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dancing sprite

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di dancing sprite

  1. Dai, si può cercare di organizzare! Sentiamoci

  2. Se ti interessa ancora l'unearthed arcana io giovedì sono a Milano per lavoro.

  3. Ciao, devo riflettere solo sul "come" recuperati, ma qualche idea mi verrà in mente... sempre che si vada avanti perchè il gruppo dei vostri avversari è un po' bloccato.

  4. Il tuo gruppo parte mercoledì. Avvisa Gogeth.

  5. Carissimo! Sono tornata e il pbf sta andando avanti XD

  6. Sorry, alla fine solo oggi ritorno tra i vivi. Sarà per la prossima :)

  7. Sorry, per due settimane sono stata assente per motivi a me superiori... purtroppo. Dal 26 dovrei tornare attiva.

  8. Ti dirò che condivido: anche secondo me l'interpretazione era un po' tirata per i capelli e quando masterizzo non la consento Però volevo avere conferma anche da altri Grazie!
  9. Sul Dragon Magic questo talento permette di sostituire i danni di furtivo o schermaglia o sudded in danni da elemeno (fuoco o altro se si ha dragon heritage o si è mezzidraghi). Sui forum inglesi spesso tale talento è usato per infliggere danno alle creature immuni al furtivo... la mia domanda è: l'interpretazione data è corretta? O cambiando il tipo di danno non cambia il fatto che esso sia furtivo?
  10. La follia fa si che oggi provi a "buttare lì" una costruzione, almeno per il ladro. Tre domandine: 1) I patti infernali "certi" e non insidiosi sono consentiti? 2) le weapon of legacy eventualmente posso anche essere "nuove"? se si come ci si comporta con i px dei rituali? 3) posso comprare nell'equipaggiamento un incantesimo castato da altri come previsto dal manuale del giocatore? (es: permanenza: ridurre persone?)
  11. Ciao, una cosa che non ho capito: se volessi provare a giocare come giocatore come devo fare? come faccio a capire quali campagne sono già full e in quali ci si può iscrivere?
  12. Ho provato ad essere più specifica XD sorry :D

  13. Aihmè il cerchio magico era già contato... di base avevi tirato 23 (21+2 di dado)... cmq continua a leggere il pbf stasera... ci sono soprese XD

  14. Grazie mille dei feedback! Inoltre il tuo mi sembra un buon consiglio! Grazie!
  15. dubito di riuscire perchè devo farmi la valigia: vacanze in arrivo! ti libero gli mp

  16. Si, ricevuti. Ti inserisco però nel gruppo I. Il gruppo 2 è chiuso... sto aspettando gli ultimi due Bg.

  17. Approvo quanto mi hai inviato. Ho iniziato a mettere qualche info qua e la!

  18. La campagna è iniziata. Vai sulla corporazione per il link :)

  19. C'è un messaggio per il secondo gruppo sulla corporazione. Ciao

  20. leggi sulla corporazione. ciao

  21. Ciao, scrivi sulla corporazione se sei ancora interessato inizio la campagna di 20! ciao ciao

  22. Io rinizio volentieri (sto benino grazie ad un tentativo di ritorno alle origini :) )... devo solo leggermi una sintesi di quanto successo in mia assenza. Attendo che tu mi dica quando posso ripostare :)

