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Dragons´ Lair

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Bellerofonte

Circolo degli Antichi
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  1. "Non sapevo vi interestaste anche di politica." Kara alza un sopracciglio e inizia a passeggiare per l'edificio, soffermandosi di tanto in tanto sulle intarsiature e le decorazioni che la magia di Sandrine ha prodotto in una manciata di minuti. "Abbiamo avuto molto tempo per parlare, mentre aspettavamo che qualcuno recuperasse il cuore" si volta verso di voi "Io e gli altri governatori, dico" la mano accarezza con delicatezza un arricciatura floreale su uno dei pilastri portanti. "Vogliamo istituire un comitato per riportare equilibrio sull'isola. I tesorieri di tutte le città si recheranno a Lalibela e prenderanno una equa parte dei tesori della città, così che ogni cittadina o villaggio costiero possa ottenere le stesse identiche ricchezze degli altri. Un nuovo inizio per tutti." e il trono? "Abdicherò a favore del comitato appena avrò ottenuto il cuore, e siamo tutti d'accordo sul radere al suolo il palazzo reale, simbolo di oppressione! Nessuno avrà mai più l'occasione di ergersi sopra gli altri!" quanta bellezza viene distrutta ingiustamente in nome delle rivoluzioni? "Dopodiché dovremo occuparci delle trame ordite da quella put-" l'occhio di Kara cade su Randal, memore degli avvertimenti di giusto qualche minuto fa. "...di lady Tamara. Il culto di Selune è troppo potente, confischeremo loro tutti i beni e le confineremo in un vecchio monastero abbandonato nella foresta; nel frattempo incaricheremo i cavalieri di Fort Adigrat di sorvegliarle e nessuna di loro potrà lasciare il tempio. Tamara non è esclusa." Se pensate che le misure di Kara siano drastiche, non avete ancora ascoltato la parte migliore. Terminato il giro turistico torna a passi rapidi al cospetto dei tre troni e vi fissa intensamente. "So cosa pensate: le città si faranno guerra appena potranno! Eppure mai come in questi momenti di crisi siamo tutti uniti sotto un'unica bandiera, fidandoci l'uno dell'altro. Da quando Lalibela è diventato il nemico, ognuno di noi ha uno scopo comune che ci permette di andare avanti insieme. Perciò, come ultimo atto da Regina delle Stelle di quest'isola, farò un favore a quest'isola e darò a tutti qualcuno da odiare." sapete già chi, ma sentirlo dire da lei è tutt'altra cosa. La parola irrompe tra i denti stretti di chi ha del personale contro gli inquilini indesiderati di Barusha. "Goblin! Darò l'ordine di ucciderli a vista, e fosse l'ultima cosa che faccio li eradicherò completamente, li porterò all'estinzione! Sono la rovina di queste terre, portano orrore e bruttezza ovunque vadano! Meritiamo tutti una Barusha senza goblin." e nel mettere in atto questa guerra, le città saranno ancora unite fintanto che avranno qualcosa da combattere.
  2. Kara non si lascia trarre in inganno - miracolosamente! - dalle provocazioni di Sandrine e invece si prende un po' di tempo per sistemare le parole da usare. Convincervi sarà un'impresa ai limiti dell'impossibile, perciò meglio mettere in chiaro già da subito l'ovvio: "Il popolo mi vuole." asserisce gonfiando il petto. "Barusha è piena di sperequazioni e ingiustizie. Le città meritano di essere libere e la ricchezza di Lalibela distribuita equamente. E i goblin vanno estirpati dall'isola. Nessuno degli altri pretendenti è vicino ai problemi comuni della gente come lo sono io: Tamara pensa solo a Lalibela, Galifar è ossessionato dalle sue assurde visioni e Arsak non si pulisce il didietro se Rao non glielo comanda. Vi posso piacere" sguardo su Sandrine "oppure no. Ma non avete molto da ragionarci. L'unica che vuole davvero migliorare quest'isola sono io."
