio non sembrava più una pianta: si trattava di una lama! E vista le tre ramificazioni nella parte finale doveva trattarsi di un qualche tipo di spada!

Ora doveva vedere come estrarla: appareva davvero saldamente conficcata nella parete e la parte dell'elsa era fuori della sua portata, a meno che non rischiasse qualche acrobazia.

Spoiler:  
Ti sei fatto 5 PV di danno, te ne restano 80 (i precedenti 9 subiti li hai recuperati quando hai riposato presso la Casa Rossa)
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prendere la radice era la parte più difficile, sopratutto perchè essa era situata in quell'affranto di roccia levigata e tagliente come la lama di una spada. Occorreva precisione e velocità e notevoli capacità acrobatiche per rimuoverla senza farsi male.

Capacità che Dastan aveva...ora doveva solo aspettare, concentrarsi..e scattare. Con un gesto fulmineo e rapido dastan mosse la mano velocemente e con eleganza come un cobra reale ed agguantò la radice estraendola dalla fenditura e senza ferirsi questa volta.

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Il giovane scosse la radice facendo cadere buona parte del muschio che vi era cresciuto sopra. Alla fine si trovò ad osservare la sagoma, ancora sporca e odorosa di terra marcia di un falchion dalla lama larga ma piuttosto leggero che poté finalmente brandire in modo corretto senza rischiare di tagliarsi di nuovo.

Ora doveva solo trovare un modo semplice e poco rischioso per sistemarlo e scendere.

Spoiler:  
Dipende da te: puoi sistemarlo in vita sporcandoti i vestiti e scendere normalmente (prova da 8 o +), oppure tenerlo in mano e muoverti in orizzontale fino all'angolo (prova 5 o +) e poi scendere sfruttando le due pareti come sponda (prova 6 o +) con minor rischio di cadere anche in caso di errore. In alternativa arrivato all'angolo puoi calare giù la spada con la corda e scendere normalmente senza impacci all'angolo (prova 4 o +)

Ovviamente puoi proporre altre soluzioni. Si tratta di fare una o due prove su arrampicarsi, a seconda del caso.

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Dastan opto di muoversi fino a giungere all'angolo tenendo il Falchion tra le mani. Con una buona arrampicata giunse senza difficoltà nel punto desiderato, qui decise di non sfidare la sorte ma di calarsi giù con l'ausilio della corda in modo da non ferirsi o correre il rischio di perdere la radice e la nuova arma. Giunto a terra Dastan prese un vecchio panno, non certo pulito ma abbastanza da poter provare a ripulire la lama dell'arma dalla terra e dal muschio in modo da poterla osservare meglio. Era alquanto strano che una spada si trovasse li in alto, come se fosse stata conficcata di proposito...ma a quale scopo?

Spoiler:  
Eseguiti i tiri, prima di andarmene cerco appunto di ripulire la spada con attenzione , cercando di vedere se ha qualcosa di particolare come un emblema, un'icisione o quallunque cosa possa aiutarmi a capire perchè era lì...
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Arrivato poco al di sopra del livello della melma il giovane si puntellò posando i piedi in due anfratti e appoggiò la schiena alla parete, quindi provò a pulire la radice, che si era rivelata non essere affatto una pianta bensì una spada curva dalla lama larga, del genere che a Damlakara veniva chiamato falchion.

La pulì usando il panno e la cosa si rivelò più semplice del previsto: pareva quasi che il terriccio e la massa molle del muschio non avessero fatto presa alcuna sulla lama. Una volta ripulita la lama la tenne davanti a sé e con una certa sorpresa notò che su di essa era tracciato un profilo. Trovandosi, per via della sua posizione la statua della Dea quasi di fronte, il paragone fu immediato: sulla lama era inciso il profilo della Dea, con una certa dovizia di particolari. Girò la lama e vide che sull'altro lato era incisa la stessa figura ma vista di schiena. Finì l'opera di approssimativa pulizia e notò che la parte metallica della spada si era conservata in modo perfetto, come se nulla potesse intaccarla, ma il cuoio che era stato utilizzato per l'impugnatura era completamente ammuffito e non ne restava che qualche piccolo frammento. Sostituirlo non sarebbe stato un affare difficile: poteva farlo lui stesso una volta trovato del buon cuoio in strisce.

Ora non gli restava che tornare indietro nel modo in cui era entrato, cioè scalando le pareti.

