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Jade - Figlia d'arte


Tayan Chingachgook

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Lo guardo con aria scettica «No, infatti. Sei un puro ed innocente agnellino...» non faccio nulla per celare il sarcasmo. 
Poi sospiro «Sfruttiamo l'elemento sorpresa o accostiamo prima?» lo guardo in attesa di sapere la sua. Da parte mia, in questo caso, preferisco la prima opzione anche se potremmo finire in mezzo ad un piccolo esercito. Avessi i miei soppressori magari le cose sarebbero diverse.

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-Beh io direi di parcheggiare e poi vedere un po' come vanno le cose.... Ci stai?-

Vi trovate nella bidonville di San Morro Bay, case in lamiera si alternano a vecchi palazzoni in cemento, ricoperti di graffiti, una memoria di quando la baia era un quartiere residenziale.

In ogni dove vedi membri delle gang armati fino ai denti, ma nessuno disturba il vostro percorso.

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Lui ti guarda stupito, come se gli avessi fatto un complimento.

-Dici sul serio? Beh, grazie... Lo dirò al mio analista, gli farà molto piacere... Immagino che tu abbia i tuoi obiettivi all'interno... Non ti disturberò, cerca solo di essere fuori di li entro venti minuti, o dovrai spiegare un po' di cose alla SWAT...-

Il SUV imbocca il cortile di un palazzone, guardato a vista da un paio di arcigni solitari, armati di fucili d'assalto.

Poi Ace inizia ad accelerare e tu sospetti di dover intendere in senso più ampio il suo "parcheggiare".

Il SUV prende i 120 chilometri orari sulla ghiaia del cortile, puntando dritto al portone del palazzo, mentre attorno a voi parecchi uomini armati urlano ed imprecano.

Sul viso del tuo autista si stampa un sorriso piratesco, mentre ti dice -Tieniti forte baby- 

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«Dubito che abbia valore detto da una sociopatica...» commento assicurandomi come posso al veicolo, per evitare di volare attraverso il parabrezza al momento dello schianto. 

Pace all'anima tua Nicolaj... penso sarcasticamente mentre con una mano mi reggo ad uno dei maniglioni del suv, non estraggo già una pistola solamente perché rischierei di perdere la presa all'urto con il portone. La velocità non mi preoccupa minimamente, sulla mia Shiva ho visto velocità che farebbero impallidire quella attuale del suv. Certo, prima che me la facessero saltare in aria. Piango ancora quella moto come se avessi perso al suo posto un braccio.

Mentre fisso gli occhi sul portone come se dovessi sfondarlo con lo sguardo, mi si dipinge un sorriso di anticipazione per nulla diverso da quello di Ace. Reputo lui un mezzo folle ma, la realtà è che non posso ritenermi sana neanche io se è questo a farmi sentire realmente viva.

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-Bum baby!-

L'urlo di Ace arriva proprio nel momento in cui le prime pallottole attraversano i finestrini posteriori ed iniziano a fischiare attorno alle vostre teste.

Il suv colpisce con le ruote anteriori la breve rampa di scale che conduce al portone e s'impenna, poi le quattro motrici fanno presa e la scala si trasforma in un trampolino di lancio.

Riconosci immediatamente la sensazione di avere tutte le ruote staccate da terra, proprio nell'istante in cui avviene l'impatto.

Vedi un lampo bianco, poi l'air bag ti sbatte contro al sedile.

é stato un brutto colpo, ma per tua fortuna la tua muscolatura atletica ha sostituito discretamente la cintura di sicurezza che non indossavi.

Un attimo dopo senti lo stridio delle gomme, e poi un altro schianto che ti sbatte contro alla portiera.

Non vedi nulla nella polvere che segue lo sgonfiarsi degli air bag.

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Niente colpo di frusta, niente cranio fratturato. Ottimo.

Appena mi riprendo dalla botta estraggo immediatamente le mie pistole, scivolo lievemente lungo il sedile in modo da sfruttare la mia bassa statura per avere un minimo di copertura temporanea in più. Scendere a caso dal veicolo senza vedere nulla è un'idea di merda. Almeno per ora il grosso motore del suv mi scherma frontalmente dai proiettili. Faccio un profondo respiro iniziando a focalizzarmi sull'imminente scontro, nella proverbiale quiete prima della tempesta.

