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Cerimonie dei sacerdoti


Casa

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2 ore fa, Lord Danarc ha scritto:

Quindi ci può essere conseguentemente una serie di persone che seguono i riti senza che questi abbiano effetti reali nell'ambientazione

anche questa affermazione è in direzione di negare la mia ipotesi.

quindi tocca prenderla più a monte: può esserci una serie di "ordinati" (senza classi da incantatore) che eseguono i riti che abbiano effetti reali nell'ambientazione?

nel tuo esempio iniziale della messa che si conclude con andate alla guerra, un risvolto pratico lo vedrei così:

ci sono i coscritti che si rifiutano di partire per il fronte, allora il sacerdote (senza classi da incantatore) fa una messa invocando l'aiuto del dio della guerra e il dio interviene a modificare la loro volontà o a dissolvere la loro paura e partono tutti per guerra!

può esistere una cosa del genere?

perché se non esiste allora crollando l'ipotesi tutti i discorsi successivi non hanno più senso, ma appunto secondo me che ci siano riscontri pratici è il minimo sindacabile.

perchè poi rimane il mio commento precedente:

12 ore fa, Casa ha scritto:

È come dire al ciarlatano che può camuffarsi bene quanto vuole ma tanto lo riconosceranno tutti.

proprio perchè il suo mascherarsi (l'equivalente di fare le cerimonie a livello di privilegio del background) non ha risvolti pratici nel gioco ma lo fa star bene.

cioè: da accolito mi dai un privilegio il cui unico scopo è farmi stare in pace con me stesso? grazie della buona volontà, ma potevi tranquillamente non scrivere niente che per queste cose di flavour mi metto d'accordo col master senza problemi

invece è plausibile (secondo me) che essendo un privilegio, un qualche priviligio lo debba dare.

Devo capire quale!

Modificato da Casa
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1 hour ago, Casa said:

ci sono i coscritti che si rifiutano di partire per il fronte, allora il sacerdote (senza classi da incantatore) fa una messa invocando l'aiuto del dio della guerra e il dio interviene a modificare la loro volontà o a dissolvere la loro paura e partono tutti per guerra!

può esistere una cosa del genere?

Può esistere. Però manterrei separata la discussione di worldbuilding, che è tematica, da quella dei privilegi del background di accolito, che è meccanica.

In sintesi: se il personaggio X può fare questo in modo ripetibile (cioè, ogni volta che lo fa si verifica quell'effetto, ripetibile, determinato, concreto, anche se magari con una propria variazione statistica), dal punto di vista tematico è a tutti gli effetti magia. Magari in world non la chiamano così, ma la magia è proprio questo: una cosa sovrannaturale che puoi fare a comando. Mentre dal punto di vista meccanico è un potere: un feat, una capacità del personaggio; se fai questo ottieni quello. Un qualcosa da "bilanciare" rispetto agli altri background, se mi perdonate l'espressione.

Se invece il personaggio X può chiedere questo, ma l'effetto conseguente è a totale discrezione della divinità, quello che abbiamo di fronte è tecnicamente uguale (sial dal punto di vista tematico che meccanico) a una relazione con un PNG. La divinità, in pratica, è un PNG. Certi personaggi possono interfacciarsi con quel PNG e chiedergli dei favori. Non è diverso da avere uno stretto legame con un PNG generico... se non fosse che in questo caso è un PNG mooolto potente.

Dal punto di vista tematico, serve una spiegazione del perché la divinità potrebbe non esaudire. Un qualche conflitto di interessi tra lei e i sacerdoti, insomma. Altrimenti sembra un loro servo più che un dio. Deve poter dire di no e deve voler dire di no, spesso e volentieri. Ma perché?

Dal punto di vista meccanico, bisogna bilanciare l'immenso potere del soggetto con una bassissima probabilità che acconsenta, e/o un altissimo rischio, e/o qualcosa del genere. Prova a pensare se il background di nobile permettesse a un PG di dichiararsi figlio primogenito dell'Imperatore. Da master potresti anche dire di sì, ma subito penseresti a qualche valido motivo per far sì che non potesse sempra chiedere al paparino per qualunque cosa e ottenerla in un battibaleno. Qui avresti la stessa cosa elevata all'ennesima potenza.

