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[TdG] Something Wicked This Way Comes


Ghal Maraz

Messaggio consigliato


3 Ansus PL 5000, Liodag. Mattino (soleggiato, ventoso)

In taverna

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"Mi dispiace, signori...", si scusò il proprietario. 

"Quell'uomo... Deian... è sempre stato una brava persona, ma... beh... due anni fa ha perso la moglie in mare e... non si è più ripreso. La testa gli è partita. Poveretto. 

Era uno dei migliori su piazza, affidabile e scrupoloso. Persino la Confraternita si serviva regolarmente da lui, ma... ultimamente è andato tutto a rotoli".

Poi, rivolgendosi specificamente ai tre non Sommerliani: "Vi farò uscire dal retro. Uno dei miei figli vi guiderà".

Al che, il solito "portavoce" dei tre mercanti intervenne: "Vi dobbiamo delle scuse anche noi. Non credevamo Deian si insospettisse così... avremmo dovuto fare un viaggio assieme e la vostra scorta sarebbe risultata gradita, ma a questo punto è saltato  ogni possibile progetto al riguardo...

Come avete capito, quel vecchio pazzo ha creduto vi avessimo assoldato per ucciderlo... per Kai ed Ishir!!! Bastardo paranoico... è stato proprio perché lo conoscevamo già, che vi  avevamo chiesto di stare in disparte. Vi abbiamo coinvolti in una follia. 

Oste!", gridò poi, "la cena e le bevande dei signori sono pagate!".

L'uomo tornò quindi a sedersi, lasciando che il silenzio, ormai innaturale, calasse sulla sala. 

 Quercia Ardente

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Quercia Ardente aveva seguito con lo sguardo l'uscita dalla locanda, prima dell'uomo chiamato Deian e della sua scorta, poi del giovane mago. Senza perdersi una parola del discorso dei presenti, aveva avuto modo di tenere parzialmente sotto controllo anche l'esterno. 

I sei sgherri si erano arrestati quasi subito, ad un ordine del mercante ed erano poi stati avvicinati dal Confratello, che pareva avere un qualche interesse nei confronti di Deian.

 Fuori

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I sei sgherri si mossero attorno al mercante, che fece però un gesto di calma con la mano, rispondendo alla domanda di Fistandantilus:"Sì, sono io, ragazzo. Anche se mi pare tu sapessi già la risposta..Eri anche tu lì dentro, fino ad un attimo fa... bel covo di vipere velenose... mordi anche tu, ragazzo? Devo schiacciarti forse la testa sotto i piedi?

Che cosa vuole un novizio della Confraternita da me?".

Gli scagnozzi guardarono torvo il giovane mago e parevano pretendere una risposta convincente...

 

Modificato da Ghal Maraz
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Knut

- nella locanda

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Appena arrivati e gia la citta' era in subbuglio, doveva essere il loro giorno fortunato. 

"A cosa vi serviva portare  un mezzo matto in viaggio con voi?"

rispose alle parole dei tre

"Noi siamo ancora interessati a guadagnare qualche soldo, se la spedizione e' ancora in ballo possiamo farvi da balia senza problemi"

 

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Quercia Ardente

Taverna

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Con lo sguardo seguì il ragazzo della Confraternita. Evidentemente era intenzionato a parlare col mercante per fatti personali, si era disinteressato all'altra faccenda per tutto il tempo come stesse solo aspettando di poterci parlare in disparte. Certo aveva rischiato un pochino facendosi i fatti suoi.

Non aveva modo di ascoltare ciò che si stava dicendo col mercante, anche perché in taverna si era alzato un gran trambusto tra il vocione dell'oste e e il tono piuttosto pentito degli altri mercanti. La loro esclamazione attirò definitivamente la sua attenzione, come se la loro imprecazione gli avesse dato un certo fastidio.

Era certo che tutto si sarebbe risolto, l'invito del taverniere a farli passare dal retro come dei fuggiaschi era fuori luogo. Quel che non comprendeva era il motivo per il quale il Maestro era ancora così sospettoso. Solo al ricordo della richiesta di Corvo Tagliente, il giovane, si mise a seguire con più applicazione quel che avveniva fuori.

