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Jade - Figlia d'arte


Tayan Chingachgook

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Quando mi guarda con fare sorpreso poggio la mano sinistra sul fianco a formare un triangolo tra le braccia ed il torace.

«Da qualche parte dovrei avere un costume da infermiera, se me lo chiede in ginocchio potrei anche mostrarglielo...» dico accennando ad Elliot ma strizzando l'occhio ad Ian.

Annuisco quando accenna al tono in più di innocenza «Quello è lo scopo, apparire il meno aggressiva possibile... anche se avrei dovuto portare qualcosa di più colorato...» dico facendomi pensierosa per un attimo.

«Non serve per ora. Lui rimane qui» rispondo a tempo con Ian alle parole della donna «A patto che non rimanga da solo...» aggiungo dopo qualche secondo.

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-Tranquilla- Esordisce Johana tagliando completamente Elliot fuori dal discorso. -Ian è fuori ed io esco alle due, ma ho già fatto uno squillo a Carlos e lui dice che non gli crea problemi stare col bimbo il pomeriggio... In cambio di un paio di buone bottiglie ovviamente...-

 

Ian sbuffa -Bottiglie un corno, ricordagli che non siamo ancora pari con la storia della stazione spaziale, me ne deve di favori quel buffone cromato-

 

Elliot alza un dito, come un bambino a scuola.

-Ok, tutto bene, ma smettetela di trattarmi come un bambino e... Davvero hai un costume da infermiera?!-

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«Ottimo. Quando voglio rientrare come faccio?»

Alla domanda di Elliot lo guardo come se mi avesse fatto una domanda molto stupida «Certo che ho un costume da infermiera. Per chi mi hai preso?!» dico fingendo che sia una cosa normalissima averne uno Anche se non ti piacerebbe sapere per cosa l'ho usato...

«Andiamo?» aggiungo qualche secondo dopo.

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Segno il numero di Carlos e mi faccio lasciare anche i numeri degli altri due.

«Te l'ho già detto, dovrai chiedermelo in ginocchio e dovrai comportarti da bravo bambino!» esclamo con tono malizioso e senza fargli capire se quel bravo vada inteso alla lettere o in senso contrario.

Poi seguo Ian sia in ascensore sia nel suv.

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Il veicolo supera velocemente i posti di blocco, lasciando il quartiere corporativo di Miltech Bridge per addentrarsi fra i vicoli di Dapantown.

Ian guida sicuro nel traffico, con l'aria di chi conosce bene quelle stradine.

Dopo pochi minuti si ferma davanti ad un ingresso della metropolitana.

 

-In bocca al lupo Jade-

Ti dice a mo' di commiato.

-Fai quello che devi, badiamo noi ad Elliot-

 

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«Crepi» esclamo in risposta all'augurio dell'uomo. Quando poi mi assicura che baderanno loro ad Elliot mi fermo per alcuni secondi a fissarlo negli occhi «Ci conto» gli rispondo con il volto improvvisamente inespressivo e la voce atona. Mi assicuro che capisca che si tratta di una promessa a doppio senso: loro promettono di proteggerlo ed io, beh io prometto di ammazzarli tutti in caso falliscano...

Poi mi alzo il cappuccio della felpa sulla testa e scendo dall'auto chiudendomi la portiera alle spalle.

Mi addentro nella stazione camminando con calma, senza fretta.

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La stazione appare affollata e piuttosto squallida.

C'è sorveglianza, ma i poliziotti sembrano più interessati alla loro sicurezza personale che non al controllo delle persone che entrano ed escono.

Sospetti firtemente che se decidessi di scavalcare i cancelli, senza pagare il biglietto, nessuno avrebbe da obiettare.

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Come prima cosa cerco la mappa della metro, lo schema delle linee ferroviarie sotterranee per capire quale treno prendere. Poi faccio il biglietto presso una delle macchine automatiche pagando ovviamente in contanti. Anche se potessi scavalcare agilmente i tornelli preferisco evitare anche lontanamente la possibilità di attirare l'attenzione.

Oblitero il biglietto, passo i tornelli e resto in attesa dell'arrivo del mio treno mentre studio l'ambiente e le persone intorno a me.

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C'è una fauna molto varia nella stazione, dai gruppetti di boosters ai tossici, fino agli impiegati di medio livello che vanno al lavoro.

il vagone è così affollato che non riesci ad evitare strusciamenti e palpate varie, tanto che temi per il cellulare e per i tuoi credichip.

Tuttavia, quando finalmente scendi a Dapantown South, hai ancora tutto quello che avevi in tasce prima.

La stazione è affollatissima, una vera calca.

Qui la gente è più da "periferia" e noti parecchi che hanno strani rigonfiamenti nei pantaloni o nelle felpe, armi dissimulate malissimo.

Sono le 09.50.

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Scendo dal vagone un po' a spallate visto che la mia bassa statura mi sfavorisce in questo tipo di situazioni. Cerco di darmi una sbrigata per quanto possibile dalla folla che mi circonda, mi aggiro per la stazione alla ricerca dei bagni fermandomi in una posizione un po' defilata rispetto ad essi. Mi assicuro che Ace non sia già arrivato e poi cerco un buon compresso tra visuale sui bagni e vicinanza\distanza da essi, sempre in base alla folla che c'è nei loro pressi.