  3. "Grazie, capitano." Avete mai visto un sorriso di plastica su una faccia di bronzo? Razul taglia il nodo con un solo fendente di pugnale, così veloce che a fatica riuscite a vederlo. La corda cade a terra e i polsi lievemente arrossati di Kara sono finalmente liberi. La lady di Ibnat se li accarezza dolcemente senza distogliere lo sguardo da entrambi: "Siete qui per interrogarmi, quindi? Volete che vi spieghi il mio malefico piano per la conquista dell'isola e delle terre d'occidente?" le mani si agitano lentamente alla parola malefico. Avete il fondato sospetto che se dovesse muoverle un po' troppo, Razul gliele trancerebbe di netto.
  4. Kara dimena i polsi: "Immagino che quel cazzòne di Arrigo godrebbe vedendomi così, a parti invertite." Sempre dolci parole per i membri della Eurus.
  5. @Sandrine, Fortunale Fortunale e Sandrine trovano più o meno la stessa situazione che hanno lasciato da quando si sono assentati, poco fa. Razul segue ancora con gli occhi ogni movimento di Kara, ma quest'ultima stava parlando a Randal fino a un attimo fa. "Sono pronta a rispondere alle domande." esclama sicura, anche se ha i polsi ancora legati. Sandrine ha esplicitamente detto al non morto di allentarli e non di scioglierli, ed è ben noto che pochissimi non morti conservano la comprensione della retorica una volta trapassati...
  6. Razul non esita un momento ad obbedire agli ordini di Sandrine, allentando i nodi stretti ai polsi esili di Kara Yedilov abbastanza perché lei se ne possa liberare senza a sua volta nascondere un accenno di disprezzo verso il suo carceriere, e per esteso, verso i metodi barbari alla quale è stata sottoposta. Besnik e la contessa le passano accanto uno dopo l'altro e ricevono le stesse occhiate di sospetto dall'elfa, che si accorge nel frattempo che Razul è ancora lì, immobile accanto a lei quasi fosse una statua di carne putrescente pronta a rimetterle le corde ai polsi in qualsiasi momento. Kara indietreggia involontariamente di mezzo passo e un brivido di terrore le accarezza la nuca quando realizza che l'essere di fronte a sé non sta respirando. @Randal @Sandrine, Fortunale
  7. "Il grosso umano con la barba folta li ha visti scalare l'edificio, hanno scoccato due frecce contro di lui ed io...sono intervenuta." c'è ineluttabilità nella sua voce, come se l'omicidio fosse la conseguenza inevitabile di quanto successo. "Questo...essere...putrescente...può confermare." Razul ignora il riferimento poco gentile e pronuncia inespressivo come al solito: "Corrisponde a verità."
  8. Asvig annuisce e richiude la porta dietro di sé. I vostri commenti sono al sicuro da orecchie indiscrete fintanto che la soglia resta sigillata, perciò decidete di fare un breve punto della situazione, ahivoi amara. Fortunale intuisce in fretta che la prossima discussione sarà al contempo la più intensa e forse la più breve, date le premesse. La situazione fuori dal tempietto sembra agitarsi: sentite voci stridere, scudi che battono e le urla del capoguerra della Speranza che intimano di deporre le armi. Il crescendo termina in fretta quando sentite distintamente il rombo magico di un tuono e la sensazione di elettricità eccitare la peluria sulle braccia; siete tentati di alzarvi e vedere cosa sta succedendo fuori, ma Razul apre la porta precedendovi, trascinando lady Kara Yedilov con una corda che le immobilizza entrambe le mani. Dietro di sé, tre elfi folgorati giacciono a terra apparentemente senza vita; Arrigo li scuote con uno stivale per verificarne lo stato, ma fa cenno ad Asvig che non c'è nulla da fare. Preceduta dall'elfo non-morto, la chioma corvina di Kara le dondola sulle spalle raccolta in una coda allentata come fosse un mantello nero appoggiato ad un soprabito di raso blu, tra le cui pieghe vedete distintamente un'armatura di cuoio chiaro placcata d'acciaio sull'addome, sugli avambracci e sui polpacci. Ammesso che Asvig sia stato accurato nelle perquisizioni, non dovrebbe avere addosso alcuna arma - visibile o invisibile - eccetto le sue mani legate, ancora intrise di folgore. Non è un bel modo di iniziare, ma a questo ci siete abituati ogni volta che le rivolgete la parola. "Buonasera Capitano." mormora verso Fortunale - "Cavaliere Ridley, quale piacere." si inchina brevemente guardando Randal, ma invece non degna la contessa di uno sguardo. Sa di non essere benvoluta da alcuni di voi e non nasconde che il sentimento è reciproco. Strattona un po' la corda con una smorfia, ma Razul è inamovibile e fisicamente molto più forte di lei; il non-morto vi parla: "Si è verificato un incidente. Quattro elfi hanno tentato di violare il perimetro, e scoperti, hanno attaccato Asvig. Lady Kara, che attendeva di entrare per il colloquio, li ha folgorati ed uccisi. Come indicatomi, ho soppresso ogni sua arma." ...mani incluse. L'elfa grugnisce: "E questo è il ringraziamento per avervi aiutati...!"