 

Modificato da Landar
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Wekar figlio di Noak

@Taverna

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"Sapete non mi è chiara una cosa" disse "che rapporti aveva quel Deian con voi, e perchè sareste dovuti partire insieme?"

Fece una pausa

"Comunque Knut ha ragione" riprese "a noi il lavoro interessa. Parliamone pure se siete d'accordo"

 

 

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Fistandantilus

Fuori
 

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I sei sgherri che attorniano il mercanet Deian potrebbero rivelarsi un problema non da poco, per adesso solo il timore di un eventuale rappresaglia della Confraternita pare tenerli a bada

Ho una lettera da consegnarvi dico al mercante e metto mano in una delle tasche interne dove ho riposto la lettera estraendola, il tutto con estrema lentezza per non mettere in allarme i suoi uomini

Ecco dico a Deian porgendogli la pergamena

 

 

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Alrik Ranulfsson

Taverna

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Faccio un cenno di diniego verso il locandiere

"Na,na,na....non esiste che Alrik, figlio di Ranulf, esca dal retro di una locanda come un pallemosce solo perchè un mercante pusillanime depresso e pieno di boria punta il dito a destra e manca!" dico tutto d'un fiato

"Quando avremo finito, usciremo fuori dall'ingresso principale,non si discute" dico dando delle pacche al moschetto,  continuando a seguire distrattamente il discorso con i mercanti

 

Modificato da Karl_Franz
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3 Ansus PL 5000, Liodag. Mattino (soleggiato, ventoso)

Fistandantilus

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Deian lesse il messaggio, fece un'espressione chiaramente corrucciata e disse: "Sciocchezze. La Confraternita non può avere mandato questo messaggio. 

Devi essere un qualche agente di Naar".

Detto questo, arretrò, il suo volto una maschera di follia, quella degli sgherri non molto dissimile. 

Qualcosa non andava. Fistandantilus se ne rese immediatamente conto. 

I sei uomini si chiusero attorno al mercante ed estrassero un assortimento di sciabole, asce ed uncini.

"Sbatazzatevi di lui. In fretta".

Taverna

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"Che mucchio di sciocchezze!", ribattè il locandiere. "Perché dovreste andare lì fuori a farvi sgozzare da quella feccia? Qua non siamo a Kalte, ragazzi... se alzate le armi su qualcun altro, poi vi sbattono in galera. 

Questo è il Sommerlund... anche se avete ragione, rischiate di finire nei guai!".

Tuttavia, le pur giuste considerazioni dell'oste vennero interrotte da un movimento improvviso.  L'uomo vestito di verde, più anziano, finora rimasto quieto, si alzò di scatto e si rivolse al suo compagno più giovane: "Vai!".

Poi guardò i tre avventurieri stranieri, con sguardo interrogativo: "Volete dimostrare chi siete e magari fare anche la cosa giusta? Andate con lui".

 Quercia Ardente

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Il giovane Kai aveva tenuto sotto facile controllo la scena al di fuori. Tutta sembrava assolutamente tranquillo, quando, all'improvviso e senza alcuna ragione apparente, i sei scagnozzi si mossero minacciosi verso il giovane Confratello, estraendo le armi. 

In quel preciso momento, Quercia Ardente udì, stentorea, ľesortazione del suo maestro. 

 

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Knut

- taverna

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L oste spingeva per farli uscire in modo discreto utilizzando la porta di servizio, quando ad un tratto la reazione di uno degli avventori apri a nuove opportunita'

"Andare dove? Ci hanno appena detto che chi causa problemi qui viene messo in galera! Siamo qui per guadagnare soldi non per farci mettere in catene"

disse dubbioso

"Questa storia di pazzi e presunti assassini mi inizia a stancare"

dico rivolto ai miei due compagni di viaggio

"Forse e' il caso di andare a cercare lavoro altrove"

 

 

Modificato da Pentolino
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Fistandantilus
 

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La situazione precipitò in un attimo: Deian doveva essere sotto l'effetto di una qualche droga o qualcosa di simile scartando a priori l'idea che la missiva fosse stata inviata dalla Confraternita della Stella di Cristallo

Senza pensarci troppo, giro i tacchi e scatto verso la taverna Speriamo di raggiungerla in tempo!

