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[D&Dst3.5 - Shar] - Il mistero del villaggio fantasma.


Shar

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Come risvegliatami da uno strano torpore mi rendo conto di sentire un po' di fame...

<< Bene elfo... vediamo se riusciamo a conquistarci il pranzo... >>

Ripongo il mio zaino... prendo l'arco e la faretra e mi avvicino all'arciere... la spada sempre nel fodero al mio fianco....

<< Ora che siamo lontani dal paese mi sento molto più tranquilla... >> L'espressione sl mio volto si addolcisce un po'... << Vediamo se riusciamo a cacciare qualcosa di buono. >>

Avvolgendomi completamente nel manrtello nero (per evitare i baluginii dell'acciaio) mi avvio il più silenziosamente possibile verso il folto del bosco, attendendo che l'elfo mi raggiunga.

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<< E sia, mia cara... >> mi rivolgo con un espressione raddolcita alla donna << per quel poco che ti conosco sono convinto che sei molto brava con la spada, vediamo se lo sei altrettanto con l'arco, e poi credo che cacciare insieme sia un ottimo metodo per fare amicizia, visto che finora non ne abbiamo avuto l'opportunità >>

Dopo queste parole mi incammino dietro Tassadar con l'arco che non uso da alcuni giorni... all'apparenza per me un'eternità...

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poggio lo zaino e l'asta sotto l'albero ed estraggo l'otre...

<Aspettando i Divini Cacciatori vado a prendere un pò d'acqua...>

riempio l'otre d'acqua al fiume(se l'acqua è limpida e se ci arrivo senza sporgermi troppo, ovviamente...)

tornando indietro:<Nel caso non dovessero prendere niente ho sempre un involto con le provviste...e suppongo che anche tu lo abbia...>

detto questo mi siedo sotto l'albero, prendo il pugnale e inizio a giocherellarci per ingannare il tempo...

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<Ho fiducia nei nostri compagni, e sono sicuro che procureranno il pranzo per tutti. In ogni caso, come ho del cibo con me, quanto basta per sostenere una persona per un paio di giorni. Se sarà necessario, ce lo faremo bastare>

Dopodichè, prendo il liuto ed inizio a strimpellare un dolce melodia, rilassante ed in armonia con il vento.

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Falarith e Mystara

Passa un po' di tempo, e il non far nulla, l'appetito, il sole, la brezza, il rumore del fiume, la lunga camminata, il suono del liuto... tutto questo mette un po' di stanchezza ai due compari, molto vicini all'addormentarvi.

Intorno a loro regna la calma, gli animali e le piante seguono il corso della loro vita, e i due si sentono in sintonia con l'ambiente che li circonda.

Dopo un po', il pugnale di Mystara sembra farsi più pesante fra le sue mani, mentre le corde del liuto producono suoni sempre più fiochi.

Si stanno per addormentare.

Aldir e Tassadar

I due cacciatori si incamminano per qualche passo dentro al bosco, e subito sono circondati dalla fitta vegetazione, dai rami caduti e dalle foglie che marciscono, e dal canto degli uccelli annidiati fra le fronde.

Dopo qualche metro difficoltoso, i loro passi si fanno più semplici, mentre raggiungono una piccola radura creata da un paio di gigantesche betulle divelte dal tempo e dall'età: al loro posto solo qualche piccolo arbusto.

Nonostante il piacevole paesaggio, non si scorge alcun animale di taglia sufficiente a garantire un giusto pasto per quattro viandanti, anche perchè il rumore provocato dai due novelli cacciatori nel districarsi fra il fogliame deve aver spaventato qualsiasi mammifero nel raggio di decine e decine di metri.

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<Yahn... Mia cara amica, questa bucolica aria frizzante mi ha messo una certa sonnolenza. Ti dispiacerebbe aspettare tu il ritorno dei nostri cacciatori, mentre riposo gli occhi? Ti sarò grato se mi sveglierai quando il pranzo sarà pronto>

Chiudo gli occhi ed inizio a sonnecchiare.

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accortami della situazione mi riscuoto...meglio non abbassare la guardia...

<D'accordo...mentre tu "riposi gli occhi" io starò di guardia...meglio non farsi mai cogliere impreparati...>

detto questo per non addormentarmi cerco un rametto decente a terra e inizio a intagliarlo col pugnale...

"se quei due non tornano prima di mezz'ora credo che mangierò le provviste..."

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Mentre Falarith cade rapidamente in un sonno ristoratore, Mystara si riscuote dal torpore e comincia ad intagliare un rametto con il proprio pugnale.

Non si ode altro che i rumori della natura e del fiume. Di quando in quando, si sente anche il balzo di qualche pesce a caccia o in cerca di preda.

