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Petizione per tradurre D&D 5e


SilentWolf

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Ma infatti, come dice Aza, la cosa che a questo punto è più probabile che accada è che, una volta trovata una soluzione definitiva riguardo al modo in cui gestire il materiale digitale, la WotC rilasci manuali digitali tradotti. Ovviamente non ci sono informazioni ufficiali a sostegno di questo scenario, ma come altri credo sia quello a questo punto più realizzabile.
Dopo 1 anno di vita della 5a Edizione, il margine di guadagno per una casa di distribuzione locale si è ridotto abbastanza e, considerando che di norma di suo la distribuzione locale non è molto sostenibile, questo rende sempre meno probabile una ri-assegnazione delle licenze di traduzione man mano che passa il tempo. Alla Wizards, piuttosto, converrebbe seriamente gestire le traduzioni direttamente lei, pagando dei traduttori freelancer e rilasciando il materiale tradotto in versione digitale. In questo modo, non avrebbe costi aggiuntivi relativi a stampa e distribuzione, non rischierebbe la morte prematura dei prodotti localizzati a causa delle basse entrate verso la casa di distribuzione locale e, piuttosto, sarebbe in grado di integrare i clienti rimasti in attesa di un manuale tradotto a quelli che già hanno comprato il manuale in inglese.

Il fatto è che un simile scenario richiederebbe, appunto, che la Wizards prendesse una decisione anche riguardo la questione del materiale digitale. E, come si è visto con il caso Trapdoor/Dungeonscape, la cosa non è così semplice come può sembrare. E' molto probabile che la Wizards già da un anno stia cercando un modo per vendere materiale digitale senza rischiare di subire troppo gli effetti della pirateria. A quanto pare, sta faticando a trovare una soluzione che funzioni secondo le sue necessità. Anche su questo fronte non ci sono aggiornamenti.

 

Riguardo alla petizione su Change.org, anche qui sono d'accordo con Aza: magari non produrrà una immediata traduzione di D&D 5e, ma può essere in grado di spingere quantomeno la WotC a fare un'altra dichiarazione e a rendersi conto che c'è un fattore che le conviene tenere presente. Gente, far sentire la propria voce non è MAI inutile. Anche se una petizione non è in grado di imporre a una azienda di fare qualcosa, è sempre fondamentale ricordare l'importanza della pressione che l'opinione pubblica è in grado di produrre su grandi entità come una azienda commerciale.
Una azienda, anche se spinta da buone intenzioni, volente o nolente finirà con il perdere di vista certe sfumature del mondo reale, osservando quest'ultimo attraverso la lente di studi di settore e numeri d'incasso. Non è difficile che una azienda finisca con il calare decisioni dall'alto perchè crede di sapere cosa vogliono i clienti. Certo, una azienda prenderà sempre e comunque decisioni in modo cauto, valutando il ritorno economico in particolare e non necessariamente l'interesse del cliente. Se, tuttavia, i clienti iniziano a far sentire la loro voce tutti assieme riguardo a specifici problemi, aiutano l'azienda a percepire l'esistenza di un problema che va quantomeno esaminato.
Insomma, anche se una petizione su Change.org non determinerà un cambiamento di qualche tipo, è almeno un modo per far notare alla WotC che esiste una clientela che si aspetta una risposta. Questo spingerà la WotC a rflettere quantomeno sul problema.

Una grossa azienda certe cose le nota solo se i clienti fanno grosse manifestazioni collettive che attirino la sua attenzione.

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  • Amministratore

Non ritengo che le vendite dei manuali in inglese vadano ad intaccare più di tanto quelle in italiano.
Il manuale inglese lo hanno venduto agli appassionati, il manuale italiano lo venderebbero a tutti gli altri.

In ogni caso tra uno o due anni uscirà il film di D&D prodotto da Hasbro e Warner.
Per me è impensabile far uscire un film a livello globale senza localizzare il gioco.

Modificato da aza
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Da un punto di vista strettamente personale non sono interessato a una traduzione. Non comprerei dei manuali in italiano, sia perché non ne sento il bisogno, sia perché preferisco proprio gli originali in inglese, visto che le traduzioni spesso sono di qualità altalenante e non è la prima volta che introducono errori o strafalcioni.

Detto questo, nei paesi anglofoni o dove le competenze in inglese sono tendenzialmente migliori che in italia, D&D 5E è probabilmente l'edizione più giocata oggi come oggi, mentre qui in italia è probabilmente D&D 3.5/PF . Mi pare che la 5E si stia lentamente diffondendo ma fatichi un po' ad affermarsi. A quanto mi dicono sui forum internazionali, in america latina è lo stesso.  Ora, la realtà è che qui in italia D&D 5E difficilmente potrà scalzare D&D 3.5/PF senza una localizzazione. Si sta diffondendo lo stesso in qualche misura, ma senza una traduzione il processo sarà più difficile e probabilmente incompleto.

Sì, a me sembra assurdo che un ragazzo di 20 anni o meno trovi difficoltoso l'inglese di D&D, considerando l'esposizione massiva a materiale in inglese che c'è oggi (da film, a videogame, a serie tv). Ma la realtà è che ci sono dei giocatori di questa età che fanno veramente fatica con l'inglese; lo so perché giocatori così ce li ho. Tipo che io gli devo tradurre il manuale in tempo reale. E anche chi se la cava con l'inglese, mi dice che preferirebbe una traduzione, se fosse disponibile.

Non credo che una licenza per la traduzione converrebbe alla WotC, ma sicuramente sarebbe utile (se non necessaria) per una maggiore diffusione di D&D 5E nel nostro paese.

Modificato da greymatter
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Non ritengo che le vendite dei manuali in inglese vadano ad intaccare più di tanto quelle in italiano.
Il manuale inglese lo hanno venduto agli appassionati, il manuale italiano lo venderebbero a tutti gli altri.