 

 

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Quercia Ardente

Taverna

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Il maestro non avrebbe dovuto aggiungere altro. Quel che stava accadendo all'esterno era fuori da ogni logica e lui non avrebbe certo lasciato solo un Mago della confraternita in quella situazione assurda.

Mise mano all'elsa della sua spada pronto ad afferrare anche lo scudo. Il gesto era chiaro per gli altri e lui aveva qualche autorità che poteva far valere.
"Muoviamoci." disse rivolto agli altri "Non volevate uscire dal retro giusto? Stanno per commettere una follia..." detto questo uscì con ancora l'arma nel fodero ma pronta ad essere estratta.

Fuori

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Improvvisamente il Kai uscì dalla taverna. Fece qualche passo in avanti, la mano sull'elsa della spada.
"Ne siete proprio certi?" col volto e lo sguardo indicò le armi dei sei scagnozzi "Riponetele subito o passerete guai ben più seri dell'ira del vostro padrone. Queste pazzie non sono concesse nel Regno di Sommerlund."

 

Modificato da Landar
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3 Ansus PL 5000, Liodag. Mattino (soleggiato, ventoso)

Fuori 

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Il giovane mago riuscì a sfilarsi dall'accerchiamento degli scagnozzi e si trovò, miracolosamente, di fronte al più giovane dei due Kai Lord, che subito prese le sue difese, pronunciando parole di buon senso. 

I due ragazzi, ormai affiancati, si accorsero che i sei sgherri si erano immobilizzati, armi comunque in pugno, come se stessero aspettando qualcosa. Deian, il mercante, pareva stare studiando i giovani Sommerliani, indeciso su qualcosa. 

 Dentro

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Il giovane vestito di verde, dopo aver incitato i tre mercenari a seguirlo, era subito scomparso, palesemente preoccupato, oltre la porta di ingresso. 

Uno dei figli del locandiere accorse ad osservare l'esterno, mentre l'altro uomo vestito di verde, a lunghi passi, si muoveva a sua volta verso l'uscio, un invito appena sussurrato sulla punta della lingua, il senso delle sue parole chiaramente rivolto a Wekar, Knut ed Alrik: "Non cercavate forse un ingaggio? Dimostrate dunque di esserne meritevoli: così farete anche ciò che è giusto e gusterete il soddisfacimento del vostro onore...".

 

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Knut

Aveva provato a stare buono e fare ...com'e' che li chiamavano? ah si..il cittadino modello, ma quello strano tizio continuava ad incitarlo parlando di onore e cose giuste da fare...e lui non pestava qualcuno da cosi tanto tempo...e quei brutti ceffi erano cosi piccoli e rumorosi.

Stanco di resistere al richiamo di una sana rissa da locanda prese l enorme osso che portva con se e si diresse verso l uscita pronto a dare man forte al all uomo in verde...alle brutte avrebbe incolpato lui se qualcuno di quegli ometti si fosse rotto mentre giocavano...

"Andiamo andiamo..adesso Knut insegna a voi ometti delle terre calde come ci si scalda su al nord!"

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Alrik Ranulfsson

Gente che entra, gente che esce, gente che dispensa consigli. La goccia che fa traboccare il vaso è il parlare di cose che non si conoscono, di certo, neanche lontanamente.

