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Jade - Figlia d'arte


Tayan Chingachgook

Messaggio consigliato

Schiocco la lingua seccata Nove ore quindi. Ormai è tardi per raggiungerli a Tallinn. Avessi un jet privato forse potrei raggiungerli ma così?! ridacchio sarcasticamente Una volta fuori dall'aeroporto non li troverò più...

Mai più favori a nessuno.

Scuoto il capo per poi riportare la mia attenzione totalmente sul russo.

«Un'altra cosa...» gli dico gelida «Voglio il numero di volo dell'aereo» gli sorrido fredda mentre lo minaccio con la pistola facendogli cenno di sbrigarsi a parlare. Uno di quei sorrisi da sociopatica di cui amo tanto avvolgermi. Uno di quei sorrisi che sfiora solamente le labbra ma che non include gli occhi, che restano pericolosi ed inespressivi. Un sorriso che è solamente un'increspatura su una fredda maschera di cera.

Quando me lo consegna gli faccio segno col capo di andarsene «Ora vatt-»

Bang. Bang.

«-ene...»

A metà della parola gli sparo due volte. Una volta in testa ed una volta al cuore. L'etichetta ne vorrebbe tre in totale ma, con i proiettili che utilizzo dopo il primo proiettile, al posto del suo cuore fa capolino un buco grosso quanto il mio pugno. 

Spoiler

Visto che non mi hai detto nulla sul posto immagino che siamo già in un posto appartato o che ci siamo andati

 

Modificato da Latarius
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Il... Il numero?! E io chenneso? Io do gli ordini, ci pensano gli altri ad eseguirli!

 

I tuoi colpi riducono il ciccione in un budino sanguinolento, non puoi fare a meno che un paio di schizzi ti arrivino sulla felpa e sulla capigliatura bionda, cosa che ti strappa una smorfia stizzita.

 

Spoiler

Vi siete ritirati in uno dei tunnel perpendicolari di sicurezza, che collegano le due gallerie dei due sensi di marcia.

 

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Schiocco la lingua seccata. 
Per la felpa non posso fare nulla ma per i capelli finti si. Mi tolgo accuratamente le gocce di sangue con i guanti per poi pulirmeli sul pantalone del morto.  Finisco l'operazione e poi raccolgo i due bossoli. Mi abbasso sulle ginocchia, vicino al cadavere, assicurandomi di non sporcarmi le scarpe o il pantalone di sangue. Poi perquisisco il morto, per quanto possibile senza sporcarmi ulteriormente di sangue. Uso la canna della pistola per spostare i lembi della giacca e quando finisco mi do una rapida controllata per assicurarmi di essere in condizioni accettabili. Mi libererei della felpa se non fosse necessaria a celare le pistole.

Quando finisco estraggo il caricatore della pistola controllando lo stato delle munizioni per poi reinserirlo e rimettere l'arma nella fondina. Torno a calcarmi il cappuccio sulla testa ed aggiustando la felpa in modo da coprire lo schizzo di sangue inizio ad allontanarmi dalla scena.

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A munizioni non sei messa benissimo, ti rimangono 13 colpi in questo caricatore, un caricatore pieno nell'altra pistola e due a metà come riserva.

Non sei in crisi, ma neanche ben fornita.

 

Nascondi nuovamente l'arma sotto alla felpa e ti avvii lungo il tunnel, nell'indifferenza degli automobilisti.

 

Quando esci alla luce, noti un mega schermo sul palazzo di fronte a te. Si tratta di una réclame di Network News 54, che mostra le riprese, chiaramente fatte da un drone, di un'auto sportiva lanciata a tutta velocità sull'autostrada, tallonata da un numero non ben definito di auto della polizia.

Senza troppo stupore, noti il braccio tatuato del tuo amante uscire dal finestrino, per omaggiare il drone e gli inseguitori con un dito medio.

 

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Scuoto il capo continuando a domandarmi cosa abbia in quel cervello lui e cosa abbia io per andargli dietro.

Cammino fino ad uscire dalla galleria, continuo a camminare fino a trovare un modo per lasciare l'autostrada.

Mi libero dei bossoli in uno scolo delle fogne e solamente quando sono abbastanza lontana dal cadavere del russo accendo il cellulare, quello per Elliot, e chiamo a Sigurdson.

Quando mi risponde parlo per prima senza dargli neanche il tempo di salutare.

«Devo parlarti, vienimi a prendere. Sono...» e gli lascio le indicazioni, poi aggiungo «Quel tizio che doveva controllare Elliot che fine ha fatto?»