  23. CAPITOLO 2 [hrC]PARLA LIANNON: Ardergast e Vestral mi avevano incaricato di sostenere Jullieva nei suoi anni di prigionia. Ogni notte osservavo le torture a cui l'aysen era sottoposta, per poi, durante il suo sonno, rincuorarla, rammentandole cosa fosse l'amore. Ogni notte anche per me era una tortura, ma quella notte sapevo che qualcosa sarebbe cambiato, Ardergast me lo aveva promesso. Mi concentrai e liberai il mio spirito oltre la corazza di pietra che mi avvolgeva, oltre il monte Gareth, libero sopra le cime tempestose dei monti, lungo le pianure smeraldo di Vebar, sopra la Foresta dell'Aurora, sino alla Città Azzurra. Là, rapida e veloce, verso il Palazzo di Giada, al secondo piano. Un balcone, una finestra socchiusa... penombra. La camera, come sempre, era buia e silenziosa. La luce debole di una candela illuminava la sagoma della poverina, nuda, sdraiata sul pesante letto a baldacchino. Le tende lievemente tirate, le lenzuola gettate per terra, in un angolo, vicino ad una cassapanca. Lei era immobile e così rimase quando una cameriera entrò, senza bussare, per posare un vaso colmo di lavanda sul comodino, ritirare la biancheria, ed uscire. Poco dopo entrò un uomo, un eunuco a giudicare dalle fattezze, che avevo imparato a conoscere come il suo “guaritore” personale. Come ogni notte, si avvicinò a lei, le tastò il polso e controllò il respiro, appuntando tutto su un taccuino che aveva con sé, senza emettere parola. Annuendo soddisfatto sollevò quel corpo sottile e fragile sulle braccia, la condusse in una sala attigua, ove era pronta una vasca colma d'acqua fumante e lì l'adagiò. Un lieve lamento uscì dalle labbra dell'aysen, quando fu coricata nella vasca. Lo schiavo la lavò, liberandola dal sangue che si era rappreso in più punti, vicino al seno e sul ventre, la asciugò, cosparse con unguenti gli ematomi che la segnavano in più punti su tutto il corpo, borbottando a voce bassa alcuni incantesimi curativi, e la riportò nel letto, per poi ritirarsi. Solo quando la porta si chiuse alle sue spalle, Jullieva aprì gli occhi, sottili e profondi. Un sospirò le sollevò il petto, mentre ascoltava le voci concitate fuori dalla sua porta: “Oggi Karran ha esagerato... le mie capacità di guaritore sono sempre più messe alla prova con il capitano!” lamentava l'eunuco. “Sono stanca di sentire le tue sciocche lamentele! Il capitano è uno dei nostri migliori clienti e non dimenticare che, fino a quando la sua attenzione sarà su Jullie, non dobbiamo preoccuparci: quella non morirebbe nemmeno la richiedesse Tenneshi: è un aysen, il suo corpo rigenera con una velocità sorprendente. Lavora qui da cinquant'anni e, oltre a non essere invecchiata di un giorno, non ho mai dovuto sospenderla dalle mansioni: ogni ferita si rimargina entro poche ore senza lasciare traccia. È splendida... il nostro capitale è aumentato notevolmente da quando usufruiamo dei suoi servigi.” rispondeva la voce gracchiante della matrona. “Raphael ci ha fatto un grande dono con lei. E ora vai, sento qualcuno al piano di sotto... è quasi mattina, controlla chi sia e, se non è nessuno di importante, rimandalo a domani: le ragazze devono riposare.” Quelli erano quei momenti in cui maledicevo la mia impossibilità di intervento diretto, quei momenti in cui avrei volentieri spazzato via la vita che io stessa avevo donato a quella donna. Il volto di Jullieva, nella stanza, si increspò in un sorriso ironico. Si mosse nel letto, stirando i muscoli indolenziti e doloranti e rivelando, alla tremula luce di candela, tutta la sua perfezione. Era un aysen, una delle creature leggendarie, create dall'amore impetuoso e profondo che aveva conivolto me ed Ardergast. Il suo corpo riluceva della grazia e del fascino della sua