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Dragons´ Lair

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Circolo degli Antichi
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  1. Gli attacchi vanno a segno, colpendo entrambe le volte l'avversario al petto e al braccio armato con due affondi ben eseguiti che lacerano la pelle esposta e indeboliscono l'avversario. Questi infatti tenta di contrattaccare ma il colpo è debole e Jebbeddo riesce agilmente a deviarlo, mentre anche Keidros para e respinge gli attacchi del nemico di fronte a lui. Eldon preoccupato dall'avvertimento dello gnomo indirizza le sue attenzioni sulla donna. La indica e la maledice in nome di Urogalan, mentre un flebile raggio di oscurità parte dal suo dito in direzione dell'avversario, avvolgendolo per un istante in una aura buia e sfocata. Subito la donna sembra quasi perdere le forze tanto che i suoi colpi diventano più fiacchi e meno efficaci.
  2. Il colpo di Keidros mette definitivamente fuori combattimento il nemico che crolla a terra esanime. Intanto Edwin si concentra sulla donna con il maglio e scaglia dei dardi incandescenti dalle dita che la colpiscono facendola gemere dal dolore. Lei intanto ha iniziato a martellare qualcosa sul fondo della parete rocciosa, creando piccoli crolli sempre più intensi. Da dietro di lei arrivano altri due Sepolti che le si parano davanti armi in pugno, a protezione. Uno dei due ha un'arma ad asta leggermente diversa dalle lame degli avversari e intona un breve canto passando accanto alla donna: una luce azzurrina la avvolge per un istante.
  3. I tre dardi colpiscono in pieno il Sepolto che viene quasi sbalzato a terra dall'incantesimo. Eldon tenta di utilizzare i suoi poteri sacri per bloccare un nemico, sollevando il simbolo del suo dio e ordinandogli di restare immobile. L'avversario cerca di muoversi ancora qualche istante ma poi rimane come congelato in posizione. Due vedono che la situazione inizia ad essere pericolosa. Dicono qualcosa alla donna col maglio e attaccano il primo della fila, Jabbeddo, tentando di colpirlo con le loro lame avvelenate. Un colpo di fortuna fa ferire lo gnomo al braccio. Subito un calore mai provato lo invade, passando dal braccio al petto alla testa. Ma la sensazione passa in breve e Jebbeddo resta vigile e pronto a combattere.
  4. Edwin è molto interessato effettivamente alla questione. Si appunta tutto il possibile, cerca di ricopiare i passaggi salienti e si sofferma molto anche ricercando se c'è qualche elemento nascosto o magico legato alle incisioni ma non trova niente di interessante. "Questa storia non era riportata, avevo solo qualche confusa informazione tramandata in qualche sgualcita pagina di rapporti minerari. Non credevo di trovare questo tipo di informazione. Se ne usciremo vittoriosi, potrei avere dell'altro lavoro per voi." Edwin pronuncia quindi qualche arcana parola e la sua luce aumenta di intensità, per permettere a tutti di vedere meglio l'intera grotta che si apre alla fine del cunicolo. Proprio mentre l'eco delle ultime parole del mago si spegne nel vuoto della caverna, alcune figure escono dalla copertura di alcune formazioni rocciose naturali, stalattiti di calcare alte come tutta la caverna che creano vere e proprie colonne dalle forme fantasiose scolpite dall'acqua. Uno dei Sepolti, una donna, sta di lato, in corridoio laterale, con un attrezzo molto simile a un maglio in mano, in attesa. Gli altri sono armati, le armi gocciolanti di un qualche liquido traslucido, e avanzano qualche passo verso il gruppo minacciosi. "A quanto pare non dovremo aspettare molto per trovarne altri." mormora Edwin.
