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[TEORIA]: I Fondamenti del Role-Playing


Messaggio consigliato

  • 10 mesi dopo...

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Principali partecipanti

ciao,

forse non sono affari miei ma perchè stai studiando questa teoria o meglio, a cosa vuoi arrivare?

Sono sempre stato affascinato dal concetto di "ruolo" e negli anni cerco sempre qualcosa di nuovo e innovativo e mi piacerebbe sapere se sei riuscito ad arrivare a qualche conclusione oppure no.

l'argomento è realmente interessante..

ricordo che c'era un libro di cui mi sfugge il nome (qualcosa tipo maschera e volto) dove l'autore analizzava le scelte dei giocatori nella creazione dei PG come sviluppo de proprio ego o delle proprie insicurezze..

molto bello..

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Ho dato una letta alla teoria che già conoscevo avendo precedentemente visionato alcune discussioni di the forge.

Onestamente mi sembra di fare studi sul gdr fini a se stessi in quanto, le conclusioni a cui si arriva, sono abbastanza ovvie anche senza fare troppe analisi filosofiche.

Pare come se il gioco di ruolo, che dopotutto è concettualmente molto semplice ed intuitivo, debba contenere quali intrigati e reconditi "perchè". E' un po' come scoprire l'acqua calda.

Evidentemente, visto che oramai, dopo 30 anni, è stato inventato di tutto, si deve cercare di analizzare per forza un mondo e dare scientificità ad un qualcosa che, a parer mio, di scientifico ha ben poco.

Nulla togliendo, ovviamente, al lavoro che è stato fatto...

C'è qualcuno che la pensa come me?

Mantis

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Evidentemente, visto che oramai, dopo 30 anni, è stato inventato di tutto, si deve cercare di analizzare per forza un mondo e dare scientificità ad un qualcosa che, a parer mio, di scientifico ha ben poco.

Tutto? in 30 il GdR è cambiato veramente pochissimo! solo in quest'ultimo periodo grazie a buone teorie si sta evolvendo in modo esponenziale.

Questo dimostra che le teorie non solo servono ma se fossero state applicate tempo fa ora avremmo una qualità di giochi nettamente superiore.

Tra l'altro il lavoro di Rob è ottimo, credo sia l'unico in Italia a portare avanti una propria teoria nel campo dei Giochi di Ruolo.

Poi se si vuole discutere se la teoria serva o no per il giocatore, beh mi pare che la risposta sia più che scontata.

Io uso il cellulare ma non so niente di campi elettromagnetici e onde radio, ciò non toglie che chi ha inventato queste apparecchiature un po ne sappia... ;-)

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Volendo, Mantis, è come chiedersi perchè alla fin fine il primo PG che si gioca è sempre il bell'imbusto o l'elfa e mai la bruttona sgorbutica o il mezz'orco scemo...

Volendo sono cose che si possono senza molti problemi evitare, ma quando capisci il perchè, beh, si ha un miglioramento nel gioco, perchè spingerai il giocatore nuovo, e forse anche quello vecchio, a spingersi un pò più avanti.

Il gdr in fondo è un dado e una matita, ma se non ci si mette a fare delle regole o dei modi nuovi di vedere il gdr, è normale che poi ci si stanca di giocarlo..

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Aloa!

rob è un grande perché sta facendo un lavoro di sviluppo teorico e di sviluppo di game-design tutto suo, anche confrontandosi con le teorie uscite da The Forge, per trovare punti di contatto e divergenze, inoltre lo fa con precisione ed educazione, cosa che non guasta mai.

Io batterei le mani.

Aloa!

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La mia critica non era assolutamente verso il lavoro di Roberto, che tra l'altro apprezzo per il suo impegno nel mondo del GdR, ma verso una teoria che non mi sembra aggiunga niente di nuovo, specialmente per chi gioca da tanto tempo.

Ritengo che siano cose abbastanza scontante, soprattutto se ci si ferma un attimo a ragionare su cosa è e cosa si propone di fare un gioco di ruolo e del perchè si gioca.

Ma forse pecco di presunzione e le vostre me lo confermano. Ad ogni modo, anche se non ne sono molto convinto, spero che questi aspetti teorici stimolino la produzione di nuovi ed interessanti giochi.

Mantis

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@Mantis

Il fatto è che il GDR ha sempre avuto un impianto pratico e molto molto poco impianto teorico, spesso fra l'altro questo impianto pratico ha portato a sfalsamenti sulla percezione di cosa fosse la sessione di gioco; basta leggere di gente fermamente convita che giocare di ruolo non sia un gioco, ma qualcosa di più, spesso simile ad una pratica religiosa o ad un rito apotropaico.