stirpe. I lunghi capelli d'ebano, fini come seta, erano abbandonati, ribelli, sul cuscino. Gli occhi, di un grigio intenso, si muovevano nella stanza, osservando inquieti i giochi d'ombre che la candela proiettava sull'armadio, i seni, sodi e perfetti, si alzavano al ritmo lento del respiro, sul ventre, piatto una cicatrice iniziava a sparire, le gambe, lunghe e toniche, erano abbandonate, immobili. Volse la testa, per aspirare il profumo di lavanda che veniva dal vaso portato da Hannan. Potevo leggere nella sua mente: un'altra notte era trascorsa e lei era ancora viva... diciottomiladuecentoottantuno giorni di agonia... e lei era ancora viva, la sua anima ancora integra. Dopo i primi anni aveva compreso come alienarsi, per salvarsi dall'orrore che, notte dopo notte, era costretta a subire ed, in breve tempo, aveva anche compreso come soddisfare Bardera, la sua “schiavista personale”, in modo da poter godere di qualche comfort extra. A lungo aveva pensato a come poter liberarsi, fantasticando su mille modi possibili per togliersi la vita, ma il suo orgoglio non le lo aveva permesso: mai avrebbe dato a Raphael quella soddisfazione. Così, man mano, aveva accettato la sua trasformazione, riuscendo comunque a preservare la sua sanità mentale, ricorrendo a diverse tecniche di concentrazione che aveva imparato all'Accademia Reale, durante i suoi studi. Bardera aveva accennato di alcuni rumori al piano sottostante ed il fine udito di aysen le confermava che nella Hall più di una persona era in fermento. Nella sua mente pregò Ardergast che non si trattasse di Raphael... non quella notte... Io sorrisi perchè sapevo che mio marito non sarebbe dovuto intervenire... Raphael aveva creduto che la volontà Jullie avrebbe ceduto al trattamento che le aveva riservato, invece lei resisteva, stoica, contro ogni previsione, solo per contrastarlo, per indispettirlo, per accrescere la sua ira: lui avrebbe anche posseduto il mondo, ma non avrebbe mai piegato il volere della Contessa del Vespro, cugina prima di Vrann III, antico Imperatore di Ammylar. Negli ultimi cinque anni Raphael aveva intrapreso una nuova strategia, facendole spesso visita ed offrendole ogni volta quel posto, alla sua destra, che da sempre le apparteneva di diritto, umiliandola, ricordandole la sua natura e sottolineandole la grandiosità della sua caduta, e, ad ogni suo netto rifiuto, l'irritazione di quell'uomo, che governava quasi tutta Oeneta, cresceva. Negli ultimi tempi Jullie si era chiesta più volte se un giorno l'ira del suo carceriere non l'avrebbe finalmente condotta alla Torre Nera, dove dopo solo qualche mese di agonia anche lei avrebbe raggiunto la pace della morte, tanto a lungo desiderata ed invocata. La sua condanna sarebbe mai giunta? Sicuramente i tempi della sua umiliazione sarebbero duranti ancora molti decenni... la pazienza era una delle poche qualità che doveva anche lei riconoscere a Raphael. Si voltò su un lato e la schienà le bruciò dal dolore: Ferre aveva ragione, quella notte Karran era stato più impetuoso del solito... probabilmente durante il giorno Raphael doveva averlo nuovamente punito. Il capitano sfogava così la sua rabbia repressa nei confronti del suo comandante, credendo che infliggendo a lei dolore in qualche modo ferisse anche lui. “Se non ti ha ancora ucciso ci sarà un motivo!” le aveva urlato quella notte. Ma il tempo in cui l'Oscuro Re si interessava della salute di Jullie era passato da molto tempo, uanche se Karran non era dotato dell'intelletto necessario per comprendere a pieno la crudeltà del suo signore: non l'avrebbe mai uccisa prima di aver ottenuto il suo totale annientamento. Entrambi sapevano che non sarebbe stato semplice: nel sangue di Jullie scorreva la linfa aristocratica