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Versi esametrici


FeAnPi

Messaggio consigliato

Heh! concordo ;-) d'Annunzio era una gran sagoma! strano tipo.

Il fatto è (tornando IT) che la ripetizione smodata e identica a sé stessa rende il componimento davvero pesante... Non c'è modo di alleggerirlo? La libertà dalla schiavitù dovrebbe renderti quasi frizzante, non spingerti a rimuginare e mugugnare battendo la testa contro il muro. Pressante è diverso da pesante.

Se vuoi (ma è una gran bestemmia quella che sto per dire) puoi rompere il verso in un flusso di ricordi incastonati l'uno all'altro, legati da una punteggiatura veloce...

No, fai conto che non l'abbia detto :)

Scusami, sto studiando il decadentismo e mi affascina assai. In uno schema classico in questo periodo non posso essere molto d'aiuto. Ti dico solo che il giambico è arduo da realizzare in Italiano, perchè le parole usano spesso più di due sillabe, impedendo la costruzione precisa dello schema di accenti. A meno che tu intenda un'altra cosa con 'trimetro giambico'.

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Partendo dall'omega anziché dall'alfa, naturalmente voglio replicare il trimetro giambico, ma c'è il grosso problema di usare uno schema con variazione senza sputtanare il giambo vero e proprio (e un verso con la finale accentata alla lunga pesa).

Per il resto, flusso ininterrotto no grazie, e la punteggiatura esiste per essere usata. E' forse l'unica innovazione utile tirata fuori nei secoli di decadenza delle lingue indoeuropee verso le loro eredi attuali molto meno espressive e precise.

Ci devo pensare. Di sicuro non è un componimento euforico, ma amaro, molto amaro, al quale ho voluto donare un tono particolare ma troppo caricato tirando i metri quasi a forza (un po' come Carducci nel più blasfemo degli inni mai scritti da un italiano pluriblasonato, ma molto in piccolo).

Devo pensare a una soluzione, anche se voglio evitare per quanto mi è possibile di riprendere a lavorare su questa cosa.

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  • 4 settimane dopo...

Stavolta qualcosa di rapido. Non sono pienamente convinto di alcuni passi, ma un po' di allenamento metrico non può che farmi bene.

Oggi la luna evocava un antico

Racconto perduto,

Mentre nel cielo brillava, velata

Da nubi sottili,

Quasi completa di luce e candore,

Memoria o mistero.

Fredda, una lunga carezza del vento

Svelava il suo volto

Pallido. A lungo ho tentato, ma invano,

Con l'anima e gli occhi,

Pura d'averne l'immagine piena

Specchiata nel vuoto,

Nero e curioso, che il cielo scrutava

Cercando risposte.

Lievi, sottili, le nuvole rade

Danzavano attorno

Bianco al mistero che invano guardavo

Con occhi rapiti.

Fermo, ho scrutato per lunghi momenti

Quel volto celeste.

Niente da lei trapelava: le nubi,

Nient'altro, vedevo.

Colta la forma, sfuggiva il colore

Lunare, nascosto

Sotto al suo velo che tanto mistero

Sembrava donare

Cupo a quel cielo. Ma quando lo sguardo,

Levato di nuovo,

Priva la luna rivide di nubi,

Del velo pudico,

Tutto scomparve il mistero, il segreto

Svaniva nel bianco.

(articolo originale sul mio blog)

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  • 3 settimane dopo...

Stavolta due poesie di lunghezza abbastanza diversa.

La prima mi è venuta spontanea, la seconda invece è composta dietro richiesta di Lone Wolf. Il mio primo lavoro poetico su commissione, eh. ^^

... che poi in realtà forse ne avrei potuto comporre un altro in passato, ma sono *lieto* di non averlo fatto alla fine.

Eccovi il link.

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Eccovi il link ad altre due poesie, scritte entrambe ieri come autofesteggiamento del compleanno.

La prima è una traduzione di un frammento di Archiloco che mi ha sempre affascinato, la seconda una riflessione nata a partire da un distico.

Potrebbe far discutere, e qualcuno potrebbe reputarla offensiva, ma mi pare di aver già chiarito sul blog come, sostanzialmente, non sia mica colpa mia se alcuni individui si riconoscono nei personaggi deprecati.:lol:

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  • 3 settimane dopo...

Con un ritardo di circa due settimane rispetto alla sua "causa scatenante", ho pubblicato sul mio blog una poesia che spero si possa considerare l'ultima di un certo filone.

Davvero, va bene che i mezzi pubblici sono per definizione aperti a tutti, ma a volte le coincidenze diventano davvero fastidiose. -___-

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Guarda, le "bambine cattive" riusciranno anche a farlo, ma quelle semplicemente viziate spesso non ne sono, per fortuna, capaci.

