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[D&Dst3.5 - Shar] - Il mistero del villaggio fantasma.


Shar

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Senza indugiare, comincio a muovermi verso est costeggiando il fiume... Prima o poi arriverò al ponte.

Guardo i contadini con uno sguardo minaccioso... la tentazioni di rispondere in malo modo è forte... ma decido di controllarmi... ed augurandomi che entro sera finsicano per mangiarsi il letame che trasportano evito di aprire la bocca... se non per un freddo << Di qua! >> indicando la strada ai miei "compagni"...

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<Non so dirvi molto sulla cittadina di Grenville, purtroppo... Anche se penso sia dovuto al fatto che non ci sia molto da conoscere: abitata da circa duecento anime, vive prevalentemente con i frutti della terra, dei boschi e con la cacciagione. Sicuramente troveremo luoghi in cui riposarci, e probabilmente anche la possibilità di fare degli acquisti. Anche se, personalmente, non sento il bisogno di nulla. Ma siamo ancora all'inizio del viaggio, chi può dire cosa accadrà durante il cammino? Intanto, penso che per ora di cena riusciremo ad arrivare al villaggio senza nome nella pianura, ed in tal caso sarà utile ricordarci di chiedere di quel tale di cui ci ha accennato il padrone della taverna... Come si chiamava? Jonas, mi pare.>

Mentra cammino per la città osservo di sottecchi, incuriosito, le persone che ci fissano, chiedendomi il perchè di tali differenti reazioni.

Gli stessi pensieri mi girano per la mente in occasione dell'incontro con i contadini e, vagamente indispettito, ma prevalentemente incuriosito, mi avvicino con fare amichevole ai due.

<Ditemi, buoni uomini, cosa vi suscita una tale ilarità? Non mi pare di poterne essere la fonte, come non credo lo siano i mei compagni di viaggio, per quanto taciturni essi siano.>

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"Cosa avrà da ridere tutta questa gente?" penso mentre osservo Falarith che si avvicina ai contadini e in seguito lanciando un occhiataccia alla schiena della nostra guida

<< Se continuano a guardarci così prima o poi qualcuno si ritrova una freccia sul collo prima ancora che si possa pentire di ciò che ha fatto >>

Dopo aver detto queste parole allungo una mano per "accarezzare" il mio arco

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Vista la reazione di Falarith ed il nervosimo che sembra serpeggiare tra i "compagni"... Mi tengo pronta ad un 'eventuale combattimento (o rissa che sia)...

Tuttavia incalzo con << Muoviamoci... se volgiamo arrivare al villaggio prima di sera... >> Ed aumento un po' il passo.

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"idioti...vedremo chi riderà....il pensiero continua in una strana lingua......

Il mio volto per un attimo contrariato assume poi per poco un espressione quasi soddisfatta...sentendo di incominciare a inoltrarci fuori dal villaggio sgancio la balestra dallo zaino, estraggo un quadrello da un astuccio appeso alla cintura, la carico...il mio sguardo indugia un paio di secondi sui contadini...no...devo controllarmi...metto la sicura alla balestra in modo che non possa partire un colpo e la riappendo di lato allo zaino in modo che il quadrello non cada...

Rivolgo un occhiata ad Aldir e gli dico a voce non troppo alta:<Tranquillo...persone come noi non dovrebbero essere minimamente impensierite da un paio di poveracci che spingono LETAME>(evidenzio particolarmente questa parola)

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Mentre Tessadar riprende il cammino verso est, i due contadini sembrano inizialmente disposti a rispondere cordialmente alle parole di Falarith, per poi farsi scuri in volto di fronte alle minacce, verbali o fisiche, che vedono provenire dagli altri membri del gruppo.

<<Noi non vogliamo problemi.>> dicono ad alta voce.