Proprio per questo retaggio, tutti i "teorici" che si stanno confrontando - la comunità di the forge, i jeepers con il process-modell, roberto -, sono partiti da quello che avevano: il gioco al tavolo.

E' assolutamente normale che alcune cose siano una formalizzazione dell'acqua calda, ma questo non rende il lavoro meno importante, sia perché parte del lavoro è appunto la condivisione di uno scritto, che possa essere criticato, confrontato o adottato come punto di partenza, sia perché il resto spesso non è l'acqua calda per molti, per nulla.

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@Mantis

Il fatto è che il GDR ha sempre avuto un impianto pratico e molto molto poco impianto teorico, spesso fra l'altro questo impianto pratico ha portato a sfalsamenti sulla percezione di cosa fosse la sessione di gioco; basta leggere di gente fermamente convita che giocare di ruolo non sia un gioco, ma qualcosa di più, spesso simile ad una pratica religiosa o ad un rito apotropaico.

Proprio per questo retaggio, tutti i "teorici" che si stanno confrontando - la comunità di the forge, i jeepers con il process-modell, roberto -, sono partiti da quello che avevano: il gioco al tavolo.

E' assolutamente normale che alcune cose siano una formalizzazione dell'acqua calda, ma questo non rende il lavoro meno importante, sia perché parte del lavoro è appunto la condivisione di uno scritto, che possa essere criticato, confrontato o adottato come punto di partenza, sia perché il resto spesso non è l'acqua calda per molti, per nulla.

Fermati fenna, the forge non è arrivato ancora a produrre la metà della quantità di teoria di Gigax (nonostante molti, non tutti, i suoi sotenitori abbiano dimostrato di conoscerla a menadito).

La teoria c'era anche in passato, e bella "pesa", solo che era una cosa per "addetti ai lavori" che al pubblico non interessava...

Nicto in questo ci ha illuminato non poco. :)

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@Cyrano,

Sono completamente ignorante in merito alla teoria ludica esposta da Gygax.

Mi dai i link dove trovare articoli, scritti, o quant'altro?

Vanno bene anche dei libri. Grazie.

Non lo dico in maniera polemica è per capire e informarmi e vedere se quello che dici è corretto o meno.

Io di Gygax mi ricordo che, quando Marco "Ocram" Bonato, ha fatto la sua famosa intervista è stato il primo a dire che il GDR per vent'anni era cambiato poco.

Per il resto ammetto la mia ignoranza.

Però grazie in anticipo per i link e titoli.

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Grazie a tutti per le risposte, i complimenti e le critiche. Sono sempre un toccasana.

Era un po' che non visionavo questo thread e provo a rispondere.

forse non sono affari miei ma perchè stai studiando questa teoria o meglio, a cosa vuoi arrivare?

A dimostrare che moltissime forme di gioco 'di ruolo' si basano su un modello descrittivo comune, compresi i giochi per computer.

Sono sempre stato affascinato dal concetto di "ruolo" e negli anni cerco sempre qualcosa di nuovo e innovativo e mi piacerebbe sapere se sei riuscito ad arrivare a qualche conclusione oppure no.

Beh, si.

Con i primi due articoli sono arrivato ad una definizione di cosa è "role-playing" e cosa non lo è. In particolare, nel secondo articolo, ho definito cosa è "role".

Il prossimo articolo "I Due Mondi", spiegherà quali sono i tipi di Mondo Out-Of-Game e In-Game nelle diverse forme di gioco di ruolo.

Ciao,

Rob

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Ho dato una letta alla teoria che già conoscevo avendo precedentemente visionato alcune discussioni di the forge.

Onestamente mi sembra di fare studi sul gdr fini a se stessi in quanto, le conclusioni a cui si arriva, sono abbastanza ovvie anche senza fare troppe analisi filosofiche.

Pare come se il gioco di ruolo, che dopotutto è concettualmente molto semplice ed intuitivo, debba contenere quali intrigati e reconditi "perchè". E' un po' come scoprire l'acqua calda.

Evidentemente, visto che oramai, dopo 30 anni, è stato inventato di tutto, si deve cercare di analizzare per forza un mondo e dare scientificità ad un qualcosa che, a parer mio, di scientifico ha ben poco.