Modificato da Bille Boo
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@Casa mi sembra che si stia facendo un po' di confusione...o magari sono io ad essermi perso XD

Se si vuole considerare i riti sacerdotali, senza coinvolgere la magia, non esistono pg o png in D&D in grado di avere alcun impatto reale. Questo poichè in D&D i riti sacerdotali(o ciò che più ci si avvicina) che abbiano un effetto reale sono di fatto magia divina.

Quindi considerando i riti sacerdotali slegati dalla magia, un Sacerdote e un Accolito sarebbero pari a dei sacerdoti o degli accoliti di qualsiasi religione reale...ovvero senza poteri e basati solo sulla fede. La differenza rispetto al mondo reale è che se il Dio venerato effettivamente non agisce in favore dei suoi fedeli questi se ne accorgono, sebbene al pari dei credenti nel mondo reale l'intervento divino può essere visto in molte cose(anche dove in realtà non c'è).

Per avere quindi un impatto nel mondo reale bisogna coinvolgere una qualche forma di magia/potere. In D&D questo si traduce in classi con poteri arcani/divini per i PG e per capacità speciali per i PNG (che non sono obbligati ad avere alcuna classe).

Se si volessero introdurre i riti sacerdotali (così come altri riti "magici"), che possano essere effettuati da chi li conosca, sia stato istruito su come compierli (e/o abbia anche una fede in qualche divinità), bisognerebbe proprio creare una nuova meccanica di gioco.

 

Modificato da Von
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2 ore fa, Casa ha scritto:

anche questa affermazione è in direzione di negare la mia ipotesi.

quindi tocca prenderla più a monte: può esserci una serie di "ordinati" (senza classi da incantatore) che eseguono i riti che abbiano effetti reali nell'ambientazione?

nel tuo esempio iniziale della messa che si conclude con andate alla guerra, un risvolto pratico lo vedrei così:

ci sono i coscritti che si rifiutano di partire per il fronte, allora il sacerdote (senza classi da incantatore) fa una messa invocando l'aiuto del dio della guerra e il dio interviene a modificare la loro volontà o a dissolvere la loro paura e partono tutti per guerra!

può esistere una cosa del genere?

Certo. In realtà anche meccanicamente, è una prova di carisma se ci pensi.

Ma anche se la messa fosse solo un rito periodico senza guerre successive si concluderebbe con la stessa esortazione, e tutti andrebbero a casa felici. Sarebbe comunque una cosa plausibile e coerente con l'ambientazione, che l'abbia officiata un PNG senza poteri, ma riconosciuto dalla folla come un predicatore, un PNG accolito o un Chierico del 20.

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19 ore fa, Casa ha scritto:

Sicuramente non è rilevante, ma il dubbio mi viene.

Perché se sono un ciarlatano posso assumere una falsa identità e ragionevolmente pensare che questo possa portarmi dei benefici in certe situazioni, mentre se sono un accolito posso fare delle cerimonie ma dalle quali non avrò nessun beneficio?

È come dire al ciarlatano che può camuffarsi bene quanto vuole ma tanto lo riconosceranno tutti.

[...]

Rispondo perchè @Casa stava rispondendo a un mio post precedente, nel quale dicevo che non tutti gli effetti nel gioco sono effetti meccanicamente rilevanti.

In realtà secondo le regole della quinta il privilegio concesso dal background accolito si dovrebbe chiamare qualcosa come "posizione privilegiata" e fa sì che i fedeli del culto, vedendo in te un membro importante della gerarchia, ti aiutino e proteggano, che ti riservino il "boccone del prete", eccetera. Vado a memoria, potrei sbagliarmi.

Quanto a come funzionino i riti che, secondo quanto scritto nelle regole delle quinta, tu come accolito sei in grado di officiare, mi sembra che in questo thread si sia già detto abbastanza e quindi non darò un altro colpo a una discussione che già rischia di entrare in risonanza 🙂

-toni

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2 ore fa, d20.club ha scritto:

In realtà...

