Tutti i contenuti pubblicati da Pippomaster92
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Atto IX [Lakeshrine] Sussurri di una ninfa
Valena Aurica "Credo che la cosa, comunque, non si possa risolvere così facilmente" continuo, ricordando situazioni simili occorse a me "Mercy, se prometti di non usare alcun tipo di violenza, accetteresti di parlare da sola con Gadriel? Forse potresti convincerti che è cambiato... E che merita una seconda possibilità. Hai fatto un lungo viaggio, varrebbe la pena..."
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Sezione II - Capitolo 2 - Come Semidei
"Stanno cercando me, dite? Interessante. Non credevo sapessero della mia esistenza... ma posso capire il motivo di tanta violenza, ora. Dopo tutto sono l'unico satellite in orbita attorno a Kepler. Se riuscissero a craccare i miei codici potrebbero usarmi per diversi compiti. Tra i quali, forse, lo spionaggio e la ricerca di metalli rari. Sono liet* di sapere, però, che la Sezione III è ancora viva. Ma come mai non avete risposto?" NOTE
- Atto I: Il Sangue della Città
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Atto IX [Lakeshrine] Sussurri di una ninfa
Valena Aurica Condivido le parole di Jasmine, e mi limito a posare una mano sulla spalla di Mercy "Tutti noi abbiamo commesso azioni delle quali ci vergogniamo. Ma qui possiamo ripagare chi ci ha perdonato facendo del bene"
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Non vi è nulla da temere se non il fallimento - TdG
Dal fumo si leva di nuovo la voce dell'uomo, all'indirizzo di Sorella Dana "Nel Suo Nome io rifiuto di consegnarvi ciò che è mio di diritto. Ma se lo desiderate così tanto, sorella, perché non venite a prenderlo? Vi posso concedere un duello d'onore, e una morte altrettanto onorevole"
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Of Orcs and Men - TdG IV
Gli ordini di Wurrzag vengono obbediti prontamente... per gli standard orcheschi, almeno. E tenendo conto del profondo disagio che il mare provoca a buona parte dell'equipaggio. Impiegate due giorni per raggiungere la zona designata, ci avreste messo meno se tutto il cordame della nave non fosse stato così difficile da gestire. Un paio di guerrieri ci si sono quasi strangolati, e Tanya ammette di non avere la più pallida idea di come debba essere sistemato. Solo Tayyip pare avere qualche idea in merito, e con i suoi consigli riuscite quanto meno a spiegare le vele. Approdare per far scendere i cavaalieri, Azog e Argor è un'altra bella impresa. Perché non ci sono porti o banchine, qui. Alla fine trovate una zona di costa abbastanza bassa, e usando un guscio più piccolo portate gli animali e gli orchi sulla spiaggia. Ci vuole quasi tutto il pomeriggio, perché se gli orchi sono scontenti della situazione, potete immaginare come lo siano le bestie! Da questo punto in poi la situazione procede molto più speditamente. Arrivate in vista del villaggio umano e avete modo di osservarlo con tutto l'agio del mondo. Ha un ordine di mura, in legno, ma come già per l'altro villaggio costiero nel nord le mura si fermano quando arrivano al mare. C'è anche un molo di legno, e alcune piccole barche a vela sono all'ancora. Il villaggio conta un centinaio di case e ha diversi campi coltivati tutti attorno. Oltre a molti edifici in legno ne vedete una mezza dozzina di pietra. Uno in particolare è molto grosso e alto, con una torre. Attaccare questa cittadina solo da terra sarebbe stato decisamente difficile. T'kava, che in questi giorni si è un po' ripresa, aguzza la vista e osserva le difese "Quello è un fortino. Ne ho visto uno vicino a dove mi tenevano prigioniera... mi ci hanno fatto passare davanti in catene. Pietra, è come una montagna scavata. Ma non ci sono tante sentinelle sulle mura. Sono stupidi o sono molto sicuri di loro"
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Capitolo II - Figli del Peccato
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TdG - Larta 'h Vekkdin - I - Sulla porta di casa
Snorri
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I Regni del Buio
Z'ress "Ti sono marcite le orecchie, mago? Ti ho chiesto se mentre noi eravamo lontani dalla città hai notato qualcosa... ma lasciamo perdere. Il piano è piuttosto semplice. Useremo delle sentinelle per tenere sotto controllo il nemico, ma non lo intercetteremo finché non sarà abbastanza addentro alla città. A quel punto tu avanzerai con i morti e noi lo coglieremo sui fianchi. È un piano perfetto" perché così io perdo meno pendine del mago, ovviamente.
