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[D&Dst3.5 - Shar] - Il mistero del villaggio fantasma.


Shar

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Aldir si mette immediatamente a controllare la strada e i dintorni, ma non riesce a raggiungere conclusioni certe al 100%.

Due o tre giorni fa ha fatto un discreto acquazzone, quindi alcune tracce sono rimaste scolpite sulla strada... almeno fino alla prossima pioggia.

Riesce a notare diverse serie di impronte, alcune che vanno, altre che vengono: poca cosa, in realtà. Qualche traccia di carretto o lettiga, segni di cavallo (poche) o mulo (molte di più), calzature non molto ben definite (zoccoli, rari stivali).

Quello però di cui sembra abbastanza certo è che, almeno li, non vi siano tracce fresche. Il che è strano, considerando che i contadini sono soliti andare a vendere giornalmente i frutti dei propri campi, soprattutto in questa stagione di crescita intensa della verdura e della frutta.

Il gruppo raccoglie le proprie cose, ed è pronto a ripartire verso il villaggio: l'arrivo è stimato un po' dopo il tramonto.

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<< Mia cara.. se il "contadinotto" è stato inghiottito dalla strada che stiamo percorrendo, francamente, credo che dovrebbe importarcene.. se non vogliamo fare la stessa fine. >>

Mi rimetto in marcia... in prima fila... pronta ad estrarre la spada al minimo segno di pericolo.

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<Veramente, non sappiamo se è figlio di un mezzadro o meno. Anzi, visto che a quanto pare suo padre Ionas potrebbe procurarci un letto ed un pasto, mi vien da pensare che sia un oste. Logicamente, potrei sbagliarmi... Indubbio, comunque, è che scoprire che fine ha fatto tale giovine sia sicuramente interessante, sia per nostra conoscenza, sia perchè, se gli è successo qualcosa, sarebbe gentile da parte nostra comunicarlo alla famiglia. Prima di tutto, però, dobbiamo trovarlo... Sia come sia, vediamo a cosa ci porterà la nostra strada!>

Recupero liuto, stocco e zaino, e riprendo a camminare con i miei compagni, evitando di posizionarmi all'ultimo posto.

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Dopo essersi scambiati qualche ragionevole perplessità, i nostri quattro eroi si caricano le poche cose di cui dispongono in spalla e si rimettono in viaggio verso nord, in direzione del villaggio in cui hanno deciso di passare la notte.

Anche se un sacco di tempo se ne è andato per la caccia, il riposo e il pranzo, aver riposato un po' più a lungo ed essersi rifocillati con qualcosa di caldo e fresco ha rinvigorito le forze degli avventurieri, rendendo i loro passi più rapidi e sicuri.

Mentre il sole continua la sua corsa verso ovest, e la luce che prioetta sul mondo comincia a calare di intensità, si alza con maggior vigore una piacevole brezza, che stavolta proviene dalle vostre spalle e trasporta qualche barlume di salsedine. Non fa troppo caldo, ma camminare è un po' faticoso, e con quest'arietta più frizzante a sospingerli i quattro si sentono un po' più allegri di quanto fossero stamane.

In men che non si dica, arriva la sera. La fagiana e, per i più fortunati, le uova sono stati già consumati dal fisico messo in moto dalla camminata. Arriva il momento di decidere se tirare dritti fino al villaggio oppure fermarsi un po' a mangiare qualche boccone dalle razioni che si sono portati dietro.

In base ad un calcolo molto approssimativo di Aldir, dovrebbero mancare due o tre ore dal villaggio. Secondo Tassadar, invece, ci vorrà un po' di più. Gli altri due non hanno la più pallida idea di dove siano rispetto alla mappa, né di quale delle due versioni li convinca di più.

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<Ah...finalmente la notte...ora mi sento veramente a mio agio...>

"adesso mi sento totalmente diversa...questo è il mio regno...non sono esattamente indifesa di giorno...ma di notte..sento di poter fare cose impossibili di giorno...sento una forza bruciante dentro di me...sento quasi l'oscurità dentro di me..."

leggero borbottio di stomaco...

<Immagino che anche voi iniziate a sentire un pò di fame, ma io dico che è meglio tirare dritto fino al villaggio...>

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Le luci diffuse dopo il tramonto si fanno sempre più evanescenti, e in poco tempo il gruppo si trova a camminare al buio.