Poi, solo per le orecchie di Falarith, uno aggiunge: <<Ma sarebbe meglio che controllaste gli animi dei vostri compagni, signore. Saremo anche poveri contadini con le mani sporche di terra e di letame, ma la città ha guardie particolarmente zelanti nel compiere il proprio dovere.>>.

Nonostante il tono sommesso, Aldir riesce, aguzzando le sue sensibili orecchie, a intendere gran parte di queste ultime due frasi. Agli altri non sfugge che abbiano detto qualcosa, ma nulla di più.

Si congedano con un impercettibile cenno del capo e continuano la loro strada verso il loro appezzamento di terra, poco distante.

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Vedete ad un paio di chilometri da dove siete il piccolo ma solido ponte che porta dall'altra parte del fiume.

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C'è del movimento sopra, anche se a questa distanza non potete essere più precisi su cosa possa essere, al di là di qualcuno in entrata e qualcuno in uscita dalla cittadina.

Mystara, schermandosi gli occhi dal caldo sole del mattino, intravede almeno una coppia di guardie, o presunte tali, armate di alabarda che sorvegliano l'accesso al ponte da questo lato del fiume.

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<Vi ringrazio per i Vostri saggi consigli, e vi auguro una buona giornata>

Torno in fretta dagli altri, richiamandoli.

<Ragazzi, aspettate! Non so di preciso a cosa si riferiresso, ma è meglio restare tranquilli e non aggressivi se incrociamo delle guardie: a quanto pare sono manesche e violente! Un'ultima cosa: se volete minacciare qualcuno con cui io sto per parlare, per gli Spiriti degli Elfi, fate in modo che non se ne accorga!>

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<Spero che non abbiano interpretato il mio gesto come una minaccia...sorrisetto...quando si vaga per le campagne è sempre bene avere la balestra carica...sorrisetto...>

<Comunque...a proposito di guardie...a quanto sembra siamo arrivati al ponte...>

detto questo allungo leggermente il passo affiancandomi a Tassadar alla testa del gruppo...

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<< Io non avevo intenzione diminacciare nessuno... diciamo che il mio era piuttosto un... avvertimento...>> mi rivolgo con un sorriso a Falarith

poi continuo con il mio discorso:

<< e non credo che dobbiamo avere paura dei soldati... noi non stiamo disturbando nessuno, al massimo penso che debbano essere loro a non disturbare noi, altrimenti farò parlare il mio arco >> poi rivolto a Tassadar << e credo che anche tu sia del mio stesso parere... o sbaglio?>>

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Mi giro verso l'arciere....

<< Per la verità ti sbagli, a dirla tutta... >> Aspetto per un attimo la sua reazione.

<< E aggiungo che trovo più saggio non far innervosire le guardie e rispondere con "diplomazia" alle loro eventuali provocazioni.

Oh... non temere... se dovessero attaccare beh... non vi lascerei certo a voi stessi, dato che il destino sembra averci accomunato in questo modo. Ma se sarete voi ada attaccare briga... sarete voi a cavarvene fuori. >>

Quindi mi rivolgo a Mystara... << Un giochetto come quello della balestra sul ponte potrebbe costarci caro... stai moooooolto attenta a quello che fai e dici d'ora in poi...>>

Rivolta a tutti: << Una volta che saremo veramente "fuori città" potremo anche rilassarci un po'... >> quindi aggiungo sottovoce... << ...ma solo un po'!>>.

Mi rimetto in cammino verso il ponte.

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Sfioro di nuovo l'arco con la mano per vedere se è al suo posto e poi mi rivolgo a Tassadar:

<< e sia come vuoi... sei tu la nostra guida, ma sappi che se un solo essere vivente oserà alzare la sua arma su di noi, lo spedirò subito all'altro mondo>>

poi volgo il mio sguardo verso il ponte osservandolo bene per vedere se riesco a notare qualcosa [check di osservare]

<< Ora possiamo dirigerci verso questo maledetto ponte...>>

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Mi volgo verso la donna con un espressione incuriosita...