  9. "Vi aspettate una minaccia, capitano?" risponde Galifar, stizzito "Preparerò il mio popolo a ciò che verrà. Se i costieri faranno lo stesso senza uccidersi a vicenda nel frattempo, forse avremo una possibilità. Altrimenti saremo soli." un cenno della mano e la porta dietro di lui si riapre lentamente, mentre la brezza e l'odore del mare pervadono nuovamente questi ameni posti. La sabbia per terra si raccoglie attorno all'elfo turbinando intorno ai suoi piedi. "Lo siamo sempre stati." conclude, teleportandosi via in una folata di polvere. Per la seconda volta oggi siete soli con i vostri pensieri. Asvig si affaccia chiedendo se va tutto bene.
  10. "Come definisci un dio che predica la pigrizia e giustifica l'omertà? Rao è rifugio per coloro che rifiutano il mondo, che ignorano che la vita è una battaglia." va bene, a Galifar non piace il dio della Pace, afferrato. "Arsak ha buone intenzioni, ma è tremendamente invasato dalle idee religiose ereditate da Iskander Yedilov." o, in altre parole, non date il cuore a un estremista religioso!
  11. "Vi assicuro che portate già il fardello di tutto ciò che so. Coloro che meritano la pacifica ignoranza sono gli elfi che non possiedono il potere di cambiare le cose; sarebbe crudele metterli davanti a una realtà che in nessun modo possono affrontare." - Galifar quindi è del partito di coloro che preferiscono non svelare la verità sul Cornotonante e sulla falsa sacralità di questo rito - "Coloro che portano caos sono anche gli unici che possono porvi rimedio e non fraintendetemi: non giudico le vostre azioni. Anche il caos stesso è a suo modo una forma primordiale d'equilibrio tra le parti." La domanda di Sandrine è al solito più articolata ma nessuno dei vostri dubbi pare metterlo davvero in difficoltà. Come già sapesse cosa volete chiedergli prima che apriate bocca, una sensazione sgradevole di soggezione che Tiberius vi ha messo dal primo momento in cui gli avete rivolto la parola. "Non ho altra scelta che rimettermi al vostro giudizio. Nessuno più di voi ha il potere fisico, l'autorità sacrale e abbastanza imprese alle spalle per decidere il futuro dell'isola." riferendosi rispettivamente all'Arcontato, al cuore ed alle vostre imprese recenti "Ci conoscete abbastanza da conoscere quanto rispettiamo le tradizioni e i riti. E' un qualcosa che è insito nelle nostre membra. Se così non fosse, perché la ribellione è iniziata proprio ora che i sovrani sono morti? Perché non prima? E come mai le forze in gioco non hanno semplicemente assediato Molo Zefiro prendendosi il cuore con la forza? Perché necessitano di essere scelti. Abbiamo così tanto rispetto delle tradizioni che basiamo la nostra vita su esse e se qualcuno dovesse opporsi, possiedo il potere di raggiungere i sogni dei dissidenti e obbligare le loro deboli menti a cambiare idea." La fiducia nei suoi confronti vacilla e Galifar pare esserne conscio, per questo cerca di convincervi basandosi sugli interessi in comune piuttosto che sulla reciproca affinità. "Non elargisco la magia a profusione se è ciò che vi spaventa, ma è utile per capire le intenzioni di coloro che vi stanno di fronte." - voi? - "So per certo, ad esempio, che Tamara desidera più d'ogni altra cosa l'approvazione di coloro che le stanno intorno. Che Kara non è sazia di vendetta su coloro che hanno ucciso suo padre. E Arsak, che considero un lathellin, crede davvero di essere un prescelto del falso dio Rao."