In realtà non credo sia così semplice. Il problema è che stiamo parlando di un mercato, quello italiano, così ristretto che, se a una parte degli acquirenti hai già venduto un manuale, non ne rimangono abbastanza per consentire di guadagnare con il manuale tradotto. A una casa di distribuzione locale non varrebbe la spesa. Ecco perchè ha senso di più che la traduzione sia gestita direttamente dalla WotC tramite manuali in digitale. Ricordiamo che un manuale ha un costo standard, indipendentemente dal numero di acquirenti che compongono un mercato. Se il numero di acquirenti si riduce, aumenta la probabilità che il Gdr venga distribuito in passivo, ovvero con perdite da parte della casa che lo distribuisce.

In ogni caso tra uno o due anni uscirà il film di D&D prodotto da Hasbro e Warner.
Per me è impensabile far uscire un film a livello globale senza localizzare il gioco.

Non metterei la mano sul fuoco nemmeno su questo. :mrgreen:
Nel senso: non c'è niente di più imprevedibile delle tempistiche di produzione di un film. :mrgreen:
Comunque, da qui all'uscita del film (che al momento è solo su carta) ne passerà di acqua sotto i ponti. Vai a sapere cosa succederà nel frattempo. ^ ^

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Spero per loro che non ci credano sinceramente, sarebbe ridicolo.

Posso capire la traduzione in giapponese, in cinese e in lingue con alfabeto diverso (tipo il cirillico), ma non ha senso farla nelle lingue europee.

Il manuale è tanto chiaro che lo capirebbe un bambino delle medie (che bisogna conoscere? Il present simple e qualche vocabolo?) che difficoltà dovrebbe avere un ragazzo che vuole giocarci a leggerselo? L'inglese si studia anche a scuola.

Io la vedo come una cosa per persone pigre che non hanno voglia di fare nulla e vogliono la pappina imboccata e bella pronta.

Probabilmente se li si facessero notare che sono più le lingue in cui si dovrebbe tradurlo che le persone del team di sviluppo risponderebbero con un qualcosa tipo "eh, vabbè, non è colpa mia, poi io che posso farci? Sono pigro, ora torno a mangiare patatine mentre guardo un film alla tv. Come dici? Potrei vederlo in inglese con i sottotitoli e imparare qualcosa? No, io sono pigro, fai fare il lavoro agli altri che il mio tempo è più importante".

Scusa tanto, vuoi dire che i ragazzini cinesi, russi e giapponesi non studiano l'inglese? O che sono solo più stupidi degli europei perciò a differenza nostra potrebbero avere una traduzione? I caratteri latini ormai li conoscono tutti.

Io l'inglese lo conosco e i GDR che mi interessano me li studio in inglese. Questo non toglie che apprezzerei delle buone edizioni italiane. Il discorso è semplice: se la WoTc vuole vendere più manuali all'estero deve localizzare. Altrimenti, credo, sarà la prima a rimetterci.

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Scusa tanto, vuoi dire che i ragazzini cinesi, russi e giapponesi non studiano l'inglese? O che sono solo più stupidi degli europei perciò a differenza nostra potrebbero avere una traduzione? I caratteri latini ormai li conoscono tutti.

Io l'inglese lo conosco e i GDR che mi interessano me li studio in inglese. Questo non toglie che apprezzerei delle buone edizioni italiane. Il discorso è semplice: se la WoTc vuole vendere più manuali all'estero deve localizzare. Altrimenti, credo, sarà la prima a rimetterci.

I ragazzi cinesi, russi e giapponesi sono comunque di più, se cerchi di dare del razzista a qualcuno hai solo sbagliato persona :). Poi scusa, parliamo di paesi (Cina, Giappone ecc.) che sono comunque di recente sviluppo, non penso che un contadino quarantenne cinese conosca l'inglese molto bene, ma se a loro fai un manuale in cinese possono leggerlo comunque. :) 

In Europa cosa abbiamo? Una situazione di ricchezza economica con molti ragazzi che conoscono minimo due se non tre o quattro lingue. Inoltre sottovaluti il vantaggio di condividere lo stesso alfabeto. 

 Una persona con un alfabeto diverso deve 1 tradurre i caratteri e passarli a un altro alfabeto 2 comprenderne il significato 3 tradurre nella propria lingua. Tu, devi solo leggere e tradurre, cosa molto semplice a confronto.

Ma poi vuoi mettere i guadagni che si farebbero traducendo ad esempio un manuale in cinese (con 1,5 miliardi di cinesi, che ne fa la lingua più parlata al mondo, che non è l'inglese da almeno qualche decennio) contro quelli che faresti con la traduzione in Danese?

Il tuo è un discorso che parte con lo scopo di essere offensivo dicendo "pensi che gli europei siano più intelligenti" eccetera eccetera, si basa su cosa? Niente, assolutamente niente, ho mai insultato qualcuno nel mio primo post? 

Secondo te sarei così idiota da dire che razza a è più intelligente di razza b? Ma dai, è una ridicola illazione.

Partendo dal presupposto che secondo le statistiche OCSE sono loro quelli meglio istruiti e intelligenti in media, perchè dovrei andare su un forum di giochi di ruolo a postare insulti razzisti? Mah, io non capisco.

Rispetto la tua opinione, ma per me hai torto in partenza se mi poni una domanda passivo-aggressiva come "o sono più stupidi  degli europei ecc." . Non ho voglia di litigare con nessuno, ma per favore, non andare in giro a dire alla gente quello che pensa secondo te. I moderatori mi scusino se i toni sono un po' accesi, ma io come persona mi sono sentito offeso dal suo comportamento. Nel caso ci sia stato solo un fraintendimento e tu non abbia capito quello che ho scritto nel primo messaggio e tu me lo stessi solo chiedendo spiegazioni allora scusami tu, ho capito male le intenzioni della tua risposta.