Spoiler:  
Un ultima prova su arrampicarsi da 7 o + e sei fuori dal santuario. Ti resta poi da decidere cosa fare. Suppongo che a questo punto ti sia chiaro, ma quella che pensavi essere una radice si è rivelata essere una spada.
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Dastan aveva appena fatto una scoperta notevole. Le parole della Vecchia erano criptiche ma ora cominciavano ad avere un senso, la radice non poteva certo combattere un mostro ma una spada si!.

Ora bisognava uscire dalla grotta. Si trattava di un ultimo sforzo e sarebbe stato lontano, sicuro di potersi difendere in caso di pericolo.

L' arrampicata stavolta fu più semplice, molte preoccupazioni si erano affievolite grazie a questo ritrovamento.

Ora dastan si doveva preparare per un nuovo scontro ma stavolta sarebbe stato preparato.

Una volta giunto all'esterno Dastan decise che avrebbe dovuto procurarsi un po' di denaro, ora bisognava fare quello che un principe dei mendicanti sapeva fare meglio, mendicare e rubare!

@master

Spoiler:  
La mia prossima intenzione è recuperare qualche pezzo d'argento per le seguenti cose..cuoio per la spada, un respèonso da parte della vecchia delle ossa, una notte di riposo nella casa rossa prima di ripartire a Caccia della creatura alla torre.Per fare questo andrò in un punto sicuro sia mendicare che a rubare a chi sta meglio...per farlo. Il vecchio sistema di travestirsi da mendico...ciotola di terracotta e qualche moneta di rame per impietosire...dimmi tu!
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A Damlakara le possibilità di guadagno per uno come lui erano infinite: in condizioni normali sarebbe andato alla Corte, ascoltato quali affari erano in corso e preso parte a quello che gli pareva più conveniente, sfruttando la sua reputazione di buona lama e ottimo compare. Ma essendo appena tornato dopo una lunga assenza e per di più ben a corto di monete recarsi alla Corte non era una buona idea, perché di certo avrebbe dovuto incontrare Tareeq che non sarebbe stato per nulla contento di sapere che veniva a mani vuote e per di più in cerca di qualcosa. Dastan lo conosceva bene e sapeva che anche parlandogli dell'orrore che aveva visto non lo avrebbe né preoccupato né ammorbidito, perché il destino di chi abitava la Palude gli era indifferente e anzi se il mostro provocava qualche altro menomato i suoi guadagni dall'elemosina non avrebbero che potuto aumentare.

Le scelte restavano comunque numerose: avrebbe potuto raggiungere la Porta del Tramonto e cercare di tirare su qualche soldo nel quartiere del passaggio, ma di certo a quell'ora tarda le posizioni migliori erano già prese e la possibilità di farsi notare da qualcuno che lo conoscesse elevate. Poteva anche andare ad uno dei moli e sfruttando le sue doti da acrobata salire su qualche nave alla ricerca di qualcosa di prezioso da trafugare, ma non sapendo nuotare le sue possibilità di fuga in caso di pericolo erano un po' ridotte. Riducendo l'impatto della fortuna e contando sulla sua abilità di spadaccino poteva scegliere le Fosse di Sangue, dove affrontando un paio di combattimenti poteva guadagnare anche una ventina di galee, ma affrontando scontri che, consuetudine da cui le Fosse prendevano nome, erano all'ultimo sangue. Infine, poteva sfruttare lo Scolo Reale per raggiungere la Città Vecchia, che cinta dalle vecchie mura era un quartiere abitato da benestanti e funzionari del Sultano dove mendicare e rubare poteva fruttare parecchio, ma dove, essendo lì anche l'accattonaggio vietato, sarebbe dovuto fuggire a gambe levate da pattuglie di guardie, guerrieri eunuchi ed altri sorveglianti.

Spoiler:  
Ogni possibilità ha i suoi pro e i suoi contro: ci ho tenuto in particolare a sottolinearti i rischi che corri tornando alla Corte nelle condizioni in cui ti trovi. Anche se sei un principe, ricorda che sei in un principe dei mendicanti e che il titolo viene per meriti e meriti recenti perché dove conta solo il denaro la gente ha memoria corta quando questo è poco o nullo e lunga quando se ne porta molto.
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Erano poche le scelte...La Corte doveva fornire aiuto ma per farlo serviva un valido mezzo di persuasione e quello era il denaro ed il prestigio. I combattimenti erano una possibilità ma conveniva consumare le proprie forze e rischiare la vita quando una creatura immortale ti da la caccia? Il molo? Ritrovarsi spalle al muro in una prigione d'acqua? Mendicare? Forse...ma richiede troppo tempo.

Restava una sola opzione anche se ad alto rischio...una rapina ad un bel ricco bersaglio. Quale modo migliore di rifarsi velocemente di molto denaro da poter reinvestire e soddisfare anche Tareeq?

