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Strahd da mortale


Messaggio consigliato

Sto giocando La maledizione di Strahd da prima che uscisse in italiano e i giocatori si stanno facendo molte domande.
Una di queste domande me la pongo pure io: dove si trovava la Barovia prima di essere trasportata nel semi piano in cui si trova?
Non è una questione filologica, ma una domanda che ci si fa apprendendo la storia di Strahd e del semipiano e soprattutto affrontando Argynvosthold, dove i revenant sono cavalieri che hanno combattutto Strahd quando ancora era mortale.
 

Modificato da IcarusDream
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24 minuti fa, IcarusDream ha scritto:

Una di queste domande me la pongo pure io: dove si trovava la Barovia prima di essere trasportata nel semi piano in cui si trova?

Sì sa solo che si trovava su un mondo sconosciuto del Piano Materiale, ma questa nebulosità è voluta a mio avviso, non ci devono sempre essere risposte chiare e precise.

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A mio avviso deriva da un'eredità delle narrazioni di un tempo, quando l'ambientazione è nata.
Il concetto di multiverso non era ancora chiaro e "una terra lontana, molto tempo fa" era il modo per introdurre un'ambientazione.
Come ho scritto però il problema di presenta se i giocatori parlano coni Revenant di Argynvosthold.
Posso supporre che nemmeno loro conoscano il concetto di multiverso e possono solo nominare la valle di Barovia e la guerra contro i Terg.

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Beh i Ravenant possono conoscere il loro mondo di riferimento, che sarebbe la "Terra" o il nome dato da loro al loro mondo natale. Questo ti permette di inventare con la consapevolezza che non c'è una risposta sbagliata. immagina un mondo medioevale magico e dagli un nome. caratterizzalo in modo simile a come è Barovia e il gioco è fatto. Certo avere risposte più chiare è meglio, ma già la 5 non è foriera di ambientazioni approfondite, quando la nebulosità è pregressa è ancora peggio.

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Un tipico guerriero / soldato / cavaliere di un mondo simil-antico o simil-medievale sa a malapena come si chiamano la sua nazione e quelle confinanti. Già se si inizia a parlare di nazioni lontane, o di altri continenti, è improbabile che abbia le idee chiare, a meno che non sia particolarmente erudito o non abbia viaggiato un sacco. Figuriamoci se gli si chiede la collocazione del suo mondo nel Multiverso. 🙂

Semmai vai sul lirico: "Era il nostro mondo, non ne conoscevamo altri: perché curarci di dargli un nome? Ma era casa nostra, era così bello, il cielo era azzurro, l'aria era pura, il sole del mattino..." etc.

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12 ore fa, Bille Boo ha scritto:

Un tipico guerriero / soldato / cavaliere di un mondo simil-antico o simil-medievale sa a malapena come si chiamano la sua nazione e quelle confinanti. Già se si inizia a parlare di nazioni lontane, o di altri continenti, è improbabile che abbia le idee chiare, a meno che non sia particolarmente erudito o non abbia viaggiato un sacco. Figuriamoci se gli si chiede la collocazione del suo mondo nel Multiverso. 🙂

Semmai vai sul lirico: "Era il nostro mondo, non ne conoscevamo altri: perché curarci di dargli un nome? Ma era casa nostra, era così bello, il cielo era azzurro, l'aria era pura, il sole del mattino..." etc.

Non sono d'accordo su mettere tutto insieme, la maggior parte dei cavalieri simil medievali dovrebbero essere parte di una classe sociale che non solo consuma ma anche produce letteratura. E questo vale per qualsiasi classe guerriera (non soldato, in questo contesto guerriero e soldato significano due cose diverse) che abbia anche un ruolo amministrativo quindi sicuramente un samurai per esempio.

 

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@Ermenegildo2 i samurai sono un caso particolare di una cultura particolare; la classe guerriera medievale europea, per quanto ne so, non brillava per istruzione (e attenzione che produrre letteratura non significa necessariamente essere eruditi, puoi scrivere tutti i poemi d'amore o di guerra che vuoi ma non sapere granché di geografia o cosmologia).

Detto ciò, il punto ovviamente non è il realismo: parliamo di un mondo fantasy e possono essere vere entrambe le cose. Mi posso immaginare un mondo in cui i guerrieri sono istruiti, uno in cui sono ignoranti, e qualunque via di mezzo.

Non stavo prescrivendo qualcosa di universale per qualunque mondo di gioco, stavo solo proponendo a @IcarusDream un modo semplice e indolore di risolvere il suo problema mantenendo una spiegazione coerente alla base.

Modificato da Bille Boo
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In realtà anche la classe guerriera europea era istruita, anche perchè aveva importanti ruoli amministrativi che richiedevano istruzione. In un certo senso lo scopo del feudalesimo era sopperire alla mancanza di una forte burocrazia amministrativa per amministrare i territori del regno tramite la nomina di funzionari con un vincolo personale di fedeltà al sovrano. Quindi il feudatario doveva saper far funzionare le cose e amministrare i territori. Ora questo era mediato dall'idea dell'epoca di cosa dovesse saper fare un buon governante (principalmente risolvere le controversie) però non era esclusa anche l'amministrazione spicciola del territorio con la gestione delle tasse. Solitamente un grande feurdatario si appoggiava a sua volta a dei vassalli perchè come al solito mancava una grozza burocrazia centralizzata.

