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I Mondi del Design #39: Il Combattimento è Fuori Moda?


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Il combattimento è forse diventato un aspetto sempre meno cruciale in D&D? E se è davvero così, cosa ne pensate?

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Articolo di Lewis Pulsipher del 24 Luglio 2020

Il mio articolo di Aprile 2020 si intitola Combattere il Male è Fuori Moda? I lettori mi avevano fatto notare che aveva un titolo fuorviante e dunque l'editore lo ha cambiato. Il mio titolo originale era "Combattere il Male è il Focus delle Vostre Campagne?" Stavolta voglio discutere di ciò che suggeriva il titolo da me proposto.

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Ho spostato il fulcro della questione da "lottare" a "combattimento" perché lottare è una cosa che accadrà di tanto in tanto nelle vite di personaggi straordinari che spesso hanno un addestramento di stampo militare, magari nella sala di un bar, o come parte dei tipici triangoli amorosi o altre espressioni di lussuria e avidità.

Dunque, il combattimento è fuori moda? Tenete a mente che virtualmente tutti i giocatori originali di D&D erano dei wargamer. Eravamo abituati a giochi in cui c'era una battaglia, se non molte. Userò il termine "combattimento" per intendere schermaglie letali piuttosto che zuffe, situazioni in cui le persone e le creature vengono uccise invece di avere una costola rotta o di perdere un pò di sangue dal naso.

Ma oggi la stragrande maggioranza dei nuovi giocatori di D&D non giocano ai wargame; spesso non giocano proprio ad altri giochi (che non siano GdR). In questo caso è facile immaginare che molti giocatori non siano troppo interessati al combattimento. Questo mi riporta alla mente una cosa che mi ha detto mia moglie l'altro giorno (fate conto che ho conosciuto mia moglie grazie a D&D e che ha giocato per 15 anni). Preferisce il primo libro de Il Signore degli Anelli perché non le interessano molto le battaglie che occupano una buona parte degli altri due libri. Persino a Moria, lo scopo della Compagnia era di attraversare le miniere senza uno scontro, non di lottare contro un Balrog.

Probabilmente il cambiamento nella fantascienza e nel fantasy che abbiamo visto dal 1980 ha fatto la differenza. Le storie di oggi sono molto più spesso incentrate sulle persone e sulle loro motivazioni e difficoltà quotidiane, più sulle sfumature del grigio che sul bianco e il nero, e molto meno sull'Avventura con la "A" maiuscola. Questo ha influenzato le persone facendo in modo che non cerchino le battaglie.

In un mondo/ambientazione ben fatta, dovrebbero esserci molte cose da fare, inclusi molti conflitti, che non si concludano con una lotta all'ultimo sangue. La politica, il successo negli affari, l'avidità e la lussuria (che sembrano dare linfa vitale a gran parte delle serie che si vedono in TV), l'esplorazione: ci sono molte alternative all'avventura e alle uccisioni. Questo potrebbe non soddisfare la vecchia guardia dei giocatori di D&D, ma potrebbe andare benone per i giocatori più recenti. 

Un altro approccio è quello di avere battaglie molto frequenti che in teoria potrebbero concludersi con la morte, ma praticamente nessuna si conclude con la morte dei personaggi giocanti, ma solo con la morte degli avversari. Ho il sospetto che molte campagne siano andate in questa direzione, così come molti regolamenti di gioco lo hanno fatto. Mi ricordo di aver giocato nelle partite "D&D Essentials" con le regole di Quarta Edizione, e di essere rimasto scioccato quando un paio di personaggi giocanti sono morti, perché era talmente, beh, difficile morire! Eppure la Quarta Edizione era basata sui combattimenti e su poco altro. (Ho sempre provato, come giocatore, a fare in modo che tutti sopravvivessero nel mio gruppo a meno che non facessero qualcosa di molto stupido, ma immagino che questi due si stessero comportando in modo così insensato che ho dovuto ignorarli, o in qualche modo avrei potuto salvarli.) Quando ho letto le regole della Quinta Edizione per la prima volta, ho notato che le regole e gli incantesimi rendono difficile per chiunque essere ucciso, vedi l'incantesimo da chierico di terzo livello Rianimare. È "ben lontano" da come funzionava nel D&D originale, in cui dovevi conservare ogni singolo punto ferita e spesso dovevi decidere di fuggire o persino di abbandonare l'avventura per la mancanza di punti ferita. 

Come funziona nelle vostre campagne? Fatemi sapere nei commenti.



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4 ore fa, Lucane ha scritto:

Dunque, il combattimento è fuori moda? Tenete a mente che virtualmente tutti i giocatori originali di D&D erano dei wargamer. Eravamo abituati a giochi in cui c'era una battaglia, se non molte. Userò il termine "combattimento" per intendere schermaglie letali piuttosto che zuffe, situazioni in cui le persone e le creature vengono uccise invece di avere una costola rotta o di perdere un pò di sangue dal naso.