dell'Antico Reame e lei non l'avrebbe mai rinnegata. Noi draghi ammiravamo il suo coraggio ed il suo orgoglio: degna erede della stirpe eletta ella non aveva mai disconosciuto nessuno dei doni che le avevamo fatto nella sua gioventù, anzi, anche nei momenti di disperazione, nella prigionia, sotto il gioco di una belva sadica e feroce che avrebbe goduto solo nel totale annientamento dell'anima dell'aysen, Jullieva ci ringraziava per quanto ricevuto. L'orologio della Piazza Grande battè cinque colpi, ma il vociare al piano inferiore, sebbene più ordinato, non accennava a smettere... qualcosa nello stomaco le si aggrovigliò ed un brivido freddo le percorse la schiena: non era ancora tempo di dormire. Convinta della presenza di Raphael, si alzò di scatto, nonostante il dolore, e prese a vestirsi: l'avrebbe accolto con la dignità che le si confaceva, come ogni volta. Anche il mio cuore prese a battere più velocemente... PARLA ARDERGAST Alexandros maledisse ancora una volta il suo bizzarro amico. Mentre seguiva Madam Bardera, stizzito per il terzo grado che aveva dovuto subire semplicemente per avere un incontro con una delle sue ragazze, ancora una volta si chiedeva se Elrion fosse impazzito. “Necessito di un motivo per allontanarmi dalla città senza che Raphael si insospettisca... e dobbiamo giocare d'astuzia, perchè il nemico è estremamente intelligente, ma conosco il suo punto debole, ciò che lo ossessiona da tempo. Il mio piano necessità tuttavia dell'aiuto di un diplomatico del sud.” gli aveva spiegato sorridendo e lui, come sempre, si era lasciato convincere ed eccolo allora ad infiltrarsi sotto falso nome al Palazzo Gallade, luogo di divertimento dei grandi capitani dell'Armata Nera e di alcuni diplomatici, per incontrare una prostituta... perché Raphael fosse ossessionato da una cortigiana gli era oscuro: Elrion amava fare il misterioso, per “aggiungere un po' di brivido alla tua avventura solitaria.” Mentre seguivo il druido non potevo far a meno di sorridere, ipotizzando lo stupore di Liannon quando avrebbe scoperto il mio piano, o meglio il piano del mio prediletto: l'arguzia di Elrion mi colmava di orgoglio. Alexandros salì le scale con lentezza, ricordando più volte di lisciarsi i lunghi baffi che gli coprivano le labbra e pregando che la parrucca continuasse a nascondergli le orecchie. Avrebbe voluto che Elrion usasse qualche incantesimo su di lui, per garantirgli maggior copertura, ma l'amico si era saggiamente rifiutato: Raphael avrebbe potuto rintracciare qualche residuo d'aurea magica, un rischio che non voleva correre. Il trucco pesante che gli circondava gli occhi e le lenti che aveva applicato sulle iride, per nasconderne il reale colore, lo irritavano terribilmente, ma si tratteneva. Doveva entrare nella stanza, cercare di parlare con la donna, e poi uscire... e se si fossero accorti di qualcuno che origliava... fare ciò per cui tutti credevano lui fosse venuto. Pregò Liannon affinché tale possibilità non si realizzasse: il suo cuore apparteneva ancora a Rowena e non era convinto che le attenuanti relative al pericolo fossero sufficienti per perdonare un tradimento. Madame Bardera continuò proseguendo per un lungo corridoio. La seguì. Dopo qualche minuto la donna si fermò dinnanzi ad un'ampia porta, più grande delle altre. Lui imprecò tra se: sicuramente la ragazza che cercava doveva essere nelle grazie della matrona, se alloggiava in una camera patronale. La sua missione si rivelava sempre più complessa: la scomparsa di una delle favorire avrebbe attirato l'attenzione delle guardie in poco tempo. Trattene quasi il respiro quando, dopo aver dato tre colpi secchi alla porta, Madame si scostò, permettendogli di avvicinarsi. Un suono leggero di passi e la