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Che aveva il tizio addosso?

Se lasciare l'autostrada a piedi attirerebbe troppa attenzione (e rischio di farmi riprendere da troppe telecamere) evito di andarmene in giro così e lo chiamo prima.

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Sfortunatamente per te il tizio non aveva nulla in tasca, del resto lo avete rapito a casa sua, durante il pranzo.

Spoiler

Non eri in autostrada ma in tangenziale, puoi scavalcare il guardrail appena fuori dalla galleria e sei nelle strade cittadine.

Ovviamente all'entrata, come all'uscita delle gallerie vi sono telecamere per il controllo del traffico, ma siccome esci contromano, a meno che tu non ti volti, ti inquadreranno solo di spalle.

 

 

Il cellulare di Sigurdson suona a lungo, poi finalmente ti risponde.

 

Scusami, sono dannatamente incasinato, qualcuno ha fatto un casino pazzesco coi tuoi amici russi e ci sono cadaveri dappertutto....

Non ti posso venire a prendere, puoi parlare con Carlos, il tipo che doveva tenere d'occhio il bimbo... Credo che il bimbo in questione lo abbia corrotto...Comunque ti mando il suo numero.

 

Non ti  sfugge come calchi quel "qualcuno".

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Eh vbb. Per le telecamere beh questo è ovvio, nell'evitarle gente come jade e simili suppongo abbiano la medaglia d'oro

Lascio l'autostrada prima di comporre il suo numero. Dubito che qualcuno arriverà mai a rintracciare questo cellulare ed in ogni caso comunque risulterei sullo stesso ripetitore o quasi. Ma non posso farci nulla. Fisse da paranoica.

Mi muovo in città cercando sempre di evitare il più possibile le telecamere cittadine e quelle delle attività commerciali sulla strada. 

«Beh, non sei contento che qualche sconosciuto si sia dato a del lavoro socialmente utile?» seccata attendo che finisca «Non ti ho mica chiamato perché voglio vedere il tuo bel faccino. Ma...» faccio spallucce anche se non lui non può vedermi «Suppongo di non potermi lamentare comunque. Braccio di ferro mi ha detto che ti sei occupato della sparatoria nell'EFH District, ma non mi ha dato tutti i dettagli. Mi serve sapere. Anche quello che sai di Miss Rambo Biondo Platino...»

Mentre parlo con lui mi trovo un vicoletto nascosto da qualche parte, mi sfilo un pugnale dallo stivale e procedo a tagliarmi via le parti della felpa sporche di sangue. Per farlo mi appoggio ad un muretto reggendo il cellulare tra l'orecchio e la spalla.

La morte del russo è tutto tranne l'omicidio perfetto ma, conto di togliermi di mezzo abbastanza in fretta. E di non tornare in zona per un bel po' di tempo.

Modificato da Latarius
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Si, Mezzanotte sparisce sempre d'estate.... Spero infatti che i vostri due personaggi scoprano di avere un comune obbiettivo e si incontrino... Senza Lynx che doveva essere il vostro "capo"/coordinatore, si è incasinato tutto.

 

Sigurdson risponde asciutto, si vede che ha fretta. 

Trovati al Caffé Hanna, nell'EFH District, Johanna ti dirà tutto quello che sappiamo... Stammi bene ragazza, e tratta bene quel cretino.

 

L'omicidio del russo è la più dozzinale delle tue opere, ma con un po' di fortuna ci vorrà parecchio perché qualcuno ritrovi il cadavere.

Soprattutto visto che tutti gli occhi sono puntati sullo show messo in piedi dai "crome brothers".

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Se si incontreranno o meno dipenderà da cosa le dirà ora Johanna btw

«Certo. Attendo quel numero allora...» gli dico prima di interrompere la conversazione. 

Mi libero degli stracci di tessuto allo stesso modo di come ho fatto prima con i bossoli. Se devo andare in giro nell'EFH District meglio non farlo conciata in questo modo. Così vado a cercarmi una felpa a buon mercato, poi chiamo il tizio.

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Ah, quel Carlos...

Mi torna in mente il famoso uomo incrociato nel vicolo, non credevo fosse lui.

«Sigurdson mi ha dato questo numero. Mi serve un passaggio e lui è occupato. Ha detto di chiamare te» commento atona, diretta e precisa come al solito. Addirittura impegnandomi per evitare commenti sul fatto che abbia lasciato andare Elliot.

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  • 10 mesi dopo...

Fai un rapido giro da Jumbo Mall, un centro commerciale in zona, dove acquisti per pochi spiccioli abiti di scarsa qualità.

