Ok, è un po' che volevo mettere questa foto, e poi devo far scalare il messaggio del selvaggio (oh, che rima poetica!), prima che mi venga la tentazione di fiondarmi nel primo albergo di Londra che trovo...
Bene, dunque: vi presento l'unica foto che mi aggradasse (o che avessi il coraggio di mettere qui) della serata allegra e vagamente bevente alla Belle Alliance, ridente locale, in una ridente piazzetta sperduta (che Hiade non sa trovare ), in quella ridente città che è Milano.
Al centro, nell'inconfondibil ruolo dello Zio Sam Alcolico (celebre maschera di Carnevale afghano-calabrese), abbiamo uno Hiade strappato alla quotidianità per una birra che gli dovevo (e che spero di dovergli ancora, così abbiamo altre scuse per uscire tutti insieme!).
Pregasi notare come lo sguardo trasudi chiara fermezza, incantata devozione alla causa, e imparziale saggezza, frutto di sapiente ricerca dell'estetica stilnovista, un po' Rococò ed un po' Barocca.
Il giovine baldanzoso è ritratto con rara sagacia chiaroscurale, e sincero incontro cromatico, che immediatamente fa balzare all'osservatore la ricchezza dei contenuti, la completezza perfetta della forma, l'immutabilità della psiche umana illuminata.
Ed ancora una volta, l'universalità dell'evento è testimoniata dalla barba sapientemente ritratta, dall'anello che sancisce immortal vincolo d'anelata quiete, dal lungo capello scomposto: il giovine non giudica, ma il suo sguardo, carico di sensazioni e di emozioni, invita chi l'osserva alla riflessione interiore, all'esame del proprio io, in cerca di una essenza profonda dell'essere, d'un cuor che si cheta nell'imbrunire stanco della primavera, e il naufragar c'è dolce, in questo mare.
Ah, quello mezzo tagliato, sulla destra, sarei io.