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@Francesco2000 @Mezzanotte

Le vostre rispettive argomentazioni fanno acqua da tutte le parti, ma credo siate entrambi in buona fede. 

Due cose peró mi fanno particolarmente specie (scusa Francesco sono entrambe tue): considerare il Giappone un paese dal recente sviluppo è bizzarro (se per sviluppo intendi all'occidentale, hai comunque abbastanza torto); caricare di così tanta inportanza l'alfabeto utilizzato nella comprensione di una lingua è irrealistico (migliaia di ragazzini del classico conprendono l'alfabeto greco - radice del cirillico - dopo una settimana di studio svogliato). 

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@Francesco2000 @Mezzanotte

Le vostre rispettive argomentazioni fanno acqua da tutte le parti, ma credo siate entrambi in buona fede. 

Due cose peró mi fanno particolarmente specie (scusa Francesco sono entrambe tue): considerare il Giappone un paese dal recente sviluppo è bizzarro (se per sviluppo intendi all'occidentale, hai comunque abbastanza torto); caricare di così tanta inportanza l'alfabeto utilizzato nella comprensione di una lingua è irrealistico (migliaia di ragazzini del classico conprendono l'alfabeto greco - radice del cirillico - dopo una settimana di studio svogliato). 

Il Giappone lo so che ha iniziato lo sviluppo industriale nell'Ottocento, sto parlando dello sviluppo culturale generale, le regole per convertire i fonemi giapponese alla scrittura americana furono scritte durante l'occupazione americana dopo la seconda guerra mondiale da un generale americano che doveva prendere le testimonianze di alcuni soldati giapponesi.

Per alfabeti mi riferivo sopratutto a quello cinese, e non la forma semplificata, :)  la forma "classica" che molti faticano a scrivere e comprendere anche dopo anni. 

Scusa se non lo ho specificato, andavo di fretta e l'ho dimenticato.

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Comunque il mio era sarcasmo. Non ho aggredito personalmente nessuno. Il discorso di prediligere la penetrazione nei mercati più vasti è comprensibile perché ha solide motivazioni economiche dietro. Quello che solo alcuni popoli dovrebbero avere diritto alle traduzioni, no. Lo trovo campato in aria, e anche un tantinello offensivo.

Modificato da Mezzanotte
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Quello che solo alcuni popoli dovrebbero avere diritto alle traduzioni, no. Lo trovo campato in aria, e anche un tantinello offensivo.

In realtà credo che Francesco2000 intendesse che ad alcuni popoli farebbe solo più comodo la traduzione (per via dell'alfabeto diverso, che introduce un passaggio in più nel processo di traduzione), non che ne hanno maggiore diritto.
Ti faccio un'esempio: io non parlo nè il tedesco nè il cinese, ma se mi perdessi in una città tedesca almeno riuscirei a leggere i cartelli stradali e, diponendo di una cartina, orientarmi (anche solo vagamente) in qualche modo; in una città cinese non saprei nemmeno da che parte iniziare.

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Credo che dopo più di un anno dall'uscita una traduzione in italiano sia comunque improbabile anche se la Wizards desse il via libera alle traduzioni. L'italia non ha le dimensioni di un mercato francese, spagnolo o tedesco... 

Modificato da vodacce
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Credo che dopo più di un anno dall'uscita una traduzione in italiano sia comunque improbabile anche se la Wizards desse il via libera alle traduzioni. L'italia non ha le dimensioni di un mercato francese, spagnolo o tedesco... 

Non è importante tanto la questione della grandezza di un mercato locale, quanto piuttosto il rapporto fra costi di localizzazione ed effettivi guadagni. Se si dovesse trovare un sistema in grado di abbattere significatvamente i costi di localizzazione, magari tagliando la necessità di distributori locali, anche i mercati piccoli come quello italiano diventano appetibili.
Tra i vari scenari possibili, quello descritto da Aza è quello più realizzabile: vendita di file digitali tradotti. Tramite gli odierni sistemi di produzione e distribuzione digitale, i costi di una distribuzione di centinaia o migliaia di manuali tradotti possono essere enormemente inferiori rispetto a quelli a cui eravamo abituati fino a qualche tempo fa. Alla WotC basterebbe gestire i costi di lavorazione per una sola copia digitale, dopodichè spendere soldi per un sistema di distribuzione online (ovvero, un sistema come DriveThru da cui la gente possa acquistare e scaricare il file) e il gioco sarebbe fatto.

Da non dimenticare, in questo discorso, un elemento essenziale: il nuovo corso di D&D non viene finanziato unicamente attraverso gli introiti dovuti alle vendite dei manuali, ma soprattutto tramite i prodotti derivati (videogiochi, fumetti, boardgame, merchandise vario). Non è un caso se la WotC (ovvero la Hasbro), ha puntato questa volta a creare una "D&D Experience" (ovvero un ecosistema commerciale simile a quello di Coca Cola, Microsoft, Apple, Google, ecc., basato su più settori commerciali). I vari mercati derivati, che hanno un bacino di clienti maggiore, permettono di ottenere maggiori incassi del settore GDR cartaceo e di finanziare quest'ultimo.

Come può, quindi, la WotC finanziare una localizzazione di D&D 5a? Tramite la vendita di Board Game, videogiochi e quant'altro. A cosa serve la localizzazione alla WotC? Per espandere la diffusione della sua principale fonte di reddito riguardante D&D, ovvero i prodotti di D&D derivati rispetto al Gdr cartaceo. E questi ultimi non si vendono localmente se non sono localizzati.

Perchè la WotC non ha puntato subito alla localizzazione? Perchè ha dovuto costruirsi una base solida, con le poche risorse economiche e logistiche (il personale) che la Hasbro le aveva lasciato in ambito D&D. IL vecchio modello di localizzazione, inoltre, oramai non era più in grado di dare una risposta adeguata alle necessità del settore editoriale di oggi (che, volente o nolente, è costretto a trovare nuove strade per poter essere appetibile) e la WotC si trova nella necessità di trovare un nuovo meccanismo. Non è l'unica, considerando il fatto che non è l'unica casa editrice di GDR che recentemente sta abbandonando il vecchio sistema di localizzazione.

