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Mondo Oscuro - La Resistenza
Il capitano liquida il disappunto di Jebbeddo con una sonora scrollata di capo. " Mio caro amico questi sono uomini fidati. Tutti sapevano che tenevamo d'occhio Berke in un modo o nell'altro, una visita notturna ufficiale è meglio di un'uscita alla chetichella." Si guarda intorno e nota il tavolino. "Vieni, raccontami tutto. E voi, scendete e restate in attesa. Lasciate stare i non morti per ora. Che nessuno esca di qui. State in Guardia!"
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Mondo Oscuro - La Resistenza
Berke si massaggia i polsi una volta libero, guardando con odio Jebbeddo. Eldon intanto, un pò controvoglia, stabilizza le ferite del Mulhorandi il minimo possibile, giusto perchè non sia in pericolo imminente. "La morte ti ha sfiorato, ringrazia Urogalan. E Jebbeddo, io non sarei stato così magnanimo." Berke non proferisce più parola e se ne va, afferrando al volo qualcosa per il viaggio e dileguandosi di sotto. Il suo complice invece sembra un pò più riluttante e aspetta ancora qualche minuto prima di fuggire, temendo nelle ire del suo ex compare. Leggendo gli scritti, Jebbeddo trova traccia di accordi tra Morval e il Giovane, alcuni riferimenti ai falsi incidenti organizzati da Berke e anche una cosa interessante: a quanto pare il primo incidente, l'incendio di una nave di Zainud al-Tawil, è stato davvero un caso che ha dato l'idea al Giovane di affossare gli altri mercanti inscenando altri incidenti. Nei documenti Morval garantisce accesso a informazioni riservate ai membri di altre gilde cittadine, come quella degli artigiani e quella degli ambulanti. Inoltre i controlli della Guardia vengono palesemente allentati sulle attività del Giovane. Intanto Eldon scende e va a controllare in cantina. Torna poco dopo, disgustato, confermando la versione della canaglia "Giù ci saranno una dozzina di non morti, ho visto su più di uno il marchio di Cookie." Mentre sta ancora leggendo le carte, Jebbeddo sente scalpitare di zoccoli fuori dall'abitazione. Poco dopo fa ingresso un piccolo contingente della Guardia con in testa il Capitano Rigunth. "Ebbene, quali novità?" Non sembra aver fatto troppo caso alla raccomandazione di Jebbeddo di non farsi notare.
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Eldon continua a tenere sott'occhio l'altro scagnozzo che si unisce alle richieste del suo compagno di sventure:" Anche io come lui. Voglio scappare da questa città." Berke intanto sospira, sconfitto, e spiega: "Il tenente Morval ha un accordo con uno dei mercanti, il Giovane. Da quando è arrivato in città il tenente gli ha sempre assicurato una via preferenziale. Poi hanno assoldato me per distruggere gli altri mercanti con sabotaggi e falsi incidenti." Accenna al tavolo in fondo alla stanza: "Laggiù c'è un cassetto con il doppio fondo. Ho alcune missive tra loro due che dimostrano che erano in combutta. Fatene ciò che volete, dateli alla guardia o ricattate Morval, non mi interessa." "E gli zombie giù..." dice lo scagnozzo. "Ah giusto" continua Berke: "Giù, in cantina, ci sono alcuni non morti che abbiamo rubato a Cookie. Avremmo dovuto distruggerli, ma volevamo rivenderli e farci qualche moneta in più. Sono ancora marchiati col simbolo dell'halfling. Sono innocui, niente mandibola, catene a vita, mani e piedi."
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La canaglia guarda Berke, poi Eldon, quindi Jebbeddo:"Lui è il mandante!" dice indicando Berke. "E' lui che mi paga. Ma non so per chi lavora lui. Giurerei che ha a che fare con quel maledetto sbirro." Berke nuovamente ha un moto di rabbia e cerca di liberarsi, ma senza riuscirci:" Ti ucciderò maledetto idiota." Il prigioniero scalpita ancora un pò e poi si accascia, abbandonando ogni sforzo per liberarsi. "E va bene. Parlerò. E ho le prove, quell'idiota non è furbo come crede. Ma mi dovrete garantire che mi lascerete andare. Fuggirò, andrò via per sempre dal Thay."