Quella che dici è la seconda parte del privilegio.

La prima parte è appunto il privilegio di fare riti o cerimonie.

8 ore fa, Von ha scritto:

Se si volessero introdurre i riti sacerdotali (così come altri riti "magici"), che possano essere effettuati da chi li conosca, sia stato istruito su come compierli (e/o abbia anche una fede in qualche divinità), bisognerebbe proprio creare una nuova meccanica di gioco.

E infatti quello che dico io:

Il manuale ti mette in mano uno strumento, un privilegio che è appunto il rito fatto da un non incantatore e poi non ti supporta e lascia al master a gestire la cosa che nella peggiore delle ipotesi (o meglio nella maggioranza dei casi qui riscontrati) si risolve con un lo puoi fare ma non serve a nulla.

Se un PG viene da noi, master, e ci chiede: ho visto che da background ho il privilegio di fare cerimonie, cosa posso fare in pratica?

Lo liquidiamo con un "niente è tutta fuffa" o cerchiamo un modo per rendere quel privilegio concreto? (ovvero ci costruiamo una meccanica sopra)

 

 

  • Grazie 1
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8 ore fa, Casa ha scritto:

Quella che dici è la seconda parte del privilegio.

La prima parte è appunto il privilegio di fare riti o cerimonie.

Hai ragione e io sbagliavo; come ho scritto andavo a memoria, grazie per la segnalazione.

Comunque, secondo quanto scritto sul manuale della quinta, i chierici che lanciano incantesimi non sono la totalità dei sacerdoti ordinati di un determinato culto, anzi, stando a quanto riporato sulla descrizione della classe cleric, sembrerebbero essere una minoranza speciale ("true clerics are rare in most hierarchies", questa volta sono andato a sfogliare il manuale 🙂 ) . Poi concordo sul fatto che in altre parti il manuale tende verso spiegazioni più alla terza edizione, ma sappiamo tutti che la quinta è pensata per essere più ecumenica (piaciona?) possibile.

Però, ripeto, mi sembra che questa discussione stia andando in risonanza, ossia stia per entrare nel tunnel del dialogo tra sordi; sono state proposte spiegazioni e meccaniche diverse, scegli quella che vuoi, sono tutte altrettanto valide; oppure dattene una tutta tua.

(ad esempio, se la tua risposta è: costruiamoci una meccanica sopra, apri un thread su delle regole della casa che servano a questo e così ragioniamo su un problema specifico, senza tutto il rumore dovuto a chi ha a buon diritto idee diverse)

Scusate se sembro troppo brusco, ma io @Casa ho la fortuna di conoscerlo e di giocarci assieme e quindi credo di poter essere diretto, come si fa con le persone che stimi.

-toni

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8 ore fa, Casa ha scritto:

Il manuale ti mette in mano uno strumento, un privilegio che è appunto il rito fatto da un non incantatore e poi non ti supporta e lascia al master a gestire la cosa che nella peggiore delle ipotesi (o meglio nella maggioranza dei casi qui riscontrati) si risolve con un lo puoi fare ma non serve a nulla.

Se un PG viene da noi, master, e ci chiede: ho visto che da background ho il privilegio di fare cerimonie, cosa posso fare in pratica?

Lo liquidiamo con un "niente è tutta fuffa" o cerchiamo un modo per rendere quel privilegio concreto? (ovvero ci costruiamo una meccanica sopra)

Però questa è una tua opinione, non è quello che viene presentato nel manuale. Sei tu che sostieni che ogni rito debba avere un riscontro pratico. Ma come ti abbiamo già detto nella realtà dei fatti non è necessariamente così. 

Per rispondere alla domanda che ho citato... il BG serve per dare spunti narrativi e dei contentini meccanici (skill e altre competenze) che possono avere senso nell'ambito del Background stesso. Se io sono un guerriero-accolito è sensato che abbia almeno la competenza in Intelligenza (Religione). 
Ma tolto questo il BG serve solo a creare una narrazione più solida. 
Se un giocatore viene e ti chiede cosa può fare con le cerimonie, la risposta è "aprire ad una scena narrativa interessante, che può avere dei risvolti e delle utilità anche per lo svolgimento della trama". Ma non per questo deve poter ottenere l'intervento divino ogni volta che comincia un rito!!