Il principe decise quindi di recarsi alla città vecchia e di tenere gli occhi egli orecchi ben aperti per trovare il bersaglio adatto allo scopo.

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Era passato un bel po' dall'ultima volta che aveva percorso quel dedalo di scoli e tunnel, ma conservava ben chiara la sequenza di svolte e l'itinerario. Ci volle un po' ma alla fine arrivò al termine di uno scolo appena dentro le vecchie mura, che passava proprio sotto la strada.

Vedeva la luce in fondo alla fogna, ed era a pochi passi dall'uscirne quando sentì un rumore familiare e vide uno zampillo cadere nello scolo.

Qualcuno, un uomo di certo, stava urinando nella fogna. Non poteva vederlo da lì, ma sapeva che per poterlo fare aveva percorso una scalinata di una decina di gradini che portava sotto il livello della strada, proprio per permettere a chi ne aveva necessità di fare i suoi bisogni con un minimo di solitudine. Questo voleva anche dire che nessuno poteva vedere quell'uomo, in quel momento. Putroppo per vedere chi fosse doveva balzare fuori dal suo nascondiglio, ma fuor di dubbio era un ottimo posto per fare una rapina. Doveva solo decidere se aspettare che andasse via o saltare fuori e minacciare le sue parti tenere con la sua arma.

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La sorte gli stava sorridendo...era rischioso tentare un assalto ad una preda senza averla prima identificata... dall'altro i vantaggi erano superiori, fattore sorpresa pieno..possibilità di guadagnare qualcosa velocemente e sopratutto una vittima in un luogo silenzioso ed appartato...niente testimoni! Anche se fosse stato un avversario pericoloso in altre circostanze ora era del tutto ignaor ed impreparato...

Dastan decise di preparare la sua spada pronto a colpire come un serpente.

@master

Spoiler:  
provo a minacciarlo nelle parti intime con la lama della spada tra le sue gambe con lama rivolta ai suoi gioielli. Mi avvicxino il più silenziosamente possibile e a bassa voce ma deciso gli intimo di non fiatare. Dimmi tu le prove che devo eseguire.
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Dastan si mosse veloce abbastanza da impedire all'uomo qualsiasi movimento, ma si sblianciò a pronunciare troppo in fretta la sua intimidazione, facendo si che questa fosse poco comprensibile e non tanto perentoria quanto voleva.

L'uomo che aveva davanti era alto meno di cinque piedi ed indossava un'elegante tunica color cenere che si era alzato per urinare e che quando il giovane gli si parò davanti abbassò così repentinamente che la spada di Dastan la tagliò a metà sul davanti e ci mancò davvero poco che questo stupido gesto la spingesse abbastanza in basso da evirare l'uomo.

Mentre l'ometto lo guardava con occhi sgranati di puro terrore senza muovere un solo muscolo e le mani ancora strette attorno ai lembi della tunica Dastan lo guardò con calma: aveva la testa a forma d'uovo con due occhi troppo grandi. La pelle era chiara, ma non tanto come quella di un Vandoriano, probabilmente veniva dei Regni Centrali come molti precettori e scolari: Rhunnita, Arcosiano o forse del Dragonato. A conferma di questo notò che, un paio di passi dietro l'uomo, poggiati sull'ultimo (o primo a seconda dei punti di vista) gradino della scala di pietra, c'erano due spessi tomi di pergamena e la cintura che probabilmente fermava la tunica, a cui erano attaccati un fodero per pugnale, una tasca e due sacchetti di cuoio. I libri e la cintura erano al di fuori della portata di Dastan al momento: doveva far indietreggiare l'uomo di almeno 4 passi, o aggirarlo, per raggiungerli. Questo però dal modo in cui cominciava a tremare pareva del tutto innocuo, a meno che non riuscisse a fuggire gridando.

Spoiler:  
Decidi tu che condotta d'azione seguire.
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Dastan decise che avrebbe rapinato fino in fondo il vecchio furbastro e quindi si decise a non lasciare testimoni prima che il malcapitato potesse urlare Dastan lo avebbe colpito così forte da fargli perdere i sensi e poi sarebbe scappato con la refurtiva lasciata da quel poveretto...aveva di certo monete con se e i libri e le pergamene valevano certamente qualche cosa.