  5. Edwin resta silenzioso, evidentemente di cattivo umore. Eldon si ristora con un paio di incantesimi per riprendere del tutto le forze e poi si unisce agli altri nella ricerca di tunnel secondari dai quali potrebbero essere usciti i due aggressori. A quanto pare la frana è stata provocata appositamente. Controllando meglio il gruppo nota che anche un altro cunicolo è stato bloccato. Una pietra di grandi dimensioni è rotolata sull'apertura, chiudendo il passaggio forse utilizzato dai Sepolti per arrivare loro alle spalle. "Avevo letto di questi stratagemmi" dice Edwin. "Questi pazzi piuttosto che essere invasi si fanno crollare i tunnel sulla testa e bloccano le entrate con grandi rocce. Ci vorrà una squadra di nani per spostare questo macigno." Non essendoci altro di utile, il mago chiede di procedere. Con cautela i quattro arrivano al punto indicato come Incisioni sulla mappa. Qui i muri sono come un libro, pieno di immagini stilizzate che nannaro una storia, forse proprio quella di questo popolo. Nella prima parte, un gruppo di umanoidi vive di caccia e la loro vita quotidiana è descritta con scene primitive ma molto familiari: un focolare, donne con bambini e uomini a caccia o al lavoro intento a costruire qualcosa. Scendendo per il tunnel appare una figura, simile a un grande uomo con la testa a triangolo rovesciato, che arriva portando un oggetto misterioso, rettangolare e con diversi raggi che partono dal suo centro. Presto altri, benché più piccoli, iniziano ad essere ritratti con la testa triangolare e si raccolgono intorno all’oggetto. Alcuni si allontanano dal gruppo e raccolgono quello che sembra un soffio di vento dagli animali uccisi durante la caccia, per portarlo all’oggetto misterioso. Nello scorrere delle incisioni questa attività si fa via via preponderante su tutte le altre del popolo; in una scena, quelli dalla testa triangolare prendono l’alito di vento da un vecchio prima raffigurato col bastone e poi steso a occhi chiusi, forse morto di vecchiaia, sul suo giaciglio. Scendendo ancora, quelli dalla testa triangolare fanno lo stesso con i caduti in battaglia, il cui soffio di vento è più grande e vigoroso rispetto a quello del vecchio o a quelli degli animali. Infine iniziano a prendere con la forza membri del loro stesso popolo per sacrificarli davanti all’oggetto, il quale attira a sé l'alito di vento strappato dai corpi. L'ultima incisione mostra il più grande uomo dalla testa triangolare davanti all’oggetto tenuto sollevato da due creature stilizzate con un foro nel petto all'altezza cuore. L’uomo infrange l’oggetto con una lunga verga anch’essa dalla sommità a triangolo rovesciato. Una voragine si apre ai piedi del popolo, la cui maggior parte ne viene inghiottito scomparendo nel buio. Un enorme creatura dalla testa triangolare esce dalla voragine mentre i pochi sopravvissuti del popolo si rifugiano in profondità nelle grotte. Qui terminano le incisioni, in un'ampia camera immersa nel buio.
  6. Lenny "Code" Ashtrayer
  7. Edwin erompe in un verso di frustrazione. "AAAAAH, maledizione. Vivi. Dobbiamo prenderli vivi. Controlliamo se hanno qualcosa di interessante e quelle famose armi, anche se dubito siano veramente d'oro. Come sta il vostro compagno?" Eldon pian piano si riprende, svegliandosi da un torpore anormale. "Che succede?" Chiede guardandosi intorno. E' ancora intontito ma non sembra in pericolo di vita. Controllando sui corpi, Keidros capisce di aver davvero ucciso l'avversario, probabilmente troppo debole psicologicamente per resistere al suo attacco. Addosso i due non hanno molto: sono vestiti di soli perizomi di pelle, hanno coltelli di osso alla cintura e un sacchetto pieno di una strana poltiglia umida. Le armi sono strane lame dentate di un materiale che a prima vista può sembrare davvero oro. Lungo tutta l'arma sono incisi simboli e disegni articolati che ricordano viticci o tentacoli. Il silenzio intanto è tornato nella galleria.
  8. L'incantesimo di Keidros ha un effetto dirompente sull'avversario. Questo infatti lascia cadere a terra l'arma e si tappa le orecchie, tentando invano di silenziare il suono che gli flagella la testa. Intanto apre la bocca, in un urlo muto che rimane congelato sul volto quando cade a terra esanime. Eldon intanto non si rianima ma è sicuramente vivo, come addormentato.
  9. Jebbeddo afferra per l'armatura Eldon e con fatica lo trascina indietro, evitando di finire sotto gli attacchi nemici che però sembrano più interessati a chi rimane in piedi piuttosto che accanirsi sull'halfling a terra. Anche aiutato dal terreno in discesa lo gnomo riesce nel suo intento, lasciando spazio a Keidros per attaccare. Il suo colpo scende dall'alto verso il basso come la mannaia di un macellaio e si pianta nella spalla dell'avversario nudo, recidendogli quasi di netto il braccio e facendolo crollare a terra con un urlo di dolore. Edwin ne approfitta per provare a rendere inerme l'altro avversario. Sarebbe un colpo di fortuna aver già trovato ciò che cercavano. Cerca frettoloso una pergamena tra gli astucci legati alla sua cintura, la srotola e ne recita il contenuto. L'avversario per un momento sembra infastidito da qualcosa, chiude gli occhi e scrolla la testa come per scacciare un brutto mal di testa, quindi ricomincia a combattere., lanciandosi su Keidros. La distrazione precedente però è sufficiente a fargli mancare il bersaglio.