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54 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

il BG serve per dare spunti narrativi e dei contentini meccanici (skill e altre competenze)

Ma da anche un privilegio!

Se il privilegio non si "risolve in modo meccanico" si ritorna alla questione del ciarlatano che si camuffa inutilmente.

Secondo me c'è qualcosa che non va.

54 minuti fa, Pippomaster92 ha scritto:

Però questa è una tua opinione, non è quello che viene presentato nel manuale.

Certo che è una mia opinione ovvero: se personaggi non incantatori fanno i riti,devono servire a qualcosa di concreto altrimenti non avrebbe senso farli.

Il manuale presenta le condizioni al contorno:

1) gli dei esistono veramente.

2) esistono sacerdoti non chierici che fanno riti. (ovvero sacerdoti non incantatori che fanno riti o cerimonie)

 

 

 

 

Modificato da Casa
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E i riti non sono magici. 
A parte che il "vero" privilegio dell'Accolito è "You might also have ties to a specific temple dedicated to your chosen deity or pantheon, and you have a residence there. This could be the temple where you used to serve, if you remain on good terms with it, or a temple where you have found a new home. While near your temple, you can call upon the priests for assistance, provided the assistance you ask for is not hazardous and you remain in good standing with your temple."

Questo equivale al camuffarsi del ciarlatano. 

La prima parte dice al giocatore che il suo personaggio può eseguire dei riti. Che, come detto prima, non devono per forza essere magici. Possono essere simbolici. Religiosi. Sociali.

I riti non sono necessariamente operati dagli dei. Facciamo un esempio pratico.

Poniamo che il Dio cristiano esista davvero e intervenga in terra con magie e portenti su base quotidiana. Il papa è sicuramente scelto come suo Eletto e ottiene poteri magici, così come cardinali e alti prelati. 
Il singolo prete potrebbe avere qualche incantesimo, magari i trucchetti e uno slot di lv1.
I frati potrebbero o meno avere le medesime capacità in seguito allo stile di vita che conducono. 
Ma i sacerdoti appena ordinati, che sono usciti dal seminario, potrebbero ancora essere privi di capacità magiche. Potrebbero non averle mai. 

Esistono rituali cristiani che non hanno alcun riscontro nei testi sacri dettati da Dio. La comunione si origina dai riti dei primissimi cristiani, così come la cresima. Compaiono nel Nuovo Testamento. 
Ma già il matrimonio cristiano ha un valore relativo in seno alla fede. Si è arrivati (a livello sociale e spirituale, ma non dottrinale) a decidere che le uniche unioni valide siano quelle riconosciute e benedette dalla chiesa. Questo ha delle ripercussioni: fino a qualche tempo fa non ci si poteva sposare se si era dei peccatori (divorziati, per esempio). 

Ha una valenza "magica", il matrimonio? No. 

Nel mondo teorizzato con un Dio presente e vero, simile a quelli di D&D, il matrimonio religioso resta una cerimonia simbolica. Sancisce la presenza della coppia nella fede, l'accettazione di Dio e della comunità. 
Ecco, l'Accolito può officiare tranquillamente un matrimonio riconosciuto. Magari anche a livello legale. 

Quindi due Pg che vogliono sposarsi davvero, secondo tutti i crismi, dovrebbero farlo davanti all'Accolito e non in presenza, che so, di un Guild Artisan. 

 

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19 ore fa, Bille Boo ha scritto:

Dal punto di vista tematico, serve una spiegazione del perché la divinità potrebbe non esaudire. Un qualche conflitto di interessi tra lei e i sacerdoti, insomma. Altrimenti sembra un loro servo più che un dio. Deve poter dire di no e deve voler dire di no, spesso e volentieri. Ma perché?