Solo chi è tanto stupido e sognatore da cascarci da solo, come sono stato io, rischia qualcosa.

PS: grazie! :)

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  • 2 settimane dopo...

Mai capitato di finire qualcosa e di non sentirsene quasi per niente soddisfatti? Ecco, è esattamente la mia sensazione nel rileggere la mia ultima poesia.

Vi chiedo se vi va di darmi un giudizio a riguardo: temo di essermi incamminato lungo una via che non batto spesso, col risultato di perdermi a metà strada ricorrendo soltanto ai peggiori stereotipi. -__-'

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Introduzione forse un po' altisonante per una nuova poesia, scritta già da tempo ma messa solo oggi sul blog.

Qui vi rimando al relativo post, mentre se siete troppo pigri per cliccare su un link la potere direttamente leggere di seguito.:D

Raspano il cuore gli artigli d'un mostro

Feroce e bestiale,

Folle per l'ira da tempo repressa,

Che lotta con rabbia

Sempre più cupida, orrore a vedersi,

Per essere infine

Libero e senza alcun freno alla furia

Provata e sofferta.

Tremo al pensiero del giorno nel quale

La bestia funesta,

Giunta alla fine all'estremo cancello

Del cuore ormai stanco,

Senza alcun freno sarà la padrona

Dell'anima, il corpo

Solo uno schiavo dell'essere oscuro

Uscito alla fine

Dalla prigione d'un cuore che teme,

Di certo vigliacco,

Troppo il dolore provato, talvolta,

Nel freddo soffrire.

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  • 2 settimane dopo...

Ecco l'ultima poesia lunga che ho scritto, messa nel blog da pochi minuti mentre faccio di corsa mille altre cose.

E' molto caricata e non totalmente autobiografica, e ammetto di averla scritta puntando al patetismo. Però ho anche avuto modo di sperimentare un nuovo espediente versificatorio, per cui mi sento parzialmente giustificato.

L'articolo originale sul blog nel quale l'ho pubblicata è questo, se siete troppo pigri per fare un click, invece, vi rimando al fondo della pagina.

Spoiler:  
Spoiler:  
Molto al fondo...

Spoiler:  
Spoiler:  
Parecchio al fondo...

Spoiler:  
Spoiler:  
Circa qui...

Spoiler:  
Eccoci!

Spoiler:  
Quanto ho sofferto? Il ricordo talvolta

Mi suscita ancora

Nuovo dolore. Difficile vive-

Re avendo per anni,

Spinto da mille timori, nascosto

Con cuore indurito

Quanto provavo, soppresso gli amori,

Ma ancora più duri

Furono i giorni nei quali scoprivo,

Frenato soltanto

Dalla mia misera, opaca visione

D'amante, che a nulla

M'era servito l'averle svelato,

Sincero, che cosa

M'ero alla fine concesso d'avere

Nel cuore, quel vano,

Pazzo sentire d'un uomo che crede

Diamanti il carbone, e

Molto s'affanna lodando, cercando

La gemma che crede,

Folle, si trovi nascosta laddove

Soltanto i rifiuti

Regnano, e incensa la cenere grigia.

Nel baratro caddi,

Freddo l'abisso mi accolse di quanti

Si dannano, inquieti,

L'anima amando chi vale ben poco, e

Per quanto da tempo,

Gronde di sangue versato le mani

Ferite dai vetri in-

Franti che tutte ricoprono nere

Le mura dell'ampio

Baratro oscuro, abbia infine raccolto

Le forze e scalato

Fredde di morte le mura scoscese

Seguendo la luce

Calda che filtra, lontana, quel gelo

Lo porto nel petto.

Ora m'impongo freddezza, e non amo,

Per quanto talvolta

Lievi, gentili carezze nel cuore

Mi rubino ancora i

Battiti, e donino sogni fugaci,

Già fumo al mattino.

Troppo ho sofferto, il ricordo d'allora

Mi pesa, maligno, e

Quando talvolta mi prende di nuovo

L'amore nascente

Dura m'impongo la stessa domanda:

Ne vale la pena?

Troppo ho timore d'andare di nuovo

Incontro allo stesso

Lungo destino di giorni sofferti.

Non voglio rischiare.

Certo verranno altri giorni, nei quali

Di nuovo l'amore

Mio ricambiato con pari sentire

Sarà col suo abbraccio

Caldo capace di sciogliere il gelo

Che sento, ma intanto

Soffro la fredda corazza nel cuore, ed

Aspetto che quella

Pace, presente nei volti che vivo-

No amore, mi baci.

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