  10. La coraggiosa mossa di Keidros mette al sicuro l'halfling a terra, mentre Edwin reagisce all'attacco indietreggiando e borbottando qualche parola arcana. Subito dalle sue mani partono dei dardi di energia che si schiantano su entrambi gli avversari, ferendo la loro pelle nuda, chiara e grinzosa. Senza perdersi d'animo entrambi attaccano Keidros con le strane lame dorate. Una lama viene deviata dall'aura magica che circonda il tiefling, mentre una riesce a perforare le difese, ferendolo lievemente al braccio. Subito un bruciore intenso sale per il braccio fino al petto di Keidros, facendolo tremare per un istante. Poi la sensazione passa, lasciando solo il bruciore della ferita.
  11. Keidros avanza fino a quello che sembra un crollo recente, provocato forse di proposito per bloccarli al di là del passaggio. Alcune pietre bloccano delle assi che tengono su quello che sembra un piccolo muro di contenimento, in parte crollato. Forse le recenti piogge hanno inzuppato la roccia in quel punto rendendola più compatta ed evitando il crollo completo, anche se la situazione è instabile: con un paio di colpi ben piazzati alla base sicuramente tutta la parete collasserebbe bloccando il tunnel. Poco dopo i quattro si trovano in uno slargo, in parte naturale e in parte artificiale, in cui sono stati abbandonati strumenti di lavoro e carretti, ormai consumati dal tempo e dall'umidita. In questa caverna sembra non esserci nulla di interessante e nessuna traccia di nativi, quindi Keidros prosegue per il corridoio ma, quando anche Eldon è entrato nel cunicolo, un urlo di dolore risuona nel buio: qualcuno si è mosso di soppiatto fino alle sue spalle e lo ha pugnalato. Eldon cade a terra inerme, mentre due figure si parano davanti al corridoio pronte a combattere con strane armi metalliche dorate in mano.
  12. Edwin ci pensa un pò e poi sussurra "Potrebbe essere, effettivamente. Al buio la vista è solo uno dei sensi utili ad orientarsi. Se hanno l'olfatto sviluppato sanno già che siamo qui, il viaggio sicuramente non ci ha aiutati a profumare di pulito." Il mago quindi fa un veloce gesto e pronuncia qualche parola, seguito da un piccolo movimento d'aria. Quindi pronuncia un comando. Avanza nel tunnel finchè non incontri una creatura. Qualcosa di invisibile passa tra il gruppo e si avvia verso i massi. Poco dopo si sente un piccolo urlo di spavento e un colpo di qualcosa di metallico sulla pietra, quindi passi che di corsa si allontanano. "Hanno ucciso il mio servitore inosservato, li abbiamo trovati." dice Edwin.
  13. Code "Lenny" Ashtrayer
  14. Il gruppo, allarmato, si ridispone preparandosi a eventuali nemici da affrontare nella caverna. Ma dopo il primo forte rumore non si sente altro. Keidros vede che il corridoio, pochi metri più avanti, sembra interrotto da un piccolo crollo. Subito dopo aver notato il blocco nel corridoio, a Keidros sembra comunque di sentire qualcosa al di là di quell'ostruzione, come il respiro pesante di una creatura che annusa l'aria.
  15. La cripta prosegue per qualche decina di metri. I minatori non hanno trovato nulla di utile nella roccia e l'hanno lasciata così com'era, ma sicuramente hanno frugato tra i corpi, saccheggiando già tutto quello che poteva avere un valore. Jebbeddo nota che tutti i corpi sono di umani e risalgono a diverse centinaia di anni prima. A terra nessuna impronta sembra indicare il passaggio di creature da anni. Superata la cripta due sale si allargano nel cuore della montagna, una naturale che degrada piano piano verso un lago di un blu simile a quello di qualche pietra preziosa, l'altra scavata sicuramente per estrarre qualche materiale prezioso. Il risultato è uno strano contrasto tra un ambiente molto regolare e scavato quasi in maniera chirurgica e una grotta naturale meravigliosa. Mentre Eldon osserva il lago e Edwin gli scavi, Jebbeddo che è in testa al gruppo sente distintamente il rumore di pietra che striscia su pietra poco più avanti nel tunnel.
