Alkidámas
Ascolto e accolgo gli applausi. Alkidámas l'oratore. Quasi sorrido, quando il mercante inizia a farmi domande a cui non mi sono preparato. Ma la domanda finale mi interessa accademicamente. Beh, non lo so in effetti perché abbiamo scoperto i piani di invasione. C'è chi crede al fato, chi al caso. Goblin d'avanguardia attaccavano i mercanti, e Siravice di Perva ci ha invitati - previo pagamento - a liberare il passo. Abbiamo fatto il nostro dovere, e trovato i piani di invasione nella grotta dei goblin. Che gli Dei abbiano deciso di proteggere la città, o che sia stata la cupidigia dei goblin che non hanno saputo aspettare a razziare, o che sia stato il nostro valore a decretare il fallimento dell'attacco a sorpresa, non mi è dato saperlo.
Alzo tre dita. Se, tocco il primo dito con l'altra mano perché, tocco il secondo e da chi e finisco toccando il terzo dito siano stati aizzati, purtroppo non mi è dato saperlo: vedo talvolta il futuro, ho il dono degli auguri, ma non il passato. Ma non serve il dono per vedere che i goblin stiano arrivando, e vanno comunque fermati. Se c'è un incendio, non credo abbia senso cercare il piromane e fargli un processo mentre la casa brucia. Suggerisco di cercare chi avesse appiccato il fuoco dopo aver spento l'incendio.
Penso per un istante, e poi aggiungo. Però avete ragione, non potremmo saperlo se qualcuno ci avesse ingannato, per definizione: se lo sapessimo, non ci avrebbe ingannato. Annuisco soddisfatto, quasi dimentico del perché della domanda originale.