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[D&Dst3.5 - Shar] - Il mistero del villaggio fantasma.


Shar

Messaggio consigliato

Prendo il mio arco curandomi di tenerlo fuori dalla portata delle guardie e lo mostro ai soldati:

<< Questa è la mia unica arma ed è tutto ciò che possiedo insieme alle frecce contenute nella faretra... nel mio zaino potete trovare soltanto le provviste per il viaggio, non ho altro >>

Pronuncio queste parole in tono sinceramente tranquillo, a quanto pare queste guardie non hanno intenzioni belliche contro di noi e non mi sembrano pericolose

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Mentre i primi due mostrano i propri possedimenti, la seconda guardia sembra particolarmente interessata ad uno di voi, nella fattispecie a Falarith.

Vedete che appoggia una mano sulla spalla del proprio compare, intento ad osservare ciò che mostrate e cosa portate addosso.

A quel cenno, i due si scambiano un'occhiata: la seconda guardia attraversa a passi veloci il ponte, mentre la seconda chiede proprio a Falarith di mostrargli il contenuto dello zaino. Inoltre, rivolge a quest'ultimo una domanda diretta: <<Come vi chiamate, messere, e cosa vi ha portato da queste parti del Regno?>>. Nel frattempo, tende la mano per farsi consegnare lo zaino.

Lo stesso Falarith, particolarmente incline a studiare gli animi delle persone, ha la sensazione che la guardia voglia farvi perdere del tempo.

Intravedete la testa della seconda guardia che spunta dalla gobba del ponte, accompagnata da quelle delle altre due. Sembrano parlottare tra loro, ma cosa si stiano dicendo va al di la della capacità del gruppo di udire attraverso lo scrosciare dell'acqua del fiume.

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<Il mio nome è Falarith Elraralith, e sono un umile girovago, nonchè suonatore di liuto... Sa, com'è, bisogna pure campare. Prego guardi pure.> dico, mentre apro lo zaino.

<Purtroppo ho ben pochi pessedimenti con me, come ne ho pochi in generale: della carne salata e della frutta secca per un paio di giorni, delle torce per illuminare me ed i miei compagni nelle notti senza luna ed un paio di sacchi, nell'eventualità che mi si danneggi lo zaino. Non mi sembra ci sia nulla di particolare.>

Lanciando un'occhiata in direzione del ponte:

<Ma non ho potuto fare a meno di notare che il suo collega si è allontanato... Nulla di grave, ne sono sicuro. Comunque, questa attesa mi sta snervando... Se non le dispiace, ne approfitterei per accordare il mio strumento, tanto per ingannare il tempo>

Appoggio lo zaino a terra, e faccio per sfilarmi dalla tracolla il liuto, senza particolare fretta.

Spoiler:  
Tiro un Percepire Intenzioni per vedere che cosa hanno in mente...
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Mi avvicino alla guardia... in silenzio... centinaia di frasi sarcastiche mi vorticano nella mente a proposito del mostrare le armi... ma mi trattengo... mostro velocemente l'arco ed il contenuto dello zaino... Per quanto riguarda la spada resto un po' più guardinga... pronta a ritirarla al minimo cenno "sospetto" da parte delle guardie... o al minimo cenno da parte del bardo.

No mi farò trovare impreparata...

Lo sguardo vaga velocemente lungo il ponte, fino a posarsi sugli altri due compagni... [spot check]

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estraggo la spada corta, la balestra e glie li porgo...ci penso un pò poi prendo il mio pugnale da un fodero sulla coscia...lo faccio roteare leggermente(ma in modo che non sembri una minaccia)e glie lo porgo...poi prendo lo zaino lo apro e glielo do...quando vedo la situazione che si sta creando mi tengo pronta a riafferrare il pugnale(non si sa mai)...

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Chi stava osservando dall'altra parte del ponte, nota che la terza guardia scuote ripetutamente la testa, e dopo appena un interminabile minuto la seconda guardia torna sui propri passi.

La guardia che è restata con il gruppo si gira per guardare il proprio compare di ritorno, e sembra tranquillizzarsi una volta visto lo sguardo e il cenno ricevuto.

Improvvisamente, da perentorio torna gentile: <<Grazie di aver visitato Arnanck. Spero di rivedervi un giorno nelle nostre terre. Altrimenti, buona fortuna.>>

Restituisce gli oggetti che stava osservando ai legittimi proprietari e si adagia nuovamente sul muretto del ponte, lasciando strada.