Butto lì una proposta: evitare conflitti tra gli dei? :ka-old:

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19 ore fa, Bille Boo ha scritto:

Dal punto di vista tematico, serve una spiegazione del perché la divinità potrebbe non esaudire. Un qualche conflitto di interessi tra lei e i sacerdoti, insomma. Altrimenti sembra un loro servo più che un dio. Deve poter dire di no e deve voler dire di no, spesso e volentieri. Ma perché?

Io personalmente ho risolto la cosa con eleganza: gli dei non conferiscono poteri direttamente ai fedeli. Ma i sacerdoti studiano la filosofia e le rivelazioni degli dei per mettere in pratica la magia. Sono a tutti gli effetti dei maghi, o magari anche "stregoni" o artefici. 
In certi casi ci possono essere degli intermediari: un servitore divino funge da "patrono" e concede ai mortali delle gocce di potere, e in tal caso potrebbe rifiutare e non esaudire delle richieste dei sacerdoti perché cozzano con il suo modus operandi. 

Certamente l'accezione d&desca delle divinità è sempre un po' problematica, perché sono persino più umani degli dei classici greci: sono a tutti gli effetti degli Immortali di Mystara con un background diverso. 
A mio avviso un vero dio non è realmente conoscibile e comprensibile da un mortale, ed ha una visione del creato tale che la richiesta di uno, cento, mille mortali non ha un vero significato. 
Il dio della guerra è la Guerra. Non ci puoi ragionare, non puoi chiedergli di salvarti la vita o di smuovere le acque di un lago per far passare un esercito. 
I servitori divini del dio della guerra sono più ragionevoli, più vicini ad un'ottica mortale: possono comprendere le necessità dei fedeli e proteggerli in battaglia, o persino guarire le loro ferite. 

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@Pippomaster92 la domanda che hai citato si riferiva a una ben precisa ipotesi, cioè un mondo in cui i riti sacerdotali possono produrre effetti concreti e questi effetti concreti sono l'azione diretta della divinità (trattata quindi come PNG a cui chiedi un favore) e non un potere magico o mistico di chi li officia.

Era solo un esempio delle tante possibili configurazioni del mondo.

Naturalmente in un mondo in cui le cose funzionano in maniera diversa, come il tuo, la domanda non si pone neanche.

Modificato da Bille Boo
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5 minuti fa, Bille Boo ha scritto:

@Pippomaster92 la domanda che hai citato si riferiva a una ben precisa ipotesi, cioè un mondo in cui i riti sacerdotali possono produrre effetti concreti e questi effetti concreti sono l'azione diretta della divinità (trattata quindi come PNG a cui chiedi un favore) e non un potere magico o mistico di chi li officia.

Era solo un esempio delle tante possibili configurazioni del mondo.

Naturalmente in un mondo in cui le cose funzionano in maniera diversa, come il tuo, la domanda non si pone neanche.

La prima parte della mia risposta era riferita al mio mondo.
Ma la seconda parte vale anche per l'ipotesi della quale stavate parlando. 

Se i riti producono effetti concreti, non è detto che siano direttamente gli dei a intervenire. 
Comunque se il rito segue l'ortodossia non ci dovrebbero essere problemi con le intenzioni del dio stesso. 

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7 ore fa, d20.club ha scritto:

sono state proposte spiegazioni e meccaniche diverse, scegli quella che vuoi, sono tutte altrettanto valide;

Vedi che vieni nel mio discorso!

Sarei contento se la risposta fosse una, precisa e inequivocabile.

E invece il manuale ti butta una frase (secondo me) in modo superficiale e poi lascia tutto in una foschia regolamentare.

Io che dico che devono avere un riscontro concreto, un'altro che dice che sono solo per una pace interiore, un altro ancora che dice che solo da una certa scala gerarchica in su, ecc, ecc

4 ore fa, Pippomaster92 ha scritto:

E i riti non sono magici. 

Questo è dall'inizio che lo premetto.

Chi fa il rito non "fa una magia" ma "chiama" il dio ad intervenire.

Rito-> dio->effetto.

 

Spoiler

Poi come interviene il dio è un altro discorso ma di sicuro nella cultura cristiana l'intervento divino è tutt'altro che magico, anzi la magia è associata a satana, pertanto la cosa più ovvia non è pensare che un dio (in dnd) operi tramite incantesimi (sarebbe altamente riduttivo) ma in altro modo.