 

In questi anni stiamo assistendo a un periodo di profonde trasformazioni e riadattamenti, causate dal terremoto provocato dal sempre maggiore predominio di internet nei settori della comunicazione e della distribuzione. Le aziende di tutto il mondo stanno sperimentando nuovi metodi per poter garantire al pubblico i prodotti, a causa dell'ormai non più sostenibilità dei vecchi sistemi di vendita e distribuzione.
Il blocco temporaneo della localizzazione di molti Gdr (perchè temporaneo sarà, considerando che è un periodo di assestamento) è un sintomo di questa fase di transizione. Le Aziende stanno cercando di capire come fare per sopravvivere al cambiamento e, quindi, sono costrette a tagliare i servizi non più sostenibili, concentrandosi sui servizi più produttivi. Una volta, però, trovato un nuovo sistema redditizio per poter riproporre i vecchi servizi abbandonati, questi ultimi verranno ripristinati.

E la localizzazione prima o poi verrà ripristinata, perchè è inevitabile. Sul lungo periodo non si può pensare che le aziende con mercato internazionale (è il caso della WotC) possano reggere sulla produzione mono-lingua. Attualmente la cosa regge perchè tutte le aziende sono in contrazione per via della crisi e della riorganizzazione del sistema. Nel momento in cui, però, qualcuno inizierà a trovare un metodo economicamente vantaggioso di localizzazione tramite l'uso di internet, si avvierà una reazione a catena che porterà la localizzazione a diventare di nuovo essenziale (altrimenti si perdono acquirenti).

Modificato da SilentWolf
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Silent tutto giusto quello che dici ma, ho un dubbio...

La WotC al momento vende D&D 5e in digitale? No, per questo credo molto improbabile che venda in digitale la localizzazione...

In realtà, secondo me, la strada più remunerativa sia tradurre i board game legati al franchise più che il gdr; soprattutto legandolo ad un lancio di un film o cose così

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Come dice @Crisc, la cosa del rilascio digitale è sicuramente una strada, ma si vocifera che i vertici della Hasbro siano piuttosto resistenti/scettici per quanto riguarda la digitalizzazione (che invece, sempre secondo i rumors, sarebbe caldeggiata dal team di D&D). In effetti hanno rilasciato PDF ufficiali dei 3 manuali core della 3.5 sono negli ultimi mesi, e sono manuali usciti quando? 10 anni fa? A quanto ho capito comunque stanno valutando da un bel po' le modalità con cui fornire contenuti in via digitale.

 Personalmente, se rilasciassero dei PDF (watermarked o meno) di D&D 5E sarei contento; preferisco comunque avere una copia cartacea, ma una copia digitale fa comodo. Se devono fare delle p*ttanate tipo rilasciare contenuti in un formato proprietario (es. accessibili solo tramite una specifica app/programma per cui devi pagare l'abbonamento, alla D&D Insider), non vedranno un centesimo da me.

Modificato da greymatter
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Silent tutto giusto quello che dici ma, ho un dubbio...

La WotC al momento vende D&D 5e in digitale? No, per questo credo molto improbabile che venda in digitale la localizzazione...

In realtà, secondo me, la strada più remunerativa sia tradurre i board game legati al franchise più che il gdr; soprattutto legandolo ad un lancio di un film o cose così

Da più di un anno la WotC sta studiando quali soluzioni le conviene adottare in ambito digitale. Non solo sono state rilasciate più volte dichiarazioni ufficiali in cui si assicura che la WotC è intenzionata a garantire i manuali in formato digitale, ma l'intenzione della WotC è testimoniata anche dalle sperimentazioni "DungeonScape", "DnD Classics" e "Fantasy Grounds".

Questi tre casi mostrano come non sia assolutamente vero che la WotC non abbia intenzione di rilasciare materiale in versione digitale. Semplicemente sta cercando di trovare un sistema alternativo alla distribuzione digitale tradizionale. Questione, quest'ultima, che non preoccupa solo la WotC, ma che è vissuta come un problema da tutta l'industria editoriale (e musicale, e cinematografica e videoludica). Quello di cui stiamo parlando, distribuzione digitale vs pirateria su internet, è un fattore che sta costringendo attualmente diversi settori di mercato a trovare soluzioni alternative. Questi anni saranno un periodo di grande sperimentazione riguardo a questo ambito.

La WoTC, a quanto pare, ha deciso di utilizzare due metodi diversi, a seconda che si tratti di materiale vecchio o nuovo:

  • DnD Classics e la distribuzione digitale oramai tradizionale dei vecchi manuali. Manuali in PDF venduti tramite un sito di vendita online.
  • La ricerca di un sistema che consenta la vendita controllata dei manuali digitali nuovi. Ne è un esempio il caso "DungeonScape", servizio online che avrebbe consentito l'acquisto dei manuali all'interno del servizio stesso, rendendo la fruizione dei manuali controllabili.