Quando i quattro cominciano a muovere qualche passo, la seconda guardia li saluta con un cenno del capo, e aggiunge: <<Buona fortuna. Fate attenzione nelle campagne: c'è sempre qualcuno disposto a tutto pur di ottenere una cena.>>.

Quando ormai la distanza è di qualche metro, praticamente metà del ponte, le due guardie davanti al gruppo sono rilassate e guardano distrattamente nella loro direzione. I due che lasciati alle spalle, invece, parlottano sommessamente tra loro.

Aldir, favorito nuovamente dal proprio udito finissimo, riesce a percepire un paio di parole di questo discorso. "... un attimo ... ... ... ... Manith ... ... ... nulla da ridere."

Nel frattempo il gruppo raggiunge l'altra estremità del ponte e le restanti due guardie. Anch'esse salutano con un cenno del capo, ma non proferiscono una parola.

Si scorge, a qualche centinaio di metri di distanza, un ulteriore piccolo gruppetto di contadini in arrivo.

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Un pò pensierosa ripercorro rapidamente l'accaduto...non riesco a capire molto ma sono quasi sicura che quello che è successo c'entri qualcosa col bardo, tuttavia decido di tenere per me le mie osservazioni...mi avvicino tranquillamente ad Aldir e gli dico a bassa voce:<Sembravano leggermente agitate...non sono riuscita bene a capire cosa dicessero mentre ce ne andavamo...le tue orecchie da elfo sono migliori delle mie...per caso sei riuscito a sentire qualcosa?>

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Anche io con uno sguardo pensieroso mi rivolgo a Mystara:

<< Ho sentito soltanto alcune parole delle quali non riesco a capire il significato, ho sentito un nome, Manith, e poi una guardia ha detto che non c'è nulla da ridere... secondo me stanno aspettando qualcuno, ma non riesco a capirne il motivo >>

Poi mi rendo conto che forse Falarith potrebbe spiegarci qualcosa di più:

<< E tu, mezzelfo?? che cosa ti ha detto la guardia all'orecchio??? dopotutto siamo un gruppo, e non credi che dobbiamo condividere quello che ci accade intorno, sia nel bene che nel male? >>

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<Mi ha avvertito che nelle campagne si possono fare brutti incontri, e che quindi è meglio stare all'erta. Mi è sembrato un ottimo consiglio, per quanto superfluo. Anche se proprio questo mi fa pensare che ci sia qualcosa di più pericoloso di quanto pensiamo, o addirittura qualcosa a cui non pensiamo... Comunque sia, compagni, confido sui vosti sensi fini per avvistare eventuali pericoli>

Mi rendo conto del significato delle parole rivoltemi da Aldir:

<Manith, hai detto? Lo sto giusto cercando, è l'amico di cui vi parlavo prima! Datemi qualche istante, per cortesia>

Torno verso le guardie, faccio un leggero inchino e dico:

<Vi chiedo venia, ma inavvertitamente ho afferrato qualche parola della vostra ultima conversazione. Parlavate di un tal Manith, se non erro; è per caso questa persona un suonatore, mio pari? Un umano, magari? Sapete, è un mio conoscente, ed è da qualche tempo che lo sto cercando. Sapete qualcosa di lui?>

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Falarith si allontana dal gruppo e ritorna sui suoi passi, proprio mentre sta giungendo un'altra coppia di contadini all'accesso orientale del ponte.

Alle parole di Falarith, una delle due guardie non riesce a nascondere la sorpresa, soprattutto perchè stava evidentemente confabulando del medesimo argomento con il proprio compare.

L'altra guarda zittisce sul nascere un suo mormorio con un'occhiata in tralice, e mentre si smuove dalla propria postazione per andare verso i contadini ti rivolge poche e secche parole.

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<<Non so di chi tu stia parlando, né siamo interessati ai tuoi amici e agli affari che avete in giro per il mondo.>> sembra abbastanza contrariato, e il bardo non può non percepire la menzogna neanche troppo celata in queste parole. Evidentemente, non è nel loro interesse parlare dell'argomento.

Poi, prima di congedare il giovane e rivolgersi ai contadini, aggiunge con un filo di voce: <<Comunque, dovresti scegliere meglio le amicizie di cui ti circondi. E se vuoi un altro consiglio, non sempre la gente è felice quando qualcuno la cerca.>>.