  12. "No." Risponde secco Galifar. "Fen'Harel padroneggiava arti troppo superiori alle mie, era capace di insinuarsi tra le pieghe dell'Oblio esulando ogni forma di divinazione. Tuttavia ho percepito voi appena il sonno vi ha colto una volta sbarcati sull'isola." il sussurro di Randal riesce ad arrivare alle orecchie elfiche dell'oniromante, ve ne accorgete dal cambio di espressione ora più sommessa, quasi rassegnata. Non importa che il cuoco abbia parlato capoventurese, per dialogare Galifar sta utilizzando una certa magia a voi già nota. Non interviene, poiché il commento non gli è stato rivolto direttamente. La legittima curiosità di Sandrine lo distrae dai pensieri del cuoco: "Perché? Non vi accorgete di quanto retorica sia questa domanda?" le immagini illusorie svaniscono. "Siete Arconti. È nella vostra natura stravolgere l'equilibrio naturale delle cose. Prima che vi intrometteste nelle questioni elfiche, l'isola viveva in un delicato stallo di poteri e necessità che perdurava da secoli, ma con le vostre azioni, favorendo talvolta una, talvolta un'altra parte, avete cambiato questi equilibri...e favorito il caos. Non fraintendetemi: noi Silvani vi siamo grati per questo. Ci avete offerto una possibilità che non si presentava da ere, quella di riplasmare l'isola secondo il nostro volere. L'ultima volta che è accaduto, da che si ha memoria, il Temibile Lupo guidava le sue armate contro la foresta. Sento che è l'opportunità di riscatto negataci per generazioni. Ma serranas."
  13. La domanda di Randal gli fa alzare un sopracciglio: "Un captiano guarda l'orizzonte e vede nere nubi avanzare verso di sé. Ascolta l'eco di tuoni lontani, annusa l'odore di pioggia. Sa che giungerà tempesta, prima o poi. Perciò ammaina le vele e istruisce i suoi uomini prima che sopraggiungano i nembi." - Galifar non può guardare letteralmente nel futuro, ma pare aver intuito che la morte di tutti gli Arconti protettori ha rotto l'incantesimo che teneva l'isola fuori dai torbidi movimenti del resto del mondo. L'atollo elfico incontaminato probabilmente non sarà più tale, la prossima volta che vi metterete piede. Il Somniari silvano stringe i palmi sfregandoli tra loro per generare un riflesso brillante che cresce lento racchiuso tra le mani; quando l'elfo allarga le braccia, la sfera di luce esplode in una splendida illusione che dà vita ai suoi pensieri. "Sogni mutevoli, sogni volubili e balordi. L'Oblio è irrequieto, come una lira le cui corde sono state pizzicate con troppa foga. L'Arconte delle Ombre cresce più potente ogni giorno, e anche se non conosco il suo scopo, so che dev'essere fermato con qualsiasi mezzo." Galifar sfida Fortunale con uno sguardo "Darò agli elfi un nemico comune, instillerò il terrore delle Ombre nei loro cuori durante il sonno, lo stesso terrore che aleggia nei cuori della vostra ciurma." non è forse manipolazione, questa? Ma cosa non farebbe Galifar pur di fermare Kilagas? Come anche l'altro defunto oniromante, prende molto sul serio la minaccia della Zephira all'intero mondo. "Allora mi seguiranno. Poi prenderò l'argento di Lalibela con l'autorità indiscussa che mi sarà concessa da quel cuore, e restaturerò l'impero Yechilay. Lì non ci sarà spazio per quella parvenza di libertà che i costieri chiamano democrazia. Non abbiamo tempo per discutere con ricchi e grassi nobiluomini preoccupati solo di quanta carne c'è nei loro piatti. La guerra, la vera guerra, incombe." il potere nelle mani di un solo uomo - o elfo - non è quasi mai la scelta migliore, ma se Galifar vuole davvero combattere Kilagas a tutti i costi non ha altre scelte: è già difficile tenere il controllo delle città costiere in pace, figuriamoci in guerra. La seconda domanda di Sandrine non è rimasta inascoltata, ma l'elfo si prende il suo tempo prima di rispondere. La visione dei sogni cambia. "Ciò che so l'ho visto in sogno, negli echi del passato che aleggiano nell'Oblio. Sin dai tempi più remoti l'isola