Ma oggi la stragrande maggioranza dei nuovi giocatori di D&D non giocano ai wargame; spesso non giocano proprio ad altri giochi (che non siano GdR). In questo caso è facile immaginare che molti giocatori non siano troppo interessati al combattimento. Questo mi riporta alla mente una cosa che mi ha detto mia moglie l'altro giorno (fate conto che ho conosciuto mia moglie grazie a D&D e che ha giocato per 15 anni). Preferisce il primo libro de Il Signore degli Anelli perché non le interessano molto le battaglie che occupano una buona parte degli altri due libri. Persino a Moria, lo scopo della Compagnia era di attraversare le miniere senza uno scontro, non di lottare contro un Balrog.

Non è solo D&D... ormai tutti i gdr, compresi quelli ad alta mortalità (per esempio Cyberpuk 2020), hanno regole per gestire le azioni fuori dal combattimento (abilità non di combattimento, regole per l'esplorazione/investigazione e l'interazione sociale, eccetera), cosa che invece nei primi D&D era lasciato quasi totalmente al libero arbitrio del master, con "interazioni freeform" da parte dei giocatori.

Personalmente apprezzo e approvo questo cambio di "stile": interazioni sociali quando servono interazioni sociali, esplorazione/investigazione quando serve esplorazione/investigazione, e combattimento quando serve combattimento; è questo il bello dei gdr, il fatto di poter fare tutto... altrimenti, tanto vale giocare a Heroquest o Warhammer!
P.S.: la mia non è assolutamente una critica verso Heroquest o Warhammer (ho giocato sia a Heroquest che a Spacequest, e mi sono piaciuti moltissimo).

 

4 ore fa, Lucane ha scritto:

È "ben lontano" da come funzionava nel D&D originale, in cui dovevi conservare ogni singolo punto ferita e spesso dovevi decidere di fuggire o persino di abbandonare l'avventura per la mancanza di punti ferita.

Questa è una cosa diversa; nel D&D originale (nel mio caso io Becmi, ma la differenza è poca) la scarsità di pf e cure, e quindi l'alta mortalità, era voluta come metodo per costringere i giocatori ad usare la testa ed evitare gli scontri, visto che punti esperienza erano ottenuti grazie ai tesori conquistati, non i nemici uccisi (come avviene con le versioni più recenti di D&D, dalla 3 in poi).

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Bho non mi è chiaro cosa intende. Il fatto che oggi molti dei ruolatori non siano wargamer non significa nulla, molti sono videogiocatori e nei videogiochi si mena spessissimo. Inoltre le regole di DND sono praticamente fatte solo per gestire il combat o quasi.

Poi che c'entra la morte definitiva con il combat? il problema di 4 e 5 è che è difficile morire, non solo morire definitivamente, ma già in 3e era difficile morire definitivamente. Ora considerando che sono passati 22 anni, non è che ci si può riferire a quanto avveniva nel 78 e considerarlo come benchmark. La gente vuole giocare i suoi PG e per questo ci sono modi per evitare la morte. 

Sui combat di per se, non so come funziona nei gruppi in generale, ma sebbene l'introspezione, la risoluzione di questioni politiche, personali, i rapporti siano una parte importante e anche predominante dal punto di vista del tempo, i combat sono comunque fondamentali per me e nei gruppi in cui gioco (oltre che una delle più divertenti).

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27 minuti fa, Lord Danarc ha scritto:

Sui combat di per se, non so come funziona nei gruppi in generale, ma sebbene l'introspezione, la risoluzione di questioni politiche, personali, i rapporti siano una parte importante e anche predominante dal punto di vista del tempo, i combat sono comunque fondamentali per me e nei gruppi in cui gioco (oltre che una delle più divertenti).

concordo.

è indubbio che al combattimento si siano affiancate altre sfumature del gioco altrettanto interessanti, ma da qui a dire che il menare le mani alla vecchia maniera sia diventato "fuori moda" mi sembra eccessivo, anche nella mia esperienza la diplomazia a nocca dura resta una delle attività più attese e appaganti del trovarsi a lanciare qualche dado

poi posso anche concordare sul fatto che tutti questi accorgimenti per rendere il gioco meno letale possano far magari calare un po' l'adrenalina, ma questo dipende in buona parte dalla gestione del gioco di DM e giocatori, una delle ultime giocate che ho fatto col mio gruppo è finita in un bel tpk senza possibilità di salvezza

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Sa vi riporto una volta la mia esperienza...

Nei miei vari party sarebbe impossibile giocare senza combattimenti...alcuni pg (wargamer o neofiti se vogliamo seguire la linea dell articolo) proprio si annoiano senza menar le mani...

Inoltre il combattimento è adrenalinico lancio di dadi quindi imprescindibile... 

Da dm se vogliamo fare la media per me l ottimo è una sessione con combattimento ogni 3... ma alcuni di questi player vorrebbero ogni 2...

Quindi x rispondere alla domanda dell autore direi... combattimenti fuori moda? Per niente anzi fra il 30% e il 50% del gioco...

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