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Metterlo fuori combattimento non fu che una semplice formalità: bastò un colpo con l'elsa della spada ed il poveretto si accasciò al suolo privo di sensi. Dastan lo perquisì ma indosso, che valesse la pena di essere preso trovò solo una catena d'argento a cui era appeso un pezzo d'onice a forma di scarabeo montato su una base d'argento. Trascinò l'uomo entro l'imboccatura della fogna per non dare nell'occhio e quindi recuperò di lui cintura e i due tomi. Questi ultimi erano privi di titolo ed il loro contenuto incomprensibile a chi come il giovane principe non aveva mai imparato a leggere. Il pugnale era una lama da fianco d'acciaio con un impugnatura tanto appariscente e decorata quanto poco pratica per l'uso effettivo, ma avrebbe fruttato qualcosa vendendolo. In uno dei sacchetti Dastan trovò 23 piccioni di rame, mentre l'altro conteneva 7 galee d'argento e 3 reali d'argento rhunniti, ciascuno dei quali valeva due galee.

Nella tasca trovò un portapolvere di stagno con dentro una mezza dozzina di prese di Farina d'Eroe*, un cucchiaio d'argento e una decina di gallette dolci allo zenzero. Non male come bottino. Doveva solo decidere se fosse abbastanza o se cercare con cautela qualche altra vittima.

Spoiler:  
(*)Una droga allucinogena che rende molto spavaldi e migliora i riflessi, ma altera la coordinazione dei movimenti. E' nota anche come Coraggio in polvere.
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la fortuna era stata generosa, decisamente una buona rapina! Non conveniva tentare ulteriormente la fortuna ma ripagarla per la sua generosità. Dastan sepeva esattamente cosa voleva...il pezzo di cuoio con cui sistemare la spada lo avrebbe trovato facilmente.

Il principe decise di ritornare alla casa rossa presso la corte di Tareeq! Rischioso forse...ma adesso le cose andavano decisamente bene...conosceva la parola d'ordine e sopratutto aveva un valido bottino da offrire al re, di sicuro la collana, il pugnale e i tomi avrebbero avuto un notevole valore e Tareeq era il migliore a poter piazzare e rivendere qualcosa di rubato.

Ora bisognava fare la strada più sicura per tornare alla corte e lì dastan avrebbe forse trovato anche aiuto!

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Il giovane principe si avventurò ancora una volta nelle fogne facendo a ritroso lo stesso percorso dell'andata, facendo ben attenzione a scegliere i condotti giusti ogni qual volta che più scelte erano possibili. Era circa a metà strada quando, ad un intersezione, da un condotto laterale sbucarono fuori tre rattuomini, uno dei quali teneva al guinzaglio una donna nuda.

Non erano i primi che vedeva, ma era sempre un brutto spettacolo: pareva di vedere un grosso ratto antropomorfo lungo tra i 4 e i 5 piedi che si muoveva come un uomo gobbo, peloso nella sua nudità salvo una fascia in vita o a tracolla per tenere allacciati armi e quant'altro servisse loro.

Questi tre non erano da meno della media, salvo che quello più arretrato era una femmina, come era chiaramente evidente dalle numerose mammelle pendule. Questa teneva in mano un guinzaglio di corda a cui era legata una giovane donna, completamente nuda (e nemmeno tanto male fisicamente parlando), se si escludeva un cappuccio fatto con tela di sacco che le copriva del tutto la testa.

I due rattuomini maschi sguainarono immediatamente le loro spade a forma di artiglio e si misero in guardia, pronti a rispondere ad un assalto di Dastan ma senza attaccare per primi, come si confaceva a delle creature di natura codarda pronte ad aggredire solo in favore numerico di cinque a uno, cosa facile a farsi visto quanto erano disgustosamente prolifici. La ratto-donna rimase guardinga tenendo stretto il guinzaglio con una mano e tenendo l'altra su un coltellaccio che portava alla cintura.

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Aveva avuto fortuna sino a quel momento...ma forse non era finita poteva aggiungere molto di più a tutto questo, poteva mostrare la sua gratitudine salvando una vita.

Dastan pose per terra la bisaccia contenente i tomi della refurtiva e decise di prepararsi a combattere , lentamente tirò fuori spada e pugnale ma giunto ad estrarre quest'ultimo ebbe un lampo di genio, cogliere gli avversari di sorpresa con un attacco improvviso e preventivo.

Dastan esitò solo un secondo per poi scagliare il suo pugnale in direzione della ratto femmina, nella speranza che questo improvviso gesto distraesse i 2 rattouomini giusto quei 2 secondi sufficienti a caricarli e colpirli!

@master

Spoiler:  
Cerco di colpire la gola della rattodonna col pugnale lanciato e poi mi fiondo sul più vicino ratto uomo con lo stile del deserto..
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