Lancio un'occhiata ad Ace per assicurarmi che non si sia fracassato il cranio sul volante o che non si sia spezzato il collo.

Se qualcuno pronto a sparare entra nel mio campo visivo faccio fuoco.

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Ti volti verso Ace, il quale non ha subito l'urto come hai fatto tu, complici la cintura di sicurezza ed il cyberbraccio.

Anzi, il biondo ha appena selezionato una traccia musicale sul computer di bordo, nonostante lo schermo ammaccato ed ha ingranato la retromarcia, sgasando come un pilota di drugster.

Senti le ruote slittare su un pavimento liscio, mentre l'abitacolo è invaso da musica a tutto volume.

Ti scopri a riconoscere la traccia, Get Up, dei Korn in collaborazione con Skrillex, mentre la polvere degli air bag viene sparata fuori dai buchi nei finestrini.

Il suv ruota di novanta gradi, poi Ace cambia di nuovo a marcia in avanti e riparte di gran carriera in quella che sembra un atrio, diretto verso una porta a doppio battente aperta, che ha tutta l'aria di dare su una sala da pranzo dalla tavola imbandita.

Un uomo in abiti da maggiordomo vi si para davanti brandendo un mitra, ma tu gli spari attraverso il parabrezza incrinato e lo freddi all'istante.

Ace alza il volume della traccia ad un livello quasi insopportabile che ti spara l'adrenalina in corpo con tale potenza da farti temere per i tuoi capillari. Il sangue ti pompa così forte che ti senti come se i vasi potessero esplodere da un momento all'altro.

Un pugno cibernetico del tuo "socio" ed il parabrezza si toglie di mezzo, permettendoti di vedere che vi state proprio infilando in una sala da pranzo, dove una famiglia terrorizzata corre in ogni direzione.

 

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Quando mette quella musica mi limito a guardarlo alzando un sopracciglio.

Non ci provo neanche a domandargli se sappia dove sta andando, posso ben immaginare da sola la risposta. Ma provo ad urlargli contro di frenare meno bruscamente che non ho voglia di farmi cinquanta metri di volo orizzontale. Ma la musica è così alta che non riesco a sentire neanche il suono stesso della mia voce, quindi ci rinuncio ed opto per allacciarmi la dannatissima cintura. Lo faccio con la sinistra, senza lasciare la pistola e senza smettere di tenere puntata la destra.

Poi già che ci sono cambio traccia musicale usando la volata dell'arma sinistra per pigiare sullo schermo del computer di bordo.

Tutto questo mentre continuo a freddare chiunque salti fuori imbracciando un'arma.

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L'atmosfera cambia del tutto quando la volata dell'arma sposta l'autoradio su una stazione di musica europea vintage.

La canzone è Dune Buggy, di un gruppo italiano del secolo scorso, noto come Oliver Onions.

Se tu avessi visto qualche vecchio film, in particolare dei leggendari attori italiani Carlo Pedersoli e Mario Girotti (sopravvissuti fino al 2020 nella cultura underground coi nomi di Bud Spencer e Terence Hill) coglieresti il lato ironico della situazione.

Ace, per contro, sembra esserne perfettamente a conoscenza, poiché, mentre un tavolo imbandito si schianta sul vostro cofano, prende a canticchiare il motivetto.

Il suv descrive un arco di circonferenza, rovesciando sedie e mettendo in fuga persone, valuti che ci siano almeno una decina di commensali che fuggono come lepri.

Vedi un solitario pararsi sulla porta dalla quale siete entrai nella sala, armato di fucile d'assalto.

Gli spari contro quattro colpi e lo freddi all'istante.

Un secondo uomo armato vi si para davanti, Ace lo investe e lui vola di lato come una marionetta disarticolata.

Travolgete l'ultimo tavolo rimasto integro, poi Ace inchioda contro al muro di fondo, estrae una Firearms 10 calibro 9x21 da una fondina nascosta ed urla in quel suo russo sgrammaticato.

-Polizia di New York, venite fuori con le mani alzate!-

 

Sei quasi incredula mentre una voce dura risponde -Altrimenti?!-

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Non conosco ne il film ne la canzone, ma è abbastanza curiosa da risultare stranamente appropriata alla situazione e ad Ace. Di vecchi film non me ne intendo molto più che altro mi è stata inculcata a forza la cultura della vecchia musica.