Trovata una posizione mi siedo o mi appoggio da qualche parte, collego delle cuffie al cellulare ma non metto alcuna musica. Apro qualche pagina internet di ricerca a caso per usarla come copertura e fingo di farmi i fatti miei mentre cerco chi sa quale cosa sul cellulare ed ascolto chi sa quale musica. Sto con le spalle leggermente piegate in avanti come se fossi molto focalizzata sul cellulare ma è solo per avere il cappuccio della felpa a celarmi ancora di più gli occhi. Così resto in attesa che Ace si presenti all'appuntamento.
È un po' come se fossi qui per ucciderlo, a patto che sia ancora vivo.

Spoiler

Ovviamente se Ace è già lì o c'è qualcosa che non va interrompi pure la seconda parte. Ho scritto tutto più che altro per velocizzare nel caso non accada nulla.

 

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I minuti passano ma nessuno si presenta.

Verso le 10.15 inizi a spazientirti, ma finalmente noti qualcosa di strano.

Indossano vestiti alla moda dei boosters, ma potrebbero anche essere vestiti da unicorni alati, non possono ingannare un occhio esperto.

Si guardano attorno come felini diffidenti, camminano in una sorta di formazione in modo da coprirsi a vicenda e si controllano l'un l'altro con la coda dell'occhio.

Solitari.

Ne conti cinque e sono tutti diretti ai bagni.

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Osservo i cinque che si avvicinano ai bagni cercando di non farmi notare. Certo, cinque solitari alla ricerca di due ex-forze speciali o di un sicario donna in trench nero non si fermerebbero a notare una ragazzina con problemi verso la figura paterna ma, è meglio non attirare la loro attenzione. Li osservo, evitando i loro sguardi, mentre la loro presenza mi fa riflettere.

La prima cosa che mi viene in mente è che Ace sia morto sul serio. Resta ancora da capire come abbiano scoperto dell'incontro. Che lo abbiano torturato? Eppure mi risulta difficile credere abbia ceduto così mentre parlavo con Rowahn, stando a come ne parlava Elliot. Non sembrava preoccupato o nervoso quando gli ho parlato ma potrebbe c'entrarci qualcosa il modo in cui Gagarin ha risposto al telefono. Altrimenti quale sarebbero le alternative? Che ascoltino le chiamate di uno dei due, oppure di entrambi? Non mi sembra migliore come ipotesi.

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I cinque entrano nei bagni e sono li dentro da cinque minuti buoni quando senti qualcuno parlare a meno di un metro dietro le tue spalle.

L'arrivo degli uomini ti ha messa in allarme ancora più di quanto tu non lo fossi già, eppure non hai sentito questa persona arrivarti alle spalle.

Un brivido di disagio ti corre lungo la schiena, seguito da un segnale d'allarme, perché la persona parla in russo ed ha tutta l'aria di rivolgersi a te.

-U vas yest' legkiy kompan'on? "Hai da accendere compagna?-

Dice con un pessimo accento.

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Faccio per voltarmi lasciando il cellulare con la mano destra. Inizio a voltarmi mentre infilo la mano sotto la felpa muovendo il meno possibile il braccio ed il gomito, celando il movimento con il corpo e con il muro al quale ero appoggiata. Se la prima metà del movimento è fatta come se mi stessi voltando normalmente, la seconda metà è conclusa in modo repentino. Finisco di voltarmi ruotando velocemente su me stessa mentre finisco di estrarre l'arma allo stesso tempo puntandola da sotto la felpa, pronta a sparare.

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Ti volti ed il tuo occhio allenato coglie immediatamente i punti salienti.

Ti trovi di fronte un uomo di circa 1.80 di statura, indossa pantaloni larghi, scarpe da skateboard ed una felpa decisamente comoda vol cappuccio tirato su.

Il suo viso è mascherato da un paio di appariscenti occhiali da sole a specchio.

Indossa un guanto alla mano destra.

Estrai rapida come un fulmine e stai per raggiungere la posizione di fuoco, con l'arma aderente al tuo fianco, quando qualcosa blocca la ritazione verticale della pistola.

Ci metti un attimo a capire che lui si aspettava una reazione ed ha afferrato l'arma con la sinistra, attraverso la felpa.

Quando la sua mano destra afferra la tua felpa e strattona, hai appena il tempo di pensare a quanto è dannatamente veloce.

Poi una forza disumana ti solleva da terra e ti sbatte dietro l'angolo, nell'anfratto delle casse automatiche.

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Avrei potuto attutire l'urto contro il muro con il palmo aperto della mano sinistra, quella libera. Ma preferisco non farlo, evitando solamente di sbattere il capo. Invece di attutire l'urto estraggo la seconda pistola puntandola sempre attraverso la felpa ma senza fare fuoco, con un estremo sforzo mentale evito di sparare all'uomo per puro riflesso. L'alternativa sarebbe stata un cazzotto alla trachea ed una ginocchiata tra le gambe.

Con il dito teso sul grilletto caccio fuori la mia espressione da killer, come la chiamo io, «A quanto pare non mi hanno ancora soffiato l'onore...» esclamo pronta comunque a far fuoco al minimo segno di ulteriore ostilità.

Modificato da Latarius
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Nel momento in cui estrai, il braccio dalla forza sovrumana ti strattona di nuovo e ti ritrovi schiacciata con la faccia contro la parete.

la mano sinistra è libera ed ha trovato la pistola, ma schiacciata come sei non riesci a puntarla dove desideri.

Lui deve essersi appoggiato col gomito sulla tua spina dorsale perché ti senti svuotare dolorosamente i polmoni.

-Scusa- Ti dice questa volta in inglese. -Ma è meglio non sparare qui dentro, sai quei ragazzi tendono ad innervosirsi quando sentono gli spari... Poi quando siamo fuori per me possiamo anche fare a schioppettate, ma prima leviamoci di qua eh?!-

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