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Lo scagnozzo disarmato inizia a frignare,tenuto d'occhio da Eldon. "Maledizione, sapevo che non dovevo mettermi in affari con te." "Stai zitto idiota." Lo apostrofa il Mulhorandi. "No Berke, sono stato zitto fin'ora. Finché c'era da svuotare un magazzino e affondare qualche zombie ero d'accordo, la paga era buona. Fin troppo buona. "Smettila maledetto, non dire nulla" Lo scagnozzo però continua:" Poi hai bruciato magazzini e navi mettendo a rischio tutta la città. E infine hai fatto ammazzare uno che lavorava con noi, solo perché il suo lavoro era ormai concluso. Sapevo che questa mossa ci avrebbe rovinati. Sei tu l'idiota." Berke prova a divincolarsi per aggredire il suo ex socio, ma non riesce a sfuggire dalla solida presa del Tiefling.
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Jebbeddo attacca, facendo appello a tutte le sue forze. Berke non si aspetta un guizzo così rapido e viene colto impreparato. Lo stocco di Jebbeddo perfora il bicipite del braccio armato del suo avversario che, con un urlo di dolore, lascia cadere l'arma e si stringe il braccio ferito, crollando in ginocchio ormai allo stremo delle forze. A quel punto anche l'ultimo avversario lascia stare il coltello e alza le braccia, arrendendosi, mentre Eldon si avvicina per sincerarsi delle condizioni dell'amico e curare le sue ferite. "Maledetti, vi uccideranno per questo..." sbraita Berke, la cui rabbia per essersi lasciato sconfiggere è l'unica cosa che lo tiene vigile vista la copiosa perdita di sangue.
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Il balestriere viene travolto dall'attacco di Keidros che lo colpisce in pieno, perforandogli l'addome. Questi indietreggia, lascia cadere la balestra e afferra un coltellaccio con cui si prepara a combattere in corpo a corpo.
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I colpi di Jebbeddo trovano una breccia nella difesa di Berke, ferendolo al braccio e al fianco, ma subito questi quasi non sentendo il dolore contrattacca, sfondando la difesa dello gnomo forse sbilanciato dal doppio attacco e ferendolo al basso ventre in maniera piuttosto grave. Anche l'altro scagnozzo avanza e incalza Jebbeddo, ma questo riesce a proteggersi e schivare agilmente. Subito dopo, un lampo di luce scaturisce dalle mani di Eldon e colpisce l'attaccante, che con breve gemito di dolore crolla a terra esanime.
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L'energia saetta dalla mano di Keidros e colpisce in pieno petto uno degli scagnozzi di Berke che vola qualche metro indietro, stramazza a terra e li rimane, immobile. Intanto la balestra scocca un dardo che fischia nella stanza e colpisce ad una spalla Eldon che emette un gemito soffocato di dolore.
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Jebbeddo incontra la difesa dell'avversario che, pronto alla battaglia, riesce a deviare di un soffio la lama con il suo coltello. I due si scambiano qualche colpo ma entrambi sono abbastanza lesti da evitare ferite. Intanto i due che erano al tavolaccio sono arrivati ad una grossa cassa aperta sul fondo del locale. Si mettono a frugare al suo interno e ne estraggono due spade corte. Eldon richiama il potere della sua divinità scagliando due raggi di energia necrotica verso Berke e uno dei due che si sono armati. Il primo sembra non risentire del danno, ma il secondo viene colpito in pieno petto, la sua energia vitale viene risucchiata e lui cade a terra prono.
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Il tizio nell'altro letto afferra una balestra e si tiene pronto, anche se è sicuramente spaventato. Continua a passare gli occhi da Berke ai tre. "Lo sapevo che non avremmo dovuto" si lamenta rivolto a Berke 🈁"Hanno scoperto tutto e ora finiremo sulla forca." Questo non lo degna neppure di uno sguardo e continua: "Idiota, sei solo un codardo. In quanto a voi, chi vi manda? Sarà quell'idiota di un Tiefling, razza di mostri. Ormai è in banca rotta, come Cookie. Poteva venire di persona, gli avrei spiegato le mie ragioni." Quindi si scaglia in avanti, pronto ad attaccare.