Detto questo, si volta e saluta con più enfasi i nuovi arrivati: <<Borgat, ben arrivato. Dovresti far tirare il carretto a tuo figlio invece che al mulo: diventa sempre più forte e alto.>>.

Lo scambio di battute continua, ma evidentemente nessuno ha intenzione a rivolgere più la parola al bardo. Solo uno sguardo dell'altra guardia al suo indirizzo rende nuovamente palese, senza che ve ne sia bisogno, che il nome fatto ha colpito nel segno. In quale, tuttavia, difficile dirlo.

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Pensoso, mi riunisco in fretta al gruppo, chiedendomi a chi si riferisse la guardia... "Certo, nessuno dei miei compagni è un pozzo di socievolezza, ma non mi sembrano particolarmente malintenzionati. Sarà meglio stare comunque attento. Oppure si riferivano a Manith? Certo, potrebbe essere un caso di omonimia, ma come nome è molto particolare... Bè, indagherò una volta arrivato al villaggio. Di sicuro, non è il caso continuare a fare domande a queste due guardie, proverò con quelle dall'altro lato del ponte"

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Mi ritengo sicuramente d'accordo con le parole di Mystara

<< Mystara ha ragione, rimettiamoci in marcia... e stiamo attenti a quello che ci sta intorno, qua c'è qualcosa di cui non siamo a conoscenza, ma la situazione non mi piace, quelle guardie non ci hanno detto tutto... >>

Dopodichè riprendo a guardare tutto quello che è vicino a me, questa volta non soltanto con meraviglia e con la voglia di scoprire il mondo, ma anche con attenzione, perchè non mi sento al sicuro

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Mentre Tassadar segue gli altri molto silenziosa e assorta in chissà quali pensieri, il gruppo procede lungo il sentiero che si stacca dalla strada principale e, costeggiando il fiume, porta verso nord.

Un passo dietro l'altro, con i minuti che diventano ore, i quattro si avvicinano sempre più alla loro meta.

In lontananza si notano già da tempo le catene montuose, con qualche sparuta spruzzata di neve ad imbiancare le cime più alte.

Il terreno intorno comincia a salire leggermente, mentre la pianura lascia il posto ad un paesaggio collinare. Vicino al sentiero c'è solo erba, piuttosto rigogliosa, e qualche cespuglio, ma qualche metro più in là ampi boschi si protraggono fino alle montagne.

Il tempo rimane bello, caldo e leggermente ventilato, mentre il sole si avvicina allo zenith. Qualche nuvola sparuta solca il cielo, gettando di quando in quando un'ombra velata sul cammino del gruppo.

Il fiume che sotto al ponte era piuttosto tumultuoso diviene più largo e placido per un lungo tratto, prima di cominciare a restringersi e a farsi nuovamente rumoroso in prossimità della zona collinare. Rimane comunque piuttosto fondo, almeno ad uno sguardo distratto.

Niente desta particolarmente preoccupazione intorno ai quattro. Si scorge qualche animale impaurito che osserva gli intrusi dai margini dei boschi, prima di sparire fra il fitto fogliame. Oppure qualche fagiano o lepre che fugge dinnanzi al gruppo quanto più veloce le sue ali o le sue zampe lo consentono.

La selvaggina, piuttosto abbondante, ricorda presto ai quattro avventurieri che un brontolio piuttosto comune comincia a provenire dai loro addomi. E' quasi ora di pranzo, e soprattutto di rinfrescarsi e di riposare prima di riprendere il cammino nel caldo pomeriggio estivo.

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Rendendomi conto dell'ora dico agli altri<Siamo circa a mezza giornata...perchè non ci fermiamo a fare uno spuntino e a riposare un pò?>Cerco con lo sguardo un albero vicino abbastanza grande da offrire ombra a tutti e quattro...appena trovato lo indico:<Magari la sotto?>

Spoiler:  
Magari mi è sfuggito...ma il fiume è al nostro livello e in una gola sotto di noi?
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Spoiler:  
Aspettando gli altri... Il fiume, ormai da diverse ore, scorre alla vostra altezza. La gola è stata sfruttata per il ponte, perchè restringeva di parecchio l'ampiezza del fiume, che adesso è qualche metro al di sotto dell'argine naturale che il disgelo e l'erosione hanno creato nei secoli. Resta comunque ampio qualche decina di metri, e a vista parecchio profondo, quantomeno in zona centrale.
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