Bello il concetto che il dio è l'essenza stessa (il dio della guerra è la guerra!)

Comunque come dicevo, questo è un altro fronte che non importa affrontare.

 

Dalle vostre risposte sembra che consideriate solo:

rito->effetto.

Quindi lo bocciate perché è roba magica  (e visto così avete perfettamente ragione, perché la magia segue quel "flusso": è il rito (o incantesimo in questo caso) a far scaturire l'effetto.

 

 

 

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6 minuti fa, Casa ha scritto:

Questo è dall'inizio che lo premetto.

Chi fa il rito non "fa una magia" ma "chiama" il dio ad intervenire.

Rito-> dio->effetto.

Ok, ma questa è una tua idea. Non è parte del regolamento, non è una premessa del manuale. Il manuale parla in generale di riti, non dice che hanno un effetto pratico aldilà di quello spirituale/sociale/emotivo. 
Se tu vuoi che i riti abbiano una loro componente meccanica, è una cosa che si può benissimo implementare (ma occhio che a livello di worldbuilding sarà una magagna pazzesca!). Però non puoi pensare che manchi di coerenza il BG Accolito perché non corrisponde ad una tua visione personale della cosa. 

Comunque l'operato divino nel generico sistema-mondo di D&D è magia e ne rispetta le regole. Tant'è che esistono divinità della magia come Mystra che ne fanno rispettare le regole anche ad altre divinità. 
Poi, la magia divina non è necessariamente alla portata dei mortali (un dio potrebbe benissimo lanciare magie che non sono concepibili per un personaggio) ma resta magia.  

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4 hours ago, Pippomaster92 said:

Se i riti producono effetti concreti, non è detto che siano direttamente gli dei a intervenire. 

Certo che non è detto, ma era una precisa ed esplicita ipotesi del mio discorso.

In caso contrario, come ho detto, siamo di fronte a un'altra forma di magia operata dall'officiante: diversa quanto volete rispetto alla magia "normale", e magari in game non la chiamano magia, ma tecnicamente è magia (ogni volta che faccio x, ottengo y).

 

4 hours ago, Pippomaster92 said:

Comunque se il rito segue l'ortodossia non ci dovrebbero essere problemi con le intenzioni del dio stesso. 

Esattamente. A meno che non ci sia una buona ragione per cui ci siano.

E quello che stavo dicendo, se torni al mio discorso, è che se (ipotesi) trattiamo il dio come un PNG che interviene personalmente, e il rito come una richiesta a lui rivolta, allora per rendere alla cosa interessante (e bilanciata) ci vorrebbe anche una valida ragione per cui il dio possa e voglia dirti di no, perfino se segui l'ortodossia. Altrimenti: (a) non sembra un dio ma un servitore, e (b) è tutto troppo facile, come nell'esempio che facevo del PG che vanta un legame con l'Imperatore e viene esaudito ogni volta che chiede all'Imperatore qualcosa.

 

1 hour ago, Casa said:

Dalle vostre risposte sembra che consideriate solo:

rito->effetto.

In realtà io ho considerato esplicitamente rito -> dio -> effetto.

 

Comunque, ripeto: un conto è il worldbuilding e un conto è la meccanica di funzionamento del background di accolito. Non mischiamo le due cose. Sicuramente sono correlate tra loro, ma parlare dell'una o parlare dell'altra fa una bella differenza.

Possiamo studiare una meccanica sensata e bilanciata per l'accolito, e poi costruisci sopra un worldbuilding. Oppure possiamo studiare un worldbuilding che ci piace, e poi vedere se e come il background di accolito si può collocare e riadattare in quel mondo.

Modificato da Bille Boo
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5 ore fa, Casa ha scritto:

Chi fa il rito non "fa una magia" ma "chiama" il dio ad intervenire.

Rito-> dio->effetto.