porta si socchiuse. Alla luce tremante di qualche candela Alexandros osservò la figura slanciata che gli apriva la porta, le labbra si aprirono dalla meraviglia: il volto affilato, gli occhi intelligenti e scrutatori, i fianchi ampi, il seno piccolo, ma sodo, che si affacciava da un sottile bustino di raso nero. Non si trovava dinnanzi ad un'umana o ad un'elfa, bensì di fronte ad un aysen, una consanguinea di Elrion, un'erede della magnifica razza che nacque dal mio amore con Liannon: lei aveva creato corpi di una bellezza senza pari e li aveva investiti di magia, io avevo dato loro particelle della mia intelligenza, innalzandoli in astuzia su tutte le altre razze di Oeneta. Lo sguardo di Jullieva si posò per qualche istante sulla sua patrona, la quale si limitò a sorriderle, prima di dileguarsi tra i corridoi: “un'ora messere, non di più.” ricordò allo druido mentre quest'ultimo entrava nella camera, forzandosi a sfoggiare una sicurezza che in quel momento non gli apparteneva. Elrion avrebbe dovuto prepararlo. Camminò all'interno della stanza, per fermarsi dinnanzi al letto, ordinato e pulito. Un odore di lavanda gli riempì le narici. L'aysen chiuse la porta e gli si avvicinò, con lentezza, quasi a far assaporare prima con gli occhi la bellezza che a breve gli avrebbe offerto: “Un diplomatico del sud... affascinante...” gli sussurrò all'orecchio “Io sono Jullie. Posso sapere il vostro nome?” Una voce dolce, calda, custode di promesse di gioia pura che da tempo non lo tentavano. Un brivido rovente gli corse lungo la schiena, lo sentii nitidamente, quasi fosse il mio stesso corpo a reagire alla voce dell'aysen, così simile a quella della mia amata... il desiderio si stava affacciando. Respirò a fondo. Doveva concentrarsi, doveva fare ciò per cui era giunto sin lì, doveva ricordarsi di Rowena, doveva... la luce illuminò il collo della giovane e lui non potè fare a meno di sobbalzare: quella voglia sull'incavo della clavicola destra, una piccola macchia rossa, quasi invisibile, ma che aveva un significato preciso: si trovava di fronte alla Contessa del Vespro, la moglie di El, la cantrice dei sogni, colei che in gioventù aveva ricevuto il mio bacio e che Liannon aveva amato, facendole il dono della voce più melodiosa che mai Oeneta avesse ascoltato. Le leggende che si narravano su di lei nelle taverne, prima che Raphael le bandisse, gli tornarono alle orecchie ed improvvisamente si sentì piccolo ed inadeguato... una sensazione che aveva percepito solo un'altra volta nella sua lunga vita, dinnanzi ad Elrion. Lui, il druido delle leggende, cantato per secoli dai bardi, colui di cui la stessa Jullieva più volte aveva narrato, tremava di rispetto e riverenza nei confronti di coloro che erano nati dall'amore dei due draghi. Le gambe gli cedettero e lui si trovò in ginocchio, la fronte china: “Contessa, è un onore essere in questa stanza e poterla incontrare.” “Incontrare? Siete giunto sin qui, disturbando Madame Bardera, che sicuramente vi avrà richiesto un cospicuo extra per l'ora, solo per incontrarmi?” lo interrogò Jullie, chinandosi e prendendogli la testa tra le mani. Era attraente, disponibile, perfetta... ma Alexandros intravide, dietro lo sguardo seducente dell'aysen, il dolore della schiavitù. La Contessa del Vespro era stata a lungo una delle personalità più conosciute ed amate di Oeneta. Ogni regnante si rivolgeva a lei con deferenza e rispetto, dopo il matrimonio con El a lungo i due furono ospitati presso l'Impero Celeste, alla corte dell'Imperatore Mikail, e per alcuni anni avevano vissuto alla Corte degli Elfi. Quella donna aveva salvato, ancora fanciulla, tutti i regni del Sud grazie al suo canto e permesso a Diress di trovare pace nel suo cuore impazzito. Nelle