  16. Eldon accetta suo malgrado. Di animo meditabondo e cauto avrebbe preferito impiegare qualche ora nel rendere sicuro il passaggio, ma capisce anche l'urgenza della situazione descritta dai colleghi. "Allora proseguiamo" dice Edwin, felice per la decisione presa. Superato il trabocchetto il gruppo prosegue per un largo e dritto corridoio alto poco più di un metro e mezzo, dove Edwin e Keidros devono proseguire a testa china. I lati del condotto sono picchettati e scavati per tutta la lunghezza, segno che qui si trovò una ricca vena da cui estrarre. Ad un certo punto la pietra torna ad essere naturale e non più lavorata e il gruppo si ritrova in un cunicolo scavato dall'acqua millenni prima. Dopo poco arrivano in quello che nella mappa è segnato come la cripta: qui nicchie sui lati della grotta, a diverse altezze, ospitano i corpi mummificati o gli scheletri di un antico popolo.
  17. I quattro studiano la situazione e arrivano alla stessa conclusione: rimettere in sicurezza il passaggio farebbe perdere loro un paio di ore. Più indietro di potrebbero recuperare attrezzi di fortuna e qualche tavola per ricreare qualche gradino nella roccia e rendere più sicuro il passaggio, ma è sicuramente un lavoro complicato e con una certa dose di rischio. Edwin è per proseguire senza indugio, mentre Eldon vorrebbe avere una via di fuga più sicura.
  18. Code "Lenny" Ashtrayer
  19. Il riposo è ristoratore e permette al gruppo di partire per l'esplorazione più tranquilli avendo anche familiarizzato con l'ingresso della grotta. E' un'ampia apertura nella montagna dove la vegetazione tenta di entrare timidamente anche se presto viene fermata dalle tenebre. I resti delle attività minerarie sono ben visibili ma ormai quasi completamente distrutti: vagoncini di metallo per l'estrazione della pietra corrosi dal tempo, qualche resto di attrezzo non ben identificato, i segni della lavorazione della pietra per rendere più agevole l'accesso alle grotte. Sicuramente l'attesa li ha resi sicuri del fatto che non ci sono tracce recenti in entrata o uscita dalla grotta. "E' ora, andiamo." dice Edwin serio e teso. Il gruppo si inoltra, seguendo quello che c'è scritto nella mappa, mentre Edwin con un incantesimo rende luminoso il suo bastone. Poco dopo l'ingresso una curva preclude la vista dell'uscita. Poco dopo incontrano la Conca, una grande depressione nel terreno dove sicuramente c'è stata attività mineraria. "La mappa dice trabocchetto poco oltre, state attenti." Ed effettivamente superata la conca i quattro si trovano davanti ad un improvvisa voragine che risulta nascosta fino un passo prima. I minatori avevano scavato un percorso nella roccia per aggirare questo baratro ma il tempo e qualche movimento delle rocce lo hanno fatto crollare in parte e risulta ora molto pericoloso passare. Sicuramente una fuga a rotta di collo, in queste condizioni, non è possibile. Ad ogni modo con calma e attenzione si riesce a raggiungere l'altra sponda.
  20. Eldon concorda con la decisione di accamparsi, nascondere i cavalli e riposare prima di andare sotto terra. Edwin vorrebbe lanciarsi subito in esplorazione poiché non vede l'ora di tornare alle sue comodità in città, ma accetta la decisione degli altri. Esplorando nei dintorni, trovano alcuni punti interessanti: - un altro accesso a una grotta molto piccola, il cui fondo è così vicino all'entrata che lo si può vedere con la sola luce del sole. - un basso casolare utilizzato forse come ricovero per i lavoratori prima o dopo il turno in miniera. - le rovine di alcune costruzioni in legno, di natura sicuramente successiva alla chiusura della miniera, ma senza particolari che possano spiegarne le origini. Cercando qua e là Eldon inciampa quasi su una lancia quasi nascosta dai brughi. Controllando meglio, trova parti di uno scheletro di qualcuno, probabilmente una guardia. Nei pochi averi rimasti recupera alcune gemme giallo scuro chiuse in una scatoletta di metallo.
  21. Edwin guida quindi il gruppo per l'ultimo tratto. Presto il gruppo attraversa le rovine di un campo di estrazione, con le baracche per i lavoratori, le stazioni di carico, forse una mensa. Qui la montagna ha pesantemente subito l'attacco dell'uomo che ne ha modificato l'aspetto lasciando cicatrici inguaribili. Edwin prosegue sicuro oltre l'insediamento abbandonato e prende uno scabro sentiero. Un'ora dopo, in un raro momento di euforia, esclama "Eccola, la testa di cane!" Effettivamente poco più in alto le rocce assumono una forma che le fa davvero assomigliare alla testa di un cane, o forse di un lupo, con la bocca spalancata in un muto latrato. Edwin conduce oltre alla roccia il gruppo, trovando sulla loro strada una grande apertura sul fianco della montagna. "Finalmente l'ho trovata. Cosa facciamo? Ci accampiamo o ci inoltriamo subito?" Chiede Edwin al gruppo. La marcia è durata fino al primo pomeriggio, mancano ancora diverse ore al tramonto, ma comunque il percorso è stato difficile e faticoso. La decisione però resta agli avventurieri.