<Non so di cosa diamine tu stia parlando...io ho sempilcemente caricato la balestra...se poi quei poveracci hanno capito qualcos'altro...beh...non sono problemi miei...>

Sebbene quest'affermazine sia assolutamente veritiera non posso fare a meno di pensare, divertita, tra me e me che appena adagiato il quadrello sulla guida in effeti mi era venuta una mezza idea di togliere a quei contadini il sorriso dalla faccia...ma sicuramente la minaccia non era intenzionale...

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<Allora sarà il caso di lasciar parlare me, se ci saranno intoppi. Logicamente, confido nella vostra abilità se la situazione dovesse precipitare...> dico, esibendo un sorriso rassicurante.

"Oddio, sto iniziando a preoccuparmi" penso mentre continuiamo il cammino

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Mi fermo e mi giro verso la mia compagna di viaggio: << Mia cara... >> Mi avvicino a Mystara... allungo una mano fino sfiorarle delicatamente (quasi con dolcezza) una guancia... << Dovrai imparare, prima o poi, che "la gente" reagisce talvolta in modo inaspettato alle tue azioni... Dovrai impare a tenerne conto se non vorrai essere fraintesa... >> Un po' di sprezzo su quel "la gente" traspare dal mio tono. Mi avvicino ancora e le sussurro ad un orecchio << E dovrai imparare che spesso una lingua "lesta" come la tua ha ben altri utilizzi... molto più piacevoli... >> Quindi mi allontano lanciando un sguardo languido verso i due "uomini" che ci accompagnano.

Quindi riprendedo per l'ennesima volta il cammino verso il ponte rivolgo le mie ultime parole al bardo: << E sia Falarith... parlaci tu con le guardie... >> vedremo come te la cavi, sono le ultime parole dell afrase.. ma rimangono solo nella mia mente.

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Ormai il gruppo è a poche manciate di metri dal ponte, e può rendersi conto di quello che vi sta accedendo sopra.

Il ponte, di pietra e all'apparenza molto solido, nonostante le erbacce che si sono infiltrate fra le pietre, è a campata unica. Al di sotto, una ventina di metri lo separano da un fiume dalle acque celesti e piuttosto torbide, largo una trentina di metri e parecchio tumultuoso mentre si infila nella piccola gola sulla quale il ponte è stato ricavato. Poco prima e poco dopo al ponte, il fiume diventa più ampio e più placido, ma comunque difficile da attraversare a nuoto.

Sopra al ponte non sta accadendo nulla di speciale.

Vedete che c'è una coppia di guardie ad ogni estremo del ponte, piuttosto male in arnese a giudicare dalla pulizia dell'armatura e di loro stessi, armate di alabarda e con una spada corta al fianco.

Mentre vi avvicinate, vedete che regolano semplicemente il traffico di persone, piuttosto modesto a dire la verità, da e per la città, che dista qualche centinaio di metri.

Al momento, cinque boscaioli armati di carretto e attrezzi del mestiere sta lasciando la zona come voi, mentre due contadini stanno cercando di convincere un mulo a trascinare una lettiga carica di verdure verso la cittadina.

Le guardie dal vostro lato stanno scambiando qualche parola con i boscaioli, mentre quelle dall'altro lato si sono messe rilassate dopo aver salutato i contadini in ingresso.

Aldir, che aveva aguzzato la vista in precedenza, ha notato che dalle mani dei contadini è passata una manciata di monete in direzione delle guardie, prima di cominciare la breve traversata.

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Appena Tassadar finisce di parlarmi,ignorando la forte voglia di piantarle un pugnale nella schiena, mi riavvicino a lei e avvicinando il mio volto al suo orecchio le sussuro qualcosa con voce estremamente bassa in modo che nemmeno le sensibili orecchie del'elfo possano sentirmi...fatto ciò rallento il passo e mi unisco agli altri due...