Che la Wizards per i nuovi manuali stia puntando a elaborare un sistema simile a DungeonScape (o attenda che qualcuno le proponga un sistema simile, più correttamente) non è una cosa strana. Anzi, questo modello di distribuzione online (prodotto digitale messo a disposizione attraverso un sistema online, salvabile su cloud, disponibile via Cloud, non necessariamente salvabile sul disco fisso dell'acquirente e, in generale, sempre e comunque vincolato alla casa di produzione) è già da un po' che sta iniziando ad essere visto di buon occhio dalle aziende di più settori.
E', infatti, il sistema utilizzato dalla Apple con iTunes/Apple Store, dalla Google con Google Play, da Steam riguardo ai videogiochi acquisiti nel suo circuito digitale, dal Playstore della Sony e dal Marketplace della Microsoft per l'acquisto dei videogiochi digitali. Il Cliente compra il prodotto, ma può utilizzarlo solo fintanto che rispetta esattamente i termini imposti dal contratto stipulato con l'azienda che lo vende. Sempre più spesso questi contratti prevedono due possibilità, anche contemporaneamente presenti:

  • la possibilità di fruire del prodotto digitale solo attraverso il servizio del produttore/distributore (è il caso di Steam, Marketplace, Google Play e Playstore; sarebbe stato il caso di "DungeonScape)
  • l'acquirente sostanzialmente non acquista la proprietà dell'oggetto, ma il diritto al suo utilizzo; nel momento in cui la casa di produzione/distribuzione decide di eliminare il prodotto dal suo catalogo, l'acquirente perde il prodotto nonostante l'abbia già acquistato (è il caso di numerosi Store digitali come Apple Store, Google Play, PlayStore, Marketplace).

 

La Wizards, in parole povere, sta a quanto pare aspettando che si presenti un simile servizio per la vendita dei manuali digitali. La distribuzione normale dei prodotti digitali ha fallito, la distribuzione con protezioni DRM ha fallito. Ora si punta a provare questo nuovo modello.

Ho la sensazione che la Wizards, per il momento, in attesa di vedere se altro verrà fuori, stia aspettando lo sviluppo del sistema creato dalla Trapdoor. Il progetto morningstar (che in esclusiva WotC avrebbe dovuto chiamarsi DungeonScape), infatti, non è morto, ma è stato portato avanti con lo scopo di renderlo disponibile a qualunque casa produttrice di Gdr. Recentemente ha cambiato il nome in "Playbook", è stato reso funzionale al Gdr Pathfinder ed è stato rilasciato come applicazione da scaricare:

https://itunes.apple.com/us/app/playbook-for-prd/id1023397374?ls=1&mt=8

Quali altre aziende stanno abbandonando le localizzazioni  Silence?

Un caso ecclatante è la CCP White Woilf, che non traduce più i suoi manuali da diversi anni (eppure, tra kickstarter e il rilancio di Masquerade, la sua linea di pubblicazione è tornato ad essere solida). L'unico manuale CCP WW ad essere stato tradotto negli ultimi anni è quello del Ventennale di Vampiri la Masquerade, rilasciato dalla Raven. In generale, comunque, negli ultimi anni mi è sembrato di percepire una poca voglia delle aziende di molti Gdr di stare dietro alle localizzazioni dei loro prodotti, che in alcuni casi vengono fuori solo per la grande spinta prodotta dal basso da parte dei giocatori.

Ovviamente questa è la percezione che ne ho avuto io. Tu che segui molto da vicino il panorama ludico, in particolare italiano, mi potrai correggere nel caso. Personalmente, però, conosco abbastanza bene gli effetti che internet sta producendo in questi anni in generale al settore editoriale (e non solo), cosa che di sicuro non potrà lasciare indifferente il settore del Gdr. La posizione particolare della WotC nel settore Gdr, inoltre, (una delle più grosse aziende del settore, con il marchio più importante, con l'obbiettivo di farne un prodotto di punta vendibile in praticamente tutto il mondo), la costringe a essere pioniera nell'affrontare le difficoltà imposte dall'e-commerce e dalle trasformazioni legate a internet.

 

Modificato da SilentWolf
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Un caso ecclatante è la CCP White Woilf, che non traduce più i suoi manuali da diversi anni

 

Non solo non traduce da anni ma quando traduceva non traduceva tutto, e le ultime pubblicazioni come Changeling i perduti è a dir poco pessima e non solo come traduzione che sembra tradotta con i piedi, ma anche l'impaginazione italiana è aberrante e non solo per me che sono del mestiere.

Alla fine se dovessi avere traduzioni, impaginazioni, pessime come "changeling" preferisco avere il manuale in inglese. Senza considerare come è stato detto che D&D ha un inglese a dir poco banale

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Da più di un anno la WotC sta studiando quali soluzioni le conviene adottare in ambito digitale. Non solo sono state rilasciate più volte dichiarazioni ufficiali in cui si assicura che la WotC è intenzionata a garantire i manuali in formato digitale, ma l'intenzione della WotC è testimoniata anche dalle sperimentazioni "DungeonScape", "DnD Classics" e "Fantasy Grounds".

Questi tre casi mostrano come non sia assolutamente vero che la WotC non abbia intenzione di rilasciare materiale in versione digitale. Semplicemente sta cercando di trovare un sistema alternativo alla distribuzione digitale tradizionale. Questione, quest'ultima, che non preoccupa solo la WotC, ma che è vissuta come un problema da tutta l'industria editoriale (e musicale, e cinematografica e videoludica). Quello di cui stiamo parlando, distribuzione digitale vs pirateria su internet, è un fattore che sta costringendo attualmente diversi settori di mercato a trovare soluzioni alternative. Questi anni saranno un periodo di grande sperimentazione riguardo a questo ambito.

La WoTC, a quanto pare, ha deciso di utilizzare due metodi diversi, a seconda che si tratti di materiale vecchio o nuovo:

  • DnD Classics e la distribuzione digitale oramai tradizionale dei vecchi manuali. Manuali in PDF venduti tramite un sito di vendita online.
  • La ricerca di un sistema che consenta la vendita controllata dei manuali digitali nuovi. Ne è un esempio il caso "DungeonScape", servizio online che avrebbe consentito l'acquisto dei manuali all'interno del servizio stesso, rendendo la fruizione dei manuali controllabili.