sue vene circolava il sangue dei Grandi, le sue mani erano state create per essere appena sfiorate dalle labbra dei suoi ammiratori, il suo corpo era il tempio della magnificenza: nessuno avrebbe osato toccarla o peggio violentarla... ma l'ascesa di Raphael aveva modificato tutte le regole del mondo ed ora Jullieva Aderre altro non era che una prostituta, con la quale i soldati dell'Armata Nera potevano godere una notte di divertimento. Gli occhi presero a bruciargli e si costrinse a respingere le lacrime di pietà che stavano nascendo, mentre con una mano tirava fuori da una tasca la lettera che Elrion gli aveva dato, per consegnargliela, facendo cenno di tacere. Lei lo guardò, confusa, prese in mano il foglio e lesse. Il suo viso si dipinse di mille emozioni mentre gli occhi proseguivano la lettura. Il druido attese in silenzio che Jullie terminasse, e, quando vide la sua testa alzarsi e le mani accartocciare il biglietto, per portarselo alla bocca, l'anticipò e glielo strappo di mano, per divorarlo lui stesso. Condivideva con l'aysen la necessità di far scomparire qualunque prova, ma era pur sempre un druido della Corte: non avrebbe mai permesso ad una donna di mangiare un biglietto. Jullie rispose al suo gesto con un sorriso, il primo autentico che le illuminava il volto, poi si mise in ascolto, per controllare che alcun altro origliasse il loro colloquio. Forse complice la prima mattina, forse la soddisfazione di Madame Bardera per la cifra guadagnata, nessuno era di guardia e presto la Contessa invitò Alexandros a sedersi accanto a lei, sul bordo del letto. “Così siete il lacchè di mio cugino?” scherzò “Beh, mai messaggero mi è stato più gradito. Le istruzioni sono chiare, ma voi dovete ancora darmi qualcosa, esatto?” “Si, mia signora. Questo sacchetto contiene la polvere della gemma di cui parlava Elrion: una gemma elfica, dono di Liannon: la maledizione sarà spezzata non appena voi ingoierete la polvere. Non attivando alcun incantesimo, Raphael non avvertirà il ritorno dei suoi poteri e lei sarà libera di allontanarsi dalla città indisturbata. Valker ed i suoi la aspettano a due giorni di cammino, nel cuore della Foresta dell'Aurora... sono una compagnia di zingari, fedeli all'Impero Celeste, o meglio a ciò che ne rimane. Insieme a loro sarete scortata sino ad Ilmharin e lì attenderete l'arrivo di Elrion. Non fatevi ingannare dalle apparenze: Valker è molto più abile e capace di quanto dia a vedere al primo sguardo.” Jullieva gli sorrise: “Sembra abbiate molta fiducia nel piano del vostro amico... dev'essere molto valoroso il Principe Oscuro per avere la fedeltà dell'ultimo druido della Foresta dell'Aurora, oltre ad essere sicuramente il più abile attore mai incontrato su Oeneta: persino io avevo creduto al tradimento di mio cugino. Riferitegli, per cortesia, che sua cugina Jullieva si lamenta del lungo tempo d'attesa: poteva essere più veloce nell'elaborare questo piano così perfetto.” Alexandros sobbalzò: era la prima volta che qualcuno si beffava di Elrion. Il suo stupore doveva essere evidente, dato che la donna scoppiò in una risata, continuando: “Elrion continua a non amare le critiche, devo supporre... mi ritrovo un cugino supponente; forse è per questo che Raphael lo ha adottato come erede. Suvvia, non vi adirate. Vi sono grata per il salvataggio, riferitelo anche ad Elrion. Ed ora... dobbiamo trascorrere insieme altri quarantacinque minuti... cosa preferite fare, messere?” Inutile aggiungere che ho sempre adorato l'ironia e la sagacia degli aysen.[/hrC] Come al solito le correzioni sono ben accette!
  24. Non ti preoccupare, la mia casella è sempre così! Mi invento qualcosa stanotte e domani ti scrivo!

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