Landar

Soggetto 1 K Con Soggetto 5

Gudrod Il nordico fece cenno ad Occhiverdi di tirare fuori i documenti e porgerli al tizio mentre lui pagava l'approdo con una delle corone dei nani "Lui è della corporazione dei mercanti." indicando Jacob. Dopo aver ceduto la corona si guardò intorno "Quel tizio invece chi è?" chiese sempre allo stesso indicando con lo sguardo l'uomo grasso dal vestiario e seguito piuttosto opulenti.

Judith Avrebbe voluto tirare un sospiro di sollievo, ma non poteva permetterselo. Il tempo stringeva e probabilmente presto il soffitto sarebbe crollato. "Velocemente, esci e vieni con noi." disse prendendo la chiave e spingendola avanti senza troppe cerimonie più per scuoterla e farla correre che per minacciarla "Portaci dal tuo padrone. Nel serraglio. In fretta, qui sta crollando tutto."

Magnus Il ragazzo si era fatto da parte dopo la macabra scoperta. Avrebbe lasciato ad altri il compito di controllare chi fosse e come fosse morto... a lui spettava quello di controllare che attorno non accadesse niente. Chiaramente subito dopo essersi ripreso dallo shock. E si riprese subito, iniziando a guardarsi attorno fino a quando tutti non vennero raggiunti dal nitrito di un cavallo. L'orrore tornò a serpeggiare tra loro, causando un brivido freddo lungo la schiena di Magnus. "Facciamoci da parte..." disse con voce un po' tremante.

Volpe Nera "Grazie per l'aiuto." disse ironicamente l'iniziato "Certo dovresti quantomeno mangiare, ci sono rimaste razioni in più." disse ora con tono severo. Effettivamente ora avevano anche le razioni dei quattro poveretti. Tentò più volte di instaurare una sorta di tregua col vecchietto, ma i sospetti su di lui erano troppo pesanti per infrangere quel muro probabilmente "Prima o poi dovrai dirci la verità." La vista del grosso veliero cambiò in parte l'umore di Volpe Nera "Probabilmente siamo addirittura tornati indietro." Si adoperò per pensare, come suggerito dal Vakeros, a come eliminare ogni traccia degli efferati omicidi. Facendolo in realtà spese del tempo anche a cercarne altre... indizi. GM

Kull Anche il Kurgan non ci pensò due volte a procedere. Stavano perdendo fin troppo tempo dietro a ratti o serpi. Riprese scudo e spada e con quest'ultima spalancò completamente la porta per cercare di far filtrare all'interno della successiva sala il poco di luce che passava dall'apertura della frana. Lo sguardo era sempre fisso e guardingo, i muscoli tesi pronti a scattare per colpire in caso di necessità. AdG

Nalu La mia mente sembra sincronizzata con quella del Golb e sinceramente non so quanto questo sia edificante, né quanto possa compiacere Siakt. Fatto è che dopo aver superato lo sgomento causato dal foro provocato dalla freccia di Owyin nel corpo del mezzo gigante, sfreccio tornando sui miei passi per dare manforte contro l'altro nemico o proseguire nel corridoio fino alla svolta per accertarmi non arrivino altri wojiek. DM

Isabela Sempre con la balestra carica in mano mi avvicino alla scrivania cercando di evitare di passare troppo vicino ai cadaveri nella vasche e ai pezzi di cadaveri a terra. Vorrei andarmene il prima possibile, per più di una volta trattengo a stento i conati e questa è una situazione che nemmeno ci faciliterebbe troppo in caso di combattimento. Tuttavia quegli scritti sono troppo importanti per essere lasciati lì, già il fatto che siano in Thalissoniano antico rende il loro valore elevatissimo. Una volta raggiunto il tavolo controllo i diari e i registri cercando di capire quale sia il più utile alla nostra ricerca.