  22. Jebbeddo nota che la flora sulle montagne dell'alba è scarsa: rovi e brughi ispidi, cespugli spinosi e alberi radi e già spogli, sintomo di un autunno precoce. Pochi animali selvatici si vedono o sentono durante il cammino, anche se un grosso cervo appare in lontananza per un breve istante, per poi fuggire al galoppo non appena avvertito l'odore dei viaggiatori. Il casolare è in una buona posizione protetta dal vento e al suo interno si trovano tracce di bivacchi di viaggiatori precedenti, sicuramente molto vecchi. Intorno qualche traccia di selvaggina, come tane e escrementi, e niente di davvero rilevante. L'accampamento è sufficientemente confortevole e i quattro passano una notte tranquilla, senza particolari sorprese. Edwin la mattina condivide ancora qualche informazione sulla loro destinazione. "Siamo vicini, oggi stesso arriveremo all'ingresso della caverna. Dovremo superare a breve il complesso minerario abbandonato, poi dovrò fidarmi dei racconti e le informazioni raccolte per trovare il punto esatto: dovrebbe essere poco sotto un massiccio la cui forma ricorda vagamente la testa di un cane." Poi estrae una pergamena e la mostra ai tre. "Questa è la mappa che sono riuscito a trovare tra le cronache. Le annotazioni parlavano di scontri dalla zona di quello che è indicato come Lago Blu e poi, più in basso, dalle Sepulture. Dovremo scendere fino a trovare i Sepolti. Mi raccomando, dall'atrio in poi sarà vostro compito guidare la spedizione. Domande? Altrimenti proseguiamo."
  23. Il resto della serata passa abbastanza tranquillo. Il gruppo va a letto e passa una notte abbastanza tranquilla, interrotta ogni tanto da qualche urla in strada di ubriachi o piantagrane. Si svegliano la mattina con un cielo limpido e un freddo pungente. La colazione è abbondante e molto grassa, simile alla cena del giorno prima. Alla partenza, il gruppo passa nuovamente dalle porte, trovando un altro gruppo di guardiani variamente assortiti. "Oggi arriveremo alle pendici delle Montagne. Stiamo all'erta, sono zone selvagge, rifugio di creature e banditi. Evitiamo distrazioni durante il viaggio, studiate il percorso: potrebbe essere utile in caso di fuga." Effettivamente poco dopo la città la via diventa molto più stretta e poco manutenuta. Qui sicuramente passare con un carro sarebbe un'impresa lunga e faticosa. Le montagne si stagliano sullo sfondo, alte e scintillanti di neve, col sole che ha appena fatto capolino da una delle aguzze vette. A metà giornata i quattro sono obbligati a scendere dai cavalli e proseguire a piedi, per non rischiare di far infortunare le bestie sul terreno impervio. Edwin ogni tanto si ferma a controllare i suoi appunti per verificare il percorso. La strada prosegue in salita, in direzione di un massiccio. Verso tardo pomeriggio i quattro devono aggirare una frana che ha interrotto il percorso. Poco prima dell'imbrunire Edwin scorge fuori dalla strada un casolare, probabilmente un vecchio ricovero per animali da pascolo, consigliando di fermarsi li per la notte. E' una bassa struttura quadrata con una larga apertura e piccole alte finestre.
  24. Code "Lenny" Ashtrayer
  25. Ganeth ci mette un pò ad afferrare le parole dello gnomo, poi annuisce ma non troppo convinto. Edwin sta scuotendo la testa: "Voglio quell'essere il più lontano possibile dalla mia persona. Potrebbe essere utile solo in mezzo a un campo di battaglia, ma non è ciò che cerchiamo." Si rivolge poi a Ganeth e prosegue: "Torna pure a fare la guardia alla città, c'è pieno di Feros fuggiti da Eltabbar che vorranno entrare stanotte." Ganeth se ne va, senza salutare, sperando di trovare qualcosa da combattere come detto dal mago. L'oste fa quindi accomodare su un tavolo i quattro e porta loro spezzatino e birra, per poi mettersi a pulire il caos lasciato dalla rissa.

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