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Capitolo II - Figli del Peccato
Arth
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Il futuro di Dawnstar
Zisanie "Non è vero che veniamo sempre ascoltati. La mia opinione, per esempio, è poco apprezzata. Forse perché non dico mai bugie?"
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Capitolo II - Figli del Peccato
Arth
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Capitolo II - Figli del Peccato
Arth
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Capitolo II - Figli del Peccato
Arth
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Le Cappe D'Oro: Un nuovo inizio
Ophelia Siamo dalla stessa parte, monsieur. Ho... molto a cuore la vostra gente. Non molto tempo fa il vostro culto mi ha reso un servizio notevole. Non sono una grande estimatrice dei debiti da ripagare, se sono i miei debiti. Ma questa volta mi piacerebbe fare un'eccezione Vorrei potervi aiutare, in qualche modo. Per questa o per un'altra volta.
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Capitolo II - Figli del Peccato
Arth Chloe
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Capitolo 1 - Mollare gli ormeggi.
Assemblata con le corde una "fune di sicurezza" per Jerk, affidata alle forti mani di Herger, date il via al secondo tentativo di ascesa. Il goblin comincia a salire, e più si avvicina alla cima della torre più si sente... elettrizzato. L'aria è carica di energia, e molti degli oggettini metallici di Jerk cominciano a mandare piccole scintille, i peletti sulle braccia si drizzano e la bocca comincia a pizzicare. Ma per sua fortuna non accade nulla di più grave. Raggiunge la cima e osserva un attimo i fiori: sono molto delicati, ma anche numerosi. Alcuni però hanno già cominciato ad appassire, diventando marroncini e molli sui bordi. Comincia a raccoglierne alcuni restando comunque all'erta. In mezz'ora ha concluso l'operazione, e può cominciare la discesa. Con un po' di fatica Herger lo tira al suolo con il suo carico di piccoli fiori.
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Capitolo II - Figli del Peccato
Jean
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Capitolo II - Figli del Peccato
Arth Chloe
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Capitolo II - Figli del Peccato
Arth Jean
- Atto I: Il Sangue della Città
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Il Viaggio più Lungo - TdS
Sì, sono 30m di due corde, più un due metri e qualcosa di una persona di taglia media che tiene la corda, volendo. Se anche vi arrampicate per qualche metro (2-3) sulla parete, facendo una "cordata/zavorra" per Jerk, va bene.
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Il Viaggio più Lungo - TdS
Le torri sono maestose: le tre più larghe svettano per circa trenta metri, le tre più piccole sono anche più alte, forse di altri dieci metri. @sani100
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Capitolo II - Figli del Peccato
Arth e Jean Ravynne - dopo cena Yksandr - ora di cena
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TdG - Larta 'h Vekkdin - I - Sulla porta di casa
CAPITOLO I - SULLA PORTA DI CASA Le storie sui wandak vi avevano preparato male all'accoglienza di Kel Boldar. Molti tra voi pensavano di essere invitati subito tra i propri parenti, di essere festeggiati come figli tornati da un lungo viaggio. Solo i più realisti tra voi sapevano che non poteva essere così semplice. I maukk-dor sono cauti, formali e pragmatici. Niente fanfare, niente banchetti in vostro onore. Quel che è peggio, niente Kel Boldar. Quest'anno è il 2488 secondo l'Endag (l'unico calendario degno di questo nome). Un'annata importante per Kel Boldar, che ha richiamato a sé molti esuli. Sono arrivati alla spicciolata, due o tre per volta, e sono stati radunati e alloggiati in alcune locande di superficie, poste ad almeno