Nonostante questo, la strada è leggermente rischiarata da una luna piena piuttosto bassa sull'orizzonte, velata di quando in quando da una nuvola di passaggio.

Dopo un tempo che è a metà strada fra le due teorie della distanza mancante, il gruppo scorge dinnanzi a sé una lieve depressione del terreno, che permette di intravedere le sagome delle case del villaggio. Siamo intorno a mezzanotte, forse anche oltre.

Non si sente alcun rumore, diverso dal frusciare del fogliame alla brezza serale o il canto di qualche uccello notturno.

Tuttavia, non si vede nemmeno alcuna luce provenire dalle abitazioni, né del fumo salire dai comignoli.

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<Vista l'ora, comunque dei residui di fumo dovrebbero uscire dai comignoli... Mi pare strano che ciò non accada. Aldir, cosa vedono i tuoi occhi da elfo? Vedi persone, animali, o comunque segni di vita? Questa atmosfera silente non mi piace...>

Preoccupato, mi guardo intorno, nonostante non riesca a vedere quasi nulla al buio, ma non mi fido ad accendere una luce.

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Un brivido lungo la schiena...

Sfodero la spada... la situazione non mi piace...

<< Il villaggio sembra morto... >> sussurro al bardo... << Sarà meglio avvicinarci con cautela... se proprio vogliamo avvicinarci a notte fonda... >>

Mi copro col mantello per evitare riflessi della luna sulla mai armatura...

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Gli occhi da elfo dell'elfo non sono in grado di aggiungere molti più dettagli alla situazione che il gruppo ha immaginato.

Sono le sue orecchie, in realtà, a dare qualche indizio in più: riesce a stento ad udire qualche lamento, probabilmente di un animale domestico. E viene dalla zona del villaggio.

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Mystara, spada in mano, si mette per un istante ad osservare più attentamente la scena che il gruppo ha dinnanzi.

Fra le poche case raccolte al centro del paesino, nota una costruzione più piccola e più alta, senza saper dire, da questa distanza, di cosa si tratti.

Il sentiero prosegue verso il paesino, e dinnanzi si possono scorgere cinque o sei abitazioni, di cui una più grande sul lato sinistro.

Sullo sfondo, in altro rispetto alla depressione che ospita il paesino, sembra potersi scorgere una costruzione più alta, probabilmente una vecchia torre d'avvistamento in rovina.

Tutto il gruppo, ad un certo punto, sente il lamento cui si riferiva Aldir... solo che ha ben poco di umano, nonostante sia flebile e distante.

Mentre i quattro stanno decidendo sul da farsi, Mystara, ancora con lo sguardo puntato attentamente innanzi, scorge un movimento nelle ombre sul retro di una casa.

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<< Eh no ... sarai anche silenziosa ed invisibile... ma non certo invulnerabile... avanziamo tutti assieme... i suoni che sento non mi piacciono... ed i tuoi occhi serviranno anche a noi... >> Detto questo mi porto avanti al gruppo ed avanzo... con prudenza e circospezione.

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Man mano che la distanza dal villaggio si riduce, si riescono a scorgere maggiori particolari, complice la luna che ha ormai raggiunto una discreta altezza nel cielo.

La conferma più sconcertante è che non vi sono segni di vita provenienti dalle case: né una luce, né un rumore, né un filo di fumo. Nulla di nulla.

Solo quel lamento, ormai molto fievole, getta un lugubre suono sul silenzio che domina sulla zona. Proviene dal retro di una delle casupole.

Ormai il gruppo riesce anche a farsi un'idea del luogo, nonostante siano ancora un centinaio i metri che lo separa dalla prima costruzione:

oscuratajn5.th.png

Ovviamente, non si riesce a scorgere poi molto di più riguardo al villaggio dalla posizione del gruppo, se non la sagoma delle case, quella di una torre in rovina dall'altro lato rispetto al quale i quattro si stanno avvicinando, una costruzione in mattoni, invece che in legno, alla sinistra, e il lamento provenire più o meno da destra.

Al centro del villaggio, pare esserci infine una grande fontana di pietra.

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