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Sfoggiando tutta la mia gentilezza mi rivolgo al gruppo:

<< Ragazzi... e ragazze... forse è meglio che ci siano meno scontri tra di noi, in fondo dobbiamo andare tutti nello stesso posto e non voglio litigi, se ci saranno degli ostacoli in questa via voglio almeno che il gruppo sia unito per poterli fronteggiare al meglio... ora voglio riferirvi che ho cercato di focalizzare cosa accade sul ponte, quelle guardie stanno soltanto controllando il passaggio ma ho notato che i passanti ottengono il permesso di poter proseguire porgendo loro delle monete... ebbene... io non ho che qualche spicciolo, ho donato tutto il mio denaro a una vecchia strega e mi rimane pressochè niente, perciò... >> sposto il mio sguardo sul mezzelfo << visto che sei tu il più "diplomatico" del gruppo, Falarith, ti prego di rivolgerti alle guardie chiedendo loro soltanto di lasciarci passare, senza dover ricorrere alle armi o al pagamento di tributi troppo elevatii >>

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<Sono contento di poter mettere in pratica le mie abilità diplomatiche! Nonostante mi venga abbastanza naturale, posso migliorare solo con un costante allenamento, quindi ogni occasione è buona per parlare.>

Un sorriso compare sul volto del mezzelfo, mentre pensa a come ingraziarsi le guardie...

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Con il resto del gruppo che rimane qualche passo indietro, Falarith si avvicina tranquillamente alle guardie dal lato del ponte che da sulla cittadina.

<<Alt!>> intima svogliatamente una delle due, mentre l'altra, vista la quantità di armi che portate, mette in mostra le proprie, abbastanza sgangherate, a dire il vero.

<<Per ordine del borgomastro di Arnanck, se intendete attraversare il ponte siete pregati di pagare la tassa di passaggio. Altrimenti, siete liberi di cercare il guado che più vi aggrada.>> dice con fare che vorrebbe sembrare perentorio, e strizza l'occhio in direzione di Mystara.

<<Il prezzo è di cinque monete di rame ciascheduno. Se trasporate merci di valore, applicheremo il prezzo che si conviene in base alle disposizioni del borgomastro di Arnanck.>>.

<<Dunque, siete in quattro, fa due pezzi d'argento. Inoltre, mostrate cosa contengono i vostri zaini e porgete le armi in modo che possa vederle, dalla parte dell'elsa e dentro al fodero. Intendo, tutte le armi.>>.

img_42de191d641dd_middlea.jpg

Mentre tutto questo accade, la volta del ponte vi nasconde gran parte di quel che accade oltre, tranne le teste delle altre due guardie. I boscaioli hanno ormai attraversato il ponte, mentre i contadini con mulo e carretto vi passano di fianco guardandovi senza incrociare il vostro sguardo, per poi proseguire verso la cittadina.

Una nuvola vi mette per un istante in penombra, mentre udite solo lo scorrere del fiume poco sotto di voi, e qualche sporadico ragliare d'asino in risposta alle sferzate.

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<Per Diana, cinque pezzi di rame ciascuno sono davvero un'enormità, per attraversare un simile tratto... Comunque sia, se queste sono le leggi sarà meglio rispettarle, lungi da noi il desiderio di creare disordini in questa pacifica regione.>

Mi cerco un po' addosso, tirando fuori un paio di monete d'argento, che porgo alla guardia.

<Per quello che mi riguarda, le mie armi sono questo stocco riposto nel suo fodero, appeso alla cintura, questa balestra leggera, legatami alla vita ed un pugnale. Merci di particolare valore non ne possiedo, come potete voi stessi constatare>

Rivolto verso Tassadar, Aldir e Mystara:

<Ho pagato anche il vostro pedaggio. Mostriamo il contenuto dei nostri zaini, e suppongo saremo liberi di attraversare il ponte.>

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