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I due continuano ad indietreggiare, spaventati anche perché colti alla sprovvista, senza armatura né armi. Quello col coltello invece sembra sicuro di sé e prosegue :"E così è per quel mezzo ufficiale senza palle. Ebbene, sono io Berke. Loro sono i miei stimati colleghi. E voi siete nella mia proprietà. Saremo lieti di usare la forza per farvi uscire di qui, ma non voglio attirare l'attenzione. Andatevene. Non sapete chi vi state facendo nemico."
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Eldon capisce che l'incantesimo ormai non serve più a nulla e lo fa terminare istantaneamente. Quindi si prepara a reagire nel caso in cui qualcuno nella stanza attaccasse i compagni. I due seduti al tavolo si guardano sempre allibiti. Quindi si alzano e indietreggiano allo sguainare delle armi. Dei due sul letto, uno salta in piedi spaventato dall'improvvisa voce sconosciuta nella stanza. L'altro si alza lentamente, tenendo tra le mani un lungo coltello e stuzzicandosi le dita. "E voi siete soliti fare irruzione armati in casa della gente a chiedere informazioni? Chi diavolo siete?"
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In cima alle scale il gruppo di trova in un grande locale comune con letti, tavoli e altre casse di merce varia impilati qua e là. Due persone in abiti da lavoro e sporche di sangue, stanno bevendo qualcosa seduti attorno a un tavolaccio, al lume di una debole lanterna schermata. Più indietro altre due sagome sono sdraiate su dei letti. I due strabuzzano gli occhi vedendo arrivare il gruppo di corsa ma senza sentire un solo rumore provenire da loro.
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Eldon preoccupato per quello che sta vedendo decide di tentare di mantenere il vantaggio che la situazione regala loro. Si avvicina alla casa, impone una mano in direzione di Keidros e sussurra qualche parola, inviando verso di lui una bolla di aria tremula che, una volta colpita la sua arma, si espande per poi scomparire. Un istante dopo il tiefling apre la porta nel silenzio più totale. Si trova davanti una grande sala utilizzata quasi sicuramente come magazzino vista la quantità di merce e casse mal stivati tutto intorno, buia e maleodorante. Sul fondo delle scale portano al piano superiore e un grande portone si apre verso quella che sembra una stalla. Al centro del pavimento una grande botola è bloccata da sopra con una spranga di ferro. Tutto attorno, macchie di sangue fresche si sommano a vecchie macchie secche.
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TdG - Prologo
simo.bob ha risposto a Hugin a un discussione Discussioni in Hanno fatto in tempo a morire di nuovo.Code "Lenny" Ashtrayer
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La strada è molto tranquilla, ormai è tarda notte e il traffico è davvero minimo, ancor più che i pochi in giro sono tutti concentrati nella zona dei moli, ben lontana da qui. Al piano terra ci sono due porte chiuse e alcune finestre . Il primo piano circondato da una bassa tettoia spiovente che da su un paio di finestre per lato con un piccolo balcone. Dalla stanza con la luce non si sente alcun rumore e nessuna figura sembra muoversi all'interno. Poi un rumore improvviso giunge dal piano terra, un tonfo sordo, poi una imprecazione seguita da un'altra voce che dice qualcosa di incomprensibile. Poco dopo anche la luce al secondo piano si spegne e il silenzio cala sullo stabile.
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Eldon prima di salutare decide di dare il suo aiuto al capitano che si è dimostrato così serio, valoroso e degni di ammirazione. Tenta di curare al meglio le sue ferite facendo appello alla sua divinità, quindi saluta e segue i suoi compagni. La serata passa tranquilla senza che nessuno disturbi Jebbeddo, intento ad entrare in sintonia con l'amuleto. Quinti i tre escono dalla locanda senza che nessuno si accorga di loro. Per strada incontrano poca gente, ma sentono il fermento venire dal porto visto l'attracco rimandato della nave di Cookie. Dopo qualche minuto raggiungono l'alloggio del loro obiettivo: una costruzione ai margini della città, su due piani, tetto a spiovente e vetri opachi. Nessuna luce dall'interno se non da una finestrella al secondo piano.