Sgancio la cintura ed apro leggermente la portiera, il giusto per poter formare un triangolo con le braccia dritte e coprire entrambi i miei lati. Quello destro ed il mio spicchio di lato posteriore, contando che Ace faccia lo stesso dall'altro lato.

Quando il tizio ribatte a tono rispondo a mia volta, gridando in russo abbastanza forte da farmi sentire oltre la musica «Altrimenti ci arrabbiamo!»

 

Modificato da Latarius
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Un istante dopo la tua sfacciata risposta, una raffica massacra il suv, per tua fortuna chi spara sta mirando al sedile del conducente.

Vedi Ace essere colpito un paio di volte alla schiena, ma la cosa non pare turbarlo, tanto che lo vedi scendere dal veicolo per rispondere al fuoco.

Sembrerebbe che sia una persona sola a sparare, con un'arma automatica, ma dall'esterno giungono chiare le detonazioni di alcuni spari.

Dalla tua posizione vedi solo una donna con un bambino, sdraiati a terra e bianchi di terrore.

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Nel vedere Ace resistere ai colpi mi ricordo che non sono minimamente vestita per una sparatoria, ma non cambia molto dal solito. Non scendo in corazza lamellare quindi la tattica rimane sempre la stessa,  sia fasciata di kevlar sia non. Schivare i proiettili e non resistervi.

Mentre Ace si volta per scendere dal veicolo mi volto un secondo nella sua direzione per vedere attraverso i fori nella sua schiena. Voglio sapere se ha un giubbotto antiproiettile o se ha un polyderma innestato.

Spalanco la portiera con una ginocchiata e scivolo agilmente giù dal suv. Sparo nella direzione indicativa da cui provenivano gli spari per costringere il tiratore a rintanarsi mentre mi trovo una copertura che sia a prove di proiettile.

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Non distingui nulla nei fori che vedi nella sua felpa, ma non sta sanguinando, di questo sei sicura.

Spari alcuni colpi alla cieca, mentre ti rintani tra il pesante motore dell'auto, dal quale esce un fumo bianco, ed il muro.

Sembra che chi vi ha sparato non faccia più fuoco e, sporgendoti, vedi un cadavere proprio nella presunta posizione del vostro aggressore. Non sapresti dire se siano stati i tuoi colpi o quelli di Ace a stenderlo.

Vedi il poliziotto camminare tranquillamente in avanti, come se si trovasse al centro commerciale.

-Guarda guarda... Chi abbiamo qui?-

Solo a quel punto noti un uomo molto grasso, che striscia all'indietro come a voler scappare da lui.

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Nel vedere Ace camminare come se nulla fosse scuoto il capo, purtroppo io non sono a prova di proiettile e questo mi costringe ad un certo livello di cautela.
Quando noto che le acque sembrano essersi calmate rinfodero la pistola sinistra uscendo dal mio riparo. Reggo la pistola con entrambi le mani, il braccio destro quasi completamente steso e quello sinistro piegato a formare un triangolo. Avanzo restando vicino al furgone fin quando posso poi continuo allo scoperto.
Con gli occhi che saettano in ogni direzione mi assicuro che nessuno stia per saltare fuori a riempirci di piombo.

Poi rivolgo la mia attenzione al grassone che striscia al suolo.

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Attorno a te vedi solo i volti terrorizzati dei commensali, mentre da fuori continuano a giungerti eco di spari.

Sposti l'attenzione sul grassone, che ormai ha toccato il muro, ma ha abbandonato l'atteggiamento remissivo e ringhia uno spavaldo -Ma voi lo sapete chi sono io?!-

Ace lo guarda come se fosse un bambino un po' scemo.

-No, io entro in macchina a casa di tutti, non so proprio chi tu sia...

Ehy bionda, tu lo conosci?! Ah, aspetta, mi ricordo qualcosa... Vassili Fudikov, giusto? Ma certo, il capo della malavita baltica di Night City! Come ho fatto a non accorgermene?!

Le mie scuse signore!-

Risponde sarcastico.

 

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Mi avvicino all'uomo anche io, quando esclama la solita frase da cliché allargo le braccia alzando gli occhi al cielo «Perché dicono tutti sempre la stessa cosa?!» commento con fare annoiato «Un po' di originalità, suvvia...» scuoto il capo dando corda ad Ace quando mi chiede se sappia chi egli sia.