Che la Wizards per i nuovi manuali stia puntando a elaborare un sistema simile a DungeonScape (o attenda che qualcuno le proponga un sistema simile, più correttamente) non è una cosa strana. Anzi, questo modello di distribuzione online (prodotto digitale messo a disposizione attraverso un sistema online, salvabile su cloud, disponibile via Cloud, non necessariamente salvabile sul disco fisso dell'acquirente e, in generale, sempre e comunque vincolato alla casa di produzione) è già da un po' che sta iniziando ad essere visto di buon occhio dalle aziende di più settori.
E', infatti, il sistema utilizzato dalla Apple con iTunes/Apple Store, dalla Google con Google Play, da Steam riguardo ai videogiochi acquisiti nel suo circuito digitale, dal Playstore della Sony e dal Marketplace della Microsoft per l'acquisto dei videogiochi digitali. Il Cliente compra il prodotto, ma può utilizzarlo solo fintanto che rispetta esattamente i termini imposti dal contratto stipulato con l'azienda che lo vende. Sempre più spesso questi contratti prevedono due possibilità, anche contemporaneamente presenti:

  • la possibilità di fruire del prodotto digitale solo attraverso il servizio del produttore/distributore (è il caso di Steam, Marketplace, Google Play e Playstore; sarebbe stato il caso di "DungeonScape)
  • l'acquirente sostanzialmente non acquista la proprietà dell'oggetto, ma il diritto al suo utilizzo; nel momento in cui la casa di produzione/distribuzione decide di eliminare il prodotto dal suo catalogo, l'acquirente perde il prodotto nonostante l'abbia già acquistato (è il caso di numerosi Store digitali come Apple Store, Google Play, PlayStore, Marketplace).

 

La Wizards, in parole povere, sta a quanto pare aspettando che si presenti un simile servizio per la vendita dei manuali digitali. La distribuzione normale dei prodotti digitali ha fallito, la distribuzione con protezioni DRM ha fallito. Ora si punta a provare questo nuovo modello.

Ho la sensazione che la Wizards, per il momento, in attesa di vedere se altro verrà fuori, stia aspettando lo sviluppo del sistema creato dalla Trapdoor. Il progetto morningstar (che in esclusiva WotC avrebbe dovuto chiamarsi DungeonScape), infatti, non è morto, ma è stato portato avanti con lo scopo di renderlo disponibile a qualunque casa produttrice di Gdr. Recentemente ha cambiato il nome in "Playbook", è stato reso funzionale al Gdr Pathfinder ed è stato rilasciato come applicazione da scaricare:

https://itunes.apple.com/us/app/playbook-for-prd/id1023397374?ls=1&mt=8

Si ok, vogliono farlo, lo faranno... Ma è passato 1 anno, mica 2 mesi...

La questione editoria vs pirati non esiste per un semplice motivo: la pirateria esiste ed esisterà sempre.
Se aspetti che si sviluppi un sistema editoriale immune dalla pirateria allora non avremo mai l'edizione corrente in digitale.

Non a caso la wizard ha messo le vecchie edizioni in vendita in digitale, di cui si trovano tutti i manuali su internet pirata e si punta quindi al mercato degli appassionati.

L'alternativa è un sistema simile a quello della 4e, che era molto più avanti di dungeonscape come sistema, perfettamente funzionante e permetteva di avere accesso a tutte le regole (non ai manuali così come li intendiamo, né a pdf) con un costo mensile (poi c'erano gli sconti per più mesi o per un anno etc...).

I pdf e qualsiasi cosa non si trovi su un server remoto ma sul mio pc sarà sempre piratabile, oggi, domani, con i DRM o con qualsiasi altro sistema.

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Che la Wizards per i nuovi manuali stia puntando a elaborare un sistema simile a DungeonScape (o attenda che qualcuno le proponga un sistema simile, più correttamente) non è una cosa strana. Anzi, questo modello di distribuzione online (prodotto digitale messo a disposizione attraverso un sistema online, salvabile su cloud, disponibile via Cloud, non necessariamente salvabile sul disco fisso dell'acquirente e, in generale, sempre e comunque vincolato alla casa di produzione) è già da un po' che sta iniziando ad essere visto di buon occhio dalle aziende di più settori.
E', infatti, il sistema utilizzato dalla Apple con iTunes/Apple Store, dalla Google con Google Play, da Steam riguardo ai videogiochi acquisiti nel suo circuito digitale, dal Playstore della Sony e dal Marketplace della Microsoft per l'acquisto dei videogiochi digitali. Il Cliente compra il prodotto, ma può utilizzarlo solo fintanto che rispetta esattamente i termini imposti dal contratto stipulato con l'azienda che lo vende. Sempre più spesso questi contratti prevedono due possibilità, anche contemporaneamente presenti:

  • la possibilità di fruire del prodotto digitale solo attraverso il servizio del produttore/distributore (è il caso di Steam, Marketplace, Google Play e Playstore; sarebbe stato il caso di "DungeonScape)
  • l'acquirente sostanzialmente non acquista la proprietà dell'oggetto, ma il diritto al suo utilizzo; nel momento in cui la casa di produzione/distribuzione decide di eliminare il prodotto dal suo catalogo, l'acquirente perde il prodotto nonostante l'abbia già acquistato (è il caso di numerosi Store digitali come Apple Store, Google Play, PlayStore, Marketplace).

In pratica, se mi trovo in un posto dove non c'è internet (magari anche solo momentaneamente, a causa di guasti sulla linea o a di un blackout), non posso usare i manuali per i quali ho pagato?
Scusa, ma è una str...ata (imho).

Il motivo per cui non ho ancora un lettore e-book è stato leggere di certe porcate fatte da Amazon con un sistema del genere: gente che ha pagato per COMPRARE dei libri per il proprio Kindle (sul testo presente nel sito, al momento dell'acquisto, c'era scritto "buy" bianco su nero!), e poi Amazon glieli ha bloccati senza apparente motivo, dicendo che quei libri in realtà erano solo in "comodato d'uso", trattandosi di file digitali!
Fortunatamente poi la corte ha dato torto ad Amazon, ma mi è rimasto l'amaro in bocca, e se la Wizard/Hasbro mi fà la stessa porcata, da me non vedrà un centesimo!