è stata governata da Arconti, e il potere divino della quale sono...siete impregnati era il motivo per il quale gli elfi si sottomettevano a un unico sovrano. Ma quando alcuni scoprirono che alla morte di un Arconte lo Spirito cerca un nuovo ospite, iniziò un'epoca di massacro. Sette e culti segreti tentavano di impadronirsi del potere ogni notte, in competizione le une con le altre. Fu il Temibile Lupo a sradicarle, una ad una, e trovò un-" Galifar si blocca, schiocca le dita, si guarda attorno. "Com'è che dite, voi?" frustrato, sbatte un piede a terra: "Fenedhis lasa! Qualcosa con un uccello...!" impreca e infine gli occhi gli si illuminano. "Un riflesso-no! Uno specchio per le allodole!" ...la storiella del drago. "La conoscenza è un bene che va elargito a sorsi, o rischia d'affogare chi la riceve." Dovreste aver capito chi avete davanti: un elfo pragmatico, a tratti amorale, dedito a far sopravvivere la sua gente ad ogni costo - inganni, manipolazioni mentali, non importa. Non ama gli elfi costieri, eppure è anche l'unico che come voi capisce davvero cosa sta accadendo al di fuori dell'isola, l'unico con una visione d'insieme. C'è del sangue di Tiberius nelle sue vene, dal modo in cui vi parla senza timore, dai suoi metodi ambigui di perseguire lo scopo e dal fatto che spesso termina un discorso con una massima di saggezza. In qualsiasi altra situazione lo avreste scartato a priori, ma con la Zephira alle porte anche lui può contendersi a pieno titolo il ruolo di sovrano.
  14. "Siete gentile, capitano Aghendor, perciò non approfitterò del vostro prezioso tempo come faranno gli altri pretendenti. Avete delle domande, e so già quali sono. Vi ho ascoltato in sogno." - l'altezzosità elfica scorre potente in questo orecchie-a-punta. Incrocia le braccia e sbuffa scuotendo la testa orizzontalmente. "Sappiate che Barusha ha vissuto millenni in una coltre opaca grazie alla protezione degli Arconti regnanti: Uthen del Tempo, Fen'Harel dei Sogni, Azamatar e Jazira della Conoscenza, hanno sacrificato ogni cosa per permetterci di vivere in pace, fuori dal caos dell'Oceano d'Oriente. Ora, per la prima volta nella storia, Barusha è sguarnita di un protettore e un pericolo incombe su tutti noi. Non credevo fosse possibile, ma c'è un nuovo Arconte delle Ombre che infesta questi mari. E' affamato, insaziabile di potere e vendetta. Nessuno è al sicuro. Questa lotta intestina è solo una farsa, ma voi sapete che la vera guerra non è qui. Nessuno degli altri comprende davvero, non come me. Datemi il potere e impiegherò ogni mezzo per fare in modo che l'isola sappia difendersi quando Kilagas Fuinur si paleserà sulle coste dell'isola. Altrimenti uccidere il drago, liberare la foresta, incoronare un sovrano...non sarà servito a nulla." Lo sguardo si posa su Sandrine: "So che vuoi chiedermi di usare il mio potere per cercare tua madre, ma l'Oblio è troppo grande ed è un'impresa impossibile senza conoscere il suo Vero Nome." poi su Randal: "Tu desideri sapere come regnerò nel frattempo: ebbene, ridarò gloria ad Arlathan e al resto della foresta distruggendo i non-morti e ricostruendo l'impero Yechilay con le ricchezze che i costieri hanno ingiustamente sottratto al mio popolo nei secoli. Prenderò fino all'ultima oncia d'argento nei forzieri di Lalibela e radunerò le armate di tutte le città per addestrarle a combattere contro gli Arconti. La politica e gli intrighi sono futili distrazioni! Governerò con il pugno di ferro se necessario, ma non permetterò più a quest'isola di autosabotarsi!" Infine Fortunale: "Fen'Harel credeva di poter fare tutto da solo, questo è stato il suo unico errore. Condurrò quest'isola alla salvezza con ogni mezzo possibile, anche coscrivendo l'intera popolazione con la forza, se necessario. Ho visto cadere Arlathan e Samre nelle mani del Male, non accadrà un'altra volta." La loquacità dell'elfo è inversamente proporzionale alla vostra, ma almeno non vi ha fatto perdere tempo.