Nel frattempo, Aldir e Tassadar sono ancora alle prese con la caccia. In realtà è trascorsa quasi un'ora, senza che si vedesse anima viva dopo essersi appostati ai margini della radura.

A questo punto, però, mentre anche le palpebre di Aldir cominciano ad abbassarsi per la noia dell'attesa, è Tassadar a scorgere poco distante da voi, al riparo dei resti di un tronco largo come il torace di un orco, una fagiana appollaiata su quello che sembra il suo nido.

La distanza è di una ventina di metri, il tiro potrebbe essere buono.

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Vedo il mio compagno appisolato...

Se lo sveglio rischio che faccia qualche rumore e spaventi la preda...

Ok... ci provo...

Incocco una freccia e prendo la mira... Trattengo il fiato per un istante... pare un'eternità... Miro alla fagiana... e scocco! (:elf:)

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Il tiro di Tassadar era facile: la fagiana puntava tutto sul mimetismo, stando ferma immobile... il centro è quasi perfetto: la freccia si infila fino a tre quarti dell'asta poco al di sopra dell'ala della creatura, passandola da parte a parte.

Nemmeno un suono, nemmeno una piuma: muore sul colpo.

Insieme al proprio compagno, la cacciatrice si avvicina alla sua preda, pregustando il pranzo. Nota anche, sollevando il corpicino (probabilmente non abbastanza per quattro commensali), che la fagiana stava covando tre uova.

A quel punto Aldir ha la visione che si aspettava: all'altro capo della radura, scorge la testa di un capriolo avanzare ai margini del sottobosco, ignaro delle presenze in agguato a poca distanza. Non è un animale imponente: probabilmente, è divenuto adulto da non più di una stagione.

Il tiro, in questo caso, non sarebbe facile: la distanza, il fogliame, le dimensioni dell'animale. Ma l'occasione è ghiotta.

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Tutto si svolge in un istante. Tassadar si china a raccogliere fagiana e uova, Aldir incocca e scocca una freccia, la freccia che attraversa la radura mortalmente silenziosa, il capriolo che sta sollevando la testa proprio nell'istante in cui viene raggiunto dal proiettile, che gli si conficca poco sopra il posteriore sinistro.

Un lamento, un balzo, un fruscio di fronde: la seconda preda è sparita.

Il tiro non è stato dei migliori, e nonostante la ferita procurata all'animale, sembra non aver intaccato alcun organo vitale.

Adesso il rumore prodotto dall'animale in fuga deve aver spaventato nuovamente tutti gli animali dei dintorni.

Probabilmente, sarebbe più saggio tornare indietro e tenere quello che la natura ha già offerto.

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Non è assolutamente difficile seguire le tracce del capriolo. Perde un po' di sangue, ma spezza rami e lascia impronte a sufficienza per poterlo seguire ad un'andatura regolare.

L'unico problema è che è molto più veloce degli inseguitori, oltre ad essere un perfetto conscitore del suo territorio.

Inoltre, non segue una direzione lineare.

Tassadar e Aldir si stanno allontanando in un bosco piuttosto fitto.

Nel frattempo...

Per Mystara il tempo passa, ma lento e noioso. Vorrebbe riposarsi, ma non può, visto che Falarith già dorme della grossa, mugugnando frasi incomprensibili e rievocando in piccoli spasmi della muscolatura avventure passate e giornate passate a strimpellare in paesi e locande.

Ormai gli altri due componenti del gruppo sono via da oltre un'ora e mezza.

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Diavoli dell'inferno quanto corre questo elfo...

Quando lo raggiungo sono sorpresa dalla distanza che abbiamo percorso...

<< Si.. sarà meglio... se non vogliamo che i nostri amici muoiano di fame... Senza contare che se ci allontaniamo troppo potremmo incappare in qualche pericolo... >> Detto ciò ripongo l'arco e le frecce e sfodero la spada...

Scopro anche l'armatura in modo da spaventare almeno gli animali...

<< Avanti... fai strada prode cacciatore... e non ti crucciare, la preda fuggita avrà per sempre paura di te... anche questa è una vittoria! >>

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Tassadar e Aldir tornano sui proprio passi.

Fanno un po' di fatica per raggiungere il loro punto di riferimento, la radura della caccia, ma da li in poi ricordano a memoria la strada.

A due ore e mezza circa dalla loro partenza, siete di nuovo insieme al gruppo, con cena al seguito.

Il bardo è addormentato della grossa, ma apre una palpebra appena sente i vostri passi avvicinarsi.

Mystara, dal canto suo, secerne noia e fastidio da ogni poro della pelle per la lunga assenza e attesa dei proprio compagni.

Una fagiana e tre uova. Che farne?

Senza contare che il pomeriggio si avvia verso la sua fase centrale.

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