Se non vogliono che ci sia il rischio pirateria, basta vendere i pdf a poco (producendone molti, si può abbassare il costo per unità... è il vantaggio dei file digitali senza supporto fisico); se io posso avere materiale originale, ben fatto, e costantemente seguito, non avrò nessun ragionevole motivo per usare materiale pirata, scansionato male, e magari in b/n.

 

 

La Wizards, in parole povere, sta a quanto pare aspettando che si presenti un simile servizio per la vendita dei manuali digitali. La distribuzione normale dei prodotti digitali ha fallito, la distribuzione con protezioni DRM ha fallito. Ora si punta a provare questo nuovo modello.

Maggiori informazioni sul PERCHE' la politica dei DRM è fallita si trovano qui: 1, 2, 3, 4, 5.

Sono un pò pesanti da leggere, ma ne vale la pena!

Modificato da MattoMatteo
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Non solo non traduce da anni ma quando traduceva non traduceva tutto, e le ultime pubblicazioni come Changeling i perduti è a dir poco pessima e non solo come traduzione che sembra tradotta con i piedi, ma anche l'impaginazione italiana è aberrante e non solo per me che sono del mestiere.

Alla fine se dovessi avere traduzioni, impaginazioni, pessime come "changeling" preferisco avere il manuale in inglese. Senza considerare come è stato detto che D&D ha un inglese a dir poco banale

Attenzione, che la quantità di roba tradotta e la qualità della roba tradotta dipendono dalla casa che riceve la licenza di traduzione (in questo caso era la 25 Edition, poi MM 25 Edition, con la fusione fra 25 edition e Magic Market).
Changeling: i Perduti (rilasciato in italia a fine 2008) è stato l'ultimo manuale tradotto dalla 25 Edition per la WW, anche e soprattutto in considerazione dei fatto che - oltre ai problemi vissuti dalla WW stessa in generale - la 25 Edition stava concludendo la fusione con Magic Market (1° gennaio 2009), la quale ha spinto l'azienda a decidere di diversificare i suoi interessi editoriali (in parole povere, dopo la fusione la MM 25 Edition ha iniziato a concentrarsi sempre più sulla localizzazione e distribuzione di Giochi di carte Collezionabili e Board Game, sempre meno sui Gdr; non è stato casuale se, sempre nel 2009, la MM 25 edition ha dichiarato di non avere più i diritti di distribuzione per il Mondo di Tenebra). Già la WW stava iniziando ad avere problemi a causa della Crisi Economica. La decisione della nuova MM 25 Edition di diminuire la sua attenzione verso i Gdr ha fatto il resto.
Changeling: i Perduti fu tradotto di fretta e furia (non dal personale tradizionalmente addetto alla traduzione del Mondo di Tenebra), con lo scopo di rilasciarlo entro il Lucca Comics and Games del 2008 (cosa che comunque non avvenne, se ricordo bene).

Conosco questa storia bene perchè la seguii personalmente sul forum della 25 Edition, prima, e su quello di Games Academy, dopo (partecipando anche attivamente nelle discussioni con Max, allora ancora responsabile D&D per la 25 Edition, e Kal Woiner, Big Boss della 25 Edition).

La WW, dal canto suo, ha sempre rilasciato l'autorizzazione a tradurre tutti i suoi prodotti. Era la 25 Edition (più che giustificata dalle sue specifiche necessità finanziare) che sceglieva cosa tradurre, quando e come. La 25 Edition ha deciso di mettere le distanze dal settore Gdr, ancora una volta legittimamente, per focalizzarsi su cose maggiormente vendibili (purtroppo, a quanto pare non sono bastate, visto che la MM 25 quest'anno ha chiuso i battenti). E non è un caso, a mio avviso: la localizzazione tramite azienda locale non è più sostenibile oggi giorno, non per settori di nicchia come il Gdr. Per questo, è più probabile in futuro che la localizzazione di prodotti come il gdr passerà direttamente nelle mani delle case proprietarie del prodotto.

 

Si ok, vogliono farlo, lo faranno... Ma è passato 1 anno, mica 2 mesi...

La questione editoria vs pirati non esiste per un semplice motivo: la pirateria esiste ed esisterà sempre.
Se aspetti che si sviluppi un sistema editoriale immune dalla pirateria allora non avremo mai l'edizione corrente in digitale.

Non a caso la wizard ha messo le vecchie edizioni in vendita in digitale, di cui si trovano tutti i manuali su internet pirata e si punta quindi al mercato degli appassionati.

L'alternativa è un sistema simile a quello della 4e, che era molto più avanti di dungeonscape come sistema, perfettamente funzionante e permetteva di avere accesso a tutte le regole (non ai manuali così come li intendiamo, né a pdf) con un costo mensile (poi c'erano gli sconti per più mesi o per un anno etc...).

I pdf e qualsiasi cosa non si trovi su un server remoto ma sul mio pc sarà sempre piratabile, oggi, domani, con i DRM o con qualsiasi altro sistema.

E passerà ancora altro tempo. La WotC non ha fretta per 2 motivi (mio sospetto personale): 1) da per assodato che i clienti li abbia già persi per via di Pathfinder negli anni scorsi e, a questo punto, le serve solo riuscire prima o poi a riconquistarli (per fare questo serve fare le mosse giuste); 2) ritiene, cosa che anche io considero sensata, che buttare fuori un progetto mal pensato di corsa sia peggio che far uscire una cosa tardi.