Sbotto di colpo, colpendo con il calcio del moschetto il pavimento della locanda

"Che Naar e tutti i Signori delle Tenebre siano dannati mille e mille volte!!!" urlo bofonchiando "possibile che debba essere tutto così complesso, così caotico?! " mi alzo dal tavolo,seguendo Knut all'esterno

"Pensavo di farmi una bella bevuta in santa pace, e invece no!.....beh, se qualcuno vuole sentire il rumore del mio moschetto per raccontarlo ai propri nipoti, ha scelto il drodarin giusto..." dico deciso, uscendo all'esterno

Fuori

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Una volta fuori, squadro la situazione

"Cosa diavolo succede qui??? C'è gente che parla di onore, dentro, e della possibilità di fare la.cosa giusta...." sputo a terra, guardando gli scagnozzi, che in superiorità numerica aveva di certo cercato di assalire il mago della confraternita

"Immaginavo...." sorrido in modo bieco "...sono pronto a giocarmi le palle del mio amico.." dico indicando con il pollicione Knut "che tutti e sei voi messi assieme non fate neanche metà del mio onore! Assalire un singolo uomo in questo modo...."

 

Modificato da Karl_Franz
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Wekar figlio di Noak

La decisione pareva presa a Wekar seguì i compagni all'esterno. 

Subito si mise a lato rispetto allo scontro che pareva stare per scoppiare, pronto ad intervenire. Lasciò parlare gli altri, lui voleva rimanere defilato, per il momento

@Master

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Ci potresti disegnare come siamo disposti. Basta qualche puntino.

 

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Quercia Ardente

Ormai tutti erano fuori. Inarcò un sopracciglio sistemandosi poi l'elmetto in testa come a dar maggior peso alla situazione nella quale si stavano imbarcando quegli scagnozzi che avevano solo da perdere in tutta quella faccenda. Né denari, magari qualche brutta ferita, una lunga permanenza in cella.
"Deian... esatto? Siete un mercante. Qui nessuno vuole farvi del male. Parola di un Kai Herra. Io sono Quercia Ardente, un Iniziato ma è con me anche un Maestro. Potete dunque credere alla mia parola." estraggo l'amuleto Kai simbolo di noi monaci "E' nostra intenzione sapere chi davvero vi perseguita. Voi altri abbassate le armi, siamo in ogni caso più che pronti e per voi tutti sarebbe sin troppo sconveniente."

 

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Fistandantilus

La fortuna mi assiste e riesco a sfuggire al cerchio dei malintenzionati, ricongiungendomi con altri che erano nella locanda, scoprendo con piacere che uno di loro è un Iniziato del Monastero Kai, quindi una persona degna di fiducia sicuramente; in silenzio aspetto l'evolversi degli eventi

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3 Ansus PL 5000, Liodag. Mattino (soleggiato, ventoso)

Ľatmosfera nella strada era improvvisamente mutata. Il giovane Confratello si era trovato, in una manciata di secondi, attorniato da una serie di individui che parevano parteggiare per lui, mentre i sei scagnozzi dell'uomo chiamato Deian si erano apparentemente bloccati sul posto, le armi sempre più morbide nei pugni ormai poco minacciosi. 

Le parole pronunciate dai nuovi  arrivati avevano scavato rapidamente un solco nella fiducia di quelli che erano, evidentemente, poco più che sgherri prezzolati. E sebbene avessero una, seppur esile, superiorità numerica, le guardie di Deian ormai mostravano ben poco desiderio di una lotta: un conto era sentirsi ordinare di assaltare un ragazzotto che, a detta del loro padrone, era solo un impostore e non un vero mago; un conto ben diverso era trovarsi di fronte ad una resistenza, del tipo armato, molteplice, determinato e palesemente minaccioso. 

Deian emise allora un grugnito ed una imprecazione, poi si mosse di scatto e si involò, insolitamente rapido per un uomo della sua stazza ed età, lungo la strada parzialmente deserta, nella direzione opposta a quella della taverna. Di fronte a quella reazione, i suoi sgherri deposero, con straordinaria efficienza, le loro armi ed alzarono le mani, ormai vuote, al cielo.

"Le Vossignorie capiranno che noi non possediamo colpa! Si fa quello che il padrone comanda!", gorgogliò uno di loro, strascicando le sibilanti in un sonoro accento sommerliano. 

Il messaggio appena consegnato da Fistandantilus giaceva abbandonato in mezzo alla polvere, stropicciato e solitario. 

 

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