  15. La porta chiusasi alle spalle del capitano Arsak si spalanca mossa da una folata di vento innaturale che trascina nell'ingresso polvere e sabbia. L'ombra proiettata sul pavimento stavolta è quella di due grandi ali da pipistrello color sangue che spingono un altro paio di battiti prima di ritrarsi sulle spalle dell'elfo e scomparire per magia. Se non fosse per la diversa natura - quasi demoniaca - della magia che ha trasformato il capovillaggio di Samre in una sorta di mezzo-diavolo dalle sembianze elfiche, non sarebbe difficile trovare una parvenza di similarità con il modo in cui Sandrine è solita presentarsi a questo tipo di appuntamenti; il che vi fa pensare a due cose: la prima, che Galifar ha ancora qualche sprazzo di teatralità ereditato dal suo antenato Fen'Harel, e secondo, che la contessa d'Alamaire ha trovato un degno avversario in fatto di entrate in scena. Se morto un capogilda se ne fa un altro, morto un Temibile Lupo... @Randal & Sandrine L'elfo torna nelle sue sembianze normali, visibilmente seccato di essere stato privato del bastone che lo identifica come guida dei Silvani - un'altra piccola vittoria della politica "niente armi" di Asvig che sorveglia l'ingresso. Un cenno distratto della mano sinistra chiude la porta dietro di sé mentre attraversa la sala per fermarsi nello stesso identico posto dal quale il capitano Yedilov vi ha parlato poco fa. La ben celata illusione che tutti gli elfi di Barusha siano in qualche modo giovani e belli viene tradita dalle vesti tanto maestose quanto antiche di Galifar. I panni scuri ricamati di tele vermiglie ricalcano i motivi delle venature delle foglie di platano; il vestito consiste in un'unica lunga tunica nera dalle pieghe asimmetriche ma stranamente piacevoli, tenute su alla vita, sui gomiti e sulle ginocchia da cinturini di pelle di serpente. Ai piedi un paio di sandali rustici mentre le mani sono coperte da guanti che lasciano scoperti soltanto i polpastrelli. I Vallaslin, i tatuaggi facciali tipici degli elfi di quest'isola, sono molto più marcati di quelli che siete abituati a vedere e nascondono a stento un velo di sporcizia sul volto. Se Arsak odorava di letame di cavallo, Galifar sembra usare troppo poco l'acqua dei fiumi per ripulirsi della patina di humus che lo circonda. "Mythal'enaste, shem'len. Ma serranas ma las'hanin var vhen. Dirth'era ar tan dar tel'din hellathen." le parole escono dalla sua bocca come una poesia che si perde nell'aria. La sua voce è eterea, sottile. Mentre vi parla vi guarda negli occhi, vi scruta e non dimostra nemmeno un guizzo di timore nello stare al cospetto di tre Arconti. @Elfico @Tutti
  16. "Rao vi benedica." Il capitano accenna un lievissimo inchino con la testa in segno di rispetto per voi e senza aggiungere nient'altro fa tre passi da gambero prima di voltarsi e abbandonare l'edificio. Rimanete soli con le vostre discussioni in attesa che il somniari vi faccia visita - sperando che stavolta non sia tutto un sogno!
  17. "Galifar." pronuncia risoluto, come se un nome soltanto possa schiarire ogni vostro dubbio. Ma non è così, vero? C'è bisogno di un piccolo preambolo, il riassunto del riassunto di una storia parallela svoltasi dietro le quinte delle vostre avventure per far sì che capiate il ruolo del capovillaggio di Samre in questa tragicommedia. "Ha strane doti quell'elfo, poteri divinatori che anch'io stento a credere esistano. Non sempre capisco tutto ciò che dice, ma pare abbia sogni ricorrenti su di voi e le vostre imprese. Mi ha avvertito delle vostre intenzioni perché temeva aveste bisogno di una mano contro il drago. Sapevo non ce ne sarebbe stato bisogno." sorride, orgoglioso delle voste gesta.

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