Ok, allora supponiamo che un rito ad una divinità abbia un effeto.
Come dici tu, se non ci fosse mai un effetto, perchè fare il rito? Supponiamo però che ci sia sempre un effetto, ovvero che ogni qualvolta che qualcuno fa un rito il Dio lo accontenti. Per assurdo diventerebbe altrettanto inutile, poichè ogni richiesta fatta durante un rito potrebbe venir vanificata dal rito di qualcun altro. Senza contare l'eventuale caos che si verrebbe a generare.
Hai presente il film "Una settimana da Dio", quando Bruce (Jim Carrey) esaudisce i desideri di tutti?
Ecco, personalmente credo che quel film dia una buona spiegazione del perchè nel 99% dei casi un rito (o una preghiera) non debba avere quasi mai degli effetti.
Considera inoltre che nelle ambientazioni di D&D le divinità sono molteplici, complicando ulteriormente la cosa.

Credo quindi che tale dinamica non sia mai stata sviluppata proprio per quello, poichè la possibilità che il rito abbia un effetto sarebbe comunque a discrezione del "caso", alias del DM.

Modificato da Von
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8 ore fa, Pippomaster92 ha scritto:

Comunque l'operato divino nel generico sistema-mondo di D&D è magia e ne rispetta le regole

Prendo atto ma come dicevo nello spoiler è una questione che non influisce sul ragionamento (è a valle del rito, interviene nella seconda freccia, il rito rimane non magico)

8 ore fa, Pippomaster92 ha scritto:

Ok, ma questa è una tua idea. ...

 Però non puoi pensare che manchi di coerenza il BG Accolito perché non corrisponde ad una tua visione personale della cosa. 

Certo, è un'idea mia che (oltre che logica in quanto è così che funziona nel nostro mondo per chi ci crede) mi fa "tornare" il privilegio dell'accolito.

Perché al background accolito non manca coerenza perché io ho una visione diversa,  ma proprio perché  mi dà un privilegio che non "privilegia" secondo nessun'altra visione fin qui vista.

Il poter fare rituali secondo lo schema

 rituale->           (niente)

non me lo devi mettere nei privilegi ma lo metti nella descrizione generale del background e siamo tutti amici.

(Anche perché da ciarlatano posso benissimo descrivere al master che faccio un rito, guarda caso la mia seconda identità è proprio quella di un sacerdote e il mio rito falso otterrebbe lo stesso risultato del rito vero)

4 ore fa, Von ha scritto:

Supponiamo però che ci sia sempre un effetto, ovvero che ogni qualvolta che qualcuno fa un rito il Dio lo accontenti.

Nessuno ha mai detto che deve esserci sempre un effetto.

Si diceva che uno ha speranza di avere un effetto (cioè che la catena rito->dio->effetto sia possibile, non matematicamente certa)

In mezzo ci saranno, probabilità, livelli di potere, efficacie di vario tipo, ecc (insomma una meccanica da studiare)

8 ore fa, Bille Boo ha scritto:

E quello che stavo dicendo, se torni al mio discorso, è che se (ipotesi) trattiamo il dio come un PNG che interviene personalmente, e il rito come una richiesta a lui rivolta, allora per rendere alla cosa interessante (e bilanciata) ci vorrebbe anche una valida ragione per cui il dio possa e voglia dirti di no, perfino se segui l'ortodossia.

Ma infatti il dio visto come PNG è ragionevolissimo (anzi secondo me il dio è di fatto in png a prescindere da questa discussione).

Poi, ma certo che la maggior parte delle volte dirà di no! (È impegnato in altre faccenda, è distratto, non ritiene importate la richiesta o semplicemente non ne ha voglia o pretende di più, i motivi possono essere 1000 e soprattutto il dio non deve mica motivare il rifiuto)

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10 ore fa, Casa ha scritto:

 

Chi fa il rito non "fa una magia" ma "chiama" il dio ad intervenire.

Rito-> dio->effetto.

Io contesto questo assunto. Un rito non deve avere necessariamente un effetto. Un matrimonio non ha effetti se non nelle regole di convivenza e il dio non c’entra nulla, ma viene officiato di fronte al dio. Un accolito da bg fa questi riti che non fanno venir meno l’esistenza delle divinitá.

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