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Il capitano ascolta attentamente ogni passaggio del resoconto di Jebbeddo. Riflette qualche istante poi continua:"L'incidente con i nonmorti è quello che ha destato anche i miei sospetti. Il Giovane ha detto di aver perso un grande carico, ma alcuni miei uomini erano lì e mi hanno detto che, cadendo in acqua, una cassa si è rotta rivelandone il contenuto. E sapete cosa c'era al suo interno? Ciottoli e segatura. Altro che grande carico." Rigunth si sposta sulla sedia con una smorfia di dolore, poi prosegue: "L'omicidio e l'unica pista che possiamo seguire. Sono sicuro che il Giovane sta cercando di distruggere gli altri mercanti per poi prendere il monopolio del grande commercio in città. E ci sta riuscendo. Ma io non posso indagare, come avete sentito quel corrotto del tenente non vuole che si ficchi il naso nella faccenda. Berke di Sultim ha sicuramente un accordo con il Giovane. È stato visto più volte entrare e uscire dal suo sfarzoso palazzo. Dall'omicidio non si è più fatto vedere al porto ma so dove si rifugia. Andate, col favore delle tenebre. Catturatelo ed estorcetegli tutte le informazioni che potete. Quando sarà nelle vostre mani, mandatemi un messaggio e i miei uomini ed io arriveremo. Ecco, usate questa." Il capitano si sfila dal collo un amuleto a foggia di pergamena arrotolata. Spiega che basterà tenerla in mano davanti alla bocca, recitare un messaggio e dire il nome della persona a cui inviarlo.
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Il capitano è visibilmente malridotto: zoppica, si tiene una mano sul fianco e ha un occhio pesto. "Oggi gli scontri sono stati duri" dice mentre conduce il gruppo a una piccola stanzetta. Li fa accomodare e poi prosegue, grugnendo dal dolore mentre si siede: "Ce la siamo vista brutta, poteva essere una carneficina in città. Fortunatamente quell'idiota del tenente ci ha mandato a controllare la milizia. Per lui era una punizione, ma per una volta è stata la cosa giusta da fare. Avete visto? La seconda nave è stata praticamente assaltata." Quindi si sporge avanti sul tavolo come per sottolineare che quanto sta per dire è molto importante:"La situazione è grave e non ho forze a sufficienza per risolverla. Non so di chi fidarmi all'interno, tranne pochi. Voi state facendo il nostro lavoro, indagare. Voglio aiutarvi. Non mi interessa quanto vi pagano o cosa ci guadagnate, questa storia deve finire. Ditemi cosa sapete del sabotaggio dei mercanti."
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La via per le carceri è abbastanza sgombra anche perché molti sono rientrati dopo gli scontri con la milizia mentre altri sono rimasti al porto in attesa dello sbarco. Al piantone davanti al luogo di detenzione Keidros riconosce uno dei due che erano prima alla Guardia, non quello di nome Flin. Appena li vede avvicinarsi dice una parola al suo collega ed entra, zoppicando. Poco dopo il capitano Rigunth si fa vedere sulla soglia e fa loro cenno di entrare in silenzio.
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I tre trovano una posizione sufficientemente vicina ma sopraelevata per osservare gli avvenimenti. Dopo un facile attracco guidato da abili ormeggiatori, lo sbarco procede lento e disordinato. La folla preme da una parte, il cordone di gnoll che dovrebbe contenerla è instabile, si spezza in più punti e si ricompone, si accanisce su qualche gruppo e torna in posizione. Un ragazzo viene brutalmente malmenato e lanciato un acqua perché si è arrampicato su un carro della milizia. Un ambulante viene alzato di peso e trascinato via per aver inveito contro gli gnoll troppo violenti. Per il resto il mercantile viene scaricato senza gravi problemi. Intanto anche un altro natante entra in porto, battente una bandiera conosciuta, quella di Cookie. La manovra di attracco si svolge regolarmente ma la folla inizia a premere troppo, tanto da sfondare il cordone di gnoll e tentare addirittura di salire a bordo della nave. A questo punto interviene anche la guardia cittadina, scampanellando e urlando ordini a destra e a manca. Si sguainano le armi, incantesimi vengono lanciati e la folla viene brutalmente ricacciata indietro non senza vittime, ma il mercantile è obbligato ad allontanarsi dal molo per non rischiare altri scontri. Inizia a circolare la voce che resterà in rada fino a tarda notte quando la folla sarà dispersa. Qualcuno ride pensando a quanti soldi perderà il mercante halfling: questo ritardo permetterà al mercantile del giovane di vendere tutto il suo carico per primo a prezzi sicuramente più alti, mentre l'halfling si dovrà accontentare di un mercato già saturo di prodotti. Altri dicono che gli ultimi scontri sono stati causati apposta dagli gnoll che hanno stuzzicato di proposito la folla fino a farla esplodere. Tutti sono concordi comunque che una scena così non si era mai vista ed è molto preoccupante.