un giorno dalla Montagna. Chi è arrivato tra i primi ha avuto modo di vedere come vivono i thrag varaak al servizio di Kel Boldar. Molti sono contadini e si occupano delle grandi coltivazioni che sfamano i trog. Altri sono allevatori, o anche artigiani... ma si occupano solo dei lavori più umili e funzionali. Lavorano il debole legno per creare attrezzi agricoli, fabbricare carretti o mobili per le loro case. Questi nani vivono in abitazioni grandi e tristi, senza decorazioni, condividendole con molti dei propri simili. Tutto è ordinato e pulito, ma anche squallido. Ogni giorno passato qui amplifica il desiderio di entrare a Kel Boldar. Il paragone tra le due realtà è spietato e diversi dei wandak si trovano scossi da emozioni che non pensavano di provare. Nostalgia, invidia, odio. Anche coloro che sono giunti qui controvoglia ora si sentono spinti dal desiderio di entrare. Di far parte dei trog, della vera vita di un nano. Qui fuori non c'è nulla per cui valga davvero la pena vivere. I thrag varaak sono stati cortesi ed ospitali con tutti voi, ma anche piuttosto freddi. Sanno perché siete qui e probabilmente vi detestano per ciò che voi potete fare, e loro no. Immaginate che vivere all'ombra della Montagna senza potervi mai entrare sia una tortura davvero crudele. Il clima è fresco, la primavera è ancora ai suoi primi giorni. I nani di Kel Boldar hanno deciso di aspettare qualche giorno in più del previsto per vedere se ci sono eventuali ritardatari. Sono giunte voci di bufere nel nord che hanno interrotto le strade e costretto carovane umane a lunghe deviazioni. Poi un giorno, all'alba, dei soldati di Kel Boldar vi svegliano bruscamente e vi radunano. Camminate in silenzio per diverse ore, fino a raggiungere un complesso di edifici quasi ai piedi della Montagna. Per la prima volta vi trovate tutti assieme. I wandak del 2488 sono quasi una ventina. Diciotto, per la precisione. Sei donne e dodici uomini, delle età più disparate. Lì c'è una bambina, spaventata e con i lacrimoni agli occhi. Poco distante un nano così vecchio che deve poggiarsi al manico di un'ascia per restare in piedi. Il nervosismo è palpabile, bassi mormorii cominciano a levarsi tra di voi. I soldati di Kel Boldar vi tengono sott'occhio, quasi temessero un assalto. Alcuni vi guardano come se foste orchi travestiti da nani, tanto è il disgusto sui loro volti. Ma tutti tacciono, i soldati si mettono sull'attenti, quando un nano esce da uno degli edifici. Scortato da due attendenti il nano porta vesti semplici ma ha mani e barba ingioiellate. Gli occhi sono molto chiari e gli conferiscono uno sguardo acuto ma tutto sommato amichevole, accentuato da un sorriso che turba i folti baffi. Uno degli assistenti gli porge una pergamena tesa su una tavoletta di pietra, e lui la legge spostando lo sguardo tra tutti voi. Annuisce con un cenno della mano, un gesto che vi riporta alla memoria i nani più vecchi che avete conosciuto: è una cosa tutta di Kel Boldar, che i nani di Eos non fanno. Vi aspettavate un discorso, o qualcosa del genere. Invece il nano se ne va lasciando dietro di sé l'assistente più anziano. Poche sue parole e i soldati vi radunano e vi scortano verso uno degli edifici più spogli, privo di finestre e costruito in pietra grigia. Venite condotti in un largo stanzone con un piccolo buco sul soffitto, per far entrare un po' di luce e aria. Ci sono panche di pietra lungo tre delle quattro pareti, un buco nel pavimento sotto a quello nel soffitto e un catino di legno con dell'acqua. E basta. Venite chiusi all'interno, e aspettate. Il tempo comincia a passare, e il nervosismo comincia a crescere. Cosa succederà adesso? Qualcuno si siede sulle panche, ma sono scomode: un po' troppo alte per un nano, e troppo strette. Qualcuno prova a smuovere la porta, ma non si sposta di un millimetro. Siete in trappola? Siete sotto osservazione? NOTE