Soggetto 1 K con 5 B

Gaël Roland de Glanborielle Guardò Dieter come nulla fosse accaduto, d'altronde non riteneva minimamente di averlo offeso e quel che aveva detto era una constatazione cruda della realtà. Realtà cruda che presto forse tutti loro avrebbero avuto modo di incontrare, anche se nell'Impero. Salutò con garbo i mercenari e tornò a dedicare tutta la sua attenzione ai propri amici, alcuni tra loro ritrovati dopo molto tempo. Guardò Jean Pierre, che alla fine era per lui l'unico sconosciuto del quale però la presentazione era già stata sufficiente a capire che tipo fosse. Con la coda dell'occhio, mentre beveva, notò il fratello leggere una piccola pergamena forse. Posò il boccale guardandolo curiosamente. Lo lesse dopo averlo ricevuto da Aigulf dopodiché iniziò a guardarsi attorno in cerca di questo Marco. AdG

Soggetto 1 K Con 5

Amatsumara La mia mano si posa su quella di Geiri-san, scivola lentamente fino a sfiorare l'arma che io stesso ho creato. Un solo tocco, leggero, per infondere tutto il mio potere. Ormai dietro il muro di sfortunati fedeli inclino il capo di lato. I pensieri tornano al momento in cui, poco fa, ho visto per la prima volta questa donna. Al modo in cui tentava di estorcere risposte da Hanakawa-san, come lo torturava, come lo osservava dopo averlo fatto colpire violentemente e ripetutamente. La bocca mi si distorce in una smorfia di disgusto. Eppure seguirla significherebbe sapere chi mi desidera. Già... nessuno mi ha mai desiderato per quel che sono, quel che posso fare. L'idea mi tenta, sfiora la mia mente come prima ho sfiorato la mano del mio fedele. Penso. Avrebbe già potuto tentare di prendermi con la forza. E' probabile che quel che dice è vero e i rinforzi chiamati in precedenza non sono ancora arrivati. Arriveranno. Poi la supplica dell'uomo che meglio mi conosce. Il suo sguardo, le sue lacrime. Non si è mai sbagliato, è stata la sua intuizione a colpirmi in passato. La sua capacità di vedere oltre, di comprendere. Studio la situazione. "Pace." mi sfugge una parola. La tentazione più forte in realtà. Sfioro con la stessa mano Hanakawa-san. Forse però il tono è leggermente ironico. Mikazuki scivola sul terreno. Polvere e detriti, un'incisione sul pavimento 'Sen'. Un semplice kanji, dal significato chiaro in questo contesto 'Battaglia'. Lo sguardo ci si posa sopra, così da portarci anche quello tremolante di Geiri-san. Ma la mia voce rimane calma, così come il respiro. "Saprai quando." dico in un sussurro per farmi udire solo da lui. Un turbinio di ricordi mi portano a un passato lontanissimo. A una guerra impossibile da vincere ma combattuta. Quale è il mio scopo ora? Come posso spezzare l'animo di questi uomini e donne già così feriti? Cosa ne sarà di loro? Non li lasceranno mai vivere. Li annienteranno. E' quest'ultima consapevolezza a convincermi. "E va bene..." lascio in sospeso la frase per non dare chiarezza ai miei nemici delle mie reali intenzioni. Narratore

Nalu Veloce come il vento mi avvento, letteralmente, sul wojiek maggiormente ferito, posizionandomi però al centro del corridoio nel tentativo di finire il primo e colpire anche l'altro stordendolo incurante della terza porta con la punta del bastone e poi un calcio a giro di tallone sul suo stomaco. Quel che sta facendo con la mano non mi piace affatto. DM

Gudrod Guardò l'uomo che si era fatto loro incontro. Tuttavia la sua attenzione era in parte rivolta anche a quel che si stavano dicendo Alrik e Ludwig. Guardò Mia "Penso sosteremo più che per un solo passaggio. Sì abbiamo alcuni affari da sbrigare." si guardò attorno "Bel posto." concluse lasciando il suo nome e quello dell'imbarcazione se necessario. Avrebbe pagato lui, avendo lui il denaro dei nani.

Isabela "Davvero?" l'idea chiaramente non mi piace affatto. Mi fisso bene la stoffa al volto per avere le mani libere per la balestra, ora carica e pronta. Procedo con cautela, rimanendo a pochi passi di distanza da Bradley ma cercando dove lui non posa lo sguardo per velocizzare l'operazione.