Vero, la pirateria esisterà sempre: questo lo so io, come lo sanno la WotC, la Apple, la Sony, la Microsoft e tutte le reti televisive/satellitari al mondo. Nessuno oggi sta cercando un modo per eliminare del tutto la pirateria. Si sta cercando un modo per tenerla sotto controllo.
Cosa sarebbe successo se la WotC avesse fatto uscire fin da subito i manuali digitali, magari addirittura tradotti? Nell'arco di pochissime settimane, la gran parte dei giocatori in possesso di manuali D&D 5e avrebbero avuto copie pirata, invece che copie acquistate. D&D 5a sarebbe stato magari anche un successo fra i giocatori, ma la WotC non avrebbe guadagnato nulla e, di lì a poco, D&D 5a avrebbe chiuso i battenti. Considerando che, molto probabilmente, D&D stesso deve essere stato attenzionato dalla Hasbro dopo D&D 4a, D&D stesso avrebbe potuto chiudere i battenti, fine della storia del Gdr più vecchio del mondo.

Vendendo solo copie cartacee la WotC non è riuscita a recuperare tutti i clienti del passato? Non è importante per adesso. L'importante è stato riuscire a produrre abbastanza incassi da salvare il brand e assicurargli un futuro commerciale. Le versioni PDF dei manuali D&D 5e sono già in circolo, ma prima che - all'uscita di un manuale - esse inizino a circolare la WotC ha fatto già bastanza incasso da recuperare spese e, magari, fare anche qualche soldo (D&D 5a, a quanto pare, è stato un successo d'incasso notevole).
I clienti perduti possono essere recuperati, ma per poterlo fare è necessario prima trovare una soluzione che non demolisca la macchina appena costruita.

Come dici tu, le vecchie edizioni sono in versione digitale tradizionale solo per puntare al mercato degli appassionati.
I nuovi prodotti, invece, devono generare il più possibile introiti, quindi le loro possibilità di vendita devono essere massimizzate.

Il sistema in stile D&D 4a (immagino tu ti riferisca all'insder) può interessare agli appassionati, ma non è vendibile su larga scala per 3 motivi:

  1. E' solo online
  2. la gente vuole avere manuali (il legame con il supporto familiare del libro, sia esso di carta o digitale), che siano trasportabili in giro (carta o dispositivo elettronico).
  3. I servizi come Insider sono facilmente associati ai servizi SRD, che i giocatori oramai associano all'idea di gratuito. Se fornisci oggi un servizio simile all'SRD, ma a pagamento, la gente reagirà male e il numero di clienti sarà molto più basso del necessario.

 

Perchè una vendita di D&D 5e digitale sia fattibile nel prossimo futuro, il cliente deve poter acquistare proprio i manuali (è una questione psicologica, più che pratica) e poterli usufruire sul proprio dispotivo, mentre la WotC dovrà avere la possibilità di assicurarsi che senza di lei il cliente non possa usufrire dei manuali digitali.

 

 In pratica, se mi trovo in un posto dove non c'è internet (magari anche solo momentaneamente, a causa di guasti sulla linea o a di un blackout), non posso usare i manuali per i quali ho pagato?
Scusa, ma è una str...ata (imho)

Il motivo per cui non ho ancora un lettore e-book è stato leggere di certe porcate fatte da Amazon con un sistema del genere: gente che ha pagato per COMPRARE dei libri per il proprio Kindle (sul testo presente nel sito, al momento dell'acquisto, c'era scritto "buy" bianco su nero!), e poi Amazon glieli ha bloccati senza apparente motivo, dicendo che quei libri in realtà erano solo in "comodato d'uso", trattandosi di file digitali!
Fortunatamente poi la corte ha dato torto ad Amazon, ma mi è rimasto l'amaro in bocca, e se la Wizard/Hasbro mi fà la stessa porcata, da me non vedrà un centesimo!

Se non vogliono che ci sia il rischio pirateria, basta vendere i pdf a poco (producendone molti, si può abbassare il costo per unità... è il vantaggio dei file digitali senza supporto fisico); se io posso avere materiale originale, ben fatto, e costantemente seguito, non avrò nessun ragionevole motivo per usare materiale pirata, scansionato male, e magari in b/n.

No, i prodotti (in questo caso i manuali) possono essere utilizzati anche offline. Semplicemente, per poterli utilizzare devi utilizzare il Sistema/Software imposto dall'azienda. Per usare i giochi scaricati dal Marketplace Microsoft devi usare la Xbox oppure Windows 10. Per giocare ai videogiochi comprati su steam hai bisogno di aprire il programma di Steam.
Oppure, metodo ancora abbastanza raro, puoi salvare il tuo prodotto solo su Cloud. I Cloud non funzionano solo online, anche se può sembrare: quando accedi a un cloud, salvi sul tuo hard disk parte dei dati salvati sul cloud. IN genere, questo meccanismo serve principalmente per consentire una apertura più veloce dei file, ma può essere usato anche per consentire l'apertura di file salvati su cloud anche offline. Certo, senza la rete non è possibile aggiornale i dati. Di solito chi offre un servizio di questo tipo, comunque, impone che il cliente salvi i file in un cloud di proprietà dell'azienda, non dell'acquirente. Tramite l'acquisto, il cliente ottiene il diritto allo sfruttamento del cloud e un libero accesso ai file acquistati, ma di fatto non ottiene il diritto di spostarli dove vuole.

Quindi, sì, questi sistemi sono pensati proprio per vincolare l'utente nell'utilizzo dei file acquistati, ma questi file possono essere sfruttati anche offline. Semplicemente, puoi sfruttare quei file solo alle condizioni imposte dall'azienza che te li ha venduti.

Il caso di Amazon di cui parli è stato un caso di malagestione del sistema che le aziende stanno via via iniziando a utilizzare. Amazon è stata beccata a fare cose abbastanza losche in questi anni, ma il meccanismo del digitale a "comodato d'uso" (come lo chiami) sta oggi diventando una realtà di fatto che si estenderà a sempre più servizi online e digitali.
Come tu stesso fai notare, queste trasformazioni non mancheranno di portare un bel po' di discussioni riguardo a quanto certe azioni sono più o meno legittime. Queste cose sono ancora nel periodo di definizione, quindi c'è ancora tempo perchè vengano introdotte ulteriori limature.
;-)

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