La cosa non si limitava all'amministrazione dei territori ma anche alla conoscenza seguendo due filoni, da un parte l'integrazione di figure "sapienti" nella corte (sia chierici che laici) con il ruolo di consiglieri e precettori, dall'altra con una conoscenza personale, per esempio, di argomenti teologici/sacri riportati nei testi da loro prodotti.

Mi sono perso la parte più importante della mia argomentazione.

Il problema del tuo approccio è che è terribilmente moderno come mentalità. La maggior parte delle cività antiche reali avevano nomi per la terra perchè è funzionale a distinguere il piano prettamente materiale dell'esistenza da quello mitico/religioso/filosofico. Non c'è motivo per cui anche quel mondo fantasy non abbia un nome all'interno della cultura da cui quei cavalieri vengono.

Ora uno può anche decidere di inventarsi culture strane in cui si sovverte l'impostazione delle culture reali, però di solito questo richiede o giocatori con un elevato livello di sospensione dell'incredulità oppure un certo sbattimento nel creare un mondo in cui pur avendo pezzi di partenza diversi si crei qualcosa che stia abbastanza insieme da reggere alle interazioni ripetute dei giocatori.

Perchè in un gioco, al contrario che in un libro per esempio, il master ha un controllo limitato delle azioni dei giocatori e dei personaggi. Troncare con una frase che suona strano (a me leggendola è sembrata una frase super moderna che si sforzasse di passare per una cosa "antica") un'interesse esplicito mostrato dai giocatori potrebbe non essere la miglior strategia del mondo come master.

Secondo me in questo caso è meglio inventare qualcosa e magari riprenderlo più avanti come spunto per ulteriori avventure.

Modificato da Ermenegildo2
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Io ho sempre pensato, inconsciamente, che Barovia si trovasse originariamente nella Russia zarista, e che sia stata trascinata dalle Potenze Oscure nel loro tetro dominio non oltre il 1800. 

Non vi è un reale motivo per cui abbia questa convinzione, semplicemente, leggendo il recente manuale de "La maledizione di Strahd" mi ha suscitato questa impressione, ovvero che Barovia potesse essere un piccolo cantone della Russia imperiale.

Magari può essere una spiegazione sufficientemente interessante per i tuoi giocatori 😉

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9 hours ago, Ermenegildo2 said:

La maggior parte delle cività antiche reali avevano nomi per la terra perchè è funzionale a distinguere il piano prettamente materiale dell'esistenza da quello mitico/religioso/filosofico. Non c'è motivo per cui anche quel mondo fantasy non abbia un nome all'interno della cultura da cui quei cavalieri vengono.

Ma guarda che non ho detto di non inventarle un nome. Se si vuole inventare un nome fa presto: apre un qualunque generatore online di nomi fantasy, o prende il primo farmaco dall'armadietto dei medicinali e riarrangia le sillabe, ed ecco trovato come quei tizi chiamassero il loro mondo d'origine.

Questo non significa sapere dove sia, cioè conoscerne le "coordinate spaziali" (detto volgarmente) rispetto agli altri mondi e Piani del Multiverso. Gli antichi saranno stati eruditi quanto vuoi ma per millenni hanno ignorato che esistesse l'America. Se un cavaliere medievale avesse incontrato su un altro Piano un nativo americano, gli avesse chiesto la sua terra d'origine, e lui gliel'avesse descritta (magari aggiungendo il termine Apache con cui si indica il mondo materiale... wow, informazione utilissima) il cavaliere medievale non avrebbe avuto idea di cosa stesse parlando. Questo, dicevo.

La prospettiva ultramoderna, semmai, è assumere che tutti abbiano in testa il mappamondo e il GPS.

 

10 hours ago, Ermenegildo2 said:

Troncare con una frase che suona strano (a me leggendola è sembrata una frase super moderna che si sforzasse di passare per una cosa "antica") un'interesse esplicito mostrato dai giocatori potrebbe non essere la miglior strategia del mondo come master.

Eh, questo è un ottimo punto, ti do ragione: dipende da come si concepisce il gioco e da come si concepisce la figura del master. Bisognerebbe sapere come la vede Icarus e come si è accordato in proposito col suo tavolo in sessione zero.

Al mio tavolo distinguo. Se i giocatori mostrano interesse per qualcosa di imprevisto, ma che è potenzialmente pertinente con la giocata che stiamo facendo, naturalmente approfondisco a dovere. Se invece mostrano interesse per qualcosa che non ci combina niente con la giocata che stiamo facendo (tipo, per esempio, se abbiamo detto di voler giocare Curse of Strahd e sappiamo che nessuno di noi metterà il naso fuori da questa dimensione per l'intera campagna) non mi faccio problemi a glissare, o addirittura a dire esplicitamente "vi dice tutto quello che volete ma non ve lo starò a dettagliare perché non è rilevante"; se i giocatori vogliono cambiare il focus della giocata e andare, tipo, a spasso nel Multiverso a rintracciare il punto d'origine della Barovia, allora è un altro discorso ancora: si ferma il gioco e si ridiscute off game a cosa vogliamo giocare.

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