Soggetto 1 K Da solo

Amatsumara Le voci degli uomini mi scuotono dentro. Mi volto verso Geiri-san, lo sguardo lucido così come la mente. In quell'attimo di calma prima della furiosa tempesta imprimo, con la mia sola espressione, una sensazione di rimprovero e gratitudine verso il mio fedele. Mai nominarmi di fronte al nemico. Questo era chiaro sin dal principio... ma quanto sarebbe stata efficace la sua invocazione senza il potere del mio nome celeste? Poi improvvisamente, a ogni 'Sì' pronunciato da quegli uomini e donne scalcinati, deboli, ridotti a scarti dalla società dalla loro stessa debolezza, il mio ego si ingigantisce sempre più. La mano destra si stringe sulla katana, la mia adorata Mikazuki-Kazishin. Responsabilità, un'eredità che non posso lasciare a chi non è degno. Un turbine di magma inizia a scorrermi nelle vene, la mia forma apocalittica ancora non erutta, ma lentamente le mie ferite si rimarginano. Come se inconsapevolmente mi volessi preparare alla battaglia, una battaglia che non possiamo vincere ma che purtroppo siamo costretti a vincere. Una sensazione mai provata prima. Qui, così vicini al cuore della Terra, la Forza della quale sono responsabile, fluisce impetuosa attraverso il mio corpo. Il battito del mio cuore è come il ruggito della terra prima di un terremoto. La voce è bassa, sicura. Una convinzione che prima era latente ora mi spinge a parlare con determinazione, pienamente cosciente che quel che avrei voluto evitare non può essere evitato. "Dove è che mi volete portare?" Il mio corpo emana calore, incredibilmente. Come se da un momento all'altro volessi trasformarmi. Chi mi è vicino lo percepisce probabilmente. Narratore

Non vorrei sbagliare ma come a noi aveva dato leggere/scrivere a voi aveva concesso come avanzamento gratuito la lingua. Però può confermare solo lui

Gaël Roland de Glanborielle "Non mi riferivo certo a puzza e uominibestia... Ma Dame. Herr Dieter probabilmente nemmeno avete mai calcato un metro delle nostre terre. Non avete visto le lussureggianti foreste abitate da misteriosi elfi, né verdi colline dove si annidano pelleverde enormi e piccoli o le montagne dalle quali ratti bipedi grossi come te scavano buchi e ne emergono a migliaia." scosse il capo "Ci deve essere una chiara ragione se quella grande guerra è iniziata qui nell'Impero e non nel nostro Regno." con lo sguardo lasciò intendere che Bretonnia fosse più forte, incorruttibile e inconquistabile. "Una cosa però è certamente vera. Siamo qui per fare esperienza, accumularne il più possibile qui... e tornare a difendere il nostro Regno. L'Impero è certamente un buon campo di allenamento." strizzò l'occhio versandosi un po' di vino. Sempre una quantità moderata. Quindi si girò verso gli altri "A questo punto alloggeremo qui se c'è posto. Il buon Falisci si è già dimostrato un buon padrone di casa e ho speranza abbia ancora posto. Altrimenti ci accontenteremo di un'altra locanda."

@Mezzanotte

direi proprio di no la promessa è una parola data ahah parola! e poi non voglio rovinare il giochino di Avadal che tanto già sappiamo essere un gran bello beeeep

Statuetta sì, duergar fino a quando ne tiene il controllo Avadal. tanto dubito che qualcuno sia intenzionato a mantenere la promessa, promessa che Geralt non ha fatto ovviamente.

Sedor Sollevo il pugnale dal petto del bandito udendo chiaramente il rumore delle costole che si spaccano ulteriormente. Un fiotto di sangue schizza fuori, probabilmente direttamente dal cuore ancora pulsante in quel frangente sporcandomi volto e braccio. Rialzandomi tolgo il cappuccio usato per coprirsi il volto e mi ci pulisco, pulisco anche la lama del coltello. Afferro la spada corta e il randello, rivolto il cadavere prendendo anche le monete che porgo a Kira. L'idea di metterli in delle botti non è male. Il massimo che potremmo fare noi è scaricarli in mare dopo averli messi in un sacco, ma il nostro carretto è troppo piccolo per trasportarli tutti. "Sì ci fareste un grande piacere. Di certo non credo sia possibile seppellirli qui." ne parlo come nulla fosse accaduto. Tutti