Pochi minuti dopo ti trovi a fissare una Aston Martin cromata dai finestrini oscurati che si è fermata esattamente all'angolo da te indicato per il recupero ed ha tutta l'aria di aspettare qualcuno.

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Per favore descrivi come sei vestita e se porti ancora la parrucca bionda (in spoiler)

Non appena picchietti sul vetro questo si abbassa permettendoti di vedere i due uomini nell'abitacolo.

Al posto di guida vi è un barbuto che indossa pantaloni cargo grigio scuro con un marsupio di tipo militare alla cintura ed una camicia a maniche corte porpora che dissimula piuttosto male il rigonfiamento della fondina ascellare.

Per quanto indossi gli occhiali da sole, lo riconosci subito.

Si tratta dello stesso tizio che hai visto al Matrioska a New York. 

Quello che hai incontrato sul treno, che è entrato assieme a te e che poi hai rivisto fuori, quando sei tornata per lo "show" di Elliot.

Accanto a lui, al posto del passeggero, un Carlos in gessato marrone che, con un certo imbarazzo, ti fa un gesto di saluto con la mano cromata.

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Vesto un paio di jeans attillati, di quelli dal tessuto sottile ed elastico. Sopra una t-shirt larga e lunga fin quasi alle natiche, non è il massimo della comodità visto che potrebbe restare impigliata da qualche parte ma è la cosa migliore che ho trovato per celare le armi. Sopra una giacca di jeans, dal tessuto più spesso rispetto a quello dei pantaloni. Ho preso anche un cappellino da baseball grigio ma per ora l'ho lasciato appeso ai passanti della cinghia dei jeans. Le cinghie della fondina ascellare sono scomode a contatto con la pelle, l'unica cosa a evitare un contatto completo è il reggiseno sportivo che porto. So che se le tengo troppo a lungo alla fine mi lasceranno dei segni per lo sfregare del cuoio sulla pelle, ma è un prezzo che sono disposta a pagare.

Storco il naso guardando i due uomini. Non reagisco esteriormente quando scorgo l'autista ma sono sicura di non poter essere riconosciuta. Non solo porto la parrucca bionda ed un paio di lenti a contatto, poi ho anche gli occhiali a specchio neri a celare la mia espressione.

Annuisco e salgo in auto, accomodandomi dietro l'autista. Normalmente mi sarei seduta dietro quello dei due che considero più pericoloso, ossia Carlos. Ma quell'uomo è un incognita che sta apparendo troppo spesso in tutta questa faccenda. Se dovessi credere che uno dei due potesse tentare qualcosa in auto, sarei molto più propensa a puntare su quest'ultimo. Non che mi fidi di Carlos. Anzi, ha dato prova esattamente del contrario.

«Caffé Hanna. EFH District»

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Ti ritrovi nel lussuoso abitacolo.

Il sedile posteriore ha l'aspetto di un divanetto nero in sintepelle, come i sedili, con tanto di cuscini quadrati agli estremi. 

I cuscini sono rossi e recano stampato il logo della rockstar Jenny Tiger.

Nello spazio normalmente destinato al freno a mano, vi è un piccolo frigobar dal quale spunta il collo di una bottiglia di vino, mentre in un ripiano separato si possono intravedere alcuni calici di cristallo.

Carlos non riesce a nascondere un che di divertito, pur nell'imbarazzo che sembra sempre coglierlo quando parla con te, mentre si rivolge all'autista.

Beh, signor Hadun, conosce la strada, veniamo proprio da li...

L'uomo barbuto annuisce.

Con piacere.

Commenta asciutto, ma non ti sfugge che, mentre riparte, inclina lo specchietto retrovisore per studiarti meglio, per quanto dall'espressione del suo volto appaia chiaro che non ha la più pallida idea di chi tu sia o cosa tu faccia li.

Non appena l'auto si immette nel traffico ti rendi conto che il motore non ha nulla a che vedere con il lusso dell'abitacolo, si tratta di un'auto potente e nervosa.

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Studio l'auto dietro gli occhiali a specchio per capire se sia blindata oppure no. Trovandomi su un gioiellino del genere potrei arrivare quasi a capire perché molti preferiscono le quattro-ruote, ma io dal mio punto di vista difficilmente cambierei la mia preferenza. Ovviamente non mi lascio limitare dai miei gusti quando si tratta di efficienza e necessità.

Sprofondo nel sedile e resto in silenzio, non reagendo al suo tono. Se fosse stato da solo avrei potuto da dire qualcosa, ma visto il terzo incomodo resto in silenzio.

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