«Ah, Vassili? Beh, no, mai sentito... mi spiace...» commento facendo spallucce «Il fatto è che potrebbe anche essere il dannatissimo Gesù Cristo sceso in terra e non farebbe la minima differenza!» esclamo scuotendo il capo «Devo farti una domanda Vassili, ma non ho tutta la giornata quindi te la faccio facile. Dammi la risposta che cerco ed io ti lascio anche in vita, altrimenti ti ammazzo. Ma non ti sparo, perché sarebbe troppo veloce e pulito. Ti apro la pancia e ti lascio a giocare con le tue budella. Sai quanto ci vuole a morire con lo stomaco perforato? Anche trenta minuti! Ed il dolore?! Tu non ne hai la più pallide idea! Atroce!» esclamo parlando con tono faceto mentre la mia faccia è una fredda maschera inespressiva «Allora Vassili? Mi aiuterai?»

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  • 2 settimane dopo...

Il grassone diventa paonazzo dalla rabbia.

-Voi minacciate me?! Ma io vi faccio uccidere così dolorosamente che quando morirete vi sembrerà una liberazione! Io vi...-

Il suo sproloquio viene bruscamente interrotto da un corpo insanguinato che rotola nella stanza, spinto da una notevole forza.

Non puoi fare a meno di imprecare quando vedi una figura avvolta in uno spolverino color cammello apparire sulla porta dalla quale è appena passato il cadavere.

Elliot Price ti appare sbruffone come al solito, borsalino in testa, occhi accesi di un azzurro fluo e pistola fumante nella destra.

-Cinque minuti-

Commenta asciutto all'indirizzo di Ace, poi volge il suo sguardo cibernetico su di te e ti sorride in modo ebete.

-Ciao splendore-

 

 

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La canna della pistola si alza a seguire brevemente l'arco prodotto dal cadavere in volo per poi spostarsi sulla figura ammantata.

Merda... commento mentalmente abbassando l'arma e rinfoderandola. Lo guardo furente per un secondo prima di fare un respiro e ritrovare la calma. Se devo tenerlo in vita non posso far altro che considerarlo "lavoro" per il momento. Non posso considerarlo in altro modo, non sono il tipo di persona che si preoccupa troppo di cosa  potrebbe accadere in caso di fallimento ma, non posso rischiare che succeda in ogni caso... ne risulterei solamente rallentata.

Se è lavoro vuol dire che è il mio pragmatismo a guidare le mie parole e le mie azioni.

Non lo saluto ne rispondo al suo sorriso «Se il tizio che doveva controllarti non è messo peggio...» accenno con il capo al corpo che ha lanciato per aria «Ci penso io a dargli una ripassata...» poi mi volto verso il russo.

Prendo una delle mie lame avvicinando al russo per poi sferrargli un violento calcio alla bocca dello stomaco, subito dopo non rimetto il piede a terra ma gli do un violento pestone contro la spalla destra. Non lo lascio e sfrutto il piede per bloccarlo contro il muro, caricando il peso sulla gamba e piegandomi in avanti.

Sfruttando la sorpresa del momento gli blocco un orecchio con la mano e poggio la lama tra il lobo e la sua testa «Voglio Domovoj Lobanov, dimmelo e me ne vado. Altrimenti...» faccio un po' di pressione con la lama in modo da graffiarlo.

Spoiler

Spero non sia un problema se ho concatenato un po' di cose

 

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Il grassone è visibilmente impressionato ed ansima.

-Chi siete voi?! Io... Io... Lobanov è partito con la consegna, la consegna per la madrepatria... Voi non sapete in cosa vi state cacciando!-

 

Elliot si appoggia al montante dell porta, rivolgendo sguardo ed arma con fare noncurante verso l'esterno.

-Carlos doveva incontrare una persona, questione di pochi minuti ha detto... Io gli ho detto che avrei fatto il bravo, ma poi mi è arrivato un messaggio molto esplicito e tu lo sai come vanno queste cose...

Comunque tre minuti...-

 

Ace annuisce.

-Mi pare che la tua dolce metà qui se la cavi più che bene, vado a cercare un passaggio-

Ti fa l'occhiolino e lascia la stanza superando Elliot.

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