Nulla togliendo, ovviamente, al lavoro che è stato fatto...

C'è qualcuno che la pensa come me?

Mantis

Non sono del tutto d'accordo.

Schematizzare l'ovvio è il primo passo per accorgersi delle potenziale che un argomento può esprimere.

Per fare un esempio, mettersi a descrivere come si comporta l'acqua calda sarebbe proprio un scoprire l'acqua calda... fino a che non ci si accorge che il vapore prodotto sviluppa pressione, che magari fino al giorno prima non si era pensato di sfruttare.

Sto di certo con te nel ritenere questo articolo un'analisi ben fatta, ordinata, e al contempo ordinaria. Leggendola e rileggendola non mi è saltato all'occhio nulla di rivelatorio. Al contempo sono convinto che "forzarsi" a ripercorrere a piccoli passi il sentiero dell'ovvio sia anche la strada per accorgersi dello scontato, e magari riuscire davvero a individuare la presenza di assunti presi per consuetudine che, una volta rivoluzionati, possono portare a nuova vita l'oggetto dell'analisi.

Quindi fondamentalmente... ritengo che la lunga e faticosa analisi di Rob (decisamente ammirevole) sarà in tutta probabilità ininfluente per un buon 95%, magari lo sarà anche per il 99%. Tuttavia basta un 1% di incidenza per fare davvero la differenza.

Quando un argomento è articolato e complesso un modo di rivoluzionarlo senza sconvolgerlo è porsi le domande più semplici. Se la ricerca di Rob darà vita ad un framework che permetta di creare sistemi di regole (quindi un sistema per fare sistemi partendo dalle necessità che si devono soddisfare), allora quello sarà un risultato. Non necessariamente come strumento, ma di cerco come riferimento.

Tendo a non far coincidere un'analisi portata avanti con metodo scientifico con un'attribuzione di scientificità all'argomento.

MODIFICO

Ho invece una domanda per Rob: La tua ricerca, oltre che a dimostrare un assunto teorico, è finalizzata anche ad un eventuale risvolto pratico? Mi vengono in mente innumerrevoli applicazioni di una dimostrazione ben fatta che dimostri tale teoria.

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penso sia proprio un bel lavoro :-D

magari non tanto per noi che il GDR lo conosciamo già, ma per tutti quei genitori che sono "dubbiosi" sul concedere ai figli se giocarci o no...far leggere loro quelle pagine può essere utile :cool:

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Vorrei segnalare all'autore dell'articolo la possibilità (nel caso non l'avesse fatto) di postarlo anche su Google Knol: credo che sarebbe carino contribuire a sfatare i vecchi miti sui giocatori di ruolo satanisti-coprofagi-pedofili-nerd con qualche articolo che spieghi il nostro mondo da un punto di vista "scientifico".

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A tutti, grazie per i feedback ed i consigli, di cui senza dubbio terrò conto. I lavori sulla teoria stanno andando a rilento perchè sto seguendo un mucchio di altre cose in contemporanea, ma confermo i lavori sull'articolo "I Due Mondi", relativi al mondo In-Game, quello Out-Of-Game e le relazioni tra di essi.

@Dark Megris...

Grazie per il feedback.

Leggendola e rileggendola non mi è saltato all'occhio nulla di rivelatorio.

Ho cercato di chiarire cosa sia role-playing e cosa non lo sia. Siccome una delle frasi fatte è "non siamo ancora riusciti a definire il role-playing", penso sia un articolo rivelatorio. :)

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ciao rob

senti leggendo questi post mi è venuto in mente l'esistenza dello psicodramma..

Un mio amico per un esame portò la relazione tra psicodramma e il gioco di ruolo come esempi per esprimere propri "drammi esistenziali"..

forse già lo conoscerai ma ti lascio il link di wiki sul psicodramma:

http://it.wikipedia.org/wiki/Psicodramma

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Si, certo, lo conosco. E' stato considerato, a torto, il padre dei gdr per come li conosciamo noi.

Se ne parla nel libro di Luca Giuliano "Il teatro della mente", in cui ho curato un capitolo relativo alla narrazione interattiva per computer.

Nel mio modello rientra, perchè il modello si limita a rimanere nell'ambito del "role-playing" ed esclude, per il momento, il "role-playing game". In altre parole, manca ancora il "game" che affronterò più avanti, ma l'idea di fondo è che il "role-playing game" sarà un sottoinsieme (o una intersezione) dell'insieme più vasto che sto cercando di teorizzare.

Rob

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