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Al porto i tre capiscono perché il tenente era vagamente preoccupato per l'arrivo dei mercantili. Sono stracarichi di merce che subito invaderà le strade della città, quindi la zona è piena di piccoli mercanti, artigiani e ambulanti che sperano di accaparrarsi i pezzi migliori a prezzi più vantaggiosi. Il tutto crea un mix esplosivo di affollamento, eccitazione e fermento che potrebbe facilmente sfociare in qualche disordine. Parecchie pattuglie di gnoll si fanno largo a spintoni tra la gente mentre anche qualche guardia tiene d'occhio la situazione dall'alto. Dopo poco che i tre sono in zona, cercando di capire come orientarsi, arriva il primo veliero, un tre alberi battente bandiera thayan: come dice qualcuno, una nave del Giovane. Mentre la folla si accalca ancora di più, Jebbeddo viene tirato per la giacchetta da un ragazzino. "Ehi signor gnomo. Stasera, dopo il tramonto, là dove dorme il marinaio coinvolto." Detto questo schizza via, confondendosi tra la gente.
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Il capitano ascolta attentamente le parole di Jebbeddo, girando sempre più nervosamente intorno al tavolo della guardiola. Una volta terminato il resoconto, Rigunth riflette qualche istante, poi continua il discorso:"Quanto mi dite è assai preoccupante. Abbiamo incarcerato l'assassino, è vero. Ma i mandanti sono altrettanto importanti e pericolosi ed è necessario vengano assicurati alla giustizia." Proprio in quel momento entra nella stanza quasi sbattendo la porta lo stesso ufficiale che il gruppo ha visto entrare di fretta poco prima. "Che succede qui dentro Rigunth, chi sono questi forestieri?" Il capitano si irrigidisce e una smorfia di disgusto appare per un istante sul suo volto. "Tenente Morval, che onore. Da quando i miseri affari della Guardia sono di vostro interesse? " Il nuovo arrivato, senza neppure degnare di uno sguardo i tre, progue:"Flin mi ha detto che adesso diamo retta al primo matto che ci viene a prendere per il naso. Sono a corto di uomini, ho bisogno che la vostra squadra supporti la milizia al porto. L'arrivo di quei due mercantili sta creando qualche scompiglio sui moli." Rigunth quasi non riesce a trattenere la sua rabbia, ma alla fine deglutisce amaro e prosegue "I cani hanno bisogno di un padrone che li addestri. Agli ordini tenente. Signori..." Detto ciò saluta il gruppo ed esce innervosito dalla stanza. Morval prosegue, ora rivolgendosi ai tre: "Il caso dell'omicidio è stato risolto. Il colpevole è nelle accoglienti mani dei carcerieri. Vi prego di non ficcare il naso negli affari che non vi competono. O dovrò prendere dei provvedimenti. E adesso fuori di qui. Fliiiin..." La discussione, per il tenente, è terminata. Flin, uno dei piantoni, spunta subito al richiamo di Morval e accompagna fuori dalla Guardia il gruppo.
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Le guardie si scambiano una veloce occhiata, poi osservano i tre con aria interrogativa. Uno dei due fa un cenno all'altro e questi lascia il suo posto ed entra nella Guardia. Quindi quello rimasto controlla il gruppo in attesa che arrivi qualcuno:"Una indagine privata dite? Non vogliamo giustizieri, in città, niente rogne. Abbiamo già abbastanza guai. Comunque fossi in voi mi farei gli affari miei e starei lontano da Berke. E' un brutto elemento, feccia Mulhorandi." Poco dopo arriva un ufficiale che invita i tre a discutere dentro la questione. Li fa accomodare in una guardiola e si presenta: "Sono il capitano Rigunth. Vi chiedo gentilmente di non creare problemi in città o saremo costretti ad intervenire. Per il resto, fate tutte le domande che volete ma non stuzzicate la gente pericolosa. Perchè cercate Berke? Non abbiamo nulla contro di lui ma lo vedrei volentieri dietro le sbarre a marcire. Cosa centra con l'omicidio? E' stato quel marinaio, lo hanno visto tutti e lui non ha provato a discolparsi."